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Documento di Programmazione Economica e Finanziaria
Progetti Integrati Territoriali


 

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Indice

4. - Le misure

4.1. - Descrizione sintetica delle misure

4.1.1. - Asse I – “Risorse Naturali”

 

Misura 1.1.

Ciclo integrato dell’acqua

Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 344, 345.

Obiettivi specifici:

§         Garantire disponibilità idriche adeguate (quantità, qualità, costi) per la popolazione civile e le attività produttive, in accordo con le priorità definite dalla politica comunitaria in materia di acque, creando le condizioni per aumentare l’efficienza di acquedotti, fognature e depuratori, in un’ottica di tutela della risorsa idrica e di economicità di gestione; favorire un più ampio ingresso di imprese e capitali nel settore e un più esteso ruolo dei meccanismi di mercato; dare compiuta applicazione alla legge “Galli” e al D. Lgs. 152/99.

§         Migliorare le condizioni di fornitura delle infrastrutture incoraggiando il risparmio, il risanamento e il riuso della risorsa idrica, introducendo e sviluppando tecnologie appropriate e migliorando le tecniche di gestione nel settore. Promuovere la tutela e il risanamento delle acque marine e salmastre.

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata a garantire una sufficiente disponibilità di risorse idriche, convenzionali e non convenzionali, attraverso: la razionalizzazione e valorizzazione delle infrastrutture esistenti; l’utilizzo di tecnologie che consentano il risparmio e il riuso della risorsa; il progressivo adeguamento, nei prossimi anni, agli standard di qualità, di servizio ed ambientali, previsti dalla normativa comunitaria e nazionale (d.lgs. 152/99). La misura dà priorità  agli interventi che contribuiscono: al miglioramento della gestione del servizio; alla realizzazione delle condizioni per l’avvio di un efficiente servizio idrico integrato; a favorire l’ingresso di gestori industriali e il ricorso a meccanismi di concorrenza.

Nel periodo 2000-2002, rispettando i requisiti stabiliti dal QCS, si punterà soprattutto a creare le condizioni di base attraverso: il completamento e la riqualificazione delle infrastrutture idriche di offerta primaria, gestite direttamente dalla Regione e dai suoi enti (schemi acquedottistici, sistemi di raccolta e accumulo, ecc.), e delle infrastrutture fognario-depurative per le quali, in via prioritaria, è previsto l’adeguamento agli obiettivi di tutela ambientale del Dlgs 152/1999.

La realizzazione di nuove infrastrutture fognario-depurative è prevista nei casi di delocalizzazione di quelle esistenti, per ragioni di carattere igienico-sanitari, o per motivi di 2razionalizzazione del sistema (es.: sostituzione di più impianti di piccole dimensioni con un unico impianto).

Si potrà, inoltre, procedere alla riqualificazione delle reti idriche urbane, previa valutazione analitica e quantificazione delle perdite in rete, dando priorità agli interventi che prevedono il ricorso alla finanza di progetto.

È opportuno sottolineare le sinergie con la misura 1.7, che prevede interventi di miglioramento delle conoscenze di base mediante la realizzazione o il potenziamento di sistemi informativi che permettano di conoscere e monitorare lo stato delle infrastrutture idriche e fognario-depurative, la quantità e qualità delle acque (superficiali, sotterranee, marine) e dei reflui depurati, i principali fattori di inquinamento ecc.

Nel periodo 2003-2006, oltre a quelli individuati per il primo periodo e sempre nel rispetto dei requisiti stabiliti dal QCS, saranno possibili interventi diretti: alla realizzazione di interconnessioni tra invasi esistenti e, ove necessario, di nuove infrastrutture idriche e fognario-depurative; al risanamento delle acque invasate, in collegamento con altre misure del POR (es. misura 1.2.).

La fonte di finanziamento del contributo proprio dei soggetti gestori sono le tariffe del servizio idrico integrato. Il soggetto gestore deve anticipare la quota “privata” di finanziamento, da recuperare attraverso la gestione pluriennale del servizio ottenuto (o migliorato) con l’opera finanziata.

Le modalità di attuazione, che prevedono il ricorso al servizio finanziario degli istituti di credito, possono essere:

§         il cofinanziamento diretto da parte di un gestore che abbia un sufficiente livello di efficienza ed efficacia;

§         il ricorso agli strumenti della finanza di progetto attraverso la costituzione diretta di una società di progetto (SPC: Special Purpose Company) da parte del soggetto gestore beneficiario con partecipazione maggioritaria o minoritaria, oppure attraverso il ricorso all’istituto del promotore ai sensi della L.415/98.

La misura verrà attuata in maniera sinergica con la misura 1.8., che prevede programmi di alta formazione, diretti alla riqualificazione del personale pubblico e alla creazione di nuove figure professionali, e di formazione/informazione sul risparmio idrico, il miglioramento delle tecniche di irrigazione, ecc.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti Pubblici.

Regimi di aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente o per conto di tale ente.  Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art 87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 1.2

Ciclo integrato delle acque: sistemi irrigui delle aree agricole

Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art. 33 ottavo trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Codice:

Obiettivi specifici: Gli interventi finanziabili sono diretti al miglioramento della gestione delle risorse idriche in modo da assicurare una più corretta utilizzazione delle stesse sia dal punto di vista del suo razionale utilizzo sia evitando eventuali sprechi con ulteriore finalità di salvaguardia dell’ambiente e del corretto utilizzo delle risorse naturali e del suolo. La misura tende ad assicurare una adeguata disponibilità idrica per le attività produttive agricole, favorendo le pratiche e le metodologie dirette ad introdurre meccanismi atti a garantire e favorire l’economicità della gestione delle risorse idriche.

La presente misura è strettamente collegata con la misura 4.20, relativa allo sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali connesse allo sviluppo dell’agricoltura. 

Interventi ammissibili:

§         acquisto di impianti di misurazione al servizio di più aziende

§         razionalizzazione e ottimizzazione degli impianti consortili

§         ricerca di fonti di approvvigionamento idrico alternative al servizio di più aziende

Settori prioritari: tutti i comparti agricoli.

Tipo di intervento: regime di aiuto.

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale.

Beneficiari: consorzi; società consortili; enti pubblici e loro consorzi.

Intensità degli aiuti: L’intensità massima degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto s’intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo.

Intensità max. %

Feoga *
%

100

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

 

Misura 1.3

Difesa del suolo

Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 121, 144, 1305, 1311.

Obiettivi specifici:

§         Migliorare il livello di competitività territoriale garantendo un adeguato livello di sicurezza ‘fisica’ delle funzioni insediative, produttive, turistiche e infrastrutturali esistenti, attraverso la realizzazione della pianificazione di bacino, di un sistema di governo e presidio idrogeologico diffuso ed efficiente e di una pianificazione territoriale compatibile con la tutela delle risorse naturali.

§         Perseguire il recupero delle funzioni idrogeologiche dei sistemi naturali, forestali e delle aree agricole, a scala di bacino, anche attraverso l’individuazione di fasce fluviali, promuovendo la manutenzione programmatica del suolo e ricercando condizioni di equilibrio tra ambienti fluviali e ambiti urbani.

§         Accrescere la sicurezza attraverso la previsione e la prevenzione degli eventi calamitosi nelle aree soggette a rischio idrogeologico incombente ed elevato (con prioritaria attenzione per i centri urbani, le infrastrutture e le aree produttive) e  nelle aree soggette a rischio sismico.

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata a creare una situazione di generale sicurezza dei sistemi naturali e insediativi, ad evitare danni economici conseguenti ai fenomeni di dissesto, a garantire la salvaguardia dell’ambiente e la conservazione della biodiversità. Saranno previsti interventi di prevenzione del rischio e interventi strutturali di difesa attiva, laddove necessari, e realizzati se rispondenti, nel periodo 2000-2002, alle previsioni degli “Schemi previsionali e programmatici” (ex L.183/89 e successive modificazioni); nel periodo 2003-2006 ai Piani di bacino o ai Piani stralcio (ex L.183/89 e successive modificazioni, DPR 18.7.1995).

Per quanto riguarda i sistemi naturali saranno avviati, a scala di bacino, interventi diretti: al recupero e al miglioramento della funzionalità idraulica e idrogeologica dei sistemi naturali e delle aree agricole e pastorali; alla difesa del suolo da rischi di dissesto idrogeologico (processi di erosione e desertificazione) e alla sua gestione attraverso la manutenzione programmata; alla rinaturalizzazione del reticolo idrografico; alla tutela e risanamento delle zone umide e del bacino imbrifero di riferimento, anche al fine di salvaguardare le attività di pesca tradizionali ed ecocompatibili; alla tutela e risanamento dei litorali compromessi da eccessivo carico antropico e da erosione marina, anche attraverso adeguati interventi di ripascimento; al miglioramento del sistema di difesa dagli incendi; a correlare la difesa del suolo alla gestione delle risorse idriche. Una specifica attenzione sarà riservata alle aree territoriali nelle quali sono presenti processi iniziali di desertificazione, attraverso interventi di prevenzione e riduzione del fenomeno.

Per quanto concerne i sistemi insediativi, le tipologie di intervento previste dalla misura sono le seguenti:

§         protezione, messa in sicurezza e consolidamento di centri abitati, risoluzione di nodi idraulici critici, protezione di infrastrutture strategiche, di luoghi e ambienti esposti a rischio idraulico o geomorfologico molto elevato; interventi atti a razionalizzare, nelle aree urbanizzate, il sistema di restituzione delle acque meteoriche nella rete idrografica naturale;

§         interventi connessi all’apposizione di vincoli sull’uso del suolo (misure di salvaguardia, aree naturali di esondazione dei corsi d’acqua); interventi per la delocalizzazione di insediamenti e di attività; interventi integrati di conservazione di suoli soggetti ad erosione, di suoli abbandonati e/o dismessi anche con recupero naturalistico; interventi per il mantenimento di equilibri sostenibili tra insediamenti e contesto ambientale, in particolare lungo le aste fluviali (ad es. rinaturalizzazione o conservazione delle configurazioni naturali degli alvei e delle aree golenali).

È opportuno segnalare la sinergie con la misura 1.7, che prevede interventi di miglioramento delle conoscenze di base mediante la realizzazione o il potenziamento di sistemi informativi che permettano di conoscere e monitorare i sistemi ambientali e territoriali dei sub-bacini idrografici, per la previsione e prevenzione delle situazioni di rischio dovute a calamità naturale, al dissesto idrogeologico, ai processi di desertificazione, all’attività antropica, ecc., anche al fine della predisposizione e gestione di politiche integrate di difesa del suolo.

La selezione dei progetti da finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità, che tengano conto fra l’altro dei livelli di pericolosità e dei rischi connessi, e di procedure che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento; in particolare si evidenzia la necessaria coerenza tra gli interventi cofinanziati e il quadro programmatico generale, formulato in attuazione della legge 183/89 e successive modifiche.

Per gli interventi relativi alla messa in sicurezza di infrastrutture generatrici di entrate nette consistenti, la misura interviene a esclusiva copertura dei costi non imprenditoriali derivanti da effettive situazioni di pericolo.

La misura verrà attuata in maniera sinergica con la misura 1.8., che prevede programmi: di alta formazione, diretti alla riqualificazione del personale pubblico preposto al settore, alla creazione di nuove figure professionali e di formazione/informazione, di tipo comportamentale, verso specifiche categorie produttive e imprenditoriali e, in particolare, sul ruolo che possono esercitare, come presidio del territorio, determinate pratiche agricole e zootecniche sostenibili, corrette pratiche silvicolturali (orientate a ristabilire il riequilibrio dei sistemi vegetazionali e dei climax), ecc.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti Pubblici.

Regimi di aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente o per conto di tale ente.  Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art 87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 1.4.

Gestione integrata dei rifiuti, bonifica dei siti inquinati e tutela dall’inquinamento

Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 35, 341, 343.

Obiettivi specifici:

§         Migliorare il sistema di gestione dei rifiuti, promuovendo la raccolta differenziata, il riciclaggio, il recupero, nonché elevando la sicurezza dei siti per lo smaltimento e favorendo lo sviluppo di un efficiente sistema di imprese; dare attuazione alle normative di settore attraverso la pianificazione integrata della gestione dei rifiuti su scala di Ambiti Territoriali Ottimali.

§         Promuovere la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti, anche mediante campagne informative, favorendo il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero e introducendo innovazioni di processo nei sistemi di gestione dei rifiuti.

§         Risanare le aree contaminate, rendendole disponibili a nuovi utilizzi economici, residenziali o naturalistici, e migliorare le conoscenze, le tecnologie, le capacità di intervento dei soggetti pubblici e privati, nonché la capacità di valutazione e controllo della Pubblica amministrazione per la bonifica dei siti inquinati.

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata: alla progressiva attuazione di un'efficiente gestione integrata dei rifiuti, anche mediante il coinvolgimento dei privati, e al conseguimento di adeguate condizioni di salubrità ambientale. In questo contesto la misura si articola in due azioni distinte: la prima dedicata al miglioramento del sistema di gestione integrato dei rifiuti, la seconda ad interventi di bonifica e recupero di siti inquinati ad elevato rischio ambientale.

Sistema di gestione integrato dei rifiuti: L’azione consentirà la realizzazione di impianti, di strutture di servizio e di azioni dirette a prevenire e ridurre la produzione di rifiuti, nel rispetto delle disposizioni del Piano regionale di gestione che sta per essere notificato alla Commissione Europea per la verifica di coerenza con le direttive comunitarie di settore. La definizione delle priorità e delle tipologie di intervento sarà effettuata in conformità con la gerarchia comunitaria in materia, che pone in primo luogo la prevenzione della produzione di rifiuti, seguita dal riutilizzo, quindi dal riciclo e, per la frazione restante, dall’incenerimento con recupero energetico, e infine dallo smaltimento in discarica controllata.

Nelle more dell’approvazione del piano da parte della Commissione, potranno essere finanziati i seguenti interventi:

§         sviluppo di tecniche appropriate per l’eliminazione di sostanze pericolose (in particolare metalli pesanti) contenute nei rifiuti destinati ad essere recuperati o smaltiti;

§         piazzole per lo stoccaggio delle frazioni raccolte separatamente e destinate unicamente al riciclaggio di materia, il cui riciclo è già garantito da accordi stipulati con le relative filiere produttive;

§         iniziative per l’informazione dei cittadini, anche al fine di promuovere il compostaggio domestico;

§         impianti per la produzione di compost della frazione organica dei rifiuti di elevata qualità, da utilizzare come fertilizzante in agricoltura, il cui utilizzo sia garantito da specifici accordi;

§         infrastrutture per il riutilizzo (così come definito dall'articolo 3.5 della direttiva 94/62) degli imballaggi primari (vuoto a rendere), secondari e terziari.

La selezione dei progetti da finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento; in particolare si punterà al conseguimento di un effetto di scala in termini di abitanti serviti e di rifiuti trattati e alla disponibilità di utilizzatori dei prodotti recuperati, in modo da generare opportunità localizzative per nuove attività di recupero.

Costituiranno, comunque, elementi di priorità: il miglioramento della gestione del servizio, l’ingresso di gestori industriali attraverso il ricorso a meccanismi concorrenziali.

La fonte di finanziamento del contributo proprio dei soggetti gestori sono le tariffe del servizio di gestione integrata dei rifiuti. Il soggetto gestore deve anticipare la quota “privata” di finanziamento, da recuperare attraverso la gestione pluriennale del servizio ottenuto (o migliorato) con l’opera finanziata. Le modalità di attuazione, che prevedono il ricorso al servizio finanziario degli istituti di credito, possono essere:

§         il cofinanziamento diretto da parte di un gestore che abbia un sufficiente livello di efficienza ed efficacia;

§         il ricorso agli strumenti della finanza di progetto attraverso la costituzione diretta di una società di progetto (SPC: Special Purpose Company) da parte del soggetto gestore beneficiario con partecipazione maggioritaria o minoritaria, oppure attraverso il ricorso all’istituto del promotore ai sensi della L.415/98.

Bonifica e recupero di siti inquinati: L’azione prevede il finanziamento di interventi di bonifica, messa in sicurezza e recupero ambientale. Tali interventi saranno ammissibili solo se coerenti con i criteri previsti dal DM 25.10.1999 n. 471. Dopo il 31.12.2002 saranno ammissibili solo gli interventi previsti dal Piano regionale di bonifica, in corso di revisione e adeguamento alle disposizioni degli artt.14 e 22 del Decreto Legislativo 5/2/97 n.22 e successive modifiche e integrazioni. La copertura dei costi di bonifica avverrà nel rispetto del principio “Chi inquina paga”. Le tipologie di intervento finanziabili sono, a titolo indicativo e non esaustivo: interventi urgenti per ridurre le fonti di inquinamento; interventi di bonifica atti ad eliminare o ridurre le fonti di inquinamento, le sostanze inquinanti, le concentrazioni di tali sostanze, a isolare in modo definitive le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti, ecc..

La selezione dei progetti da finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento. In particolare andranno previsti criteri premiali per i progetti che, oltre agli interventi di semplice bonifica, prevedono una destinazione d’uso del sito recuperato per finalità economiche e sociali, coerentemente con gli obiettivi generali del presente P.O.R.

È opportuno segnalare la sinergie con la misura 1.7, che prevede interventi di miglioramento delle conoscenze di base mediante l’ampliamento e l’adeguamento della rete di rilevamento della qualità dell’aria e il censimento e monitoraggio dei siti inquinati da amianto, da rifiuti, delle ex aree minerarie.

La misura verrà attuata in maniera sinergica con la misura 1.8., che prevede programmi di alta formazione, diretti alla riqualificazione del personale pubblico e alla creazione di nuove figure professionali, e di formazione/informazione (es.: promozione della valorizzazione dei rifiuti e dei marchi di qualità ambientale, ecc.).

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti Pubblici.

Regimi di aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente o per conto di tale ente. Nessun aiuto di Stato sarà accordato in base a questa misura ai sensi dell’art 87.1 del Trattato CE.


 

Misura 1.5.

Rete ecologica regionale

Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: non identificato.

Obiettivi specifici:

§         Negli ambiti marginali con sottoutilizzazione delle risorse: migliorare la qualità del patrimonio naturalistico e culturale, riducendone il degrado/abbandono ed accrescendone l’integrazione con le comunità locali in un’ottica di tutela, sviluppo compatibile, migliore fruizione e sviluppo di attività connesse come fattore di mobilitazione e stimolo allo sviluppo locale.

§         Negli ambiti con sovrautilizzo delle risorse: recuperare gli ambiti compromessi a seguito di usi impropri e conflittuali; regolare gli usi e la pressione sulle risorse (anche attraverso sistemi di certificazione dell’equilibrio nell’uso delle risorse stesse); accrescere l’offerta di beni e servizi finalizzati alla qualità ambientale e alla corretta fruizione ambientale delle risorse, in un’ottica di promozione dello sviluppo.

§         In generale: promuovere la capacità della Pubblica amministrazione di intervenire per la conservazione e lo sviluppo; promuovere la rete ecologica come infrastruttura di sostegno dello sviluppo compatibile e come sistema di offerta di beni, risorse e valori.

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata a promuovere, partendo dalle iniziative di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio naturalistico, l’avvio o il rafforzamento di attività imprenditoriali compatibili, in grado di favorire lo sviluppo di reddito e occupazione e una migliore qualità della vita delle comunità locali interessate.

Nelle aree individuate nella strategia (aree protette istituite, ambiti della costituenda rete Natura 2000) potranno essere realizzati interventi di:

a)      sostegno alla predisposizione dei piani di gestione; conservazione, manutenzione del paesaggio e del territorio, recupero di ambiti degradati (risanamento, ricostruzione ambientale e rinaturalizzazione; sperimentazione di interventi innovativi per la tutela del patrimonio boschivo e per la difesa del suolo, di ambienti umidi, fasce fluviali, ambienti marini; riqualificazione ambientale e paesaggistica); tutela delle diversità biologiche e delle specie faunistiche e floreali minacciate; ambientalizzazione della rete elettrica; promozione dell’educazione ambientale e della sensibilità verso il valore delle risorse naturali del territorio; valorizzazione mediante l’organizzazione dell’accessibilità e fruibilità e la dotazione di adeguati servizi.

b)      promozione di iniziative economiche, in particolare di quelle legate al turismo e alle attività produttive tipicamente locali che richiedono, per svilupparsi, un alto livello di qualità del patrimonio ambientale; tutela, restauro e recupero delle risorse immobili a livello locale; realizzazione di reti di promozione dell’offerta di fruizione ambientale e turistica delle aree di intervento; adeguamento dei servizi turistici e delle strutture a criteri di sostenibilità e qualità ambientale; promozione di attività imprenditoriali “verdi” legate ai settori del turismo e dell’artigianato, ecc..

La misura potrà essere attuata solo tramite progetti integrati che dovranno essere promossi, di concerto, dai Comuni interessati e dai Comitati o Enti di gestione, nel caso riguardino le aree protette istituite; per gli ambiti della istituenda rete Natura 2000, l’iniziativa spetta agli enti locali. Tali progetti integrati dovranno avere come finalità lo sviluppo turistico sostenibile e/o imprenditoriale di queste aree, attraverso un'integrazione con gli interventi a valere sulle misure relative allo sviluppo locale (Asse IV), alla valorizzazione delle risorse culturali (Asse II), alla riqualificazione urbana (Asse V) ecc. In ogni caso dovrà essere garantita la partecipazione delle comunità locali ai processi decisionali e ricercato il loro consenso.

La selezione dei progetti avverrà sulla base di criteri di priorità e procedure che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.

La misura verrà attuata in maniera sinergica con la misura 1.8. che prevede programmi di alta formazione, diretti alla riqualificazione del personale pubblico e alla creazione di nuove figure professionali, di formazione/informazione e di promozione di nuova imprenditorialità.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti Pubblici.

Regimi di aiuto: Per quanto riguarda la realizzazione dell'azione a), trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente o per conto di tale ente. Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art 87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura. .

Per quanto riguarda l'azione b), si farà ricorso alla disciplina comunitaria “de minimis”, con formale assunzione dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria, a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di 3 anni

 

Misura 1.6.

Energia

Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice:

Obiettivi specifici:

§         Stimolare la produzione e l’impiego di fonti rinnovabili, promuovere il risparmio energetico e il miglioramento dell’efficienza gestionale.

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata al riequilibrio del sistema energetico regionale, eccessivamente sbilanciato verso le fonti fossili, mediante la valorizzazione delle energie rinnovabili con particolare riguardo alla fonte idroelettrica.

Per quanto riguarda quest'ultima tipologia, le azioni che saranno attivate sono rivolte soprattutto all’ammodernamento degli impianti di produzione idroelettrica già esistenti oltre che alla realizzazione di nuovi impianti “mini” e “micro” in corrispondenza dei nuovi invasi connessi ai sistemi di irrigazione e agli acquedotti (inferiori a 10megawatt). Le strategie riguardanti la valorizzazione delle risorse rinnovabili discendono dall’attuazione del Piano Energetico Regionale in corso di approvazione che ha recepito le risultanze della Conferenza Nazionale per l’Energia e l’Ambiente volte a raddoppiare l’incidenza di tali fonti per il 2010 (per la Sardegna dal 2 al 4% circa).

Per quanto riguarda l’eolico, a fronte di un potenziale teorico di circa 2.700 MWe operativi per 2.200 ore/anno, il potenziale tecnico installabile è stato valutato pari a 794 MW. Le precedenti esperienze, sia positive che negative, costituiscono il punto di partenza per un corretto sviluppo per il quale sono necessarie azioni di monitoraggio, controllo tecnico, formazione professionale e finanziamenti che consentano la remunerazione dell’energia prodotta in alternativa agli aiuti in conto capitale.

Il fotovoltaico non ha ancora raggiunto una competitività economica , per cui è ipotizzabile nel prossimo decennio l’installazione di una potenza di circa 5 MW per utenze isolate e remote non collegate alla rete.

È più interessante lo sfruttamento dell’energia solare termica, per cui diventa opportuno l’avviamento di un programma finalizzato che preveda l’installazione minima di 200.000 m2 di collettori solari termici fino al 2010 il che porterebbe ad un risparmio complessivo di energia primaria pari a circa 15,3 ktep/anno. Un valido punto di partenza potrà essere, pertanto, il finanziamento di studi che, per le tipologie abitative caratteristiche della Sardegna, propongano le migliori soluzioni impiantistiche e definiscano caratteristiche standard minime sia degli impianti che dei collettori, vincolanti per l’accesso ai finanziamenti agevolati.

Il potenziale da biomasse vegetali in Sardegna è stato complessivamente stimato in circa 295 ktep/anno e quello realisticamente utilizzabile a circa 28 ktep/anno. Tale potenziale può essere reso disponibile attraverso diverse soluzioni impiantistiche rappresentate da 1 impianto di cogenerazione da 7 MWe o 2 impianti di cogenerazione da 4 MWe ciascuno, oppure 1 impianto di sola generazione elettrica da 8 MWe o 2 impianti da 4 MWe ciascuno. Tra le tipologie di biomassa disponibili per usi energetici assume particolare rilevanza la legna e i residui forestali; si può avviare una campagna di rimboschimento che coinvolga cooperative per la gestione del bosco, coniugando l’attività turistica con l’attività energetica di raccolta delle biomasse forestali. Particolare importanza rivestono le colture energetiche per produzione di energia elettrica, termica e di biocombustibili in aree in cui l’agricoltura tradizionale risulti deficitaria in quantità e/o qualità

Gli interventi di completamento delle reti urbane di distribuzione di gas, da esercire provvisoriamente ad aria propanata fino alla realizzazione della metanizzazione della Sardegna, non saranno normalmente perseguiti con il P.O.R, tranne in casi debitamente motivati, conformemente alle indicazioni strategiche del QCS, e previa modifica del POR.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti Locali.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.


Misura 1.7.

Monitoraggio

Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: non identificato.

Obiettivi specifici:

§         Sviluppare sistemi di monitoraggio e prevenzione dell’inquinamento.

§         Disporre di un’adeguata base informativa sullo stato dell’ambiente, sui fattori che esercitano pressione sulle risorse e sulla diffusione e funzionalità delle infrastrutture nei settori del ciclo integrato dell’acqua e dei rifiuti.

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata a migliorare le conoscenze e il sistema di monitoraggio della situazione ambientale e territoriale regionale, dei principali fattori di pressione e dello stato delle infrastrutture funzionali alla gestione delle risorse naturali.

Ciò contribuirà a creare le condizioni ottimali affinché, con l’approvazione della legge istitutiva dell’ARPAS (Agenzia Regionale per la Protezione Ambiente Sardegna), in corso di esame da parte degli organismi regionali competenti, si possa immediatamente avviare e rendere operativa tale struttura.

Gli interventi della misura saranno attuati dai singoli Assessorati regionali, competenti in materia di risorse naturali (a tale riguardo si rimanda alle definizioni contenute nelle misure 1.1.,1.3.,1.4.), che provvederanno ad integrarli con quelli già avviati o realizzati dalla Regione. Gli interventi riguarderanno il miglioramento delle conoscenze di base, mediante la realizzazione o il potenziamento di sistemi informativi che permettano di conoscere e monitorare:

§         lo stato delle infrastrutture idriche e fognario-depurative, la quantità e la qualità delle acque (superficiali, sotterranee, marine), dei reflui depurati, i principali fattori di inquinamento, ecc. (v. misura 1.1.);

§         i sistemi ambientali e territoriali dei sub-bacini idrografici, per la previsione e prevenzione delle situazioni di rischio dovute a calamità naturale, al dissesto idrogeologico, ai processi di desertificazione, all’attività antropica, ecc., anche al fine della predisposizione e gestione di politiche integrate di difesa del suolo (v. misura 1.3.).

Inoltre, si provvederà all’ampliamento e all’adeguamento della rete di rilevamento della qualità dell’aria e al censimento e monitoraggio dei siti inquinati da amianto, da rifiuti e delle ex aree minerarie (v.misura 1.4.).

La misura verrà attuata in maniera sinergica con la misura 1.8., che prevede programmi di alta formazione, diretti alla riqualificazione del personale pubblico e alla creazione di nuove figure professionali, e di formazione/informazione.

Beneficiari finali: Regione Sardegna.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 1.8.

Formazione per le misure dell’Asse I

Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali

Fondo strutturale interessato: FSE

Codice: non identificato.

Obiettivi specifici:

§         Migliorare le conoscenze, le tecnologie, le capacità di intervento dei soggetti pubblici e privati, nonché la capacità di valutazione e controllo della Pubblica amministrazione, offrendo possibilità di lavoro altamente qualificato.

Contenuto tecnico: La Misura, da correlare alle corrispondenti dell’Asse III, è finalizzata alla creazione di una classe manageriale pubblica e privata, consona alle strategie dell’Asse I, e alla crescita della coscienza ambientale.

La misura prevede:

a)      la formazione, altamente qualificata, di nuove figure professionali, in grado di trovare sbocchi occupazionali nei settori riguardanti la gestione delle risorse naturali e di favorire lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nel settore. A tale riguardo, applicando metodi e procedure sperimentati da tempo con successo dalla Regione sarda e disciplinati dalla LR 28/1984, saranno attribuite borse di studio a laureati e diplomati, finalizzate alla mobilità formativa per la frequentazione di corsi e/o stage di specializzazione presso istituti e organismi altamente qualificati.  
Parallelamente a questo tipo di attività formativa, in collegamento con la misura 3.10-policy field D dell’Asse III, saranno avviate per la formazione di nuova imprenditorialità azioni di orientamento, assistenza alla progettazione, accompagnamento allo start-up, tutor ship aziendale, promozione della cultura d’impresa nel territorio, ecc..

b)      La formazione e l’aggiornamento altamente qualificati del personale pubblico, con il fine di elevarne la professionalità e, di conseguenza, migliorare la qualità, l’efficacia e l’efficienza dell’Amministrazione pubblica. I singoli uffici, competenti in materia di “risorse naturali”, dovranno preliminarmente definire le proprie esigenze formative, distinte per qualifiche funzionali e profili professionali. Per lo svolgimento dei corsi si provvederà alla selezione, mediante bando, di istituti e organismi pubblici e privati altamente qualificati, operanti nel campo della formazione dei quadri e dei dirigenti della pubblica amministrazione.

Saranno, inoltre, attivate azioni di formazione/informazione, finalizzate al coinvolgimento dei cittadini nella gestione delle risorse naturali, per elevarne la coscienza ambientale, diffondere comportamenti meno impattanti sull’ambiente, prevenire i rischi derivanti da eventi calamitosi. Le azioni dovranno, comunque, garantire una adeguata presenza femminile.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti Locali,Imprese .

Regimi di aiuto: Azione a): l’aiuto di Stato accordato in base a questa misura è conforme alla regola del “de minimis”. Azione b) Nessun aiuto di Stato ai sensi dell'Art. 87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.


4.1.2. - Asse II – “Risorse Culturali” Inizio Pagina

Misura 2.1.

Archeologia, percorsi religiosi e museali, recupero di centri storici in stato di abbandono a fini culturali e turistici

Asse prioritario: Asse II “Risorse culturali”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice:

Obiettivi specifici:

§         Consolidare, estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico e paesaggistico, nonché quelle relative alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale strumento di sviluppo economico del territori.

§         Migliorare la qualità dei servizi culturali e dei servizi per la valorizzazione del patrimoni, compresa la promozione della conoscenza e della divulgazione,anche ai fini dell’innalzamento della qualità della vita.

Contenuto tecnico La misura si propone di creare le condizioni di base necessarie per lo sviluppo di una imprenditorialità nel settore della conservazione, gestione e valorizzazione dei beni culturali e di realizzare circuiti e poli culturali in grado di determinare un aumento del capitale umano locale e di attrarre una domanda turistica qualificata e più estesa nel tempo e nello spazio.

Più dettagliatamente, la misura consentirà:

§         la valorizzazione di edifici di particolare valore storico, attraverso azioni di restauro, consolidamento, realizzazione e allestimento di sezioni museali e di spazi per attività culturali e ricreative;

§         l’individuazione di strutture museali particolarmente valide e significative da completare e potenziare, adeguandole agli attuali standard museologici;

§         la realizzazione di interventi di recupero e valorizzazione di aree archeologiche con la relativa dotazione di servizi per i visitatori, sulla base di progetti che contengano un piano di gestione chiaro e attendibile;

§         la riqualificazione della funzione comunicativa e didattica di musei e parchi archeologici, attraverso l’utilizzo di tecnologie multimediali per la fruizione “in loco” e a distanza e attraverso la realizzazione di attività di animazione, in particolare per l’utenza infantile e giovanile;

§         il riuso e la valorizzazione (trasformazione di spazi per esposizioni, eventi culturali di vario tipo) di strutture e complessi architettonici di antichi abitati storici abbandonati, inseriti in aree e contesti di grande pregio paesaggistico e ambientale e con forti potenzialità di attrazione turistica.

Sul piano strategico, la misura verrà attuata attraverso progetti integrati sul piano territoriale, che coinvolgano diversi settori (culturale, economico, turistico, ambientale) e diversi livelli e/o soggetti istituzionali, in modo tale da costruire sistemi di offerta chiaramente riconoscibili e identificabili e in grado di concorrere efficacemente allo sviluppo di una determinata area territoriale. In questa prospettiva, la misura prevede specificamente la realizzazione di iniziative di tipo promozionale, in collegamento e integrazione con l’intervento previsto nella misura 4.5. I progetti integrati devono favorire l’innovazione nel comparto economico considerato e uno sviluppo turistico compatibile con l’ambiente. In relazione alla pluralità di soggetti–pubblici e privati- che partecipano all’iniziativa, dovrà essere individuato un soggetto capofila, con funzioni di coordinamento tra i soggetti partecipanti, nonché di raccordo con l’autorità responsabile della misura.

La selezione dei progetti da finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure di evidenza pubblica che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e gli indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.

Beneficiari finali: Regione, Enti Locali,.

Regimi di aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente o per conto di tale ente. Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 2.2.

Archeologia industriale

Asse prioritario: Asse II “Risorse culturali”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice:

Obiettivi specifici:

§         Consolidare, estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico e paesaggistico, nonché quelle relative alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale strumento di sviluppo economico del territorio.

§         Migliorare la qualità dei servizi culturali e dei servizi per la valorizzazione del patrimonio, compresa la promozione della conoscenza e della divulgazione, anche ai fini dell’innalzamento della qualità della vita.

Contenuto tecnico La misura è finalizzata alla valorizzazione culturale, sociale ed economica di ambiti territoriali fortemente caratterizzati dalla presenza di insediamenti industriali dismessi. La misura consentirà di recuperare e valorizzare beni e aree che hanno una valenza storica e tecnologica di notevole significato nel quadro della storia industriale europea, attraverso la creazione di percorsi, parchi e itinerari tematici.

La misura prevede:

§         interventi di restauro, consolidamento, risanamento di edifici, monumenti e impianti;

§         interventi di valorizzazione, dotazione e/o riqualificazione di servizi e strutture per la fruizione e l’accoglienza dei visitatori (spazi e infrastrutture per la didattica, l’informazione e l’organizzazione di attività educative e per il tempo libero, punti vendita, punti ristoro, parcheggi);

§         azioni specifiche volte al potenziamento della funzione comunicativa dei servizi culturali, ove avrà particolare rilevanza l’utilizzo di tecniche multimediali avanzate per la fruizione “in loco” e a distanza (simulazione di contesti, ricostruzione virtuale di esperienze, de-costruzione e interpretazione analitica di particolari beni, suggestioni e informazioni per la conoscenza delle attrattive e opportunità dell’area in questione, ecc.), in riferimento alle diverse fasce di utenza e all’obiettivo della promozione turistica del territorio;

Sul piano strategico, la misura verrà attuata attraverso progetti integrati sul piano territoriale, che coniughino la valenza culturale e la valorizzazione dell’insieme delle risorse presenti sul territorio (naturalistiche, economico-produttive), in modo tale da massimizzare gli impatti positivi attesi dalla realizzazione degli investimenti, sia in termini di qualità della vita per i residenti, sia in termini di creazione di un bacino occupazionale e di sviluppo di un’offerta turistica qualificata. Sarà inoltre adottata una strategia di concentrazione delle iniziative, fondata su un forte parternariato istituzionale, che si concretizzerà nella realizzazione di un numero limitato di progetti unitari e coerenti (percorsi, parchi tematici) attraverso i quali sarà possibile dare una reale visibilità alle risorse culturali del territorio. I progetti integrati devono favorire l’innovazione nel comparto economico considerato e uno sviluppo turistico compatibile con l’ambiente. Considerata la pluralità dei soggetti –pubblici e privati- che partecipano all’attuazione dei progetti integrati, dovrà essere individuato un soggetto capofila, con funzioni di coordinamento tra i soggetti partecipanti, nonché di raccordo con l’autorità responsabile della misura. La misura prevede anche, in connessione con le azioni contenute nella misura 2.1 e nella misura 4.5., l’attuazione di un programma di comunicazione e promozione relativamente alle iniziative realizzate, nonché la promozione e organizzazione di eventi culturali innovativi capaci di attivare flussi turistici allungando la stagione.

La selezione dei progetti da finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure di evidenza pubblica che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e gli indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.

Beneficiari finali: Regione, Enti Locali, Enti Pubblici, Società miste pubbliche private.

Regimi d’aiuto: Nelle more dell’emanazione, notifica ed approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali per l'introduzione di aiuti a finalità regionale, che potranno essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR, l’aiuto di Stato accordato in base a questa misura è conforme alla regola del “de minimis”.

 

Misura 2.3.

Strutture e servizi per attività culturali e di spettacolo

Asse prioritario: Asse II “Risorse culturali”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice:

Obiettivi specifici:

§         Consolidare, estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico, storico artistico e paesaggistico, nonché quelle relative alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale strumento di sviluppo economico del territorio.

§         Migliorare la qualità dei servizi culturali e dei servizi per la valorizzazione del patrimonio, compresa la promozione della conoscenza e della divulgazione, anche ai fini dell’innalzamento della qualità della vita.

Contenuto tecnico La misura è finalizzata alla creazione di un sistema articolato di offerta di attività culturali e di spettacolo, attraverso azioni che incidono sulla qualità delle strutture e i servizi per il pubblico, in connessione con la valorizzazione turistica di un territorio. Con la misura, inoltre, si intendono creare le condizioni di base per la crescita di una imprenditorialità legata alla produzione, all’organizzazione e alla promozione di attività e iniziative di spettacolo (teatrali e musicali) e allo sviluppo del comparto secondo logiche di mercato. All’interno di progetti integrati di valorizzazione culturale di un territorio, con la misura saranno attivati interventi finalizzati a migliorare ed estendere le condizioni di accesso alla conoscenza e all’informazione, attraverso una riqualificazione delle strutture per servizi bibliotecari e archivistici, secondo i criteri e indirizzi previsti dal QCS.

La misura prevede:

§         restauro e ristrutturazione funzionale di edifici storici sedi di archivi, di biblioteche e di servizi culturali diversi;

§         servizi di tipo bibliotecario itineranti nei luoghi di maggior traffico turistico;

§         interventi di recupero, ampliamento, riqualificazione di strutture e/o spazi all’aperto per l’allestimento di spettacoli dal vivo;

§         l’attivazione e il potenziamento di infrastrutture e servizi di accoglienza per il pubblico;

§         la promozione delle attività, tramite eventualmente apposite strutture di servizio;

§         la promozione e l’organizzazione di eventi culturali innovativi capaci di attivare flussi turistici allungando la stagione.

