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1113 km nel vento...

di Aldo De Leonardi (messaggi del 23 e 24 aprile 2001)
(vedi anche "Report Francia 21/4" di Carlo Romano)

L'avventura, per me, comincia venerdì 20 sera.. sono quasi le 21, squilla il telefono, trattasi del Carlo che ... è riuscito a "navigare" sino a Savona, ed ora mi aspetta sotto la pensilina del distributore appena fuori la sardostrada..

Detto fatto, prendo Margherita e lo raggiungo, sotto un inizio di pioggia non fitta, ma "pesante" (gocce che sembrano secchiate!).

Gli offro riparo per la notte alla moto, ma premetto che il mio garage non è proprio .. comodo, come accesso : due rampe con brecciolino, un piazzaletto poco meno che sterrato e il garage stesso.. offre ricovero a due fuoristradisti impegnati... lascio
immaginare lo stato del pavimento!

Arriviamo alla prima rampa e Carlo mi chiede di portargli giù il Diversion .. ovviamente carico di bagagli.. dico che non è un problema e parto.. mi sembra molto più semplice portare la sua della mia, infatti scendo senza problemi ed arrivato al piazzale devo
sostare per aprire il portone del garage.. metto il cavalletto laterale ed inizio ad appoggiare la moto.. s'inclina, inclina, inclina.. anche la mia inclina molto, sul laterale, ma così tanto.. eppure il cavalletto l'ho messssss.... in terra!! Tutti e due, io e la moto.. ca@@o che figura!! Cominciamo bene!! Risultato: freccia (riparata con attak) e leva frizione con "ricciolo".. ancora mille scuse, caro Carlo, non basteranno mai!!

Spero solo di essermi rifatto col localino tipico : il Malvasia, c'era un po' troppa gente, ma la qualità dei prodotti credo sia elevata...

Serata conclusa al tavolo di cucina, in casa, a fantasticare sui due giorni che seguono, con mille progetti, duemila posti da vedere, tremila cose da fare... 4000 le ore richieste per fare tutto.. argh! Ci accontenteremo di .. quello che riusciremo a fare, in fondo i
giorni sono solo 2 di 24 ore ciascuno e.. bisogna pur dormire.. o no?

Infatti .. sveglia alle 5.30.. rapide vestizioni, estrazione delle moto dal garage, e via, destinazione Camargue! Il primo tratto, per evitare i ladroni dell'autostrada dei fiori, in aurelia!

Allora.. si era dalle parti dell'aurelia.. la strada suppongo la conoscano + o - tutti, almeno per fama.. bhè è semplicemente stupenda!! Tratti tra roccia e mare, con un susseguirsi di curvoni veloci e lenti, tornanti e curve "a stringere".. di solito limo abbondantemente le pedane della Marghy, almeno in alcuni tratti, ma .. lo spirito di oggi è un'altro.. la gita è lunga e rovinarla con una cavolata non è il caso.. quindi segue il buon esempio del Carlo e
limito il divertimento "piegoso" allo stretto indispensabile.. ci pensano già gli altri a renderci la vita difficile.. due "api" in gare, di cui uno a momenti si spatascia nel muro, una bella bottiglia di plastica (fortunatamente) in mezzo ad un tornante, i lavoroni della posa delle fibre ottiche che rendono tutta la SS1 da Spezia a XXmiglia percorribile solo con molta attenzione, lunghi tratti con vergognosi tagli in mezzo alla corsia, proprio in traiettoria.. uno schifo.. ma il panorama è talmente bello che vale comunque la pena percorrere con attenzione la strada.

