Nel territorio si trovano molte "domus de
janas", "tombe di giganti", ed altri siti archeologici di
grande interesse. Numerosi sono i resti delle chiese sparse nel territorio;
in buono stato di conservazione, quelle di Sant'Antonio, Bonaria, San
Giovanni. Nel centro abitato, svetta sulla sommità del colle, il castello
Malaspina; pregevole la chiesa del Rosario (XV sec.); interessante la
parrocchiale Immacolata Concezione (XV sec.), con all'interno un raffinato
coro ligneo del '700. Di grande suggestione il centro storico di origine
medievale, con le sue antiche costruzioni e le viuzze in acciottolato, talora
con volte a botte. |
Il castello di Osilo
Il castello di Osilo, posto sulla
sommità del "Monte Tuffudesu", a circa 650 m.s.l., a guardia del
centro abitato che si estende ai piedi della rocca, venne edificato dalla
potente famiglia dei marchesi di Malaspina, presumibilmente, anche se non si
hanno notizie certe sulle date, sul finire del 1100. I Malaspina, originari della Lunigiana,
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giunsero
per la prima volta in Sardegna in occasione della "crociata"
bandita nel 1016, con l'appoggio dei Comuni di Pisa e di Genova, dal
Pontefice Benedetto VIII, che aveva promesso grosse investiture a chi avesse
contribuito a liberare la Sardegna dalla dominazione araba capitanata da
Museto. La
spedizione ebbe successo, e alla famiglia Malaspina, nella persona del
marchese Obizzo, furono assegnate in premio le montagne della Barbagia e la
piana del Temo. Qui, i discendenti di Obizzo edificarono, intorno al 1121, il
munitissimo castello di Serravalle, a Bosa. Successivamente, l'influenza della
famiglia si estese al nord dell'isola, ed è sul finire del 1100, inizi del
1200, che dovette costruire il castello di Osilo, a presidio delle frontiere
fra l'Anglona e la Gallura e la Nurra. Il possesso del castello da parte dei
Malaspina è comunque storicamente accertato, per la prima volta, nel 1272.
Nel 1297 il Papa Bonifacio VIII concede l'investitura della Sardegna al re
aragonese Giacomo II, e i Malaspina avviano intense trattative per
raggiungere accordi con esso. Nel 1308 il castello di Osilo viene
espugnato e incendiato dai sassaresi, ma un anno dopo esso torna alla
famiglia Lunigiana, in seguito all'investitura del re d'Aragona, che i
Malaspina avevano aiutato nella conquista della Sardegna. L'investitura viene
confermata a più riprese, fino al 1324, quando, approffitando delle
difficoltà degli Aragonesi, i Malaspina, alleati con altre forze isolane,
danno vita a una ribellione. Sconfitti, sono costretti a cedere il castello
di Osilo a tale Gerardo Alòs, rappresentante regio. Il castello, seppure attraverso alterne vicende che portarono i
Malaspina a rientrarne in possesso per brevi periodi, rimase in mano agli
Aragonesi fino al 1365, anno in cui esso venne espugnato dal giudice Mariano
d'Arborea. La rocca di Osilo fu ancora al centro di aspre contese, fin verso
la metà del 1400, quando iniziò il suo lento declino. Nel 1528 essa tornò, però, al centro di
azioni militari, in seguito all'invasione dei francesi, e nel 1720 passa, con
tutta la Sardegna, sotto Casa Savoia. Il castello fece ancora parlare di se sul
finire del XVIII, primi del XIX secolo, quando venne eletto a propria
fortezza da uno dei contendenti in una sanguinosa guerra fra le famiglie dei
Serra e dei Fadda. Assolta anche questa funzione, il castello
venne definitivamente abbandonato, e andò in quasi totale rovina, finché nei
primi anni '60 del '900 non subì un parziale restauro. Pur trovandosi in una importantissima
posizione strategica, il castello non era di grandi dimensioni, racchiudendo
una superficie interna di circa mille metri quadri. Esso consta, oltre che
della cinta muraria, di due torri, una circolare realizzata con conci di
basalto scuro, e una quadrata fatta con blocchi di tufo. Da un disegno
aragonese del 1358 risulta anche una terza torre, mai però accertata
realmente. Per quanto riguarda gli edifici interni,
pur non restandone attuamente che delle modeste tracce, sulla base della
documentazione disponibile, si deduce che vi dovevano essere: una cucina, una
camera da letto (presumibilmente riservata al castellano), una camera per le
provviste, un deposito di armi, una officina-falegnameria, un deposito per la
legna, un deposito-cantina per vini e altri generi di prima necessità. Tutto
in linea con la funzione precipua del complesso, che era quella di fortezza
armata, a presidio di una importante postazione strategica. Gli armati posti
a difesa del castello pare dovessero essere mediamente una trentina. Della originaria fortezza restano oggi le
due torri e la cinta muraria. L'escursione al castello è sempre di grande
suggestione, sia perché essa si compie attraverso le strette viuzze del
centro storico di Osilo, ancora in acciottolato, talora con volte a botte;
sia per il mistero dei luoghi; sia per la straordinaria vista su larga parte
della Sardegna Nord-Occidentale, che dall'alto della sua sommità si gode. (Le
notizie sono tratte da: Francesco Liperi Tolu, Osilo; Vittorio Angius, Dizionario
Geografico degli Stati Sardi; Angelo Castellaccio, Il castello medievale di Osilo)
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