I film del festival "I giorni di Sherazad"
Rose e pistole
Regia Carla Apuzzo, soggetto e sceneggiatura Carla Apuzzo,
Salvatore Piscicelli, Marco Vajani, montaggio Salvatore Piscicelli, fotografia
Paolo Ferrari, musica Eugenio Colombo, interpreti Anna Ammirati (Rosa), Duccio
Giordano (Angelo), Luigi Petrucci (Miranda), Cristina Donadio (Rosa grande),
Lello Serao (Pappalardo), Mauro Gioia (maniaco), Gianni Dal Maso (Bosnia),
Marcella Vitiello (Nikita).
Italia, 1999, 35mm, col, 90'
Prima regia di Carla Apuzzo, fedele alle qualità che le
conoscevamo come sceneggiatrice: dentro le cose del Sud e della tradizione, ma
anche della contemporaneità e dell'erotismo. Sorprendente per una Napoli nuova
e sincopata sui ritmi jazz, dell'archeologia industriale tra Bagnoli e i Campi
Flegrei in un gioco di contrasti e rovesciamenti, attorno ad un tema classico
del noir: lui e lei inseguiti dal killer pagato per farli fuori. Più di una
commedia nera, più di un thriller, Rose e pistole entra con un miracolo di
equilibrio, tra distanza e identificazione, nella vita dei ventenni misteriosi
delle 'generazione X'.
Immacolata e Concetta
Regia Salvatore Piscicelli sceneggiatura Salvatore
Piscicelli e Carla Apuzzo. Fotografia Emilio Bestetti, suono in presa diretta
Remo Ugolinetti, montaggio Roberto Schiavone, interpreti Ida Di Benedetto
(Immacolata), Marcella Michelangeli (Concetta), Tommaso Bianco (Ciro
Pappalardo), Lucio Allocca (Pasquale), Lucia Ragno (amica di Immacolata),
Biancamaria Mastrominco (la bambina). Italia 1979, 35 mm., col, 90'
Finivano gli anni Settanta, imperversava Fassbinder e con
lui rivivevano trasfigurati gli splendori del grande melodramma americano.
Molti, fra i critici, formularono l'accostamento con il maestro, fatale per
quanto lusinghiero, per il giovane autore e l' altrettanto giovane
sceneggiatrice. A distanza di venti anni il film, che nel frattempo è
diventato una specie di leggenda per la pratica impossibilità di rivederlo, si
rivela un episodio particolarissimo della nostra cinematografia, ben fuori
dall'onda fassbinderiana e segnato invece da una fortissima originalità
mediterranea. Dove mediterraneo significa cultura alta e bassa, sceneggiata e
dramma classico, reportage sociale e passioni al calor bianco che abitano lo
schermo dalla prima all'ultima scena. Due splendide attrici danno vita ad una
storia di amore e morte. Ida di Benedetto sensuale e solare come una divinità
del Sud, Marcella Michelangeli, silhouette di una fierezza antica, dolente e a
tratti solenne. Ricercatissimi colori e suoni.
Più leggero non basta
Regia Elisabetta Lodoli, sceneggiatura Sandro Petraglia,
Domenico Starnone, Federico Starnone, fotografia Roberto Forza, montaggio
Claudio Di Mauro, interpreti Giovanna Mezzogiorno (Elena), Stefano Accorsi
(Marco), Lorenza Indovina (Claudia), Cecilia Sacchi (madre di Elena), Fulvio
Falzarano, Marcello Tomassetti (Presidente Anaman), Tatiana Winteler
(segretaria Anaman).
Italia, 1998, col., 90', video.
I due volti nuovi del cinema italiano: Stefano Accorsi (I
piccoli maestri, Radio Freccia) e Giovanna Mezzogiorno ( Il viaggio della
sposa, Del perduto amore) insieme per una prova impegnativa e ben riuscita,
raccontare il rapporto di un obiettore di coscienza con la giovane distrofica
in carrozzella della quale egli deve occuparsi. Un film di giovani anche
perché la storia, autentica, è tratta dal libro che Federico Starnone ha
scritto sulla propria esperienza di servizio civile: dieci mesi lunghissimi e
velocissimi contemporaneamente, trasformati nella scoperta inattesa di un modo
diverso ma tutt'altro che 'arreso' di stare al mondo.