La nostra prima tappa è Nizza. Dafy motor.. abbiamo prenotato un po' di cosine per le nostre cavalcature. L'idea è di arrivarci all'apertura, per le 9, in modo da sbrigare le cose rapidamente ed avere tutta la giornata libera.. ma già alle 8 del sabato l'aurelia
si popola di autobus, le cittadine si svegliano, ad Imperia troviamo pure code e traffico.. quindi, per evitare di perdere tempo, ad Imperia ovest saliamo in sardostrada... Imperia Ovest - Confine di Stato.. meno di 40 Km.. 10.000 lire di pedaggio.. e poi parlano male
dei "cravattari"!!! E fosse almeno una bella autostrada.. piena com'è di buche, e poi è pure stretta.. vabbè!! Pausa per l'ultimo caffè in Italia, poi giù dritti sino a Nizza..
il tempo non è il massimo.. nuvoloni neri sono sul mare, sui monti e davanti a noi.. speriamo bene!!

In Francia l'asfalto è molto migliore di quello della A10, non ci sono i saltellamenti sui ponti, le discese su Nizza sono molto ripide, ma hanno previsto delle corsie "sabbiate" per poter fermare veicoli pesanti con freni in panne.. la cosa è semplice.. si scava una profonda buca lunga 2 - 300 metri oltre la corsia di emergenza, la si protegge con new jersey (mi pare si scriva così) a valle, si riempie di sabbia e, in fondo, si mette un bel mucchio di sabbia e reti.. qualsiasi veicolo abbia problemi può, come ultima speranza, provare a buttarvisi dentro.. la sabbia lo frenerà, diminuendo pure il rischio di incendi.. Queste corsie sono tanto più frequenti, quanto la pendenza aumenta.. direi che è geniale!

Arrivati a Nizza, giretto in un supermarket (è bene farsi una scorta di sidro.. venisse sete ;-)), poi Dafy motor.. purtroppo non c'è tutto quello che abbiamo ordinato.. ma i tipi sono abbastanza gentili e mi garantiscono la spedizione a casa.. apparentemente senza spese
aggiuntive (appena mi arriva il materiale vi farò sapere se è vero).
Hanno veramente di tutto.. e a prezzi concorrenziali...

Si riparte, destinazione Puyloubier dove si trova un museo della Legione Straniera, in un istituto per invalidi (della Legione stessa).. la cosa interessa molto al Carlo e m'incuriosisce non poco.

Appena in autostrada ecco i primi tratti di sereno, proprio sulla nostra strada.. ed inizia un vento... cioè, il vento c'era anche in Italia (Vento sulle riviere dovrebbero scriverlo su cartelli permanenti, per tutta la Liguria ;-)), ma non così!! Ora procediamo a non più di 120 orari, le moto inclinate e spesso barcollanti. Il grip è eccezionale, ma siamo noi che rischiamo di essere portati via!! La visiera del mio Nolan, alle raffiche più forti, si apre leggermente, ogni tanto la testa mi viene spinta con forza verso sinistra.. il vento è una gelida lama di tramontana, a raffiche forti o fortissime, senza tregua! Però, dovremo abituarci e sperare che continui.. è lui che spazza i nuvoloni consentendoci di viaggiare almeno senza pioggia!

L'educazione stradale dei francesi credo preveda che se vedono un motard messo in difficoltà con le raffiche di vento e dai sorpassi di grossi mezzi pesanti.. sbandanti, è meglio non scocciarlo o mettergli fretta.. in effetti ho potuto notare che se ne stanno tranquilli e bravi e buoni senza darti noia.. appena puoi tiu metti a destra e loro passano.. a volte pure ringraziando (lo ha fatto uno col Porsche!!).. anche in Francia ci sono i pirla.. ma direi che sono presenti in quantità minore.. su 1000 Km percorsi a gennaio in Italia
la percentuale era molto maggiore!!

Ma tralasciando un attimo strade ed utenti, spendo due parole per i panorami.. fantastici!! Sono un ligure, come tale abituato a vedere scorci favolosi di mare sbucare all'improvviso tra monti altissimi, o, dopo una bella arrampicata, poter vedere i monti che si susseguono
senza sosta ... ma una cosa mi ha colpito.. qui non ci sono monti altissimi.. però non sono nemmeno dolci colline.. è un susseguirsi di monti messi in modo da poter osservare la fila successiva, e così via di seguito per molte file! Ci sono altopiani che ti dominano per lungo tempo, ma anche piramidi di roccia che spuntano tra i monti leggermente più bassi.. e così hai sempre la sensazione di trovarti in uno spazio molto ampio.. sei meno oppresso dai monti.

