MILETO, CAPITALE NORMANNA
(1059 – 1112)*
di Giuseppe Occhiato

 

La Città del periodo normanno si attesta su di un preesistente nucleo bizantino, sorto presumibilmente tra il IX e il X secolo e giacente sul dorso di una collina da cui domina l’antica via Popilia.

La sua fortuna ha inizio però nel 1059, anno in cui viene concessa a titolo ereditario dal duca Roberto il Guiscardo al più giovane fratello, Ruggero, venuto a seguirne le orme e fiancheggiarne l’azione militare nell’opera di conquista dell’Italia meridionale e della Sicilia. La conquista della Calabria è già in atto dal 1054 e si concluderà nel 1060 con la resa di Reggio Calabria; nel 1092, la corte di Ruggero sarà spettatrice di un evento straordinario, e precisamente assisterà alla consegna delle chiavi della città di Noto, atto che sancirà la definitiva assunzione della Sicilia da parte di Ruggero alla propria contea.

La Città raggiunge perciò il suo massimo splendore con il Gran Conte, ultimo della numerosa prole del normanno Tancredi d’Altavilla. È durante questo periodo, detto della “Contea”, che vengono poste le basi perché il vecchio castrum (borgo fortificato bizantino) sia promosso a Civitas (Malaterra). Le sue mura vengono fortificate, la città abbellita ed elevata al rango di importante avamposto con l’istituzione di un centro politico e amministrativo che, per il peso sempre maggiore assunto nella politica espansionistica dei Normanni in Italia Meridionale, darà alla restante regione la designazione di provincia Melitana (Malaterra).

Ruggero ne fa così uno dei poli più cospicui della regione, affidandole un ruolo ben preciso nell’organizzazione amministrativa, economica ed ecclesiastica del territorio; ed è nella sua corte che egli esplica una vasta attività di potenziamento della propria strategia militare e politica e intessé una fitta trama di rapporti internazioni con capi di stato e pontefici.

A Mileto festeggia nel Natale del 1061, magno musicorum concentu, le nozze con la normanna Giuditta d’Evreux, sorellastra del potente abate Robert de Grandmesnil; vi celebrerà ancora le seconde nozze con la longobarda Eremburga e, quindi, passerà nel 1089 a terze nozze con Adelasia del Vasto, principessa della famiglia degli Alemarici, marchesi del Monferrato.

Lo sviluppo e l’importanza sempre crescente della cittadina sono legati non solo alla funzione strategica che l’energico condottiero le assegna, ma anche a quella ecclesiastica e religiosa, che inserita ben presto in quel piano programmatico di rilatinizzamento della regione, strappata ai suoi legittimi possessori, definito dal Guiscardo e persuaso di concerto dai due fratelli.

Ruggero e, con lui, Mileto, favoriscono infatti il disegno voluto dalla Curia di Roma. In segno di riconoscimento delle prestazioni offerte al Conte, il papa Gregorio VII fa istituire nel 1081 proprio in Mileto la prima sede episcopale latina, ottenuta con l’unificazione delle due ex diocesi di Vibona e Taureana. Ma già nel 1063 Mileto ha Visto fondare nel suo suolo uno degli avamposti di quest’opera occidentalizzatrice e rilatinizzatrice; l’abbazia benedettina della SS. Trinità. Essa fin dall’atto della fondazione viene sganciata dalla potestà vescovile e resa dipendente direttamente da Roma. La chiesa del monastero, consacrata nel 1080, è una delle più grandi e splendide dell’epoca. Quindi Ruggero s’interessa a far costruire la cattedrale, le cui forme non sono inferiori per splendore alla chiesa abbaziale della Trinità.