A vendre (In vendita)
Regia Laetitia Masson, sceneggiatura Laetitia Masson
fotografia Antoine Heberle, montaggio Aile Auguste, musiche Siegfried,
interpreti Sergio Castellitto (Luigi Primo), Sandrine Kiberlain (France Robert),
Jean François Stévenin (Lindien), Chiara Mastroianni (Mireille), Mireille
Perrier (ex moglie di Luigi), Aurore Clément (sorella di Lindien). Francia,
1998, 35mm, col, 117'
In chiesa si attende un matrimonio ma la promessa sposa non
arriverà mai. E' scappata con una borsa contenente cinquecentomila franchi. La
fanno cercare da un investigatore che troverà tutto meno quello che gli hanno
chiesto di trovare. I protagonisti sono un uomo e una donna in fuga, cercano
il loro posto nel mondo. Tentano di risolvere la difficile equazione tra le
regole , il destino e i loro desideri. Sono più vicini agli atti di una
violenza radicale che alle piccole violenze quotidiane. Generalmente la gente
fa il contrario: aggiustano la loro vita. Sopportano delle cose terribili.
Sopravvivono alle rotture... I miei personaggi vogliono vivere in un'altra
dimensione. E' lì che diventano straordinari. A loro rischio e pericolo. (Laetitia
Masson )
La venere di Willendorf
Regia Elisabetta Lodoli, sceneggiatura Heidrun Schleef e
Elisabetta Lodoli, fotografia Cesare Accetta, Musica Savio Riccardi, montaggio
Anna Napoli interpreti Iaia Forte(Ida), Luisa Pasello (Elena), Emilio Bonucci
(Enrico), Ilaria Occhini (Luisa), Emanuela Macchniz (Alice), Paolo Bonanni (Freddy).
Italia 1994, 35 mm, col, 93'
La più antica rappresentazione di una forma umana risale al
periodo paleolitico, venti o trentamila anni avanti Cristo. E' stata ritrovata
in un villaggio sulle rive del Danubio: è una donna obesa con grosse mammelle
e un enorme addome, l'hanno chiamata la Venere di Willendorf .
Nelle società in cui il cibo era scarso, la grassezza era
attributo divino. Oggi, nelle società opulente, la bulimia è il sintomo di un
disturbo grave che può mediare il rapporto con il mondo e inibire la felicità.
L'incontro casuale tra due cugine che hanno trascorso insieme l'adolescenza fa
riaffiorare, in un confronto serrato, le ragioni, le cause e gli effetti di un
comportamento non soltanto pericoloso la salute ma socialmente censurato e
vissuto in piena clandestinità.
Il nodo
Regia Gaston Ravel, soggetto e sceneggiatura Gaston Ravel,
fotografia Otello Martelli, interpreti Francesca Bertini (la marchesa), Carlo
Gualandri (il pittore), Giorgio Bonalti (il marchese), Rosetta D'Aprile (la
modella), Isabella de Lizaso. Italia 1921, b/n, metri 1598
La sezionedegli Incontri Internazionali di Cinema e Donne
dedicata alle riscoperte che prende il nome dalla grande maestra e pioniera
Germaine Dulac, presenta quest'anno un prezioso restauro di un film del 1921.
Si tratta del misterioso quanto magnificato Il nodo, conosciuto anche come
Oltre la legge o Più che la legge, interpretato e prodotto dalla grandissima
Francesca Bertini. Il film è stato restaurato nei laboratori di Cinecittà.
Ricostruendo la colorazione tipica dei film muti, strettamente legata al senso
delle scene (blu o viola per la notte, rosa per i momenti sentimentali, ecc.)
grazie alle indicazioni per i colori annotate a mano sul bordo del negativo
fortunosamente impresse all'epoca sul bordo del positivo e arrivate sino alla
copia infiammabile del film, entrata in Cineteca nel 1953.
La vicenda ideata e diretta da Gaston Ravel presenta almeno
due forti elementi innovativi rispetto alla vicenda bohemienne della gran dama
che si innamora dell'artista. Anzitutto la marchesa fugge assieme al pittore
da un marito non soltanto infedele ma soprattutto violento che abusa di lei.