Sul piano strategico, verrà adottato un modello di intervento orientato alla creazione di poli e circuiti, per l’organizzazione di eventi e iniziative musicali, teatrali e artistiche di chiara visibilità in grado di attrarre una domanda turistica qualificata e di contribuire a una destagionalizzazione dei flussi turistici, in stretta connessione con le attività e i servizi culturali delle altre misure dell’asse o con sistemi integrati di offerta già realizzati nel territorio. In questa prospettiva, saranno privilegiate quelle azioni di recupero, valorizzazione e potenziamento di strutture di tradizione e valore storico culturale inserite in contesti urbani di richiamo turistico o in contesti di particolare valenza culturale e paesaggistica (anfiteatri storici, spazi all’aperto) che costituiscono una risorsa significativa per la valorizzazione turistica di un territorio. Gli interventi sulla misura dovranno essere coordinati con i progetti integrati delle misure 2.1 e 2.2 e prevedere anche, in connessione con le azioni contenute in tali misure e nella misura 4.5, l’attuazione di un programma di comunicazione e promozione relativamente alle iniziative realizzate.

La selezione dei progetti da finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure di evidenza pubblica che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e gli indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.

Beneficiari finali: Regione, Enti Locali, Enti Pubblici, Società miste pubbliche private.

Regimi d’aiuto: Nelle more dell’emanazione, notifica ed approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali per l'introduzione di aiuti a finalità regionale, che potranno essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR, l’aiuto di Stato accordato in base a questa misura è conforme alla regola del “de minimis”.

 

Misura 2.4.

Formazione per le attività culturali sviluppate nell’Asse

Asse prioritario: Asse II “Risorse culturali”

Fondo strutturale interessato: FSE

Codice:

Obiettivi specifici:

§         Sviluppare l’imprenditorialità e la crescita delle organizzazioni legate alla valorizzazione e alla diffusione della conoscenza del patrimonio culturale. Creare le condizioni e favorire la creazione di strutture ad alta specializzazione per la gestione di interventi di restauro e di valorizzazione. Sviluppare attività di formazione per la riqualificazione e la creazione di competenze legate al patrimonio e alle attività culturali.

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata alla formazione e alla specializzazione delle competenze legate alle politiche di salvaguardia, valorizzazione e gestione del patrimonio, alla produzione, realizzazione e organizzazione di servizi e attività di spettacolo, ad iniziative di animazione e di promozione culturale e turistica.

Con la misura, in rapporto agli interventi previsti nelle misure dell’Asse, si intendono sviluppare sia competenze specifiche (esperti in tecniche di restauro, manutenzione ordinaria di beni e manufatti, professionalità in grado di supportare e orientare la fruizione, animatori, professionisti e operatori per iniziative di spettacolo, …), sia competenze di tipo trasversale (lingue straniere, conoscenze e uso di tecnologie innovative applicate ai diversi settori di intervento).

Verrà data particolare rilevanza alla formazione di competenze ad alta qualificazione (“managers della cultura”), per la gestione e l’organizzazione di istituzioni, servizi, insiemi di attività culturali, attraverso il sostegno a forme di mobilità formativa, quali borse di studio, stages, workexperiences, presso centri e istituti specializzati nella formazione di questo tipo di rilevanza europea e presso imprese, enti, fondazioni operanti nel settore della produzione e organizzazione culturale.

La formazione delle competenze di settore nell’ambito della P.A. sarà attuata nella misura 3.9 “Adeguamento delle competenze della P.A.”, all’interno della seconda linea di intervento.

Beneficiari finali: Regione, enti pubblici.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.


4.1.3. - Asse III – “Risorse Umane” Inizio Pagina

Misura 3.1.

Organizzazione dei servizi per l’impiego

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field A: Sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro per combattere e prevenire la disoccupazione, evitare a donne e uomini la disoccupazione di lunga durata, agevolare il reinserimento nel mercato del lavoro e sostenere il reinserimento nella vita professionale dei giovani e di coloro, uomini e donne, che si reinseriscono nel mercato del lavoro.

Codice: 21

Obiettivi specifici: A.1.. Prevenzione della disoccupazione di giovani e adulti

Contenuto tecnico: L’azione della misura è finalizzata all'attivazione  dei Centri per l’impiego (compresi gli interventi necessari per un compiuto trasferimento alla Regione delle competenze in materia di servizi per l’impiego), attraverso:

§         la messa in esercizio, il costante sviluppo e l’aggiornamento del SIL;

§         la predisposizione degli strumenti necessari per l’assunzione delle funzioni derivanti dall’obbligo formativo (anagrafe dei giovani della classe d’età interessata..);

§         la definizione di standard di funzionamento (prototipi, modelli, metodologie) e, sulla base di questi, l’attivazione di iniziative e di servizi personalizzati di informazione, sensibilizzazione, consulenza e di interventi di sostegno e di coordinamento delle misure per la mobilità geografica.

La misura verrà realizzata in maniera sinergica con la misura 3.12, che prevede interventi rivolti al potenziamento (adattamento e riqualificazione) delle strutture (sedi, supporti logistici);

La misura prevede la realizzazione di punti preferenziali al servizio dell’utenza femminile, con orari compatibili con le esigenze di conciliazione e con operatori specializzati nelle questioni di parità. All’interno della misura verrà attuata un’offerta formativa destinata agli operatori delle strutture, anche in riferimento alle problematiche di genere e delle politiche di pari opportunità.    
La data limite per la messa a regime dei servizi per l’impiego è quella prevista dal NAP.

Beneficiari finali: Regione, Enti Locali,.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.


 

Misura 3.2.

Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica dell’approccio preventivo

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field A: Sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro per combattere e prevenire la disoccupazione, evitare a donne e uomini la disoccupazione di lunga durata, agevolare il reinserimento nel mercato del lavoro e sostenere il reinserimento nella vita professionale dei giovani e di coloro, uomini e donne, che si reinseriscono nel mercato del lavoro.

Codice: 18

Obiettivi specifici: A.1. Prevenzione della disoccupazione di giovani e adulti

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata a migliorare l’occupabilità dei soggetti in cerca di lavoro e a contrastare la disoccupazione attraverso un’offerta qualificata e il più possibile individualizzata di interventi di tipo preventivo.

La misura è rivolta ai giovani in ingresso nel mondo del lavoro e agli adulti disoccupati. In tutti gli interventi dovrà essere assicurata una adeguata presenza del target femminile, evitandone al contempo la segregazione formativa e lavorativa. La misura prevede la realizzazione di iniziative personalizzate per la popolazione giovanile e adulta e dovrà garantire la disponibilità di un’offerta integrata di servizi di formazione, consulenza, orientamento in relazione a specifiche esigenze individuali di inserimento e reinserimento. In particolare, verranno attuati interventi di:

§         formazione nel quadro dell’obbligo formativo a 18 anni, secondo le modalità concertate tra lo Stato e la Regione;

§         orientamento professionale e scolastico;

§         promozione di momenti conoscitivi delle opportunità di lavoro presenti sul territorio da realizzarsi nelle scuole, nelle università, nei centri di aggregazione;

§         counselling e progettazione di percorsi personalizzati per la transizione al lavoro;

§         iniziative di orientamento, counselling e formazione, dando priorità, soprattutto per i giovani, ad azioni di tipo integrato;

§         workexperiences (tirocini per giovani laureati e diplomati, contratti di ricerca/lavoro per laureati);

§         formazione per l’apprendistato;

§         sostegno (promozione e organizzazione) alla mobilità per formazione e workexperiences.

§         formazione degli operatori specializzati nelle attività di accompagnamento all’inserimento nel lavoro.

§         analisi dei fabbisogni, azioni di sostegno e promozione di sperimentazione di nuovi modelli di formazione per i lavoratori atipici

Beneficiari finali: Regione Sardegna.


Tipologia di destinatari ammissibili:

§         disoccupati in senso stretto (persone che hanno perso un precedente posto di lavoro) o persone alla ricerca di prima occupazione;

§         persone in CIG straordinaria ed in mobilità che sono da considerare assimilati ai disoccupati e quindi concorrono all’implementazione dell’approccio preventivo;

§         persone inserite in contratto di apprendistato od altro contratto a causa mista;

§         persone in condizione professionale inattiva ( casalinga, studente, militare di leva, altro inattivo), nella misura in cui tali persone passano attraverso la condizione di disoccupazione attraverso l’iscrizione alle liste di disoccupazione come requisito per l’accesso a politiche attive del lavoro.

Criteri per la rilevazione della natura preventiva o curativa delle azioni:

La rilevazione del carattere preventivo o curativo delle azioni alle persone richiede di individuare:

§         la data di inizio dello stato di disoccupazione;

§         la data di offerta di una misura attiva del lavoro alla quale definire la natura preventiva dell’azione che si intende realizzare. Ferma restando la normativa in materia di riforma del collocamento e della organizzazione degli strumenti di incontro tra domanda ed offerta di lavoro.

Regimi di aiuto:  Nessun aiuto di Stato sarà accordato in base a questa misura ai sensi dell'Art. 87.1 del Trattato CE.

 

Misura 3.3.

Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di uomini e donne fuori dal mercato del lavoro da più di sei o dodici mesi

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field A: Sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro per combattere e prevenire la disoccupazione, evitare a donne e uomini la disoccupazione di lunga durata, agevolare il reinserimento nel mercato del lavoro e sostenere il reinserimento nella vita professionale dei giovani e di coloro, uomini e donne, che si reinseriscono nel mercato del lavoro.

Codice: 19

Obiettivi specifici: A.2. Inserimento e reinserimento dei disoccupati di lunga durata

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata a promuovere l’occupabilità di donne e uomini disoccupati, da più di sei o di dodici mesi, riducendo i tempi del loro reingresso nel mercato del lavoro, attraverso l’offerta di un’ampia gamma di servizi integrati e personalizzati (in riferimento a specifiche esigenze individuali e alle differenti caratteristiche dei target giovanile e adulto) di orientamento, consulenza e formazione. Particolare attenzione sarà riservata all’impatto di genere degli interventi previsti, mediante l’adozione di specifiche misure di accompagnamento e sostegno.

La misura prevede la realizzazione delle seguenti tipologie di intervento:

§         counselling, progettazione e organizzazione di percorsi personalizzati per la transizione al lavoro;

§         bilancio di competenze;

§         formazione/riqualificazione finalizzate all’acquisizione di competenze effettivamente spendibili sul mercato del lavoro, da realizzarsi sulla base di precise ricognizioni e analisi della domanda di mercato;

§         sostegno (promozione e organizzazione) alla mobilità per formazione e workexperiences;

§         organizzazione di tirocini, stages, job-experiences in aziende e nella P.A.;

§         azioni di accompagnamento e sostegno alla partecipazione delle donne alle iniziative di formazione, consulenza, mobilità (informazione/sensibilizzazione mirata, servizi di assistenza alle persone).

§         formazione degli operatori;

§         azioni trasversali di formazione per l’acquisizione di competenze avanzate sulle tecnologie e le applicazioni della società dell’informazione.

Beneficiari finali: Regione Sardegna. Destinatari ultimi saranno i soggetti disoccupati di lunga durata.

Criteri per la rilevazione della natura preventiva o curativa delle azioni:

La rilevazione del carattere curativo delle azioni alle persone richiede di individuare:

§         la data di inizio dello stato di disoccupazione;

§         la data di offerta di una misura attiva del lavoro alla quale definire la natura preventiva dell’azione che si intende realizzare . Ferma restando la normativa in materia di riforma del collocamento e della organizzazione degli strumenti di incontro tra domanda ed offerta di lavoro.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 


Misura 3.4.

Inserimento e reinserimento lavorativo di gruppi svantaggiati

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field B: Promozione di pari opportunità per tutti nell’accesso al mercato del lavoro, con particolare attenzione per le persone che rischiano l’esclusione sociale.

Codice: 22

Obiettivi specifici: B.1. Favorire il primo inserimento lavorativo o il reinserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale

Contenuto tecnico: La misura ha la finalità di promuovere l’inclusione sociale e l’inserimen­to lavorativo di soggetti svantaggiati (per motivi di contesto, economici, individuali).

In continuità e integrazione con gli interventi già avviati col Piano Socio-assistenziale regionale, le azioni della misura saranno rivolte a: persone che si trovano nelle fasce di povertà più intensa, con particolare riguardo alle donne capofamiglia disoccupate/inoccupate; immigrati; ex tossicodipendenti; detenuti ed ex detenuti; soggetti appartenenti ad aree e/o contesti particolarmente emarginati o degradati; persone in condizioni di particolare disabilità fisica.

Riguardo ai portatori di handicap sarà dato particolare rilievo agli interventi che possono contribuire in modo decisivo all’applicazione, in piena sintonia con le linee operative regionali, della L.n.68/1999, concernente la promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro.

In generale, verrà adottato un approccio di tipo integrato, con l’individuazione e l’implementazione di percorsi di inserimento che partano da una specifica definizione dei fabbisogni, utilizzino la formazione combinata con altri strumenti di politica attiva e accompagnino tale inserimento nelle diverse modalità in cui esso si rende possibile. Sono previste le seguenti tipologie di intervento:

§         formazione di figure anche rare di operatori dell’inclusione;

§         promozione e sostegno di centri di servizio per l’inserimento nel mercato del lavoro itineranti nelle aree svantaggiate;

§         approcci personalizzati, anche basati su reti di parternariato locale, con l’offerta di servizi di assistenza, orientamento, formazione;

§         informazione e promozione di iniziative in ambito sociale, aziendale e formativo finalizzate allo sviluppo della “cultura della inclusione”;

§         formazione e consulenza per l’autoimprenditorialità e per la predisposizione di business plan nel settore sociale;

§         realizzazione di “progetti di eccellenza”, proposti da soggetti pubblici o privati, che prevedono la predisposizione di percorsi integrati flessibili e personalizzati per il recupero motivazionale e culturale dei disabili e per il loro inserimento nel mercato del lavoro;

§         sostegno al radicamento nel territorio di agenzie per il lavoro specializzate nell’inserimento sociale e lavorativo dei disabili;

§         formazione degli operatori impegnati nell’inserimento sociale e lavorativo dei disabili;

§         promozione di iniziative volte alla diffusione ed utilizzo delle tecnologie dell’informazione come strumento per facilitare la formazione e il lavoro dei disabili (teleformazione e telelavoro).

All’interno della misura sono previsti piccoli sussidi con speciali modalità di accesso, secondo quanto previsto dall’art.4 par.2 del Regolamento FSE.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti Locali, ONLUS, organismi di volontariato.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.


 

Misura 3.5.

Adeguamento del sistema della formazione professionale e dell’istruzione

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field C: Promozione e miglioramento della formazione professionale, dell’istruzione, dell’orientamento nell’ambito di una politica di apprendimento nell’intero arco della vita al fine di: agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l’occupabilità e promuovere la mobilità professionale.

Codice: 23

Obiettivi specifici: C.1. Adeguare il sistema della formazione professionale e dell’istruzione

Contenuto tecnico: La misura ha la finalità di riqualificare e rafforzare il sistema della formazione in relazione alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
L’attuazione della misura richiede un’integrazione stretta tra interventi a titolarità regionale e nazionale finalizzati al rafforzamento del sistema formativo, soprattutto per quanto riguarda l’accreditamento dei soggetti formativi, la certificazione dei percorsi formativi, delle competenze e la costruzione di un sistema di crediti riconosciuti concordato tra Ministero del Lavoro, Ministero della Pubblica Istruzione M.U.R.S.T., e Parti Sociali.

La misura prevede:

§         l’accreditamento dei soggetti formativi, in un quadro di liberalizzazione del mercato della formazione, con: la definizione dei requisiti e dei criteri di valutazione per l’accreditamento; la declinazione operativa degli indicatori di qualità, l’accertamento dei requisiti richiesti e la relativa certificazione, l’analisi comparata degli indicatori ISO 9001 ai fini delle procedure di accreditamento delle sedi già certificate; la predisposizione e l’aggiornamento di un sistema informativo sulle sedi operative accreditate; la predisposizione dei criteri e delle modalità di controllo dell’accreditamento;

§         l’analisi dei fabbisogni e la relativa definizione delle figure professionali per i diversi percorsi formativi;

§         il rafforzamento del sistema statistico informativo;

§         la certificazione dei percorsi formativi e delle competenze in riferimento alle indicazioni scaturenti dal Progetto Standard Formativi; la ridefinizione dei criteri e delle modalità di certificazione delle competenze acquisite in ambito lavorativo; l’identificazione degli elementi costitutivi del libretto formativo; la diffusione delle informazioni relative alla sua compilazione; il monitoraggio dell’efficacia e della spendibilità;

§         la definizione dei requisiti minimi per le attività dei centri preposti all’orientamento;

§         la definizione delle modalità organizzative e dei contenuti formativi della formazione esterna nell’apprendistato;

§         la formazione dei formatori, dei tutor e degli operatori della formazione (anche attraverso lo scambio di esperienze tra operatori di diverse regioni) e la sperimentazione di percorsi formativi congiunti tra operatori della scuola, della formazione professionale, dell’università e dei formatori aziendali, sulla base di una preliminare definizione di contenuti e metodi formativi, anche in riferimento all’impatto di genere;

§         promozione di sperimentazioni di nuovi modelli di integrazione tra i sistemi nell’ambito dell’estensione dell’obbligo formativo a 18 anni;

§         sviluppo di progetti in partenariato tra diverse regioni, e soggetti come centri di formazione, centri di orientamento e centri per l’impiego;

§         analisi delle politiche formative anche al fine di evidenziare il valore aggiunto delle singole misure;

§         il monitoraggio e la valutazione dell’output e dei risultati raggiunti dal processo di adeguamento dei sistemi.

Beneficiari finali: Regione Sardegna,.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 3.6.

Prevenzione della dispersione scolastica e formativa

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field C: Promozione e miglioramento della formazione professionale, dell’istruzione, dell’orientamento nell’ambito di una politica di apprendimento nell’intero arco della vita al fine di: agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l’occupabilità e promuovere la mobilità professionale.

Codice: 23

Obiettivi specifici: C.1.2. Prevenzione della dispersione scolastica e formativa

Contenuto tecnico:La misura è finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e alla promozione del reinserimento educativo e formativo dei drop-out.

La misura verrà realizzata, d’intesa col Ministero della Pubblica Istruzione, in stretta correlazione (a partire dall’’individuazione delle aree prioritarie di intervento) con quanto previsto nel PON Scuola e, in particolare, nella misura 3 “Prevenzione della dispersione scolastica”.

La misura prevede:

§         la realizzazione di progetti integrati scuola formazione organismi territoriali (enti locali, servizi assistenziali, ecc.);

§         azioni di orientamento e counselling all’interno dei sistemi educativi-formativi;

§         promozione di attività di raccordo con le famiglie e di offerta di interventi rivolte ai genitori in particolare nelle aree a rischio;

§         formazione di operatori;

§         offerta di servizi di accoglienza, animazione e recupero scolastico;

§         la messa a punto di un sistema statistico informativo su base regionale delle azioni realizzate nell’ambito della misura e la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia degli strumenti/interventi di lotta alla dispersione.

Beneficiari finali: Regione, Enti Locali, Istituti scolastici,.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 3.7.

Formazione superiore e universitaria

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field C: Promozione e miglioramento della formazione professionale, dell’istruzione, dell’orientamento nell’ambito di una politica di apprendimento nell’intero arco della vita al fine di: agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l’occupabilità e promuovere la mobilità professionale.

Codice: 23

Obiettivi specifici: C.2. Promuovere un’offerta adeguata di formazione superiore e universitaria

Contenuto tecnico: La misura ha l’obiettivo di prefigurare un sistema di formazione articolato, che consenta l’acquisizione di competenze superiori pertinenti con i fabbisogni del mondo del lavoro e di accelerare un idoneo inserimento occupazionale, nonché di facilitare, attraverso crediti formativi, l’eventuale continuazione degli studi all’interno delle facoltà universitarie.

L’articolo 69 della L.144/1999 ha sancito l’istituzione del nuovo canale formativo di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), per il quale erano già stati avviati i primi corsi sperimentali.

La misura costituisce infatti uno sviluppo dell’azione già intrapresa, a livello regionale, col piano dell’istruzione e formazione integrata superiore (IFTS), avviato nel 1998/1999.

Con la misura verranno realizzati percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore integrati con i percorsi universitari, scolastici e di formazione professionale, in correlazione con le azioni di sistema (rilevazione del fabbisogno formativo , definizione, sperimentazione di modelli sperimentali di standard) previste nella misura 5 “Formazione superiore” del PON “Scuola”.

Saranno attivati percorsi di formazione per giovani diplomati o per coloro che hanno comunque acquisito competenze accreditate dopo l’obbligo scolastico nei percorsi di istruzione, formazione o lavoro, relativi a profili professionali individuati sulla base di una rilevazione accurata della domanda economica locale, inseriti nel quadro della programmazione regionale e caratterizzati da una dimensione fortemente applicativa delle conoscenze e da metodologie didattiche connotate da forti esperienze in alternanza.

Gli interventi formativi si concluderanno con la certificazione finale delle competenze acquisite.

La misura prevede inoltre la messa a punto di un sistema statistico informativo su base regionale delle azioni realizzate e il monitoraggio puntuale dell’intervento.

Beneficiari finali: Consorzi e/o associazioni costituiti tra scuole, università, enti di formazione, imprese, istituti di ricerca/rilevazione.

Regimi di aiuto:. Nel caso di aiuti alle imprese, l’aiuto di Stato accordato in base a questa misura è conforme alla regola del “de minimis”.

 

Misura 3.8.

Istruzione e formazione permanente

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field C: Promozione e miglioramento della formazione professionale, dell’istruzione, dell’orientamento nell’ambito di una politica di apprendimento nell’intero arco della vita al fine di: agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l’occupabilità e promuovere la mobilità professionale.

Codice: 23

Obiettivi specifici: C.3. Promuovere l’istruzione e la formazione permanente

Contenuto tecnico: La misura ha lo scopo di consentire alla popolazione adulta (con particolare riferimento alla componente femminile), indipendentemente dalla propria condizione lavorativa, di recuperare un titolo di studio o una qualifica o comunque competenze necessarie ai fini dell’occupabilità e dei diritti di cittadinanza.

La misura si collega con la misura 3.6 Prevenzione della dispersione scolastica del POR, in relazione agli interventi sulle famiglie, e con la misura 4 Integrazione dei sistemi e mercato del lavoro del PON Scuola.

La misura prevede:

§         interventi di formazione legati ai nuovi contenuti dell’alfabetizzazione, in particolare nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e delle lingue straniere;

§         interventi di formazione volti a rafforzare le competenze professionali specifiche e a recuperare le competenze professionali di base, anche nel quadro di dispositivi contrattuali quali i congedi formativi, le 150 ore, ecc.;

§         attività di tutoraggio e assistenza individualizzata durante l’intero percorso formativo;

§         azioni di accompagnamento per la partecipazione femminile alle esperienze formative(informazione mirata, servizi di assistenza alle persone).

Beneficiari finali:: Regione Sardegna.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.


 

Misura 3.9.

Adeguamento delle competenze della pubblica amministrazione

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field D: Promozione di una forza lavoro competente, qualificata ed adattabile, dell’innovazione e dell’adattabilità nell’organizzazione del lavoro, dello sviluppo dello spirito imprenditoriale, di condizioni che agevolino la creazione di posti di lavoro nonché della qualificazione e del rafforzamento del potenziale umano nella ricerca, nella scienza e nella tecnologia.

Codice: 23

Obiettivi specifici: D.1.2. Adeguamento delle competenze della pubblica amministrazione

Contenuto tecnico: La misura ha la finalità di migliorare le capacità delle pubbliche amministrazioni di progettare e implementare le politiche pubbliche, in collegamento e integrazione con quanto previsto nel PON Ricerca e, in particolare, nella misura 3.3 “Formazione di alte professionalità per adeguare le competenze della P.A.”. Nella misura dovrà essere garantita una consistente partecipazione (e comunque superiore alla precedente programmazione) della componente femminile.

La misura prevede le seguenti linee di intervento:

§         esperienze di formazione, confronto, informazione per amministratori, anche con momenti comuni col personale tecnico e amministrativo;

§         formazione finalizzata alla diffusione delle tecniche di progettazione, implementazione, monitoraggio e valutazione nei diversi ambiti operativi;

§         formazione finalizzata alla diffusione della conoscenza di procedure regionali, nazionali e comunitarie e degli organismi comunitari;

§         formazione di competenze inserite nei livelli decisionali, in grado di intercettare l’innovazione e di progettare lo sviluppo di impresa nella logica della “nuova economia”;

§         percorsi formativi finalizzati all’introduzione dell’innovazione nei processi organizzativi;

§         interventi formativi per l’adeguamento delle competenze in materie di politiche del lavoro e della formazione, anche in riferimento allo sviluppo di competenze di policy fondate sull’analisi delle componenti di genere;

§         iniziative formative rivolte alla componente femminile finalizzate all’acquisizione di competenze per il rafforzamento della leadership, la gestione dei percorsi di carriera, la conduzione dei gruppi e delle dinamiche di gruppo;

§         formazione finalizzata alla diffusione della conoscenza delle lingue straniere;

§         interventi formativi per l’adeguamento delle competenze degli operatori pubblici in materia di utilizzo di nuove tecnologie.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti pubblici.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 3.10.

Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini di impiego

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field D: Promozione di una forza lavoro competente, qualificata ed adattabile, dell’innovazione e dell’adattabilità nell’organizzazione del lavoro, dello sviluppo dello spirito imprenditoriale, di condizioni che agevolino la creazione di posti di lavoro nonché della qualificazione e del rafforzamento del potenziale umano nella ricerca, nella scienza e nella tecnologia.

Codice: 24

Obiettivi specifici: D.2. Sostenere l’imprenditorialità in particolare nei nuovi bacini di impiego

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata al sostegno e alla promozione del lavoro autonomo e della piccola e media impresa in settori legati al miglioramento della qualità della vita (assistenza socio-sanitaria, valorizzazione dei beni storico-artistici, promozione culturale, tutela dell’ambiente), attraverso iniziative di informazione sulle opportunità e le modalità di accesso al finanziamento per la nascita di impresa o per la partecipazione ad iniziative dirette alle imprese. Nella misura dovrà essere garantita un’adeguata presenza di utenza femminile.

La misura prevede:

§         iniziative di informazione sulle opportunità e le modalità di accesso al finanziamento per la nascita di impresa o per la partecipazione ad iniziative dirette alle imprese;

§         orientamento e consulenza per l’autoimprenditorialità;

§         iniziative integrate di finanziamento, formazione e consulenza allo start-up;

§         interventi formativi per le figure professionali impegnate nell’attuazione e nella gestione delle imprese;

§         servizi di certificazione di qualità per le imprese e cooperative sociali e culturali;

§         iniziative specifiche, rivolte alla componente femminile, di sensibilizzazione e consulenza mirata sulle modalità di accesso al credito, che prevedano anche il coinvolgimento del personale degli istituti di credito.

A sostegno dello sviluppo delle imprese sociali, sono previsti piccoli sussidi con speciali modalità di accesso, secondo quanto previsto dall’art.4 par.2 del Regolamento FSE.

Beneficiari finali: Soggetti formativi pubblici e privati, soggetti accreditati per le certificazioni di qualità, enti e agenzie di servizi alle imprese, ONLUS, organismi di volontariato.

Regimi d’aiuto: l’aiuto di Stato accordato in base a questa misura è conforme alla regola del “de minimis”.


 

Misura 3.11.

Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo strutturale interessato: FSE

Policy field E: Misure specifiche intese a migliorare l’accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, compreso lo sviluppo delle carriere e l’accesso a nuove opportunità di lavoro e all’attività imprenditoriale, e a ridurre la segregazione verticale e orizzontale fondata sul sesso nel mercato del lavoro.

Codice: 25

Obiettivi specifici: E.1. Accrescere la partecipazione e rafforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro

Contenuto tecnico: La misura ha l’obiettivo di incentivare il tasso di attività femminile attraverso interventi che favoriscono la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il loro inserimento nel lavoro indipendente, la creazione di lavoro autonomo e di impresa, lo sviluppo di carriera, utilizzando strumenti diversi quali: servizi, sviluppo delle competenze, incentivi e azioni di accompagnamento.

Per accrescere la partecipazione delle donne al lavoro dipendente o autonomo verranno realizzati interventi di:

§         progettazione di percorsi per la creazione di lavoro autonomo;

§         incentivazione di FAD e lavoro a distanza per conciliare la doppia presenza in determinate fasi della vita delle donne;

§         incentivazione alle imprese pubbliche e private per sostenere azioni innovative nella riorganizzazione del lavoro (flessibilità degli orari in entrata e in uscita, part-time, job sharing);

§         sostegno alle imprese pubbliche e private che attivano servizi di cura per le dipendenti con figli minori a carico o con figli portatori di handicap.

Per la promozione dell’imprenditorialità femminile sono previste le seguenti linee di intervento:

§         percorsi integrati di informazione, formazione e consulenza per le fasi di pre-avvio e consolidamento delle imprese e concessione di prestiti d’onore;

§         diffusione e consolidamento di esperienze di sostegno quali gli incubatori di impresa al femminile;

§         azioni sistematiche di monitoraggio sulle imprese già avviate per individuare, raccogliere e diffondere esempi di buone pratiche.

§         sensibilizzazione e consulenza mirata sulle modalità di accesso al credito e sensibilizzazione del personale bancario attraverso “tavoli di discussione” con i responsabili del settore bancario e le imprenditrici.

Azioni di accompagnamento:

§         promozione di rilevazioni e indagini mirate, continuamente aggiornate, sul lavoro femminile come sostegno alla progettazione degli interventi;

§         offerta di servizi di assistenza alle persone.

Beneficiari finali: Soggetti formativi pubblici e privati, datori di lavoro pubblici e privati, enti e agenzie di servizi alle imprese, istituti di credito, istituti di ricerca.

Regimi d’aiuto: l’aiuto di Stato accordato in base a questa misura è conforme alla regola del “de minimis”.

 

Misura 3.12.

Infrastrutture per l’inclusione scolastica e per i centri per l'occupazione

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo prioritario: FESR

Codice: 23

Obiettivi specifici: C.1.2. Prevenzione della dispersione scolastica e formativa.

Finalità e contenuto tecnico:

a)      L'azione è finalizzata al miglioramento degli aspetti strutturali del sistema dell’offerta di istruzione, in stretta correlazione con gli interventi educativi e formativi previsti nella misura 3.6 “Prevenzione della dispersione scolastica”. Nelle aree individuate come prioritarie per gli interventi sulla dispersione, che saranno precisate nel complemento di programmazione, secondo modalità programmatiche e attuative concertate col Ministero della Pubblica Istruzione, titolare del PON “Scuola”, con gli Enti Locali e gli altri organismi territoriali interessati, sarà possibile realizzare:

l         interventi di adeguamento funzionale di singoli istituti in relazione alle nuove esigenze educative (aule speciali, aule informatiche, palestre, locali per attività culturali) e al miglioramento dell’accoglienza scolastica (spazi attrezzati per servizi mensa);

l         centri polifunzionali, o centri di risorse, sul modello di quelli previsti nella misura 4 del PON “Scuola”, ossia infrastrutture finalizzate a migliorare l’attrattività dell’ambiente scolastico attraverso la disponibilità di spazi attrezzati per laboratori di orientamento scientifico e tecnologico, laboratori di simulazione dei processi produttivi, sistemi di collegamento informatico e telematico, laboratori per l’approfondimento linguistico, espressivo e musicale, spazi e attrezzature per attività ricreative e sportive.

b)      L'azione prevede interventi rivolti al potenziamento (adattamento e riqualificazione) delle strutture (sedi, supporti logistici) destinate ad accogliere i costituendi centri per l'impiego e verrà attuata in stretta correlazione con le azioni previste dalla misura 3.1.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Scuole, Enti Locali.

Regimi di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 3.13.

Ricerca e sviluppo Tecnologico nelle imprese e territorio

Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”

Fondo prioritario: FESR

Codice: 181, 182, 183, 164

Obiettivi specifici:

§         azioni promozionali e di sostegno al sistema scientifico al fine di una maggiore cooperazione e capacità di trasferimento delle conoscenze e di una partecipazione alla creazione, crescita, attrazione di imprese;

§         azioni volte alla creazione e sostegno di reti di cooperazione e di un sistema informativo per il sostegno della domanda delle imprese e della programmazione regionale.

§         azioni promozionali verso le imprese volte da un lato all’emersione del loro fabbisogno tecnologico e dall’altro al loro rapido ed efficace accesso informativo alle opportunità tecnologiche anche attraverso la creazione di reti e utilizzo delle reti esistenti;

§         incentivazione delle imprese per l’introduzione di tecnologie di prodotto e processo, con particolare attenzione a quelle di contenuto ambientale e per la realizzazione di progetti in comune con il sistema ricerca.

§         interventi integrati (promozione-ricerca-innovazione) in aree a vocazione specifica ovvero con specifici problemi di carattere scientifico-territoriale.

Contenuto tecnico: In coerenza con le linee d’intervento individuate nelle strategie, e sulla base della concertata ripartizione di competenze con il MURST, la Regione intende favorire la cooperazione tra offerta scientifica e domanda imprenditoriale e territoriale attraverso azioni promozionali e di animazione e con incentivazioni dirette al sistema produttivo.

La misura prevede interventi di incentivazione diretta alle imprese e azioni di promozione e animazione, secondo la seguente articolazione:

a)      Incentivazione diretta alle imprese:

l         incentivi alle imprese per l’innovazione tecnologica di processo e prodotto, con particolare attenzione alle tecnologie pulite e a basso impatto ambientale;

l         commesse di ricerca a laboratori scientifici da parte delle imprese;

l         progetti di ricerca d’interesse industriale con priorità per interventi inseriti in specifiche vocazioni distrettuali o di filiera; studi applicativi, messa a punto, progettazione divulgazione di innovazioni di processo aventi come finalità il miglioramento delle prestazioni ambientali delle attività dell’impresa;

l         messa a punto di metodologie innovative nel campo della progettazione, al fine di innalzare gli standard di affidabilità del prodotto e di sicurezza degli impianti, ma anche di sviluppare nuove linee di prodotti qualitativamente più complete e competitive (design, prestazioni accessorie, ecc.);

l         audit tecnologici di singole imprese.

b)       Azioni di promozione e animazione:

l         attività di animazione tecnologica e rilevazione del fabbisogno tecnologico o raggruppamenti di imprese, nonché del territorio al fine dello sviluppo della domanda e la valorizzazione economica di specifiche aree. L’attività dovrà essere realizzata attraverso un programma specificamente concepito sulla base delle esigenze manifestate da parte del tessuto produttivo locale in termini di innovazione di prodotto e di processo, e avrà come finalità precipua quella di far emergere i bisogni latenti in termini di innovazione tecnologica e di individuare progetti di ricerca presso i poli scientifici e di ricerca suscettibili di rispondere a questi bisogni, al fine di assicurarne ampia diffusione;

l         progetti pilota per il trasferimento tecnologico e la diffusione dei risultati scientifici, attraverso la cooperazione del sistema ricerca con il sistema imprese e gli enti locali;

l         progetti finalizzati ad innovazioni di processo e di prodotto attraverso la sperimentazione di sistemi di produzione avanzati, prototipizzazione di nuovi prodotti, ecc; che saranno messi a disposizione delle imprese secondo criteri non discriminatori;

l         studi applicativi dei risultati ottenuti a livello di ricerca di base, che possono interessare più imprese operanti in un determinato settore;

l         realizzazione di reti di cooperazione e di sistemi informativi al fine di realizzare l’osservatorio regionale della ricerca e della tecnologia come supporto alla domanda delle imprese e alla programmazione regionale.

Gli interventi verranno realizzati con il coinvolgimento delle Università (creazione di liason offices), dei centri di ricerca regionali, delle strutture di trasferimento tecnologico del Parco Scientifico e Tecnologico, chiamati a svolgere un ruolo attivo anche nella partecipazione agli interventi programmati e gestiti dal MURST.

Come previsto nel capitolo 3 del POR, il complemento di programmazione del P.O.R. dovrà specificare le modalità di raccordo e di integrazione tra gli strumenti previsti con quelli del P.O.N. “Ricerca scientifica, Sviluppo tecnologico e alta formazione”. Sulla base delle politiche definite a livello nazionale, la Regione svilupperà una strategia per lo sviluppo dell’innovazione basata sull’analisi dei fabbisogni e sulle potenzialità di sviluppo del territorio. Tale approccio strategico, concertato con il MURST, è una condizione per consentire la coerenza degli interventi alle caratteristiche della domanda regionale. A partire dall’1.1.2002, tutte le azioni ammesse a finanziamento sul P.O.R dovranno essere coerenti con la strategia di sviluppo dell’innovazione elaborata.

Regimi d’aiuto: Le azioni di studio, promozione e animazione volte alla generalità delle imprese ovvero a supporto della programmazione regionale, ovvero le attività i cui risultati verranno messi a disposizione delle imprese secondo criteri non discriminatori esulano dall’applicazione dei regimi d’aiuto. Per le azioni di incentivazione direttasi farà ricorso alla disciplina comunitaria “de minimis”, con formale assunzione dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria, a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di 3 anni.    
Per le altre azioni implicanti aiuti alle imprese, nelle more dell’emanazione, notifica ed approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali per l'introduzione di aiuti a finalità regionale, che potranno essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR, l’aiuto di Stato accordato sarà conforme alla regola del “de minimis”.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti pubblici e privati.


4.1.4. - Asse IV – “Sistemi Locali di Sviluppo” Inizio Pagina

Misura 4.1.

Rafforzamento competitivo del tessuto imprenditoriale locale

Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”.

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 16.1, 16.3, 16.4, 16.5, 24.

Obiettivi specifici:

§         Favorire la nascita e/o la localizzazione di nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione dei clusters e delle filiere produttive, anche attraverso attività di animazione permanente in favore dell’occupazione femminile.

§         Favorire lo sviluppo, l’aumento di competitività, anche non di prezzo, e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato buone capacità di sviluppo (anche agendo sul completamento e irrobustimento di filiere e distretti) e sulle attività produttive connesse con l’uso di risorse naturali e culturali locali, favorendo la promozione delle migliori tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale, degli schemi EMAS ed Ecolabel, di innovazioni di processo/prodotto, prevenendo la formazione, riducendo le quantità e pericolosità dei rifiuti generati dal ciclo produttivo nonché la possibilità di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei prodotti.

§         Sostenere le imprese in modo organico e articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare riguardo all’innovazione tecnologica, all’accesso al credito, alla compatibilità ambientale, all’information technology, alla formazione professionale.

§         Potenziare il ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari; migliorare il coordinamento del sistema degli incentivi, l’informazione e l’assistenza tecnica alle imprese; sviluppare pacchetti integrati di agevolazione (PIA) per il contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo pre-competitivo e innovazione tecnologica dal punto di vista produttivo e ambientale.

§         Favorire la creazione e il rafforzamento dei servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli interventi sul lato della domanda (anche al fine di ridurre il potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire, l’uso delle risorse naturali).

