Di Marco Mastino

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Periodo Fascista ad Orune

La situazione politica e sociale dell'Italia nel dopoguerra era difficile e grave. Le pessime condizioni in cui si dibatteva la classe operaia sfociarono in scioperi ed occupazioni di fabbriche. Nelle campagne i contadini chiedevano contratti più favorevoli e la distribuzione delle terre. Gli agrari e gli industriali appoggiarono il Fascismo, che si presentava come il Movimento capace di difendere i loro interessi e i loro privilegi. Mussolini e i fascisti apparivano come il partito dell'ordine e potevano contare sull'appoggio degli industriali, dei proprietari terrieri, della piccola e media borghesia. Nelle elezioni del giugno 1921 i fascisti riuscirono a far eleggere in Parlamento 35 loro candidati. Nel novembre dello stesso anno il movimento fascista diventò "Partito Nazionale Fascista. Nell'ottobre del 1922 il re Vittorio Emanuele III, dava a Mussolini l'incarico di formare il nuovo governo.
Orune, nel 1924, come altri paesi italiani, dava a Mussolini la cittadinanza onoraria.
Era allora commissario regio Domenico Vento. Ecco qualche stralcio della delibera:
"Preso atto delle manifestazioni di ammirazione e di stima che tutti gli abitanti di questo comune hanno dimostrato a favore di S. E. il Presidente del Consiglio dei Ministri; considerato che tutta la popolazione provata da tanti sacrifici... ottiene il massimo soddisfacimento offrendo a S. E il P. del Consiglio dei Ministri la cittadinanza onoraria, delibera di concedere la cittadinanza onoraria a S. E. il Salvatore dell'Italia dalla follia bolscevica, il valorizzatore della nostra vittoria..."
Anche Orune, dunque, acclamava al Duce.
E intanto la popolazione continuava le sue lotte e continuava ad essere provata dai sacrifici.


SITUAZIONE SOCIO-ECONOMICA NEL DOPOGUERRA E DURANTE IL FASCISMO 
Leggiamo nell'opera del Del Piano che ad Orune serpeggiava ancora il malcontento per 1'assegnazione delle decenne. Si chiese al Comune, nel 1921, di fare una nuova divisione delle terre, tenendo conto della natura del terreno, di quello da adibire a pascolo e di quello adatto alla semina. La richiesta venne respinta. Intanto si venne a sapere che alcune persone, ritenendosi padrone dei terreni avuti in affitto dal Comune, li vendevano abusivamente ad alcuni speculatori. Altri, invece, restituivano i terreni al Comune per non pagare inutilmente l'affitto. I problemi dei pastori aumentavano sempre di più: costretti ad avere a pascolo terreni poco adatti, videro peggiorare la loro situazione con la "battaglia del grano . " Cosa vuol dire ciò?
Per favorire lo sviluppo dell'agricoltura ed in modo particolare per aumentare la coltivazione del grano, si assegnarono ai contadini terreni che per loro natura erano più adatti al pascolo, togliendoli quindi ai pastori. Nel 1929, quando la crisi del grano si estese dagli Stati Uniti alla Europa, le condizioni dei pastori andarono peggiorando e molti di loro furono costretti a vendere il bestiame per mancanza di pascolo. Nel 1932 il problema della sistemazione delle decenne e dei nuovi canoni d'affitto, venne affrontato dal nuovo podestà, Salvatore Gaddeo che, dal 1902 fu più volte consigliere comunale ed anche Sindaco. Le nuove misure non valsero a calmare gli animi e ad eliminare il malcontento, con grande vantaggio degli speculatori che continuavano ad impadronirsi delle terre che, essendo improduttive, dovevano essere restituite al Comune. Nel 1932 scoppiò un incendio in località "Sa Turtedda" che distrusse completamente 13 decenne, appartenenti ad una ottantina di pastori.