Antonio
Pigliaru ( nato a Orune,17 agosto 1922,morto a Sassari,27
marzo 1969) è stato, in Sardegna, fra gli intellettuali
più importanti del Novecento. Ordinario
di dottrina dello stato nell'Università di Sassari, ha
lasciato numerose opere, che documentano non soltanto lo
svolgimento del suo pensiero, ma anche l'ampio ventaglio
di direzioni su cui si esercitò il suo impegno culturale:
dal suo libro più famoso, quel LA VENDETTA BARBARICINA
come ordinamento giuridico (Milano 1959) che resta insieme
ad altri scritti ripubblicati ora nel volume postumo IL
BANDITISMO IN SARDEGNA (Milano 1970), un testo
fondamentale per la conoscenza del più drammatico dei
nodi storici della "questione sarda", a Persona
umana e ordinamento giuridico (Milano 1953), che è la sua
prima opera di respiro intorno ai temi essenziali del
rapporto tra diritto e uomo ; dalle dolorose e rigorose
meditazioni sul regime penitenziario italiano (Sassari
1959) a La piazza e lo Stato (Sassari,1961) che anticipa i
motivi più importanti del dibattito democratico di questi
tempi più vicini a noi; da Struttura, soprastruttura e
lotta per il diritto (Padova 1965) a l'eredità di Gramsci
e la cultura sarda (relazione al convegno internazionale
di studi gramsciani, Cagliari aprile 1967,ora negli atti,Gramsci
e la cultura contemporanea, I, Roma 1969, che segnano, nei
suoi ultimi anni,l'emergere di una più radicata
metodologia storicistica ; dal promemoria sull'obiezione
di coscienza (in quattro studi, Sassari 1968) agli scritti
sulla didattica universitaria,degli anni 1968-1969.
Ma Pigliaru non era soltanto un uomo "da
tavolino". Fu anche e soprattutto, benché vissuto in
condizioni di salute molto precarie e ben presto certo di
una morte ineluttabilmente vicina, un grande organizzatore
di cultura : il suo interesse primario che era quello
rivolto ai problemi della sua terra ( e dunque ai problemi
dell'autonomia regionale , di una democrazia
autenticamente popolare, di una cultura moderna ed aperta,
del riscatto del mondo dei dimenticati e degli oppressi,
dell'alleanza di tutte le forze progressive dell'isola e
del paese), si espresse attraverso una lunga azione
pubblicistica e di promozione dei luoghi d'incontro e di
articolazione del dibattito politico e intellettuale in
Sardegna.
"La
monedita dell'alma se pierde se non se da", è il
verso di Machado che Pigliaru aveva messo in testa al suo
"Quaderno segreto" del 1962.
Questa monetina, questa ricchezza dell'anima, cioè del
cuore, dell'intelligenza e della volontà Pigliaru non
l'ha perduta, perché l'ha data ogni giorno a tanti, e
può continuare a darla
Manlio Brigaglia
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