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La chiesa di santa Lucia è stata costruita nel 1580. Nel 1866 il Convento di S. Lucia fu soggetto alla Legge di soppressione. La suddetta legge trasferiva i beni dei Religiosi al demanio, il quale soppresse la Cassa ecclesiastica e in sua vece istituì il Fondo del culto. Per "beni" si intendevano gli immobili e i mobili: terreni; fabbricati, oggetti d'arte, archivi, e biblioteche, da conservarsi in loco. In sintesi: i religiosi dovevano andar via con il solo abito addosso. E' stato tramandato che il convento, destinato ad "un istituto" di beneficenza", in realtà fù affidato a dei privati, i quali vi posero, prima, una conceria e poi un caseificio. I muri, impregnati di sale, perdettero completamente l'intonaco e misero a nudo le pietre, le quali in molte parti crollarono; i pavimenti furono corrosi e distrutti. I tetti, lasciati in abbandono, precipitarono e l'acqua piovana invase gli ambienti facendo marcire porte e finestre. Pare che più tardi, sotto le volte in mattone, (refettorio e parte del chiostro) vi riparassero pecore e porci. L'11 aprile 1937 I Frati minori rientrarono in convento. La condizione dei locali era carente: sarebbe stato meglio e più economico costruire un nuovo convento anziché riparare questo vecchio. Ma l'intendenza delle Belle Arti di Cagliari aveva imposto di ricostruire, ovviamente a spese dei Frati, l'edificio che, per l'antichità, è uno dei più caratteristici della zona. La chiesa di S. Lucia è diventata parrocchia il 2 ottobre 1977, con una solenne concelebrazione presieduta dal vescovo diocesano S.E. Mons. Antonio Tedde, la comunità francescana di S.Lucia fu ufficialmente chiamata ad inserirsi nella pastorale diocesana attraverso la missione speciale della "parrocchia". La comunità ecclesiale sangavinese, presente in gran numero alla cerimonia, ha ascoltato con attenzione la bolla di erezione della chiesa di S. Lucia parrocchia, eletta solennemente dal Delegato Vescovile Mons. Mario Meloni, come prescritto dalla liturgia.
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