Arrivati a St. Maximindecidiamo di continuare per statale sino a Puyloubier.. ed ecco una strada molto "americana".. dritta, con un sali-scendi regolare, quasi da ottovolante, sempre con i pali della luce in legno a destra, appena un po' discosti dalla strada, con
terreno coltivato ma "aspro" ed asciutto, sul tipo dei terreni che attraversa la route66 negli USA... ovviamente siamo asciutti anche noi, col vento che tira, sempre impetuoso, a volte sollevando dai margini della strada nuvole di sabbia.

Ad un incrocio ci imbattiamo in una Gordini special.. bellissima, sembra nuova.. appena le passiamo davanti sento il rombo profondo degli scarichi modificati.. quasi imperioso!! Incontri con vetture d'epoca ne facciamo diversi.. abbiamo incontrato almeno 4 musei
d'auto nel girello.. credo che, come al solito, anche i francesi riescano a valorizzare meglio certo cose di quanto non facciamo noi in Italia.

I paesini che cominciamo ad incontrare sono tutti chiarissimi, tinte pastello bianche o gialle, cosa che mi sarei aspettato di più in Spagna o in Messico.. particolare non trascurabile, le persiane sono sempre in contrasto.. se la casa è bianca, le persiane sono spesso azzurre, o rosse.. ma direi che il colore in maggior percentuale è proprio l'azzurro!

Siamo quasi a Puyloubier, la stradina che porta al paese è strettina, ma sempre molto ben asfaltata; si sale al paese serpeggiando tra le coltivazioni.. pintine basse, quasi dei cespugli.. scopro poi che sono tutte vigne!! E' un paese bellissimo!!

Parcheggiamo in una piazzetta con fontana, proprio al centro del paese, partiamo in ricerca di un ristorante in questo borghetto, molto carino e caratteristico, tutto scale e salite. Siamo a ridosso di un massiccio carsico, con la roccia bianca che si staglia alle
spalle delle casette bianche anch'esse. Troviamo una trattoria.. ma non è proprio "economica" anzi... e la cosa ci viene fatta notare dalla tipa che ci accoglie.. ci spiega che il menù del giorno, l'unico possibile, prevede una serie di portate che fanno lievitare
il prezzo a 200 FF.. è un bel salasso.. il tempo stringe, la strada da fare ancora tanta, noi si pensava ad un panino.. e poi mancano pochi minuti all'apertura del museo .. così decidiamo di soprassedere al pranzo e di passare alla cultura.. troviamo l'istituto per
invalidi grazie alla collaborazione di una gentile signora ... infatti pensavamo si trattasse di una costruzione in paese e lì stavamo cercando.. ma in realtà l'istituto è una tenuta.. la strada da percorrere, oltre un Km, costeggia vigneti ed altre coltivazioni a mezza costa, entrando nella tenuta dei legionari, sino ad una costruzione a metà tra il castello e la roccaforte. Lasciate le moto nel parcheggio, passiamo l'arco in pietra che fa accedere ad un cortile interno, lastricato, molto bello.. e qui c'è una mappa della tenuta... hanno scuderie, allevamenti di polli, vigneti (molto vasti), altre culture di piante varie.. e tutto è curato da giovani legionari.. altro che caserme!!

Sorvolo sulle spese folli del Carlo.. si stava comprando l'intero gift shop!! Un'occhiata veloce alle varie divise .. certo che una volta altro che kevlar e gorotex.. il massimo della protezione era un po' di lino, quando c'era, e stoffe varie più o meno rabberciate..
l'eleganza era magari d'obbligo, ma la funzionalità.. lasciamo perdere!!