§         Potenziare il ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari, migliorare l’informazione e l’assistenza tecnica alle imprese per l’impiego dei sistemi di incentivazione, sviluppare pacchetti integrati di agevolazione per il contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo pre-competitivo e innovazione tecnologica, dal punto di vista produttivo e ambientale.

§         Irrobustire e migliorare la dotazione di infrastrutture e di servizi per la localizzazione e la logistica delle imprese, strettamente funzionali a ridurre il livello delle diseconomie esterne e delle infrastrutture di servizio e supporto per la forza lavoro, in particolare per il lavoro femminile.

§         Accrescere l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità ambientale delle imprese turistiche (attraverso la promozione dell’innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa, nonché agendo sulle condizioni di base, disponibilità di infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie, informazione del territorio); accrescere l’integrazione produttiva del sistema del turismo in un’ottica di filiera (anche al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti, l’uso delle risorse naturali e il potenziale inquinante); favorire la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture locali, nonché la diversificazione e la destagionalizzazione di prodotti turistici maturi in aree già sviluppate.

§         Accrescere e qualificare le presenze turistiche (attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici, rafforzando i sistemi di pianificazione territoriale in un’ottica di sostenibilità ambientale e diversificazione produttiva).

§         Migliorare la qualificazione degli operatori, anche attraverso il sistema di formazione, con particolare riguardo alle tematiche ambientali.

Contenuti tecnici:

a)      Animazione economica – L'azione prevede il finanziamento un programma di attività destinato al potenziamento della cultura imprenditoriale, all'innalzamento della capacità gestionale, alla penetrazione su nuovi mercati e alla sensibilizzazione verso le tematiche ambientali (promozione di ecobusiness, introduzione di modelli di ecoaudit e gestione ambientale normata EMAS) rivolti all'universo delle PMI operanti sul territorio sardo. L'attività prevista è propedeutica all'eventuale erogazione di servizi puntuali alle imprese, che saranno finanziati dall'azione successiva.
Le attività riguarderanno in particolare:

l         azioni tese a identificare le funzioni aziendali deboli e i problemi specifici delle imprese dell'area;

l         analisi propedeutica del livello di competitività delle imprese, aiuto all'identificazione e valutazione degli indici di rischio aziendale ed alla definizione di linee di sviluppo

l         attività dimostrative nel campo dei servizi avanzati e dei servizi con particolare valenza specialistico\settoriale

l         supporto all'utilizzo di strumenti innovativi nel campo della qualità, della organizzazione e gestione aziendale

l         animazione mirata a sostegno della subfornitura con particolare riferimento ai settori industriali portanti della economia locale

l         attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti delle imprese sulle tematiche della salvaguardia e del miglioramento ambientale attraverso attività seminariali\convegnistiche;

l         realizzazione, anche attraverso strumentazioni e tecnologie di comunicazione innovative, di materiale informativo su come migliorare le performance ambientali da parte delle imprese;

l         azioni mirate alla conoscenza e all’applicazione dell’ecoaudit ed  alla diffusione dei risultati dei progetti pilota di applicazione dell’EMAS;

l         attività mirate alla individuazione di potenziali attività di ecobusiness, all’individuazione di possibilità di controllo ambientale del ciclo di vita complessivo dei prodotti.

Rientra altresì in tale categoria la tipologia di interventi di internazionalizzazione, volta a rafforzare le capacità di penetrazione commerciale delle PMI localizzate in Sardegna verso il resto d’Italia e l’estero. Tali interventi vertono sulla assistenza tecnica alla formulazione ed all’attuazione di piani strategici di penetrazione commerciale di medio periodo (due/tre anni), con l’utilizzo di metodologie di tutoraggio e di supervisione dei piani per la penetrazione commerciale da parte di consulenti senior.

Costituiscono infine azioni di animazione gli interventi di informazione, sensibilizzazione e selezione dei destinatari sui progetti in atto relativi al presente Asse.

Le predette tipologie di intervento non si configurano come regimi di aiuto, in quanto non prevedono servizi diretti alle imprese, che sono invece erogati nell'ambito dell'azione b).

b)      Servizi reali alle PMI - Tale tipologia di azione, è destinata a promuovere un sistema coordinato di agevolazioni alle imprese, in termini di riduzione dei costi imputabili, per l'acquisizione di servizi reali avanzati che non verrebbero altrimenti ordinariamente richiesti dalle PMI di un’area a bassa densità imprenditoriale, oppure avrebbero impatti di costo penalizzanti per le micro-imprese dell’isola.  
L’azione prevede interventi a favore di piccole e medie imprese nei settori industriale, dell’artigianato, del turismo e dei servizi per l’acquisizione di servizi finalizzati a potenziare e migliorare lo sviluppo delle imprese esistenti per quanto concerne la presenza sul mercato, l’assetto tecnologico e organizzativo, l’innovazione di processo e di prodotto, la realizzazione di sistemi di qualità, la certificazione dei processi e dei prodotti, l'accesso a forme di finanza innovativa, la diffusione di tecnologie pulite, di sistemi di gestione e di certificazione ambientale (Emas) ed etichettatura ecologica (Ecolabel).      
L'azione sarà attuata tramite bando pubblico, che specificherà le modalità e la raccolta, l’ammissibilità e la selezione delle domande secondo i criteri di priorità che saranno determinati in sede di Comitato di Sorveglianza. I singoli progetti saranno realizzati dalle imprese beneficiarie dei contributi, che individueranno le società di consulenza ritenute più idonee alla soluzione dei problemi da risolvere.   
L'attuazione sarà affidata ad enti e soggetti strumentali della Regione, , che cureranno l'istruttoria e la selezione delle richieste, che perverranno dopo apposita procedura di evidenza pubblica, e di organizzazione dell’offerta dei servizi secondo procedure pubbliche di accreditamento delle competenze o degli standard di servizio.    
Le modalità di attuazione prevedono l’erogazione di contributi pari al 50% delle spese ammissibili a sostegno della domanda di servizi da parte delle imprese e comunque entro i limiti del “de minimis”, con formale assunzione dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il regime “de minimis”. potrà essere integrato da nuovi regimi di aiuto in corso di notifica.

c)      Incentivi in conto capitale e conto interessi per l’attuazione di progetti di impresa - Si tratta di azioni volte a sostenere lo sviluppo della base produttiva regionale attraverso la concessione di un contributo in conto capitale a favore delle PMI industriali, artigiane e di servizi alla produzione, come definite ai sensi della disciplina comunitaria, a fronte di programmi di investimenti, specificati in un business plan che sarà sottoposto a valutazione preventiva. I programmi di investimenti dovranno essere destinati all’avvio di nuove iniziative e/o al consolidamento di quelle esistenti attraverso la costruzione di nuovi impianti, l’ampliamento, l’ammodernamento, la ristrutturazione, la riconversione ed il trasferimento di quelli esistenti.
Conformemente alle indicazioni ed agli orientamenti della Commissione Europea e del QCS, e tenuto conto degli studi di impatto economico sugli indicatori di performance aziendale relativi alla normativa di incentivazione regionale e nazionale alle imprese, verrà perseguito nel settennio un relativo ridimensionamento delle incentivazioni in conto capitale a favore di azioni di promozione della domanda di servizi per il potenziamento della redditività di impresa.
Gli incentivi in conto capitale e conto interessi saranno erogati in conformità a quanto stabilito dalla normativa regionale e specificatamente dalla L.R.15/94 (autorizzazione SG(99)D/2786 del 26/04/99),. L'agevolazione massima che l'impresa otterrà non potrà essere comunque superiore al massimale previsto dalla mappa degli aiuti di stato, approvata con decisione (CE) 2000/C175/05 del 1.3.2000, in deroga all'art. 87.3.a del Trattato di Roma. Previe innovazioni e modifiche della normativa esistente, saranno introdotti, entro il primo biennio del QCS, meccanismi di corresponsabilizzazione dei soggetti istruttori attraverso propri apporti di risorse di credito sui progetti approvati e meccanismi premiali per gli investimenti che dimostrano una tangibile attenzione agli aspetti ambientali.  La misura sarà anche attuata  facendo ricorso alla disciplina del “de minimis”, con formale assunzione di impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il regime “de minimis” potrà essere integrato da nuovi regimi di aiuto in corso di notifica.

d)      Fondi per la capitalizzazione delle PMI - La finalità perseguita è quella di favorire l’accesso al capitale di rischio per investimenti produttivi alle PMI, secondo criteri di forte selettività che privilegiano le imprese più innovative per prodotti e servizi, con particolare riferimento ai settori telematico, informatico, elettronico, della bioingegneria, biotecnologia e farmacologia. Verrà finanziato, in affidamento concorrenziale a soggetti diversi e per tranches temporali subordinate con contratti di risultato alle performance imprenditoriali ed al grado di innovazione realizzato, un fondo ad hoc per l’assunzione di partecipazioni di minoranza al capitale sociale di PMI esistenti, al fine di favorire una struttura finanziaria equilibrata ed adeguata a nuovi programmi di investimento ed all’introduzione di nuove tecnologie. I soggetti gestori dei Fondi dovranno acquisire a proprio carico quote di partecipazione pari ad almeno il 3% dell’ammontare della sottoscrizione di capitale per ogni PMI, senza limiti temporali di disinvestimento per tale quota. La partecipazione del Fondo per ogni PMI non potrà superare il 50 % dell’investimento da realizzare e l’importo di 500 mila Euro, con il limite temporale di un quinquennio per il disinvestimento, quest’ultimo derogabile previa autorizzazione solo a seguito di circostanze non chiaramente prevedibili dal piano d’affari e previa nuova istruttoria sulle prospettive dell’investimento. La copertura delle spese di gestione del Fondo, nei limiti previsti dalle schede di ammissibilità pertinenti, deriverà dai proventi realizzati, ed i proventi rimanenti andranno ad incremento del fondo. 
La domanda di capitale di rischio è correlata al dinamismo riscontrato in Sardegna nei settori informatico, telematico e nelle nuove tecnologie. L’intervento non si configura come regime di aiuto. L'azione verrà attuata facendo ricorso alla disciplina del “de minimis”, con formale assunzione dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il regime “de minimis” potrà essere integrato da nuovi regimi di aiuto in corso di notifica.

e)      Fondi di garanzia dei Consorzi fidi industriali, artigianali e della cooperazione - L’azione è volta a sostenere l’accesso delle piccole e medie imprese industriali e artigiane più innovative al capitale di credito per investimenti produttivi. L’azione prevede il finanziamento previa verifica rapporto tra offerta e domanda emergente, di Fondi di garanzia dei Consorzi fidi industriali, artigianali e della cooperazione, al fine di consentire un più agevole e diffuso accesso al credito delle PMI regionali, secondo criteri di rotazione fra risorse erogate e recuperate. I rientri di finanziamenti garantiti potranno consentire la realizzazione di nuove garanzie a rotazione, al netto delle eventuali perdite subite dal Fondo per insolvenza delle imprese garantite I Fondi dovranno essere partecipati dagli organismi di garanzia nella misura minima del 15 %. La garanzia prestata coprirà una quota adeguata del finanziamento ottenibile per i progetti di investimento conformemente alle disposizioni comunitarie. L’aiuto verrà corrisposto nella forma di un abbattimento dei costi medi di mercato delle garanzie assicurative, fermi restando i vigenti limiti di intensità di aiuto sul totale degli aiuti all’investimento considerati in ESL.     
Potranno essere inoltre finanziati Consorzi fidi di secondo livello, per la costituzione o l’incremento dei fondi, volti ad assumere in secondo grado le garanzie collettive dei Consorzi fidi di primo livello al fine di ottenere una maggiore stabilità del sistema complessivo di garanzie e di incrementare le soglie di intervento dei Consorzi fidi di primo livello.       
L’intervento sarà attivato, col ricorso alla disciplina del “de minimis”, con formale assunzione di impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni.

f)        Prestiti partecipativi alle PMI - L’azione è volta a rafforzare, con lo strumento dei finanziamenti partecipativi, la struttura patrimoniale delle imprese più innovative, soggette a sottocapitalizzazione. I programmi di potenziamento aziendale verranno finanziati attraverso prestiti partecipativi dinamicamente correlati alle condizioni più favorevoli di mercato, quale ad es. Euribor. Le risorse finanziarie rinvenienti dal prestito rafforzeranno la struttura patrimoniale della società beneficiaria in una delle seguenti forme: incremento del capitale sociale; consolidamento come finanziamento infruttifero di interessi per un tempo non inferiore ai cinque anni; rinuncia al credito da parte dei soci. La forma di aiuto è relativa al vantaggio differenziale negli interessi sul prestito a favore della società (che corrisponde gli interessi sulle somme erogate) rispetto alle condizioni medie di mercato. Tale vantaggio differenziale deriverà dall’applicazione di una quota di agevolazione in percentuale fissa sul tasso medio di mercato adottato e di una ulteriore quota variabile commisurata ai risultati di gestione.
In sede di complemento di programmazione sarà effettuata una verifica sui risultati d’impatto dell’implementazione di tale intervento, già attuato dalla RAS nell’ambito del PIC PMI e normato dall’art. 19 della L.R.32/97, istituivo di un apposito Fondo per la realizzazione di finanziamenti partecipativi, e dalle relative direttive d’attuazione. L’intervento sarà attivato, nelle more della notifica ed autorizzazione della normativa regionale, col ricorso alla disciplina del “de minimis”, con formale assunzione di impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni.

g)      Sportelli unici per le imprese - L’azione persegue la definizione e promozione di servizi e modelli omogenei di supporto agli sportelli unici per le imprese, al fine di evitare la frammentazione delle esperienze e di offrire agli imprenditori uno standard uniforme di servizio. Presupposto per l'attuazione dell'azione sarà la realizzazione, a partire dalla analisi delle esperienze realizzate in Sardegna ed a livello nazionale, di un progetto unitario di supporto per la gestione degli sportelli unici per le imprese, che preveda la validazione delle migliori pratiche di organizzazione, gestione e strutturazione dei contenuti informativi e coinvolga gli enti e soggetti che hanno maturato nell’isola contenuti informativi e/od organizzativi. Verranno conseguentemente erogati, a favore degli Enti Locali (Comuni o gruppi di Comuni) che aderiscono agli standard di servizio individuati, finanziamenti per l’adeguamento del servizio attraverso, acquisizione di software ed attrezzature informatiche e relativa assistenza tecnica.

h)      Infrastrutture produttive - Sono previsti interventi volti a potenziare la dotazione di infrastrutture produttive in relazione alla domanda imprenditoriale insediativa emergente. Le risorse disponibili verranno destinate ad un piano regionale di potenziamento della dotazione infrastrutturale, limitando la creazione di nuove aree ed attribuendo priorità ai completamenti o recupero di aree dismesse.  
La misura finanzia l’attrezzaggio, mediante interventi di sistemazione e urbanizzazione di aree per insediamenti industriali e artigianali, nonché l’acquisto delle aree nella misura massima del 10% del costo di intervento ammesso al finanziamento ed eventuali fabbricati di pertinenza. Per opere di urbanizzazione primaria si intendono a titolo esemplificativo viabilità e spazi di sosta e di parcheggio, impianti di distribuzione di acqua fognatura b/n, impianti di depurazione, di energia elettrica, di forza motrice, gas, telefono, verde pubblico a uso degli insediamenti produttivi, allacciamenti ai servizi pubblici a uso dell’area. Verrà data priorità agli interventi di completamento in aree già sature e al recupero di aree e fabbricati degradati o dimessi dell’attività industriale, da destinare all’insediamento di nuove attività produttive e terziarie effettuata da piccole e medie imprese industriali o artigiane di produzione e di servizi alla produzione.     
Sono altresì ammissibili eventuali opere di bonifica dell’area nonché la costruzione di infrastrutture, anche esterne all’area di insediamento, ma ad essa funzionali e strettamente collegate, che siano risolutive delle problematiche interessanti l’area e finalizzate ad una organica riorganizzane e razionalizzazione del territorio. Si citano a titolo esemplificativo viabilità di raccordo/innesto con strade esterne all’area, parcheggi solo se al servizio dell’insediamento produttivo, sistemazione a verde delle fasce di protezione stradale, di impianti produttivi e di sponde di fiumi e consolidamento del terreno, ma strettamente vincolati all’area dell’insediamento produttivo.
La selezione dei progetti da finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure di evidenza pubblica che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento. Verrà in particolare verificata la presenza di un’effettiva domanda da parte delle imprese sull’area oggetto di intervento. Saranno presi in considerazione i progetti di urbanizzazione promossi sulla base di formale richiesta di insediamento da parte delle imprese produttive interessate che assicurino la copertura di una consistente percentuale dell’area.   
L’amministrazione regionale, anche in collaborazione con gli organismi di analisi e rilevazione economica, procederà ad aggiornamenti annuali del patrimonio infrastrutturale per gli insediamenti produttivi ed a periodici studi della domanda imprenditoriale emergente, sulla base dei quali verrà aggiornato il piano di potenziamento.

i)        Monitoraggio e potenziamento del sistema di infrastrutturazioni funzionale alle attività produttive Con tale azione si vuole rilevare su base comunale ed intercomunale la congruità economica e il grado di completamento delle infrastrutturazioni per gli insediamenti produttivi, anche in relazione alle infrastrutture viarie ,idriche, ed energetiche collegate.Tale rilevazione dovrà tener conto altresì anche delle opere previste nell’ambito della programmazione d’area approvata ed in corso di approvazione, e condurrà alla realizzazione di un sistema informativo dedicato, anche valorizzando sistemi di rilevazione esistenti ed interconnettendoli con la pubblica amministrazione.         
A seguito di tali analisi verrà definito e finanziato un piano regionale di completamento e potenziamento delle infrastrutturazioni direttamente funzionali alle attività produttive, che verrà curato da un coordinamento regionale anche col supporto del sistema informativo sulle infrastrutturazioni produttive Nessun aiuto di stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato sarà accordato in base a questa azione.      
Per tutte le azioni ricomprese nella presente misura, la selezione dei soggetti gestori e dei progetti da finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure di evidenza pubblica che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e gli indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento. In particolare, tutte le azioni che prevedono interventi di ingegneria finanziaria saranno soggette a una valutazione ex-ante.

Beneficiari finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL., società miste pubbliche e private. Destinatari ultimi: le PMI regionali.


 

Misura

Titolo del regime d’aiuto

N° aiuto di stato

Riferimento lettera di approvazione

Durata

 

Misura:4.1- Rafforzamento competitivo del tessuto imprenditoriale locale

 

 

 

 

Azioni:

 

 

 

 

Animazione economica

Nessun aiuto di Stato sarà erogato in base a questa azione

 

 

 

Servizi reali alle PMI

L’aiuto di Stato accordato in base a questa misura e conforme alla regola del “de minimis”

 

 

31.12.06

Incentivi in conto capitale e in conto interessi

 a) L.R.l5/94 - Contributi in conto capitale a imprese industriali

N°455/98

SG(99)D/2786 del 26/04/99

31.12.06

 

b) L’aiuto di Stato accordato in base a questa misura e conforme alla regola del “de minimis”

 

 

 

Fondi per la capitalizzazione PMI

L’aiuto di Stato accordato in base a questa misura e conforme alla regola del “de minimis”

 

 

31.12.06

Fondi di garanzia dei Consorzi fidi

L’aiuto di Stato accordato in base a questa misura e conforme alla regola del “de minimis”

 

 

31.12.06

Prestiti partecipativi

L’aiuto di Stato accordato in base a questa misura e conforme alla regola del “de minimis”

 

 

31.12.06

Sportelli unici per le imprese

Nessun aiuto di stato ai sensi dell’Art.87.1 del Trattato CE

 

 

 

Infrastrutture produttive

Nessun aiuto di Stato ai sensi dell'Art. 87.1 del Trattato CE

 

 

 

Monitoraggio

Nessun aiuto di Stato ai sensi dell'Art. 87.1 del Trattato CE

 

 

 

 

Misura 4.2.

Interventi per l’attrazione di imprese esterne

Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 16.3.

Obiettivi specifici:

a)      Favorire la nascita e/o la localizzazione di nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione dei clusters e delle filiere produttive, anche attraverso attività di animazione permanente.

b)      Favorire la creazione e il rafforzamento dei servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli interventi sul lato della domanda (anche al fine di ridurre il potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire, l’uso delle risorse naturali).

c)      Irrobustire e migliorare la dotazione di infrastrutture e di servizi per la localizzazione e la logistica delle imprese, strettamente funzionali a ridurre il livello delle diseconomie esterne e delle infrastrutture di servizio e supporto per la forza lavoro, in particolare per il lavoro femminile.

d)      Accrescere l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità ambientale delle imprese turistiche (attraverso la promozione dell’innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa, nonché agendo sulle condizioni di base, disponibilità di infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie, informazione del territorio); accrescere l’integrazione produttiva del sistema del turismo in un’ottica di filiera (anche al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti, l’uso delle risorse naturali e il potenziale inquinante); favorire la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture locali, nonché la diversificazione e la destagionalizzazione di prodotti turistici maturi in aree già sviluppate.

e)      Accrescere e qualificare le presenze turistiche (attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici, rafforzando i sistemi di pianificazione territoriale in un’ottica di sostenibilità ambientale e diversificazione produttiva).

f)       Valorizzare lo sviluppo del settore del commercio in un’ottica di sviluppo territoriale integrato e di reti.

g)      Migliorare la qualificazione degli operatori, anche attraverso il sistema di formazione, con particolare riguardo alle tematiche ambientali.

Contenuti tecnici:

a)      Sistemi informativi di supporto alle decisioni di localizzazione di impresa ed all’attrazione di investimenti esterni - I sistemi informativi di supporto alle decisioni di localizzazione di impresa ed all’attrazione di investimenti esterni sono volti a presentare un quadro chiaro ed attrattivo dell’offerta regionale di localizzazioni produttive, al fine di favorire l’attrazione di investimenti esterni. Verrà realizzato ed attuato un progetto coordinato di presentazione e promozione dell’offerta localizzativa regionale, che individui soggetti ed interventi idonei ad agire in modo sinergico a livello regionale in raccordo ad un livello sub-regionale, anche attraverso la divulgazione di pacchetti localizzativi, e che preveda il coordinamento con il livello nazionale (Ministero del Commercio Estero, ICE). Le spese pertinenti sono relative ad acquisizione di consulenze, software ed hardware da parte di soggetti pubblici e soggetti strumentali di emanazione regionale.

b)      Attrazione diretta di investimenti esterni - Con tale tipologia di interventi viene perseguita l’attrazione diretta di investimenti dall’Italia e dall’estero attraverso missioni presso comunità d’affari ed attività promozionali e di marketing territoriale. Gli interventi verteranno su attività di scouting di impresa obbligatoriamente soggette a contratti di risultato e su missioni promozionali di presentazione e divulgazione dell’offerta localizzativa. Gli interventi ammissibili dovranno essere preventivamente inseriti in un piano annuale o pluriennale di marketing territoriale approvato dalla Regione, che prevedrà le attività di promozione integrata dell’offerta regionale e sub-regionale, e di cui dovrà essere data informazione al Comitato di Sorveglianza.

c)      Dispositivi di accoglienza per gli imprenditori esteri - L'azione prevede la realizzazione di un programma di animazione ed assistenza rivolto agli imprenditori esteri nell’ambito delle verifiche e degli studi di localizzazione preliminari inerenti la Sardegna, nonché circa le problematiche amministrative, logistiche e di reclutamento delle risorse umane relative all’insediamento. Verranno a tale scopo realizzati dei dispositivi di accoglienza di ambito regionale e sub-regionale idonei ad assistere gli imprenditori esteri con un referente unico per tutte le problematiche di valutazione preliminare e di attuazione dell’insediamento, comprendenti l’interpretariato, la ricerca di localizzazioni, i regimi autorizzativi e le procedure amministrative, l’assistenza al reperimento ed alla formazione delle risorse umane (in termini di consulenza preliminare ed indirizzo per l’utilizzo di specifici e distinti strumenti). L’azione si configura quale animazione economica, rientrante nei compiti dell'ente pubblico, e verrà attuata sulla base di condizioni obiettive di accesso. Non prevede pertanto l'attivazione di regimi di aiuto.        
Tutti i programmi finanziati a titolo della presente misura saranno descritti più compiutamente nel Complemento di Programmazione. I criteri e gli indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.
Le predette tipologie di intervento non si configurano come regimi di aiuto, in quanto non prevedono servizi diretti a singole imprese, bensì all'universo dei potenziali investitori.

Beneficiari finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL.

Regimi d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 4.3.

Sostegno alla nascita ed allo sviluppo di nuove imprese

Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 16.1, 16.3, 16.5.

Obiettivi specifici:

§         Favorire la nascita e/o la localizzazione di nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione dei clusters e delle filiere produttive, anche attraverso attività di animazione permanente;

§         Favorire lo sviluppo, l’aumento di competitività, anche non di prezzo, e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato buone capacità di sviluppo (anche agendo sul completamento e irrobustimento di filiere e distretti) e sulle attività produttive connesse con l’uso di risorse naturali e culturali locali, favorendo la promozione delle migliori tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale, degli schemi EMAS ed Ecolabel, di innovazioni di processo/prodotto, prevenendo la formazione, riducendo le quantità e pericolosità dei rifiuti generati dal ciclo produttivo nonché la possibilità di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei prodotti.

§         Sostenere le imprese in modo organico e articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare riguardo all’innovazione tecnologica, all’accesso al credito, alla compatibilità ambientale, all’information technology, alla formazione professionale.

§         Potenziare il ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari; migliorare il coordinamento del sistema degli incentivi, l’informazione e l’assistenza tecnica alle imprese; sviluppare pacchetti integrati di agevolazione (PIA) per il contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo pre-competitivo e innovazione tecnologica dal punto di vista produttivo e ambientale.

§         Favorire la creazione e il rafforzamento dei servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli interventi sul lato della domanda (anche al fine di ridurre il potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire, l’uso delle risorse naturali).

§         Potenziare il ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari, migliorare l’informazione e l’assistenza tecnica alle imprese per l’impiego dei sistemi di incentivazione, sviluppare pacchetti integrati di agevolazione per il contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo pre-competitivo e innovazione tecnologica, dal punto di vista produttivo e ambientale.

Contenuti tecnici:

a)      Animazione economica - L'azione è rivolta a identificare e valorizzare il potenziale imprenditoriale del territorio, favorendo processi di sviluppo locale su opportunità derivanti da outplacement  attraverso forme di lavoro autonomo, la creazione di nuove micro imprese, di nuove iniziative imprenditoriali da  ricaduta di attività di ricerca scientifica e tecnologica e da opportunità connesse allo sviluppo del terzo settore. Tale tipologia di interventi è finalizzata a diffondere una cultura tecnico aziendale sui piani di impresa per la nascita di nuove iniziative, con riguardo ai fattori di mercato, produzione, organizzazione, gestione, capitalizzazione, informazione competitiva.    
Le attività svolte dovranno comprendere il controllo di impatto attraverso la registrazione dei contatti avvenuti e con l’eventuale somministrazione di questionari di controllo a campione. I programmi di animazione verranno specificamente concepiti sulla base delle esigenze manifestate da parte del territorio in termini di creazione potenziale di nuova impresa e di miglioramento dell’impatto ambientale dei cicli produttivi. Le tipologie di attività previste potranno essere:

l         Attività di promozione all’imprenditorialità attraverso attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti di soggetti che stanno intraprendente iniziative autonome;

l         Individuazione e selezione delle opportunità imprenditoriali sia espresse autonomamente sia sollecitate dall’attività promozionale;

l         Attività di assistenza al percorso progettuale del nuovo imprenditore;

l         Informazione dettagliate ed assistenza sulle opportunità agevolative finanziarie e reali nella fase dei avvio dell’impresa;

l         Attività di tutoraggio alla neo-impresa se non già prevista nelle forme di finanziamento utilizzate;

l         Attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti delle imprese sulle tematiche della salvaguardia e del miglioramento ambientale attraverso attività seminariali/convegnistiche;

l         Realizzazione, anche attraverso strumentazioni e tecnologie di comunicazione innovative, di materiale informativo su come migliorare le performance ambientali da parte delle imprese;

l         Attività mirate alla individuazione di potenziali attività di ecobusiness, all’individuazione di possibilità di controllo ambientale del ciclo di vita complessivo dei prodotti;

      Le predette tipologie di intervento non si configurano come regimi di aiuto, in quanto non prevedono servizi diretti alle imprese.

b)      Incubazione di impresa: L'azione è finalizzata al sostegno di un progetto di incubazione di impresa per favorire la nascita di nuove micro e piccole imprese. I piani di incubazione potranno essere avviati, in coordinamento con il POP 94/99, a partire dal 2002, e dovranno dettagliare nel Complemento di Programmazione le tipologie di attività previste, i relativi costi, gli obiettivi quantificati e i criteri di selezione delle domande. In termini di contenuto tecnico, è prevista una prima fase di filtro delle proposte di nuove iniziative imprenditoriali innovative, cui seguiranno forme di tutoraggio delle imprese quale riferimento consulenziale stabile per l’imprenditore idoneo a registrare lo sviluppo della iniziativa e coordinare gli interventi di potenziamento del piano d’affari. L’incubazione potrà avvenire sia entro strutture apposite che presso localizzazioni prescelte dall’imprenditore, valendosi di reti di comunicazione e di assistenza telematiche, e potrà protrarsi per i primi 2-3 anni di operatività aziendale.  
È escluso il finanziamento rivolto alla realizzazione di nuovi incubatori, al loro funzionamento e gestione ordinaria.  
L'azione verrà attuata facendo ricorso alla disciplina del “de minimis”, con formale assunzione dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il regime “de minimis” potrà essere integrato da nuovi regimi di aiuto in corso di notifica.

c)      Fondi di seed capital per l’avviamento di nuove imprese - Si tratta di interventi volti a sostenere la nascita di nuove imprese innovative e competitive attraverso la sottoscrizione temporanea di quote di capitale sociale, al fine di favorire la adeguata capitalizzazione delle iniziative nella fase di avviamento. Verranno allo scopo finanziati fondi di seed capital, che per contratto dovranno avere un collegamento funzionale con progetti di promozione e supporto alla nascita di nuove imprese innovative, volti all’assunzione di partecipazioni di minoranza al capitale sociale di nuove PMI. I soggetti gestori dei Fondi dovranno obbligatoriamente acquisire a proprio carico quote temporanee di partecipazione pari ad almeno l’l,5 % dell’ammontare della sottoscrizione di capitale per ogni PMI. La partecipazione del Fondo per ogni PMI non potrà superare il 50 % dell’investimento da realizzare e l’importo di 300 mila Euro, con il limite temporale di un quinquennio, quest’ultimo derogabile previa autorizzazione a seguito di circostanze non prevedibili dal piano d’affari e previa nuova istruttoria sulle prospettive dell’investimento. La copertura delle spese di gestione del Fondo deriverà dai proventi realizzati, con la possibilità di una parziale copertura garantita, ed i proventi rimanenti andranno ad incremento del fondo. Le agevolazioni fornite con il fondo di seed capital sono incompatibili con ogni altra forma di agevolazione finanziaria. 
L'azione verrà attuata facendo ricorso alla disciplina del “de minimis”, con formale assunzione dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il regime “de minimis” potrà essere integrato da nuovi regimi di aiuto in corso di notifica.

d)      Fondi etici a favore di nuove micro-imprese - Tali fondi sono destinati a favorire la nascita di nuove micro-imprese attraverso la concessione di “prestiti d’onore”, riservati ad iniziative con potenzialità di espansione produttiva ed occupazionale rinvenienti dal piano d’affari od inerenti produzioni tipiche. Verranno erogati finanziamenti in conto capitale a nuove micro imprese con potenzialità di espansione produttiva ed occupazionale desunte dal piano d’affari od inerenti produzioni tipiche. I contributi avranno un tetto massimo indicativamente fissato in 30 mila Euro e non potranno superare il 70 % dell’investimento. Potrà inoltre essere concesso un ulteriore finanziamento pari a 30 mila Euro sul quale verrà accordato un contributo in conto interessi. L’intensità di aiuto, calcolata sul totale degli aiuti all’imprenditore, è soggetta alla regola del “de minimis”. I finanziamenti sono subordinati alla valutazione complessiva di un piano d’affari e potranno essere accompagnati da una assistenza tecnica in forma di incubazione di impresa.
La selezione dei soggetti gestori e dei progetti da finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure di evidenza pubblica che saranno identificati nel complemento di programmazione. I criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.
Non esiste apposita norma regionale di attuazione. Nelle more dell’emanazione di questa, si farà ricorso alla disciplina comunitaria del “de minimis”. con formale assunzione d’impegno da parte di ciascun impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni.

Beneficiari finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL., società miste pubbliche e private.

Regimi d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà  per l'azione a) (le azioni di animazione economica, che per definizione non prevedono servizi puntuali ad imprese, non configurano regimi di aiuto). Per le azioni b), c) e d) relative ad interventi di ingegneria finanziaria in favore di micro-imprese, nelle more dell’emanazione, notifica ed approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali per l'introduzione di aiuti a finalità regionale, che potranno essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR, l’aiuto di Stato accordato è conforme alla regola del “de minimis”.

 

Misura 4.4.

Sviluppo integrato d’area

Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 16.4.

Obiettivi specifici:

§         Favorire la nascita e/o la localizzazione di nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione dei clusters e delle filiere produttive, anche attraverso attività di animazione permanente in favore dell’occupazione femminile.

§         Favorire lo sviluppo, l’aumento di competitività, anche non di prezzo, e di produttività, di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato buone capacità di sviluppo (anche agendo sul completamento e irrobustimento di filiere e distretti) e sulle attività produttive connesse con l’uso di risorse naturali e culturali locali, favorendo la promozione delle migliori tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale, degli schemi EMAS ed Ecolabel, di innovazioni di processo/prodotto, prevenendo la formazione, riducendo le quantità e pericolosità dei rifiuti generati dal ciclo produttivo nonché la possibilità di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei prodotti.

§         Sostenere le imprese in modo organico e articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare riguardo all’innovazione tecnologica, all’accesso al credito, alla compatibilità ambientale, all’information technology, alla formazione professionale.

§         Potenziare il ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari; migliorare il coordinamento del sistema degli incentivi, l’informazione e l’assistenza tecnica alle imprese; sviluppare pacchetti integrati di agevolazione (PIA) per il contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo pre-competitivo e innovazione tecnologica dal punto di vista produttivo e ambientale.

§         Favorire la creazione e il rafforzamento dei servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli interventi sul lato della domanda (anche al fine di ridurre il potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire, l’uso delle risorse naturali).

§         Irrobustire e migliorare la dotazione di infrastrutture e di servizi per la localizzazione e la logistica delle imprese, strettamente funzionali a ridurre il livello delle diseconomie esterne e delle infrastrutture di servizio e supporto per la forza lavoro, in particolare per il lavoro femminile.

§         Accrescere l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità ambientale delle imprese turistiche (attraverso la promozione dell’innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa, nonché agendo sulle condizioni di base, disponibilità di infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie, informazione del territorio); accrescere l’integrazione produttiva del sistema del turismo in un’ottica di filiera (anche al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti, l’uso delle risorse naturali e il potenziale inquinante); favorire la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture locali, nonché la diversificazione e la destagionalizzazione di prodotti turistici maturi in aree già sviluppate

§         Accrescere e qualificare le presenze turistiche nel Mezzogiorno (attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici, rafforzando i sistemi di pianificazione territoriale in un’ottica di sostenibilità ambientale e diversificazione produttiva);.

§         Valorizzare lo sviluppo del settore del commercio in un’ottica di sviluppo territoriale integrato e di reti.

§         Migliorare la qualificazione degli operatori, anche attraverso il sistema di formazione, con particolare riguardo alle tematiche ambientali.

Contenuti tecnici:

Promozione e sostegno delle filiere produttive - Con tali interventi verrà perseguito il rafforzamento delle filiere produttive esistenti in Sardegna (sughero, tessuti, pietre ornamentali) e la promozione di nuove filiere produttive a basso impatto ambientale (meccanica fine, elettronica, telematica). I progetti integrati sono caratterizzati da una dimensione sovracomunale e sono finalizzati allo sviluppo economico e sociale dei territori nei quali vengono attuati. Nel Complemento di Programmazione, la Regione individua, in partenariato con le Amministrazioni provinciali interessate e sulla base delle analisi e delle linee programmatiche contenute nel piano di sviluppo regionale, le aree sistema caratterizzate da omogeneità di condizioni socioeconomiche e con forti potenzialità di crescita in cui realizzare i progetti integrati. Nei successivi quattro mesi le Province le opportune iniziative in modo da giungere alla definizione di un progetto integrato d’area che dovrà essere accompagnato da un accordo o patto tra i diversi attori locali interessati (Comuni, Comunità Montane, associazioni di categoria, enti pubblici, organizzazioni sindacali, organismi finanziari, imprese, consorzi, associazioni e realtà non profit, ecc.).

Il progetto in questione dovrà costituire il risultato di un processo di analisi, riflessione ed elaborazione condotto dagli attori locali in cooperazione con le Amministrazioni provinciali. Tale processo dovrà tener conto di uno schema di indirizzo predisposto dalla Regione che conterrà gli obiettivi della programmazione regionale di riferimento, le risorse finanziarie disponibili e le modalità operative dei Fondi strutturali cui si dovrà attenere. La Regione, anche con l’ausilio di esperti, valuterà le proposte presentate per il finanziamento di quelle idonee. Nella procedura di valutazione la Regione esaminerà la strategia territoriale proposta per verificarne la coerenza rispetto alle emergenze ed alle potenzialità del territorio, sulla base di criteri di priorità e selezione individuati nel Complemento di Programmazione, coerentemente con gli indirizzi previsti nel QCS.

A titolo esemplificativo, il progetto integrato potrà comprendere le seguenti tipologie di azione:

§         sostegno agli investimenti delle PMI, nel qual caso le tipologie di spesa ammissibili saranno le stesse previste per la Misura 4.1, sotto forma di PIA, al fine di assicurare le necessarie sinergie tra diverse forme di incentivi;

§         infrastrutture a supporto dell’economia locale, quali per esempio realizzazione di aree di insediamento produttivo e recupero siti degradati per riutilizzo a fini produttivi, incubatori di imprese, secondo le categorie di spesa, le modalità di funzionamento e l’intensità di aiuto ammissibili, infrastrutture logistiche (stoccaggio merci, centri servizi comuni alle imprese);

§         azioni di animazione economica nei confronti delle PMI locali, sulla base di specifici programmi definiti ed attuati a livello locale, secondo le tipologie di spesa e le modalità attuative della Misura 4.3, e di progetti di promozione e marketing.

Beneficiari finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL., società miste pubbliche e private.

Regimi di aiuto: Gli incentivi in conto capitale saranno erogati in conformità a quanto stabilito dalla normativa regionale e specificatamente dalla L.R.15/94 (autorizzazione SG(99)D/2786 del 26/04/99). Per la promozione e sostegno delle filiere produttive, nelle more dell’emanazione, notifica ed approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali per gli interventi configurabili come aiuti, che potranno essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR, si farà anche ricorso alla disciplina comunitaria del “de minimis”, con formale assunzione dell’impegno, da parte di ciascuna impresa beneficiaria, a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni.

 

Misura 4.5.

