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XXIII Edizione

Incontri Internazionali di Cinema e Donne

Amazzoni e sirene

Firenze 17 - 22 ottobre 2001

( Mio nonno inglese di Nana Djordjadze)

 

 

Gli Incontri di Cinema e Donne di Firenze si caratterizzano per la continuità, unica in Italia, di un progetto di ricerca incentrato sul rapporto tra il lavoro delle donne e l’istituzione cinematografica, audiovisiva, che ha ormai, al suo attivo, più di vent’anni di pratica e l’apporto d’innumerevoli contributi critici e organizzativi da ogni parte del mondo.

In questa direzione, individuata alla fine degli anni Settanta e percorsa con l’ostinazione d’ogni attività pionieristica, si avvale di un gran lavoro culturale collettivo, che ogni anno permette di scoprire non solo nuovi talenti ma nuove tendenze sia nell’arte sia, sempre di più, anche nel mercato.

Il Festival, pur presentando molti inediti, rarità, o in ogni modo film che meritano attenzione, ha ogni anno un proposito tematico che permette di strutturare meglio la proposta critica, di orientare la scelta dei film, delle registe e, naturalmente, la visione del pubblico.

Inoltre, col passare degli anni, si rafforza la validità della formula degli Incontri, come dialogo non solo tra le autrici e il pubblico, ma anche come comunicazione tra mondi diversi e quindi tra universi culturali molto spesso autoreferenziali.

 

Amazzoni e sirene è un’incursione nel rapporto tra il cinema e l’immaginazione di un mestiere in cui, nel Novecento, le donne a poco a poco sono entrate, sempre più attivamente, sempre più da protagoniste, ma, a ben vedere, ancora rispecchiando due archetipi fondamentali della storia della cultura.

Ovvero quello dell’amazzone, la guerriera inflessibile che combatte come un uomo, meglio di un uomo, per la sua affermazione, e per l’affermazione della sua soggettività, ecc. e quello, altrettanto forte, della sirena, che è poi la maga o la strega, secondo il periodo storico.

In ogni caso, colei che inventa una sua strategia vincente, affabulatoria che si regge facendo leva sulla molla, altrettanto antica, della seduzione.

Due modi, due stili, spesso coabitanti nelle stesse personalità autoriali.

Ancora, come ha insegnato Virginia Woolf, il lavoro dell’arte richiede una stanza tutta per sé, la regia postula non solo una personalità artisticamente complessa, completa ma soprattutto la possibilità di esercitare questo, per le donne, ancora giovane mestiere.

Ma anche l’obbligo di competere immediatamente nel mondo degli uomini per esprimere qualcosa di estremamente impalpabile e apparentemente leggero, quando non velleitario: la propria immaginazione.

Quel mondo che solo l’amazzone e la sirena possono imporre, come sintesi di autorevolezza e fantasia. Perché questo mestiere rimanda alla forza della e/vocazione e alla capacità di seduzione, che sono l’essenza dello spettacolo. L’una non esiste senza l’altra, ma storicamente si sono presentate e sono state impersonate e vissute come totalmente antitetiche.

Ecco quindi che, attraverso la regia, arriviamo alla ricomposizione del duplice archetipo, amazzone e/o sirena, all’interno della personalità femminile e nella società stessa e ad una possibile spiegazione della sua estrema difficoltà di realizzazione, e quindi della sua lenta penetrazione, nella storia della nostra cultura.

Per fare il punto di questa sfida e di questo incontro saranno a Firenze, dal 17 al 22 ottobre 2001, autrici finlandesi, inglesi, francesi, tedesche, ceche, georgiane, palestinesi e, naturalmente, italiane, infatti, la presenza di registe nel nostro paese che segnala un grosso ritardo rispetto al resto d’Europa, sta rapidamente rimontando la china e costituisce il fenomeno, forse di maggior rilievo, nel panorama complessivamente più che positivo di grande creatività del cinema italiano.

 

Programma

Prossimamente

Proiezioni, incontri, eventi speciali, ospiti d’onore, tavole rotonde, grandi attrici, feste.

 

 

( Volevo essere Rita Hayworth di Iva Svarcova)