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GLI INCENTIVI FISCALI COME VOLANO PER LA CRESCITA
Il quadro socio-economico che si sta profilando
per la Sardegna nei prossimi anni, alla luce di quanto emerge
nei primi due capitoli di questo DPEF, può essere riassunto
nel seguente modo. Dai dati ufficiali di contabilità
economica nazionale recentemente pubblicati dallIstat
emerge una moderata tendenza allo sviluppo, con unaccelerazione
particolare nel 1997. Se tale tendenza venisse confermata
anche per gli anni successivi al 1998, cosa peraltro molto
probabile, soprattutto se si tiene conto che gli anni 1999-2000
sono, come si è visto, anni di congiuntura favorevole
a livello europeo e nazionale e che nel corso del 2000 sono
migliorati gli indicatori regionali delloccupazione,
se ne conclude che la Sardegna, dopo il 2006, potrebbe entrare
nella fase di fuoriuscita (phasing out) dallobiettivo
1 del Quadro Comunitario di Sostegno (QCS).
Il precedente DPEF ha argomentato lesigenza
di spostare laccento dallincentivazione finanziaria
a quella fiscale nella politica di sviluppo dellisola,
secondo una concezione di efficacia degli strumenti di sostegno
allo sviluppo che ha poi in larga misura coinciso con le iniziative
del governo nazionale, inserite nella legge finanziaria 2001
(Art.8 della legge 23 dicembre 2000, n.388).
Sul versante regionale, lo spostamento di enfasi
dallincentivazione finanziaria a quella fiscale è
stato introdotto operativamente con la legge finanziaria regionale
2001 ed inserito in un collegato alla manovra economico-finanziaria,
concernente la Disciplina dellimposta regionale
sulle attività produttive (IRAP), che allArt.10
e seguenti ha previsto un meccanismo dincentivazione
fiscale degli investimenti basato (per il 50% del contributo
ammesso in conto capitale dalle vigenti leggi dincentivazione
settoriale) sul credito dimposta in conto IRAP, da far
valere in sede di dichiarazione dei redditi.
Limprimatur della Commissione europea
a questa che si configura come una vera e propria svolta storica
nelluso degli incentivi allo sviluppo delle aree arretrate
è stato dato inizialmente con una comunicazione del
19 settembre 2000 e confermato definitivamente con la nota
286841 del 13 marzo 2001. A seguito di tale nota, lAgenzia
delle entrate, con la Circolare n. 41/E del 18 aprile 2001,
ha reso operativo lintero meccanismo dellincentivazione
fiscale sostitutiva di quella finanziaria a favore degli investimenti
effettuati nelle aree arretrate del paese.
Ma questo che pur si configura come un primo
grande successo potrebbe non essere sufficiente per far decollare
effettivamente lo sviluppo socio-economico del Mezzogiorno
e, in particolare, della Sardegna. Partendo da esso, anzi,
e considerandolo solo come una tappa intermedia, lintero
percorso di totale cambiamento nelle politiche regionali di
sviluppo è destinato a compiersi integralmente soltanto
con lapplicazione di un regime fiscale differenziato
territorialmente tra le varie aree del paese.
Un tentativo in questa direzione, che per il
momento non è andato in porto, è stato compiuto
quando nello scorso mese di dicembre, in sede di approvazione
della legge finanziaria nazionale, il governo ha posto alla
Commissione europea il quesito di applicabilità di
unaliquota IRPEG differenziata a favore del Mezzogiorno,
come anticipazione di una riduzione generalizzata di questo
tipo dimposta da estendere in un secondo momento a tutto
il paese. Come noto, la risposta della Commissione al quesito
del governo in quella occasione fu negativa, ma si ha motivo
di ritenere che del problema si possa ridiscutere anche a
breve scadenza col nuovo governo ed il quesito possa essere
riproposto alla Commissione europea, anche alla luce dellevoluzione
dellinterpretazione della normativa comunitaria riguardante,
da un lato, la regolamentazione degli aiuti di stato e, dallaltro,
linterpretazione da dare al codice di condotta
sulla fiscalità delle imprese nellambito dellUnione
Europea.
In Italia, le agevolazioni fiscali per finalità
di sviluppo economico hanno tardato notevolmente a farsi strada.
Sino allapprovazione dellultima legge finanziaria,
esse erano previste dalle leggi 341/95 e 266/97, la prima
riservata alle regioni del Mezzogiorno ed alle altre aree
depresse del paese, mentre la seconda estesa allintero
territorio nazionale. Con la legge 341/95 vengono inseriti
per la prima volta nella normativa nazionale dincentivazione
degli investimenti nelle aree depresse i benefici fiscali
da concedere in forma automatica. Il beneficio viene concesso
sotto forma di bonus fiscale o credito dimposta ed è
riservato, nei limiti di disponibilità decisi dal CIPE,
alle imprese dellindustria estrattiva e manifatturiera
che ne facciano richiesta per lacquisto di nuove attrezzature
o di nuovi macchinari e impianti.
Ma gli incentivi fiscali così come sono
attualmente regolamentati dalla legge 266/97 non creano una
forte convenienza aggiuntiva per la localizzazione dei nuovi
investimenti nel Mezzogiorno piuttosto che nelle regioni del
Centro-Nord. Per non parlare dellassenza di convenienza
alla localizzazione degli investimenti esteri nel Mezzogiorno,
che sono decisamente spiazzati dalla concorrenza fiscale di
altri paesi e regioni europee a fiscalità dimpresa
molto più contenuta che in Italia, come sono appunto
lIrlanda e la Spagna.
In parte, il legislatore ha cercato di ovviare
a questa situazione con la legge finanziaria del 1999 (legge
448/1998), che allarticolo 5 prevede lestensione,
nella misura massima consentita dallUE, dei benefici
fiscali già previsti dalle leggi 341/95 e 266/97 ai
soggetti titolari di reddito dimpresa partecipanti ai
contratti darea, ai patti territoriali e ai contratti
di programma. Larticolo 3 della legge 448/1998, inoltre,
estende gli sgravi contributivi già previsti dalla
precedente normativa, mentre larticolo 4 prevede incentivi
fiscali sino a tre milioni di lire per nuove assunzioni effettuate
nel triennio 1999-2001 da parte delle PMI nelle aree ad elevato
tasso di disoccupazione.
Nel corso del 2000, il governo si è posto
il problema dello squilibrio delle incentivazioni alle attività
produttive esistente a favore del Centro-Nord ed ha cercato
di ovviarvi con alcune proposte che sono state sottoposte
al vaglio della Commissione europea. In un primo momento,
pur respingendo lipotesi di un regime fiscale differenziato
a livello regionale, la Commissione ha accettato in via di
principio che anche le agevolazioni fiscali potessero essere
utilizzate in misura maggiore che in passato per finalità
di sviluppo economico regionale. Sulla base di questi presupposti,
il governo con la legge finanziaria 2001 ha introdotto nella
legislazione dincenti-vazione a favore del Mezzogiorno
i seguenti tre provvedimenti: credito dimposta a favore
dei nuovi investimenti, credito dimposta sui nuovi assunti
ed incentivi per lemersione del lavoro nero. A tali
provvedimenti, allora solo ipotizzati, si è fatto cenno
anche nel DPEF regionale 2001-2003.
Il credito dimposta a favore dei nuovi
investimenti nel Mezzogiorno è attualmente previsto
dallart. 8 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge
finanziaria 2001) e la sua applicazione è regolamentata
dalla Circolare n. 41/E dellAgenzia delle entrate. Esso
si applica nella misura massima dellintensità
daiuto per finalità di sviluppo economico regionale
previsto dalla decisione della Commissione europea del 13
marzo 2000 (GUCE serie C 175 del 24 giugno 2000), che è
stato fissato, per le grandi imprese, nel 35% (50% solo per
la Calabria) del massimale globale di copertura della Carta
degli aiuti a finalità regionale per il periodo 2000-2006,
maggiorato di un ulteriore 15% a favore delle piccole e medie
imprese (PMI).
Il credito dimposta non è cumulabile
con altri aiuti di stato a finalità regionale o con
altri aiuti a diversa finalità che abbiano ad oggetto
i medesimi beni che fruiscono di tale beneficio. Come noto,
per aiuto di stato sintende ogni possibile
beneficio, che incide direttamente o indirettamente sulle
risorse pubbliche sotto forma di maggiori spese o di minori
entrate, conferito ad unimpresa operante sul mercato
da un atto della pubblica autorità che sia finalizzato
ad attenuare o ad eliminare oneri che gravano su unimpresa
in condizioni normali di libero mercato.
Fanno eccezione a questa regola e perciò
sono cumulabili con il regime agevolativo in questione gli
aiuti che soddisfano i criteri della cosiddetta regola del
de minimis, cioè gli aiuti che sono dimporto
così poco elevato (non oltre i 100mila €) da non
avere un impatto sensibile sugli scambi e sulla concorrenza
fra stati membri, per i quali peraltro non esiste lobbligo
di notifica alla Commissione europea. Perciò, qualora
la Regione sarda volesse cumulare ulteriori misure agevolative
regionali al credito dimposta previsto dallarticolo
8 della legge 388/2000, ciò potrebbe essere fatto allinterno
della regola de minimis. Ciò è esattamente quanto
è stato previsto anche dallarticolo 12 del collegato
alla finanziaria regionale 2001 che disciplina, come si è
già detto, la possibilità di ottenere il riconoscimento
di un credito dimposta in conto IRAP da parte delle
imprese localizzate in Sardegna che promuovano nuovi investimenti
nei settori dellindustria, del turismo, dellagroindustria
e dellartigianato, credito dimposta previsto dal
collegato nella misura del 50% dello stesso investimento.
Pertanto, con lapprovazione della legge
388/2000, una modifica nella concessione delle incentivazioni
a favore di quelle automatiche di natura fiscale e, più
in generale, luso della politica fiscale per finalità
di sviluppo economico regionale sono diventate, anche a livello
nazionale, una delle chiavi di volta necessarie per attirare
gli investimenti internazionali verso le aree depresse del
paese e per avviare così a soluzione lannoso
problema del loro sviluppo economico e sociale.