Potenziare e qualificare l’industria turistica della Sardegna

Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: - 17.1, 17.2, 17.3.

Obiettivi Specifici:

§         Accrescere l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità ambientale delle imprese turistiche (attraverso la promozione dell’innovazione di prodotto, di processo,ed organizzativa, nonché agendo sulle condizioni di base, disponibilità di infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie, informazioni del territorio); accrescere l’integrazione produttiva del sistema del turismo in un’ottica di filiera) anche al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti, l’uso delle risorse naturali e il potenziale inquinante); favorire la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionale ed al recupero di identità e culture locali; nonché la diversificazione e la destagionalizzazione di prodotti turistici maturi in aree già sviluppate.

§         Accrescere e qualificare le presenze turistiche nel Mezzogiorno (attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici, rafforzando gli strumenti di pianificazione territoriale, in un’ottica di sostenibilità ambientale e diversificazione produttiva).

Azioni: Azioni per il potenziamento e la qualificazione dell’industria turistica

Contenuto tecnico: La misura è finalizzata all’incremento dei flussi turistici e all’allungamento della stagione, anche al fine di ridurre la pressione turistico ed ambientale nelle aree a maggiore rischio come quelle costiere. Gli interventi previsti tendono al miglioramento e all’ampliamento dell’offerta marino-balneare, anche attraverso la valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e urbane. Parallelamente sarà realizzata una forte azione di promozione del prodotto turistico sardo e dell’immagine della Sardegna sui mercati nazionali ed esteri. L’azione verrà attuata con programmi integrati, in quanto gli interventi saranno connessi con quelli previsti nelle altre misure ed in particolare nelle seguenti: 1.4. “Rete ecologica regionale”; 2.2. “Archeologia e percorsi religiosi”, 2.3. “Archeologia industriale”, 2.4. “Attività di spettacolo”, 5.1. “Politiche per le aree urbane”. L’integrazione delle azioni dovrà garantire la fruizione turistica dei beni ambientali e culturali in forma di circuiti territoriali anche al fine di ottimizzare gli effetti positivi nel territorio. Tutti gli interventi dovranno essere coerenti con i Piani Territoriali Paesistici (ex lege 431/85 e L.R.45/89) e con i Piani di settore ambientali (piano dei rifiuti, piano delle acque, etc.).

Gli interventi riguardano:

§         l’adeguamento e l’ammodernamento delle strutture ricettive esistenti e la realizzazione delle relative strutture complementari. La creazione di nuova ricettività, da realizzare prioritariamente attraverso l’utilizzo a fini turistici dell’edilizia esistente, riguarderà aree non costiere, dotate di forti potenzialità, in cui le emergenze culturali e ambientali siano oggetto di interventi di valorizzazione allocati su altre misure o su altri programmi di derivazione regionale, nazionale e comunitari, nelle quali sia configurabile una offerta turistica integrata. Si prevede inoltre il sostegno alla innovazione di prodotto, di processo e organizzativa all’interno delle imprese turistiche.

§         ideazione e promozione di un programma di attività culturali, di spettacolo e per il tempo libero di forte richiamo turistico da attuare in periodi di bassa stagione, al fine di allungare il periodo di fruizione turistica delle aree oggetto di intervento. L’intervento prevede: il sostegno agli enti locali ed altri enti pubblici per l’organizzazione di festival, mostre e manifestazioni di carattere culturale, artistico e di spettacolo; il sostegno per la realizzazione di attività sportive, ricreative e per il tempo libero; il sostegno per la realizzazione di feste e sagre locali, e per la valorizzazione dei beni locali. Le attività, sulla base di un programma di cui sarà data informazione al comitato di Sorveglianza e che verrà redatto secondo i criteri specificati nel Complemento di Programmazione, saranno realizzate anche in forma di circuiti territoriali, e potranno svolgersi, utilizzando, nel rispetto delle norme di sicurezza e di tutela, le aree a valenza culturale (archeologica, architettonica, artistica) e ambientale, costituenti oggetto di interventi di recupero e valorizzazione allocati su altre misure (Mis.1.4., Mis.2.2., Mis.2.3., Mis.2.4., Mis.5.1.) o su altri programmi di derivazione regionale, nazionale e comunitari. Le manifestazioni di maggior rilievo internazionale saranno ubicate nelle maggiori aree urbane al fine di garantire la maggiore accessibilità. Dovrà essere dimostrata la capacità di attrazione turistica degli eventi e il collegamento con un programma di valorizzazione turistica più ampio.

§         Itinerari turistici integrati: gli interventi, strettamente connessi con quelli previsti nell’Asse 1 (Risorse naturali), 2 (Risorse Culturali) e 5 (Città), e ricompresi in idonei progetti integrati, sono tesi a migliorare l’accessibilità, la visibilità e l’accoglienza delle aree di valorizzazione culturale e archeologica con particolare riferimento a quelle del periodo nuragico, prenuragico e fenicio-punico.Gli interventi riguardano: impianti di illuminazione, allestimento di spazi di servizio, punti di accoglienza e di informazione anche con l’utilizzo di nuove tecnologie; sistemazione della viabilità; realizzazione di parcheggi, piazzole di sosta per auto, camper, caravan, percorsi pedonali idonei anche per disabili, piste ciclabili, allestimento, anche temporaneo, di spazi per attività culturali e di spettacolo, installazione di idonea segnaletica e cartellonistica, realizzazione di punti ristoro. Detti itinerari, in forma di circuiti territoriali a carattere tematico, dovranno essere adeguatamente promossi sui mercati nazionali ed esteri.

§         Piano di promozione e di commercializzazione della Sardegna sui mercati nazionali ed esteri da realizzare con sistemi multimediali e di editoria tradizionale;borse locali del turismo; partecipazioni a borse e workshops nazionali ed internazionali.

Beneficiari finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL., società miste pubbliche e private.

Regimi di aiuto: Nelle more dell’emanazione, notifica ed approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali per gli interventi configurabili come aiuti, che potranno essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR, gli incentivi saranno erogati in conformità con la disciplina del “de minimis”, con formale assunzione di impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni.

 

Misura 4.6.

Potenziamento delle competenze per lo sviluppo locale

Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”

Fondo strutturale interessato: FSE

Codice: 17.4, 23, 24, 25.

Obiettivi specifici: Sviluppare la formazione continua con priorità alle PMI

Contenuti tecnici:

§         Potenziamento trasversale delle competenza funzionale agli obiettivi dell’Asse – Verranno predisposti ed attuati specifici progetti di formazione professionale rispondenti ai più avanzati criteri metodologici e didattici, con teleformazione, stages, procedure curriculari di verifica dei risultati individuali raggiunti e di progettazione dei moduli formativi, per il potenziamento delle competenze e dei profili professionali più richiesti o tendenzialmente richiesti dal mercato. I progetti, quando non curati direttamente dalla Regione o da propri enti e società, verranno commissionati attraverso bandi di gara. La realizzazione delle attività formative verrà affidata mediante procedure di gara.

§         Trasferimento e scambio di competenze imprenditoriali fra Sardegna e regioni ad imprenditorialità diffusa - Verranno effettuate azioni di trasferimento delle conoscenze imprenditoriali attraverso stages di imprenditori presso aziende modello, anche del Nord Italia, alternati a specifica formazione imprenditoriale. A seguito di una fase preliminare di selezione condotta sulla base di valutazioni psico-attitudinali, di solidità dei piani di impresa, di attinenza dei progetti produttivi alle vocazioni economiche dell’isola, verranno realizzati degli stages presso aziende modello della stessa tipologia produttiva di quella avviata o progettata dallo stagista, alternati a momenti di formazione che includono il rafforzamento del piano imprenditoriale negli aspetti produttivi, di gestione e di commercializzazione.

§         Promozione delle competenze professionali avanzate con strumenti telematici - L’intervento persegue una duplice finalità: la rilevazione delle competenze professionali avanzate con strumenti telematici, tali da consentire la realizzazione di bilanci delle competenze specialistiche presenti nel territorio regionale; la promozione in rete telematica internet delle competenze classificate nelle banche dati per settori economici e profili professionali. Verranno a tale scopo realizzati servizi di promozione delle competenze professionali avanzate, con rilevazione telematica dei profili professionali specialistici presso imprese e professionisti e con conseguente realizzazione di bilanci delle competenze per settore, per area e nella regione, attraverso strumenti informatici con possibilità di aggiornamento interattivo da parte degli utenti.

§         Sistemi di qualità per la diffusione di figure professionali strategiche per lo sviluppo locale - Verrà perseguita la diffusione, attraverso sistemi di qualità e di certificazione, di figure professionali strategiche per lo sviluppo locale quali: manager di progetto di piani integrati territoriali; tutor di impresa; agenti animatori per la promozione di assunzioni agevolate, esperti in monitoraggio e valutazione di progetti di sviluppo locale. Le figure professionali individuate verranno promosse secondo le metodologie di certificazione professionale, che prevedono la definizione di una base comune di conoscenze per ogni figura e la certificazione dei professionisti da parte di partenariati od organismi secondo procedure compatibili con le normative tecniche (UNI 45013). Le certificazioni avranno validità temporale limitata e dovranno essere riacquisite a seguito di crediti curriculari (di esperienza e risultati professionali, di formazione ed aggiornamento). L’utilizzo del FSE consentirà, rispetto ad esperienze pilota già condotte in Sardegna con il P.I.C. PMI (ad es. per la certificazione dei promotori di assunzioni agevolate e dei tutor di impresa) di avviare anche adeguate azioni formative di supporto e di realizzare un sistema stabile di selezione e promozione delle figure professionali strategiche per lo sviluppo locale.

§         Promozione dell’imprenditorialità femminile - L’azione mira al sostegno della imprenditorialità femminile attraverso progetti formativi, di stage e di assistenza tecnica. I contenuti tecnici attengono alla progettualità di azioni formative, di stage e di assistenza tecnica rivolte ad imprenditrici od aspiranti imprenditrici, focalizzate nei microsettori dell’artigianato e dei servizi turistici. Le azioni comprenderanno attività di elaborazione e valutazione dei piani di impresa nei reali contesti di mercato.

§         Promozione delle competenze nel settore turistico – La promozione delle competenze nel settore turistico avverrà attraverso stages e formazione specifica. È previsto il sostegno, con borse di studio, alla mobilità formativa per l’acquisizione di competenze manageriali post-laurea in economia e programmazione del turismo. Sono inoltre previsti: sostegno alla mobilità formativa per il perfezionamento delle professioni di direttore di albergo e direttore tecnico di agenzie di viaggi e turismo; corsi per la formazione ed il perfezionamento di figure professionali quali: guida turistica, interprete turistico, accompagnatore turistico, istruttore nautico, operatore turistico subacqueo, guida speleologica, naturalistica ed archeologica.

§         Promozione delle competenze nel settore informatico e telematico - Il sostegno competenze nel settore informatico e telematico avverrà con la promozione di stages e formazione specifica. È previsto il sostegno alla progettazione e realizzazione di seminari intensivi e di stages, anche attraverso il finanziamento di cattedre a tempo e con l’erogazione di borse di studio, per l’acquisizione di competenze nell’ambito dei profili professionali emergenti nell’isola entro i settori informatico, telematico e della società dell’informazione, quali: ingegnere di processo del software, integratore di sistema del software, progettista di data base, amministratore di data base, grafico multimediale, programmatore internet, specialista in sicurezza delle reti.

§         Promozione delle competenze nel settore dell'ambiente – Compatibilità ambientale e efficienza nell'utilizzo delle risorse naturali ed energetiche nei principali settori produttivi dell'economia dell'Isola (turismo, industria, agricoltura, pesca). Profili professionali per la certificazione ambientale normata di processo (EMAS) e di prodotto (EcoLabel).

Beneficiari finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL., società miste pubbliche e private. Si garantisce che almeno il 70% delle risorse sarà destinato alla formazione aziendale per le PMI.

Regimi di aiuto: Per le azioni relative alla Misura di cui sopra per gli interventi configurabili come aiuti si farà ricorso alla disciplina comunitaria del “de minimis”, con formale assunzione dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il 70% delle risorse sarà destinato alle PMI.

Misura 4.7.

Protezione e sviluppo delle risorse acquatiche, acquacoltura, attrezzature dei porti da pesca, trasformazione e commercializzazione

Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”

Fondo strutturale interessato: SFOP

Codice:

Obiettivo specifico: rafforzare la competitività dei sistemi locali della pesca in un’ottica di sviluppo sostenibile, valorizzando in particolare la produzione ittica di allevamento in acqua marina, salmastra e dolce (anche attraverso attività di riconversione degli addetti al settore, con il sostegno della ricerca, di strutture di servizio e di assistenza). Prevenire i danni derivanti da uno sfruttamento non equilibrato delle risorse biologiche. Ridurre il differenziale socioeconomico nel settore della pesca.

Finalità e contenuto tecnico:

La misura prevede una politica di sviluppo del settore attraverso la razionalizzazione ed il potenziamento delle strutture produttive che, nell’ottica dello sfruttamento sostenibile indispensabile per garantire la conservazione delle risorse biologiche, promuova interventi che raccordino la salvaguardia dell’ambiente naturale con la difesa delle attività economiche e dell’occupazione.

Di fatto l’Amministrazione Regionale ha da tempo adottato una politica di salvaguardia delle risorse, rispettando il delicato equilibrio tra pesca e ambiente.

In tale prospettiva saranno realizzate le azioni di potenziamento di modernizzazione e razionalizzazione del sistema produttivo nei settori dell’acquacoltura, della trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca, e degli interventi di infrastrutturazione (porti da pesca).

L’obiettivo specifico di riferimento sarà perseguito attraverso le linee di intervento descritte, e secondo la seguente articolazione per sottomisure:


§         Protezione e sviluppo delle risorse acquatiche:

l         installazione di strutture artificiali a protezione delle risorse acquatiche e del patrimonio sottomarino.

§         Acquacoltura:

l         iniziative dirette ad incrementare la capacità produttiva mediante ammodernamenti di unità esistenti o costruzione di nuove unità di acquacoltura con priorità per gli interventi a minor impatto sull’ambiente e per gli allevamenti di nuove specie;

l         iniziative dirette a sostenere l’ammodernamento di unità di acquacoltura esistenti senza accrescere la capacità produttiva;

l         investimenti di riqualificazione degli stagni e delle peschiere mediante opere di miglioramento della circolazione idraulica e delle strutture di servizi.

§         Attrezzature dei porti da pesca:

l         iniziative dirette a favorire l’adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali a servizio della pesca.

§         Trasformazione e commercializzazione:

l         azioni dirette a favorire l’aumento della capacità di trasformazione attraverso la costruzione di nuove unità o l’ammodernamento di quelle esistenti;

l         azioni dirette a favorire l’ammodernamento e la costruzione di unità di commercializzazione.

Le sottomisure indicate hanno corrispondenza completa con le misure previste dal Regolamento (CE) 2792/1999.

Le informazioni di dettaglio in merito agli interventi ammissibili verranno fornite in sede di Complemento di Programmazione. In tale sede sarà redatta una scheda specifica per sottomisura comprendente la quantificazione degli obiettivi, gli indicatori, la dotazione finanziaria e il piano finanziario della stessa.

La partecipazione pubblica sotto forme di aiuti (contributi) è una condizione essenziale per l’avvio delle iniziative ed in modo particolare per gli interventi del settore dell’acquacoltura e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti.

Si tratta nella generalità dei casi di operatori con scarse risorse finanziarie, impossibilitati ad accedere in modo confacente ed economicamente sostenibile, al finanziamento del sistema creditizio ordinario. Peraltro tali iniziative, cui è collegato un incremento significativo di occupazione, insistono su aree periferiche marginali del territorio dell’Isola, a scarso reddito.

Rilevano, peraltro, a carico degli investitori a fronte dell’entità delle realizzazioni oltre l’esiguità di capitale proprio i condizionamenti derivanti dall’insularità e i costi propri della dipendenza esterna.

Regime di aiuto: Il regime di aiuto della misura è individuato nel contributo a fondo perduto. I tassi di partecipazione sono quelli definiti per le diverse tipologie d’intervento nel regolamento di attuazione dello SFOP n° 2792/99 del 17 dicembre 1999.

Si precisa che apposita legge regionale 22 aprile 1994, n° 17 impone l’adozione e l’aggiornamento di tassi di contribuzione in materia di pesca, con un rinvio recettivo ai rispettivi regolamenti adottati all’U.E..

Conformemente alle disposizioni che disciplinano l’adozione degli aiuti nel settore della pesca (linee direttrici 97/C – 100/05) il calcolo dell’aiuto va fatto in equivalente sovvenzione netta.

La legge regionale di riferimento che prevede l’erogazione di aiuti per gli interventi indicati nel P.O.R. è la legge 23 giugno 1998, n° 19 avente titolo “Disposizioni per l’attuazione degli interventi finanziari dell’Unione Europea per materia di pesca e acquacoltura e disposizioni varie”.

La legge in argomento è stata notificata all’Unione Europea. Tale legge è identificata – aiuto di Stato n° 923/96 – Aiuti nel settore della pesca e dell’acquacoltura (Regione Sardegna).

La Commissione ha approvato tale aiuto con decisione SG (98) D/5394 in data 6 luglio 1998.

La sua applicazione è prevista per l’intera durata del Quadro Comunitario di Sostegno.

 

Misura 4.8.

Pesca - Altre misure (artt. 11, 12, 14, 15, 16, 17 § 2 Reg. (CE) 2792/1999)

Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”

Fondo strutturale interessato: SFOP

Codice:

Obiettivo specifico: rafforzare la competitività dei sistemi locali della pesca in un’ottica di sviluppo sostenibile, valorizzando in particolare la produzione ittica di allevamento in acqua marina, salmastra e dolce (anche attraverso attività di riconversione degli addetti al settore, con il sostegno della ricerca, di strutture di servizio e di assistenza). Prevenire i danni derivanti da uno sfruttamento non equilibrato delle risorse biologiche. Ridurre il differenziale socioeconomico nel settore della pesca.

Finalità e contenuto tecnico: La misura ricomprende iniziative dirette a salvaguardare ed aumentare il livello occupazionale in una prospettiva generale di sviluppo del comparto che veda, accanto al potenziamento del sistema produttivo pesca, l’individuazione di adeguate misure di integrazione e riconversione produttiva degli addetti, incentivando azioni di riconversione professionale in settori contigui alla pesca (pescaturismo) promovendo il processo di aggregazione fra gli operatori e le iniziative di valorizzazione delle produzioni di qualità.

L’obiettivo specifico di riferimento sarà perseguito attraverso le linee di intervento descritte, e secondo la seguente articolazione per sottomisure:

§         Piccola pesca costiera:

l         realizzazione di un programma di aiuti agli operatori della piccola pesca volto al miglioramento dei mezzi di produzione e della funzionalità operativa.

§         Misure socio-economiche:

l         particolare considerazione avranno le iniziative di carattere socio economico (prepensionamento - riconversione – aiuti ai giovani pescatori) etc. ad integrazione degli interventi più propriamente strutturali.

§         Promozione:

l         creazione di marchi di qualità;

l         iniziative di valorizzazione e promozione commerciale delle produzioni locali tipiche e di qualità;

l         operazioni di certificazione della qualità.

§         Azioni realizzate dagli operatori del settore:

l         verranno incentivate iniziative dirette a favorire l’aggregazione degli operatori del settore, soprattutto in riferimento alla costituzione di O.P.

l         azioni di assistenza atte a sostenere la modernizzazione e razionalizzazione del settore.

§         Azioni innovative

l         realizzazione di studi e progetti pilota;

Le sottomisure indicate hanno corrispondenza completa con le misure previste dal Regolamento (CE) 2792/1999.

Le informazioni di dettaglio in merito agli interventi ammissibili verranno fornite in sede di Complemento di Programmazione. In tale sede sarà redatta una scheda specifica per sottomisura comprendente la quantificazione degli obiettivi, gli indicatori, la dotazione finanziaria e il piano finanziario della stessa.

Per le azioni nelle quali è prevista la partecipazione pubblica sotto forma di aiuti (contributi) la stessa è una condizione essenziale per l’avvio delle iniziative, si tratta nella generalità dei casi di operatori con scarse risorse finanziarie, impossibilitati ad accedere in modo confacente ed economicamente sostenibile, al finanziamento del sistema creditizio ordinario. Peraltro tali iniziative, cui è collegato un incremento significativo di occupazione, insistono su aree periferiche marginali del territorio dell’Isola, a scarso reddito.

Rilevano, peraltro, a carico degli investitori a fronte dell’entità delle realizzazioni oltre l’esiguità di capitale proprio i condizionamenti derivanti dall’insularità e i costi propri della dipendenza esterna.

Regime di aiuto: Il regime di aiuto della misura è individuato nel contributo a fondo perduto. I tassi di partecipazione sono quelli definiti per le diverse tipologie d’intervento nel regolamento di attuazione dello SFOP n° 2792/99 del 17 dicembre 1999.

Si precisa che apposita legge regionale 22 aprile 1994, n° 17 impone l’adozione e l’aggiornamento di tassi di contribuzione in materia di pesca, con un rinvio recettivo ai rispettivi regolamenti adottati all’U.E..

Conformemente alle disposizioni che disciplinano l’adozione degli aiuti nel settore della pesca (linee direttrici 97/C – 100/05) il calcolo dell’aiuto va fatto in equivalente sovvenzione netta.

La legge regionale di riferimento che prevede l’erogazione di aiuti per gli interventi indicati nel P.O.R. è la legge 23 giugno 1998, n° 19 avente titolo “Disposizioni per l’attuazione degli interventi finanziari dell’Unione Europea per materia di pesca e acquacoltura e disposizioni varie”.

La legge in argomento è stata notificata all’Unione Europea. Tale legge è identificata – aiuto di Stato n° 923/96 – Aiuti nel settore della pesca e dell’acquacoltura (Regione Sardegna).

La Commissione ha approvato tale aiuto con decisione SG (98) D/5394 in data 6 luglio 1998.

La sua applicazione è prevista per l’intera durata del Quadro Comunitario di Sostegno.

 


Misura 4.9.

Investimenti nelle aziende agricole

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo II artt. 4 e 7.

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivi di misura: Migliorare la competitività dei sistemi agricoli ed agro-industriali in un contesto di filiera attraverso l’introduzione di innovazioni, il rafforzamento delle funzioni commerciali, la gestione integrata in tema di qualità, sicurezza ed ambiente, in un’ottica di sviluppo sostenibile. Gli interventi finanziabili sono diretti al perseguimento di un generale sviluppo del settore primario. In particolare gli investimenti devono perseguire finalità tendenti al miglioramento dell’ambiente naturale, alla diversificazione delle attività, all’incremento della qualità, alla riduzione dei costi di produzione, al miglioramento ed alla diversificazione delle attività agricole.

Interventi ammissibili:

§         Introduzione di tecnologie innovative di processo e di prodotto;

§         Ristrutturazione degli impianti;

§         Riconversione colturale;

§         Adeguamento tecnologico e strutturale;

§         Acquisto attrezzature;

§         Introduzione di attività complementari.

Beneficiari: Imprenditori agricoli singoli o associati

Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo. La differenziazione sarà basata sulla zonizzazione e sul dato anagrafico (zone svantaggiate o soggette a vincoli ambientali e giovani agricoltori under 40), secondo la seguente tabella:

Elemento differenziale %

Intensità max. %

Feoga *
 %

Zona non svantaggiate

40

50

Zona svantaggiate

50

50

Zona non svantaggiate Agric. Under 40

45

50

Zona svantaggiate Agric. Under 40

55

50

* sulla quota di finanziamento pubblico


Saranno individuati con precisione nel complemento di programmazione:

§         massimali di spesa e massimali d’investimento globale sovvenzionabile;

§         criteri di redditività economica;

§         condizioni di ammissibilità;

§         criteri per l’individuazione delle competenze professionali;

§         rispetto delle condizioni di cui all’art. 5 secondo trattino Reg. 1257/99: (requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali)

Gli interventi riguarderanno i seguenti comparti:

A) Bovino da Latte

l         Situazione attuale:         
La filiera lattiero-casearia bovina rappresenta una componente importante del sistema agro-alimentare sardo. 
Nella Regione sono allevati circa 290.000 capi bovini, di cui 145.000 vacche, in 16.200 aziende. Gli allevamenti di bovine da latte sono 734 e contano 33.000 vacche da latte (in media 45 vacche da latte per allevamento); la produzione complessiva di latte vaccino si colloca intorno ai 2.150.000 di q.li (2,15% circa della produzione nazionale di latte). Il valore della produzione lorda vendibile si colloca intorno ai 150.000.000.000 di lire (10% circa della PLV totale).
Il latte ottenuto è destinato:

o       per il 15% alla produzione di latte alimentare pastorizzato fresco;

o       per il 40% alla produzione di latte alimentare sterile;

o       per il 45% alla produzione di formaggi e burro.

La lavorazione e la trasformazione del latte viene operata in 20 stabilimenti, di cui 8 cooperative; il 75% del latte trasformato è concentrato in un unico stabilimento a carattere cooperativo.

Gli allevamenti di bovini da latte sono concentrati in maggior misura nelle aree irrigue del Campidano di Cagliari, del Campidano di Oristano (piana di Terralba – Arborea), della Nurra di Sassari – Alghero e della piana di Chilivani – Ozieri.

L’attuale produzione non presenta alcun problema di assorbimento di mercato.

Il comparto presenta una duplice caratterizzazione: una prima che riguarda una zona della Regione con elevata concentrazione di allevamenti in una area ristretta (comprensorio di Arborea); la seconda che invece riguarda realtà produttive sparse nel rimanente territorio regionale. Entrambe le realtà presentano analoghi problemi legati alla gestione dei reflui zootecnici e dei reflui civili (acque di lavaggio degli impianti di mungitura), alla presenza di coperture in cemento-amianto ed alla frequente assenza della disponibilità di acqua potabile, che risultano particolarmente evidenti soprattutto nelle zone con elevata concentrazione di bovini da latte.

Un altro problema che, pur riguardando un limitato numero di aziende che allevano bovini da latte, risulta comunque di essenziale risoluzione al fine di consentire la produzione di latte garantito sotto il profilo igienico-sanitario è l’adeguamento dei vecchi impianti di mungitura attraverso la sostituzione degli impianti a secchio e dei carrelli con sale di mungitura.

Gli obiettivi che si intendono perseguire sono una riduzione dell’inquinamento ambientale con conseguente diretto miglioramento delle condizioni di allevamento degli animali e delle loro condizioni di salute e di benessere nonché un incremento delle condizioni di garanzia della sanità del prodotto latteo. Nella precedente fase di programmazione della spesa dei fondi comunitari il settore non è stato oggetto di alcuno intervento, né possono considerarsi disponibili risorse alternative a quelle per le quali si chiede con la presente misura l’attivazione.

l         I Punti di forza della filiera lattiero-casearia si possono individuare:

o       nella crescita continua, negli ultimi anni, del giro d’affari della filiera lattiero-casearia, restando ancora disponibili margini di espansione conseguenti alla disponibilità di nuovi quantitativi disposti con Regolamento (CE) n. 1256/99 del Consiglio;

o       nell’importanza del ruolo rivestito dal comparto della zootecnica da latte relativamente alla possibilità di interagire attivamente con i comparti a monte (ordinamenti produttivi irrigui, meccanizzazione, industria mangimistica) ed a valle (distribuzione e commercializzazione), strettamente correlati al fattore “insularità”;

o       nell’assetto del sistema produttivo poco frammentato, con presenza di poche aziende di medie dimensioni (45 vacche per allevamento), con forte concentrazione degli stabilimenti di trasformazione;

o       nell’elevato livello di Know-how degli allevamenti in termini di management, tecnologia e genetica (basti pensare alle medie di produzione di latte per vacca, che nella Regione si pongono intorno ai 65 q, con punte di 85 q.li in provincia di Oristano);

o       nella rispondenza della gran parte dei prodotti lattiero-caseari a requisiti di freschezza, genuinità, qualità, tipicità e proprietà nutrizionali.

l         Strategia proposta e impatti attesi: avuto riguardo alle potenzialità della filiera, ai punti di forza ed alle carenze più sopra descritte, sarà data priorità agli investimenti miranti alla tutela dell’ambiente, all’adeguamento degli impianti alle norme sanitarie comunitarie e nazionali, al miglioramento igienico-sanitario della qualità dei prodotti, avendo cura che detti investimenti non comportino incremento della capacità produttiva regionale, salvo allineamento con gli incrementi di quantitativi di latte derivanti dall’applicazione del Regolamento (CE) n. 1256/99.        
In particolare saranno finanziati i seguenti interventi:

o       realizzazione di vasconi impermeabili per la raccolta e la maturazione dei liquami, completa delle opere accessorie per il loro funzionamento (condotte, impianti di ossigenazione, platee, etc.);

o       realizzazione di vasche IMHOFF per la raccolta ed il trattamento delle acque di lavaggio degli impianti di mungitura;

o       installazione presso le aziende di impianti per la potabilizzazione delle acque;

o       incapsulamento delle lastre di cemento-amianto delle coperture dei locali di ricovero e di alimentazione del bestiame, con priorità alle coperture delle sale di mungitura e locali ammessi;

o       realizzazione di impianti di mungitura in sostituzione dei vecchi impianti a secchio o a carrello.

Attraverso queste azioni si prevede di ottenere una riduzione dell’inquinamento ambientale causato dall’utilizzo dei reflui zootecnici senza un adeguato periodo di maturazione, nonché dalle acque di lavaggio degli impianti di mungitura che prima di essere rilasciate nel terreno devono essere adeguatamente purificate con l’uso delle fosse Imhoff. Un miglioramento complessivo delle condizioni igienico-sanitarie degli allevamenti si ritiene di poterlo attenere anche tramite la possibilità di disporre in azienda di adeguate quantità di acque potabili. Le misure di incapsulamento delle coperture in eternit (cemento-amianto) tendono sempre ad innalzare il livello qualitativo delle produzioni oltre che determinare condizioni di miglior benessere della salute degli animali attraverso un miglioramento delle condizioni ambientali.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità degli aiuti è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Condizioni di ammissibilità: Mercato: l’intervento proposto, diretto esclusivamente al miglioramento della qualità, non determina alcun aumento della produzione, nel rispetto dell’art. 6 del Reg. CE 1257/99,  anzi migliorando complessivamente la qualità e riducendo i costi di produzione, ne agevolerà, ulteriormente, il collocamento sul mercato.  Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione per quel che attiene alla redditività economica delle aziende, ai requisiti minimi di ambiente, igiene e benessere degli animali, nonché al livello delle conoscenze o competenze professionali. In ogni caso gli interventi verranno realizzati in quelle aziende, già adeguate alla normativa vigente, nelle quali siano rispettati i requisiti minimi riguardanti gli aspetti igienico-sanitari ed il benessere degli animali.

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale.

l         Soggetti beneficiari: Privati conduttori di aziende agricole.

l         Massimali di investimento: Saranno fissati nel complemento di programmazione e saranno diversificati anche in rapporto alla tipologia degli interventi da realizzare.

l         Legislazione di riferimento: Gli interventi previsti saranno realizzati in totale coerenza con quanto indicato dalla specifica organizzazione comune di mercato Reg. CE 1255/99 e dal Reg. CE n. 1256/99 che ha confermato il sistema di prelievo supplementare nel settore del latte di vacca e dei prodotti lattiero-caseari derivati.

B) Bovino da Carne

l         Situazione attuale: La filiera della carne bovina rappresenta una componente importante del sistema agro-alimentare sardo. 
Nella Regione sono allevati circa 290.000 capi bovini, di cui 145.000 vacche, in 16.200 aziende. Le vacche di razze da carne o ad orientamento carneo sono poco più di 110.000. La produzione di carne bovina è stimata intorno ai 200.000 q.li (2,40% circa della produzione nazionale di carne. Il valore della produzione lorda vendibile si colloca intorno ai 300.000.000.000 di lire (14,5% della PLV totale della Regione).       
Il tasso di autoapprovvigionamento si colloca intorno al 48%.            
Le caratteristiche dell’ambiente regionale possono essere considerate largamente favorevoli per lo sviluppo di imprese zootecniche capaci di offrire un prodotto carneo qualitativamente eccellente. Le condizioni climatiche, la configurazione territoriale, l’ampia disponibilità di superfici pascolative ricche di essenze pabulari pregiate, i sistemi estensivi di allevamento, rappresentano, infatti, altrettanti fattori potenziali di successo.        
Ciò in linea con gli orientamenti della politica agraria comunitaria che tendono a privilegiare forma di allevamento di tipo estensivo, le quali, tra l’altro, consentono l’ottenimento di prodotti i cui requisiti qualitativi soddisfano le esigenze del consumatore moderno.        
Le sopra menzionate condizioni ambientali e le prevalenti tecnologie di allevamento consentono di ottenere una produzione di carne sicuramente caratterizzata da un elevato contenuto di genuinità e salubrità, fattori sui quali si sta orientando la richiesta dei consumi alimentari. L’attuale produzione non presenta alcun problema di assorbimento di mercato.        
La rilevanza economica della filiera e le potenzialità insite al suo interno impongono l’attivazione di una serie di interventi che consentano al settore un vantaggioso processo di sviluppo.        
Attualmente le strutture organizzative delle aziende che allevano bovini da carne consentono di attuare la linea vacca/vitello, che si esaurisce con la produzione e messa sul mercato di vitelli svezzati, dell’età di 6/8 mesi, destinati per la maggior parte, precocemente al macello o venduti in parte ad incettatori o ingrassatori della penisola, dove viene completata la fase di ingrasso e finissaggio, sfruttando al meglio le potenzialità offerte dal vitello svezzato.        
Appare essenziale, invece, valorizzare nella Regione le potenzialità delle aziende zootecniche che praticano la linea vacca/vitello, mettendole in condizioni, con pochi mirati interventi di realizzare in azienda anche la fase d’ingrasso al fine di far ricadere sulle medesime aziende quella componente di valore aggiunto che consegue a questa fase produttiva, garantendo così un incremento del reddito degli imprenditori agricoli, che ben si integra con altri interventi di sostegno attuati nell’ambito della OCM della carne, che rappresentano per il settore l’unica fonte di sovvenzioni, peraltro, non di tipo strutturale, ma di sostegno al reddito.           
Tale linea produttiva, per dare risultati apprezzabili sotto il profilo tecnico ed economico, va accompagnata da una serie di altri interventi,che si sostanziano:

o       nella razionalizzazione della linea vacca/vitello, sviluppando attraverso incroci con tori di razze specializzate da carne l’attitudine produttiva delle vacche presenti nel territorio, realizzando o adeguando le strutture aziendali per il ricovero degli animali e per la conservazione delle scorte alimentari, migliorando le dotazioni infrastrutturali delle aziende;

o       nella adozione di una efficace politica di marchio, che coinvolga gli operatori di un determinato territorio e si finalizzi alla trasmissione dei contenuti di qualità, salubrità, tipicità e genuinità della carne prodotta in Sardegna.

l         I punti di forza della filiera della carne bovina si possono individuare:

o       nell’ampia disponibilità di superfici pascolative ricche di essenze pabulari pregiate e nella forma di allevamento di tipo estensivo a bassa densità di carico, che esclude pericoli di inquinamento ambientale;

o       nella disponibilità e presenza di razze bovine con discreta attitudine alla produzione della carne, eventualmente esaltabile attraverso appositi interventi di incrocio;

o       nella possibilità di attuare tecniche di allevamento a basso costo, data l’estensivizzazione degli allevamenti, basata sul pascolamento del bestiame su pascoli naturali;

o       la richiesta di “carne sarda” da parte del consumatore locale e del ristoratore delle masse turistiche che soggiornano nell’Isola, collegata all’immagine della Sardegna e all’offerta di prodotti aventi requisiti di freschezza, di genuinità, di salubrità e tipicità.

l         Strategie proposte e impatti attesi: avuto riguardo alle potenzialità della filiera ed ai punti di forza più sopra descritti, sarà data priorità agli investimenti finalizzati al conseguimento di redditi integrativi all’attività dei produttori, al miglioramento della qualità dei prodotti ed al contenimento dei costi di produzione.    
In particolare saranno finanziati i seguenti interventi:

o       realizzazione o adeguamento di stalle di ingrasso dei vitelli svezzati, comprese opere e attrezzature accessorie (fienili, deposito mangimi e granaglie, aree smistamento e cattura animali, pesa bestiame a basculla, corselli per movimento e carico animali, opere per stivaggio e trattamento deiezioni, opere di provvista e adduzione acqua potabile, allaccio elettrico o dotazione di gruppo elettrogeno, attrezzature per la preparazione e la distribuzione degli alimenti;

o       realizzazione di centri d’ingrasso vitelli a carattere associativo, dotate delle opere accessorie e delle attrezzature descritte più sopra;

o       realizzazione e adeguamento delle strutture aziendali per la razionalizzazione ed il potenziamento della linea di produzione vacca/vitello, per aziende orientate all’ingrasso dei vitelli in azienda o che conferiscono i vitelli ai centri d’ingrasso a carattere associativo, come detto più sopra.

Attraverso queste azioni si prevede:

o       di migliorare la produzione della carne bovina in Sardegna, sfruttando appieno le potenzialità di accrescimento dei vitelli svezzati (6/7 mesi di età, peso vivo 180/200 Kg), per portarli all’età di 10/12 mesi (peso vivo 400/450 Kg), senza con ciò determinare, in ambito nazionale, incremento di produzione di carne bovina, in quanto attualmente la maggior parte dei vitelli prodotti e svezzati in Sardegna, vengono ingrassati in Centri d’ingrasso della Penisola, per essere poi macellati, e le carni ottenute avviate alla distribuzione ed al consumo;

o       di valorizzare la produzione “made in Sardegna”, garantendo al consumatore locale o all’ospite turista, un prodotto con requisiti di freschezza, genuinità, salubrità e tipicità, promovendo la nascita e l’operatività di Consorzi di produttori associati che diano garanzia sulla “rintracciabilità” della carne prodotta in Sardegna;

o       di incrementare il reddito degli operatori agricoli, stabilizzando in tal modo anche la conservazione e la salvaguardia del territorio.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità degli aiuti è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Condizioni di ammissibilità: L’intervento programmato non determina, considerato in ambito nazionale, un aumento complessivo della produzione di carne bovina, ma soltanto uno spostamento territoriale, in quanto l’ingrasso dei vitelli svezzati sarà operato in Sardegna e non più nella Penisola, come avviene attualmente. L’intervento, pertanto, non pone problemi circa gli sbocchi di mercato. Il lieve aumento di prodotto a livello aziendale è largamente compensato dal miglioramento complessivo della qualità della produzione che ne favorirà ulteriormente il collocamento sul mercato.

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale

l         Soggetti beneficiari: Imprese singole o associate che allevano bovini con orientamento produttivo per la carne, con priorità a quelle associate in forme organizzate che sviluppano azioni di valorizzazione e commercializzazione delle carni bovine, ed ai territori vocati, per condizioni ambientali e configurazione territoriale al mantenimento della linea vacca/vitello.

l         Legislazione di riferimento: gli interventi previsti saranno realizzati in totale coerenza con quanto indicato nella specifica organizzazione comune di mercato Reg. (CE) n. 1254/99 e alle Direttive (CEE) 91/630 e 98/58 sul benessere degli animali in allevamento, nonché alla Direttiva CE 97/4 sull’etichettatura delle carni fresche.

