" Ritrattistica di
Stato"
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Caduta ormai la visione rinascimentale dell’uomo "misura
di tutte le cose" cui anche la natura si adeguava, l’uomo del ‘600
viene indagato nella sua verità terrena, parte integrante della natura che
è oggetto primario di speculazioni scientifiche e filosofiche.
In pittura, l’occhio disincantato di Caravaggio esplora il mondo materiale in modo lucido e istintivo: il suo realismo esprime l’accentuazione rassegnata e cosciente di una realtà cruda e la volontà di raccontarla nella sua verità, dando vita ad un’arte violenta e ribelle, che non disdegna di raffigurare anche la malattia. |
Il filone a cui
appartengono i due quadri della galleria è
quello della ritrattistica ufficiale. Ritratti maestosi, su sfondi
magnifici, con pose ed abiti ora austeri, ora leggiadri. Soprattutto in
Lombardia, la ritrattistica ebbe grande rilievo, sia nel filone più
sfarzoso e autorevole (alla Van Dyck), sia
in chiave più realistica, affine al naturalismo caravaggiesco.
Caravaggio dipinse ritratti, quando giovanissimo
frequentava a Milano la bottega del Peterzano. La mediazione fra
naturalismo lombardo e luminoso colorismo veneziano fu determinante per il
pittore, la cui rivoluzione figurativa lascia una traccia fra i pittori
lombardi. |
Principali esponenti: |
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