Linfluenza degli incentivi fiscali
nel catturare gli investimenti internazionali
Limportanza spesso decisiva degli incentivi
fiscali nellinfluenzare le decisioni dinvestimento
delle imprese è confermata da numerose indagini empiriche,
di cui la principale è il Rapporto Ruding, pubblicato
dalla Commissione europea nel 1992, basato su 965 interviste
ad altrettante imprese di tutti i paesi comunitari e di alcuni
paesi allora non comunitari (Austria, Finlandia, Islanda,
Svezia e Svizzera). Tra le principali conclusioni vi è
che la fiscalità è un fattore importante nella
scelta del paese in cui realizzare un dato investimento ed
ha un marcato effetto distorsivo sulle decisioni di localizzazione
degli investimenti. Inoltre, i costi legati alla pianificazione
fiscale e allapplicazione della legislazione fiscale
internazionale si equivalgono a quelli relativi agli adempimenti
fiscali nazionali, per cui tali costi non rappresentano una
barriera alla mobilità dei capitali.
Più recentemente, nel 2000, la Asses,
Change & Transfer Limited ha intervistato 140 top managers
britannici per conto dellICE di Londra sui fattori più
importanti nella scelta di localizzazione dellinvestimento:
al primo posto vi è la dimensione di mercato, al secondo
vi sono con pari peso la stabilità politica
ed il costo del lavoro, al terzo sempre con pari peso,
il sistema fiscale e la presenza di lavoro qualificato. Gli
incentivi finanziari si collocano solo al quarto posto, assieme
alla produttività del lavoro.
Perciò, anche se il fattore fiscale non
è certamente il solo ad essere preso in considerazione
nelle decisioni dinvestimento, è tra quelli più
influenti. Più esattamente, il fattore che influenza
le decisioni delle imprese è il cosiddetto residuo
fiscale, cioè la differenza tra il valore dei
servizi pubblici erogati ed il carico fiscale, così
come viene percepito dallinvestitore.
Le scelte della Regione
Il problema, a questo punto, è capire
in che modo una regione possa usare la leva fiscale senza
violare larticolo 90 del Trattato CE, che fissa il principio
di non discriminazione fiscale relativamente ai beni prodotti
in altri stati membri. Il problema sorge quando la variabile
fiscale crea distorsioni economiche, nel senso che modifica
le scelte di convenienza degli operatori. Un sistema fiscale
è definito neutrale quando non crea distorsioni
economiche, ovvero loperare del prelievo fiscale esercitato
dai diversi stati non influenza la scelta del contribuente
tra leffettuare linvestimento nel proprio stato
di residenza, oppure allestero (stato della fonte).
Come noto, il 1 dicembre 1997, il Consiglio
ECOFIN, al fine di realizzare un primo tentativo di coordinamento
delle legislazioni fiscali nazionali relative alla tassazione
delle imprese, ha approvato il Codice di condotta Monti, che
prende il nome dal commissario allora competente per materia.
Il codice impone agli stati membri di adottare tutti i provvedimenti
interni necessari per eliminare le misure fiscali che, agevolando
determinate categorie dimprese, creino di fatto incentivi
alla localizzazione in particolari territori della Comunità.
Il provvedimento comunitario esemplifica le
varie ipotesi di misure pregiudizievoli, specificando che
rientrano nel campo di applicazione del codice le agevolazioni
in generale e quelle riservate esclusivamente ai non residenti
in particolare. Il codice prevede, altresì, un impegno
dei singoli stati a evitare di introdurre nuove forme fiscali
pregiudizievoli e a smantellare quelle esistenti attraverso
una sorta di monitoraggio interno della propria normativa
(punti C e D). Una delle poche eccezioni ammesse è
costituita dalle agevolazioni locali adottate a sostegno di
particolari regioni, ove però queste vengano considerate
compatibili (punto G). Questo punto è di particolare
interesse per la Sardegna. Il codice prevede, infatti, che
quando le misure fiscali sono utilizzate per sostenere lo
sviluppo economico di determinate regioni, sarà valutato
se queste misure sono proporzionali e mirate rispetto allobiettivo
da raggiungere.
La Commissione si è impegnata a pubblicare
i suoi orientamenti per lapplicazione delle norme relative
agli aiuti di stato alle misure di tassazione diretta delle
imprese. Sta quindi alla Commissione valutare in che termini
e con quali modalità gli incentivi finalizzati alla
promozione di nuove attività produttive nelle aree
depresse della Comunità, configurabili come aiuti di
stato, possano essere concessi, oltre che sotto forma di agevolazioni
finanziarie, anche sotto forma di agevolazioni fiscali. Spetta,
quindi, alla Commissione valutare, di volta in volta, se le
proposte di eventuali sgravi fiscali siano configurabili come
aiuti di stato e, perciò, siano compatibili col codice
di condotta Monti.
Nel caso della trasformazione degli attuali
incentivi finanziari in corrispondenti incentivi fiscali,
il parere della Commissione è stato positivo, il che
costituisce un primo importante passo compiuto verso una maggiore
razionalizzazione ed efficienza del sistema degli incentivi
per la promozione di nuovi investimenti nelle aree depresse.
Tale tendenza è perfettamente in linea con limpostazione
della politica regionale a favore degli incentivi fiscali
che la Regione ha dato al DPEF 2001-2003, impostazione che
ha preceduto temporalmente quanto deciso a livello nazionale
ed europeo negli ultimi mesi del 2000 e poi codificato nella
legge finanziaria nazionale per il 2001 (L.388/2000).
Ma la razionalizzazione degli incentivi e la
loro trasformazione in incentivi fiscali non basta per la
soluzione del problema dello sviluppo economico delle aree
arretrate del paese. A tal fine, è necessario che tutta
la politica fiscale sia orientata al perseguimento di tale
obiettivo, come dimostra il successo dei paesi, come lIrlanda,
dove questo è avvenuto. La razionalizzazione degli
incentivi può costituire, al massimo, solo una tappa
intermedia, anche se molto importante, ma non certo la tappa
finale.
Lattuale orientamento di fondo della Commissione
UE è che quando unagevolazione fiscale
è legata agli investimenti in una regione assistita
ai sensi delle disposizioni sugli aiuti di stato (come nel
caso della Sardegna), la Commissione può autorizzarla
solo se contribuisce in modo trasparente a sostenere gli investimenti
nella regione sfavorita. E questo il caso di misure
fiscali che riducano le spese correnti delle imprese, purché
specificamente collegate a nuovi investimenti o occupazione,
senza così costituire meri aiuti al loro funzionamento.
Peraltro, va detto che lintervento della
Comunità ha costretto solo molto tardivamente un paese
come lIrlanda a ridimensionare la propria politica fiscale
aggressiva e distorsiva della concorrenza, con lintroduzione
nel 1999 di una riforma fiscale che unifica le aliquote al
12,5% per tutte le imprese, nazionali ed estere; inoltre tale
riforma entrerà in vigore nel 2002. Nel frattempo lIrlanda
ha praticamente risolto i suoi problemi di sviluppo e di occupazione:
il reddito pro capite irlandese, infatti, misurato in parità
di potere dacquisto, è passato dal 73,3% di quello
medio europeo nel 1990, analogo allora a quello del Mezzogiorno,
al 114,3% nel 2000, superiore in tale anno di 12 punti percentuali
a quello medio britannico e di 15,4 punti percentuali a quello
medio italiano.
In conclusione, si può sostenere che
non solo le agevolazioni fiscali per finalità di sviluppo
economico regionale sono compatibili con le regole comunitarie,
ma più in generale che gli incentivi fiscali e la politica
fiscale sono strumenti irrinunciabili dintervento per
la promozione dello sviluppo delle aree depresse. Ciò
che si può fare, al riguardo, non è aggiungere
incentivi fiscali alle altre categorie dincentivi finanziari
esistenti e di cui già godono le imprese che si localizzano
nelle aree depresse del paese. Si possono piuttosto sostituire
gradualmente, non necessariamente in modo totale, i contributi
in conto capitale erogati a fondo perduto con nuove forme
dincentivazione basate sulle agevolazioni fiscali (bonus
e sgravi fiscali), fermi restando i limiti massimi dintervento
fissati dallUE con riguardo agli aiuti di stato. Peraltro,
entro tali limiti si può pensare che anche le regioni
possano concedere incentivi fiscali regionali ad integrazione
o in alternativa a quelli previsti dalla normativa nazionale.
A differenza dei contributi in conto capitale,
che necessitano di una lunga istruttoria che dura mediamente
dai tre ai cinque anni, gli incentivi fiscali possono essere
concessi automaticamente sotto forma di crediti dimposta
ed essere quindi fatti valere immediatamente in sede di liquidazione
delle imposte dovute al fisco. Questo loro automatismo non
solo consente di annullare i tempi e i costi distruttoria,
ma consente altresì di eliminare i problemi di clientelismo
legati alla gestione discrezionale dei contributi e dei finanziamenti
a tasso agevolato. Il credito dimposta, infatti, può
essere fatto valere dalle imprese subito al verificarsi dellevento
cui è legato, come ad esempio leffettuazione
di nuovi investimenti, la creazione di nuove attività
o lassunzione di nuovi lavoratori.
La scelta della Regione è pertanto quella
di consolidare gli incentivi fiscali introdotti dalla finanziaria
2001, che prevedono esenzioni dellIRAP a favore delle
imprese che realizzano nuovi investimenti in Sardegna, sostenendo
in misura ancora più decisa che in passato lazione
del governo volta ad ottenere il riconoscimento da parte dellUE
allapplicazione di una fiscalità differenziata
a favore delle regioni del Mezzogiorno, per finalità
di sviluppo economico e di riequilibrio territoriale.
LA POLITICA DI RILANCIO DELLE INFRASTRUTTURE
I dati generali
La dotazione di efficienti infrastrutture a
rete (trasporti, energia, acqua e telecomunicazioni) come
è noto è una pre-condizione necessaria per determinare
il potenziale di sviluppo di unarea.
Una migliore dotazione infrastrutturale costituisce
infatti una fonte di esternalità positive per lo sviluppo
di un territorio, accrescendo la redditività dei fattori
di produzione e/o abbattendone i costi di acquisizione. Inoltre
la dotazione infrastrutturale, intesa come fruizione e livello
qualitativo dei servizi, è un elemento costitutivo
della qualità della vita e quindi del grado di competitività
complessiva di unarea.
Pertanto linvestimento nel potenziamento
delle reti infrastrutturali costituisce un aspetto ed un obiettivo
rilevante delle politiche di sviluppo.
Ciò che contraddistingue la regione Sardegna
è il pesante gap rispetto alla situazione generale
delle regioni italiane, risultando quella sarda la dotazione
più carente fra le regioni del Mezzogiorno.