C) Apicoltura

l         Situazione attuale: La Sardegna, anche grazie al suo clima favorevole ed alla presenza di numerose risorse nettarifere, offre grandi opportunità di sviluppo all’apicoltura. 
Si stima che siano presenti in Sardegna circa 58.000 alveari e che operino 2.200 apicoltori, la maggior parte dei quali risultano aderenti alle 6 Associazioni Apistiche presenti nella Regione. Si rappresenta che la Sardegna è la regione italiana con la più elevata media di alveari per apicoltore (media di 1/26) rispetto ad una media nazionale di 1/13; ciò significa che l’ossatura della apicoltura isolana è rappresentata da aziende di dimensioni superiori agli 80 – 100 alveari.
L’attività apistica costituisce oggi un’integrazione delle altre attività agricole e solo raramente rappresenta la principale fonte di reddito aziendale. La produzione di miele sardo può essere stimata in 13/15.000 q.li per anno (11% della produzione italiana) a cui corrisponde una PLV di 8-10 miliardi di lire. La produzione attuale non presenta problemi di mercato, anzi è molto ricercata data l’alta qualità e tipicità del prodotto ottenuto.        
La produzione mielica regionale si caratterizza per un’offerta fortemente tipicizzata, soprattutto per i mieli monofora; ciò si traduce in uno dei principali punti di forza dell’apicoltura sarda. 
Il settore dell’apicoltura risulta inoltre caratterizzato dalla frequentissima presentazione nella medesima azienda delle fasi di produzione, trasformazione (confezionamento) e commercializzazione del prodotto. Tale organizzazione rende sempre più urgente la necessità per queste aziende di adeguarsi  alle innovazioni tecnologiche per dare garanzia sulla qualità del processo e del prodotto.        
Pertanto il primo obiettivo che si intende perseguire è quello di innovare tecnologicamente gli impianti di lavorazione, conservazione, e confezionamento del prodotto. L’ altro obiettivo che si intende perseguire è quello di rendere possibile l’ampliamento dei prodotti legati all’attività apicola quali cera vergine, propoli, pappa reale, ect, al fine di rendere più redditizia la medesima attività. Risultano disponibili alcune fonti alternative di finanziamento, che riguardano l’applicazione del Reg. CE 1221/97 e della L.R.30/85, approvata dalla CE, sull’apicoltura. Sulla base di quest’ultima legge (sulla quale la Commissione UE non ha sollevato osservazioni; vedasi Decisione SG/94/D/9647 e Decisione SG/96/D/6756 del 25.07.1996),  è presente annualmente in bilancio una dotazione finanziaria di portata esigua, tale da rendere necessaria l’attivazione di altri flussi finanziari. Il Reg. CE 1221/97 consente vece di intervenire solo su alcuni aspetti connessi c le finalità di miglioramento delle condizioni di produzione e commercializzazione del miele e in particolare sono esclusi interventi  di carattere strutturale a livello aziendale, cui s’intende invece dare risposta attraverso la presente misura.

l         Strategie proposte e impatti attesi: gli interventi saranno rivolti:

o       all’adeguamento delle strutture aziendali ai requisiti richiesti dall’autorità sanitaria finalizzati alla concessione dell’autorizzazione richiesta dall’azienda produttrice;

o       alla realizzazione di nuove strutture (laboratori apistici aziendali) e/o riattamento di strutture esistenti con priorità per quelle aziende che propongono l’ampliamento della gamma dei prodotti;

o       all’acquisto di attrezzature e di materiale apistico con priorità per quelle aziende che propongono l’ampliamento della gamma dei prodotti.

I risultanti attesi sono:

o       il miglioramento tecnologico delle strutture di lavorazione;

o       il miglioramento della qualità del prodotto;

o       l’ampliamento della diversificazione produttiva (pappa reale, propoli,polline, sciami artificiali ed api regine);

o       il miglioramento del reddito integrativo delle imprese agricole.

Tasso di aiuto pubblico: La partecipazione del Fondo è prevista nella misura del 50% della spesa pubblica; l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99.

l         Condizioni di ammissibilità Mercato: gli interventi che s’intendono realizzare non determinano aumento della produzione, ma sono indirizzati ad elevare il livello qualitativo del miele prodotto e degli altri prodotti dell’allevamento (pappa reale, propoli, polline, api regine, etc.), che se opportunamente certificati per la qualità e l’origine e valorizzati con azioni mirate di promozione, consentono una maggiore affermazione sui mercati. Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione, per quel che attiene alla redditività economica delle aziende, ai requisiti minimi di ambiente , igiene e benessere degli animali, nonché al livello delle conoscenze e competenze professionali. In ogni caso gli interventi saranno realizzati in quelle aziende che soddisfano, al momento, i requisiti minimi in materia di ambiente e igiene richiesti dalla vigente normativa comunitaria e nazionale

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale.

l         Soggetti beneficiari: Imprenditori agricoli, singoli o associati, che praticano in condizioni di redditività e di capacità professionale l’apicoltura, anche come attività integrativa di altra attività aziendale, in possesso di arnie denunciate all’autorità sanitaria e che dispongano di non meno di 160 arnie/ULU.

l         Massimali di investimento: Saranno fissati nel complemento di programmazione e saranno diversificati anche in rapporto alla tipologia degli investimenti da realizzare.

D) Valorizzazione del Cavallo Anglo-Arabo-Sardo

l         Situazione attuale: Il mondo del cavallo, nei suoi molteplici aspetti (sportivo, ricreativo, turistico) sta coinvolgendo un numero sempre crescente di appassionati determinando, quindi, una domanda sempre più consistente del prodotto cavallo di pronto impiego, cioè già addestrato, che oggi, per almeno i tre quarti del fabbisogno nazionale, proviene dall'Estero. La Sardegna è sempre stata in campo equino una regione a vocazione allevatoria, ha sempre dimostrato grande impegno e ragguardevoli capacità per l'allevamento di tale specie. L'attività di allevamento si colloca come attività integrativa e complementare di imprese zootecniche, in cui l'attività principale è rappresentata da allevamenti di bovini o di ovini e caprini.            
Il cavallo tipico allevato in Sardegna è l’Anglo-Arabo-Sardo, la cui consistenza si quantifica in circa 4.000 fattrici, di cui oltre 1.600 in selezione, iscritte al Registro di razza.  
Esso possiede notevoli qualità: coraggio, resistenza, velocità, equilibrio, facilità di apprendimento, generosità. Queste caratteristiche hanno fatto sì che il cavallo Anglo-Arabo-Sardo si sia distinto come cavallo da turismo equestre per l'impiego del tempo libero, ma soprattutto in campo sportivo: corse, concorsi  a ostacoli, concorsi di equitazione.    
Ciò nonostante, lo sviluppo dell'allevamento equino sardo è fortemente condizionato dalla carenza di efficienti strutture dirette alla valorizzazione del cavallo, che consentano di presentarlo sul mercato perfettamente addestrato, appetibile quindi per la bontà del prodotto e per la possibilità di un pronto impiego, col risultato che il valore aggiunto derivante dall'addestramento, mediamente quantificabile nel raddoppio del valore del grezzo, rimanga acquisito a favore degli allevamenti sardi.  
Obiettivo della presente misura è quello di supplire alle carenze strutturali in campo allevatorio e nel campo dell'addestramento del cavallo,concedendo contributi alle imprese agricole che intendano effettuare investimenti per dotare le aziende di adeguate strutture. La strategia della qualità, così come per tutto il sistema agro-alimentare, diviene determinante anche nel comparto ippico per la valorizzazione economica della produzione e la conseguente collocazione del prodotto.

l         Azioni messe in atto - Consapevole di questa esigenza, la Regione sarda, aveva inserito nel proprio programma operativo POP/FEOGA del periodo 1994/1999, una iniziativa di sostegno tendente all'addestramento dei puledri e dei giovani cavalli provenienti dalla produzione equina più qualificata. Sono state così realizzate 170 aziende di addestramento, per complessive 360 fattrici e l’addestramento di 700 cavalli..

l         Strategie proposte: In sintesi la proposta d’intervento riguarda l’estensione dell’iniziativa a ulteriori aziende che dispongono di fattrici selezionate iscritte al registro di razza, interessare a sviluppare l’allevamento equino per la produzione di soggetti qualificati e addestrati da immettere sul mercato, incrementando in tal modo la redditività aziendale.        
Gli investimenti saranno rivolti ad aziende nelle quali l’allevamento equino assume carattere complementare, potendo interessare al massimo 5 fattrici.
Le opere ammissibili a contributo riguardano: scuderie, fienili, magazzini, tondini, corridoi, campi di esercizio, servizi igienici, comprese opere di allaccio idrico, elettrico e fognario.

l         Impatti attesi:

o       Evoluzione in senso moderno del sistema tradizionale di allevamento, diffuso a livello di azienda zootecnica, come attività complementare.

o       Potenziamento e sviluppo della qualità dell'allevamento del Cavallo Anglo-Arabo-Sardo.

o       Incremento occupazionale con la creazione di ulteriori moderne specifiche professionalità di settore.

o       Incremento del valore della produzione lorda vendibile derivante dall'allevamento equino.

o       Rivitalizzazione dell'economia nelle aree interne della Sardegna, a più specifica vocazione ippica.

o       Rafforzamento dei mercati tradizionali e conquista di nuovi spazi nell'area mediterranea.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Condizioni di ammissibilità Mercato Preme sottolineare che l’intervento si esplica in un settore produttivo non sottoposto a particolari forme di contingentamento e per il quale non sussistono problemi circa gli sbocchi di mercato, che anzi si ampliano con l’immissione in commercio di animali di qualità, perfettamente addestrati e pronti all’uso nelle diverse discipline sportive, consentendo ai produttori di incamerare il valore aggiunto conseguente al prodotto finito e, quindi, di migliorare complessivamente la redditività aziendale. Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione per quel che attiene alla redditività economica delle aziende, ai requisiti minimi di ambiente, igiene e benessere degli animali, nonché al livello delle conoscenze e competenze professionali.   
In ogni caso gli interventi saranno realizzati in quelle aziende che soddisfano al momento i requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali richiesti dalla vigente normativa comunitaria e nazionale.

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale.

l         Soggetti beneficiari: Imprenditori agricoli, singoli associati, che allevano cavalli di razza Anglo-Arabo-Sarda, iscritti al Registro Ufficiale della razza.

l         Massimali di investimento: Saranno fissati nel complemento di programmazione e saranno diversificati anche in rapporto alla tipologia degli interventi da realizzare.

E) Ovicaprino

l         Situazione attuale: La Sardegna occupa notoriamente una posizione egemonica nell’ambito dell’allevamento ovino italiano ed europeo. Nella Regione sono allevati più di 4 milioni di capi ovini, circa il 40% del patrimonio nazionale. Nel 1996 la PLV relativa al latte ovino ha superato i 420 miliardi di lire, circa il 20% della PLV totale e, in termini quantitativi, può essere stimata in circa 3 milioni di quintali. Questa produzione coinvolge oltre 20.000 aziende agricole con una occupazione di circa 15.000 unità.   
Il 95% della produzione del latte ovino viene utilizzato per la fabbricazione di formaggio e solo una modesta quantità viene consumata allo stato fresco. Gli impianti di trasformazione sono equamente ripartiti fra quelli cooperativi e fra quelli privati, presenti in numero di 32 i primi e di 33 i secondi. Le quantità di latte lavorato sono, invece, notevolmente superiori nei caseifici privati dove la dimensione media è superiore a 50.000 q.li lavorati per anno, contro i circa 32.000 q.li dei caseifici cooperativi. Il formaggio annualmente prodotto si situa tra i 550.000 ed i 600.000 quintali, con un fatturato che si aggira su 550/600 miliardi di lire. 
Il più importante prodotto dell’industria casearia sarda è il Pecorino Romano, formaggio DOP, la cui produzione si pone annualmente intorno ai 350.000 q; circa il 50% della produzione del formaggio pecorino, soprattutto Pecorino Romano, viene esportata.       
Per quanto riguarda il mercato esistono segnali concreti che dimostrano come le tendenze dei consumi possano premiare soddisfacentemente l’offerta regionale. Le prospettive sono sicuramente interessanti per il comparto dei formaggi a pasta dura e semidura; il comparto può giocare la duplice carta dell’origine ovina dei prodotti, verso la quale risulta crescente la propensione al consumo, e dell’elevatissimo contenuto di tipicità, che costituisce anch’esso elemento di forte attrazione per la domanda alimentare.     
L’offerta regionale può avvalersi di un capitale d’immagine che nessuna altra regione italiana, e forse anche europea, può vantare. L’accostamento quasi naturale che viene a crearsi tra l’attività pastorale ed il nome della Sardegna, l’esclusività delle produzioni, la loro identificazione con il patrimonio regionale di cultura e tradizioni, costituiscono infatti degli strumenti le cui potenzialità risultano a tutt’oggi largamente inespresse.     
Evidenziata la vocazione territoriale e ambientale della pastorizia, la sua importanza nel sistema economico regionale e le potenzialità che il settore può ancora esprimere nei confronti del mercato, già in passato, con le risorse del POP/ FEOGA 1994/1999, si è affrontato il problema dell’adeguamento strutturale delle aziende ovi-caprine alle condizioni richieste dalla Direttiva comunitaria 92/46 e dalla normativa nazionale contenuta nel DPR n. 54 del 14.01.1997 di recepimento della predetta Direttiva.        
Con il precedente periodo di programmazione dei fondi strutturali 1994/1999 e con l’impiego di consistenti risorse recate dal bilancio regionale, è stato possibile provvedere negli anni passati all’adeguamento strutturale e igienico sanitario di circa 8.000 aziende ovine, con lo scopo di migliorare le condizioni sanitarie degli allevamenti ed i requisiti igienici del latte, imposti dalla direttiva comunitaria.    
L’adeguamento delle aziende ovine è apparso essenziale per mantenere l’affermazione commerciale ed il prestigio dei formaggi ovini DOP (Pecorino Romano q.li 350.000), Pecorino sardo q.li 130.000 e Fiore Sardo q.li 20.000). Appare necessario per le aziende già inserite con successo nel mercato, e che soddisfano i requisiti  minimi di ambiente, igiene e benessere degli animali previsti dalla vigente normativa comunitaria e nazionale, promuovere l’innovazione tecnologica per ridurre i costi di produzione e migliorare la qualità dei prodotti, tutelando l’ambiente e  le condizioni di benessere degli animali.

l         Strategie proposte e impatti attesi 
Si provvederà ad incentivare l’acquisizione di importanti innovazioni tecnologiche (mungitura meccanica e refrigerazione del latte), nonché l’esecuzione di miglioramenti fondiari volti a migliorare l’efficienza complessiva dell’azienda, come i locali per il ricovero del bestiame, i locali per la conservazione e la distribuzione degli alimenti, opere di ricerca e/o di adduzione idrica, di elettrificazione e viabilità aziendale, la raccolta e lo smaltimento dei reflui.  
I risultati attesi con l’attuazione dei predetti interventi sono:

o       miglioramento della qualità del latte ovino e caprino, sotto il profilo microbiologico e igienico-sanitario, superando i requisiti minimi prevista dalla Direttiva comunitaria 92/46 e successivo D.P.R. n. 54/97, riguardanti la produzione e la commercializzazione del latte e dei prodotti lattiero- caseari;   ;

o       generale miglioramento delle condizioni di ambiente e di lavoro;

o       innovazione tecnologica delle forme e dei sistemi di allevamento e conseguente abbattimento dei costi di produzione;

o       incremento del reddito delle imprese agricole;

o       stabilizzazione delle imprese, e più in generale delle popolazioni, nelle zone rurali;

o       elevazione degli standard qualitativi dei formaggi DOP e consolidamento delle posizioni di mercato.

Tasso di aiuto pubblico: la partecipazione del Fondo è prevista nella misura del 50% della spesa pubblica; l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99.

l         Condizioni di ammissibilità: Mercato: L’intervento programmato non determina nella Regione un aumento complessivo del latte ovino, pur non presentando il comparto particolari forme di contingentamento della produzione. Esso è piuttosto indirizzato ad elevare il livello qualitativo del latte e dei prodotti derivati (in prevalenza formaggi a DOP), che se opportunamente certificati per la qualità e l’origine e valorizzati con azioni mirate di promozione, non presentano particolari problemi di mercato. Il settore lattiero-caseario ovino rappresenta uno dei pochi aggregati dell’intero sistema economico regionale che, in virtù del deciso orientamento all’esportazione, si trova ad operare massicciamente sui mercati internazionali, dove le condizioni di concorrenza possono definirsi tutt’altro che blande.
Si assiste già da qualche tempo ad una favorevole dinamica della domanda di prodotti caseari ovini, verso la quale risulta crescente la propensione al consumo, specie per quelli a elevato contenuto di tipicità, di genuinità e di proprietà nutrizionali, sia dei prodotti lattiero-caseari principali, che per quei prodotti definiti minori (quali ricotta e yogurt). Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione per quel che attiene alla redditività economica delle aziende, ai requisiti minimi di ambiente, igiene e benessere degli animali, nonché al livello delle conoscenze e competenze professionali. In ogni caso gli interventi saranno realizzati in quelle aziende che soddisfano al momento i requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali previsti dalla vigente normativa comunitaria e nazionale.

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale.

l         Soggetti beneficiari: Imprenditori agricoli, singoli o associati, che praticano in condizioni di redditività e di capacità professionale l’allevamento ovino e caprino per la produzione di latte.

l         Massimali di investimento: Saranno fissati nel complemento di programmazione e saranno diversificati anche in rapporto alla tipologia degli investimenti da realizzare.

l         Legislazione di riferimento: Gli interventi previsti saranno realizzati in totale coerenza con quanto stabilito dalla Direttiva comunitaria 92/46 e dal D.P.R. n. 54/97, che ha recepito le direttive comunitarie 92/46 e 92/47.

F) Allevamento di fauna selvatica a scopi venatori

Si tratta di attività diretta a favorire la complementarietà delle aziende agricole.

l         Situazione attuale – L’allevamento di fauna selvatica a scopi venatori è una opportunità che viene per la prima volta offerta alle aziende agricole situate in zone svantaggiate, dove l’attività agricola si è fortemente ridimensionata e molti terreni sono stati abbandonati all’incoltura perché caratterizzati da svantaggi naturali insostenibili per l’affermarsi di una agricoltura competitiva imposta dalle nuove regole di mercato dettate dalla politica agricola comunitaria.    
Per tali aziende si pone il problema della ricerca di redditi integrativi confacenti alla suscettività ed alle limitazioni poste dai terreni e dall’ambiente.

l         Strategia proposta – Viene proposto un sostegno che consenta alle aziende agricole marginali di dotarsi delle strutture e degli impianti indispensabili per l’esercizio dell’attività venatoria attraverso l’allevamento e l’immissione delle seguenti specie faunistiche: pernice sarda, coniglio, lepre sarda, cinghiale, quaglia, germano reale.           
In relazione alle specie richieste e consentite nel provvedimento di autorizzazione, l’azienda dovrà dotarsi delle specifiche strutture di allevamento, dimensionate alla potenzialità produttiva dell’azienda. Tali strutture, possono riguardare, in rapporto alle specie allevate:

o       locali per il ricovero dei riproduttori, con relative gabbie di contenimento;

o       locali per l’incubazione delle uova e per la schiusa, e relative attrezzature;

o       locali di svezzamento e voliere di transizione; voliere di allevamento;

o       recinti;

o       porcilaie per l’allevamento di cinghiali (sale parto, svezzamento, allevamento, gestazione, etc.);

o       locali per custodia e addestramento cani.

Oltre alle strutture di allevamento vere e proprie, l’azienda, necessita di strutture di servizio e di gestione, che esemplificativamente possono riguardare:

o       recinzioni dei confini aziendali o di particolari settori;

o       ripristino ed adattamento della viabilità aziendale;

o       ricerche d’acqua e relativi abbeveratoi;

o       formazione di laghetti collinari;

o       ripristino di locali esistenti per guardiania e ospitalità di emergenza di cacciatori;

o       locali di servizio (per Uffici, per addetti, ricevimento ospiti, etc.).

l         Impatti attesi:

o       ricostituzione dell’equilibrio e recupero produttivo di aree in via di abbandono;

o       consolidamento e creazione di posti di lavoro graditi alle nuove generazioni;

o       sviluppo di una nuova forma di turismo, ad integrazione e arricchimento di quella esistente;

o       consentire redditi integrativi della famiglia contadina;

o       frenare l’esodo e l’abbandono di aree marginali per l’agricoltura.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Beneficiari del sostegno pubblico sono gli imprenditori agricoli – singoli o associati, titolari di aziende agricole-venatorie, regolarmente autorizzate con provvedimento emesso ai sensi dell’art. 34 della L.R. n° 23/1998.

l         Condizioni di ammissibilità Mercato: Il settore di attività non è regolato da OCM. Non esistono aiuti di Stato aggiuntivi di cui all’art. 52 del Reg. (CE) n. 1257/99.        
Nel complemento di programmazione saranno individuati con precisione.

o       i massimali di spesa ed i massimali d’investimento globale sovvenzionati;

o       i criteri di redditività economica;

o       le condizioni di ammissibilità;

o       i requisiti minimi in tema di ambiente, igiene e benessere degli animali.

In ogni caso gli interventi saranno realizzati in quella aziende che soddisfano al momento i requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali richiesti dalla vigente normativa comunitaria e nazionale.

G) Attività zootecniche complementari ed innovative

Si intende operare interventi a sostegno del settore suinicolo e dell’allevamento dello struzzo.

l         Situazione attuale e strategia proposta:

o       Allevamento suinicolo: Si tratta di allevamento di secondaria importanza nel quadro dell’economia agricola e zootecnica della Regione. La consistenza del patrimonio suino isolano si pone intorno ai 255.000 capi (di cui 87.000 scrofe) distribuiti in circa 16.500 aziende con un rapporto di 15 capi/azienda. L’indirizzo produttivo è orientato prevalentemente alla produzione del suinetto da latte del peso di 5/6 Kg da destinare al consumo alimentare; meno diffuso, e limitato alle aziende di maggior consistenza, l’indirizzo rivolto alla produzione del suino magro da macelleria del peso 95/100 Kg. Del tutto assente l’indirizzo rivolto alla produzione del suino pesante da industria (per salumificio). La produzione della carne si colloca intorno ai 90.000 q.li (poco meno dell’1% della produzione nazionale; l’importazione riguarda un quantitativo di circa 180.000 q; il tasso di autoapprovvigionamento è del 35% (contro quello nazionale che è del 61%).    
La strategia che s’intende attivare esclude l’incremento delle produzioni e l’ingrasso dei suini, ed è rivolta, esclusivamente, all’ammodernamento delle strutture, per introdurre tecnologie di allevamento che assicurino il benessere degli animali negli allevamenti (nel rispetto della Direttiva (CEE) 98/58) e la sostenibilità ambientale.

o       Allevamento dello struzzo - Esistono nell’Isola significativi ed eloquenti esempi di aziende agricole orientate all’allevamento dello struzzo, in forma complementare all’attività zootecnica aziendale. L’allevamento di tale specie viene sollecitata con entusiasmo da parte di giovani imprenditori, per il suo carattere innovativo, non disgiunto da valutazioni positive per quanto concerne il mercato e la redditività dell’investimento.    
Le problematiche di commercializzazione sono state superate con la creazione nell’Isola di un macello autorizzato per la macellazione dei ratiti e con l’affermarsi di iniziative associate che curano la valorizzazione commerciale del prodotto che, per il momento, non presenta particolari problemi per quanto attiene gli sbocchi di mercato. 
La strategia che si intende attivare è la dotazione nelle aziende agro-zootecniche di idonee strutture di allevamento che assicurino benessere agli animali, sostenibilità ambientale e riduzione di costi di produzione.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Beneficiari: Imprenditori agricoli, singoli o associati.

l         Condizioni di ammissibilità - Mercato:

o       Per il settore delle carni suine, regolamentato da OCM e caratterizzato da eccedenze di produzione, i previsti investimenti saranno destinati solo ad aziende suinicole esistenti, che hanno necessità di migliorare le condizioni strutturali ed igienico-sanitarie degli allevamenti, senza con ciò determinare incrementi di produzione.

o       Per il settore ratiticolo, non regolamentato da OCM, i previsti investimenti saranno riservati alle aziende agro-zootecniche esistenti, associate o che intendono associarsi a Organizzazioni di produttori allo scopo di qualificare e concentrare l’offerta, e promuovere la valorizzazione commerciale del prodotto.

Nel complemento di programmazione saranno individuati per entrambi i settori:

o       i massimali di spesa ed i massimali d’investimento globale sovvenzionabile;

o       i criteri di redditività economica;

o       i requisiti minimi in tema di ambiente, igiene e benessere degli animali.

H) Olivicolo

l         Situazione attuale  - La coltura dell’olivo in Sardegna è praticato su Ha. 37374 (3% della SAU regionale). Le aziende interessate sono 45538 di cui n. 15700 specializzate. La superficie media per azienda specializzata è di Ha. 0,94 che scende a Ha. 0,82 sulla totalità delle aziende praticanti l’olivicoltura. Le olive raccolte dall’annata 1991-92 all’annata 1998-99 sono state mediamente pari a T 46000 anno; l’olio prodotto fu di T 8500 di media.

La olivicoltura sarda si caratterizza quindi per il suo elevato grado di polverizzazione e per le modeste dimensioni economiche anche quando è specializzata.

Si calcola che il valore economico della produzione media annua, considerando la naturale alternanza, è di 60 miliardi di lire, pari al 3% della PLV totale.

La trasformazione delle olive da olio avviene in 125 frantoi, di cui 17 sono cooperativi e 108 privati; 103 sono a ciclo continuo e 22 tradizionale.

La maggior parte di essi ha una potenzialità bassa (0,5 - 0,8 T/ora) ma ve ne sono una ventina di capacità lavorativa tra le 2 e le 3 T/ora.

Con l’applicazione dei Reg. n. 2078/93 e n. 2081/93 sono stati realizzati 694 nuove piantate per complessivi Ha 2709 di cui 1814 sottoposti al disciplinare di produzione “biologica”. Per altri 400 impianti già esistenti, per complessivi Ha. 1113, sono stati sussidiati gli interventi di ristrutturazione.

Il 96-97% della produzione viene trasformata in olio e il restante 3-4% viene lavorata in olive da confetto specie per il fabbisogno familiare e con la tecnica “al naturale (verdi in salamoia)”.

Un notevole progresso nel miglioramento della qualità del prodotto è stato compiuto negli ultimi 20 anni con l’introduzione di nuove varietà, nuove tecniche di impianto e di allevamento. Le pratiche colturali della concimazione, dell’irrigazione di soccorso e dei trattamenti contro i parassiti animali e vegetali hanno determinato un incremento notevole di quantità ma anche di qualità del prodotto.

Ma innanzitutto con la raccolta dalla pianta, evitando cioè la caduta fisiologica della drupa con le conseguenze negative sulla qualità, e con la molitura praticata entro poche ore dalla raccolta e con tecnologie di estrazione che salvaguardino il profumo e il sapore, senza incidere sui costi di trasformazione, si sono ottenuti oli di particolare interesse. Alcuni di essi non hanno affatto sfigurato nei concorsi nazionali e sono particolarmente richiesti come prodotti di nicchia.

La bilancia commerciale regionale dell’olio di oliva è però a favore delle importazioni; si calcola infatti che mediamente ogni anno vengano consumate T18000 importate 9500 T di olio.

Per quanto riguarda le olive da mensa si calcola che in Sardegna il consumo annuale medio è di T 6500-7000 e che vengano importate T 4000-4500 di prodotto confezionato.

Non vi saranno problemi neppure per il collocamento sui mercati della penisola se la presentazione e la vendita del prodotto si accompagna con quella dell’olio che la stessa azienda trasformatrice e confezionatrice metterà in vendita.

l         Obiettivi e interventi specifici: Gli obiettivi che si intendono perseguire sono la ristrutturazione degli impianti olivicoli per adattarli alle moderne tecniche di coltivazione e renderli più razionali e produttivi e l’impianto di olivi per la produzione di olive da mensa, che convogliate in moderne strutture di lavorazione e confezionamento siano trasformate nelle tipologie mercantili più richieste e apprezzate dal consumatore. I nuovi impianti di produzione non potranno essere realizzati se non con la garanzia della disponibilità dell’acqua per gli opportuni interventi irrigui che la moderna olivicoltura postula.           
Nel complemento di programmazione saranno indicati:

o       i massimali di spesa per unità di superficie e massimali sussidiabili per singola impresa richiedente;

o       i criteri di redditività economica;

o       le condizioni di ammissibilità.

Si prevede comunque che nell’arco temporale 2000-2006 saranno ristrutturati gli oliveti esistenti senza aumento del numero delle piante e impiantati Ha 400 di nuovi, esclusivamente per le produzioni di olive da mensa.

l         Condizioni di Ammissibilità Mercato: Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione per quel che attiene alla redditività economica delle aziende, ai requisiti minimi di ambiente, nonché al livello delle conoscenze e competenze professionali.   
In ogni caso gli interventi saranno realizzati in quelle aziende che soddisfano al momento i requisiti minimi in materia di ambiente, richiesti dalla vigente normativa comunitaria e nazionale.

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale.

l         Soggetti beneficiari: imprenditori agricoli singoli o riuniti in cooperativa che presentino progetti interessanti superfici non inferiori a 2 Ha, ricadenti nelle aree tradizionali dell’olivicoltura o di nuova espansione come precisato nel complemento di programmazione.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Compatibilità e coerenza - La misura in argomento è coerente con il Reg. CE n. 1257/1999 del Consiglio ed in particolare con il Capo I art. 4/7, ed è coerente con la regolamentazione concernente il settore delle olive da mensa.
Per quanto riguarda il disposto dell’art. 37 - comma 3 ne è assicurata la piena osservanza.

I) Comparto delle coltivazioni orticole in pieno campo e in coltura protetta

l         Situazione attuale - La filiera orticola, in pieno campo ed in coltura protetta, con 450 miliardi di produzione vendibile, concorre per il 20% alla formazione del valore della produzione agricola regionale.        
Le aziende dedite alla produzione orticola, se si escludono quelle impegnate nella produzione del pomodoro da industria, sono circa 21.500 (di cui 1200 in coltura protetta) ed operano su una base fondiaria di circa 16.900 ettari (di cui 11.700 a regime irriguo).           
Una più attenta classificazione tipologica delle aziende orticole, sulla base dell’Orientamento Tecnico Economico (OTE), consente di stimare che le unità agricole effettivamente specializzate nelle coltivazione di ortaggi in pieno campo sono non più di 5500 unità, alle quali vanno aggiunte le 1200 aziende operanti in coltura protetta.          
L’orticoltura regionale concorre per circa il 4% alla produzione vendibile nazionale del comparto e colloca la Sardegna all’ottavo posto tra le regioni nella graduatoria nazionale.
Per quanto attiene al mercato regionale dei prodotti orticoli, i dati relativi ai mercati all’ingrosso operanti nell’isola, indicano una percentuale media di auto approvvigionamento di poco superiore al 60%, mentre è di provenienza esterna il 40% della quantità commercializzata, con acquisti dall’estero per circa il 18% del fabbisogno.
Secondo i dati ISTAT la spesa media mensile pro capite per prodotti ortofrutticoli (anno 1998) è pari a lire 11.000 per la Sardegna, a fronte di un valore medio nazionale pari a lire  11.600 ed a valori superiori alle 14.000 per regioni come la Lombardia e la Liguria. Si prospettano pertanto ulteriori spazi interni per il mercato dei prodotti orticoli.

l         Punti di forza:

o       le favorevoli condizioni climatiche regionali, ancorché limitate da ricorrenti crisi idriche, e la condizione di insularità si pongono buone opportunità di colmare gli spazi commerciali esistenti con le produzioni regionali;

o       una domanda sempre crescente di produzioni orticole qualificate e di pregio, che si concentrano nel più favorevole periodo estivo in quanto collegate ai flussi turistici;

o       un consistente e consolidato flusso di esportazione del carciofo, per la quasi totalità sul mercato nazionale. La coltivazione del carciofo, che occupa una superficie di circa 10.000 ettari con una produzione vendibile di 165 miliardi, costituisce l’attività più importante dell’orticoltura della Sardegna e valorizza adeguatamente un notevole quota delle superfici irrigue;

o       nel comparto delle colture protette, in forza di una efficiente organizzazione di produttori nella provincia di Cagliari (Cooperativa Terra e Sole di Pula), alimenta un’importante corrente di esportazione di produzione orticole di qualità (pomodoro da mensa “camone”), che hanno riscosso consistenti successi sul mercato nazionale ed estero. Per tale prodotto risulta in continua crescita la quantità che viene avviata direttamente alle catene della GDO.

l         Punti di debolezza:

L’orticoltura regionale, nonostante le buone prospettive di sviluppo, si caratterizza per:

o       l’eccessiva frammentazione aziendale;

o       la carenza di strutture produttive adeguate;

o       l’eccessiva concentrazione merceologica del prodotto (proveniente dal carciofo anche questo contrassegnato da un’elevata concentrazione tipologica) per cui gli andamenti economici risultano eccessivamente condizionati da pochi settori predominanti;

o       scarsa diffusione di strutture protettive a basso costo e necessità di interventi di adeguamento delle strutture terricole esistenti;

o       scarsa concentrazione dell’offerta unita ad una insufficiente valorizzazione commerciale del prodotto.

l         Strategia proposta e risultati attesi - Tenuto conto delle caratteristiche della filiera, delle potenzialità evidenziate e delle carenze individuate, gli interventi verranno finalizzati essenzialmente al consolidamento dell’attuale base produttiva ed alla maggiore qualificazione delle produzioni, avendo come obiettivi sia quello di poter colmare nel tempo il deficit di auto approvvigionamento di prodotti orticoli che si registra in concomitanza dei flussi turistici estivi e sia quello di consolidare e conferire maggior valore aggiunto ai prodotti esportati (carciofo e pomodoro).   
Per il comparto orticolo in pieno campo verranno finanziati progetti in aziende di dimensioni adeguate (non meno di 2 ettari accorpati) nelle quali si potranno realizzare:

-        opere di sistemazione idraulico agraria e di drenaggio;

-        frangivento, ottenibili anche con reti artificiali;

-        impianti di irrigazione dotati delle caratteristiche tecniche per il risparmio idrico e la fertirrigazione;

-        strutture murarie occasionate, adeguate alle caratteristiche tecniche ed alle dimensioni economiche aziendali, con esclusione delle abitazioni;

-        lo sviluppo di tecniche produttive a basso impatto ambientale (metodo biologico, interventi di lotta integrata, sistemi di coltivazione adatti alla conservazione del suolo);

-        impianti elettrici;

-        apprestamenti per la semi forzatura (tunnel ed ombrari);

-        attrezzature meccaniche per la coltivazione e la raccolta ed il primo condizionamento dei prodotti.

Per le aziende in coltura protetta, già operanti, verranno finanziati progetti di recupero produttivo consistenti in opere di adeguamento ed ammodernamento delle strutture e degli impianti. In questo specifico comparto non verranno concessi ampliamenti delle superfici serricole ma solamente le opere idonee a ristabilire migliori condizioni di operatività, a favorire il risparmio energetico nei costi di riscaldamento ed a tutelare l’ambiente.

Attraverso le azioni indicate si prevede di poter rivitalizzare il comparto orticolo creando le condizioni per corrispondere all’aumentata domanda di prodotti di pregio, consentendo un migliore utilizzo degli areali a più alta produttività, attivando i processi in grado di alimentare strutture di trasformazione e commercializzazione di produzioni di pregio.

L’introduzione di sistemi di produzione integrata costituirà titolo preferenziale ai fini del finanziamento degli interventi.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Condizioni di ammissibilità Mercato – Gli interventi programmati verranno finalizzati essenzialmente al miglioramento della qualità delle produzioni a dal miglioramento degli impatti ambientali. Gli interventi stessi in coerenza con l’art. 7  del Reg. CE 1257/99, non determineranno, rispetto all’attuale capacità produttiva, aumenti di produzione che non trovano sufficienti sbocchi di mercato. L’introduzione di sistemi di produzione integrata costituirà titolo preferenziale ai fini del finanziamento degli interventi, così come l’appartenenza ad organizzazioni di produttori impegnate nella gestione della filiera orticola. Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione per gli aspetti riguardanti la redditività, i requisiti minimi in materia di ambiente nonché il livello delle competenze professionali.

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale.

l         Soggetti beneficiari: Imprenditori singoli od associati con priorità per quelli aderenti ad organizzazioni di produttori impegnate nella gestione della filiera orticola.

l         Massimali di investimento: Saranno fissati nel complemento di programmazione.

l         Legislazione di riferimento: Gli interventi saranno realizzati in totale coerenza con il Reg.1257/59 e con il Reg. 2200/96 riguardante l’OCM del settore dei prodotti ortofrutticoli.

l         Deroga in base all’art. 37/3 del Reg. CE 1257/99: in Sardegna esistono tre organizzazioni  di produttori riconosciute ai sensi del Reg. CE 2200/96, che possono finanziare interventi strutturali. Tuttavia la capacità finanziaria è insufficiente a sostenere gli  investimenti individuali a favore delle aziende dei soci aderenti. Per tale ragione, è necessaria la concessione di una deroga per permettere di cofinanziare questo tipo di investimenti nell'ambito del POR.

