Il termine Qigong (si pronuncia cikung) in cinese è formato da due ideogrammi, il più significativo dei quali è Qi di difficile traduzione in qualsiasi lingua occidentale perché ingloba una grande varietà di concetti. Quello comunemente accettato è di "energia", mentre Gong significa lavoro, quindi, Qigong potrebbe essere tradotto con "lavoro sull'energia", ma questo come vedremo in seguito è molto riduttivo.

Il Qigong è un sistema di attivazione dell'energia vitale nell'organismo, energia che i Cinesi chiamano Yuanqi (energia essenziale). Questo metodo poggia su delle tecniche particolari di respirazione, di movimento e di concentrazione mentale che permettono di raccogliere, di rinforzare e di far circolare questa energia lungo la rete dei meridiani o canali che, secondo la millenaria Medicina Tradizionale Cinese, percorrono in ogni suo più piccolo distretto tutto il corpo umano. Una volta che il praticante è riuscito ad attivare e dirigere consapevolmente il proprio Qi lungo i meridiani, questo Qi può essere utilizzato in vari modi:

  1. a scopi autoterapici, per espellere il Qi perverso o patogeno (Binqi);
  2. aumentare le difese immunitarie;
  3. migliorare la conoscenza di se stessi;
  4. progredire nella via della ricerca spirituale.

Sebbene molti autori cinesi attualmente vogliono far credere che il Qigong abbia origini antichissime, in realtà è frutto recente di un processo di fusione di diverse pratiche, come il Daoyin Fa (esercizi di coordinazione mente-corpo), Tuna (respirazione) e Jing Gong (padronanza della calma), ecc.

Indubbiamente, buona parte di questi metodi sono stati prevalentemente legati alle antiche pratiche religiose e filosofiche cinesi: ricerca della "via" (Dao) e ricerca dell'immortalità. E non è un caso che molti termini tecnici usati ancora adesso nel Qigong sono chiaramente derivati dall'Alchimia taoista. Purtroppo, questo aspetto misterioso, esoterico ed incomprensibile, spesso affascina il principiante che, con il miraggio di acquisire mirabili capacità, si butta a capofitto nella pratica, senza conoscere i principi di base e credendo di poter raggiungere il controllo del Qi in pochi mesi, quando invece il Qigong è prima di tutto l'effetto di una lunga e paziente pratica.

Inoltre, pseudo maestri e pseudo manuali enfatizzano gli effetti del Qigong come se fosse la panacea per tutte le malattie o una via certa e facile di illuminazione spirituale. In Cina, dove si stima che i praticanti siano più di 70 milioni, è ormai diventata una moda pericolosa. Basti pensare che la caduta di qualità nell'insegnamento ha assunto tali proporzioni che il Governo Cinese ha iniziato una decisa campagna di informazione per minimizzare i poteri ottenibili con il Qigong e smascherare i falsi maestri (Asia News, luglio 1991). Del resto, già agli inizi degli anni '80 il mio primo maestro, Chang Dsu Yao, si rammaricava della eccessiva diffusione del Qigong che ne faceva conoscere, al grande pubblico, solo gli aspetti esteriori e folcloristici.

Fortunatamente ciò non accade in ambito medico, dove il Qigong viene sottoposto a studi e ricerche sia scientifiche sia storiche. Nelle strutture sanitarie maestri e medici, abili nel praticare il Qigong, sono impiegati, insieme ad altri colleghi esperti in agopuntura, massaggio, fitoterapia, ecc., nella cura di pazienti cronici in cui la circolazione del Qi e del Sangue è parzialmente bloccata in precise zone del corpo. Nella terapia con il Qigong, il medico seleziona uno o più agopunti sul corpo del paziente e vi trasmette il suo Qi attraverso l'imposizione delle mani o tramite la manipolazione degli aghi, sbloccando il ristagno di Qi patogeno. Questi sono gli unici studi seri disponibili al momento. Poco, però, si è discusso sulla differenza tra i vari metodi di Qigong oggi praticati. Inoltre, non sono ancora stati fatti studi comparativi sui contenuti dei metodi in relazione all'età, al sesso, alle condizioni di vita dei praticanti e, inoltre, su quanto tempo dovrebbe durare ogni seduta e quali sono le circostanze migliori per svolgere gli esercizi.