C'è poi la vicenda di una giovane modella che, per coprire la fuga dei due
amanti, trova la morte in un incendio. Nello scioglimento della vicenda,
quando il marchese giungerà a sparare per riprendersi la moglie, sarà fermato
con una coincidenza soprannaturale, di quelle che più tardi si ritroveranno
nei film surrealisti, da un intervento della modella 'immortalata' e appunto
resa capace di agire dopo la morte, in un quadro. Realismo sociale e libertà
ideativa in un mix di estremo interesse.
Frauen in Schwarz
Regia Helga Reidermeister e Zoran Solomun, sceneggiatura
Helga Reidemeister e Zoran Solomun, musica Biljana Vasiljevic, Milimir
Draskovic. Germania 1997, col, 87' video
Da quando le madri di Plaza de Majo inscenarono le loro
manifestazioni disperate opponendo soltanto la fragile presenza dei loro corpi
ad un regime armato e violento la simbologia e la pratica delle donne 'in
nero' si è diffusa in molte parti del mondo. Significa lotta alle dittature,
rifiuto della violenza, ricerca di coloro che scompaiono, tentativo di dare
voce all'opposizione che difende i più deboli. Il film di Helga Reidemeister è
pregevole perché nel documentare l'attività delle 'donne in nero' di Belgrado,
ci rivela alcuni elementi importantissimi degli ultimi tragici avvenimenti in
cui anche il nostro paese è stato coinvolto. Dunque, in Serbia, prima della
guerra c'era un'opposizione che si batteva contro Milosevic, che rifiutava la
divisione etnica, che sosteneva in piazza veri e propri scontri. Perché
l'Occidente non ha appoggiato quell'opposizione? Perché le 'donne in nero'
sono rimaste sole? Un documentario che, nato allo scopo di informare e mettere
in contatto, si è trasformato in pochissimo tempo in un importante documento
storico / politico.
Oskar und Leni
Regia Petra Katharina Wagner, sceneggiatura Petra Katharina
Wagner, montaggio, Erik Stappenbeck, musica Simon Jeffes, interpreti Christian
Redl (Oskar), Anna Thalbach(Leni), Elisabeth Trissenaar (Ela Grothe), Reiner
Heise (Heinz),Nadja Engel (Tanja, amica di Leni), Wookie Meyer (Maria, sorella
di Leni), Thomas Gerber ("Julia"), Joachim P. Assböck("Romeo"), Gilbert
Mieroph ("Mercuzio"), Arianne Borbach (commissaria di polizia). Germania 1998,
35mm, col, 90'
Il 1998 è stato al cinema l'anno di Shakespeare e proprio
dei versi di Shakespeare, recitati in metropolitana, permettono a due più che
improbabili amanti di incontrarsi. Lui è uscito da poco di prigione ed è
tornato a vivere nel teatro dove è nato e cresciuto: è figlio d'arte, ma anche
campione di nuoto. La vita gli ha giocato un tiro malvagio. E' sfuggito alla
morte durante la rapina che ha compiuto, ma un proiettile gli si è fermato in
testa, come memoria indelebile e squilibrante di quello che è accaduto. Lei è
operaia pasticciera e non disdegna qualche incontro mercenario .
Come Romeo e Giulietta sono sicuramente inusitati. Forse,
però, hanno qualche possibilità in più rispetto agli sfortunati amanti di
Verona: infatti lui sa dove è un tesoro.
Neun Leben hat die Katze (Nove vite
ha la gatta)
Regia Ula Stöckl, sceneggiatura Ula Stöckl, musica Bob
Degen, Manfred Eicher, Fred Braceful, montaggio Wolfgang Schacht, interpreti
Liane Hielscher (Katharina), Marie Philipphine, Kristine Deloup (anne), Jürgen
Arndt (Stefan), Antje Ellermann (Kirke), Alexander Kaempfe (Sascha), Hartmut
Kirste (Manfred). Germania 1968, 35 mm, col, 90'
Vi ricordate il 1968? Dicono che tutto sia cominciato da
lì: la scuola di massa, la società permissiva, il terrorismo, la crisi delle
ideologie, Internet, i sacchetti di plastica, l'ecologia, il buco dell'ozono,
ecc. Ma cosa facevano le donne nel 1968? Ce lo racconta questo bel film di Ula
Stöckl, in copia restaurata. Cinque donne e le loro vicende: c'è chi ama, chi
si separa, chi uccide e chi cerca l'indipendenza nel lavoro. Ci sono i
discorsi e le chiacchiere. Si parla della felicità e dell'infelicità. Ci sono
fiori, fiori, fiori e floreale è anche la costruzione concettuale del
carattere femminile da parte degli uomini. Ci sono la critica e la caricatura,
c' è l' autobiografia e c' è l' Europa con i suoi poli opposti e
corrispondenti di Francia e Germania prima che tutto esplodesse.