Il prossimo museo sarebbe a Aubagne, ma ci dicono che è grande.. studiamo la situazione e lo posticipiamo all'indomani, ora in sella e via alla volta di Aigues-Mortes.

Facciamo un tratto di strada "normale".. il vento si ostina a "disarcionarci", soprattutto nelle manovre da fermi; le rotonde alla francese si susseguono consentendomi di strisciare spesso con pedane e cavalletti e quant'altro sporge dalla mia Marghy.. anche a bassa velocità, la conformazione della rotonde è tale da consintire inclinazioni notevoli!!

Più ci avviciniamo alla Camargue, più il terreno diventa piatto.. da Arles a Aigues-Mortes la strada è praticamente un rettilineo che taglia le paludi.. con qualche rotonda sparsa che movimenta la gita.

Il vento sta spazzando del tutto i nuvoloni, e la speranza di chiudere la giornata senza una goccia si trasforma in certezza.. vari volatili ci sorvolano, spesso restano immobili in aria contrastando il vento senza riuscire a vincerlo... non sono scene da tutti i giorni!!

Aigues-Mortes si presenta come una cittadella fortificata.. una piccolissima Lucca, se vogliamo, molto squadrata e molto chiara.. le solite tinte che mi ricordano tanto lo stile spagnolo.

Lasciamo le moto fuori le mura.. all'interno circolano solo i residenti. I parcheggi sarebbero tutti a pagamento.. ma x le moto ci sono delle... possibilità alternative, diciamo! O si passa su un marciapiedi di cemento che taglia le aiuole.. oppure.. il vento ha provvidenzialmente allontanato la sbarra giusto dello spazio di una moto.. err.. decidiamo che ne approfitteremo!

Giretto del paese, tra profumi di Provenza (la lavanda predomina), di salumi, di cibo vario (sono ormai le 16.. il languorino si fa sentire..). I bellissimi colori delle ceramiche, delle stoffe, i lunghi vestiti di fresco di lino (che immagino immediatamente indossati da un paio di personcine di mia conoscenza).. quasi mi gira la testa da tutte queste sensazioni... sarà la fame?

Punto uno snack.. panino e birra.. meglio di niente!!

Ora puntiamo a Stes-Maries-de-la-mer, dove abbiamo anche la prenotazione per la notte.

Per raggiungere la destinazione passiamo sul piccolo Rodano grazie ad una chiatta.. la stradina che porta all'imbarcadero è favolosa.. in mezzo alla palude (che il vento trasforma in laghetti da wind-surf) a praterie dove scorrazzano tori e cavalli.. è bellissimo!! Ancora la moto diventa un mezzo per avvicinarsi alla natura.. non sono chiuso in una scatola, sono a cavallo di un mezzo, all'aria aperta, respiro i profumi (ok.. anche le puzze, se vogliamo) della natura.. e mi sembra sempre meno evidente la differenza tra i cavalli e la mia moto.. in fondo il mio cavallo moderno!

Anche il paese fortificato appena lasciato, arrivarci ed andarsene in moto mi ha fatto la sensazione di essermi immerso nel medioevo, come se ci fossi arrivato da cavaliere, qual mi sento, da un paese lontano in visita o a reca nuove da oltre confine...

La coda per la chiatta.. pare che possa portare solo 8 macchine alla volta, e noi siamo al dodicesimo posto.. ma proviamo a chiedere se possiamo infilarci.. ci rispondono di provare. Infatti, dietro l'ultima auto resta giusto il posto per le nostre due cavalcature, così ci infiliamo!!

E siamo così giunti a Stes-Maries-de-la-mer... carinissimo posticino, molto tranquillo.. come mi ha fatto notare Carlo è un luogo che infonde tranquillità, pace. C'è il mare, spiagge bellissime. Da qui si può partire per dei safari fotografici nel parco della Camargue,
ci sono i negozietti tipici dei paesi di mare, con in più i colori ed i profumi tipici della Camargue e della Provenza.