L) Coltivazioni floro-vivaistiche

l         Situazione attuale: la filiera floro-vivaistica regionale interessa una superficie di 511 ettari, di cui circa 110 in coltura protetta e registra produzioni di un certo rilievo sul versante dei fiori recisi e delle piante da esterno, con particolare riguardo per le essenze mediterranee (mirto, corbezzolo, lentisco, rosmarino, carrubo, palma nana) utilizzabili, queste ultime, anche come piante da fronda recisa. I vivai, sia per piante ornamentali che per le coltivazioni legnose agrarie e per le specie forestali interessano una superficie di 257 ettari.  
Il floro-vivaismo sardo rappresenta in termini di superficie investita il 2% circa del settore in campo nazionale. La produzione lorda vendibile ha raggiunto nel 1994 il valore complessivo di 83,4 miliardi, derivante per il 48% dalla produzione di fiori e piante ornamentali e per il 52% da produzioni vivaistiche; l’incidenza del comparto sulla produzione vendibile regionale è pari al 4,33%, mentre a livello nazionale l’apporto è pari al 2% circa.  
L’importanza economico-sociale del floro-vivaismo nel comparto agricolo regionale è meglio evidenziata dal fatto che all’attività sono interessate circa 600 aziende, nelle quali trovano occupazione circa 1000 addetti, altri 350 sono presenti in attività di produzione e manutenzione del verde pubblico e privato ed almeno altri 250 addetti si ritiene siano impegnati nell’indotto.    
Il consumo regionale di prodotti floro-viviaistici è stimato in circa 180 miliardi, pertanto la produzione locale arriva a soddisfare meno del 50% della domanda interna, con forte dipendenza dagli acquisti esterni , che riguardano in modo particolare piante da esterno di grossa taglia, per le quali sono necessari spazi attrezzati e tempi di coltivazione medio lunghi. La forte dipendenza è attribuibile al fatto che il settore è ancora relativamente giovane e quindi non sufficientemente organizzato.

l         Punti di forza:

o       l’ambiente isolano è particolarmente vocato alle produzioni del comparto;

o       è disponibile un patrimonio di altissimo valore naturalistico ed ornamentale quale la flora spontanea mediterranea;

o       esistono numerosi imprenditori di elevata capacità tecnica e professionale ed all’altezza della realtà più evolute della penisola e dell’Europa, come dimostrato dai premi conseguiti in mostre nazionali ed internazionali.

l         Punti di debolezza:

I vincoli che impediscono la più completa estrinsecazione della potenzialità del comparto possono essere identificati:

o       nella limitata estensione e nella obsolescenza delle strutture di protezione delle colture, che necessitano di un oculato intervento di potenziamento e di ristrutturazione;

o       nella necessità di potenziamento delle strutture di produzione all’esterno con sistemi di semi-forzatura (campi di accrescimento, ombrari);

o       nella necessità di costituire un magazzino di piante composto da prodotti differenziati per età, forma di allevamento, gamma varietale capaci di soddisfare le esigenze del mercato;

o       nella mancanza di un centro per la produzione del materiale di propagazione che alimenti, a costi competitivi, i processi aziendali e che si specializzi nelle essenze locali della flora mediterranea e nella produzione di talee da esportare, che trova nell’ambiente isolano le condizioni ottimali;

o       nella assenza di una strategia di maggiore integrazione tra i produttori, possibile con la messa a punto e la realizzazione di programmi comuni di potenziamento e di razionalizzazione del comparto e la costituzione di servizi comuni.

l         Strategia proposta ed impatti attesi - Finalità generale dell’intervento è un processo di valorizzazione della filiera floro-vivaistica regionale che abbia anche la funzione di attivare processi di sviluppo economico e sociale imperniati sull’ambiente, sulla sua valorizzazione e salvaguardia, anche attraverso interventi finalizzati al recupero di aree degradate per errati interventi antropici od a causa di attività economiche dismesse.        
Gli obiettivi più specifici riguardano il consolidamento e lo sviluppo della struttura produttiva attraverso:

o       la qualificazione del processo produttivo mediante l’innovazione tecnologica;

o       l’espansione delle strutture di produzione;

o       la riduzione dei costi ed il miglioramento della competitività del comparto;

o       la realizzazione di una più efficace programmazione delle colture e di una più incisiva valorizzazione commerciale del prodotto.

Verranno ammessi agli aiuti i seguenti interventi:

o       adeguamento delle strutture serricole esistenti mediante:

§      adeguamento degli apprestamenti protettivi ,

§      adeguamento degli impianti di condizionamento termico e luminoso,

§      adeguamento degli impianti di irrigazione e fertirrigazione,

§      realizzazione di bancali di coltivazione e delle strutture di sostegno delle colture;

o       costruzione di nuove serre ad elevata tecnologia finalizzate al radicamento, ambientamento ed accrescimento delle piante;

o       costruzione di strutture ombreggianti e di campi di accrescimento:

§      costruzione di ombrari;

§      costruzione di campi di accrescimento;

o       piantagioni:

§      sistemazione ed attrezzatura di campi impianto di specie mediterranee, officinali e da fronda;

§      sistemazioni esterne, elettrificazione, costruzione fabbricati strumentali;

§      acquisto di macchine per la coltivazione, raccolta e primo condizionamento dei prodotti.

Gli interventi descritti contribuiranno al rilancio ed accrescimento complessivo del settore, al raggiungimento di più stretta integrazione tra i produttori ed organizzazione di una efficiente filiera, copertura del fabbisogno locale e rilancio delle esportazioni di prodotti floro-vivaistici, riconversione di impianti attualmente ad indirizzo orticolo verso produzioni a più alto valore e con migliore esitabilità sul mercato , produzione in loco di essenze che consentono efficaci azioni di qualificazione dell’ambiente ed il recupero di aree degradate con apertura di nuove prospettive di carattere occupazionale, aumento dell’occupazione diretta ed indotta.

La misura, per la tipologia delle strutture, le tecniche di coltivazione, la natura stessa delle produzioni non comporta particolari problemi di impatto ambientale negativo, anzi contribuisce al miglioramento ambientale rendendo disponibili essenze locali da destinare ad attrezzatura verde del territorio ed al recupero di aree degradate.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Condizioni di ammissibilità - Mercato Gli interventi verranno finalizzati prioritariamente alle produzioni di piante da interno e da terrazzo, di arbusti da esterno ed alberi nonché di piante da fronda. Per dette produzioni, a livello nazionale e  sulla base delle elaborazioni ISMEA su dati ISTAT  per gli anni 1996-1997, si registrano forti incrementi delle esportazioni (piante da interno e da terrazzo + 12%, alberi e arbusti da esterno + 13,8 %, fronde + 12%).  L’introduzione di sistemi di produzione integrata costituirà titolo preferenziale ai fini del finanziamento degli interventi, così come l’appartenenza ad organizzazioni di produttori impegnate nella gestione della filiera orticola. Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione per gli aspetti riguardanti la redditività, i requisiti minimi in materia di ambiente nonché il livello delle competenze professionali.

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale.

l         Soggetti beneficiari: Imprenditori singoli od associati con priorità per quelli aderenti ad organizzazioni di produttori impegnate nella gestione della filiera floro-vivaistica.

l         Massimali di investimento: saranno fissati nel complemento di programmazione.

l         Legislazione di riferimento: gli interventi saranno realizzati in totale coerenza con il Reg.1257/99.

M) Piante aromatiche e officinali

l         Situazione attuale - Allo stato attuale in Sardegna sono coltivati circa 80 ettari di piante aromatiche officinali (5% degli ettari coltivati a livello nazionale), rappresentati per la parte più consistente dallo zafferano, coltivato soprattutto in provincia di Cagliari (35 ha circa), dal mirto coltivato per circa 10 ha, seguito da coltivazioni di salvia nell’Oristanese, quindi, rosmarino ed altre meno importanti dal punto di vista economico. Le produzioni spontanee non sono raccolte in apprezzabili quantitativi se si eccettua la raccolta delle bacche di mirto, destinate all’industria dei liquori.
Al momento sono presenti sul territorio regionale alcune imprese che producono e operano nella fase di prima trasformazione; nella filiera del mirto il Consorzio Produttori Mirto ha in programma la coltivazione di circa 200 ha. Altre iniziative varie hanno una potenzialità produttiva di circa 120 Ha.     
In Sardegna il mercato è caratterizzato soprattutto dalla industria liquoristica che produce quasi esclusivamente liquore di mirto (15 aziende produttrici con un fatturato di circa 17 miliardi con approvvigionamento delle bacche avviene soprattutto dallo spontaneo) e dalla commercializzazione dello zafferano (300 kg prodotti per un fatturato di circa 1,5 miliardi). In minima parte in Sardegna vengono prodotti oli essenziali, prodotti per la cosmesi, tinture madri, prodotti essiccati. I canali di distribuzione dei prodotti dell’industria liquoristica sono costituiti da negozi specializzati e non, oltre che da supermercati, mentre per quanto riguarda gli oli essenziali, tinture madri, macerati, prodotti essiccati questi vengono commercializzati soprattutto attraverso le erboristerie, farmacie e in minor misura nei negozi di cosmesi.          
I prodotti diversi da quelli derivati dall’industria liquoristica sono soltanto in minima parte di provenienza regionale.        
La situazione del settore così come delineata in precedenza presenta sia dei punti di forza che di debolezza che vanno tenuti nel debito conto al fine di definire gli obiettivi da raggiungere per consentire l’affermazione del comparto.

l         Punti di forza:

o       crescente domanda di prodotti derivati dalle piante aromatiche ed officinali;

o       potenzialità di aumento della superficie coltivata;

o       il ricorso al naturale per diversi aspetti (ricette gastronomiche, fitoterapia, cosmesi, ecc.);

o       ricerca del prodotto biologico garantito e certificato (sia dalla origine geografica di provenienza sia dalle tecniche di produzione);

o       condizioni pedoclimatiche della regione che assicurano condizioni ottimali per la produzione biologica dei prodotti e, quindi, concreta possibilità di coltivazione biologica soprattutto per le varietà autoctone e tipiche della Sardegna;

o       ricerca di prodotti tipici regionali con caratteristiche di genuinità e naturalità (che devono avere le caratteristiche di biologicità già accennate);

o       il crescente diffondersi dell’associazionismo che si traduce in un aumento della produzione e quindi dell’offerta;

o       basso tasso di inquinamento dell’ambiente pedoclimatico regionale;

o       ricerca di coltivazioni alternative a quelle tradizionali e con la possibilità di sfruttare terreni di media e alta montagna;

o       ampia gamma di varietà nella flora spontanea con caratteristiche organolettiche, fitoterapiche e con alto tasso di principi attivi non riscontrabili in altre regioni;

o       la presenza di una giovane e dinamica industria di liquori.

l         Punti di debolezza:

o       marginalità attuale del settore;

o       elevati costi di produzione (in particolar modo nei costi di manodopera);

o       offerta non omogenea di prodotto;

o       carenze di strutture di trasformazione e commercializzazione (questo in particolar modo per quanto riguarda la prima trasformazione che è la più importante, sia per quanto riguarda il “rispetto del tempo balsamico” e sia per quanto riguarda la possibilità di aver maggior valore aggiunto nelle produzioni);

o       notevole diversificazione delle produzioni erboristiche che non si concilia con la tendenza aziendale alla semplificazione delle colture;

o       carenza di un adeguato sostegno alla struttura di riferimento esistente quale il Consorzio di Piante Aromatiche e Officinali, cha ha tra le priorità delle sue funzioni quella di coordinamento tra le figure professionali che direttamente e indirettamente fanno parte del comparto;

o       carenza di una adeguata assistenza tecnica da parte degli organismi preposti, con particolare riferimento alle tecniche di produzione, trasformazione e marketing;

o       polverizzazione dell’offerta;

o       insufficiente conoscenza delle reali potenzialità di utilizzo e dei prodotti finali ottenibili dalle piante aromatiche ed officinali;

In definitiva gli obiettivi consistono:

o       nel dare attuazione agli interventi capaci di concretizzare le notevoli potenzialità che il settore presenta e che sono state profondamente analizzate nell’ambito del Programma Integrato Mediterraneo di cui al Regolamento (CEE) 2088/85;

o       nello sviluppo di attività rispettose dell’ambiente in ragione del loro basso impatto ambientale e della loro sostenibilità;

o       nella valorizzazione delle risorse endogene;

o       nell’integrazione dei redditi delle popolazioni rurali;

o       nell’aumentare la produzione di piante aromatiche e officinali assicurando un adeguato valore aggiunto all’imprenditore con la prima trasformazione delle biomasse.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Condizioni di ammissibilità Mercato - La domanda è sostenuta principalmente - circa per l’85% - dalle industrie trasformatrici operanti nel settore farmaceutico, alimentare, liquoristico, e delle bevande in genere e cosmetico, mentre la parte rimanente - 15% - è rappresentata dalle erboristerie.    
Più in particolare, tra le industrie trasformatrici quella farmaceutica assorbirebbe circa il 35% dei quantitativi complessivamente utilizzati, l’industria alimentare e quella liquoristica e delle bevande impiegherebbero circa il 25% ciascuna mentre la rimanente parte - 15% - sarebbe utilizzata dall’industria della cosmesi.          
Va peraltro notato come il livello della richiesta delle piante aromatiche ed officinali è ancora fortemente condizionato dalla conoscenza che gli utilizzatori hanno delle varie essenze e del modo di utilizzazione.    
Inoltre, la discontinuità nelle forniture e negli standard qualitativi - spesso eterogenei - rappresentano un ostacolo ad una piena valorizzazione delle piante aromatiche, specialmente quelle fresche che, comunque, incontrano il favore dei consumatori proprio per la loro peculiare caratteristica di freschezza.     
Anche nel nostro Paese, come a livello europeo, la produzione locale è insufficiente ad alimentare gran parte della domanda interna - è stato stimato che il grado di auto approvvigionamento è pari a solo il 25% del fabbisogno complessivo - perciò la maggior parte delle materie prime hanno provenienza estera, per lo più extra CE. Dal lato della domanda il settore appare in crescita: il fabbisogno intero avrebbe registrato un incremento pari a oltre il 2% annuo nell’ultimo decennio. Tra gli elementi del rinnovato interesse verso le “piante” ed i rimedi naturali alla cui base esse si trovano sono da evidenziare l’aumento del reddito pro-capite, il desiderio di utilizzare prodotti di origine naturale per la cura del proprio corpo e anche un maggiore fabbisogno di diversificare i preparati alimentari attraverso l’aggiunta di condimenti aromatizzati.   
La domanda si presenta, oggi, maggiormente articolata in relazione alle diversificate esigenze dei consumi, consentendo di individuare più segmenti di mercato, ma, in generale, appare orientata in maniera specifica verso prodotti di qualità.            
Secondo dati ISTAT, in Italia 4.700.000 persone - l’8,3% della popolazione - hanno già scelto cure alternative che hanno come base le piante officinali e di questi 2.638.000 utilizzano i farmaci omeopatici (gli estimatori dell’omeopatia sono cresciuti del 12% nell’ultimo quinquennio) e 2.168.000 si curano con la fitoterapia.     
In generale, la crescita del mercato delle erbe curative è valutabile in circa l’11% annuo, con un giro di affari vicino a 1.000 miliardi.           
Il nostro paese si distingue nel campo della fitoterapia, affermandosi come un dei maggiori produttori al mondo di estratti e la tendenza della moderna erboristeria è quella di adottare un numero crescente di prodotti che assomigliano ai farmaci, con il principio attivo dichiarato in etichetta, e con una quantità standard di estratti secco contenuto.

l         Strategia proposta ed impatti attesi - gli obiettivi consistono nel dare attuazione agli interventi capaci di concretizzare le notevoli potenzialità che il settore presenta e che sono state già analizzate nell’ambito del Programma Integrato Mediterraneo di cui al Regolamento (CEE) 2088/85 e che si concretizzano nello sviluppo di attività rispettose dell’ambiente in ragione del loro basso impatto ambientale e della loro sostenibilità.

Le finalità perseguite consistono:

o       nella valorizzazione delle risorse endogene;

o       nell’integrazione dei redditi delle popolazioni rurali;

o       nell’aumentare la produzione di piante aromatiche e officinali assicurando un adeguato valore aggiunto all’imprenditore con la prima trasformazione delle biomasse.

Saranno ammessi al finanziamento gli oneri relativi:

o       alle opere di trasformazione agraria;

o       alla realizzazione di fabbricati e impianti connessi necessari alle varie fasi di trasformazione del prodotto e al rispetto dell’ambiente nonché gli oneri relativi all’acquisto delle attrezzature;

o       alle opere per l’approvvigionamento idrico(captazione e distribuzione) e impianti connessi;

o       alle opere per l’approvvigionamento elettrico e impianti connessi;

o       alle opere di ristrutturazione, conversione e adeguamento di strutture, fabbricati e impianti connessi appartenenti a cooperative o associazioni di produttori che intendano integrare o convertire la propria produzione agricola con la produzione e trasformazione di piante aromatiche e officinali;

o       alla realizzazione di fabbricati, strutture, attrezzature, impianti connessi per realizzare di vivaio per la produzione di materiale di propagazione per P.A.O. erbacee, arbustive;

o       alla realizzazione di apprestamenti protettivi di tipo leggero, attrezzature e impianti connessi per colture protette di P.A.O.;

o       alla realizzazione di strutture, attrezzature e impianti connessi per campi dimostrativi e di divulgazione (per Consorzi Associazioni di produttori e/o tutela e/o commercializzazione);

o       realizzazione strutture attrezzature e impianti connessi per laboratorio di analisi, manipolazione e controllo delle produzioni fresche e lavorate (per Consorzi Associazioni di produttori e/o tutela e/o commercializzazione);

o       all’acquisto attrezzature ed impianti per il primo processamento delle biomasse;

o       all’acquisto di attrezzature e impianti connessi alla conservazione del prodotto fresco e lavorato;

o       all’acquisto di attrezzature e impianti connessi al confezionamento del prodotto;

o       all’acquisto di attrezzature e impianti connessi al consumo e utilizzo in azienda di prodotti trasformati.

Si prevede che l’attuazione delle iniziative incentivate possa portare ad uno sviluppo del settore delle piante aromatiche ed officinali propiziato sia dalle favorevoli condizioni di vasti territori della Sardegna che dalle prospettive che sono state delineate dagli studi e dalle esperienze legate all’attuazione di specifiche misure del Programma Integrato Mediterraneo per la Sardegna.

Non si prevedono problemi di impatto ambientale ma al contrario l’utilizzo di terreni di media e alta collina, la coltivazione razionale di specie autoctone, la tutela attraverso la raccolta controllata dello spontaneo etc. porterà sicuramente ad un contenimento dei fenomeni di degrado ambientale legati all’abbandono delle pratiche colturali.

L’introduzione di sistemi di produzione biologica od integrata costituirà titolo preferenziale ai fini del finanziamento degli interventi, così come l’appartenenza ad organizzazioni di produttori impegnate nella gestione della filiera. Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione per gli aspetti riguardanti la redditività, i requisiti minimi in materia di ambiente nonché il livello delle competenze professionali.

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale.

l         Soggetti beneficiari: Imprenditori singoli od associati con priorità per quelli aderenti ad organizzazioni di produttori impegnate nella gestione della filiera.

l         Massimali di investimento: Saranno fissati nel complemento di programmazione.

l         Legislazione di riferimento: Gli interventi saranno realizzati in totale coerenza con il Reg.1257/99.

N) Bieticoltura da zucchero

l         Situazione attuale - La filiera bieticola in Sardegna è caratterizzata dai seguenti dati strutturali:

-        superficie seminata     ha     5.500

-        produzione bietole     q.li     2.560.000

-        resa bietole     q.li/ha     465

-        grado di polarizzazione medio          15,66

-        n° aziende bieticole          1.216

-        sup. media aziendale investita     ha     4,5

-        giornate/uomo/ha/anno      10

-        quota produzione zucchero assegnata     q.li     305.130

-        zucchero per auto approvvigionamento     q.li     350.000

-        valore zucchero     mld     50,5     ca.

-        valore bietole fatturate     mld     23     ca.

-        produzione polpe     q.li     190.000

-        n. zuccherifici operanti      1

-        potenzialità attuale zucchero     q.li     300-350.000

-        unità lavoro impiegate nella filiera       5.900

Per la filiera bieticola non si pongono problemi di sbocchi di mercato in quanto si opera in un regime di quote assegnate e la produzione ottenuta non copre la quota di auto-approvvigionamento regionale.

l         Strategia proposta e risultati attesi - obiettivo dell’intervento è quello di consolidare il bacino bieticolo in un quadro di stabilità produttiva che consenta il raggiungimento di un equilibrio economico positivo per l’industria di trasformazione ed assicuri migliori condizioni di reddito a tutti i soggetti operanti nelle filiera.  
Tale obiettivo è raggiungibile attraverso un processo di razionalizzazione delle strutture aziendali impegnate nella produzione, con interventi mirati alla riduzione dei costi di produzione ed all’aumento della produttività conseguibili attraverso  investimenti per:

-        sistemazione idraulico agraria dei terreni;

-        misure di miglioramento fisico dei terreni;

-        acquisizione di attrezzature per favorire l’utilizzo corretto, ovvero il risparmio dell’acqua, ivi inclusi strumenti di misurazione e di distribuzione programmata delle risorse irrigue a livello aziendale;

-        l'introduzione di forme di meccanizzazione innovativa di tutte le operazioni colturali nell’ambito della rotazione, in grado di favorire la riduzione dei consumi energetici, l’impatto ambientale, il miglioramento delle condizioni di lavoro;

-         l'introduzione di macchine e metodologie atte a garantire risparmi di prodotti chimici per fertilizzazione o a sostituirne l’impiego.

Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.

l         Condizioni di ammissibilità Mercato- Gli interventi  non comportano un superamento delle quote di produzione di zucchero assegnata alla Sardegna. Gli interventi stessi, in coerenza con l’art. 7 del Reg. CE 1257/99. Sarà data priorità agli interventi  in aziende di produttori appartenenti ad associazioni di produttori impegnati nella gestione della filiera bieticolo-saccarifera.     
L’introduzione di sistemi di produzione integrata costituirà titolo preferenziale ai fini del finanziamento degli interventi.        
Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione per gli aspetti riguardanti la redditività, i requisiti minimi in materia di ambiente nonché il livello delle competenze professionali.

l         Soggetto attuatore: Amministrazione regionale.

l         Massimali di investimento: Saranno fissati nel complemento di programmazione.

l         Legislazione di riferimento: Gli aiuti previsti non contravvengono ai divieti od alle restrizioni stabilite nell’OCM zucchero.

 

Misura 4.10

Miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commer­cializzazione dei prodotti agricoli

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo VII artt. 25 - 28

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivi di misura: La misura persegue il fine di favorire il miglioramento e la razionalizzazione del trattamento e della commercializzazione dei prodotti agricoli attraverso investimenti tecnologici e strutturali diretti al miglioramento della raccolta, della conservazione, della lavorazione, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli e dei loro derivati. Le azioni mirano ad aumentare la competitività ed il valore aggiunto di tali prodotti assicurando che ai vantaggi economici derivanti partecipino gli agricoltori.

Interventi ammissibili: Sono ammessi gli interventi diretti a:

§         razionalizzare e sviluppare il confezionamento, la conservazione, il trattamento e la trasformazione dei prodotti agricoli e dei loro sottoprodotti e residui, anche con procedure di riciclo, compresa l’eliminazione e la depurazione dei rifiuti;

§         migliorare i circuiti, i processi e le strutture di commercializzazione;

§         applicare e sviluppare nuove tecniche di trasformazione;

§         sviluppare nuovi prodotti e sottoprodotti;

§         migliorare la qualità dei prodotti derivanti dalla trasformazione.

Gli interventi possono comprendere:

§         la costruzione e l’acquisizione ed il miglioramento di beni immobili (escluso l’acquisto di terreni);

§         le macchine e nuove attrezzature (compresi hardware e software);

§         spese generali (onorari, studi, etc,) sino a max 12 %.

Sono esclusi gli interventi a livello di commercio al dettaglio o per la commercializzazione e trasformazione di prodotti provenienti da paesi terzi

Beneficiari: Persone fisiche o giuridiche e loro associazioni, imprese di trasformazione e/o commercializzazione singole o associate, cooperative di trasformazione e/o commercializzazione, cooperative di produzione, associazioni di produttori, consorzi, società consortili, organizzazioni professionali.

Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo.

Intensità max. %

Feoga *
%

50

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

Saranno individuati con precisione nel complemento di programmazione:

§         massimali di spesa e massimali d’investimento globale sovvenzionabile;

§         criteri di redditività economica;

§         condizioni di ammissibilità;

§         rispetto delle condizioni di cui all’art. 5 secondo trattino Reg. 1257/99: (requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.

Situazione attuale: Il segmento della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli in Sardegna è oggi per i vari comparti sufficientemente dotato di strutture adeguate e ben distribuite nel territorio. Ciò si può affermare in genere salvo i casi in cui s tratterà specificamente più avanti.

Il comparto lattiero-caseario per la lavorazione del latte ovi-caprino che è quello più importante nella formazione della PLV sarda è presente con 33 caseifici industriali, 32 cooperativi e una diffusa presenza di impianti nelle stesse aziende di produzione (per la produzione ad esempio, del formaggio “Fiore sardo dop”).

Con il cofinanziamento del POP 1994/99 di cui al Reg. 2081/93 del Consiglio sono stati attuati e sono ancora in corso rilevanti investimenti per l’adeguamento igienico-sanitario dei caseifici esistenti. È stata anche sussidiata la costruzione di un nuovo stabilimento sociale a Nurri in sostituzione di quello della stessa cooperativa ma ricadente nel centro abitato e non più in grado, anche se ristrutturato e adeguato, di far fronte all’esigenza lavorativa in rapporto alla massa di latte conferito.

Per la trasformazione del latte vaccino gli stabilimenti operanti sono 5 cooperativi (dei quali uno accentra il 75% della produzione sarda con 21 milioni di l e un altro con 35 milioni, gli altri trasformano quantità molto più contenute). Uno solo è lo stabilimento privato che trasforma latte vaccino.

Con il citato POP 94/99 è stata sussidiata la costruzione di un nuovo stabilimento in Arborea che sostituisce quello della stessa Cooperativa ubicato nel centro abitato e non più idoneo alle esigenze operative attuali.

Nel comparto della lavorazione delle carni vi sono due grossi impianti che oltre alla macellazione praticano la lavorazione delle carni anche se devono ancora attrezzarsi per la preparazione delle porzioni e confezionati e possibilmente de prelaborati e precotti che la grande distribuzione e il catering oggi richiede. Esistono molti altri impianti di modesta capacità lavorativa che trasformano le carni suine in insaccati tipici tradizionali.

Nel comparto vitivinicolo che per il peso della PLV rappresenta il secondo comparto agricolo sardo le strutture di trasformazione, dopo la crisi degli anni 1983-92, sono ben distribuite nelle aree vocate con 23 cantine sociali, 26 private che complessivamente trasformano il 70% della produzione sarda.

Esiste anche una Cantina sperimentale che svolge un notevole compito di ricerca, sperimentazione e divulgazione, anche in collegamento con altri Istituti isolani e della Penisola.

Nel comparto frutticolo esistono quattro stabilimenti cooperativi che lavorano e condizionano agrumi e frutta, prevalentemente drupacee, la cui produzione complessiva è pari al 30/40% della produzione sarda e un altro numero di impianti facenti capo a aziende di produzione o grossisti.

In quello orticolo esistono 21 stabilimenti cooperativi e 15 privati. Con i fondi del POP 94/99 è stata sussidiata la costruzione di 5 nuovi stabilimenti dislocati nelle aree “forti” dell’orticoltura isolana, 2 dei quali sono già in attività.

Nel comparto oleario si contano 125 frantoi di cui 17 cooperativi e 108 privati. Di detti 103 sono a ciclo continuo e 22 a ciclo discontinuo.

La dislocazione di detti impianti non è, in alcuni casi, armonizzata con gli impianti di produzione specie nelle aree non tradizionali dell’olivicoltura sarda.

Esistono due grossi impianti cooperativi di lavorazione e confezionamento delle olive da mensa e altri due stanno per essere realizzati, mentre è molto diffusa la pratica della lavorazione a carattere familiare con prevalenza della tecnica delle “olive verdi in salamoia”.

Nel comparto dei cereali da granella esistono molti impianti di lavorazione, stoccaggio e commercializzazione sia cooperativi che privati, anche di rilevante capacità ma in diversi casi obsoleti, e quindi non idonei a valorizzare la qualità delle produzioni isolane e a consentire la giusta rimunerazione al produttore. Parallelamente alla lavorazione dei cereali esiste una diffusa carenza di impianti di selezione sementi e di produzione mangimi e tanto meno esistono impianti dotati di tecnologia tale da consentire una buona redditività dei processi innanzitutto a vantaggio del produttore sementiero o dell’utilizzatore dei mangimi.

Strategia proposta:

Gli interventi previsti dalla misura più avanti descritti perseguono il fine di favorire il miglioramento e la razionalizzazione delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Si tratta di incentivare investimenti nelle strutture e negli impianti e attrezzature che consentano di migliorare la redditività della produzione agricola nel segmento della trasformazione e commercializzazione per assicurare maggiori vantaggi economici ai produttori siano essi riuniti in cooperative o associazioni oppure vendano la materia prima ad un trasformatore terzo.

Impatti attesi:

In particolare verranno finanziati i seguenti interventi:

§         adeguamento tecnologico atti a rendere più razionali ed economici i processi cui siano sottoposti i diversi prodotti dalla prima lavorazione alla vendita all’ingrosso, compresi la conservazione e il confezionamento nonché il riciclo dei sottoprodotti e la depurazione dei rifiuti;

§         investimenti per l’ottenimento di prodotti tipici, di prodotti che possano fregiarsi della denominazione d’origine o delle indicazioni geografiche, e di prodotti biologici;

§         azioni che contano di migliorare i circuiti, i processi e le strutture di commercializzazione, anche al fine di rendere più trasparente la formazione dei prezzi a vantaggio del produttore, del trasformatore e del consumatore;

§         azioni che consentano di migliorare la qualità dei prodotti.

Qualunque investimento deve corrispondere a precisi obblighi di legge (norme igienico-sanitarie, sicurezza) oppure deve migliorare le condizioni della trasformazione al fine di garantire una partecipazione adeguata e duratura dei produttori di prodotti di base ai vantaggi economici del processo trasformativo.

La priorità è riconosciuta alle iniziative che siano espressione di un’aggregazione o di produttori di linee di prodotto. Inoltre se lo stesso tipo di intervento e per la stessa area è proposto da imprenditori singoli e da macro organizzazioni commerciali (MOC), sarà data la precedenza alla domanda di queste ultime.

Gli interventi possono comprendere:

§         la costruzione, l’acquisizione ed il miglioramento di beni immobili (escluso l’acquisto del terreno);

§         gli impianti tecnologici, i macchinari e le attrezzature (compresi hardware e software);

§         spese generali (onorari, studi, ecc.) sino al 12% dei costi delle strutture, impianti e attrezzature.

§         Sono esclusi gli interventi a livello di commercio al dettaglio o per la commercializzazione e trasformazione di prodotti provenienti da paesi terzi.

Investimenti nei diversi comparti:

a)      Lattiero-caseario, ovi caprino e vaccino - Non sarà ammessa la costruzione di nuovi stabilimenti, salvo che non si debbano abbandonare strutture ubicate nei centri abitati. Non saranno aumentate le quantità di Pecorino Romano, in quanto questo formaggio  beneficia del premio allo stoccaggio.

b)      Carni bovine, ovi-caprine, suine e bianche - Non saranno ammesse nuove strutture di macellazione, mentre gli interventi saranno mirati al rinnovamento tecnologico degli impianti, per abbattere i costi di produzione e migliorare la qualità dei prodotti.

c)      Viti-vinicolo – Saranno prioritariamente finanziati gli interventi strutturali a favore della produzione di vini di qualità. Oltre agli interventi previsti in generale per tutti i comparti, saranno ammessi gli investimenti di particolare profilo tecnologico quali il risanamento dei vasi vinari in c.a., l’installazione di impianti per la fermentazione a temperatura controllata, per il condizionamento e l’invecchiamento del prodotto finito. Non sarà aumentata la capacità globale di trasformazione  a livello regionale.

d)      Ortofrutticolo - Saranno ammessi i completamenti e gli adeguamenti tecnologici dei centri già operanti, che abbiano registrato negli ultimi tre anni un buon tasso di crescita del fatturato.
Non sarà finanziata la costruzione di nuovi stabilimenti.

e)      Olivicolo-oleario - Saranno sussidiati gli ammodernamenti di impianti di estrazione dell’olio laddove i vecchi impianti non garantiscano l’ottenimento di prodotti di qualità alta o medio alta. Non saranno invece sussidiati nuovi stabilimenti se non sia dimostrato che nella zona interessata sono stati abbandonati impianti di pari potenzialità.     
Saranno sussidiati impianti e attrezzature atti alla lavorazione, condizionamento e commercializzazione delle olive da mensa.

f)        Cereali – L’attuale distribuzione degli impianti di stoccaggio e commercializzazione suggerisce la necessità di intervenire per l’adeguamento tecnologico ma anche per la sostituzione con nuovi impianti laddove gli attuali stabilimenti non siano in grado di applicare la classificazione, il deposito, l’essiccazione e il condizionamento differenziato della granella al fine di assicurare la miglior valorizzazione della qualità. Ovviamente sarà evitato che aumenti la capacità produttiva nel territorio. A valle di dette nuove strutture potrà essere sussidiata anche la realizzazione di impianti atti alla selezione sementi e alla produzione e insaccamento di mangimi sempre nella logica di assicurare un maggior valore aggiunto alla produzione cerealicola sarda. Per la produzione dei mangimi è consentito ricorrere per il 20% delle materie prime all’approvvigionamento extra-comunitario.

g)      Piante officinali e aromatiche – Sarà sussidiata la realizzazione di fabbricati e di impianti atti alla trasformazione mediante essiccazione o estrazione di essenze, alla conservazione del prodotto fresco e lavorato e al suo confezionamento. Si darà la  precedenza agli investimenti che siano a servizio di più aziende, possibilmente interessanti una intera provincia o un’area omogenea.

Beneficiari: Imprese di trasformazione e commercializzazione singole o riunite in cooperative, Consorzi o associazioni. Devono dimostrare che potranno garantire una partecipazione adeguata e duratura da parte dei produttori dei prodotti di base ai vantaggi economici che deriveranno dall’attività di trasformazione e commercializzazione, e quindi offrire una concreta garanzia di redditività

Intensità degli aiuti: L’intensità massima degli aiuti (contributo pubblico) è espressa in percentuale del totale dei costi ammissibili.

Intensità max. %

Feoga *
%

50

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

Compatibilità e coerenza con la normativa comunitaria: La misura in argomento è coerente con il Reg. CE n. 1257/1999 del Consiglio ed in particolare con il Capo VII - art. 25/28. Per quanto riguarda il disposto dell’art. 37 - comma 3 ne è assicurata la piena osservanza.

Condizioni di ammissibilità Mercato. In genere si tratta di investimenti atti a migliorare l’efficienza, la sicurezza, la convenienza economica di complessi e di attività già esistenti, le cui produzioni hanno già un assicurato sbocco di mercato.

Nel complemento di programmazione saranno precisati:

§         i massimali di spesa e d’investimento globale sovvenzionabile;

§         i criteri di redditività economica;

§         le condizioni di ammissibilità;

§         il rispetto delle condizioni di cui all’art. 5, secondo trattino del Reg. 1257/99 in fatto di requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.

Sbocchi di mercato - Le peculiarità ambientali e l'isolamento geografico della Sardegna sono elementi fondamentali nel condizionamento del mercato agro- alimentare. Le prime determinando le caratteristiche qualitative sempre più apprezzate dal consumatore mentre l'isolamento condiziona attraverso la maggior o minor facilità di mezzi di trasporto in genere i costi e in taluni casi la conservabilità e serbevolezza dei prodotti. La qualità si sta dimostrando un fattore di vantaggio competitivo via via che il consumatore prende coscienza degli aspetti positivi degli alimenti ottenuti in ambienti non contaminati e con metodi colturali rispettosi della natura e della genuinità.

L'insularità incidendo nei tempi e ancor più sui costi consente alla produzione agro-alimentare sarda di essere più competitiva laddove esistono, per limiti congiunturali, tassi di auto-insufficienza.

Tranne che per alcuni prodotti la Sardegna non è generalmente autosufficiente per la maggior parte delle produzioni agricole.

Ai fini del miglioramento delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti agricoli viene ripresa l’analisi e le considerazioni già svolte nella parte del programma nella quale si è trattato degli investimenti aziendali per i singoli comparti produttivi.

a)      Settore del bovino da latte. Nella parte relativa agli investimenti aziendali sono state date informazioni sull’importanza economica degli allevamenti di bovini da latte in Sardegna, che in sostanza si sintetizza nei seguenti valori:

l         allevamenti di bovini da latte n° 734

l         vacche da latte n° 33.000

l         latte prodotto q.li 2.150.000 (2,15% della produzione nazionale di latte, leggermente al di sotto dei quantitativi regionali di riferimento – quote latte -)

Gli interventi proposti a livello aziendale riguardano:

l         la tutela ambientale dall’inquinamento causato dall’utilizzo dei reflui zootecnici senza un adeguato periodo di maturazione, nonché dalle acque di lavaggio degli impianti di mungitura;

l         l’installazione presso le aziende degli impianti per la potabilizzazione delle acque;

l         l’incapsulamento delle lastre di cemento-amianto delle coperture dei locali di ricovero e di alimentazione del bestiame;

l         l’ammodernamento degli impianti di mungitura in sostituzione dei vecchi impianti a secchio o a carrello.

Come si può osservare, l’intervento programmato non determina nella Regione un aumento della produzione complessiva di latte bovino, per cui non si pongono problemi circa gli sbocchi di mercato, che trovano garanzia nei fattori di “insularità” della Regione, nella freschezza e genuinità delle produzioni, nella sostenutezza della domanda che discende anche dagli incrementi che annualmente si registrano nelle presenze turistiche, che privilegiano la ricerca e il consumo del prodotto locale.

Ne deriva che non si rende necessaria né sarà ammessa la costruzione di nuovi stabilimenti di trattamento e di trasformazione del latte vaccino, mentre potranno essere presi in considerazione e finanziati gli investimenti che riguardano l’ammodernamento ed il miglioramento tecnologico che consentono l’analisi dei rischi ed il controllo dei punti critici, in vista di migliorare la qualità dei prodotti, dare sicurezza al consumatore per gli aspetti igienico-sanitari e diversificare la gamma dei prodotti da presentare sul mercato.

b)      Settore del bovino da carne. Nella parte relativa agli investimenti aziendali sono state date informazioni sulla consistenza nella Regione degli allevamenti bovini da carne e dell’importanza economica della produzione di carne bovina, che in sintesi si sostanzia nei seguenti valori:

l         aziende di allevamento n° 16.200;

l         capi bovini n° 290.000 (di cui 145.000 vacche);

l         vacche di razza di carne o ad orientamento carneo n° 110.000;

l         produzione di carne q.li 200.000 ( 2,4% della produzione nazionale);

l         valore della P.L.V. Lire 300.000.000.000 (14,5% della P.L.V. totale);

l         tasso di autoapprovvigionamento: 48%.

Gli interventi proposti a livello aziendale riguardano:

l         la realizzazione o l’adeguamento di stalle per l’ingrasso dei vitelli svezzati, comprese opere e attrezzature accessorie;

l         la realizzazione di centri di ingrasso vitelli a carattere associativo;

l         la realizzazione e l’adeguamento delle strutture aziendali per realizzare la linea di produzione vacca/vitello, per aziende orientate per l’ingrasso dei vitelli in azienda o che conferiscono i vitelli ai centri di ingrasso a carattere associativo.

L’intervento programmato non determina, considerato in ambito nazionale, un aumento complessivo di produzione di carne bovina, ma soltanto uno spostamento territoriale, in quanto l’ingrasso dei vitelli sarà operato in Sardegna e non più nella Penisola, come avviene attualmente.

L’intervento, pertanto, non pone problemi circa gli sbocchi di mercato. Il lieve incremento di prodotto carne che si determinerà a livello regionale, non incontra problemi di commercializzazione, considerato l’attuale basso tasso di autoapprovvigionamento della carne bovina (48%), le condizioni di insularità della Regione che favoriscono la produzione locale perché non gravata dei costi di trasporto dall’esterno, la caratterizzazione del prodotto ottenuto in termini di freschezza, genuinità e salubrità, la sostenutezza della domanda che discende anche dagli incrementi che annualmente si registrano nelle presenze turistiche, che richiedono e privilegiano il prodotto locale.

