le ragioni di un progetto per lo stadio

Lo stadio urbano: un'idea per il Menti di Vicenza
pianta dello stadio di progetto
La città, nella sua evoluzione, ha specializzato una serie di "recinti" per lo svolgimento di alcune funzioni. Uno di questi é il recinto per lo spettacolo sportivo, lo stadio.
Lo spettacolo della società di massa si rappresenta dentro al recinto-stadio che é nella città contemporanea il luogo della massima concentrazione di popolo. E' forse questa la sola giustificazione della presenza di uno stadio in uno spazio urbano oggi. Diventa tuttavia paradossale il fatto che la concentrazione avvenga per un tempo estremamente ristretto. Tentare di porre rimedio a questo paradosso può significare l'inserimento di nuove funzioni "urbane", di nuovi spazi per quella città che viene vissuta tutti i giorni, funzioni che possono contribuire al rinnovamento globale dello stadio di Vicenza e al rilancio della sua immagine non solamente sportiva.

Un'opportunità e una sfida

Ammessa e concessa, fin troppo a lungo, l'assenza di decisioni urbanistiche adeguate, la presente idea di progetto parte dal presupposto che lo stadio Menti rimanga nel luogo attuale. Questa può essere vista anche come una non-decisione, dal momento che sembra essere l'intenzione banalmente e acriticamente più seguita, ma costituisce altresì una stimolante sfida.

Seguendo tali premesse, intervenire in questo luogo implica fare un ragionamento sull'esistente: demolire e ricostruire "ex novo" nel medesimo luogo così come salvare integralmente l'attuale struttura appare privo di senso. La strategia é più complessa. Riteniamo infatti che questa sia un'opportunità per pensare ad una soluzione di ristrutturazione radicale dello stadio esistente attraverso un intervento mirato e oculato.

La necessita dell'adeguamento alle norme e l'ampliamento dell'esistente diviene un espediente necessario per ragionare intorno allo stadio, da un duplice punto di vista, concettuale e pratico; concettuale in quanto lo stadio richiede una riflessione generale sull'architettura: fare di questo stadio un "luogo urbano" deve essere una necessità e una sfida da cogliere; pratico in quanto ci si trova a far fronte ai limiti imposti dalla condizione attuale dell'edificio che ci si propone di recuperare, al fine di contenere i costi, e ai limiti imposti dalle normative edilizie. Una soluzione di progetto non deve quindi guardare solo all'interno, ma anche all'esterno: se all'interno l'elemento guida é quello normativo all'esterno la (ri)utilizzazione dello stadio come componente urbana risulta quanto mai legittima e opportuna.

Lo stadio isolato,
l'isolato-stadio

Qual'é l'idea di stadio alla quale si vuole tendere? La scelta di fondo é stata quella di non partire da un'idea formale forte, quasi da imporre al contesto, quanto piuttosto giungere ad un'idea di fondo che si basi su un'analisi ragionata dell'esistente, dal momento che l'architettura va considerata come "approccio", non come "stile".

Lo stadio é, essenzialmente, un invaso molto largo, un catino dalla peculiare forma che definisce uno spazio interno concavo ed uno spazio esterno convesso. Il manufatto-stadio nella sua globalità ha di per sé una dimensione che discorda rispetto alla dimensione del contesto. Il vecchio stadio Menti, nello specifico, sembra ruotare in maniera del tutto indipendente rispetto agli edifici che compongono gli isolati del contesto, a causa di un orientamento obbligato, senza seguire allineamenti o stratificazioni. Il limite imposto del vecchio muro che cinge perimetralmente la struttura tende ad isolare ulteriormente la costruzione dal contesto.

