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SAlcune
testimonianze su Alberto Bongini
“Ancora una volta la contrapposizione è creatrice di vita. Ne deriva un
movimento appena suggerito, un’intenzionalità: le superfici di smalto
sembrano quasi volersi sollevare dalla tela, prese in un movimento
reciproco sembrano volersi rincorrere forse per fondersi, per inglobarsi
o forse per sfuggirsi. Ma è un movimento calibrato, meditato come quello
del gesto che l’ha prodotto, come quello del gocciolamento controllato
dello smalto che cade dal pennello o dalla lama che l’artista utilizza
(...)”. Laura Montabone
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“Che cos’è il bianco per Alberto Bongini se non il futuro che si
materializza? Questo non-colore, somma di ogni cromatismo rappresenta
forse per l’artista il futuro ultimo, l’Assoluto, l’Eterno.
Un’idea apparentemente ancorata a quel concetto tanto cristiano di Luce
Divina, ma che potrebbe ugualmente trovare riscontro nell’associazione
tra il bianco e la morte presente nelle filosofie orientali. Entrambi e
nessuno, probabilmente, a patto però che il viaggio verso l’Assoluto non
lo si compia in solitudine, a patto che non sia un’ascesi individuale”.
Valentina Leone
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“ ... presenza fugace, in Versilia; nella Versilia dell’Arte Alberto
Bongini c’è stato poco; anzi, forse il periodo più lungo, maggiormente
intenso, credo che ultimamente sia stato proprio in occasione d’una
mostra ‘storica’ intitolata “L’estate incantata / La Versilia nelle
opere di Dazzi, Carrà, Soffici” a Forte dei Marmi. Il passato e
l’attuale – lo abbiamo notato – in lui coesistono, basti ricordare quei
colloqui avuti con alcuni storici dell’arte e scrittori in quei giorni
relativi all’evento fortemarmino, e pure la curiosità, così la
definirei, per altre mostre d’avanguardia e per un ambiente unico col
mare, la campagna e le Alpi Apuane bianche nelle ferite marmoree.
A Marina di Pietrasanta sono nati alcuni disegni su carta pregiata e
quadri di piccole dimensioni davvero belli, specchio di una personalità
indubbia, ‘viaggio’ nel quale egli sa dare e dire di sé agli altri ...”.
Lodovico Gierut
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“Anche dove le cromie sono più accese e i contrasti decisi non c’è
violenza espressiva, la gestualità è sempre controllata e si esprime in
tocchi minimi di colore. Domina una simmetria che crea rispondenze di
forme e di colori, mentre l’uso di smalti, colori acrilici, pigmenti
naturali e cera anima la superficie pittorica, crea una vibrazione sulla
tela, un delicato effetto materica, una preziosità che ricorda un ricco
tessuto orientale”. Arianna Castagno
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“Lo spazio è l’oggetto della ricerca di Bongini: ora drammatico, ora
dinamico, ora statico, ora calibrato, il suo è spazio emotivo. Ecco
allora scaturire dai sogni variazioni di intensità cromatica, ritmi,
direttrici di aggregazione, punti di smalto vivi e puri strettamente
funzionari all’immagine”. Roberto Alfredo Pera
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