Bravo,
ma se non l’ hai ancora fatto, visita anche gli altri!
Partendo
dalla piazzetta della chiesa di S.
Maria della Pietà dei
Pescatori, saliamo per
Via Vittorio Emanuele,
che attraversa il borgo del porto e lungo la quale ammiriamo case dalle
ripidissime scalinate e palazzi con articolati cortili, arrivando, dopo
poco, a Piazza della
Repubblica. Qui
possiamo degustare una fetta della “Torta
Vivara”, delicata e
gustosissima specialità del “Bar
Centrale”. Il suo
unico peccato è di non potersi portare via (è una torta-gelato!), ma
questo è forse un bene, sarà un ottimo motivo per ritornare a Procida…
Proseguendo
(volendo possiamo deviare nelle stradine laterali per godere dei simpatici
scorci che queste offrono), incontriamo l’“Eldorado”.
Pensione
ora in disuso, è di piccole dimensioni, ma ha una caratteristica
inconfondibile: i suoi incantevoli giardini. Come possiamo ammirare dalle
foto a lato, questi sono composti da una galleria di piante multicolori e
da alberi da frutto altrettanto belli. Due voliere ricche di uccellini di
varie specie allietavano, fino a qualche anno fa, il percorso del viale
interno principale, alla fine del quale si arriva ad una panoramicissima
terrazza con discesa a mare sulla spiaggia della Chiaia.
Famoso
è anche per essere stato il luogo in cui la nota scrittrice Elsa
Morante scrisse il suo
celebre romanzo “L’isola
di Arturo”.
Da
qualche anno, abbiamo detto, è in disuso, ed i villeggianti hanno perso
sicuramente un’ottima pensione, ma ben più importante è il futuro
riservato a quest’edificio ed ai suoi giardini
nell’ambito
del più ampio progetto procidano “Parco
letterario L’isola
di Arturo”.
Lasciando
l’Eldorado,
riprendiamo il nostro cammino, e superata Piazza
Olmo giungiamo alla Chiaiolella,
con il suo porticciolo turistico ed il promontorio di Santa
Margherita, superato
il quale, si giunge al ponte che collega Procida a Vivara.
Ma questa, al solito, è
tutta un’altra storia…
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