Nonostante queste evidenti difficoltà di integrazione, é sembrato importante utilizzare l'idea dello stadio come isolato urbano, come agglomerato, "massa" di volumi dalle diverse funzioni. E' questo ciò che deve essere prioritariamente rivisto, il rapporto con l'esterno. Va effettuato un capovolgimento del punto di vista: non é più lo spazio concavo l'obiettivo a cui tendere quanto quello convesso; é la funzione dello spazio concavo che legittima, in questo caso, quella dello spazio convesso.

Lo stadio inteso come isolato urbano implica un ragionamento sulla sua funzione e sul suo utilizzo. Ciò significa che "l'isolato stadio" non deve essere vissuto solo nell'ambito della sua primaria funzione -cioè in quanto luogo per l'attività sportiva che si svolge settimanalmente un solo giorno- ma anche essere parte della città in senso lato, riacquisendo significato anche per la rimanente parte del tempo. Eliminare allora il muro di cinta e comprimerlo a ridosso del perimetro della struttura aiuta a definire lo spazio convesso, dove possono trovare sede queste nuove funzioni, compatibili con la forma che le accoglie.

Partire dalla costruzione esistente

la tribuna del littorio (1934)

L'idea di progetto proposta prevede, nel ripensare tutta la configurazione planimetrica dell'impianto, un intervento di parziale demolizione per parti e ricostruzione a blocchi, in modo da incorporare e ricollegare lo stadio esistente.

La Tribuna del Littorio, datata 1934 e tuttora esistente, viene mantenuta come elemento storico, mentre un discorso di demolizione e ricostruzione viene fatto attorno a questa struttura e un lavoro di costruzione per "avvolgimento" viene fatto su gradinate e distinti, con l'accostamento di nuove strutture al loro perimetro. La soluzione planimetrica "all'inglese" (similmente allo stadio di Genova progettato da Vittorio Gregotti) é risultata adatta. Da un lato i blocchi edilizi a forma di "L" che si dispongono agli angoli agiscono da zone di servizio alle strutture principali (cioé a tutte le gradinate); d'altro canto ciò permette di liberare gli angoli, che rappresentano attualmente le "zone critiche", in quanto la viabilità esistente pone seri problemi alle ipotesi di espansione.

I volumi d'angolo vengono usati anche come elementi di supporto per le travi metalliche, che sono le componenti principali della nuova copertura, evitando in questo modo strutture composte da alte torri indipendenti ed elementi strallati di sostegno. Strutture troppo alte rispetto all'edificato circostante infatti non farebbero che aumentare il "fuori scala", l'isolamento rispetto al resto del tessuto urbano. Al contrario lo stadio é un edificio sede di molteplici funzioni e come tale va trattato, armonizzandone le parti alla sua natura urbana.

Lo stadio nella città

planimetria a scala urbana

Il progetto deve essere il tentativo di farci scoprire cosa una costruzione "deve" essere, non cosa "vorremmo" che fosse: una architettura che sia frutto di un processo e non figlia di uno stile o solamente di una temporanea ed immediata necessità; una architettura che non derivi solamente dal tavolo da disegno ma che cresca dal luogo, dal problema; il tentativo di aggiungere un altro strato, uno sviluppo che rifletta le autentiche necessità e possibilità.

Lo stadio, salvo pochi casi esemplari, non viene quasi mai progettato con intenzionalità di architettura ma solo seguendo le proprie rigide "regole interne". Questa costruzione non deve solo mostrare la sua funzionalità in maniera esemplare, ma piuttosto, in una ragnatela di relazioni, la sua integrazione con le possibilità e necessità del luogo.

Questo stadio, vista l'importante localizzazione, ha la necessità di discutere con il luogo, con la città e non di limitarsi alle caratteristiche di comfort e sicurezza. Deve essere una costruzione dal carattere funzionale all'interno e urbano all'esterno. Deve affrontare la sua condizione di edificio urbano, che si confronta direttamente con il tessuto della nostra città.

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Un'idea indipendente per il rinnovamento dello Stadio "R.Menti" - © 1996 Zampieri-Chemello-Zin.
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