Warrior Marks
Sceneggiatura Alice Walker, fotografia Nancy Sciesari,
musica Peter Spencer, montaggio Anna Liebchener. Regno Unito 1993, 16mm, col,
52'
Ispirato al best seller mondiale Possessing the Secret of
Joy di Alice Walker e sceneggiato assieme alla scrittrice afroamericana,
questo film scioccante e bellissimo affronta la tragedia delle mutilazioni
sesssuali che dall'Africa si sono spostate anche in Europa e in America, con
l'emigrazione.
Warrior Marks fa parlare donne che hanno subito le
mutilazioni, che le hanno praticate, madri e figlie che hanno lottato, sono
state perseguitate e sono fuggite ai loro persecutori. A chi sostiene che si
tratti di un elemento culturale e quindi da rispettare Pratibha Parmar
risponde: "Anche la tratta degli schiavi è stata praticata per secoli ma non
era una tradizione culturale, era un'ingiustizia."
Memsahib Rita
Regia Pratibha Parmar, sceneggiatura Kumani Salgado,
fotografia Jeff Baynes, musica Peter Spencer, Najma Akhtar. Montaggio Anna
Liebschner, interpreti Nisha Knayar, Jayne Boniface.
Regno Unito 1994, 16 mm, col, 20'
E' un thriller, un film noir. Racconta la storia di una
ragazza appartenente alla comunità indiana che vive in Inghilterra e che è
vittima della violenza razziale. L'anniversario della morte della madre
provoca in Shampi una infinita tristezza e la rende nostalgica degli abiti,
degli oggetti, dei colori della cultura materna.
Come nel più classico dei racconti dell'orrore, appare un
golem che salva dai violenti la fanciulla
ma l'essere che appare per le strade di Londra è una diva
del cinema indiano, una onnipotente madre cinematografica magicamente evocata.
Il film pone tutti i problemi della doppia identità culturale e della
segregazione razziale.
Sari Red
Regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio Pratibha Parmar
Gran Bretagna 1988, col, 11' video
Undici minuti di poesia visiva composta da Pratibha Parmar
in ricordo di una ragazza indiana vittima della brutalità di tre giovani
razzisti bianchi in una strada di Londra nel 1985.
Righteous Babes
Regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio Pratibha Parmar.
Gran Bretagna 1998, col, 50' video
Appassionatamente il punto della situazione sul femminismo
degli anni '90 attraverso le più provocatorie, amate, odiate rappresentanti.
Il femminismo del "centro" e non quello del "margine", soprattutto le rock
star: Tori Amos, Sinead O'Connor, Chrissie Hynde, Ani DiFranco, Skin Saffron,
Shirley Manson, Kenickie, Madonna, Courtney Love, Queen Latifia, Neneh Cherry.
Non mancano neanche le Spice Girls. Dicono la loro Camille Paglia, Andrea
Dworkin, Gloria Steinem e Natasha Walters.
Wavelengths
Regia,sceneggiatura,fotografia,montaggio Pratibha Parmar.
Gran Bretagna 1997, col, 15' video
Nella sua ricerca di contatti umani e amore Mona (Indra
Ove) decide di provare il cybersex. Si tratta sicuramente di "sesso sicuro".
Ma emozionalmente e fisicamente è davvero appagante come dicono?
Retrato de mujer con hombre al fondo
Regia Manane Rodriguez, sceneggiatura Manane Rodríguez e
Xavier Bermúndez, con la collaborazione di Antonio Larreta, fotografia Juan
Carlos Gómez, montaggio Martin Eller, interpreti Paulina Gálvez (Cristina de
León), Bruno Squarcia (Diego), Myriam Mézières, Pedro Miguel Martínez (Joaquin),
Ginés García Millán (Andrés), Margarita Musto (Marche), Cristina Collado (Ana),
Iván Corbacho (Carlos), Rafael Aladro (Joaquin Jr.), Angélica Revert (Luz),
Carmen Balague (Cliente). Spagna 1997, 35 mm, col, 102'
Letteralmente il titolo vuol dire Ritratto di donna con
uomo sullo sfondo In realà di uomini nel film ce ne sono molti e in primo
piano. Sono gli uomini che incontra Cristina, avvocato in carriera,
specializzata in cause civili nelle quali si batte perché le donne ottengano
il miglior trattamento possibile in separazioni, divorzi, affidamenti. Sono
anche gli uomini di cui Cristina si innamora o si vorrebbe innamorare perché
tutto con loro è controverso e difficile. C'é il rischio della solitudine, ma
anche quello della dipendenza affettiva . La maturità consiste forse
nell'accettazione ironica delle contraddizioni e nel trovare al proprio
interno l'equlibrio giusto tra la forza e la debolezza.
