Johann Jakob Wilhelm Heinse

Scrittore tedesco, Langewiesen, 1746 - Aschaffenburg, 1803, abbandonati gli studi , si rese presto noto come poeta e romanziere e lasciò la professione di precettore privato per darsi a varie attività letterarie. Influenzato da C.M. Wieland, vagheggiò, nei suoi primi versi di fattura neoclassica, un'utopia politica in chiave rousseauiana, che si trasformò ben presto in utopia erotica, animata da una carica di prorompente vitalismo e di sentimenti libertari: nacque così il romanzo mistico-sensuale in ottave Laidion oder die eleusinischen Geheimnisse, 1774 - Laidion o I misteri eleusini, una delle opere più significative del gusto rococò, ammirata da J.W. Goethe. Successivamente, Heinse radicalizzò la sua polemica libertina, avvicinandosi agli Stürmer. Il viaggio in Italia, 1780-83, coincise con la sfrenata esaltazione di una vita orgiastica, libera da ogni convenzione morale, documentata nei diari, negli aforismi e nelle lettere di questo periodo, dove è forse da cercare il meglio della produzione dello scrittore. Di ritorno in Germania, scrisse Ardinghello odier die glückseligen Inseln, 1787 - Ardinghello o Le isole beate, primo "romanzo artistico" della letteratura tedesca , esaltazione del superuomo, artista e condottiero, del Rinascimento italiano. Seguì Hildegard von Hohenthal, 1795-96, romanzo sulla musica, che però, con il suo ritorno al mito di una bellezza arcadica, segna l'inizio di un'involuzione, evidente in Anastasia oder das Scachspiel, 1803 - Anastasia o Il gioco degli scacchi, manuale di scacchistica più che romanzo epistolare. Le traduzioni da L. Ariosto e T. Tasso completano la produzione di Heinse, una delle personalità più "europee" della letteratura tedesca, anticipatore del messaggio libertino della "Giovane Germania" e dell'irrazionalismo dionisiaco di F. Nietzsche.