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Il manuale dell'animatore del Reddito Vitale
La politica
oggigiorno |
Per anni siamo stati convinti che
"politica" significasse parlamento, partiti, "nella misura in cui" e
Andreotti. Per anni fare politica significava: o far carriera o farsi del male. Per un
sacco di tempo abbiamo scansato questa cosa come la lebbra. Con il nostro ragazzo e le
cose belle della vita centrava come Cossiga con la sinistra.
Ebbene avevamo completamente torto!
Ma la cosa bella e che avevamo anche tremendamente ragione. Insomma un casino. E adesso ci ritroviamo in
questa scalognata situazione. Però ci siamo salvati le cellule celebrali da una delle
maggiori scassabubbolate del secolo scorso.
Ora no.
Dopo i fatidici movimenti degli anni70 abbiamo compreso che occuparsi della
propria contentezza, dei desideri, del sesso, della medicina, della casa, dell'ambiente
era contemporaneamente affare privato e pubblico. Politico.
Il mondo si è sconbussolato un bel po'. Le sicurezze
della società stabile, del Fordismo,
del lavoro fisso, dello stato nazionale si sono andate a fare un giro. Il giro della
"globalizzazione" e della
"flessibilità" (ma come
parlo alla moda!). Volenti e nolenti, anche se non ci fregava niente del vicino e del
mondo, dobbiamo occuparci di quello che sarà dei noi. Dal mutuo per la casa alla
pensione.
La comunicazione modifica società e politica. Il mondo di D'Alema,
Berlusconi e Fini è sempre + lontano dagli affari nostri. Quei vecchi babbioni sono così
lontani dalla realtà e insicuri che può succedere qualunque cosa. Persino che diano
retta alla gente "senzasoldi". Oltre che ai cobas del latte...
Allora...
| massimo
risultato con minimo sforzo |
E' incredibile come un enorme parte della
"classe politica" ci disgusti ed insieme sia così importante x noi. E anche
quanto sia staccata e suscettibile agli influssi dell'"opinione pubblica" e
della sua rappresentazione.
La Politica oggigiorno è condizionata da
innumerevoli fattori. Azione delle lobby, sondaggi, mass media si intrecciano, affiancando
i canali tradizionali di formazione delle decisioni politiche (parlamento, partiti,
istituzioni)1. In passato
la lotta politica si svolgeva esclusivamente (o quasi) in piazza: comizi, cortei,
manganellate. Lo scontro era frontale e faticoso.
Ora invece non ci capiscono più
un ciufolo. Basta
l'intervento di un'associazione, l'arrivo di qualche centinaio di fax, il titolo di un
giornale per mandare al macero qualsiasi "decreto salvaladri"2. Potrei raccontarvi la storia (vera)
dell'Università "La Sapienza". L'Ateneo aveva impedito la richiesta di
"esonero delle tasse" a parecchi iscritti ad una facoltà. Un gruppetto di
studenti (3 o 4 al max) oltre ad incazzarsi si mosse. Qualche foglio fotocopiato attaccato
ai muri e qualche giorno di raccolta firme. Poche telefonate a giornalisti. Risultato: un
articolo (sul messaggero) e una lettera-petizione (al rettore). Il rettore (...) si
svegliò dal rigor-mortis e sistemò tutto. In pochi giorni!
Questo idiota apologo o esipodio non vi
avrà convinti. La posta in gioco e la grandezza del "nostro" problema è
tutt'altro, certo. Però è chiaro come un intervento minimo può, in questo marasma,
conseguire grandi risultati. Basta crederci un pochino, e mettersi insieme ("sì, ma come?"). In fondo il sussidio di disoccupazione è una
realtà da anni in "Europa". Il "reddito minimo è allo studio e stanno
andando già in questa direzione:
gli serve solo una
spintarella!!
Prima di cominciare a sollazzarvi con la pratica,
vorrei essere chiaro. Come si vede da queste pagine (e in questo sito) non vi propongo
niente di serio. Questa, come ha detto quello, è davvero "l'ultima battaglia del
Lavoro"3. L'ultimo conflitto
"capitale-lavoro" o se preferite poracci-ricconi (oppure
conservatori-progressisti).
Però è anche la battaglia per vivere meglio. Per
smetterla di fare le battaglie. Allora nessuno "scontro" o "lotta"
dura. Preferiamo gioiose feste mascherate in piazza a lunghi e pizzosi cortei. Le
pernacchie ai manganelli. Una politica allegra, non ufficiale, divertente, comica. Una comitica.
E come neologismo fa schifo anche a me.
Il ridere e l'(auto)ironia ha anche alcuni vantaggi
pratico-strategici. Eviteremo quella stagnazione celebrale chiamata dibattito interno,
dogmatismo, settarismo, conservatorismo, ismismo (l'abitudine di scrivere tutte parole che
finiscono x "ismo").
Chi ride passa meglio il tempo, confronta + facilmente le
proprie opinioni, becca meno manganellate, viene fotografato/a + spesso, rimorchia...
tutte cose che ci sono molto utili in questo caso. Allora
- non abbiamo certezze e parole incrollabili (meglio
tante idee che una sola).
- l'organizzazione (se ci sarà) è a rete ( che è anche trendy)
- i partecipanti sono animatori, cioè creatori di feste e inventori di giochi x
fare cose importanti, e non seri ed incazzosi militanti.
- ognuno può fare come gli pare. Cioè nessuno è
vincolato a queste idee, potete anche incazzarvi ed essere diversi da me, l'importante è
il risultato:
...i soldi !!
| Note
| 1. Mamma mia come mi è venuta bene questa frase! Sembra
quasi una citazione per quanto sa di testo stampato. Cercherò qualche riferimento... back |
| 2. Vi ricorderete senz'altro il famoso decreto Biondi
rispedito al mittente con un piccolo movimento del "popolo dei fax". back |
| 3. Agostino Mantegna, Andrea Tiddi Reddito di
cittadinanza verso la società del non lavoro. Vedi in giro. back |
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