Entrambe le istituzioni si inquadrano in monumentali complessi architettonici, edificati con larghezza di mezzi e secondo i sistemi e le disposizioni in uso nella grande esperienza del romanico vissuta da tutto il mondo occidentale; e Mileto così viene ad aggiungere, in questo sperduto angolo dell’Italia meridionale, le sue grandiose fabbriche cultuali a quel bianco mantello di chiese di cui si va ricoprendo, come ci informa il cronachista Rodolfo il Glabro, l’Europa di questi anni.

Oltre ai due organismi sacri, sono da annoverare altri due edifici normanni voluti dal conte Ruggero, le cui architetture contribuiscono ad incrementare lo sviluppo edilistico della cittadina: il Palazzo comitale, residenza di Ruggero e della corte normanna e la cappella di S. Martino, nella quale sarà battezzato il futuro re Ruggero II.

Fin da quando il Gran Conte  sceglie Mileto come propria sede, la città si trasforma in un centro dove gli scambi politici, culturali ed economici sono notevoli. È all'incirac nel 1087 l’istituzione della Zecca che conia pezzi in bronzo (Trifollaro, Doppiofollaro, Follaro e Mezzofollaro) e, secondo tradizione, (non confermata da documenti) alcune in argento (Denaro, Mezzo denaro e Frazione di denaro). Essa sancisce definitivamente la supremazia di Mileto sulla restante Calabria normanna.

La fastosa corte normanna diviene punto d’incontro di culture diverse e di scambi letterari, giuridici e commerciali che continuano anche durante il periodo della reggenza di Adelaide. È meta di uomini famosi, come Riccardo Cuor di Leone, qui di passaggio durante il suo viaggio in Terrasanta; come Papa Urbano II, che viene ricevuto a corte nel 1097; come Pasquale II che viene nel 1102 a condolersi con la corte normanna per la morte del Gran Conte e, nell’occasione, rinnova pure la consacrazione della chiesa abbaziale della Trinità; come numerosi capi di Stato, emissari e legati delle città arabo-sicule, cardinali e legati pontifici.

Ruggero muore, dopo aver concepito e realizzato il vasto disegno della conquista della Sicilia proprio stando in Mileto, città nella quale si rifugia quando vuole stare in tranquillitate et in pace (Malaterra) e che non abbandona nemmeno quando è all’apice della gloria e della potenza.

La sua morte avviene il 22 giugno del 1101, compianto dal papa e dai sovrani del tempo. Il suo corpo, composto in un sarcofago marmoreo romano incorniciato da un’arca romanica di porfido, è collocato nella navata destra della sua chiesa-mausoleo, da lui concepita come il Pantheon della propria famiglia, accanto a quello della sua seconda moglie, Eremburga, anch’essa composta in altro sarcofago di età romana.

Dopo la morte del Gran Conte, Adelaide assume la reggenza della Contea per conto prima del figlio Simone e poi di Ruggero, futuro re di Calabria, Puglia e Sicilia.

La nascita di Ruggero II non è, purtroppo un dato storicamente accertabile, ma è presumibile che vi sia nato o nel dicembre del 1097 o nel febbraio del 1098; vi è certamente battezzato da San Brunone di Colonia, fondatore dei certosini, giunto in Mileto per tale circostanza, presente pure, in qualità di testimone, il nobile normanno Lanuino, anch’egli poi beatificato.

Durante il periodo di reggenza della regina Adelaide, il centro del potere si sposta per trasferirsi prima a Messina e quindi, nel 1112, a Palermo.

Cessa così, per passare a un più vasto e importante centro d’interessi politici, il breve periodo di splendore di Mileto, e tramonta pure con esso il ben più ampio sogno di potenza e di gloria che la Calabria si era illusa di poter raggiungere, realizzando qui in anticipo quanto solo poco più tardi diverrà realtàin Sicilia sotto Ruggero II.

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* Il titolo non è stato scelto dall'autore, ma è stata una libera scelta dei curatori del presente sito


 

Segue nelle sezioni successive, in forma concisa, una Storia di Mileto, tratta da Mileto mille anni di storia, a cura dell'Accademia Milesia di prossima pubblicazione.