Testamento Spirituale
Ringrazio Dio di avermi creato e di
avermi tenuto in vita fino ad oggi 1996.
Lo ringrazio di avermi dato una madre
esemplare la quale, essendo morta nel 1926, mi disse,
sul letto di morte, "ricordati di fare sempre il tuo dovere"
e un padre che mi volle seguire, abbandonando la sua casa
di Torino, per essere con me a Roma, una sorella poi che
non devo esaltare dato che la Chiesa l'ha confermata "Serva
di Dio" ed ora attende il giudizio della Congregazione
dei Santi.
E che dire di una moglie, figlia del
meridione, la quale ha accettato tutti i miei ideali con
grande generosità, risolvendo molti dei miei problemi
e conservandomi un affetto che non è solo di sposa, ma
anche di madre?
Tutto questo io devo alla Provvidenza
Divina che non ringrazierò mai abbastanza anche per avermi
concesso di servire due grandi Pontefici, Pio XI e Pio
XII come ho descritto, in parte nel libro delle udienze
che mi hanno concesso. Ringrazio la Provvidenza di non
essermi disorientato, quando decaddero i tempi delle mie
cariche in Azione Cattolica e di non essermi dedicato
alla politica, ma alla Genetica Medica e alla Gemellologia.
Sono ora molto lieto di poter passare
questo centro di ricerca e di cura, l'Istituto Gregorio
Mendel, alla Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza
di Padre Pio da Pietralcina che estenderà d'ora in poi
il suo Sollievo anche a Roma.
Ma il più grande dono che Dio mi ha
fatto è stato quello di conoscere e di coltivare in me
stesso e in altri la spiritualità getsemanica scoperta
nel 1940 nel Convento dei Passionisti sul Celio. Mi trovavo
a Roma in licenza militare ed essendo Presidente della
Gioventù Italiana di Azione Cattolica, preoccupato per
la sorte dei miei giovani sparsi sui vari fronti di guerra
ne approfittai per dedicare quei giorni alla preghiera.
Fu allora che incontrai la statua di Gesù nel Getsemani
fatta collocare da Pio XI nel giardino dei Passionisti.
La meditazione del Getsemani mi ha
condotto a pensare che le nostre sofferenze sono nel tempo
stesso una espiazione dei nostri peccati ed una partecipazione
ai dolori sofferti da Gesù per cancellarli. Dolori di
Gesù che ebbero il loro culmine in quella tragica notte
nella quale Egli non fu ascoltato dai discepoli, ma tradito
e arrestato. Dobbiamo ripagarLo adorando il Suo Cuore,
come Egli chiese a Santa Margherita Maria.
Chiudo con questa riflessione il mio
testamento spirituale, scusandomi con colori ai quali,
senza volerlo, avessi procurato dolore e ringraziando
affettuosamente quanti mi hanno voluto bene e mi hanno
aiutato. Agli uni e agli altri chiedo di pregare per me.
Luigi Gedda
Roma, 23 ottobre 1996