Sirena

Sirena di Giancarlo Majorino - Guanda 1976

"Nello sviluppo coerente, ma tutt'altro che schematico della poesia di Giancarlo Majorino -uno sviluppo le cui costanti sono, da un lato la politicità (insieme calcolata e rabbiosa) del rapporto-scontro con le dimensioni effettive del reale, dall'altro l'attraversamento spregiudicato e sempre fruttuoso della mutevole <attualità> linguistica -queste poesie d'amore organizzate intorno a un'invenzione quasi narrativa e scandite da una cronologia quasi reale, rappresentano un momento di sosta e, si direbbe, di silenzioso, furtivo arricchimento. Non che venga meno, in esse, quel primato dell'intelligenza e dell'ironia, quell'esemplare controllo (in funzione, non di rado, didascalica) dell'istinto e della materia, che costituiscono da sempre l'inconfondibile stile di Majorino; ma è come se l'autore ne avesse lievemente smussato le punte, addolcito le dissonanze, per lasciar filtrare in primo piano il sottile, l'amaro, il beffardo refrain dell'amore impossibile. Insomma, un Majorino apparentemente più morbido e malinconico, ma in verità, forse, ancora più tagliente del solito nel denunciare -anche contro se stesso o, meglio, contro il proprio sosia- le struggenti ambiguità, i futili orrori di un'eterna commedia borghese".

(testo tratto dalla quarta di copertina)

"Intorno alla grande raggiera di temi e di progetti suscitati dalla rivolta giovanile del '68, scrivo quasi contemporaneamente a "Scuola pubblica" (Equilibrio in pezzi) un altro e ben diverso libro, Sirena, però pubblicato nel 1976. 

E' una storia d’amore inventata, che nasce dalle discussioni con gli studenti, con i quali mi trovavo sempre più d'accordo e ai quali dicevo: "Sì, va bene, ma fino a quando le tentazioni sono del tipo "dire di no al papà", sono capaci tutti, ma se arrivasse una donna bellissima, ricchissima e vi proponesse di piantare lì tutto (sogno di rivoluzione incluso) e di andare con lei, voi che cosa fareste?".

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