VERBALE DI UNA DISCUSSIONE

Per quanto risulti complesso seguire i ragionamenti e i percorsi dei bambini se non si prende visione della mappa sul cartellone, conservato presso il laboratorio multimediale, e dell’ipermedia stesso, si pensa possa essere utile riportare un esempio delle strategie adottate dalle insegnanti e delle modalità operative dei bambini... non si tratta di un vero e proprio verbale, come si può dedurre anche dalle considerazioni riportate in corsivo, ma di un resoconto scritto dall’insegnante non appena terminata la discussione.

Mercoledì, 24 marzo 1999

Assente un bambino, autore del percorso "Le nostre ipotesi"

Tutta la classe attorno a un tavolone, per ricostruire la mappa cartacea dei primi "percorsi" organizzati al computer. I bambini hanno già "navigato criticamente" nei percorsi organizzati dai compagni e questa attività di ripensamento collettivo mira a "fare il punto della situazione" prima di procedere nel lavoro.

D’accordo con i bambini, decido che loro saranno "la mente", io "farò la mano", per questioni di rapidità nel disegnare e nello scrivere. [è più importante l’attenzione dei bambini al progetto globale, permettere loro di disegnare gli schemi potrebbe comportare una dilatazione dei tempi con rischio di noia, situazione già verificata se, in laboratorio, gli si chiede di "aggiornare" il progetto cartaceo man mano che lo si modifica al PC].

Si invita una bimba a fare attenzione perché è stata molto assente e "le spiegheremo tutto" [in realtà la bambina seguirà il lavoro con estrema difficoltà e con ampi momenti di distrazione]

Parto schematizzando la prima videata progettata da Al. (L’aria: cos’è, com’è, dov’è, cosa fa?). I bambini la ricostruiscono aiutandosi con i cartelloni appesi a inizio anno; approfitto dell’occasione per puntualizzare un aspetto tecnico relativo al programma "Amico 3" e ripropongo un interrogativo già posto dall’insegnante di laboratorio: "Da quante pagine è formato il libro di Al.?" (nel programma Amico 3 i percorsi sono chiamati "libri" e la videate "pagine")

Questo mi offre la possibilità di verificare che Ar., G., L. hanno ben chiara la differenza fra creare "bottoni" che vanno a "pagine", su cui poter inserire molteplici altri "bottoni" che attivano immagini, testi, suoni, parole calde e "bottoni sulle pagine" che attivano singolarmente testi, suoni, ecc., senza però creare ulteriori videate. I tre bambini redarguiscono Fr., che si è confuso, e si nota che il libro in questione ha solo due pagine, gli altri bottoni attivano semplicemente campi di testo. Si stabilisce un codice: userò il pennarello rosso a punta fine per indicare ciò che viene attivato da bottoni non collegati a pagine: Ar. fa notare che questo è importante, perché bisogna ricordarsi che non si può fare "un bottone su un bottone": se si presenta questa necessità, bisogna per forza creare una "pagina". Quindi per indicare i passaggi da pagina a pagina (da videata a videata) dovrò usare frecce di andata verde e di ritorno arancioni; le videate avranno contorno viola.

Disegno la seconda videata prodotta da Al.: "I nostri perché", schematizzandone il contenuto come mi indicano i bambini. Quando sbaglio colore (e mi succede involontariamente) ci pensa An. a brontolare... [Per due ore sentirò la sua presenza attenta attraverso le sue correzioni: "nooo, verde!"... "viola!" ... "rossoooo" ...]