Em dic Sara
Regia Dolors Payàs, sceneggiatura Dolors Payàs, fotografia
Andreu Rebés, Musica Javier Navarrete,interpreti Elvira Mínguez, François Eric
Gendron, Elena Castells, Geannine Mestre, Chete Lera, Eulàlia Ràmon, Vicky
Peña, Pepa López. Spagna 1998, 35 mm, col, 96'
Uno sguardo assai lucido sul più scottante dei problemi
contemporanei: come individuare, prevenire la violenza sessuale e reagire a
questa. Sara è una donna di oggi con la sua rete di rapporti non precisamente
corrispondente a quelli della famiglia tradizionale. Tutto sommato, però, è
ricca di affetti, soddisfatta del suo lavoro di insegnante universitaria e
della figlia adolescente. Certo nulla è dato per scontato né la sessualità, né
la maternità. Ogni volta l'equilibrio deve essere ristabilito e per Sara è
necessario ridiscutere le scelte con gli uomini e soprattutto con la giovane
donna che le cresce accanto. Quando però un bravo ragazzo del quartiere inizia
a minacciare la figlia. Sara dovrà affrontare da sola un pericolo che tutti,
lei compresa, hanno sottovalutato
Orvuse on oanwe
Regia Christina Zurbrügg, sceneggiatura Martin Auer,basata
su un'idea di Christina Zurbrügg, montaggio Zuzana Brejcha, musica Reinhard
Ziegerhofer interpreti Poldi Debeljak, Trude Mally, Luise Wagner, Anny Demuth,
Pepi Matauschek, Christina Zurbrügg: Austria 1999, col, 97' video
Cosa sapete della musica popolare viennese? Facile
supporre: poco! Una filmaker attrice e autrice ce la racconta mettendo in
scena tre cantanti di Wienerlied. Trudi Mally, Poldi Debeljak e Luise Wagner
sono le ultime artiste capaci di esibirsi nella quasi dimenticata arte del
gorgheggio viennese una versione urbana dello yodell alpino. Quando non
canteranno più questo tipo di musica sparirà per sempre.
Dream On
Regia Ellin Hare e Lorna Powell, sceneggiatura Kitty
Fitzgerald, fotografia Peter Roberts, montaggio Ellin Hare e Lorna Powell,
musica Bridget Enever e Graham Raine, interpreti Maureen Harold, Amber Styles,
Ana Maria Cascoigne, Pat Leavy, Ray Stubbs, Brian Hogg.
Gran Bretagna 1991, 35 mm., col, 115'
Il Nord Est dell'Inghilterra e la disgregazione della
cviltà industriale. La vita di tre donne che si arrabattano sotto il peso di
un quotidiano impervio. Eppure non è un film triste o disperato, anzi.
Esigente e radicale, questo sì ma pieno di humor e di trovate eccellenti.
Perché si svolge principalmente in un pub dove lo sport preferito è il tiro
con le freccette. Perché esiste una protagonista straordinaria: una
sessantenne in moto, giubbotto di cuoio e tanta attitudine alla vita e
all'amore, che da dietro il bancone muove le fila delle altre esistenze
suggerendo le mosse giuste per resistere a violenza e miseria.
Des marelles et des petites filles
Regia Marquise Lepage, sceneggiatura Marquise Lepage e
Marcel Simard, fotografia François Vincelette, montaggio Natacha Dufaux.
Canada, 1999, 16mm, col, 80'.
Di una delle autrici più note della cinematografia
franco-canadese un documentario sulla disparità che, nei paesi ricchi del
Nord, come in quelli poveri del Sud, colpisce le bambine e le ragazze.