Da recenti indagini svolte a cura dellIstituto
Tagliacarne, fatta 100 la dotazione fisica dellItalia,
si evidenzia lo scarto esistente non solo rispetto alle macro
aree del Paese, ma anche rispetto allo stesso Mezzogiorno:
In tale contesto la politica di intervento si
basa sul superamento della debolezza della rete infrastrutturale
mediante la realizzazione di alcuni fondamentali programmi
di intervento riguardanti le infrastrutture.
Trasporti
Lobiettivo di completamento del Corridoio
Plurimodale Sardegna-Continente, recentemente assunto anche
in sede di Piano Nazionale dei Trasporti, consente di riassumere
limpegno dellAmministrazione Regionale per una
effettiva ottimizzazione delle fondamentali infrastrutture
di trasporto, secondo una strategia a sua volta articolabile
in 4 essenziali obbiettivi:
- lottimizzazione delle dotazioni Portuali, ed aeroportuali.
- il completamento della maglia viaria fondamentale
- il riequilibrio modale e la riconduzione della rete ferroviaria
agli standard Europei
- il governo della mobilità entro i maggiori contesti
urbani, affrontando i nodi della congestione urbana anche
attraverso un netto incremento di concorrenzialità
da parte dei servizi di mobilità pubblica.
Per ciò che attiene linfrastruttura
aeroportuale, va certamente sottolineata limportanza
degli interventi in corso per ladeguamento delle Aerostazioni,
posti in essere con il precedente programma operativo nazionale
1994-99,sullo Scalo di Cagliari-Elmas (103 miliardi), di Olbia-
Costa Smeralda (51,3 mld), di Alghero Fertilia (40 mld), pur
dovendosi segnalare, particolarmente per lo scalo di Cagliari,
leffettiva difficoltà rispetto alla tempistica
richiesta dallUnione Europea, dandosi una conclusione
dei lavori ipotizzabile per lottobre del 2002.
Tra gli interventi di Nodo assumono inoltre
priorità quelli relativi al contesto di Olbia (attivazione
del nuovo Porto Industriale e completamento della connessione
SS131dcn-SS125, evitando lattraversamento urbano da
parte dei veicoli diretti al Porto/ o alla costa Smeralda);
di Porto Torres, con la realizzazione di strutture daccoglienza
per i passeggeri in transito,il completamento dalla Camionale,
la soluzione dei collegamenti tra porto commerciale e porto
Industriale, ladeguamento delle strutture dattracco
per le nuove navi veloci); di Cagliari, con ladeguamento
della viabilità di nodo (SS554-SS195, ad altissima
incidentalità, lottimizzazione della connessione
Porto Commerciale-Porto Industriale-Rete FS, lattuazione
del piano regolatore portuale con la destinazione a Porto
Turistico (scalo crociere e grandi Yacht) delle banchine prospicienti
la Via Roma
Per quanto concerne il programma pluriennale
della viabilità, questi è riferito ad un complesso
di opere finalizzato al rafforzamento delle connessioni interne
al territorio isolano ed al miglioramento della mobilità
diffusa allinterno delle aree urbane, in considerazione
del ruolo fondamentale che lassetto della viabilità
stradale deve svolgere al fine del superamento dellisolamento
di alcune realtà territoriali che risentono ancora
di una scarsa accessibilità intra-territoriale ed interterritoriale.
Si tratta di risorse che scontano il grave deficit infrastrutturale
viario dellisola e la notevole estensione di una rete
viaria di 11.400 km (rete ANAS 2.923 km, rete provinciale
4.486 km, rete comunale 3.981 km) per la quale occorrono ingenti
risorse in termini di manutenzioni e ammodernamento di tracciato.
Tra le opere di completamento va segnalato lavvio
di importanti lavori sulla SS125-Orientale sarda; il completamente
del 4 e 5° della SS131 DCN - San Teodoro-Olbia; mentre
gli interventi in corso sulla SS131 riguardano 4 lotti, per
un complesso di 228 mld.
Anche riguardo allaccessibilità
dei territori più interni vi sono importanti momenti
di impegno da parte dellAmministrazione Regionale, quali
ad esempio la recente realizzazione della Bitti-Lodè,
della Pula-Iglesias-Carbonia, o il progetto esecutivo per
il recupero della SS128 (da Senorbì a bv. Serri) ,
con la possibilità di realizzare lopera (per
un onere di circa 100 miliardi) entro il triennio in corso.
Tuttavia, soprattutto in questo settore occorre
sottolineare la drammaticità della forbice tra risorse
effettivamente disponibili, e fabbisogno dintervento
pregresso, conseguenza da un lato della storica, ingiustificabile
esclusione dellIsola (unica tra le Regioni italiane)
dalla rete e dai fondi Autostradali, dallaltro della
minimale capacità di spesa registrata nel passato dai
compartimenti ANAS, ben al di sotto delle dotazioni che andrebbero
assicurate alla Sardegna (stimabili nellordine dei 600
mld/anno, laddove la ripartizione delle risorse avvenisse
in proporzione alla spesa effettuata nella penisola, quale
risulta dal CNT (Conto Nazionale dei Trasporti).
Laddove non intervengano sostanziale mutamenti
in ordine alla effettiva dotazioni di risorse si rischia che
la debolezza dellarmatura infrastrutturale della Regione
si confermi quale negativo vincolo strutturale, dando luogo
ad una generalizzata condizione di malaccessibilità,
destinata a penalizzare gravemente lo sviluppo economico dellintera
Regione.
Anche per Ferrovie vi è condizione di
estrema debolezza della rete, entro un costante decadimento
della qualità dei servizi ferroviari, particolarmente
sulle medie e lunghe percorrenze; va in tal caso sottolineato
come gli interventi previsti in sede di Intesa Stato-Regione,
per una copertura finanziaria pari, nel settennio 2000-2006,
a685 miliardi, siano destinati a produrre anche a breve periodo
risultati certamente significativi ai fini di una effettiva
inversione di tendenza, entro lobiettivo di riconduzione
a standard della intera rete, con un significativo adeguamento
delle velocità di fiancata (ad oggi superiore
ai 70 km/ora soltanto sui 100 km della tratta pianeggiante
Oristano- Cagliari).
Altro importante elemento del confronto Stato-Regione
è quello relativo al potenziamento del trasporto merci
su Ferro, attualmente in calo, attraverso luso di containers
e semirimorchi su carrelli ferroviari.
Elementi di preoccupazione sono invece legati
alla definizione degli ulteriori accordi previsti dallIntesa
relativamente alla rete delle ferrovie in concessione, che
coerentemente alla legge di riforma del Trasporto pubblico
dovranno, a breve termine, passare alla gestione regionale.
Riguardo a tale rete, diffusa lungo lintera Sardegna
per circa 650 chilometri, non possono nascondersi le effettive
difficoltà, quali conseguono ad una condizione di quarantennale
abbandono. Condizione per il passaggio del bene alla Regione
è un consistente intervento di risanamento del patrimonio
costituito da tali linee, sia sulle tratte a valenza urbana
e metropolitana, ove la separatezza dal traffico veicolare
consente velocità commerciali di estremo interesse,
sia sulle tratte montane, sulle quali va sempre più
consolidandosi il ruolo e la capacità di richiamo turistico
delle antiche Ferrovie.
Attorno alla tematica di modi di mobilità
collettiva capaci di concorrenzialità rispetto al mezzo
privato si gioca laltra essenziale sfida, relativa alla
condizione di congestione che grava sui maggiori organismi
urbani, abbattendo funzionalità e capacità direzionale,
entro una condizione di progressiva riduzione della propensione
allutilizzo dei modi della mobilità collettiva,
a Cagliari come a Sassari oramai ridotti a coprire non più
del 10-15% della domanda pendolare.
Al riguardo, va sottolineato come la preoccupazione
per un ulteriore aggravamento delle condizioni di circolazione
sia paradossalmente divenuta, a Cagliari come a Sassari, il
principale argomento di una sostanziale opposizione allinserimento
dei nuovi sistemi di EuroTRAM, entro una prospettiva
di fondo legata alla conferma dellattuale sistema,che
però appare largamente insostenibile, particolarmente
laddove si vada a confermare, in uno con lauspicata
crescita dei redditi, un ulteriore accrescimento dei livelli
di motorizzazione privata, e dunque dei livelli di congestione
in essere.
Le priorità dintervento delineate
dallAmministrazione attraverso il POR 2000-2006, prevedono
dunque, contestualmente allavvio del processo di riforma
del Trasporto Pubblico Locale, la piena valorizzazione dei
tracciati ferroviari che attraversano i contesti metropolitani
di Sassari e Cagliari, la trasformazione in sistemi di tramvia
veloce per le tratte a maggiore valenza urbana,lintegrazione
dei modi della mobilità collettiva attraverso sistemi
a pettine che estendono il fronte di servizio
delle linee (Bus+treno e Bus+Bus), lapplicazione di
quelle tecnologie di mobilità intelligente
che in altri contesti nazionali hanno fornito un prezioso
contributo alla realizzazione di un trasporto pubblico finalmente
capace di confrontabilità con il modo privato, per
ciò che attiene velocità commerciali, frequenza
dei servizi, comfort.
Nel sistema stradale, forse in modo più
evidente che in altri settori, diversi sono gli aspetti che,
nella definizione delle priorità, debbono essere tenuti
presenti:
- necessità di operare verso un consolidamento dellattuale
dotazione infrastrutturale che esalti e renda più
netta la funzione reticolare del sistema dei collegamenti
e delle relazioni;
- necessità di gerarchizzare funzionalmente il sistema
dei collegamenti stradali (che deve poi rappresentare lordinamento
attraverso il quale individuare ruoli, competenze e priorità
di intervento) distinguendo tra:
- la rete fondamentale con funzioni di collegamento fra
i capoluoghi di provincia e i nodi principali di interscambio
con la restante nazione e lEuropa (porti e aeroporti);
- la rete di interesse regionale (e di connessione nazionale)
di primo livello con la funzione di collegare tra loro
le aree programma regionali e i sistemi urbani di riferimento
e le stesse con i principali nodi di interscambio a completamento
della rete fondamentale;
- la rete di interesse regionale di secondo livello con
funzioni di connessione tra larea programma ed il
sistema urbano di riferimento e di collegamento e raccordo
con la rete di primo livello;
- la rete dei livelli di interesse sub-regionale e provinciale.
- necessità di migliorare gli standard di sicurezza
con adeguamento della maglia viaria di interesse regionale
alla normativa vigente; nonché il miglioramento della
capacità di deflusso in centri abitati con viabilità
di circonvallazione.