Anche qui le costruzioni sono tipicamente in stile spagnolo, tutte molto chiare, e la pietra predomina.

La cattedrale, molto antica, di struttura tipicamente medievale, tutta in pietra.. stupisce per la sua semplicità e allo stesso tempo per la sua imponenza. Non è immensa.. ma "pesa" come se lo fosse.

Qui, una volta all'anno, si ritrovano i gitani di mezzo mondo per la festa alla loro patrona, una delle Maries a cui è dedicata la cattedrale. Una volta pare fosse una festa particolare e molto suggestiva; oggi i giovani l'hanno resa una cosa violenta di cui molti hanno paura.

La cultura gitana la si trova nei dintorni, la si respira.. oltre ad una carovana di un circo, in zona abbiamo incrociato anche un museo di veicoli (carrozzoni, furguoni, carrozze antiche) propri dei gitani, coi tipici colori sgargianti.. non gli zingari che affollano le nostre città, che girano con mercedes ed audi.. proprio quei mezzi rabberciati che consentivano ai gitani veri, i veri zingari cittadini del mondo, liberi .. veramente liberi, di spostarsi senza meta da un angolo all'altro dell'Europa..

Andiamo finalmente a riposare la stanche ossa.. Marghy segna la bellezza di 513 Km dalla partenza.. nè tanti nè pochi.. anche se col vento che abbiamo preso sembrano quasi il doppio, almeno sulle braccia!!

Passeremo la notte in un Mas.. una specie di agriturismo che sembra tanto un fattoria, un ranch.. ci sono i cavalli, e le moto le faremo dormire sotto una tettoia che sembra proprio un ricovero per cavalli.. e la mente vola nuovamente alle immagini, purtroppo tratte dai film, dei viandanti del far-west che trovavanbo rifugio nelle stazioni di posta, quando si spostavano da un paese all'altro.

Di Mas ce ne sono tanti.. più grandi, più piccoli, con e senza piscina, tutti con terra attorno e cavalli al pascolo, tutti organizzano gite a cavallo nelle lande della Camargue.. deve essere bellissimo.. ma il tempo è tiranno..

La cena è un po' meno frugale del pranzo.. troviamo una brasserie (mi pare si scriva così) e prendiamo nell'ordine.. un piattone di salumi vari, brasato (freddo) di toro, verdure varie; 2 birre... dopo tutto questo ci siamo guardati e, con la scusa di mettere qualcosa di caldo
nello stomaco.. bistecca di toro con patatine!! Una bontà! Carne tenerissima, veramente.. altre due birre per accompagnare il tutto, infine, lentamente siamo tornati al Mas cercando, invano, di prendere meno freddo possibile!

L'indomani, colazione rapida, purtroppo mi son svegliato con un mal di testa (dovuto al vento, immagino, lo patisco parecchio) che mi ha guastato un po' la giornata.. che invece era stupenda! Sole, azzurro, poca foschia .. bellissimo! Ultimo giretto per Stes-Meries, pensavamo di essere "fuori stagione", invece.. perbacco, tanta gente così, la riviera ligure, ce l'ha solo da luglio in poi... qui in pratica è sempre "alta stagione"!!

Cominciamo a guardare gli orologi, ed alcune gite saltano.. niente minicrocera sul Rodano, deviamo invece verso le Saline.. qualcosa di nuovo da vedere.

Percorriamo una strada panoramica all'interno del parco della Camargue, rimango un po' deluso dal "punto panoramico".. si tratta solo di una piattaforma di cemento leggermente rialzata dalla strada..però consente di vedere le dimensioni della palude.. a perdita d'occhio!!