Infanzia e adolescenza non sono facili, al femminile, sotto nessuna
latitudine.
Hola estás sola?
Regia Icíar Bollaín, sceneggiatura Icíar Bollaín e Julio
Llamazares, fotografia Teo Delgado, musica Pascal Gaigne, montaggio Angel
Hernández Zoido, interpreti José Sancho (Carmelo), Lisette Mejia (Patrizia),
Luis Tosar (Damiano), Marilin Torres (Milady), Chete Lera (Alfonso).Spagna
1995, 35 mm, col, 90'
Primo lungometraggio dell'attrice Icíar Bollaín e
immediato, grande successo, di pubblico e critica. Le protagoniste sono due
ragazze di venti anni, Trini e Niña, che hanno in comune lo stesso modo
spavaldo di vedere le cose, un'infanzia priva di affetto e una famiglia
disastrata. Sono diverse nel modo in cui reagiscono al naufragio della
famiglia: Trini finisce per idealizzarla, al contrario Niña la rifiuta.
Partono da Valladolid alla conquista della ricchezza e della felicità.
Lavorano per un po' come animatrici in un albergo della costa, arrivano a
Madrid dove si uniscono ad Olav, un russo che non parla spagnolo e Niña
ritrova sua madre. In questo viaggio, che è anche interiore, le due ragazze
condividono tutto: le emozioni, la felicità, la tristezza ma anche l'uomo , il
denaro, la casa.
Flores de otro mundo
Regia Icíar Bollaín, sceneggiatura Icíar Bollaín e Julio
Llamazares, musica Pascal Gaigne, montaggio Angel Hernández, interpreti José
Sancho (Carmelo), Lissete Mejia (Patrizia), Luis Tosar (Damiano), Marilin
Torres (Milady), Chete Lera (Alfonso),.Spagna 1999, 35 mm, col, 100'
Un paesino del Sud della Spagna, senza donne e quindi senza
futuro, gioca l'ultima carta per convincere gli uomini a restare: una gran
festa rurale aperta a ragazze nubili e donne sole. Mandano anche un autobus
per invitare le future nuove cittadine. A bordo di questa carovana della
speranza donne che cercano una casa, una possibilità di girare il mondo, un
permesso di soggiorno...ma anche l'amore. Ispirato a una storia vera il film è
il secondo lungometraggio di Icíar Bollaín, una delle più brillanti attrici
del cinema spagnolo contemporaneo.
The Fault
Regia e sceneggiatura Emily Atef, musica Mike Mason,
montaggio Tanya Trohouilla e Danbi Jacobs, interpreti Isabel Brook (Julia),
Emily Atef (Lisa), Erik Grisel (un uomo), Jonathane Kamdem (il ragazzo),
Patrick Gaudin (il padre), Claire Gaudin (Giulia giovane), Alexandre Ugrinsky
(uomo vecchio). Gran Bretagna 1999, col, 20' video
In venti minuti un thriller in piena regola. Nell'idilliaco
paesaggio della Francia Orientale accade un terribile incidente. Una giovane
donna, involontariamente, uccide un uomo ma è certa di non poter provare la
propria innocenza. Assieme ad un 'amica dovrà risolvere la terribile
situazione. Antichi sensi di colpa riaffiorano, nell'infanzia la loro origine
e lo spunto per il loro superamento.
The Night has come
Regia Svetlana Filippova, sceneggiatura S: Filippova e M:
Magambetov, montaggio S.Filippova
Russia, 1998, 35 mm., animazione, 6'
La notte è una sola per tutti gli abitanti della città ma è
differente per ciascuno: per il bambino nella stanza buia, per l'uomo che vive
nell'appartamento accanto, per il gatto affacciato all'abbaino.
Paldiski, the lost city
Regia e sceneggiatura Sabine Hackenberg Germania 1999, 35
mm, col, 52'
La condizione surreale di coloro che abitano la città
fantasma di Paldiski, cinquanta chilometri ad ovest di Tallin, la capitale
dell'Estonia. Qui nel 1964 l'Armata Rossa aveva costruito un'avveniristica
base per i sottomarini che ospitava migliaia di addetti con le loro famiglie.
Ora l'Unione Sovietica non esiste più e neanche l'Armata Rossa. L'Estonia è
una nazione sovrana e indipendente ma a Paldiski abitano ancora e soprattutto
russi.