La descritta attività programmatoria
si inserisce nellambito dellAccordo di Programma
Quadro per la viabilità statale relativo al periodo
2000-2005, del quale occorrerà monitorare attentamente
la relativa copertura finanziaria a carico dei diversi soggetti
(Regione, UE, Stato, A.N.A.S.), anche per la prevista ulteriore
assegnazione fuori quota finalizzata allammodernamento
della SS 131, considerata opera strategica tra
le 18 individuate dal Piano generale dei trasporti, per la
quale di dispone di gran parte delle progettazioni esecutive
pari a circa 1.834 miliardi complessivi. Si deve infatti rilevare
che a tuttoggi le assegnazioni promesse con lAPQ
(pari a circa 1.500 Mld) non sono state erogate.
Va peraltro sottolineato come anche il recente
Strumento Operativo per il Mezzogiorno segnali,
sulla Penisola, importanti finanziamenti volti al recupero
del GAPinfrastrutturale che caratterizza, negativamente,
lintero Mezzogiorno. Si tratta dei 2.900 miliardi assegnati
alla Salerno-Reggio Calabria (L.135/97 ed L.208/98), di circa
700 miliardi assegnati alla Messina-Palermo, di 1.095 Mld
assegnati alla Siracusa-Gela (L.295/98; L.448/98; fondi ex
lege 433/91), per un intervento complessivo, sulla viabilità
autostradale (in gestione diretta ed in concessione) pari
a circa 4.930 Mld.
Emerge così in tutta evidenza la necessità,
oramai storica, di rovesciare la prassi di esclusione della
Sardegna dal riparto dei fondi autostradali.
Relativamente invece ai P.O.R. le relative procedure
sono in corso di definizione ed al momento si sta procedendo
alla verifica preliminare di fattibilità in base ad
unattenta analisi costi/benefici che evidenzi criticità,
ricadute occupazionali, fabbisogno utenza, attualità
intervento, ecc. In tema dei trasporti esterni è necessario
verificare le procedure attraverso le quali dare attuazione
a quanto previsto dallaccordo di Programma Quadro 6/B,
concernente Trasporti esterni e continuità territoriale,
adottato dalla giunta Regionale con deliberazione n. 10/70
del 22 marzo 2001.
Le risorse idriche
Governo delle risorse idriche
Il comparto idrico è caratterizzato
ormai da tempo da una persistente crisi in termini sia quantitativi
(basti pensare al commissariamento governativo per lemergenza
idrica del 1995, tuttora in vigore), che qualitativi e gestionali.
Aspetti quantitativi. In Sardegna attualmente
risultano in esercizio 35 invasi artificiali di capacità
superiore a un milione di mc (sono circa 45 considerando anche
quelli minori). La capacità di regolazione complessiva
degli invasi, con lentrata in esercizio di quelli in
costruzione (n.5) e la piena utilizzazione della capacità
di quelli già realizzati, potrà raggiungere
nel breve periodo i 2325 milioni di mc. Purtroppo, a causa
delle modifiche climatiche registrate nellultimo decennio,
che hanno comportato una riduzione delle piogge di circa il
20% e una conseguente riduzione dei deflussi superiore al
50%, si è passati dal seguente bilancio idrologico
medio registrato nel periodo 1922-1975:
Se le condizioni climatiche fossero rimaste
quelle registrate dagli anni venti allinizio degli anni
ottanta, il sistema delle opere di regolazione e derivazione
esistente, includendovi anche le opere in costruzione, sarebbe
stato in grado di erogare circa 1300 milioni di mc allanno,
al netto delle perdite nelle reti di adduzione, e di soddisfare:
1) la richiesta attuale per usi potabili, per una popolazione
di circa 1.650.000 abitanti, pari a 295 milioni di mc (di
cui 72 milioni di mc provenienti da risorse sotterranee);
2) i fabbisogni industriali pari a circa 60 milioni di
mc;
3) la richiesta potenziale dei circa 130.000-140.000 ettari
attrezzati, pari a circa 850milioni di mc, e la possibilità
di estendere la superficie irrigua per altri 20.000 ettari
circa.
Ma, come già illustrato, la disponibilità
di risorse idriche è ben inferiore a quello dello scenario
sopra descritto. Infatti, allo stato attuale si registra nellIsola,
in termini di bilancio risorse-fabbisogni, una situazione
di deficit che in alcune zone supera il 50% delle richieste
potenziali attuali.
La situazione è, inoltre, aggravata dalle
perdite e dagli usi impropri dellacqua che, ad esempio,
nel settore potabile raggiungono valori pari al 35-40% del
volume idrico consegnato ai centri abitati.
In definitiva, se si considerano i fabbisogni
sopra elencati, dal confronto risorse-fabbisogni risulta la
seguente situazione:
Per quanto riguarda le risorse sotterranee,
il livello medio di utilizzazione per uso potabile mediante
acquedotti consortili è pari a circa 72 Mmc annui.
Unaltra rilevante quota, utilizzata indistintamente
da tutti i tipi di utenza, sfugge ai controlli e rappresenta
sempre più un pericolo per le caratteristiche quantitative
e qualitative degli acquiferi.
Riassumendo, la situazione attuale risulta essere la seguente:
Aspetti qualitativi. In parte sono già
stati illustrati nel paragrafo La qualità ambientale.
Qui si evidenzia lurgenza del rispetto delle disposizioni
contenute nelle direttive 91/271/CEE e 91/676/CEE, recepite
dal Dlgs 152/99, che prevedono i seguenti adempimenti:
- entro il 31.12.1998 le acque reflue urbane
i cui scarichi recapitano in aree sensibili, dovevano essere
sottoposte ad un trattamento depurativo tale da rispettare
i limiti di emissione riportati nelle tabelle 1 e 2 dellallegato
1;
- entro il 31.12.2000, per gli agglomerati con un numero di
abitanti equivalenti superiore a 15.000, dovevano essere realizzate
le reti fognarie e gli impianti di trattamento atti a rispettare
i limiti della tabella 1 dellallegato 1;
- entro il 31.12.2005, per gli agglomerati con un numero di
abitanti equivalenti compreso tra 2000 e 15.000, dovranno
essere realizzate le reti fognarie e gli impianti di trattamento
atti a rispettare i limiti della tabella 1 dellallegato
1;
- entro il 31.12.2005, per gli agglomerati con un numero di
abitanti equivalenti al di sotto di 2000 che scaricano in
acque dolci e estuariali, e al di sotto di 10000 che scaricano
in acque costiere, dovranno essere realizzati i trattamenti
appropriati atti a tutelare i corpi idrici ricettori e a garantire
il raggiungimento dei diversi obiettivi di qualità.
Agli adempimenti citati va aggiunto anche lobbligo
delladozione entro il 31.12.2003 e dellapprovazione
entro il 31.12.2004 del Piano di tutela delle Acque (art.44),
con valore di Piano stralcio del Piano di bacino. Il Piano
deve prevedere gli interventi volti a garantire il raggiungimento
o il mantenimento degli obiettivi di cui al Dlgs 152/1999
e le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa
del sistema idrico.
Aspetti gestionali. La gestione, soprattutto
delle infrastrutture per gli usi idropotabili e dei relativi
servizi, è caratterizzata da rilevanti problemi dovuti
alleccessivo numero di soggetti coinvolti (n.33), spesso
portatori di interessi settoriali, con conseguente frammentazione,
disordine e sperequazioni fra le varie zone dellIsola.
Basti pensare che la sola gestione degli invasi è ripartita
tra 8 Consorzi di Bonifica, 1 Consorzio acquedottistico (Govossai)
e 2 Enti regionali (Ente Autonomo Flumendosa, Ente Sardo Acquedotti
e Fognature).
Inoltre, nel settore irriguo si registrano
alti consumi dovuti soprattutto al sistema tariffario. Lacqua,
infatti, viene pagata sulla base della superficie irrigata
e non dei volumi consumati. Tale situazione ha determinato
finora comportamenti poco attenti nellutilizzo della
risorsa da parte degli operatori agricoli; ha, inoltre, disincentivato
ladozione di tecniche irrigue a basso consumo idrico
e la modifica di alcuni ordinamenti colturali ad alto consumo
dacqua.
Per fronteggiare i problemi sopra evidenziati
è necessario ricorrere ad una programmazione e gestione
integrata, dalla captazione e adduzione alla distribuzione
e alla depurazione, che permetta nel lungo periodo di preservare
la disponibilità della risorsa e nel breve di migliorarne
lerogazione e favorirne il risparmio e il riuso.
A tali esigenze risponde la strategia definita
nel POR 2000-2006 e, sul piano operativo, la misura 1.1 Ciclo
integrato dellacqua finalizzata a garantire una
sufficiente disponibilità di risorse idriche, convenzionali
e non convenzionali, attraverso: la razionalizzazione e valorizzazione
delle infrastrutture esistenti; lutilizzo di tecnologie
che consentano il risparmio e il riuso della risorsa; il progressivo
adeguamento, nei prossimi anni, agli standard di qualità,
di servizio ed ambientali, previsti dalla normativa comunitaria
e nazionale (Dlgs. 152/99). La misura dà, inoltre,
priorità agli interventi che contribuiscono: al miglioramento
della gestione del servizio; alla realizzazione delle condizioni
per lavvio di un efficiente servizio idrico integrato;
a favorire lingresso di gestori industriali mediante
il ricorso a meccanismi di concorrenza.
Entro il dicembre 2002 potranno essere realizzati
interventi di completamento e riqualificazione delle infrastrutture
idriche di offerta primaria, gestite direttamente dalla Regione
e dai suoi enti (schemi acquedottistici, sistemi di raccolta
e accumulo, ecc.), e delle infrastrutture fognariodepurative
per le quali è previsto anche ladeguamento agli
obiettivi di tutela ambientale di cui al Dlgs 152/1999; in
questa prima fase sono previsti anche interventi di riqualificazione
delle reti idriche urbane, previa valutazione analitica e
quantificazione delle perdite in rete, dando priorità
a quelli per i quali è previsto il ricorso alla finanza
di progetto.
Condizione per lattuazione di tali interventi
e per lutilizzo dei finanziamenti è il rispetto
di criteri e requisiti distinti per i due periodi di programmazione
2000-2002, 2003-2006 e, in particolare, lorganizzazione
del servizio idrico integrato e del governo delle risorse,
previsti dalla LR 29/97, attuativa della legge Galli.
A tale riguardo, di recente si è provveduto
alla elaborazione dello schema definitivo dello statuto dellAutorità
dambito che a breve verrà sottoposto allattenzione
della Giunta regionale per poi procedere alla convocazione
degli organi che compongono lAutorità.
