ARRIVO
IN SARDEGNA DELLE GRANDI CIVILTA': FENICI, ETRUSCHI, GRECI
Nell'800
a.c. i Fenici approdarono in Sardegna e vi fondarono numerose colonie, che è
difficile distinguere da quelle Cartaginesi, 1'isola, infatti, era al centro
delle loro lotte commerciali.
I
Sardi, pur premunendosi (nuraghi a castello e federazioni di tribù) trassero
dei vantaggi dal contatto coi Fenici.
Nella
parte tratteggiata della cartina sono indicate le sedi delle federazioni di tribù
nuragiche indipendenti, che presero il nome di Corsi, Balari, Iliesi.
Orune
è nell'area occupata dai Balari e Iliesi.
Queste
popolazioni vivevano nelle montagne allo stato selvaggio cibandosi del frutto
delle greggi.
Questa
parte della Sardegna, pur restando chiusa e arretrata, conservò la sua
indipendenza, una forte diffidenza per gli stranieri e, soprattutto, il timore
del mare.
Intanto
Roma, approfittando delle difficoltà in cui si trovava Cartagine, iniziò la
conquista della Sardegna, in quanto le interessava dal punto di vista economico,
militare e strategico.
Le
numerose campagne militari dimostrano che i Sardi resistettero a lungo.
Le popolazioni sparse intorno ai nuraghi, all'arrivo dei Romani, si rifugiarono
nei posti più difficili per difendersi meglio in caso di assalto da parte dei
nuovi invasori.
I
Sardo-Nuragici, arroccati sui loro monti, difendono invece proprio quella libertà
ottenuta con indicibili privazioni, continueranno poi la loro lotta disperata
anche contro i Sardi delle pianure e delle coste.
I
Nuragici, spinti sempre più verso 1'interno, in una terra chiamata "Barbaria"
(oggi Barbagia), erano circondati da una cintura di "mansiones"
(stazioni militari), erette dai Romani.
Si
pensa che proprio in occasione della dominazione romana, gli abitanti di Lorana
abbiano abbandonato la fonte sacra di "Su Tempiesu" (231 A.C.).
Nelle
varie località attorno ad Orune (Galile, Ilaila, S. Efix, S. Lulla, Nunnale),
vari reperti ci parlano della presenza dei Romani nella zona: solide fondazioni
di case, rottami di tegole; e ancora monete puniche e romane.
I
Sardi, col passare del tempo, forse stanchi delle continue lotte, cambiarono i
loro rapporti con i Romani, imitandone il modo di vivere, lo stile di
costruzione a pianta quadrata e, in modo particolare, la lingua. Ad Orune,
ancora oggi, permangono, nella parlata dialettale, espressioni e parole
derivanti dal latino.