Per quanto esposto non si rende necessaria né sarà ammessa la costruzione di nuovi stabilimenti di macellazione e di lavorazione delle carni, mentre potranno essere finanziati investimenti che riguardano l’ammodernamento ed il miglioramento tecnologico dei macelli esistenti che consentano l’analisi dei rischi ed il controllo dei punti critici, in vista di migliorare la qualità dei prodotti e dare sicurezza al consumatore sotto il profilo igienico-sanitario.

c)      Settore del latte ovino. Nella parte relativa agli investimenti è stato evidenziato che nella Regione sono allevati più di 4.000.000 di capi ovini (40% circa del patrimonio nazionale), in poco più di 20.000 aziende agricole che danno occupazione a circa 15.000 unità.         
La produzione del latte che è la produzione più qualificante del settore della pastorizia, ammonta a 3.000.000 di quintali destinati per la quasi totalità per la produzione di formaggi (550.000/600.000 q.li), di cui 350.000 q.li del tipo “Pecorino Romano DOP”, 130.000 q.li di “Pecorino Sardo DOP” e 20.000 q.li di “Fiore Sardo DOP”.            
Il 50% della produzione di formaggio pecorino, soprattutto Pecorino Romano viene esportato. Per quanto riguarda il mercato esistono segnali concreti che dimostrano come le tendenze dei consumi possano premiare soddisfacentemente l’offerta regionale. Le prospettive sono sicuramente interessanti per il comparto dei formaggi a pasta dura o semidura; il comparto può giocare la duplice carta dell’origine ovina dei prodotti, verso la quale risulta crescente la propensione al consumo, e dell’elevatissimo contenuto di tipicità, che costituisce elemento di forte attrazione per la domanda alimentare.
L’offerta regionale può avvalersi di un capitale di immagine che nessun’altra regione italiana, e forse anche europea, può vantare. L’accostamento quasi naturale che viene a crearsi tra l’attività agro-pastorale e il nome della Sardegna, l’esclusività delle produzioni, la loro identificazione con il patrimonio regionale di cultura e tradizioni costituiscono infatti degli strumenti le cui potenzialità risultano a tutt’oggi largamente inespresse. Gli incentivi previsti a livello di investimenti a carattere aziendale, tendono alla acquisizione di importanti innovazioni tecnologiche (mungitura meccanica e refrigerazione del latte) e strutturali (ricoveri per il bestiame, locali per la conservazione e la distribuzione degli alimenti, opere di ricerca e provvista di acqua potabile, raccolta e smaltimento dei reflui), volte a migliorare l’efficienza complessiva dell’azienda.    
Gli interventi programmati a livello aziendale non determinano, perciò, nella regione un aumento complessivo del latte ovino, pur non presentando il comparto particolari forme di contingentamento della produzione. Essi sono piuttosto indirizzati ad elevare il livello qualitativo del latte e dei prodotti derivati (in prevalenza formaggi a DOP), che se opportunamente certificati per la qualità e l’origine e valorizzati con azioni mirate di promozione, non presentano particolari problemi di mercato. Basti pensare che il settore lattiero caseario ovino rappresenta uno dei pochi aggregati dell’intero sistema economico regionale non soltanto, quindi, del comparto alimentare che, in virtù del deciso orientamento all’esportazione, si trova ad operare massicciamente sui mercati internazionali dove le condizioni di concorrenza possono definirsi tutt’altro che blande.     
Si assiste già da tempo ad una favorevole dinamica dei prodotti lattiero-caseari ovini, verso la quale risulta crescente la propensione al consumo, specie per quelli ad elevato contenuto di genuinità e tipicità.   
L’assetto e la distribuzione degli impianti di trasformazione e di commercializzazione del latte e dei prodotti derivati è da intendersi abbastanza soddisfacente. Non sarà ammessa la costruzione di nuovi stabilimenti, salvo che non si debbano abbandonare strutture ubicate all’interno dei centri abitati e non più sostenibili, senza tuttavia incrementare la capacità di trasformazione e mantenendo invariate le quantità di latte destinate alla produzione di “Pecorino Romano”, formaggio che già beneficia dell’intervento comunitario di stoccaggio privato. Saranno invece finanziati investimenti che riguardano l’ammodernamento ed il miglioramento tecnologico degli impianti con lo scopo di migliorare le qualità di processo e di prodotto ed assicurare ai produttori condizioni di migliore redditività per i prodotti conferiti.

d)      Settore delle carni suine. L’indirizzo prevalente della suinicoltura regionale – che peraltro incide in misura inferiore all’1% sulla produzione nazionale – è rivolto alla produzione di suinetti da latte del peso di 5/6 Kg da destinare al consumo alimentare, rappresentando questa tipologia di produzione un piatto tipico della gastronomia regionale.     
Gli investimenti che si intendono operare a livello aziendale mirano alla razionalizzazione di tale forma di allevamento, migliorando le condizioni sanitarie e di igiene degli animali per ottenere migliori risultati produttivi. Il suinetto da latte non incontra nella regione problemi di mercato; esso è molto ricercato ed il prezzo è abbastanza sostenuto in tutte le stagioni dell’anno. Non esistono problemi a livello di impianti di macellazione, essendo l’offerta limitata al mercato locale.

e)      Settore delle carni di struzzo. Le valutazioni per quanto riguarda il mercato e la redditività dell’allevamento sono positive.    
Le problematiche di commercializzazione sono state superate con la creazione nell’isola di un macello autorizzato per la macellazione dei ratiti e con l’affermarsi di iniziative associate che curano la valorizzazione commerciale del prodotto che, per il momento, non presenta particolari problemi per quanto riguarda gli sbocchi di mercato, essendo il mercato nazionale dipendente in larga misura dalle importazioni da paesi terzi.

f)        Settore del miele. La produzione del miele sardo –stimata in 13.000/15.000 q.li per anno – non presenta problemi di mercato, anzi è molto ricercata per la qualità e la tipicità del prodotto ottenuto, soprattutto per i mieli monofloreali.   
La lavorazione del miele (smielatura, conservazione, invasettamento e etichettatura), avviene a livello di aziende agricole per cui non esiste il problema di incentivare impianti privati o cooperative di tipo industriale.

g)      Settore viti-vinicolo. Si riscontra che per il vino sono quantificabili in 600-650 mila Hl i quantitativi che vengono introdotti annualmente; sono rappresentati prevalentemente da vini di qualità bassa o media destinata a categorie di consumatori o a circostanze di consumo comuni. Mentre i prodotti di qualità medio-alta e alta vengono facilmente esitati e a prezzi remunerativi nei mercati peninsulari, comunitari ma anche extra-comunitari, quali gli Stati Uniti e il Giappone, i prodotti di livello inferiore troveranno facile collocazione nel mercato isolano in luogo di quelli che attualmente si importano.

h)      Settore orticolo. Bisogna distinguere i prodotti di cui la Sardegna è esportatrice (carciofo, pomodoro) da quelli che vengono esitati nei mercati isolani (melone, anguria, fragola. ortaggi a foglia larga, carote, etc.).         
Per i primi le esportazioni, dirette prevalentemente verso l'Italia settentrionale, non hanno comportato sinora problemi di collocamento se non quello di corrispondere ad una richiesta di costanza di approvvigionamento e di standard qualitativo.
I prodotti freschi collocati nel mercato isolano sono in una posizione di vantaggio, per la loro natura, rispetto ai prodotti importati, per cui molto difficilmente si ridurranno i volumi di vendita per la lontananza geografica che mal si concilia con la salvaguardia della freschezza. Al contrario questi volumi sono destinati ad aumentare in rapporto ai flussi di turismo nel periodo estivo.

i)        Settore frutticolo. Le produzioni frutticole saranno assorbite, come è avvenuto sinora, dal mercato isolano tranne modeste partite di agrumi e drupacee che vengono esitate nella Penisola. Per le olive da mensa la Sardegna è tuttora deficitaria e deve ricorrere a prodotti della Penisola o di provenienza comunitaria (Spagna, Grecia), per cui non sarà difficile collocare le maggiori produzioni che si otterranno nel mercato isolano, ma si conta di esitare nella Penisola quantità crescenti di prodotti puntando sul potere di trascinamento dell'olio extra vergine che già oggi viene apprezzato per la straordinaria qualità.

j)        Settore cerealicolo. Per i cereali non esiste al momento nessuna difficoltà di collocamento del frumento duro il quale è, per le tipologie qualitative, particolarmente apprezzato dalle industrie pastarie italiane che lo acquistano, ma anche da altri paesi comunitari (Spagna, Francia e Regno Unito) ed extra (Tunisia,   Marocco).
Del resto non si prevede alcun aumento della capacità di stoccaggio di detto cereale, mentre la Sardegna è deficitaria di sementi elette e di mangimi i cui componenti vengono importati anche da paesi extracomunitari.

k)      Settore piante officinali. Il comparto delle piante officinali e aromatiche è caratterizzato da una crescente domanda di prodotti derivati.     
La domanda è sostenuta per circa l'85% dalle industrie di trasformazione operanti nel settore farmaceutico, alimentare, liquoristico e cosmetico e per il restante 15% dalle erboristerie.     
La produzione nazionale, come quella europea, è insufficiente a soddisfare gran parte della domanda interna e si stima che il grado di autoapprovvigionamento sia pari al 25% del fabbisogno complessivo, per cui la maggior parte delle materie prime hanno provenienza extracomunitaria.        
Questo fatto comporta anche un insufficiente controllo della qualità dei prodotti importati, mentre invece è necessario disporre di prodotti controllati e standardizzati; tale esigenza appare soddisfabile soltanto incrementando le produzioni locali.        
In tutti i casi per i nuovi investimenti riguardanti i settori di cui sopra saranno prescritti all’occorrenza specifici studi sui possibili sbocchi di mercato.

 


Misura 4.11

Commercializzazione di prodotti agricoli di qualità

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX Articolo 33 - 4° trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: Regime di aiuti

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivi di misura: L’intervento mira ad incentivare il miglioramento della qualità dei prodotti agricoli, aumentando così il valore aggiunto della produzione agricola e facilitando l’orientamento al mercato delle produzioni stesse.

Interventi ammissibili: Sono ammissibili spese dirette a:

§         assistenza di supporto per le procedure di riconoscimento delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche protette e delle attestazioni di specificità e dei prodotti biologici compresa la costituzione e il potenziamento dei Consorzi e la costituzione di organismi di controllo;

§         ricerche di mercato, ideazione di nuovi prodotti;

§         introduzione di norme, sistemi e tecniche di assicurazione della qualità, (ISO 9000, ISO 14000, ISO 45000, HACCP e normative collegate), compresa la formazione del personale;

§         costituzione e rafforzamento di reti commerciali;

§         azioni e programmi diretti al miglioramento della concentrazione, della presentazione e della distribuzione delle produzioni tipiche e di qualità.

Comparti interessati:

§         filiera lattiero- caseario ovino;

§         filiera lattiero caseario bovino;

§         filiera carne bovina;

§         filiera vitivinicolo;

§         filiera oleario;     
Gli interventi a livello di commercializzazione e promozione dei prodotti agricoli devono essere indirizzati anche alla valorizzazione e alla tutela di altre produzioni tipiche di qualità che presentano uguali e reali potenzialità di sviluppo, pena l’impoverimento qualitativo che non potrà essere più recuperato. Si tratta di prodotti che in virtù di caratteristiche specifiche inerenti ai materiali impiegati, alla composizione dei prodotti finiti, e ai metodi di produzione e trasformazione utilizzati si distinguono da altri prodotti della stessa categoria.  
In particolare gli interventi riguarderanno il riso di Sardegna, il pomodoro camone, il pane carasau, la bottarga, il miele, lo zafferano, il mirto e le altre carni (agnello di Sardegna, capretto e maialetto sardo).

Beneficiari: imprenditori agricoli singoli e associati: cooperative di produzione, imprese di trasformazione e commercializzazione, associazioni di produttori, consorzi, società consortili, organizzazioni professionali, società di servizio, enti pubblici e loro consorzi

Intensità degli aiuti: Possono essere accordati aiuti pari ad un max di 100.000 euro per beneficiario e per triennio.     
In alternativa, per importi superiori, l’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo.

Intensità max. %

Feoga *
%

50

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

Inoltre:

§         È prevista la concessione di un aiuto pari al 100% dell’investimento riconosciuto ammissibile a seguito di istruttoria, nel caso di sostegno alla valorizzazione commerciale delle produzioni di qualità, in cui rientrano tutte le azioni promozionali in senso lato, realizzate nell’interesse di un intero settore, a sostegno delle fasi di progettazione, ideazione e commercializzazione dei prodotti, come le consulenze per il reperimento di potenziali sbocchi di mercato, le indagini di mercato, i sondaggi di opinione, l’organizzazione di fiere ed esposizioni e partecipazione a tali esposizioni e altro, in conformità a quanto previsto dagli Orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per la promozione e la pubblicità dei prodotti agricoli, punto 6 (Progetto ottobre 1999).

§         È prevista la concessione di un aiuto pari al 100% dell’investimento riconosciuto ammissibile a seguito di istruttoria, con riduzione progressiva del 20% negli anni successivi, nel caso di sostegno di attività connesse allo sviluppo della qualità dei prodotti agricoli (introduzione di norme di assicurazione della qualità come le Norme ISO 9000, sistemi di HACCP o altre certificazione indipendenti -), purché svolgano la funzione di stimolo e di incentivo all’istituzione dei suddetti sistemi di controllo e non siano attività di routine, come da Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo, punto 13.

§         È prevista la concessione di un aiuto pari al 100% dell’investimento riconosciuto ammissibile a seguito di istruttoria, con riduzione progressiva del 20% negli anni successivi, nel caso di controlli sull’autenticità delle denominazioni di origine e attestazioni di specificità, in conformità a quanto previsto dagli Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo, punto 13.

In tutti gli altri casi l’importo totale dell’aiuto concesso è pari al 50% dell’investimento riconosciuto ammissibile a seguito di istruttoria.

Gli interventi previsti sono coerenti con il dettato dell’art. 37, comma 3 del Regolamento CE 1257/99.

Saranno individuati con precisione nel complemento di programmazione:

§         massimali di spesa e massimali d’investimento globale sovvenzionabile;

§         criteri di reddittività economica;

§         condizioni di ammissibilità;

§         rispetto delle condizioni di cui all’art. 5 secondo trattino Reg. 1257/99: (requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali)


Misura 4.12

Diversificazione delle attività agricole e delle attività affini

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX - Articolo 33 7° trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: Regime di aiuti

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivi di misura: Il sostegno alla diversificazione delle attività svolte dalle aziende agricole si pone come principio cardine delle politiche europee di sviluppo rurale, in quanto azioni che se correttamente attuate sono in grado di dare un grosso impulso a tutto il sistema socio economico territoriale. L’investimento mira a favorire la pluriattività e la creazione di fonti di reddito alternative e complementari a quello agricolo. Tali finalità potranno essere perseguite mediante:

§         attività agrituristica;

§         recupero di fabbricati da adibire ad attività complementari a quelle agricole;

§         realizzazione di strutture da adibire a spazi culturali e ricreativi;

§         azioni dirette al recupero ed alla valorizzazione di produzioni tradizionali e tipiche, allo scopo di salvaguardare il paesaggio rurale e le attività artigianali tipiche; realizzazione e recupero di piccoli impianti di trasformazione e commercializzazione e di piccoli laboratori artigianali.

Interventi ammissibili:

§         acquisizione, costruzione e recupero di strutture ed immobili;

§         acquisto e realizzazione di impianti, macchinari, attrezzature, arredi e beni materiali in genere connessi allo svolgimento dell’attività diversificata;

§         spese di progettazione.

Beneficiari: Imprenditori agricoli singoli o associati. In particolare per quanto riguarda l’attività agrituristica, beneficiari del sostegno pubblico sono gli imprenditori agricoli – singoli o associati – di cui all’art. 2135 del Codice civile ed i familiari di cui all’art. 230/bis del Codice civile, regolarmente iscritti nei ruoli previdenziali ai sensi della legge 2 agosto 1990, n° 233 ed al Registro delle imprese di cui all’art. 2188 del Codice civile (legge 29 dicembre 1993, n° 580, art. 8), che intendono praticare l’attività agri-turistica ai sensi della L.R. 23 giugno 1998, n° 18.

Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo. Per tale tipo di aiuti sarà applicato il criterio “de minimis”.

Elemento differenziale %

Intensità max. %

Feoga%  *

 

Zona non svantaggiate

40

50

Zona svantaggiate

50

50

Zona non svantaggiate Agric. Under 40

45

50

Zona svantaggiate Agric. Under 40

55

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

Saranno individuati con precisione nel complemento di programmazione:

§         massimali di spesa e massimali d’investimento globale sovvenzionabile;

§         criteri di redditività economica;

§         condizioni di ammissibilità;

§         criteri per l’individuazione delle competenza professionali;

§         rispetto delle condizioni di cui all’art. 5 secondo trattino Reg. 1257/99: (requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali)

 


Misura 4.13

Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 5° trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto.

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivo di misura: Interventi finalizzati direttamente a migliorare l’economia e  la qualità della vita nelle aree rurali, attraverso iniziative di primario interesse per la vita stessa della popolazione, quali l’assistenza sanitaria, trasporto da e verso i centri maggiori, servizi di sostituzione, assistenza fiscale, assistenza agli anziani e all’infanzia, interventi atti a favorire una residenzialità diffusa nel territorio, lo sviluppo economico delle attività agricola in termini di redditività e qualificazione delle produzioni.

Interventi ammissibili:

§         creazione di una rete di servizi alla popolazione;

§         creazione di sportelli informativi;

§         creazione di reti telematiche;

§         attivazione di un servizio pubblico per la diagnosi precoce delle mastiti subcliniche, a salvaguardia della qualità dei prodotti e del reddito delle popolazioni rurali;

§         realizzazione di infrastrutture fisiche, compreso il potenziamento di una rete di laboratori, per l’analisi microbiologica e igienico sanitaria del latte e dei prodotti da questo derivati.

Beneficiari: Imprenditori singoli o associati, Enti pubblici, Associazioni degli allevatori, Consorzi intercomunali, Comunità montane, Gruppi di azione locale, Organismi di partenariato istituzionale, economico e sociale.

Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo. La differenziazione sarà basata sulla condizione che il servizio si esplichi con o senza ritorno economico per i beneficiari finali:

Elemento differenziale %

Intensità max. %

Feoga%  *

 

Servizi alla popolazione senza ritorno economico per i beneficiari

100

50

Servizi alla popolazione con ritorno economico per i beneficiari

75

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

 


Misura 4.14

Rinnovamento e miglioramento dei villaggi e protezione e tutela del patrimonio rurale

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 6° trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto.

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi.

Obiettivo di misura: Consolidare, estendere e qualificare il patrimonio archeologico, architettonico, storico-artistico, paesaggistico, archivistico e bibliografico, nonché quello relativo alle attività di spettacolo e di produzione/animazione culturale quale strumento di sviluppo qualificato e equilibrato anche nei territori rurali.

Migliorare la qualità dell’offerta di servizi culturali per moltiplicare, qualificare e diversificare l’offerta di strutture e di servizi, per i consumi culturali.

L’intervento riguarderà i centri minori e il patrimonio naturali che li circonda.Gli interventi di cui alla presente misura non saranno finanziati nell’ambito delle misure 4.15 e 4.20

Interventi ammissibili:

§         creazione di musei della civiltà contadina e di archeologia industriale;

§         valorizzazione del patrimonio naturale e rurale a fini turistici, culturali o didattici;

§         centri di informazione ed altre infrastrutture turistiche;

§         recupero di borghi,case rurali e  valorizzazione delle stesse;

Beneficiari: Enti pubblici e loro consorzi, Consorzi intercomunali, Comunità montane, Gruppi di azione locale, Organismi di partenariato istituzionale, economico e sociale.

Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo. La differenziazione sarà basata sulla zonizzazione e sul dato anagrafico (zone svantaggiate o soggette a vincoli ambientali e giovani agricoltori under 40), secondo la seguente tabella:

Elemento differenziale %

Intensità max. %

Feoga%  *

 

Conservazione e nuova realizzazione patrimonio non produttivo

100

50

Conservazione e nuova realizzazione patrimonio produttivo zone non svantaggiate

60

50

Conservazione e nuova realizzazione patrimonio produttivo zone svantaggiate

75

50

Utilizzo di materiali tradizionali che rispettino le caratteristiche architettoniche

100

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

 


Misura 4.15

Incentivazione di attività turistiche e artigianali

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 10° trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto.

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivi della misura: Sostegno alla diversificazione delle attività economiche locali all’esterno dell’azienda, che riguarderà le piccole e medie imprese manifatturiere, il turismo rurale, l’artigianato, attraverso l’erogazione di servizi reali, progettati e realizzati da strutture pubbliche, private o miste, preferibilmente locali, in modo da accrescere le capacità progettuali in loco.

Interventi ammissibili:

§         promozione di attività artigianali locali e tipiche;

§         attività manifatturiere tradizionalmente presenti nel territorio;

§                  adeguamento, ampliamento e realizzazione di strutture turistico ricettive e ricreative in aree rurali;

§         adeguamento, ampliamento e realizzazione di strutture complementari connesse alle strutture turistico ricettive;

§         realizzazione di reti d’imprese per la promozione e la gestione dell’offerta turistica rurale a livello locale;

Beneficiari: Imprenditori singoli o associati, Enti pubblici e loro consorzi, Consorzi intercomunali, Comunità montane, Gruppi di azione locale, Organismi di partenariato istituzionale, economico e sociale.

Intensità degli aiuti: Possono esser accordati aiuti per investimenti produttivi realizzati da privati pari a un massimo di 100.000 Euro per beneficiario e per triennio, rispettando la regola del “de minimis”. L’intensità massima degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili La differenziazione sarà basata sulla zonizzazione e sul dato anagrafico (zone svantaggiate o soggette a vincoli ambientali più 10% e giovani agricoltori under 40 più 5%). Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo secondo la seguente tabella:


 

Elemento differenziale %

Intensità max. %

Feoga%  *

 

Zone non svantaggiate

40

50

Zone svantaggiate

50

50

Per la conservazione del patrimonio non produttivo

100

50

Per la conservazione del patrimonio produttivo

75

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

 


Misura 4.16

Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla silvicoltura, alla conservazione delle risorse naturali, nonché al benessere degli animali

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 11° trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto.

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivi della misura La strategia della misura consiste nella costruzione di sistemi di gestione che a livello locale, colleghino attività di tutela, manutenzione, recupero ambientale con le attività produttive(agricole ,artigianali, turistiche) e generino al tempo stesso sia conservazione e qualità, sia reddito e occupazione, partendo dalle vocazioni del territorio di riferimento.

Interventi e spese ammissibili:

§         restauro conservativo di aree e siti di particolare interesse ambientale e paesaggistico;

§         realizzazione di percorsi ed itinerari turistici;

§         interventi diretti alla prevenzione e recupero di aree soggette a degrado ambientale.

Beneficiari: Imprenditori singoli o associati, Enti pubblici e loro consorzi, Consorzi intercomunali, Comunità montane, Gruppi di azione locale, Organismi di partenariato istituzionale, economico e sociale.

Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo. La differenziazione sarà basata sulla zonizzazione e sul dato anagrafico (zone svantaggiate o soggette a vincoli ambientali e giovani agricoltori under 40), secondo la seguente tabella:

Elemento differenziale %

Intensità max. %

Feoga%  *

 

Conservazione e nuova realizzazione patrimonio non produttivo

100

50

Conservazione e nuova realizzazione patrimonio produttivo zone non svantaggiate

60

50

Conservazione e nuova realizzazione patrimonio produttivo zone svantaggiate

75

50

Utilizzo di materiali tradizionali che rispettino le caratteristiche architettoniche

100

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

 

Misura 4.17

Ricostituzione del potenziale agricolo danneggiato da disastri naturali e introduzione di adeguati strumenti di prevenzione

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 12° trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto.

Tipologie di finanziamento: contributo pubblico complessivo

Obiettivi della misura L’intervento è destinato ad aziende agricole situate all’interno di zone delimitate, individuate dagli organismi competenti, per i danni subiti dalle colture, dalle scorte vive e morte, dalle strutture e dalle attrezzature delle aziende, in seguito a calamità naturali.

Interventi e spese ammissibili:

§         spese relative al ripristino delle strutture aziendali danneggiate da calamità naturali;

§         costruzione di opere e l’acquisto di attrezzature e impianti per la prevenzione;

§         in certi casi saranno ammesse a finanziamento le spese per interventi consentiti dagli Orientamenti Comunitari per gli Aiuti di Stato vigenti.

Gli interventi verranno realizzati secondo la deliberazione della Giunta regionale 28.12.1999 – 52/32, notificata alla Commissione UE in data 25.01.2000, Protocollo 0028/3.5.5.16 e considerati applicabili con Decisione della Commissione UE D/103854 del 25 maggio 2000.

Beneficiari: Imprese agricole, imprese di trasformazione

Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale dei danni subiti fino a un massimo del 100%. Non sarà ammessa alcuna forma di compensazione per qualsiasi risarcimento percepito a titolo di un contratto di assicurazione, né per le spese sostenute per i premi assicurativi.

Elemento differenziale %

Intensità max. %

Feoga %

*

Indennizzo dei danni materiali

100

50

Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se collettivi

100

50

Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se aziendali zona svantaggiata

50

50

Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se aziendali zona non svantaggiata

40

50

Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se aziendali zona svantaggiata agric. Under 40

55

50

Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se aziendali zona non svantaggiata agric. Under 40

45

50

* sulla quota di finanziamento pubblico


 


Misura 4.18

Formazione

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo III art.9

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto.

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivi della misura: Gli interventi finanziabili sono diretti a garantire agli agricoltori ed alle altre persone coinvolte in attività agricole o forestali o comunque connesse per la loro attività e la loro professione con lo sviluppo rurale, il perseguimento del miglioramento delle proprie conoscenze e capacità professionali, in un’ottica di formazione permanente.

Tali attività formative dovranno orientare la componente umana del mondo rurale alle innovazioni derivanti non solo dall’applicazione di metodi produttivi sostenibili e compatibili con la conservazione del paesaggio, ma anche da quelle derivanti dalla conclusione di trattati internazionali, dall’attuazione di politiche comunitarie, dall’implementazione di politiche dirette a favorire la pluriattività e la multifunzionalità dell’agricoltura.

Interventi ammissibili:

§         Spese di ideazione e progettazione dell’intervento formativo

§         Spese per docenze e collaborazioni professionali

§         Spese per acquisto attrezzature e supporti didattici

§         Spese connesse ai corsisti

§         Spese generali relative ai corsi.

Beneficiari: Amministrazione regionale, organismi e enti pubblici e privati con adeguate esperienze nel settore della formazione professionale dei settori interessati, selezionati attraverso bandi pubblici.

Intensità degli aiuti: l’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo. Eventuali contributi ad associazioni di produttori o ad altre organizzazioni devono essere limitati ai costi della prestazione del servizio di formazione. Non può essere erogato un aiuto superiore a 100.000 Euro per beneficiario per un periodo di tre anni.

Intensità max
%

Feoga % *

 

100

50

* sulla quota di finanziamento pubblico

 

Misura 4.19

Ricomposizione fondiaria

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX articolo 33 - secondo trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto.

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivi della misura: La misura tende a porre rimedio alla eccessiva frammentazione fondiaria presente in Sardegna, al fine di migliorare la redditività delle imprese  e favorire anche la nascita e/o la localizzazione di nuove aziende e di attività, con particolare riferimento all’insediamento dei giovani in agricoltura.

In Sardegna la S.A.U. (Superficie Agraria Utile) è ripartita tra un numero molto elevato di aziende tra le quali quelle comprese nelle classi di ampiezza fino a 5 ettari costituiscono circa il 70% del totale, con un picco rappresentato dalla classe di ampiezza con meno di un ettaro che racchiude, da sola, oltre un terzo delle aziende. Questo tessuto di microaziende caratterizza l’agricoltura sarda determinando una delle principali cause di debolezza strutturale del settore.

Pertanto, in situazioni così caratterizzate la ridefinizione dell’assetto fondiario mira, come già detto, ad incrementare l’efficienza nell’organizzazione aziendale ed alla valorizzazione delle capacità imprenditoriali degli agricoltori. L’obiettivo minimo che si intende raggiungere con tale misura è una dimensione media aziendale almeno uguale a quella attuale delle altre regioni dell’Obiettivo 1 pari a 5,2 Ha.

Intensità degli aiuti: l’intensità massima degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto s’intende un contributo pubblico sul costo totale complessivo.

Nell’ambito dei costi del riordino fondiario, l’acquisto del terreno non può superare il 25% del costo totale, rispettando un  livello di aiuto pubblico massimo del 40% nelle aree svantaggiate e del 30% nelle altre aree. Per gli investimenti immateriali l’intensità massima dell’aiuto pubblico ammissibile è del 100%. In tutti i casi il tasso di partecipazione comunitaria sul costo totale ammissibile è del 50%.

Interventi ammissibili: Nell’ambito di specifici programmi regionali di riordino fondiario che comporteranno interventi per opere infrastrutturali a carattere interaziendale, si prevede di realizzare singoli interventi di ricomposizione fondiaria (attraverso permute, ampliamenti ed accorpamenti) che consentano il conseguimento di specifici obiettivi imprenditoriali.

Per la definizione del programma di riordino fondiario, la Regione terrà conto delle caratteristiche delle zone interessate, il loro indice di frammentazione, le potenzialità di crescita delle aziende allocate, il livello di disoccupazione, le possibili sinergie con le altre politiche di sviluppo adottate. La presente misura, collegata con le altre misure del POR (strade rurali - razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche - estendimento rete elettrica a bassa e media tensione) permetterà di realizzare interventi integrati di ricomposizione territoriale.

Nel rispetto di tali finalità verrà data priorità ai progetti presentati da giovani agricoltori di età compresa tra i 18 e 40 anni.

Le specifiche azioni per la realizzazione della misura prevedono due tipologie di investimento:

A)    investimenti immateriali:

l         indagini e studi per la predisposizione del programma di riordino fondiario;

l         indagini e studi per la definizione delle eventuali esigenze infrastrutturali.

B)     investimenti materiali finalizzati ai singoli interventi di ricomposizione fondiaria:

l         predisposizione e realizzazione delle permute migliorative e degli eventuali acquisti e assegnazioni di terreni per la formazione e/o l’accorpamento di efficienti aziende agricole.

L’Amministrazione responsabile per l’attuazione dell’intera misura è la Regione, la quale potrà selezionare, secondo la normativa comunitaria e nazionale che regola gli appalti pubblici di servizio, i soggetti specializzati per la realizzazione degli investimenti della tipologia A.

La stessa Regione si avvarrà per la realizzazione degli investimenti del gruppo B. dell’Organismo fondiario nazionale (Ente di diritto pubblico di cui la Legge 153/1975 e della Legge 441/1998), in quanto questa garantisce l’utilizzazione di una procedura di assegnazione dei terreni che consente valutazioni fondiarie congrue, trasparenti ed oggettive e quindi conformi alle normative comunitarie vigenti. Si precisa che tale Organismo non percepirà alcun beneficio, a valere sul contributo pubblico, per l’attività prevista, rientrando questa nei propri computi istituzionali.

L’aiuto pubblico erogato per il tramite del soggetto attuatore si riverserà integralmente sull’agricoltore.Tale Organismo sarà tenuto a dare garanzie per quanto riguarda il monitoraggio del mercato fondiario al fine di evitare qualsiasi fenomeno speculativo.

Modalità d’intervento. In base al programma di riordino fondiario predisposto dalla Regione e ai piani di sviluppo delle singole aziende, l’Organismo fondiario, nel quadro di una apposita convenzione con l’Amministrazione regionale, attua gli interventi di ricomposizione fondiaria legati all’acquisto dei terreni (permute, ampliamenti e accorpamenti). In particolare attraverso lo strumento del leasing immobiliare diretto, l’Organismo fondiario (concedente) permette all’imprenditore agricolo (utilizzatore) di acquisire un terreno, in cambio di un rateo (canone annuale) che sarà agevolato per effetto del cofinanziamento comunitario, il quale agisce sulla riduzione della quota interessi.

L’acquisto e l’assegnazione del bene da parte dell’Organismo fondiario, giustificato da una fattura quietanzata o da un documento contabile avente forza probante equivalente, costituisce la spesa ammissibile al cofinanziamento. Con tale atto si quantifica, si eroga e si conclude l’impegno finanziario pubblico che sarà comunque chiuso entro il periodo utile fissato per la realizzazione delle spese del programma.

L’importo massimo ammissibile al cofinanziamento comunitario non dovrà superare il valore di mercato del terreno dato in leasing.

Il contratto di leasing, che beneficia dell’aiuto comunitario, dovrà comportare una clausola di riacquisto da parte dell’agricoltore e il vincolo della destinazione d’uso del terreno per un periodo di almeno 10 anni.

In caso di mancato acquisto da parte dell’agricoltore, il terreno sarà acquistato dall’Organismo fondiario a garanzia della buona riuscita dell’intervento e l’aiuto verrà restituito.

Beneficiari dell’intervento. L’Amministrazione Regionale. La Regione ritiene necessario incentivare l’azione di accorpamento prevista dalla presente misura destinando alla stessa fino ad un massimo del 25% delle risorse previste dal piano di riordino fondiario a livello del singolo piano di ricomposizione fondiaria.

Per gli interventi di cui alla lettera A l’Amministrazione selezionerà, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale che regola gli appalti pubblici di servizi, i soggetti specializzati per la realizzazione delle indagini e degli studi. Per gli interventi di cui alla lettera B, l’Amministrazione stipulerà una convezione con l’Organismo fondiario nazionale in qualità di soggetto attuatore (Ente di diritto pubblico di cui alla Legge 153/1975 e alla Legge 441/1998), in quanto in grado di garantire l’utilizzazione di una procedura di assegnazione dei terreni che consente valutazioni fondiarie congrue, trasparenti ed oggettive e quindi conformi alle normative comunitarie vigenti.

 


Misura 4.20

Sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali connesse allo sviluppo dell’agricoltura

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX articolo 33 – nono trattino

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: regime di aiuto.

Tipologie di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o interessi

Obiettivi di misura: La presenza di una adeguata rete di infrastrutture nelle zone rurali è elemento indispensabile per ogni ipotesi di sviluppo socio economico del territorio. In particolare una sufficiente dotazione di infrastrutture è condizione indispensabile per realizzare forme di vita e di lavoro più avanzate nei territori rurali. Le opere connesse allo sviluppo dell’agricoltura, in modo specifico, agevolano in modo determinante lo sviluppo territoriale e si pongono come condizione necessaria per ogni ipotesi di rilancio economico sociale dei territori individuati.

Interventi ammissibili:

§         realizzazione di interventi diretti alla realizzazione degli acquedotti rurali;

§         realizzazione di interventi diretti al potenziamento dell’elettrificazione rurale;

§         realizzazione di interventi diretti al potenziamento della viabilità rurale;

Beneficiari: Enti pubblici e loro consorzi, Associazioni di produttori, Imprenditori associati.

Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale complessivo.

Intensità max
%

Feoga % *

90 - per acquedotti rurali e viabilità rurale

50

80 - per elettrificazione rurale

50

* sulla quota di finanziamento pubblico


 


Misura 4.21

Insediamento dei giovani agricoltori

Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo II art.8

Fondo strutturale interessato: FEOGA

Tipo di intervento: Regime di aiuti.

Tipologie di finanziamento: erogazione di un premio “una tantum”.

Obiettivi di misura: La misura si propone di favorire l’insediamento dei giovani in agricoltura, per ridurre il fenomeno dello spopolamento delle aree rurali e creare nuove opportunità di lavoro stabile per le giovani popolazioni. Si propone inoltre di incentivare il ricambio generazionale in agricoltura, innovando e qualificando il tessuto imprenditoriale.

Interventi ammissibili: Concessione del premio unico dell’importo di 25.000 euro per ciascun giovane insediato per la prima volta in azienda.

Beneficiari: Giovani agricoltori che al momento della  concessione del premio  abbiano un’ età compresa tra i 18 ed i 40 anni e che  in qualità di imprenditori singoli o associati, si insediano per la prima volta come capo azienda con piena assunzione di responsabilità gestionale.

I giovani agricoltori devono possedere conoscenze e competenze professionali adeguate.

L’azienda oggetto dell’insediamento deve dimostrare redditività e deve rispettare i requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.

Qualora sia necessario un periodo di adattamento per agevolare l’insediamento del giovane agricoltore o l’adattamento strutturale dell’azienda, viene fissato un termine non superiore ai due anni per il conseguimento dei requisiti richiesti in ordine alle conoscenze e competenze professionali, alla redditività economica dell’azienda ed al soddisfacimento dei requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.

Ulteriori elementi di dettaglio verranno inseriti nei complementi di programmazione.


 

4.1.5. - Asse V – “Città” Inizio Pagina


Misura 5.1.

Politiche per le aree urbane

Asse prioritario: Asse 5 “Città”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 352 Risanamento di aree urbane

Obiettivi Specifici:

§         Rafforzare le potenzialità dei centri urbani, in relazione alle loro dimensioni metropolitane o di centro medio-piccolo, come luogo di attrazione di funzioni e servizi specializzati o come luoghi di connessione e di servizio per i processi di sviluppo del territorio, avendo presente le caratteristiche e le potenzialità specifiche di ciascuna città nel proprio contesto regionale;

§         Aumentare la fruizione dello spazio urbano da parte dei cittadini, sia per l’accrescimento della competitività dei sistemi urbani sia per il rafforzamento della coesione sociale. Migliorare il sistema della mobilità interna ed esterna ai centri urbani, riducendo la congestione, l’inquinamento acustico e l’inquinamento atmosferico. Migliorare la qualità della vita nelle aree urbane, in particolare nelle aree periferiche e in quelle dismesse con particolare attenzione ai bisogni dell’infanzia, all’integrazione sociale e alla lotta alla marginalità;

§         Riqualificare, rinnovare e rifunzionalizzare il tessuto edilizio urbano, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche con particolare attenzione al recupero dei centri storici e dei centri minori;

Contenuto tecnico

La misura è articolata in tre azioni:

Politiche per le aree urbane maggiori - L’azione è finalizzata a promuovere e sostenere interventi nei poli urbani principali per riorganizzare, potenziare e specializzare gli assetti urbani per lo sviluppo di funzioni rare, attività innovative, funzioni terziarie di rango elevato e funzioni di servizio ad elevato contenuto informativo (Direzionali, culturali, espositivo – fieristiche, congressuali ecc.).

Tale azione comprende operazioni complesse e strategiche di riorganizzazione urbana, di rilocalizzazione integrata delle attività terziarie e direzionali ad elevato impatto sull’assetto urbano con interventi con ricadute nel settore infrastrutturale, terziario, commerciale e dei servizi. L’insieme degli interventi, ed il coordinamento degli stessi, dovrà essere compreso in programmi complessi (Programmi di Recupero Urbano, Programmi Integrati, Programmi di Riqualificazione Urbana, Contratti di Quartiere, P.R.U.S.S.T.) per i quali sarà decisivo il partenariato pubblico/privato , di cui occorrerà definire dettagliatamente, nel Complemento di Programma, le procedure di attivazione, le forme organizzative, la programmazione a medio e lungo termine ecc..

Le linee strategiche di sviluppo urbano previste per questi centri costituiranno il quadro di coerenza per i singoli interventi nell’ottica di uno sviluppo sostenibile dell’ambiente urbano e saranno elaborate in un processo aperto e partenariale che coinvolga soggetti rappresentativi del tessuto sociale e produttivo e con adeguata partecipazione dei cittadini. Dovranno definire i fabbisogni locali e stabilire priorità d’intervento, prevedendo indicatori adeguati per rappresentare la situazione economica, sociale ed ambientale. Le linee strategiche saranno comunicate al Comitato di sorveglianza del programma entro il 30.6.2001

Politiche nelle aree urbane di media dimensione - L’azione è finalizzata a promuovere e sostenere investimenti nei centri di media dimensione, anche tramite politiche di riqualificazione urbana, che incrementino la dotazione delle infrastrutture di servizio per le imprese e per le famiglie dell’area vasta di gravitazione del polo urbano.