Arriviamo alle saline.. e lo spettacolo è maestoso!! A perdita d'occhio montagne di sabbia grigia.. che poi, una volta raffinata e lavorata dagli impianti della Solvay, che abbiamo appena superato, arrivera nelle nostre case e nelle nostre pentole.. argh! Certo la
prima impressione non è delle migliori!! C'è un punto panoramico che consente di vedere questa distesa di colline di sale.. impressionanti!!

Il vento, in questo punto, è particolarmente feroce.. Carlo è costretto a parcheggiare contromano per consentire alla moto un'adeguata inclinazione, pena la sicura caduta.. io riesco a tenere Margherita senza grossi problemi, poi il laterale l'inclina abbastanza da consentirle di restistere.. ma quando sono io a tenerla dritta, da ferma, faccio non poca fatica.

Decidiamo di dirigere su Aubagne, per l'ultimo museo della Legione straniera, passando per un secondo passaggio su chiatta, questa volta sul Rodano vero e proprio, e per Miramas.

La chiatta, questa volta, deve superare la forza del Rodano.. che sembra molto violento. Si tratta di un grosso barcone molto potente, può ospitare 3 file di 8 - 10 auto, oltre ad una fila di moto.. ed è a pedaggio, 25 ff (circa 7000 lire).. ci fanno salire, ci fermiamo al
riparo dal vento.. mi avvio verso uno del personale per pagare ma questo mi fa segno di starmene.. siamo ospiti :-)) In fondo sono simpatici questi francesi!!

La strada dalle saline si allontana dalla Camargue, lasciandosi alle spalle i cavalli, i tori, le praterie, le paludi e tutti i volatili bellissimi che vi trascorrono una tranquilla ed invidiabile
esistenza. Puntiamo su Miramas, e qui la strada si fa bellissimo di nuovo, sempre ottimo l'asfalto, con tutti tombini e le "cuciture" a livello.. altro che i nostri rattoppi!!

La strada ragginge a tratti il mare, poi taglia di nuovo l'entroterra, e di nuovo il mare.. alla nostra sinistra, verso monte, inizia un altopiano e poi delle colline, con punte di roccia che
sembrano resti di fortezze.. ma sono solo pinnacoli di roccia erosi dal vento e dal tempo.. mi affascina sempre quanto i manufatti umani poi non siano altro che volgari copie di ciò che la natura fa da se!!

Miramas è un nuovo spettacolo! Prima di arrivare al paese troviamo .. chilometri e chilometri di impianti militari, con tutto il filo spinato e centinaia e centinaia di costruzioni, tutte uguali.. sono depositi di materiali.. è un centro logistico, direi, molto importante.
Il paese si attraversa proprio tagliandolo al centro.. c'è un momento che mi sembra di entrare in chiesa in moto.. la strada passa proprio sul sagrato.. è uno strano effetto.. mi ricorda il raduno di Alessandria, quando le moto vengono portate in chiesa per la
benedizione!! ;-))

Ora puntiamo a Aix en Provence.. città molto più grande, anche questa da attraversare.. sono ricominciate da tempo le rotonde, e mi diverto non poco ad abbassare Marghy all'inverosimile.. =:-))

Un paio di volte chiediamo indicazioni.. e tutti sono molto gentili, devo dire che la cordialità di questa gente mi fa ricredere molto sul mio stereotipo del francese sempre scorbutico e antipatico.

Poi la gioia delle gomme.. la strada da Aix en Provence a Aubagne è una pista locale.. ci sono anche le prove aperte.. diverse moto "da sparo" ci incrociano.. tutti molto veloci, ma nessuno a rischio di finire contromano.. la strada aiuta molto, asfalto perfetto, curvoni
ampi e lunghi, molto visibili, sali-scendi che fanno un po' prendere la mano.. alla fine anche Carlo si diverte un po' e diamo manetta.. non possiamo esagerare perchè anche i panorami sono splendidi e sarebbe un peccato concentrarsi troppo nella guida e perderseli.. però, curve quasi paraboliche e così ben fatte.. tra una scintilla e l'altro alzo lo sguardo al panorama che mi circonda =:-))

Il museo di Aubagne è più completo.. si tratta di una caserma, infatti c'è il divieto di fotografare, vi si trovano anche mezzi e cannoni, e direi che vi sono acquartierati dei legionari.. oltre alle divise ci sono molte armi, fucili, pistole, molte targhe, pezzi di
storia che, anche se fa molta paura e può dare quasi fastidio, non va dimenticata.. proprio per ricordarsi di quanto sia brutto il mostro "guerra"...

