Sebastiano Ricci
(Belluno, 1659 - Venezia, 1734)
Galleria
La luminosità dei colori, densi e pastosi, unita alla
raffinata grazia del tema rappresentato, fanno del quadro un prototipo dell’arte
del ‘700. Il soggetto del quadro è il fanciullo raffigurato, schiavo
di origine turca adottato dal marchese nel 1691, quando aveva 5 anni e
battezzato con il nome di Michele. |
|
Il ragazzo sembra intimidito; abbassa lo sguardo,
volgendo leggermente la testa. Il poderoso cane molosso, che lo accompagna alza il muso, come volesse incrociare lo sguardo in segno di conforto. La catena e il collare, simboleggiano la passata schiavitù. L’atteggiamento in cui il fanciullo è ritratto è insolito e originale: la posa elegante, il sontuoso mantello che si apre svolazzante, sottolineano lo stato nobiliare del fanciullo a dispetto delle reali origini. L’opera è uno straordinario esempio per documentare sia la pittura di Sebastiano Ricci nei suoi anni giovanili, sia l’anticipazione dell’arte del nuovo secolo |