 Passiamo allo schema relativo al percorso dei "Pianeti". Schematizzo la prima videata e Fr. mi suggerisce di farvi partire "tutto intorno" tante frecce che vanno alle pagine dei pianeti: hanno tutte struttura uguale. L. fa notare che si origina una mappa che ricorda i raggi delle ruote delle biciclette; G. propone di attivare un collegamento fra due percorsi diversi: dalla pagina relativa al pianeta Terra si potrebbe offrire al lettore la possibilità di andare nella prima videata ("copertina") del percorso "Atmosfera terrestre", ideato da lui e Ch.; Fr. aggiunge che, a questo punto, sulla videata del pianeta Terra c’è spazio per creare un campo di testo ("nascosto da bottone") in cui scrivere come, forse, si formò l’atmosfera adatta alla vita: "E’ un pezzo che toccava a G. e Ch., ma l’hanno dimenticato: se facciamo il collegamento dal nostro percorso al loro, ci può stare anche sul nostro..."

E’ il primo "collegamento trasversale" che i bambini notano. [Ch. è meno propositivo di G., ma riesce a seguire: mi passa i colori giusti e, successivamente, saprà integrare, seppur con particolari secondari, le indicazioni del compagno per ricostruire la mappa del loro lavoro].

Ar., coautrice del percorso "Pianeti", esordisce dicendo: "Ma, a questo punto perché non fare anche il collegamento con ‘I nostri perché’ scritti da Al.? Sulla domanda ‘Perché solo sulla Terra c’è aria?’ si può fare un bottone che va al nuovo campo di testo, dove spieghiamo come si formò l’atmosfera terrestre!" Seguono una serie di interventi concitati:

Fra.: "A ogni domanda la sua risposta!!"

L.: "E’ mezz’ora che chiedo la parola per dirlo, l’avevo già fatto notare di là con la maestra Paola, ma mai che mi date retta..." [E’ vero: talvolta non diamo retta a L. perché... anticipa troppo i compagni]

L. e G., sovrapponendosi: "Ma come fare i bottoni sulle domande trascritte da Al? Vengono fuori da bottone e non possiamo fare bottone su bottone!".

G., senza attendere risposta: "Anche dal ‘Perché la pioggia talvolta è inquinata?’ ci si potrebbe collegare con il percorso di V. e M.!" ["L’inquinamento"]

Fr.: "E’ vero! Infatti hanno parlato di piogge acide... che bello che viene!"

J.: "Se rispondiamo a tutto, l’ipertesto diventa un intreccio pazzesco!"

L. ribadisce il problema tecnico, ha già un’idea per superarlo, gli chiedo di conservarla in un angolino della testa, con promessa solenne di ascoltarlo, stavolta. Chiedo a tutti di non dimenticare la nuova proposta di G. e Fr., ma di terminare prima la progettazione del collegamento "Pianeti - Atmosfera". Gli autori dei "Pianeti" si incaricano di redigere il nuovo testo da inserire e An. mi invita imperiosamente a iniziare la schematizzazione del percorso "Atmosfera" per poter indicare con la freccia verde il nuovo collegamento trovato.

G. e Ch., autori di questo percorso, hanno alcune difficoltà a ricostruire la mappa cartacea del loro prodotto [Infatti le loro videate non seguono una logica ripetitiva e la coerenza dei collegamenti è data da analogie di contenuti e approfondimenti: questo fatto origina una mappa asimmetrica e irregolare]. Per facilitare loro il compito consegno la stampa (preparata in precedenza) delle videate principali: questo aiuta tutti a scoprire alcune incoerenze e a proporre modifiche per migliorare la "leggibilità" del percorso. [Intanto V. e M., finora un po’ passivi, si consultano sulla proposta di collegamento riguardante il loro percorso].

Finalmente si può fare la freccia verde di andata: il collegamento da "Pianeti - videata Terra" a "Atmosfera - videata copertina" viene evidenziato con il pennarello; mi preparo a disegnare la freccia di ritorno in arancione, dicendo "Naturalmente il lettore può tornare a vedere il libro dei pianeti, se desidera concludere quel percorso prima di iniziare questo..." e scoppia una discussione inattesa. Tutti concordano sul fatto che il bottone di ritorno avrà come icona un piccolo mappamondo, icona che già caratterizza il percorso dei "Pianeti", ma c’è chi vorrebbe tornare non alla "videata Terra", bensì direttamente alla copertina generale dei "Pianeti", cioè al centro della mappa radiale; questo per "saltare" un passaggio ed evitare al lettore la noia del percorso inverso uguale...

