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L’organizzazione insediativa della zona risente dello schema impostatosi nel passato

preindustriale, il quale a sua volta si modella a quello della regione lariana. Esso prevedeva, in corrispondenza di slarghi intervallivi, un centro urbano, situato nella posizione più favorevole, circondato da un rosario di centri minori ai piedi della scarpata che chiudevano la conca, oppure sui primi terrazzi su di essa prospicienti. È questo il caso della conca di Lecco con la sua corona di paesini (Pescarenico, Belledo, Germanedo, Acquate, Olate ecc.) ma anche, con i dovuti adattamenti, della fascia costiera tra Abbadia e Mandello con i centri pedemontani di Nevègolo, Linzànico, Crebbio, Lombnino ecc.

La città moderna si è sviluppata su questo schema, espandendosi dapprima in direzione dei centri minori più vicini e successivamente colmando gli interstizi interni a questi assi di sviluppo. Tra gli effetti di questo processo vi fu l’inglobamento nel tessuto urbano degli stabilimenti industriali. Un asse espansivo di grande sviluppo è stato quello del Gerenzone, in direzione di Laorca, la cui crescita, pur tra le numerose difficoltà morfologiche, si è ormai estesa fino a Ballabio. Pure in questo Comune l’insediamento si è ben sviluppato tra i due nuclei comunali, l’inferiore e il superiore.

Questo processo espansivo della città ha permesso la conservazione di un certo valore a quegli edifici che, avendo una originaria destinazione agricola, andavano incontro ad un grave processo di obsolescenza. L’antica struttura edilizia dei centri minori, pur subendo ampi e profondi rimaneggiamenti, si è conservata. Ciò spiega almeno in parte l’elevato tasso di vetustà degli edifici lecchesi, un quarto dei quali è stato edificato prima del ‘20. lI godimento delle abitazioni mediante locazione è molto diffuso, ma essenzialmente nel centro urbano. Via via che si risalgono i versanti o si costeggia il lago il fenomeno diventa insignificante.