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La Teriaca

 

Tra i farmaci usati nella medicina antica,la Teriaca o triaca, ebbe sempre il primo posto.Grande era la fiducia sugli effetti di questo farmaco che ogni famiglia,anche la più povera,la custodiva gelosamente,quasi fosse un talismano sicuro per salvaguardarsi dalle insidie dei mille mali che affliggono l'umanità.Chi possedeva una Teriaca vecchia,ne vantava le maggiori proprietà in quanto il farmaco,dopo la sua preparazione,doveva essere lasciato a riposare per un certo tempo in modo da fermentare e si riteneva che,anche a fermentazione avvenuta,col passare del tempo,gli elementi meglio si assimilassero. Vasi di farmacia Quando l'uso di questo farmaco venne  introdotto in Venezia non è sicuro,ma certamente fu in epoca antichissima e pare provenisse dall'Oriente.Mitridate,re del Ponto,lo confezionava senza vipere;Andromaco,il vecchio medico di Nerone,che visse al principio dell'era cristiana,lo descrisse in versi elegiaci e lo modificò introducendovi la carne della vipera.

Dal Capitolare del 1258 si apprende che,a quella data,la produzione locale di Teriaca aveva già assunto importanza degna di menzione.Ma fu verso la fine del XVI secolo che il commercio della T.prese veramente un grosso sviluppo.Per comporre la T.erano necessari ben sessantadue ingredienti tra trocisci di vipera,erbe,foglie,radici,balsami,il tutto bene pestato e amalgamato con miele fluido e vino di malva.La produzione di T.in Venezia raggiunse livelli notevoli toccando le 600.000 libbre l'anno nei secoli d'oro e negli ultimi anni della Repubblica,non fu mai minore a 200.000 libbre l'anno.Bisogna considerare il fatto che solo una parte del prodotto serviva per il fabbisogno locale,mentre un'enorme quantità veniva esportata in Spagna,Francia,Germania,Grecia,Turchia,Armenia,sempre sigillata e accompagnata da documenti attestanti l'autenticità del prodotto e le modalità d'uso.

  Facchino Visto il grande commercio che se ne faceva,la Repubblica ebbe sempre il massimo interesse a mantenere alta la reputazione di questo farmaco attraverso severi controlli sugli ingredienti e sull'esecuzione del preparato.Infatti,il Magistrato della Giustizia Vecchia,effettuava ripetuti controlli nelle spezierie e,qualora non trovasse Teriaca di perfetta qualità,era autorizzato a bruciarla in Rialto interdicendo per sempre lo speziale dall'esercizio della professione.Nonostante questo,numerosi sono i documenti che riportano fatti riguardanti la Teriaca falsificata:soprattutto nell'entroterra veneto,ma anche in Francia,sembra che del miele cotto con qualche semplice erba venisse spacciato per l'originale farmaco veneziano.A Venezia,la fabbricazione della T.era un avvenimento:lo speziale era obbligato a tenere per tre giorni in mostra tutti gli ingredienti che spiccavano per scelta e qualità ma anche perchè i fasci di erbe,cortecce,fiori e radici erano sapientemente confezionati con eleganti nastri di seta colorata,mente resine,gomme,balsami e oppio si potevano vedere entro trasparenti vasi di vetro di Murano;ma lo spettacolo che più attirava era costituito dalle gabbie di ferro contenenti le vipere vive che servivano per la preparazione dei trocisci.Questi erano costituiti da vipere decapitate,bruciando subito la testa per evitare che mordessero  ancora,tolta la pelle e le interiora e bollita la carne;infine si impastavano i rettili con terzo di pane abbrustolito grattuggiato. Anche le grandi caldaie,entro alle quali si doveva cuocere il miele,erano messe in bella mostra.Finalmente,nel giorno prestabilito,giungeva un certo numero di muscolosi"facchini"guidati dal loro capo i quali,uniformemente vestiti,avevano il compito di pestare gli ingredienti entro grandi mortai di bronzo e di legno.Per controllare la serietà di esecuzione,alla fabbricazione della T.assistevano diverse personalità:il Cassiere,il Notaio e il Fiscale del Magistrato alla Sanità,un Protomedico,il Priore e due Consiglieri del Collegio dei Medici Fisici,il Priore e due Consiglieri dell'Arte degli Speziali. Prima della pesata dei vari ingredienti,era tradizione che lo speziale titolare regalasse a ciascun facchino un berretto nero di seta:al capo con tre piume,due rosse e una nera,al sotto-capo con due piume una rossa e una nera e ai semplici facchini con una sola piuma rossa. A tutti poi gli altri aiutanti che pestavano nei mortai veniva data una berretta di lana con cordella e pennacchio rosso.

Pesate tutte le droghe,venivano portate in giro onde mostrarle a tutti i controllori.Pesata la cannella,ciascuno ne riceveva in omaggio un piccolo quantitativo. Impronte di Mortai in C.po S.Stefano Gli ingredienti venivano pestati finemente entro mortai posti per l'occasione nel campo antistante la bottega,onde evitare di respirare la polvere che si formava nella triturazione delle erbe.In Campo S.Stefano,vi sono ancora oggi dei "maxegni" particolari,di forma concava,dove venivano posti i mortai della farmacia "Al Cedro Imperiale ".Quando i facchini cominciavano,cantando,a pestare le droghe ricevevano una merenda consistente in una fetta di pane e "soppressada"una di formaggio e un bicchier di vino a testa;poi,quando il lavoro di peso e pestello era a metà,veniva offerto a tutti acqua e limone,cioccolata in tazza,pan di Spagna e caffè:Durante il lavoro,i facchini avevano diritto ancora ad un bicchiere di vino e due di acqua e vino.Quando il lavoro si protraeva per più giorni,e questo succedeva spesso,il secondo giorno ciascun facchino riceveva una bottiglia di rosolio e mezzo litro di acquavite,fino a che il lavoro fosse portato a termine.Quindi la T.veniva posta a fermentare entro grandi giare che venivano sigillate alla presenza delle personalià anzidette.Al fine del lavoro,veniva offerto in dono ai supervisori a ai lavoranti un vasetto diTeriaca.Per i facchini,il giorno della paga (L.7,10 al giorno) si festeggiava con un lauto pranzo offerto dallo speziale titolare.Passati due mesi,si invitavano nuovamLa Teriaca della Speziaria "Alla Vecchia"ente le Autorità,perchè venissero a togliere i sigilli alle giare onde mettere in commercio il composto.Non tutte le spezierie erano autorizzate a produrre e vendere la Teriaca.

. Quelle a cui era permesso  si chiamavano" Triacanti" e le più famose, oltre quella "All'Insegna della Vecchia e del Cedro Imperiale" ,erano :la Testa d'Oro,Il Pomolo d'Argento,lo Struzzo d'Oro,il Redentore,L'Umiltà Coronata,Il Doge,Il Paradiso,La Madonna,L'Aquila Nera, Il Pellegrino,I Due Mori.La Teriaca ha continuata ad essere prodotta,anche se non più con il rituale sopra descritto,fino alla seconda metà del '900. (Fonti:S.Gramigna)

 
 
 
 
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