Intervista al poeta G. Majorino

 

Barbara Pietroni: Oltre a quello giovanile, c'è un panorama più allargato, quello degli scriventi versi...

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Giancarlo Majorino: Sì, ho la portiera che crede che abbia un’azienda per tutta la posta che ricevo, per lo più di poeti, quindi sia testi pubblicati, sia testi non pubblicati. Ecco questa enorme moltitudine di persone che scrivono (ma si potrebbe anche dire: che pitturano, che fanno attività estetica o pressoché estetica) è enormemente cresciuta. Questo implica che purtroppo non si riesce a seguirli. Se uno appena appena è coscienzioso rimane male, ma... Io trent’anni fa, ma allora ricevevo poca posta, rispondevo proprio a tutti, perché mi sembrava che fosse un tesoro intimo di tale portata per ciascuno che non si potesse trascurarlo senza offendere. Adesso è diventato assolutamente impossibile. Non si riesce a leggere e a rispondere a persone che non siano o quelle che già stimi o qualcuno che arriva proprio appoggiato a fondo da tali pareri, che tu almeno un’occhiata gliela dai. Per cui questo crea vari tipi di discrepanze. Può succedere che una persona molto geniale, un poeta, un musicista, non trovi ascolto. Pubblicare per esempio in luoghi dove sai che un po’ ti devono leggere, nelle case editrici più importanti è diventato difficilissimo. Quindi tutte queste persone, che poi non sono solo giovani, sono persone di 40-50-60 anni, diventano un'enorme massa, qui si può usare davvero il termine “massa”, ma non in senso denigratorio. Quindi spesso si arrangiano tra loro, creando piccole riviste, piccole case editrici, ma effettivamente esiste una strozzatura.

Ci si potrebbe domandare come mai esista questa enorme, crescente folla di persone che scrivono, che hanno a che fare con le attività di tipo artistico. Io credo che si possa dare una risposta sia benevola, sia malevola. La risposta benevola è che, secondo me, ci si rende conto che il mondo dell’arte è un mondo splendente, magico. Non solo, ma ci sono domande inespresse, di tipo più generale, di mutamento, di una vita più felice, di una vita più intensa, che in qualche modo le si collega a questo. Quella più malevola è che in realtà, non potendo fare azioni vere di mutamento e vite davvero felici, ci si accontenti a titolo di surrogazione di queste cose. Poi ci saranno anche voglie di fruire di benefici o di avere rinomanza, ma insomma, sai, i giri dell’arte, quando sono davvero rigorosi, sono come sempre anticipanti, quindi non hanno mai tanta gente intorno a sé. Riconoscimenti, magari, vanno a persone che sono brave a metà e non vanno a quelli che stanno davvero cambiando le cose.

 

 

 

 

 

 

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SEZIONE: intervista   STATUS: completo   TEMPI DI LAVORAZIONE: dal 4/2003 al 2/2004

 

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