Alla fine ci si mette "nella pelle del lettore" e si valuta che, per evitare di confonderlo, è meglio non cambiare strada, facendolo tornare esattamente alla videata da cui è partito... G., però, ha finalmente un’intuizione che agli altri sembrerà "geniale": "Non hanno senso le frecce di andata in verde e quelle di ritorno in arancione, in questo caso, perché il tutto dipende da dove partirà il lettore!" Vedendo i compagni un po’ perplessi, aggiunge: "Noi abbiamo cominciato dai "Pianeti", ma, quando l’ipertesto sarà terminato, un lettore potrà cominciare dall’Atmosfera" o da un qualsiasi altro percorso"

E’ Fr. il primo a capire cosa dice G.; lo rispiegano più volte ai compagni, aiutati anche da L.; non so quanti diventano pienamente consapevoli del significato di questa osservazione, ma alla fine Ch. osserva: "Questi collegamenti fra percorsi, nella mappa, diventano lunghi" [percorre con il dito la freccia].

L. aggiunge: "Il verso dipende da cosa si guarda per primo, sono "collegamenti grossi" da libro a libro". Quindi le frecce vengono modificate: diventano a doppia punta e bicolori. C’è una certa eccitazione e propongo, vista l’importanza della scoperta, (noto bambini che seguono tutte le frecce con le dita) di appendere il cartellone alle lavagne e di fare una pausa. R. e J., intervenute raramente nella discussione, trascorrono l’intervallo davanti al cartellone appeso.

Si riprende la discussione il giorno seguente.

G. chiede la parola: "Ho pensato che sulla mia copertina c’è il disegno degli strati dell’atmosfera, con la fascia di ozono: se ci faccio sopra un bottone trasparente, da lì mi posso collegare con V., che parla del buco nell’ozono."

Dice proprio "mia" e "mi posso collegare con V.", che è il suo più caro amico...

Il percorso che aggiungeremo per primo sul cartellone sarà quindi "L’inquinamento", per accogliere la proposta, ritenuta originale e logica, avanzata da G.

V. si entusiasma; iniziamo così a disegnare la "sua" mappa, pensata in realtà con M., ma entrambi faticano a ricostruire il percorso: è anche questa una mappa irregolare. La classe sembra annoiarsi aspettando, anch’io non ricordo più alcuni passaggi: per fortuna, grazie a L., ce la facciamo e V. comincia a litigare con i compagni su dove fare il collegamento con il percorso di G.: il bottone trasparente sulla fascia di ozono va bene, però V. non vorrebbe che finisse direttamente nella videata specifica, dedicata al buco nell’ozono: vorrebbe che il lettore finisse nella "copertina" del percorso "Inquinamento". [Il bambino non lo ammette esplicitamente, ma, in questo modo, vorrebbe obbligare il lettore a percorrere tutte le videate che sono state progettate da lui...] I compagni non sono d’accordo, ritengono la sua una proposta illogica; M., coautore del progetto non si pronuncia, forse per non contraddire il compagno. La classe passa "al voto" e V. si trova in netta minoranza; non accetta la votazione, sostiene che il "percorso" è suo e che anche M. (di cui finalmente ricorda la collaborazione) è d’accordo con lui (in realtà M. tace).

I compagni insorgono: "Sarà pure tuo il percorso, ma stiamo discutendo di un collegamento "grosso", e l’ipertesto è di tutti perché ci stiamo collegando uno con l’altro". Con questa affermazione decisa Ar. risolve la questione. V. manifesta la sua contrarietà rifiutando di occuparsi dell’inserimento di alcune nuove fotografie sulle conseguenze delle piogge acide, trovate da un compagno e gentilmente offertegli perché riguardanti l’inquinamento: ci penserà M. Cerco di riconciliare V. con il resto del mondo invitando i bambini, una volta in laboratorio, a valutare direttamente al computer quale soluzione sia migliore.

