Yupana - L'abaco Inca

 

Indice

1. La scoperta
2. Il funzionamento
3. Operazioni matematiche
4. Mappe LDI
5. Rappresentazione dei numeri
6.
Approfondimenti
7. Semplici esercizi
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1. La scoperta

L'uomo che ha scoperto l'enigma della matematica inca che per mezzo millennio ha tolto il sonno a generazioni di scienziati si chiama con l'italianissimo nome di Nicolino De Pasquale. Ha 54 anni, una laurea in ingegneria aeronautica e vive a Pescara dove insegna un po' al liceo e un po' all'università.

Ma l'aspetto più bizzarro della vicenda è che De Pasquale ha messo a nudo il segreto senza saper niente né degli inca, né del segreto stesso, né tanto meno delle angosce secolari provocate dal tentativo di decifrare le misteriose calcolatrici, chiamate Yupane, di cui parlavano già i conquistadores spagnoli nel 500 e tornate alla luce con gli scavi: blocchi di pietra più o meno di 30 centimetri per 20, con tante piccole vasche scolpite sulla parte superiore e, all'interno, apparentemente a caso, vari fagioli bianchi.

Resta il fatto che, all'oscuro di tutto e usando solo il cervello, De Pasquale ha effettivamente battuto sul tempo fior di ricercatori e antropologi sparsi ai quattro angoli dell'Occidente: francesi, americani, tedeschi, olandesi, italiani, russi, giapponesi, indiani, tutti scienziati di provata capacità ed esperienza costretti ad arrendersi davanti a un “dilettante”. L'incredulità è stata tale che per oltre due anni la scoperta è stata messa all'indice. Impossibile, dicevano. Sbagliavano.

De Pasquale ha invece scoperto che contavano in base quaranta e lo ha dimostrato servendosi di due modellini di Yupana in legno. In quello più semplice, sono cinque o sei serie di quattro vaschette sovrapposte. La calcolatrice degli inca funziona da destra a sinistra, partendo dalla prima vaschetta in basso che, secondo un antico disegno, è quella dell'unità e contiene dunque una pallina di valore 1. La vaschetta successiva contiene invece due palline ciascuna di valore 2, la terza tre di valore 3, la quarta cinque di valore 5. La somma: 1 + 4 + 9 + 25 = 39. La vaschetta di destra della fila superiore vale 40, quella accanto 80 e così all'infinito. In altre parole, è una progressione geometrica che riproduce, curiosamente, la moltiplicazione cellulare. Le particolarità sono che non esiste lo 0 e che uno stesso numero si può scrivere in modi diversi.

Il metodo funziona, qualunque sia il calcolo richiesto. De Pasquale ne ha dato varie dimostrazioni. Come ci è arrivato? Così: "Era l'ultimo dell'anno del 2000", racconta, "Per Natale avevo ricevuto in regalo un libro di enigmi matematici e appunto, aspettando mezzanotte a cena a Roma da mia sorella, tra una chiacchiera e l'altra, mi sono messo a sfogliarlo. A un certo punto ho trovato il disegno di una Yupana fatto da uno spagnolo del '500. Ci ho riflettuto un po', poi ho preso carta e penna e ho fatto un po' di conti. Quanto ci ho messo? Mezz'ora, forse quaranta minuti. Prima di capodanno ne sono arrivato a capo.

 

Anno 2002: La rivincita degli Incas

di Antonella Di Lorito

E' stato il giorno del riscatto. Il trionfo della Nemesi. A distanza di secoli sono bastate poche ore per celebrare la vittoria della filosofia incarica sulla forza bellicosa degli antichi “Conquistadores”.

Una nuova ottica, una visione totalmente estranea agli studiosi di cultura andina è stata portata alla luce dall'ingegnere pescarese Nicolino De Pasquale, che ha dimostrato come con una cordicella, semi di quinta e tavole di legno, gli Incas riuscissero a fare calcoli astronomici in brevissimo tempo, risolvendo quelle aporie che la nostra matematica ancora porta sulle spalle come un fardello pesante; riuscissero ad avere un sistema matematico superiore al nostro, le cui teorie basilari erano applicabili in tutti i settori della vita pubblica e privata.

Matematica, religione, musica, arte: tutto confluiva, in quel tempo, in un'armonia senza precedenti.

Con quella fulminea intuizione avuta in una sera d'inverno, l'ingegnere ha spalancato le porte della conoscenza anche ad altri studiosi. Un ordine razionale ineccepibile che il nostro mondo occidentale, moderno e tecnologico, non ha ancora raggiunto. Chissà se saremo pronti ad incassare una simile sconfitta.

« L'Italia – ha spiegato Roberto Seminario, ministro dell'ambasciata peruviana nel nostro paese – ama il passato, la storia e la cultura e per questo apprezzerà la nostra antica “forma mentis” ».

Jacqueliae Cuellar, addetta culturale dell'ambasciata boliviana: « Siamo molto soddisfatti e apprezziamo il grande lavoro che l'ingegnere De Pasquale ha portato avanti. E' la dimostrazione di come l'ingegno umano riesca a far luce su angoli oscuri della nostra terra. Sarà una vera e propria sfida per la cultura occidentale accogliere una teoria di questa portata ».

 

 

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