Di Marco Mastino

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Antonio Pigliaru


I nonni paterni di Antonio, Maria Giuseppa Cossu e Teodoro Pigliaru


La madre di Antonio, Maria Murgia.
Da sinistra i fratelli Diodato, Annita, Francesca, Antonio in grembo


Sassari 1951,
 il matrimonio di Rina Fancellu e Antonio

Sassari 1954, Antonio, Rina e i figli Giovanni e Francesco


Alghero 1968 Amelia Maria e Antonio

Antonio Pigliaru ( nato a Orune,17 agosto 1922,morto a Sassari,27 marzo 1969) è stato, in Sardegna, fra gli intellettuali più importanti del Novecento. Ordinario di dottrina dello stato nell'Università di Sassari, ha lasciato numerose opere, che documentano non soltanto lo svolgimento del suo pensiero, ma anche l'ampio ventaglio di direzioni su cui si esercitò il suo impegno culturale: dal suo libro più famoso, quel LA VENDETTA BARBARICINA come ordinamento giuridico (Milano 1959) che resta insieme ad altri scritti ripubblicati ora nel volume postumo IL BANDITISMO IN SARDEGNA (Milano 1970), un testo fondamentale per la conoscenza del più drammatico dei nodi storici della "questione sarda", a Persona umana e ordinamento giuridico (Milano 1953), che è la sua prima opera di respiro intorno ai temi essenziali del rapporto tra diritto e uomo ; dalle dolorose e rigorose meditazioni sul regime penitenziario italiano (Sassari 1959) a La piazza e lo Stato (Sassari,1961) che anticipa i motivi più importanti del dibattito democratico di questi tempi più vicini a noi; da Struttura, soprastruttura e lotta per il diritto (Padova 1965) a l'eredità di Gramsci e la cultura sarda (relazione al convegno internazionale di studi gramsciani, Cagliari aprile 1967,ora negli atti,Gramsci e la cultura contemporanea, I, Roma 1969, che segnano, nei suoi ultimi anni,l'emergere di una più radicata metodologia storicistica ; dal promemoria sull'obiezione di coscienza (in quattro studi, Sassari 1968) agli scritti sulla didattica universitaria,degli anni 1968-1969.
Ma Pigliaru non era soltanto un uomo "da tavolino". Fu anche e soprattutto, benché vissuto in condizioni di salute molto precarie e ben presto certo di una morte ineluttabilmente vicina, un grande organizzatore di cultura : il suo interesse primario che era quello rivolto ai problemi della sua terra ( e dunque ai problemi dell'autonomia regionale , di una democrazia autenticamente popolare, di una cultura moderna ed aperta, del riscatto del mondo dei dimenticati e degli oppressi, dell'alleanza di tutte le forze progressive dell'isola e del paese), si espresse attraverso una lunga azione pubblicistica e di promozione dei luoghi d'incontro e di articolazione del dibattito politico e intellettuale in Sardegna.

 

"La monedita dell'alma se pierde se non se da", è il verso di Machado che Pigliaru aveva messo in testa al suo "Quaderno segreto" del 1962.
Questa monetina, questa ricchezza dell'anima, cioè del cuore, dell'intelligenza e della volontà Pigliaru non l'ha perduta, perché l'ha data ogni giorno a tanti, e può continuare a darla
Manlio Brigaglia

 

 

 

 

 

 


Catania, 1-4 giugno 1957.
III° Congresso Nazionale di Filosofia del Diritto


Sassari, 26 dicembre 1961.
Antonio testimone alle nozze di Marcella Baitone e Luigi Berlinguer


Lapide dell'Università di Sassari