Sebastiano Ricci 

(Belluno, 1659 - Venezia, 1734)

Galleria


Genovesino Ricci Movimento

 

La luminosità dei colori, densi e pastosi, unita alla raffinata grazia del tema rappresentato, fanno del quadro un prototipo dell’arte del ‘700
Le grandi dimensioni (2,4 x 1,3 metri) indicano l’importanza che il dipinto aveva per il committente, il marchese Cesare Pagani di Milano.

Il soggetto del quadro è il fanciullo raffigurato, schiavo di origine turca adottato dal marchese nel 1691, quando aveva 5 anni e battezzato con il nome di Michele
Infatti il marchese aveva avuto solo due figlie femmine. Michele era il figlio del comandante delle truppe turche di Dalmazia, catturato dai veneziani il 30 settembre 1687. 
La scelta di adottarlo sembra motivata dall’affiliazione del marchese all’ordine religioso dei Trinitari Scalzi, promotori della liberazione degli schiavi e degli oppressi.


Ritratto di Michele Pagani in abiti turchi con un cane   (1694 circa)

Milano, Collezione Privata

Il ragazzo sembra intimidito; abbassa lo sguardo, volgendo leggermente la testa.
Il poderoso cane molosso, che lo accompagna alza il muso, come volesse incrociare lo sguardo in segno di conforto. La catena e il collare, simboleggiano la passata schiavitù. L’atteggiamento in cui il fanciullo è ritratto è insolito e originale: la posa elegante, il sontuoso mantello che si apre svolazzante, sottolineano lo stato nobiliare del fanciullo a dispetto delle reali origini.

L’opera è uno straordinario esempio per documentare sia la pittura di Sebastiano Ricci nei suoi anni giovanili, sia l’anticipazione dell’arte del nuovo secolo