NATURALI O CHIMICHE, LE TINTURE NASCONDONO INSIDIE

Per tingere i capelli gli antichi Egizi utilizzavano l'henné, il cartamo e l'indaco. Sostanze che spesso sono ancora la base delle tinture.

L'henné, ricavata da foglie essiccate e polverizzate di un arbusto, la cui colorazione dipende dalla base del capello trattata e dalla durata dell'applicazione.

L'indaco, prodotto dalla fermentazione di foglie e rami che contengono indigotina, serve per dare sfumature blu-violacee.

E in ultimo al posto del cartamo, il classico dei classici: la camomilla che schiarisce i capelli castani, donando sfumature biondastre.

Sostanze naturali che, come quelle chimiche, possono comunque scatenare reazioni allergiche. «Si possono avere due reazioni», spiega Marina Fraticelli, dermatologa romana: «Di tipo allergico, in persone predisposte, e di tipo irritativo». Fenomeni ancora più frequenti con le tinture chimiche, "in cui ammoniaca e acqua ossigenata la fanno da padrone" più resistenti, più semplici da maneggiare, ma anche più tossiche.

Quattro sono i tipi di prodotto che si possono trovare in vendita: le colorazioni temporanee, le semipermanenti, le permanenti e le metalliche. Nel primo caso il colore si poggia sul capello senza entrare in profondit…. L'effetto è quello di un riflesso di colore che dopo un paio di lavaggi scompare. Durano fino a 5/6 lavaggi le semipermanenti. Terza possibilità le tinte permanenti che, agendo per ossidazione, cambiano in profondità colore alla capigliatura. In ultimo quelle metalliche a base di solfato dl nickel e di rame, e nitrato d'argento la cui efficacia dipende dalla durata della posa. Per tutti i tipi di colorazione le avvertenze sono simili: astenersi in gravidanza e in caso di allergie.

«Particolare attenzione anche per coloro che hanno lesioni sul cuoio Capelluto», dice ancora Fraticelli, che consiglia di «applicare una crema grassa sul contorno del viso (come vediamo fare dal parrucchiere) per proteggere la pelle più delicata».