Sin dai tempi dei compositori poetici e letterari più antichi, greci e latini, si è cercato di far luce ed esprimere uno degli aspetti più controversi e misteriosi, quanto anche affascinanti e profondi dell’uomo: le emozioni.

Esse sono divenute, negli ultimi decenni, “pane quotidiano” persino per psicologi, neuropsicologi e fisiologi.

I primi hanno per lo più indagato e tradotto in parole il “cuore” dell’uomo, ciò che dal profondo  dell’animo sa muovere le sue azioni e scuotere i suoi sensi, mentre gli uomini di scienza si sono focalizzati sulla “mente” d’ogni essere vivente per trovarvi qui l’emotivo.

Noi, persone comuni, parliamo di emozioni come provenienti dal “cuore”, nel cuore diciamo di sentire e provare amore, gioia, tristezza, paura; utilizziamo espressioni del tipo avere una stretta al cuore per indicare dolore (non quello in senso fisico), avere il cuore colmo di rabbia, sentirsi il cuore scoppiare dalla gioia.

Ma ora è stato provato e si è a conoscenza del fatto che le emozioni hanno una rilevante componente celebrale, mentale; è nel cervello che tutto “viene deciso”, che “ i giochi vengono fatti”, che “le pedine vengono mosse”. E’ nel cervello che giungono tutti quegli stimoli, provenienti dal mondo esterno così come dal nostro stesso corpo, mediante i sensi e che sono il punto di partenza per la costruzione delle emozioni; esattamente come è dal cervello che si dipartono le risposte emotive sia fisiche (accelerazione del battito cardiaco, sudorazione) sia comportamentali (fuga, immobilizzazione, aggressione).

L’espressione avere cuore, per indicare la capacità dell’uomo di provare delle emozioni, e vedere il cuore come sede e crogiolo delle proprie emozioni, sentimenti e stati d’animo è una pura espressione metaforica e figurativa.

L’aspetto emotivo dell’uomo è, in prima istanza, nel suo cervello; ecco spiegate definizioni come cervello emotivo o mente emozionale, utilizzate da studiosi quali J.E.LeDoux o D.Goleman.

Vari di questi studiosi hanno affrontato la ricerca di un circuito emotivo nel cervello individuandone, a loro avviso, le strutture coinvolte e quelle chiave. Per queste strade si è arrivati a parlare di Sistema Limbico come sede delle emozioni, teoria però superata ai nostri giorni nei quali si è, invece, scoperta una diversa struttura chiave del cervello emotivo che è l’amigdala, struttura considerata cruciale nei processi emotivi ed anche “chiave, cuore ed anima” della memoria emozionale.

Tutti questi lavori sono motivati dal fatto che per le neuroscienze è importante localizzare nel modo più preciso possibile le diverse funzioni del cervello, ovvero individuare nel cervello la sede e le strutture che presiedono alle funzioni celebrali, perché sapere “dove” esse si trovano ne facilita la comprensione del “come” operano. Questo discorso è valido anche per le emozioni e le funzioni che vi sono connesse.

Per conoscere a fondo da dove nascono e quali siano le sedi celebrali delle emozioni vi propongo un percorso completo dalle prime teorie, al sistema limbico sino alle teorie contemporanee che vedono nell’amigdala la primaria struttura che entra in gioco quando le emozioni sono protagoniste.