Si tratta di adempimenti urgenti sia perché
rispondenti a precisi obblighi di legge, che per le precise
condizioni poste dal QCS e dal POR come presupposto per lutilizzo
dei fondi strutturali nel periodo 2003-2006 (70% delle risorse
destinate al ciclo integrato dellacqua che ammontano
complessivamente a 510,653 MEURO). La disponibilità
di tali risorse, infatti, è subordinata alladempimento,
entro il 2002, dei seguenti obblighi:
- costituzione dellAutorità dAmbito;
- effettuazione della ricognizione di tutte le infrastrutture;
- redazione ed approvazione del Piano dAmbito.
Tuttavia, considerate le osservazioni pervenute
da diversi enti locali, lAmministrazione regionale sta
verificando lopportunità di aumentare il numero
degli Ambiti Territoriali Ottimali (attualmente è previsto
un unico ATO coincidente con lintero territorio regionale)
e, quindi, di procedere alla modifica della LR 29/97, prima
dellavvio della riforma gestionale.
Gli stessi criteri, requisiti e adempimenti
previsti dal QCS sono richiesti per lutilizzo dei fondi
stanziati tramite le delibere CIPE a favore delle aree depresse
(v. del. CIPE n.84 del 4.8.2000, punto 4.1.1.), che ammontano
complessivamente a 1163,22 miliardi di lire. Una quota considerevole,
anche se non ancora definita dalla Giunta regionale, è
destinata al Ciclo integrato dellacqua ed
è in fase di programmazione mediante un Accordo di
Programma Quadro nel contesto dellIntesa Istituzionale
di programma sottoscritta in data 21.04.1999 ed integrata
in data 13.03.2000.
In realtà la Commissione paritetica Stato
Regione, insediata in data 12.09.2000, non ha ancora
potuto definire lAPQ in quanto:
- è in corso di definizione laccordo tra lAssessorato
dellAmbiente e quello dei Lavori Pubblici circa lentità
dei finanziamenti da destinare da un lato alle infrastrutture
idriche e dallaltro a quelle fognario-depurative;
- sono state formulate osservazioni critiche sui documenti
progettuali dai rappresentanti ministeriali. In particolare,
a seguito dellapprovazione della legge finanziaria
nazionale 2001 (Legge 23.12.2000 n 388), il Ministero dellAmbiente
ha chiesto che vengano inseriti nellA.P.Q. gli interventi
fognario-depurativi più urgenti, compresi nel programma
che si sta predisponendo ai sensi dellarticolo 141,
3° comma, della citata legge finanziaria; tale programma
è inteso come stralcio avente gli stessi
effetti di quello previsto dallarticolo 11 della Legge
36/94;
Nelle more della predisposizione del Programma
stralcio ex art. 141, attualmente in avanzata fase di definizione,
è stata posta lesigenza di pervenire quanto prima
alla sottoscrizione dellAPQ, seppure per una sola prima
parte, e ciò in relazione allimprorogabile esigenza
di consentire lavvio degli interventi e la conseguente
spendita dei relativi finanziamenti nel rispetto delle scadenze
stabilite dalla U.E.
Limpegno dellAmministrazione regionale
rimane, comunque, quello di giungere, entro breve termine,
alla definizione dellintero Accordo di Programma Quadro
ciclo integrato dellacqua.
Politica energetica
Il settore energia sta attraversando un periodo
di rilevanti cambiamenti per leffetto combinato delle
politiche comunitarie di integrazione e apertura alla concorrenza,
delle iniziative nazionali di liberalizzazione e privatizzazione
dellindustria energetica e, infine, delle politiche
di sviluppo sostenibile e compatibile con lambiente.
In questo scenario, alla Pubblica Amministrazione
spetterà sempre più un ruolo di indirizzo e
regolazione del mercato e di tutela dellinteresse economico
generale nonché degli interessi di rilevanza sociale
ed ambientale, lontano pertanto da quellintervento diretto
finanziario e gestionale esercitato tramite le aziende di
stato che ha caratterizzato fino ad oggi i mercati energetici
europei.
In questo contesto si inserisce di conseguenza
lazione politica di gestione del settore energetico
da parte della regione Sardegna per di più caratterizzata
dagli annosi problemi connessi allinsularità
e al conseguente aggravio della bolletta energetica
regionale. Tale azione si può riassumere nei punti
di seguito elencati:
- metanizzazione;
- liberalizzazione del mercato elettrico;
- promozione delle fonti rinnovabili;
- Bilancio Energetico Regionale.
Metanizzazione
Lalternativa tecnica di adduzione del
gas dovrebbe essere quella che prevede il transito nel territorio
sardo della condotta che porta il gas algerino verso la Toscana
passando anche per la Corsica con possibile diramazione successiva
verso il sud della Francia.
Naturalmente questa scelta comporta la necessità
di rivedere alcuni punti dellAccordo di Programma Quadro
sulla metanizzazione inserito nellambito dellIntesa
Istituzionale di Programma.
Lobiettivo è quello di arrivare
entro lanno alla definizione dei criteri per la gara
internazionale per la realizzazione dellopera.
Contemporaneamente alla revisione dellAPQ
Metano, sono stati predisposti ed approvati dalla Giunta Regionale
i programmi di massima proposti dai diversi Comuni dellIsola
per la realizzazione delle reti urbane di distribuzione del
gas.
Inoltre, si è proseguita la trattativa
con il Governo nazionale affinché possano proseguire
gli incentivi concessi alle imprese localizzate in Sardegna
per la mancata metanizzazione (L.73/98) e vengano altresì
estesi sia sotto il profilo qualitativo (produzioni e combustibili
ammessi a beneficio) che sotto il profilo quantitativo (importo
dellagevolazione per azienda). Tale normativa, inserita
nella legge finanziaria nazionale 2001, è ora allapprovazione
della UE. La Regione opererà affinché tale misura
venga attivata anche per gli anni successivi sino a quando
non verrà metanizzato il territorio regionale.
Liberalizzazione del mercato elettrico
Unaltra iniziativa finalizzata a sopperire
in parte al gap esistente tra i costi energetici sostenuti
dalle aziende sarde rispetto a quelle ubicate nel resto del
Paese, riguarda lattuazione del Decreto Bersani per
la liberalizzazione del mercato elettrico.
La normativa nazionale prevede la possibilità
di accesso al mercato libero dellenergia esclusivamente
per i cosiddetti clienti idonei che possono acquistare
energia in Italia o allestero alle migliori condizioni.
I requisiti stabiliti dal decreto per la qualifica di cliente
idoneo sono definiti sulla base di determinati livelli di
consumi annui di energia elettrica. E consentito che
le imprese ubicate in comuni confinanti si consorzino per
diventare clienti idonei ma devono sempre raggiungere una
soglia individuale di consumo di almeno 1 ml di KWh allanno
e almeno 20 milioni complessivamente. Ultimamente la soglia
è stata abbassata ulteriormente a 100.000 KWh/anno.
Nellambito dellautonomia lasciata
alle Regioni cui è consentito individuare ambiti territoriali
diversi in cui è possibile laggregazione tra
imprese, la Giunta regionale ha ampliato lambito allintero
territorio regionale consentendo alle imprese sarde (penalizzate
dalla definizione di comuni confinanti e dalle elevate soglie
di consumo previste dal provvedimento nazionale) di beneficiare
di riduzioni del costo dellenergia.
Promozione delle fonti rinnovabili
Il Por 2000-2006 non prevede finanziamenti rilevanti
riguardo lenergia. Si è cercato di salvaguardare
limpegno per il raddoppio al 2010 della bassissima quota
regionale di energia rinnovabile (dal 2 al 4%) promuovendo
innanzi tutto la salvaguardia dellunica fonte endogena,
quella idroelettrica, mediante il mantenimento in esercizio
delle attuali centrali che si avvicinano in gran parte al
limite teorico del loro periodo di vita tecnico-economica.
Verranno, inoltre, realizzate due micro centrali idroelettriche
per lo sfruttamento dellenergia potenziale dellacqua
trasportata dagli acquedotti idropotabili in corso di realizzazione.
Per ciò che riguarda le altre fonti rinnovabili,
peraltro previste dalla misura 1.6 del Por 2000-2006, in questa
fase iniziale non sono previsti finanziamenti comunitari.
È, invece, in fase di regolamentazione (bando in corso
di predisposizione da parte dellAssessorato dellIndustria)
il Programma Tetti Fotovoltaici che, in base al
decreto del Ministero dellAmbiente del 16/03/2001, prevede
una contribuzione pubblica (70% statale e 30% regionale),
pari al massimo al 75% del costo, destinata ai soggetti privati
residenti nelle piccole isole che intendono installare impianti
fotovoltaici presso strutture edilizie.
Sarebbe necessario allo scopo una regolamentazione
che disciplini eventuali azioni di incentivo da parte della
Regione che dovrebbe rientrare nellambito delle strategie
previste dalla bozza di Piano Energetico Regionale (pronta
dallaprile 1999) per la quale manca ancora il passaggio
istituzionale dellapprovazione da parte del Consiglio
Regionale.
Bilancio Energetico Regionale
Con lentrata in esercizio della centrale
elettrica della Saras, il fabbisogno energetico della Sardegna
sembrerebbe destinato alla saturazione. Anche questo scenario
sarebbe previsto dalla succitata bozza di Piano Energetico
Regionale. Fermo restando che la Sardegna, in quanto isola,
ha bisogno di una riserva di potenza pari ad almeno l80%
di quella effettivamente utilizzata si deve cominciare a parlare
dellefficienza del sistema di generazione, di ecocompatibilità
con lutilizzo delle tecnologie più rispettose
per lambiente e il conseguente blocco delle centrali
più obsolete ed inquinanti.
Allinterno delle politiche energetiche
regionali occupa un posto di rilievo strategico anche la realizzazione
dellimpianto di cogenerazione di energia elettrica mediante
gassificazione del carbone Sulcis previsto dallaccordo
di programma 28.06.1994 stipulato tra Governo, Regione, Provincia
di Cagliari, Comuni interessati ed ENEL.
Come noto, a valle dellaccordo, è
stata stipulata con il soggetto privato individuato con gara
internazionale ATI Sulcis - una convenzione di concessione
per la realizzazione dellimpianto IGCC. La convenzione
di concessione prevede anche la cessione della Società
Carbosulcis, attualmente di proprietà dellEMSA
in liquidazione, con il passaggio allATI concessionaria
delle maestranze (oltre 800 lavoratori) in forze nella miniera.