Tra la strada bellissima e l'interessante museo, il mio mal di testa è un po' attenuato.. così come il vento che ora soffia normale, come in riviera. Non mancano le folli spese del Carlo al gift shop.. ma d'altronde lui ci sballa così!! ;-))

Decidiamo, vista l'ora, per un rapido rientro autostradale.. direzione Toulon e poi Nice.. ormai la "vacanza" è terminata.. ce lo sentiamo e leggiamo in faccia, senza dircelo.. stiamo rientrando davvero..

L'autostrada è un ottovolante di sali - scendi tra colline che svelano ogni tanto il mare, ogni tanto qualche pianura.. peccato per i frequenti caselli che mi obbligano ad acrobazie tra spiccioli ed equilibri precari nel solito viscidume immancabile ai caselli autostradali.

A Toulon, l'autostrada si interrompe.. anche i francesi hanno qualche lavoro in corso.. però sono i primi che incontriamo in tutta la gita.. non so se mi spiego!! Seguiamo il traffico, lento ma mai fermo, ed ecco iniziare l'ultimo tratto verso Nice.. manca proprio un
pezzo che unisca le due autostrade .. e direi che stanno costruendo un tunnel..

L'autostrada scorre lungo la costa azzurra, per un bel pezzo prima e dopo Nizza.. bhe, a me che la costa la vedo tutti i giorni dice solo che son quasi arrivato a casa.. ma chi non è abituato a questi spettacoli.. bhè, o idea che certi spettacoli possano lasciare a bocca aperta!!

Prima del confine, ultimo rifornimento, saluti col Carlo, scambio di battute e appuntamento alla mototagliatella.. io a XXmiglia scendo e proseguo in aurelia, lui, data l'ora, resta in autostrada sino a Vercelli..

Particolare.. dal confine di stato a XX Miglia ci sono meno di 5 Km... ho pagato 3500 lire!!

L'aurelia al tramonto, senza traffico è un invito a nozze.. così, nei tratti rari non devastati dai lavori della fibra ottica (siamo in Italia?!?) me ne torno a casa scintillando ancora un paio di volte, tra gli occhi stupiti degli automobilisti che seguono o m'incontrano.. non so bene che effetto fa un BMW scintillante.. ricordo un GW .. e tanto mi basta !! =;-)))

Grazie per la pazienza di Carlo, per la fantastica gita che mi ha consentito di fare, grazie al vento impetuoso che ci ha permesso di non prendere nemmeno una goccia, grazie a voi che avete sopportato il reportone che ho appena postato.. è stata la mia prima gita
all'estero, e l'entusiasmo mi ha portato.. decisamente ad esagerare!

Aspetto commenti e, magari, qualche invito a ripetere l'esperienza.. ripartirei anche subito!

Due (proprio due) commenti tecnici: l'ennesimo plauso alla mia amata, sempre divertente, sicura ed affidabile, nonchè comoda e pratica. Ottimi i Maccadam 100x che dopo 1000 Km in maggioranza dritti non presentano nessuna scalinatura! Un commento negativo al
casco N100 della Nolan.. il vento era veramente forte, ma la visiera si lasciava sollevare con troppa facilità, e uno spiffero era costantemente presente appena sotto l'orecchio esposto al vento, malgrado cercassi di chiudere con cura il bavero della giacca ed
indossassi il sottocasco sempre.

Lamps kilometrosi

Aldo & Margherita
White BMW R1100RS

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