Il mito della notte di San Giovanni appartiene
a quell'universo magico, legato alla superstizione col suo ricco cerimoniale
di riti e simboli, ai quali si attribuisce un valore protettivo e in alcuni
casi un significato rivelatore del proprio destino. Superstizione e paura
hanno pervaso fin dalle sue origini la vita dell'uomo, generate dall'ignoranza
di fronte a fenomeni un tempo inspiegabili, come le eclissi, il passaggio
delle comete, la caduta di meteoriti. Oggi l'eccessiva razionalizzazione
della società per reazione può favorire il dilagare dell'irrazionale
in diverse forme, espresse nel diffuso interesse per l'occulto e in particolare
per le pratiche divinatorie di cartomanzie e astrologia. E' forse un'ingenua
risposta al bisogno di mistero che è in noi? O è un espediente
per esorcizzare la paura dell'ignoto? La notte del solstizio d'estate,
compresa tra il 23 e il 24 giugno, è da sempre considerata una notte
speciale. Segna il confine tra due periodi fondamentali dell'anno solare:
la fase in cui le giornate si allungano e quella in cui cominciano ad accorciarsi
in una simbolica lotta tra il sole e tenebre. Lotta che generava negli
antichi popoli la grande paura che la luce potesse essere sconfitta per
sempre, di qui la necessità di presidiare proteggere le ore di buio
con ritualità, sedimentate nella tradizione orale e legate all'uso
di erbe e piante. In questa notte misteriosa, la più corta dell'anno,
seconda un'antica credenza si celebrava il matrimonio del Sole con la Luna,
evento che faceva scendere sul mondo influssi benefici estesi anche alle
erbe e ai fiori, raccolti prima delle luci dell'alba dalle donne, le streghe,
che trasformavano in filtri, pozioni, unguenti in grado di regalare salute,
amore, giovinezza. E' opportuno ricordare che l'appellativo di streghe
era attribuito, nel significato che allora veniva dato al termine, a coloro
che continuavano a perpetuare questi millenari riti pagani nell'epoca della
loro repressione. Secondo una tradizione locale, radicata nella mentalità
e nelle consuetudini popolari in una commistione di sacro e profano, si
credeva che l'acqua odorosa, sparsa sulla terra sotto forma di rugiada
dal Battista, patrono del paese, fosse caricata di poteri straordinari.
Addirittura si pensava che bagnarsi nella "guaza" difendesse
il corpo da una possibile contaminazione. In virtù di tale convinzione,
la rugiada veniva usata per curare le infezioni agli occhi e alla pelle
oppure in tempi di malattie ad alto rischio di contagio. Innumerevoli sono
le credenze e le usanze nate attorno alla notte del solstizio, vissuta
fino ad alcuni decenni fa, tra riti di "battesimo" pagano tesi
alla purificazione fisica e spirituale, che avevano inizio con l'accensione
dei primi "falò", i fuochi di San Giovanni, sparsi per
la campagna a testimoniare l'origine agraria della ricorrenza. Per i contadini
rappresentava la cattura della luce e del calore ed assumevano quasi il
valore di una preghiera rivolta al sole, perché riuscisse a vincere
le tenebre e tornasse ad infondersi la sua forza di fertilità sui
campi. Oggi alcune di queste tradizioni, mitizzate dall'adesione collettiva,
si celebrano nella manifestazione "La notte delle streghe" legata
anche alla leggenda di Artemisia, una popolana che sembra sia vissuta tra
il '700 e l '800 nel borgo marignanese. Si narra che la maga propiziasse
nel granaio dei Malatesta le sue energie benefiche con l'antico rito dell'olio
benedetto, al quale venivano riconosciuti effetti medicamentosi. La storia
della strega è stata recuperata dal pittore Mario Magnanelli, al
quale si deve anche il ritrovamento di un ritratto ad olio su tavola, un
ovale raffigurante l'immagine di Artemisia. L'evento "La notte delle
streghe" ricrea con una scenografia curata l'atmosfera magica di questo
mondo fantastico, popolato da personaggi irreali, che si muovono in un
groviglio di giochi e spettacoli ispirati a celebrazioni sacre, a feste
pagane, a miti e leggende del tardo Medioevo e della più recente
tradizione del luogo. Il percorso della festa conduce all'antro con gli
astrologi e le cartomanti alla casa di Artemisia, al mercatino magico con
la sua ricca esposizione di amuleti, talismani, pietre dai prodigiosi poteri,
al greto del torrente Ventena, dove si svolgono parate in costume e spettacoli
itineranti, al teatro Massari, in cui sono di scena rappresentazioni tratte
dai poemi cavallereschi. Dal tramonto fino a notte inoltrata, nelle strade
colorate da fumi artificiali, in cui si respira l'acre odore d'incenso
e di essenze, risuonano note di musica etnica, che riproducono le sonorità
ritmiche di paesi europei, africani e sudamericani. |