I tempi previsti dallaccordo di programma
hanno subito uno slittamento per motivi di varia natura, legati
tra laltro alla definizione del contratto con ENEL,alla
ricerca del project constructor, alla definizione tecnologia
da utilizzare ecc. Il Comitato di Coordinamento per
lattuazione dellaccordo di programma, si
è attivato per quanto di sua competenza per accelerare
la conclusione delle procedure preliminari alla concessione
della gestione della miniera allATI.
Tra laltro, dopo una lunga mediazione
oltre che del Comitato anche del Governo Nazionale, ENEL ha
finalmente sottoscritto un protocollo dintesa con ATI
Sulcis per il ritiro del carbone per un periodo di 4 anni
a partire dal gennaio 2001 così da consentire la ripresa
dellattività estrattiva anche nelle more delleffettiva
attuazione della concessione.
Al momento ATI, nonostante siano stati completati
tutti gli adempimenti posti a carico delle Amministrazioni
Pubbliche rappresentate nel Comitato di Coordinamento per
lattuazione dellaccordo di programma, non ha ancora
prodotto al Comitato né il Progetto generale esecutivo
dellimpianto di gassificazione e soprattutto non ha
ancora ottenuto il financial closing da parte
delle banche finanziatrici.
Attualmente, il Comitato di Coordinamento sta
verificando la possibilità di siglare un accordo integrativo
alla convenzione di concessione che consenta una gestione
provvisoria congiunta della Miniera (da parte di ATI Sulcis
e Carbosulcis) in attesa che vengano completati gli adempimenti
ancora mancanti per la presa in carico definitiva.
Sarà impegno della Giunta regionale coinvolgere
il Governo nazionale per verificare le possibilità,
allo stato attuale, di realizzazione del Progetto di massificazione
ed eventualmente individuare le possibili alternative che
consentano da un lato la soluzione del problema energetico
e dallaltra il mantenimento del personale attualmente
occupato in Miniera.
Infine, lenergia è sempre al centro
dei programmi di sviluppo, anche settoriali, portati avanti
dal governo regionale. Un esempio è costituito dallaccordo
in corso di predisposizione con il Ministero delle Attività
Produttive per la costituzione dellOsservatorio Regionale
della Chimica,allinterno del quale, sempre allo scopo
di ridurre il costo energetico, verrà inserita la previsione
che le tariffe applicate in Sardegna siano equivalenti a quelle
del resto del Paese.
Società dellinformazione
La situazione
La Sardegna offre buone prospettive per la realizzazione
di una avanzata Società dellinformazione, grazie
al livello dellinfrastruttura tecnologica degli operatori
di telefonia, per la vivacità imprenditoriale del settore,
e per una serie di iniziative concomitanti nel settore pubblico.
Tra i punti di forza, si possono citare:
- le infrastrutture di telecomunicazione: la rete di giunzione
di Telecom Italia (tra centrale e centrale) è quasi
totalmente realizzata in fibra ottica; per la rete di distribuzione
(dalle centrali alle utenze), la Telecom ha realizzato a
Cagliari e Sassari il progetto Socrate di cablaggio su fibra,
e, inoltre, la digitalizzazione pressoché completa
delle sue centrali facilita ladozione della tecnologia
xDSL. A ciò si aggiunge a Cagliari la realizzazione,
in corso, della rete a fibra ottica di Wind, nonché,
per lintera isola, la prospettata realizzazione della
rete in fibra ottica da parte di Tiscali.
- la relativa vivacità di iniziative imprenditoriali
in campo telematico (tra cui lesperienza di Video
on Line e poi Tiscali, uno dei soggetti della telefonia
fissa e dei servizi di accesso a Internet agenti in campo
nazionale). Sono inoltre presenti strutture ed iniziative
di ricerca quali, oltre le Università, il CRS4, il
progetto Atlantis (centri di ricerca partner del Consorzio
21, a sua volta soggetto operativo dalla Regione per linnovazione
tecnologica nelle imprese).
Tra i punti di debolezza vi sono:
- i forti squilibri territoriali nella diffusione presso
la Pubblica Amministrazione dei sistemi informatici;
- la debole dotazione informatica delle PMI;
- le carenze nel sistema scolastico e nella formazione professionale
per lapprendimento e la diffusione dei sistemi informatici.
- la mancanza di alternative sulla rete di giunzione da
parte delle reti telematiche di ENEL, FS e Autostrade, carenti
nel Sud dItalia e totalmente mancanti in Sardegna.
Inoltre, in regime di concorrenza la Sardegna
può apparire un mercato insufficiente ad attrarre investimenti
privati nel settore delle telecomunicazioni: per la rete di
distribuzione, ad esempio, potrebbero esserci ritardi o lacune
nellattivazione della banda larga.
Obiettivi
Lobiettivo generale è quello di
sostenere e diffondere la società dellinformazione
con particolare riferimento ai settori della pubblica amministrazione,
delleducazione pubblica e dei sistemi produttivi.
Poiché la realizzazione della Società
dellInformazione coinvolgerà in modo orizzontale
i diversi settori della vita economica e sociale della Regione,
interessando il sistema produttivo, i servizi pubblici ed
i rapporti fra le imprese, i cittadini e la Pubblica amministrazione,
è possibile articolare tale obiettivo generale in diversi
sub-obiettivi:
- pieno appoggio alla liberalizzazione del settore delle
telecomunicazioni come condizione necessaria per promuovere
una reale concorrenza e diversificazione degli operatori,
determinando in questo modo le condizioni per uneffettiva
apertura del mercato. Ciò, in particolare, si tradurrà
in una netta politica di sostegno alla domanda nel settore
ICT e non di aiuti allofferta;
- raggiungimento delle condizioni di continuità telematica
nellambito del territorio regionale e verso lesterno;
- semplificazione/decentramento delle procedure della Pubblica
Amministrazione, con particolare riferimento a quelle che
coinvolgono la vita delle imprese, utilizzando in modo esteso
le nuove tecnologie informative;
- realizzazione di uninterfaccia unitaria con la P.A.,
che consenta di ottimizzare i flussi informativi che caratterizzano
il rapporto con gli utenti (imprese e cittadini) sui diversi
piani (amministrativo, autorizzativo, della sanità,
della sicurezza e tutela dellambiente e dei consumatori,
lavorativo e previdenziale, della formazione, ecc.);
- diffusione delle nuove tecnologie informative in tutte
le aree di applicazione, sia in campo economico (comunicazione,
servizi informativi, transazioni economiche finanziarie
e commerciali, procedure amministrative ecc.), che per il
mercato di consumo;
- razionalizzazione e coordinamento dei diversi strumenti
di finanziamento (anche comunitari) per non disperdere risorse
ed opportunità, favorendo progetti mirati di sviluppo
delle telecomunicazioni;
- sostegno alle attività di ricerca, sviluppo, dimostrazione
e diffusione (RSD&D) per favorire la competitività,
partecipando anche a programmi comunitari ed internazionali;
- qualificazione degli operatori coinvolti (pubblici e privati)
attraverso processi ed attività di informazione e
formazione continui;
- collaborazione tra imprese operanti in Sardegna nel settore
ICT che andrà promossa per consentire unofferta
di sistemi/servizi qualificati chiavi in mano (hardware,
software, sviluppo applicazioni, installazione, manutenzione,
assistenza ecc.);
- sviluppo del mercato in una dimensione europea e internazionalizzazione
delle imprese regionali.
Strumenti
La Regione è recentemente pervenuta alla
formulazione del Piano Telematico, uno strumento snello
che si precisa e si sviluppa in maniera incrementale, attraverso
un insieme di iniziative sinergiche, modulari e rapidamente
attivabili, in cui sono presenti sia gli aspetti di infrastruttura
logica di rete che quelli relativi ai servizi da supportare,
e che si basa su linee operative riguardanti gli aspetti infrastrutturali,
i contenuti informativi, le attività di innovazione,
gli aspetti organizzativi e di coordinamento delle iniziative.
Con il Piano verranno perseguiti:
- la diffusione dellinformazione su tutto il territorio
regionale;
- servizi avanzati alle imprese, alla Pubblica Amministrazione
e ai cittadini;
- lintegrazione dei diversi sistemi informativi della
Regione e delle Pubbliche Amministrazioni in genere;
- realizzare le condizioni per la continuità telematica
sia nellambito del territorio regionale, sia verso
lesterno.
Nel Piano viene evidenziata lesigenza
di prevedere momenti di concertazione con le forze economiche
e sociali, prevedendo lattivazione di un Forum
telematico, ossia di un tavolo di concertazione e pianificazione
degli interventi, in ambito telematico e informatico, sul
territorio della Sardegna. Il Forum dovrà
coinvolgere, oltre allAmministrazione Regionale, i soggetti
pubblici e le associazioni di categoria interessati agli interventi
in ambito telematico e informatico sul territorio.
Dal punto di vista degli interventi operativi,
il Piano Telematico Regionale (35 miliardi in un triennio),
attuato dal Servizio per il Sistema Informativo dellAssessorato
degli AA.GG, Personale e Riforma della Regione, definisce
un insieme di servizi a valore aggiunto erogabili alla Pubblica
Amministrazione nel suo complesso, al mondo delle imprese
e ai cittadini, attivabili con le infrastrutture di rete attualmente
esistenti.
Dopo diverse stesure, (quella finale è
stata definita da parte dalla Giunta Regionale con Deliberazione
n. 45/14 del 7.11.2000) gli interventi previsti sono stati
individuati in:
- Sistema Integrato Ufficio, con lobiettivo di coadiuvare
gli uffici dellAmministrazione Regionale nellaggiornamento
dei propri standard operativi, anche in conseguenza di quanto
previsto dalle normative europee, nazionali e regionali.
Lazione si sviluppa secondo due sottoprogetti principali:
1) Gestione documentale e 2) Adeguamento e uniformazione
dei servizi di rete;
- attivazione di un insieme di servizi specifici per i Comuni
e le Comunità Montane della Sardegna, con lobiettivo
di agevolare lapproccio dei Comuni della Sardegna,
soprattutto i più piccoli, ai servizi ottenibili
per via telematica, rendendo disponibile quanto viene offerto
da Ancitel-Ancinet (società che fornisce servizi
allAssociazione Nazionale dei Comuni dItalia)
su scala regionale;
- attivazione del progetto relativo al Sistema Informativo
per la Montagna (SIM) per fornire al cittadino un insieme
di servizi informatizzati, particolarmente mirati alle esigenze
del territorio preso in considerazione. Il progetto, promosso
e finanziato dal Ministero per le Politiche Agricole e sottoposto
alla supervisione dellAutorità per lInformatica
nella Pubblica Amministrazione (AIPA), costituisce un sistema
distribuito ed eterogeneo di servizi di natura territoriale
resi disponibili ad enti territoriali.