Non facciamo in tempo a disegnare tutto il percorso degli "Esperimenti", progettato da L., R., J., Mi., Arm. [ci sono, al momento, due "serie" di esperimenti, accomunate da una videata - copertina in cui si può scegliere quale esplorare: è un percorso incompleto, perché abbiamo in programma altre esperienze]

L. protesta, ma gli concediamo il tempo di "raccontare" la mappa del percorso: sa riconoscere che è una mappa ripetitiva perché ogni serie di esperimenti ha un’organizzazione analoga alle altre. Interviene Arm. a spiegare che non era possibile inserire in una sola videata la relazione completa su ogni esperimento, perché sarebbe stata troppo lunga; L. esplicita dicendo che la divisione delle varie esperienze in brevi sequenze descrittive ne rende più facile la lettura. R. comunica che le fotografie sono state scelte cercando di rispettare due criteri: dovevano essere chiare e, in ognuna, dovevano comparire possibilmente compagni diversi: così tutti i genitori avrebbero potuto ritrovare i propri figli. J. precisa che è giusto che ogni compagno si veda e che gli esperimenti sono piaciuti proprio a tutti.

La discussione si conclude cercando una soluzione al problema tecnico creato dai collegamenti con il percorso "Le nostre ipotesi".

"Non possiamo chiedere ad Al. di modificare totalmente l’impostazione che ha dato ai "bottoni" che attivano i "Perché": vi ha lavorato moltissimo". L. propone la sua idea: sulla videata di Al. si potrà aggiungere semplicemente un bottone che porta a una nuova pagina; su di esso si potrà scrivere, ad esempio: "Ti interessano le risposte trovate?" Cliccandovi sopra, compariranno, nella nuova videata, ancora tutte le domande, scritte sotto forma di elenco. "Su queste domande si potranno inserire i bottoni di collegamento!"

Fr. approva e Fra. dice: "Dalle domande si andrà direttamente nelle videate più adatte a rispondervi, non alle copertine dei percorsi, come avrebbe voluto fare prima V.!".

Tutti sono d’accordo [V. compreso: sta imparando a superare le sconfitte] e, rispondendo a una mia domanda, G. propone di adottare un punto interrogativo gigante come icona che caratterizzerà i collegamenti fra i "Perché" e le risposte. L’idea è accettata. Si conclude osservando che "La prossima volta dovremo portare in laboratorio il nostro iper-cartellone per spiegare alla maestra Paola le idee che ci sono venute e per realizzare i nuovi collegamenti e le modifiche che abbiamo programmato".

Osservazioni:

Durante la discussione si è risvegliata la voglia di "fare"; durante l’ultimo incontro in laboratorio sembrava che i bambini fossero scoraggiati all’idea di doversi ancora occupare di molti altri argomenti che rientrano nel tema "Aria": ci sono da organizzare, ad esempio, i percorsi di scienze relativi alla formazione dei venti e alla respirazione, o la presentazione dei "giochi volanti" che stanno costruendo nel laboratorio "Aquilonando"... La decisione di fermarsi a "contemplare" il lavoro svolto è stata probabilmente buona: sembra piacere molto questo rimuginare e "limare" quanto realizzato. Si è percepita la soddisfazione di vedere "un pezzo" finalmente concluso, con una sua fisionomia precisa.

Il lavoro seguente sarà forse più facile per tutti: il confronto delle idee, le soluzioni trovate, la messa in comune delle difficoltà e l’aiuto reciproco per superarle ha forse tracciato un cammino, ha permesso a chi era più disorientato di individuare una traccia su sui muoversi per l’organizzazione delle attività future.