Come

"Allontaniamoci venti o cinquanta o duecento chilometri dalla grande città per approdare nei paesi e nelle cittadine della infinita provincia italiana, decisi a cambiar vita, a rallentare i ritmi, osservando da vicino le abitudini e i modi, le potenzialità e gli sviluppi di un'esistenza a misura d'uomo". pag.22

"Le cronache dei mass-media ci mostrano il lento ma inesorabile esodo versi i paesini circostanti le grandi città, o addirittura il trasferimento di molte famiglie nelle cittadine di provincia… e in qualche caso nei paesi di poche migliaia di abitanti. Per non parlare di chi sceglie di abitare in aperta campagna, in barba allo stress e alla violenza della vita moderna". pag.18

"C'è chi si trasferisce a cinquanta, cento chilometri dal centro e preferisce la pendolarità all'amaro destino di convivere notte e giorno con smog e traffico. La villetta in campagna o nel paesino limitrofo, che consentono di dormire all'aria pura e poi semmai prendere il treno la mattina presto (sullo stampo delle abitudini inglesi, o americane) per raggiungere il posto di lavoro. Col piacere sottile di potersene andar via un'altra volta, la sera!" pag.61

"C'è da farsi trasferire in provincia, scegliendo sedi forse meno ambite per la carriera, ma certamente adatte a un nuovo tipo di vita… C'è chi addirittura va in pensione e si mette in proprio, semmai per aprire un'azienda agrituristica o un ristorante o una produzione agricola… Non solo, ma adesso ci sono le nuove tecnologie, l'internet, il lavoro computerizzato a distanza che permette di restarsene a casa pur rimanendo collegati via cavo alla ditta, alla sede centrale". pag.62

i brani sono tratti dal libro "Elogio della provincia" di Francesco Paolo Tanzj

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