Il Piano Telematico mira, quindi, alla costruzione
di una Rete telematica regionale che , pur nascendo per impulso
della Regione, si svilupperà tendenzialmente secondo
un processo di aggregazione dal basso dei soggetti che la
comporranno. Oltre al Piano Telematico, la Regione ha in corso
altre importanti iniziative che si integrano pienamente nella
strategia complessiva.
Il progetto Marte (Realizzazione
di un sistema di apprendimento su rete tecno-educativa), previsto
nellIntesa Istituzionale di Programma tra il Governo
e la Regione, orientato a utilizzare le tecnologie telematiche
per la connessione in rete delle scuole medie e superiori
della Sardegna, veicolando informazioni e applicazioni didattiche.
Tale Accordo di programma prevede un impegno
finanziario complessivo nel triennio 1999-2001 pari a lire
80 miliardi, di cui 6,5 a carico della Regione e 73,5 a carico
dello Stato. Lattuazione del progetto (di competenza
dellAssessorato Pubblica Istruzione, Beni Culturali,
Informazione, Spettacolo e Sport) ha avuto, purtroppo, un
notevole ritardo, a causa della indisponibilità nel
2001 della quota di spesa facente carico allo Stato; recentemente,
tuttavia, attraverso un atto aggiuntivo tra la Regione e i
Ministeri della Pubblica istruzione e del Tesoro, è
stata ampliata la dimensione del progetto, che riguarderà,
tra laltro, anche le scuole elementari, prima non comprese.
Attualmente è in fase di emissione il bando di gara,
per cui si prevede che entro il mese di ottobre possano avere
inizio i lavori.
Il progetto mira alla introduzione dellinformatica
e della multimedialità nelle scuole e lutilizzazione
e la valorizzazione delle opportunità messe a disposizione
dal rapido sviluppo delle tecnologie dellinformazione
e della comunicazione; esso costituisce inoltre un concreto
trampolino di lancio per il decollo del piano telematico regionale
e per creare e rendere disponibili le competenze, le professionalità,
e lesperienza necessarie per affrontare problemi sempre
più complessi, che investono ambiti e contesti di maggiore
dimensione e articolazione.
Il Programma di informatizzazione diffusa
ed alfabetizzazione informatica e linguistica, mirato
alla diffusione massima delluso degli strumenti informatici
e telematici. Il programma operativo, per il quale è
prevista la spesa complessiva di lire 65.500 milioni di lire,
di cui 35.500 milioni di lire in riferimento allesercizio
2000 e 30.000 milioni di lire in riferimento allesercizio
2001, è stato avviato nel corso dellanno 2000
dallAssessorato della Programmazione, Bilancio, Credito
e Assetto del Territorio, e verrà completato con lattuazione
del programma riferito al 2001 attraverso più linee
di intervento, tra cui:
- Programma di informatizzazione: contributi
a fondo perduto di acquisto del P.C., gestiti da tutti i
Comuni della Sardegna. In riferimento a tale filone di intervento
sono state emanate e divulgate apposite direttive applicative
riferite alla prima annualità del programma. Le direttive
riferite allesercizio 2001 sono attualmente in fase
di predisposizione. La prima annualità dellintervento
ha trovato completa realizzazione con lassegnazione
di circa 25.000 buoni acquisto da parte di tutti i Comuni
della Sardegna. La verifica ed il monitoraggio dellintervento
sono in corso di realizzazione con la verifica dei rendiconti
presentati dai Comuni entro maggio 2001.
- Programma di alfabetizzazione informatica e linguistica:
intervento gratuito di alfabetizzazione/formazione di base
rivolta ai beneficiari e dai familiari del contributo di
acquisto del P.C., attraverso il Progetto Sardegna
2000, svolto in collaborazione con il CRS4 e realizzato
da formatori di 2° e 3° livello appositamente selezionati,
presso tutti i Comuni della Sardegna. Lintervento,
per quanto attiene la prima annualità del programma,
è in corso di completamento in quanto i corsi di
alfabetizzazione sono in fase di svolgimento e si concluderanno
presumibilmente entro il mese di luglio 2001.
La nuova Rete Te lematica Regionale,
ossi una rete in protocollo TCP/IP che permetterà di
supportare traffici di tipo eterogeneo e di fornire un supporto
valido per linterconnessione dei vari sistemi di telecomunicazione
territoriali dellAmministrazione entro una rete aperta
e standard. Lintervento prevede il riutilizzo dei circuiti
trasmissivi ad alta velocità già esistenti,
utilizzati per la trasmissione della fonia, attrezzandoli
opportunamente per la trasmissione integrata fonia-dati: la
prima fase è in corso di realizzazione da parte dellAssessorato
degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica. La progettazione
è stata curata da un gruppo di lavoro interno allAmministrazione
e, a causa di vincoli legati a contratti già in essere
e non ancora giunti a scadenza con Telecom Italia S.p.A, nel
luglio 1999, a seguito di una trattativa privata, è
stata affidata a tale società la realizzazione del
backbone geografico di connessione. Lultimazione dei
lavori è prevista entro lestate dellanno
2001. Nella fase successiva, entro la fine del 2001 si prevede
di concludere la realizzazione della Rete metropolitana MAN
di Cagliari ed entro la fine del 2002 la realizzazione delle
restanti reti metropolitane in corrispondenza dei POP geografici,
affidando i lavori con procedure a evidenza pubblica, salvo
il caso in cui la privativa industriale, a fronte di un ampliamento
dellesistente, porti a preferire, nel rispetto delle
vigenti norme comunitarie e nazionali, la trattativa privata.
Nel corso del 2001 si avvierà lo studio per lultima
fase che permetterà di collegare in rete tutto il territorio
regionale.
Il sistema informativo territoriale e cartografico
della Sardegna. Lintervento consiste nellottimizzazione
del Sistema Informativo Territoriale oggi in parte esistente
(attuato dallAssessorato degli Enti Locali, Finanze
e Urbanistica) dal punto di vista hardware, software e dei
contenuti, completandolo ed estendendolo su tutto il territorio
dellIsola. In tal modo viene favorita la diffusione
dellinnovazione tecnologica e dei servizi multimediali
nella Pubblica Amministrazione con particolare riferimento
alle aree svantaggiate della Sardegna. La soluzione proposta
copre lintera gamma delle esigenze dellutenza
pubblica e privata di un SIT, offrendo uno strumento di supporto
sia allattività di preparazione sia alla successiva
consultazione. I principali risultati e vantaggi sono:
- la aggiornabilità dei dati in modo uniforme ed
omogeneo per tutti gli utenti: sarà il Servizio della
Pianificazione Territoriale e della Cartografia a coordinare
laggiornamento delle banche dati per sé e per
tutti gli utenti decentrati in rete;
- la disponibilità dei dati in tempo reale e 24 al
giorno presso le Istituzioni Pubbliche compresi tutti gli
sportelli unici dei Comuni della Sardegna;
- la integrabilità dei dati tra applicazioni gestionali
differenti;
- la crescita tecnico-professionale degli utenti, nonché
laumento di produttività in termini di risposte
di soluzioni al cittadino.
Interventi per il potenziamento e la riqualificazione
dei servizi bibliotecari e archivistici. Liniziativa,
in corso di attuazione da parte dellAssessorato della
Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo
e Sport, è finalizzata:
- al potenziamento in rete del Servizio Bibliotecario Nazionale;
- allorganizzazione di servizi multimediali in rete
integrati sul territorio tra biblioteche, archivi ed altri
servizi culturali.
- allo sviluppo ed integrazione di tutte le biblioteche
e gli istituti bibliografici presenti nellisola; -
attuazione di interventi di digitalizzazione su fondi bibliotecari
e archivistici di particolare valore e interesse storico.
La biblioteca multimediale prevede di ridurre
attraverso la rete delle biblioteche il divario informativo
e di fornire strumenti per leducazione e la creazione
di luoghi di aggregazione per i giovani, la ricerca e lo sviluppo
culturale e sociale della regione. Il progetto mira altresì
a creare le condizioni per produrre occupazione stabile, nuova
imprenditorialità, e di incidere sullevoluzione
delle capacità professionali di quanti operano nel
settore attraverso la formazione e laggiornamento, favorendo
i processi di recupero della qualità della vita, della
fiducia e del benessere sociale.
Gli interventi a favore della New Economy. Si
tratta di una serie di iniziative gestite dallAssessorato
dellIndustria, di non grandi dimensioni economiche ma
strategiche al fine della nascita, nellarea urbana di
Cagliari, di un grande polo europeo nel settore ICT (Information
and Communication Technology) costituito da PMI locali e imprese
di grandi dimensioni esterne.
Per attrarre tali operatori esterni e garantire
competitività al sistema, occorre impostare azioni
strategiche in materia di incentivazione, infrastrutturazione
e logistica. Il primo problema sarà risolto quando
il Consiglio Regionale licenzierà il Testo Unico sugli
incentivi alle imprese industriali approvato dalla Giunta.
Per il problema dellinfrastrutturazione la soluzione
proposta prevede la posa di nuovi cavi a fibra ottica su tutto
il territorio regionale da parte di operatori privati (singoli
o associati) garantendo così lefficienza e la
competitività del sistema (oggi dominato da Telecom,
unico gestore in grado di garantire i collegamenti). Infine,
si prevede di individuare unarea opportunamente attrezzata
in relazione alle attività di ICT che consenta il rapido
trasferimento di diverse imprese sarde che hanno sedi provvisorie
e la creazione del polo telematico. In tal senso larea
vasta di Cagliari dispone di diverse aree che rispondono a
queste necessità. Nella Finanziaria 2001 sono stati
stanziati 30 miliardi di lire quale contributo della RAS per
il cablaggio, e a tuttoggi prosegue il tavolo delle
trattative con i diversi gestori della telefonia mobile. Infine,
sono stati riservati al settore della new economy il 25% delle
risorse del Bando Industria 2001 della L.488 (graduatoria
speciale), per cui la riserva ammonterà complessivamente
a Lire 80,5 miliardi.
Gli interventi del POR. Le due misure
che trattano più direttamente i temi della Società
dellInformazione sono la 6.3 Società dellInformazione
e la 6.4 Formazione per la Società dellInformazione.
