calHome Su Roberto Giuseppe Silvia Cristina Cristina Simone  car

Mia nonna ricorda che ...

           ... era il 1937 quando ho iniziato a frequentare l’avviamento professionale. L’istituto era un vecchio palazzo pericolante, le aule disponevano di un balcone e quindi erano ben arieggiate e disposte su due piani: al pianterreno c’era il gabinetto scientifico, dove ho trascorso il primo anno seduta accanto a una vetrina che conteneva lo scheletro di un bidello a quanto si diceva; mentre al primo piano c’erano le altre classi, la presidenza e l’archivio. Non avevamo una palestra quindi le lezioni di ed. fisica si svolgevano o nel cortile del Ginnasio liceo (San Francesco), o nella chiesa sconsacrata di San Giuseppe. L’edificio era situato in una strada stretta presso il vecchio ginnasio liceo perciò ogni mattina noi studenti dell’una e dell’altra scuola ci incontravamo per quella stradina e spesso i ragazzi litigavano.

Ricordo con piacere alcuni insegnanti:

La prof. Di Francese, la signora Venini, tanto bella quanto brava che oltre a insegnarci la lingua ci dava buoni consigli.

Il prof. Beninanto insegnante di computisteria, ragioneria e pratica commerciale  per la sua gentilezza, tanto che dava del “lei” anche a noi ragazzini. Teneva molto a noi, infatti dopo 40 anni lo incontrai in piazza Liberty, lo saluto e lui, dopo aver sentito il mio cognome si ricordò perfettamente di me e mi spiegò che gli alunni del suo primo anno di insegnamenti non li aveva dimenticati.

Il Preside La Rocca Giuseppe un vero galantuomo di quei tempi, mio insegnante di disegno e calligrafia.

Dolcissima era pure la prof. di matematica: Orsolina Terranova. Perché metteva molta pazienza nell’istruirci.

La prof. Stella era l’insegnate di ginnastica e ogni anno ci preparava per il saggio ginnico che si teneva il 24 Maggio in Piazza Silva davanti ad un folto pubblico, è stata anche la maestra della mia figlia minore.

Gli altri professori si sono succeduti di anno in anno. All’ultimo è stata aggiunta la puericultura, mentre i ragazzi andavano a fare ed. fisica. L’insegnante che la impartiva era il dott. Gazzara persona buona, squisita e permissiva, infatti durante la sua ora cambiavamo di posto e costruivamo aereoplanini che volavano tranquillamente per tutta l’aula.

Naturalmente nono posso mancare di parlare dei bidelli, brave persone: una era donna Maria e l’altra Don Gioacchino Crifò sempre in combutta coi ragazzi perché lo stuzzicavano, suonava il tamburo nella banda del Paese.

Siamo nel 1940, avevamo finito il nostro corso e ora dovevamo superare gli esami ma gli ultimi di Maggio un prof. ci ha annunciato che non ci sarebbe stati esami per quell’anno, e noi eravamo felici, finché non ci spiegò il perché: l’Italia stava per entrare in guerra a fianco alla Germania, conflitto che poi si rivelò lungo e disastroso e ci fece rimpiangere di non aver fatto gli esami.

                                                                                                    Antonia Ferlazzo