Le misure sono divise temporalmente in due fasi:
la prima fase riguarda quelle azioni che possono essere attuate
immediatamente e che saranno ammesse al cofinanziamento fino
al 31.12.2001, la seconda è subordinata alle definizione,
da parte della Regione, di una propria strategia per la Società
dellInformazione, da adottarsi al più tardi entro
la stessa data. Tale strategia, condizione preliminare per
garantire che gli interventi siano adeguati alla struttura
socioeconomica regionale, verrà elaborata tramite un
processo aperto e partenariale con gli attori rappresentativi
del sistema sociale ed economico, e conformemente alle linee
guida stabilite dal Gruppo di Lavoro per la Società
dellInformazione previsto nellambito del Comitato
di Sorveglianza del QCS, dovrà definire i fabbisogni
locali, stabilire le priorità ed indicare obiettivi
quantificati. La strategia regionale verrà esaminata
dal Gruppo di Lavoro per la Società dellInformazione
che si esprimerà sulla sua validità, ed il POR
verrà adattato per inserire le azioni in essa previste.
Per la prima fase temporale, fino al 31.12.2001,
la misura 6.3 comprende alcune azioni urgenti, già
in gran parte in corso di realizzazione entro il Piano Telematico,
ed in interventi per la realizzazione della Rete dellAmministrazione
Regionale, del sistema informativo territoriale e cartografico
della Sardegna e per il potenziamento e la riqualificazione
dei servizi bibliotecari e archivistici. Ultimo, ma non meno
importante, essendo anzi precondizione per la realizzazione
degli altri, è lintervento per la creazione di
una rete di trasporto che permetta di collegare le diverse
entità della Pubblica Amministrazione in Sardegna attraverso
connessioni ad alta velocità. Ciò consentirà
allAmministrazione Regionale e agli Enti Locali della
Sardegna di partecipare con un proprio progetto (RUPAR) alla
realizzazione della Rete Nazionale e della Rete Unitaria della
Pubblica Amministrazione (RUPA), in fase di attuazione in
campo nazionale da parte dellAutorità per lInformatica
nella Pubblica Amministrazione (AIPA).
Come si già accennato in precedenza,
dunque, la strategia per lo sviluppo della Società
dell'Informazione in Sardegna verrà definita entro
il 31.12.2001. Il processo di sviluppo della Società
dellInformazione si svolgerà poi sotto la supervisione
di un organismo, denominato Forum Regionale per la Società
dellInformazione, composto dalla Regione Autonoma
della Sardegna, Amministrazioni pubbliche nazionali e locali,
rappresentanti delle Università e organismi di ricerca,
delle associazioni di categoria, del terzo settore, delle
parti sociali, ecc. Il Forum dovrà anche comprendere
individui che abbiano esperienza ed una visione della Società
dellInformazione. Il compito principale del Forum è
di guidare il processo, promuovere la partnership, costruire
il consenso ed ottenere limpegno dei soggetti chiave.
Come strumento operativo del Forum verrà
inoltre creato un Gruppo di lavoro regionale per la
Società dellInformazione composto da dipendenti
regionali, incaricato, sotto la supervisione e le direttive
del Forum, dellelaborazione tecnica (e del periodico
aggiornamento) della strategia per lo sviluppo della Società
dell'Informazione in Sardegna.
Lo studio di fattibilità, denominato
Studio di fattibilità sulla strategia per lo
sviluppo della Società dell'Informazione in Sardegna
e sulla realizzazione della Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione
a livello Regionale, dovrà contribuire allelaborazione
della strategia per lo sviluppo della Società dell'Informazione
in Sardegna, individuando criticamente le possibili strategie
alternative, e le misure per facilitare e accelerare lintroduzione
nellisola delle nuove tecnologie dellinformazione
e della comunicazione. Lo studio dovrà inquadrare tali
misure nella realtà sarda, individuando al contempo
degli obiettivi concreti che consentano alla Sardegna di utilizzare
tali tecnologie per superare la propria insularità
e integrare la nuova economia nella società e nel sistema
produttivo, con particolare attenzione ai settori meno favoriti
e alle proprie aree svantaggiate.
Lattuazione della Strategia dovrà
essere affidata ad una Management Unit o Unità
di Gestione, responsabile dellattuazione del programma
di lavoro delliniziativa. Poiché lUnità
di gestione dovrà contare su una struttura e un direttore
full time, coinciderà con il Servizio per il Sistema
Informativo Regionale, responsabile dellattuazione della
Misura 6.3 Società dellInformazione
del POR.
LA CONTINUITÀ TERRITORIALE
Collegamenti aerei
Con lattuazione del disposto di cui allart.34
della legge 144/99 (limposizione degli oneri di servizio
pubblico sui collegamenti aerei da Cagliari, Alghero, Olbia
verso Roma e Milano) andrà a prodursi, a partire dal
prossimo autunno un cambiamento nei rapporti con la Penisola,
che non è retorica definire di portata storica, a partire
dallabbattimento di quelle soglie tariffarie che hanno
sin qui definito il sistema dei collegamenti aerei, con ogni
evidenza deprimendo pesantemente la domanda di mobilità
da e per la Sardegna. Per ciò che attiene lallungamento
della stagione turistica diverrà ad esempio possibile
porre sul mercato quei pacchetti Weekend / vacanza
breve sinora gravemente condizionati proprio del costo elevato
della connessione aerea. Mentre per ciò che attiene
laccrescimento dellinterscambio con la penisola,
le conseguenze non potranno essere che positive, entro un
quadro nuovo di frequenze a sua volta conseguente al prevedibile
forte incremento della domanda di mobilità. Peraltro,
va sottolineato che si tratta di un avvio e non di un punto
di arrivo: da un lato per la necessità, oramai evidente,
di estendere il sistema degli oneri di servizio pubblico anche
ad altri scali, quali ad esempio Bologna, Verona, Napoli,
Bari, Palermo; dallaltra per controllare ed ottimizzare
il sistema riguardo al quale è possibile ipotizzare
una serie di contraccolpi legati ad un fenomeno di improvvisa,
progressiva crescita della domanda di mobilità, le
cui dimensioni appaiono difficilmente prevedibili.
Collegamenti Marittimi
Per i collegamenti marittimi dei passeggeri
è da segnalarsi come una recente sentenza della corte
Europea dellAja abbia di fatto anticipato al 2004 la
cessazione dei benefici statali in favore della Tirrenia,
mentre sulle tratte marittime più frequentate vanno
ad affermarsi nuovi vettori, che dispongono di mezzi veloci,
comunque meglio attrezzati di quelli tradizionali.
Pur senza negare limportanza dei progressi
compiuti quanto a qualità e comfort dei collegamenti,
è peraltro indubbia lincidenza del costo del
trasporto sulla propensione alla mobilità: è
opportuno che la Regione si attrezzi, entro il confronto con
lo Stato, per ottenere lonere di servizio pubblico anche
sulle principali tratte passeggeri, in analogia a quanto accaduto
sul trasporto aereo.
Per ciò che attiene i collegamenti merci,
va sottolineato come la necessità di varcare
il mare abbia costituito, da sempre, significativo fattore
di debolezza per lo sviluppo economico dellIsola, sia
per quanto attiene la effettiva presenza degli operatori sui
ricchi mercati del continente, sia per quanto attiene il trasferimento
delle merci (gravate da un extracosto che ad esempio, nel
caso delle derrate alimentari, è stato stimato nellordine
del 10%).
Con la legge finanziaria 2001 si sono finalmente
registrati, da parte del Governo italiano, importanti segnali
di interesse anche in questa direzione, ponendo a disposizione
del settore la cifra di circa 30 miliardi, che andrà
poi integrata dallAmministrazione regionale, per un
importo equivalente almeno al 50% delle somme a carico della
stato.
Occorre ora valutare attentamente come procedere,
individuando quali siano i settori di massima valenza strategica,
sui quali dunque indirizzare il sostegno proprio dei procedimenti
agevolativi, evitando comunque di ripetere gli errori del
passato, quando i finanziamenti della legge 64/86 furono indirizzati
al sostegno della semplice esportazione delle materie prime
(ad esempio Argille,sabbie silicee, etc
) anziché
alla piena valorizzazione delle stesse, dunque con un intervento
di sostegno allinsediamento di quellindustria
ceramica che avrebbe consentito di conservare allisola
lintero valore aggiunto proprio della risorsa.
Lopzione Mediterranea
Un altro importante aspetto delle politiche
della continuità territoriale è recentemente
emerso col progressivo attuarsi di tutta una serie di programmi
finanziati dallUnione Europea, quali Interreg, Medocc,
Medair, a seguito della pluriennale attività di tutta
una serie di organismi internazionali, e particolarmente della
Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime (CRPM) ed,
al suo interno, della Commissione delle Isole Mediterranee,
che da anni sostiene una strategia di sviluppo tesa allincremento
degli scambi tra le regioni del Mediterraneo europeo e la
sponda nord dellimmenso continente africano.
È una strategia di sviluppo legata quindi
anche alla necessità si spostare il baricentro degli
scambi dalla regione padana allintero contesto mediterraneo,
trasformando lintero bacino marittimo da fattore di
isolamento a perno di un sistema di comunicazioni destinato
ad integrare ed alleggerire, tramite una serie di corridoi
marittimi, i flussi di traffico pesante che attualmente gravano
sulle reti autostradali tra Francia, Spagna, Italia.
Volàno significativo di questo processo
è il recente, costante incremento dei traffici sul
Canale di Suez, con un sempre maggiore interesse delle navi
giramondo ad inserire le tappe mediterranee (e dunque i ricchi
mercati Europei) entro le rotte tra Oriente e Stati Uniti.
Dallattuale situazione di forte debolezza
degli scambi viene insomma a definirsi, per lintero
bacino mediterraneo, una prospettiva di sviluppo di estremo
interesse, derivata dalle convergenza di fattori esogeni ed
endogeni, quali da un lato lo sviluppo del grande traffico
internazionale, la sviluppo del cabotaggio e delle cosiddette
autostrade del mare, lintensificazione degli
scambi, in modalità marittima, con le altre regioni
europea ed in particolare con la Penisola spagnola, il Nord
Africa, la Grecia, lo sviluppo del transhipment, lo sviluppo
di attività industriali e lavorazioni in grado di aggiungere
valore alla semplice operazione di trasferimento dei contenitori.
E dallaltro lato vi sono lo sviluppo del
turismo, della crocieristica, lattivazione di collegamenti
aerei diretti tra isole e regioni mediterranee che possono
trasformare profondamente un assetto di bacino ad oggi ancora
troppo segnato da un cordone ombelicale (verso lo Stato di
appartenenza) e che condiziona gravemente gli scambi tra regioni
confinanti (si pensi alla connessione aerea Sardegna Corsica).
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