Tale azione comprende interventi di completamento e miglioramento della maglia delle infrastrutture urbane, soprattutto secondarie (ad esempio strutture per la cultura, per lo sport, lo spettacolo ed il tempo libero, per i servizi sociali e socio – sanitari pubblici o privati a valenza sovracomunale) nelle città intermedie, da collegare in rete in un’ipotesi di organizzazione sistemica dei servizi alle famiglie (come quelli previsti nelle misure 3.5, 3.6, 3.7 e 5.2) ed alle imprese (come quelli previsti nella misura 4.1). Gli interventi verranno attuati con programmi integrati, di iniziativa comunale, di recupero e riqualificazione delle infrastrutture e dei servizi pubblici, di potenziamento dei servizi a valenza strategica, soprattutto quelli di diretto servizio di distretti produttivi e sistemi locali facenti riferimento al centro stesso, e di adeguamento dei servizi di quartiere (specificamente quelli sociali in stretto collegamento con gli interventi previsti nella misura 5.2.)

Rafforzamento dei centri minori - L’azione vuole realizzare la messa in rete delle diverse attrezzature di servizio presenti nei piccoli centri del territorio che, pur non avendo le caratteristiche di cui sopra, svolgono nondimeno un ruolo importante di presidio del territorio o di riferimento per aggregazioni produttive, tali da renderli assimilabili a centri urbani intermedi. Gli interventi saranno rivolti a promuovere servizi di rete in un’ottica di miglioramento della qualità della vita nonché la coesione e l’identità del bacino territoriale facente riferimento al centro, offrire un’immagine omogenea di ognuno dei sistemi, fare marketing a scopi turistici e promozionali per aumentare l’attrattività nei confronti degli investitori nei settori produttivi, realizzare pacchetti integrati di offerta nei servizi.

Tale azione comprende la predisposizione di progetti pilota, per i piccoli centri urbani, uno per provincia, basati su azioni per lo sviluppo quali:

§         Reti organizzative di cooperazione intercomunale tra centri urbani minori per l’integrazione dei servizi scolastici, culturali e sociali;

§         Reti organizzative di cooperazione intercomunale tra centri urbani minori per la realizzazione di interventi innovativi nei settori della tutela ambientale e nell’ottimizzazione dell’offerta di spazi e servizi per le attività produttive;

§         Reti organizzative di cooperazione intercomunale tra centri urbani minori per la riqualificazione ed il recupero del tessuto insediativo dei centri minori (in particolare dei centri storici).

Coerentemente con quanto previsto nel QCS e nel capitolo III del P.O.R., il complemento di programmazione identificherà in maniera puntuale i centri urbani per i quali sono ammissibili interventi a titolo del presente asse. Inoltre il complemento dovrà chiaramente individuare i criteri di priorità e selezione delle proposte provenienti dagli Enti locali, che tengano conto dei criteri e indirizzi individuati dal QCS in merito.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, EE.LL.,.          
Regimi d’aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente o per conto di tale ente.  Nessun aiuto di Stato sarà accordato in base a questa misura ai sensi dell’art 87.1 del Trattato CE.

 

Misura 5.2.

La qualità della vita nelle città: miglioramento dell’offerta di servizi sociali, assistenziali

Asse Prioritario: Asse 5 “Città”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 22, 36.

Obiettivi specifici:

§         Rafforzare il capitale sociale in ambito urbano mediante il soddisfacimento dei bisogni sociali di base, la riduzione del tasso di esclusione, la promozione dell’economia sociale, la qualificazione dei servizi, la definizione di nuove figure professionali in ambito sociale, anche attraverso la qualificazione della Pubblica Amministrazione.

Contenuto tecnico: la misura è finalizzata:

§         a rendere più vivibili quartieri e città incrementando la dotazione di servizi alla persona ed alla comunità intervenendo, in via prioritaria, nei centri urbani dove maggiore è il disagio sociale (alti tassi di povertà, di disoccupazione, di criminalità) e la carenza di strutture e di servizi;

§         a sviluppare e/o creare infrastrutture per servizi e spazi per il benessere di alcune categorie (bambini, giovani, anziani, portatori di handicap);

§         all’attuazione di nuove forme di assistenza, quali la telemedicina, finalizzate a migliorare l’offerta di salute soprattutto nei confronti di coloro che sono vittime, oltre che dell’ handicap fisico anche della situazione di svantaggio derivante dal risiedere in zone geograficamente isolate e carenti di servizi

La misura comprende varie tipologie di interventi quali: l’acquisizione e/o l’adeguamento di edifici inutilizzati o sotto utilizzati pubblici o privati, nonché la costruzione di nuove strutture finalizzate alla creazione di Centri per il recupero del disagio sociale e di spazi a misura di bambini, giovani e anziani in cui ubicare iniziative culturali e sociali; la realizzazione di una rete di servizi a carattere semiresidenziale (Centri diurni) finalizzata al miglioramento delle condizioni di vita dei disabili gravi e ad una più equilibrata ripartizione del lavoro di cura a vantaggio delle famiglie di provenienza; il potenziamento dell’offerta di asili nido e servizi per l’infanzia.

È opportuno sottolineare la sinergia con la misura 6.3 “Interventi nel settore telematico” dove è previsto il finanziamento di tecnologie per il controllo a distanza della salute attraverso il monitoraggio dei parametri sanitari (telemedicina), sempre con la finalità di perseguire il miglioramento della qualità della vita della popolazione anziana e dei disabili.

La misura presenta notevoli interrelazioni con la misura 3.10 dell’Asse 3 A per gli aspetti relativi al sostegno e promozione del lavoro autonomo in settori legati al miglioramento della qualità della vita; è inoltre strettamente collegata alla misura 5.3 per il necessario raccordo con le linee formative predisposte all’interno della suddetta misura.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, EE.LL., Enti assistenziali senza fine di lucro.

Regimi d’aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente o per conto di tale ente. Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 5.3.

Formazione per le misure dell’asse

Asse Prioritario: Asse 5 “Città”

Fondo strutturale interessato: FSE

Codice: 23 Potenziamento dell’istruzione e della formazione professionale

Obiettivi specifici:

§         Rafforzare il capitale sociale in ambito urbano mediante il soddisfacimento dei bisogni sociali di base, la riduzione del tasso di esclusione, la promozione dell’economia sociale, la qualificazione dei servizi, la definizione di nuove figure professionali in ambito sociale, anche attraverso la qualificazione della Pubblica Amministrazione.

Contenuto tecnico:

§         Creazione, in ambito regionale, di una qualificata e adeguata rete di operatori esperti di tecniche e metodologie della formazione in ambito socio-sanitario, che sia valido supporto e punto di riferimento costante per tutto il comparto;

§         Favorire, da parte degli operatori socio-sanitari, l’acquisizione e/o il miglioramento di competenze ed abilità che consentano loro, nei diversi settori di intervento, di rispondere ai bisogni dell’utenza in maniera efficace e globale adeguando al contesto organizzativo nuovo ed integrato, le modalità di interazione e comunicazione all’interno delle varie équipes socio-assistenziali e nei confronti dell’utenza.

La misura riguarda l’attività di formazione continua e di aggiornamento degli operatori del Servizio Sanitario Regionale, dei Servizi sociali dei Comuni, di Cooperative, Associazioni, Imprese sociali e Volontariato (quelli per i quali si prevede l’inserimento nell’ambito di progetti regionali di miglioramento dell’assistenza socio-sanitaria) finalizzata all’attivazione e sviluppo dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari integrati. Essa interviene, quindi, per lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze professionali rispetto alle innovazioni gestionali ed organizzative delle strutture e dei servizi ed alla necessità di adeguare le prestazioni:

§         ai progressi della ricerca scientifica e tecnologica;

§         al mutare del contesto giuridico e normativo;

§         alla ridefinizione dei ruoli professionali e di responsabilità nel sistema;

§         all’evoluzione della domanda di salute dei cittadini.

La misura prevede principalmente interventi di:

§         formazione dei formatori che verrà realizzata in stretto collegamento con la misura 3.5;

§         formazione continua e aggiornamento nel settore dell’assistenza domiciliare per anziani e disabili;

§         formazione continua e aggiornamento nel settore materno - infantile;

§         formazione continua e aggiornamento nel settore dell’assistenza educativa territoriale;

§         formazione continua e aggiornamento nel settore della tutela della salute mentale;

§         formazione continua e aggiornamento nel settore delle tossicodipendenze;

§         formazione continua e aggiornamento nel settore della riabilitazione;

§         formazione tecnica e aggiornamento per l’uso di nuove attrezzature e tecnologie.

Gli interventi formativi, in relazione alla particolarità e rilevanza dei settori considerati saranno realizzati ricorrendo ad enti, società ed agenzie in possesso di adeguate capacità formative nel settore dell’assistenza socio – sanitaria, certificate in ambito nazionale e selezionate mediante bandi pubblici emanati nel rispetto delle direttive comunitarie.

La misura presenta forti interrelazioni con la misura 3.4 dell’Asse 3B per gli aspetti concernenti la formazione degli operatori impegnati nell’inserimento sociale e lavorativo dei disabili.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, Enti pubblici, organismi di volontariato.

Regimi d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.


 

4.1.6. - Asse VI – “Reti e nodi di servizio” Inizio Pagina

Misura 6.1.

Corridoio plurimodale Sardegna – Continente

Asse Prioritario: Asse 6 “Reti e nodi di servizio”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 31 Infrastrutture dei Trasporti

Obiettivi specifici:

§         Rafforzare i collegamenti di nodi e terminali a livello locale con le reti nazionali, al fine di agevolare i flussi di merci, risorse finanziarie e capitale umano da e verso il Mezzogiorno (con particolare attenzione, soprattutto nel settore delle merci, al legame fra dotazione e articolazione delle infrastrutture (reti e nodi) e qualità e articolazione dei servizi erogabili), nel rispetto degli standard di sicurezza e in materia di inquinamento atmosferico e acustico, degli obiettivi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica (accordi di Kyoto) e dei criteri di minimizzazione degli impatti sulle aree naturali e sul paesaggio.

§         Rafforzare e migliorare l’interconnessione delle reti a livello locale, elevando la qualità dei servizi, aumentando l’utilizzo delle strutture trasportistiche esistenti, generando effetti benefici per le famiglie e le imprese, in modo soprattutto da soddisfare la domanda proveniente dalle attività economiche.

§         Realizzare e adeguare i collegamenti dei nodi alle reti nazionali e internazionali (collegamento delle città con gli aeroporti, collegamento di aree in fase di forte sviluppo e di città capoluogo con la rete ferroviaria nazionale), nel rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni e dei criteri di minimizzazione degli impatti ambientali.

§         Perseguire il riequilibrio modale sia sul versante urbano e metropolitano (infrastrutture per il trasporto di massa in sede fissa), sia sul versante del trasporto merci (ferroviario, nella definizione degli itinerari e dei nodi di interscambio; marittimo, con particolare riferimento alle infrastrutture necessarie per dare impulso al cabotaggio).

Perseguire l’innovazione dei metodi gestionali delle reti materiali e immateriali, ottimizzare l’uso delle infrastrutture disponibili e massimizzare gli effetti derivanti dal loro potenziamento, elevandone qualità, efficienza e sicurezza in un contesto generale di trasparenza di gestione e di apertura al mercato (nel trasporto pubblico locale, nei porti, ecc.).

Contenuto tecnico: La misura verrà attuata in stretta conformità con i criteri e indirizzi di attuazione previsti al paragrafo 3.2.6.5 del POR. Senza pregiudicare la possibile revisione del POR, in seguito all'adattamento dello strumento di programmazione regionale dei Trasporti, gli interventi si concentreranno sulle seguenti azioni:

a)    Consentire la piena operatività delle portualità industriali e delle strutture inter-modali sin qui realizzate, a partire dall'obiettivo di un inserimento dell'isola entro le rotte mondiali del transhipment;

b)    ricondurre allo standard autostradale l'itinerario Cagliari-Porto Torres/Olbia, ottimizzando l'accessibilità agli snodi portuali e alle principali polarità;

c)    Elevare agli standard medi europei la maglia viaria di valenza regionale, aggredendo il fenomeno del doppio isolamento dei contesti più periferici.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, ANAS, Consorzi Industriali.

Regimi d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 6.2.

Accessibilità e governo della mobilità entro i maggiori contesti urbani

Asse Prioritario: Asse 6 “Reti e nodi di servizio”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 31 – Infrastrutture dei Trasporti

Obiettivi specifici:

§         Perseguire il riequilibrio modale sia sul versante urbano e metropolitano (infrastrutture per il trasporto di massa in sede fissa), sia sul versante del trasporto merci (ferroviario, nella definizione degli itinerari e dei nodi di interscambio; marittimo, con particolare riferimento alle infrastrutture necessarie per dare impulso al cabotaggio).

La capacità direzionale delle forti polarità di Cagliari e Sassari, luoghi deputati di aggregazione dei principali fattori di localizzazione degli investimenti e delle attività produttive, è gravemente inficiata da fenomeni di congestione difficilmente affrontabili ove si mantengano le attuali soglie di utilizzo del mezzo privato (tra l’85% ed il 90% del totale della mobilità di conurbazione). La misura verrà attuata in stretta conformità con i criteri e indirizzi di attuazione previsti al paragrafo 3.2.6.5 del POR.

Senza pregiudicare la possibile revisione del POR, in seguito all'adattamento dello strumento di programmazione regionale dei Trasporti, gli interventi si concentreranno, coerentemente alle linee di riforma del trasporto pubblico locale (L.442/98), sulle linee di tramvia veloce da realizzarsi nell’ambito dei centri urbani di Cagliari e Sassari, operanti entro sedi riservate in parte coincidenti col preesistente tessuto di linee ferroviarie, per le quali occorrerà inoltre procedere ad interventi di potenziamento degli standard di servizio in essere.

Anche ai sensi delle citate linee di riforma l’intero sistema dovrà inoltre completarsi tramite le tecnologie della “mobilità intelligente” e l’integrazione ai modi della mobilità collettiva su gomma, a partire da opportuni sistemi “a pettine” che estendono il fronte di servizio della rete massimizzando la concorrenzialità del sistema.

Come verrà puntualmente definito in sede complementi di programma, fondamentali riferimenti per l’individuazione delle priorità di intervento saranno rappresentati

§         dal “prerequisito” della progettazione esecutiva ex lege 109/94 e successive modifiche;

§         dalla coerenza con le indicazioni del Piano Regionale e del Piano Provinciale dei Trasporti;

§         dalla capacità di velocizzare/ottimizzare la concorrenzialità della mobilità collettiva, rispetto al modo privato;

§         dalla conseguente capacità di ridurre la quantità di inquinanti presenti entro i congestionati contesti urbani.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, EE.LL., Aziende di Trasporto Pubblico.

Regimi d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

Misura 6.3.

Società dell'informazione

Asse Prioritario: Asse 6 “Reti e nodi di servizio”

Fondo strutturale interessato: FESR

Codice: 32: Infrastrutture per le telecomunicazioni e società per l’informazione.

Obiettivi specifici:

§         Sostenere e diffondere la società dell’informazione con particolare riferimento ai settori della pubblica amministrazione, dell’educazione pubblica e dei sistemi produttivi

Contenuto tecnico: La misura verrà attuata in stretta conformità con le disposizioni previste paragrafo 3.2.6.5 del POR.

Senza pregiudicare la possibile revisione del POR, gli interventi si concentreranno sulle seguenti azioni:

§         Realizzazione della nuova Rete Telematica dell’Amministrazione Regionale 
Consiste nella creazione di una rete di trasporto ad alta velocità in grado di supportare traffici di tipo eterogeneo e di fornire un supporto valido per l’interconnessione dei vari sistemi di telecomunicazioni territoriali: una rete aperta e standard in grado di evolvere e di garantire flessibilità di gestione e riconfigurazione associata al massimo grado di scalabilità per adeguarla coerentemente nel tempo alle necessità di incremento di velocità man mano che ciò avrà a verificarsi; ciò al fine di assicurare la massima longevità della struttura, associata alla salvaguardia degli investimenti effettuati.   
L’esigenza a cui l’intervento risponde è quella di realizzare una rete a larga banda per l’integrazione di traffici eterogenei di varia natura e per lo sviluppo di servizi innovativi quali, oltre a quelli da attivare attraverso il POR:

l         Supporto di tutte le applicazioni gestionali.

l         Supporto delle applicazioni amministrative (es. gestione dei bilanci).

l         Collegamento di tutti gli uffici periferici (CORECO e COCICO, attualmente in ambiente IBM AS400).

l         Servizi di posta elettronica per la gestione di documenti e testi.

l         Supporto delle applicazioni territoriali in fase di realizzazione.

l         Attivazione della videoconferenza.

l         Integrazione con sistemi informativi esistenti realizzati secondo standard attuali.

Nel medio e lungo termine la rete dovrà poi veicolare i seguenti servizi:

§         Integrazione del progetto di monitoraggio della spesa.

§         Interconnessione delle LAN degli Ispettorati Agrari

§         Accesso a banche dati (es. consultazione della Gazzetta o dei Bollettini ufficiali).

§         Servizi sanitari avanzati.

§         Gestione del servizio Centro Unico Prenotazione (CUP).

§         Gestione delle esigenze di connettività per i Servizi Statistici.

§         Servizi Internet sia come Service Provider interno che come utente.

§         Servizi integrati realizzati di concerto con enti pubblici e privati.

§         Supporto al Piano Telematico,

L’intervento consisterà in buona parte nel riutilizzo delle linee dedicate ad alta velocità già utilizzate dalla Regione per la fonia, attrezzandole opportunamente per la trasmissione congiunta di fonia e dati realizzando dei “circuiti virtuali permanenti” (PVC) fra due siti qualsiasi del territorio. In maggior dettaglio si richiede al fornitore del trasporto di fornire, in ogni sede centrale e periferica della Amministrazione Regionale, punti di connessione alla rete. In tal modo, l’Amministrazione Regionale, investendo in apparati telematici terminali potrà ottenere un migliore sfruttamento delle linee per fonia da essa già prese in affitto dall’operatore telematico (liberamente scelto), ottenendo al contempo un sensibile risparmio grazie alla possibilità di dismettere le attuali linee dati tecnologicamente obsolete.

§         Interventi per la realizzazione di infrastrutture e servizi per la RUPAR
La Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Regionale è finalizzata a garantire che qualsiasi utente operante su di un sistema ad essa connesso possa accedere, purché debitamente autorizzato ed in condizioni di sicurezza, ai dati ed alle procedure residenti su qualsiasi altro sistema connesso. Ciò in modo indipendente dalle reti attraversate e dalle tecnologie in esse impiegate. La realizzazione della RUPAR avverrà, in pieno accordo con l’Autorità per l’informatica nella Pubblica Amministrazione, nel rispetto della logica delle “porte di Interscambio”, come definite, più in dettaglio, in ambito RUPA e ulteriormente descritte, per quanto attiene gli aspetti locali, nel documento tecnico allegato al Piano Informatico Telematico regionale. Secondo tale metodologia, lo scambio bidirezionale delle informazioni tra Domini avverrà, in condizioni di massima sicurezza, utilizzando due punti centralizzati – le porte di Interscambio – per l’input e per l’output.    
Tale rete permetterà, grazie alla sua versatilità e apertura, di collegare tra loro, attivando in modo sicuro lo scambio di informazioni tra l’Amministrazione Regionale, gli Enti Locali della Sardegna e la Pubblica Amministrazione centrale, attraverso una serie di servizi “minimali” quali:

l         posta elettronica,

l         trasferimento file,

l         terminale virtuale,

l         accesso a News, a World Wide Web ed alla rete Internet,

l         corredati di servizi di gestione e supporto (DNS, Directory Service, Tempo ufficiale, Call Center, Formazione).

Oltre a questi servizi, la RUPAR (e, come sua parte, la Rete dell’Amministrazione Regionale) permetteranno la realizzazione degli altri progetti della misura.

Come primo passo si sono individuati sette poli principali di concentrazione corrispondenti con i principali centri amministrativi. Dal punto di vista tecnico, il ventaglio dei servizi di trasporto necessari alla realizzazione della Rete può essere diviso in tre livelli: quello fisico, quello dei circuiti, ed il servizio a livello di rete. Per quanto attiene il livello dei circuiti, i servizi potrebbero essere descritti come circuiti virtuali permanenti (PVC) fra due siti qualsiasi del territorio. In maggior dettaglio si richiede al fornitore del trasporto di fornire, in ogni sede centrale e periferica della Amministrazione Regionale, punti di connessione alla rete. Il servizio di trasporto comprende anche (a livello fisico) circuiti diretti numerici e analogici (CDN, CDA) fra due siti per la connessione diretta fra sedi diverse di una stessa Amministrazione.

§         Interventi per l’informatizzazione dei sistemi di archiviazione e protocollo della P.A. al fine di favorire la trasparenza e l’accesso agli atti amministrativi.        
L’intervento intende realizzare i presupposti per consentire ai vari uffici delle P.A. di comunicare fra loro, e con l’apparato regionale, per l’espletamento della normale attività amministrativa, superando l’ostacolo della distanza fisica attraverso gli strumenti della telematica. Punto cardine del progetto è l’attivazione in via sperimentale presso alcuni siti pilota delle procedure per il trattamento e il trasferimento di documenti “elettronici” aventi valore legale, con l’obiettivo di estendere gradualmente la metodologia all’intera Amministrazione Regionale, agli Enti strumentali e agli Enti locali.        
Si vuole sviluppare, inoltre, la possibilità per l’utente (amministrazione/cittadino) di accedere a tutte le informazioni relative ai procedimenti amministrativi, all’organizzazione e agli uffici. Dovrà essere possibile visualizzare lo stato di avanzamento di una richiesta/domanda presentata all’amministrazione pubblica e il relativo iter in corso di espletamento, nonché l’acquisizione dell’atto conclusivo.      
È prevista, pertanto, l’attivazione di un insieme di servizi, a partire dall’Amministrazione Regionale, finalizzati alla standardizzazione delle procedure attraverso l’automazione del protocollo, dell’archiviazione dei documenti, della gestione della trasparenza, dell’iter delle pratiche con annessa gestione della firma elettronica per la validazione degli atti.

§         Progetto di diffusione dell’innovazione tecnologica e dei servizi multimediali nella P.A. con particolare riferimento alle aree svantaggiate della Sardegna.
Il progetto vuole sviluppare un sistema di servizi, destinato alla Pubblica Amministrazione, al cittadino e alle imprese, che si diffonda attraverso una infrastruttura telecomunicativa di base i cui standard tecnologici sono determinati nel progetto RUPA dell’AIPA e la cui realizzazione deve essere demandata a specifici soggetti.    
I servizi che si intendono attivare saranno erogati prevalentemente a/da centri afferenti alle strutture comunali. Tali strutture diventeranno, pertanto, i produttori diretti e/o i fruitori, o terminali, di servizi prodotti da altri enti e organismi. 
Il progetto intende, altresì, sperimentare degli strumenti di flessibilità organizzativa attraverso la creazione di centri polifunzionali (almeno uno per provincia). Questi si configurano come centri presidiati e attrezzati, che potranno fungere da supporto anche per iniziative nell’ambito del telelavoro, della teleformazione, dello sviluppo dell’impiego e interventi di supporto alle politiche del lavoro, di promozione imprenditoriale e del territorio.   
La diffusione e lo sviluppo dei vari tipi di servizi avverrà, fondamentalmente, attraverso iniziative di organizzazione e di promozione tra i soggetti erogatori dei servizi e i soggetti fruitori degli stessi. Ciò implica, anche, farsi parte attiva nel creare le condizioni di base affinché tali servizi possano essere adeguatamente fruiti sul territorio.   
Il modello di erogazione/produzione dei servizi viene mutuato dalla struttura, già in via di attivazione da parte del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, prevista nell’ambito del progetto SIM, in aderenza e con l’utilizzo delle infrastrutture della RUPA, nel rispetto delle indicazioni infracomunicative AIPA (regole di scambio informazioni e standard), così da consentire nell’immediato futuro il flusso documentale tra diverse amministrazioni.          
L’infrastruttura, distribuita sul territorio, è finalizzata all’erogazione di servizi rivolti ai cittadini, alle aziende e alle P.A., e permette l’utilizzo integrato delle informazioni presenti in banche dati diverse, tra cui, in particolare, quelle del settore agricolo forestale.

§         Attività di integrazione sistemistica dei diversi sistemi informativi della P.A.       
L’iniziativa si propone di fornire risposte concrete ed esaustive al problema dell’integrazione informativa del sistema dei servizi, partendo dall’analisi e modellazione dei necessari processi di integrazione, e progettando soluzioni con tecnologie e architetture replicabili che fanno riferimento ad una molteplicità di strumenti – proprietari e di mercato – in grado di connettere tra loro i diversi sistemi informativi presenti sul territorio.   
Il progetto verrà attuato sul territorio regionale, avrà una durata complessiva di 24 mesi e sarà articolato in sottosistemi, il cui filo logico segue tre momenti fondamentali: identificazione delle esigenze e delle possibili modalità di integrazione, messa a punto di strumenti replicabili per la semplificazione dei processi di sviluppo delle principali applicazioni di integrazione, ingegnerizzazione di moduli software in grado di realizzare il dialogo fisico con i diversi sistemi informativi presenti sul territorio.

§         Interventi per il potenziamento e la riqualificazione dei servizi bibliotecari e archivistici     
L’iniziativa è finalizzata al potenziamento dei servizi multimediali in rete integrati sul territorio tra biblioteche, archivi ed altri servizi culturali (Piano d’Azione MEDIATECA 2000), al miglioramento dei servizi integrati archivistici con la creazione di sistemi integrati digitali ed al potenziamento del collegamento in rete relativo al Servizio Bibliotecario Nazionale.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, EE.LL.,.

Regimi d’aiuto:  Trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente o per conto di tale ente.  Nessun aiuto di Stato sarà accordato in base a questa misura, ai sensi dell’art 87.1 del Trattato CE.

Misura 6.4.

Formazione per la Società dell’Informazione

Asse Prioritario: Asse 6 “Reti e nodi di servizio”

Fondo strutturale interessato: FSE

Codice: 23 Potenziamento dell’istruzione e della formazione professionale.


Obiettivi specifici:

§         Sensibilizzazione delle imprese, cittadini, associazioni ed operatori pubblici alle possibilità offerte dalle tecnologie informatiche, con particolare attenzione alla diffusione rapida all’interno della società della capacità di uso del computer e dei nuovi strumenti telematici;

§         Ammodernamento della Pubblica Amministrazione, con riferimento particolare a quella regionale e locale, ed ai servizi resi ai cittadini ed alle imprese;

§         Utilizzo dell’Information Technology da parte della PMI che privilegerà i servizi ad alto valore aggiunto per l’industria.

Contenuto tecnico: La misura comprende l’attività formativa necessaria alla realizzazione degli interventi del POR per la Società dell’Informazione. La misura prevede interventi di:

§         formazione per la diffusione della Società dell’Informazione, rivolta al mondo della scuola (come integrazione di quanto già previsto nel citato progetto “Marte”), al mondo delle imprese, come elemento di diffusione dell’approccio orientato al mercato telematico, e ai cittadini, con iniziative di alfabetizzazione e avvicinamento alle tecnologie informatico-telematiche per l’utente finale.

§         formazione per la realizzazione del Piano Telematico Regionale, articolata secondo i singoli sottoprogetti del Piano Telematico, al fine di assicurare la loro piena realizzazione attraverso la qualificazione professionale delle risorse umane che il nuovo scenario tecnologico richiede.

Gli interventi formativi, in relazione alla particolarità e rilevanza dei settori considerati, saranno realizzati ricorrendo ad Enti, Società ed Agenzie in possesso di adeguate capacità formative nel settore informatico-telematico, certificate in ambito nazionale e selezionate mediante bandi pubblici emanati nel rispetto delle direttive comunitarie.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, EE.LL.,.

Regimi d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.

 

4.1.7. – Assistenza tecnica Inizio Pagina

Misura 7.1.

Assistenza tecnica

Asse Prioritario: Assistenza tecnica

Fondo strutturale interessato: FERS

Codice: 41 Assistenza tecnica e azioni innovative

Obiettivi specifici:

Contenuto tecnico: La misura è dedicata al sostegno ed al supporto delle azioni di accompagnamento specificatamente orientate all’attuazione del Programma Operativo. In particolare è finalizzata ad assicurare un livello adeguato di coordinamento e sorveglianza del POR ed a contribuire ad elevare il livello di efficienza ed efficacia attraverso azioni mirate che assicurino condizioni adeguate di attuazione, di monitoraggio, di valutazione, nonché favorire il cambiamento organizzativo e semplificazione procedurale della P.A., il rafforzamento del partenariato sociale ed istituzionale ed il miglioramento del circuito informativo. La misura è finanziata dal FERS ma è accessibile, per le medesime attività, agli altri Fondi strutturali presenti nel Programma.

La misura prevede interventi:

§      di assistenza tecnica mirata a: analisi tematiche e studi specifici su temi inerenti l’attuazione del Programma e funzionali all’efficace attuazione, ivi comprese le problematiche afferenti agli aspetti istituzionali, giuridici e finanziari; le procedure di attuazione, rendicontazione e controllo degli interventi realizzati;

§      di studi di fattibilità preliminari alla realizzazione di interventi strategici previsti nel Programma;

§      a supporto dell’attività del CdS: garantire un livello adeguato di coordinamento ed una partecipazione qualificata del partenariato istituzionale ed economico sociale;

§      di pubblicità e informazione: progettazione e realizzazione del Piano di Comunicazione compresa l’attuazione con idonei strumenti e azioni di comunicazione.

§      di supporto del Nucleo di Valutazione e verifica degli investimenti pubblici regionale e dell’autorità ambientale: realizzazione di un sistema di contabilità territoriale consolidata del settore pubblico a livello regionale; l’acquisizione di informazioni statistiche territoriali, sia settoriali che per le tematiche orizzontali; l’ampliamento della base statistica ed informativa per la costruzione degli indicatori a livello territoriale subprovinciale; la definizione di indirizzi e orientamenti metodologici per l’analisi di fattibilità, la valutazione e il monitoraggio “puntuale” degli interventi di settori specifici, compresi gli aspetti ambientali;

§      di promozione di azioni innovative: nello sviluppo della società dell’informazione, nella tutela e valorizzazione ambientale e lo sviluppo delle pari opportunità;

§      di valutazione intermedia: conformemente a quanto previsto dall’art. 42 del Reg. 1260/99, svolta da un valutatore indipendente.

§      di monitoraggio del Programma Operativo: definizione delle modalità di analisi dei processi organizzativi a supporto del monitoraggio e modellizzazione dei processi e la realizzazione del supporto informatico per i processi di monitoraggio ed il suo funzionamento.

§      di sviluppo ed adeguamento delle capacità professionali delle strutture impegnate nella programmazione, gestione, sorveglianza e controllo del POR: adeguamento delle capacità professionali del sistema regionale e locale alle esigenze richieste, in particolar modo, dalla gestione, monitoraggio e controllo delle iniziative intraprese, ed alla diffusioni delle “buone prassi”.

Beneficiari finali: Regione Sardegna, EE.LL.,.

Regimi d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura in quanto trattasi di azioni finalizzate ad accompagnare l’attuazione del programma ed ad esclusivo beneficio della Pubblica Amministrazione.


4.2. - Informazioni sui Regimi Di Aiuto Inizio Pagina

La Regione Sardegna per l’attuazione del POR ha previsto un sistema di regimi di aiuti che comprende sia aiuti a finalità regionale (articolo 87.3.a del Trattato CE) che aiuti riferiti a norme orizzontali destinati a far fronte a difficoltà che possono sorgere in tutti i settori dell’attività economica.  

Gli aiuti a finalità regionale previsti dal POR Sardegna, cofinanziati dal FESR, sono coerenti con gli “Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale” (GU C 74, 10.03.98, p. 9) e sono definiti dai seguenti specifici regimi di aiuto in corso di notifica alla Commissione Europea:

§         Regime di aiuti a finalità regionale per le PMI;

§         Regime di aiuti a finalità regionale per le Grandi Imprese.

La Regione Sardegna, nelle more dell’approvazione da parte della Commissione Europea dei regimi di aiuto a finalità regionale suindicati, prevede, per come analiticamente indicato nelle specifiche schede di misura, l’applicazione delle relative leggi nazionali già notificate alla Commissione Europea. Per quanto riguarda gli aiuti in favore delle PMI la Regione Sardegna ha elaborato il proprio progetto di “Regime di aiuti a finalità regionale per le PMI” in coerenza con il progetto del Regolamento di Esenzione[1] relativo agli aiuti in favore delle PMI pubblicato sulla GU C 89 del 28.03.2000. A partire dalla data di approvazione di tale Regolamento di Esenzione, fatti salvi i necessari tempi amministrativi, la Regione Sardegna adeguerà le procedure di attuazione e gestione delle relative misure a quanto stabilito dal Regolamento.

Per i “Grandi Progetti di Investimento”, in conformità con quanto previsto dalla “Disciplina multisettoriale degli aiuti regionali destinati ai grandi progetti di investimento” (GU C 107, 07.04.1998, p. 7), la Regione Sardegna provvederà a notificare separatamente qualsiasi progetto che risponda alle condizioni previste dalla suddetta disciplina.

Gli aiuti orizzontali a tutti i settori dell’attività economica previsti dal POR Sardegna, cofinanziati dal FESR, sono definiti dai seguenti regimi di aiuto in corso di notifica alla Commissione Europea:

§         Regime di aiuti per la tutela dell’ambiente;

§         Regime di aiuti alla ricerca e sviluppo.

In particolare per quanto riguarda il “Regime di aiuti per la tutela dell’ambiente”, esso sarà notificato non appena saranno pubblicati i  nuovi orientamenti in materia di aiuti per la tutela ambientale in corso di elaborazione presso la Commissione Europea. Infatti l’attuale “Disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela dell’ambiente” (GU C 72, 10.03.1994, p. 3) prevede gli stessi massimali di aiuto previsti per gli aiuti a finalità regionale. Nelle more della notifica e della successiva approvazione del regime, gli aiuti saranno accordati in conformità alla regola del de minimis, fatta salva la possibilità di utilizzare i regimi di aiuti a finalità regionale in corso di notifica alla Commissione Europea.

Gli aiuti orizzontali a tutti i settori dell’attività economica previsti dal POR Sardegna, cofinanziati dal FSE, sono definiti dai seguenti regimi di aiuto in corso di notifica alla Commissione Europea:

§         Regime di aiuti all’occupazione[2];

§         Regime di aiuti alla formazione professionale.

La Regione Sardegna ha elaborato il proprio progetto di  “Regime di aiuti alla formazione professionale” in coerenza con il progetto del Regolamento di Esenzione[3] relativo agli aiuti destinati alla formazione, pubblicato sulla GU C 89 del 28.03.2000.  A partire dalla data di approvazione di tale Regolamento di Esenzione, fatti salvi i necessari tempi amministrativi, la Regione Sardegna adeguerà le procedure di attuazione e gestione delle relative misure a quanto stabilito dal Regolamento.

Sistema di controllo riguardante gli aiuti “de minimis”: Alcune misure del POR Sardegna, cofinanziate dal FESR, prevedono aiuti accordati in conformità alla regola del de minimis. Tali misure si applicano alle imprese di qualsiasi settore, ad eccezione di quelle del settore trasporti e di quelle le cui attività sono legate alla produzione, alla trasformazione o alla commercializzazione dei prodotti di cui all'allegato I del trattato. Gli aiuti de minimis, inoltre, non si applicano per le attività connesse all'esportazione, cioè direttamente connesse ai quantitativi esportati, alla costituzione ed al funzionamento di una rete di distribuzione o ad altre spese correnti relative all'esportazione.

L’importo complessivo degli aiuti de minimis accordati ad una medesima impresa non deve superare i 100.000 euro nel periodo di tre anni. Tale soglia si applica indipendentemente dalla forma degli aiuti o dall'obiettivo perseguito ed è espressa in termini di sovvenzione diretta in denaro. Il valore dell’aiuto è sempre al lordo di qualsiasi imposta diretta. Gli aiuti erogabili in diverse quote sono attualizzati al loro valore al momento della concessione. Il tasso di interesse da utilizzare ai fini dell'attualizzazione e del calcolo dell'importo dell'aiuto, nel caso di un prestito agevolato, è il tasso di riferimento applicabile al momento della concessione.

In conformità a quanto previsto dalla “Comunicazione della Commissione relativa agli aiuti de minimis” (GU C 68, 06.03.1996, p. 9) e dalla “Proposta di Regolamento della Commissione relativa all’attuazione degli artt. 87 e 88 del Trattato CE agli aiuti de minimis” (GU C89, 28.02.2000), la Regione Sardegna si impegna a creare un sistema di controllo efficace mirato ad assicurare il  rispetto dei massimali de minimis, il quale prevede:

§         la comunicazione all’impresa delle specifiche modalità di attuazione e regolamentazione dell’aiuto de minimis concesso e il rilascio da parte dell'impresa stessa di una dichiarazione scritta attestante che il nuovo aiuto non fa salire l'importo complessivo degli aiuti de minimis ricevuti ad un livello eccedente la soglia di 100.000 euro nel triennio;

§         la registrazione in un’unica banca dati di tutte le informazioni riguardanti l'applicazione del presente regolamento. Tali registrazioni contengono tutte le informazioni necessarie ad accertare che le condizioni degli aiuti de minimis siano soddisfatte. Le registrazioni riguardanti i singoli aiuti de minimis vengono conservate per dieci anni dalla data della concessione.  Su richiesta scritta della Commissione, la Regione Sardegna trasmetterà, entro 20 giorni lavorativi ovvero entro un termine più lungo fissato nella richiesta, tutte le informazioni che la Commissione stessa ritiene necessarie per accertare se siano state rispettate le condizioni relative all'importo complessivo dell'aiuto de minimis ricevuto da una stessa impresa nel triennio.

Altri aiuti: Gli aiuti concessi in virtù di diversi regimi di aiuti e/o provenienti da diverse fonti (comunitarie, nazionali, regionali, locali) possono essere cumulati rispettando le specifiche disposizioni comunitarie in materia (GU C 3, 05.01.1985 e GU C  74, 10.03.1998, p. 6). La Regione Sardegna si impegna a creare un sistema di controllo efficace mirato ad assicurare il  rispetto delle regole in materia di cumulo, che prevede in particolare:

§         le imprese che richiedono gli aiuti, a seguito ai bandi di gara o alle manifestazioni di interesse, devono presentare al soggetto attuatore una autocertificazione concernente i precedenti benefici ricevuti;

§         gli investimenti sovvenzionati debbano figurare nella nota integrativa del bilancio dell’impresa beneficiaria, in modo tale che eventuali false dichiarazioni implichino l’illecito penale previsto dall’art. 2621 del codice civile italiano;

§         l’istituzione di una “banca dati” degli aiuti  che sarà  messa a disposizione di tutti gli interessati (imprese concorrenti, associazioni sindacali, associazioni  ambientali, autorità ed uffici pubblici deputati al controllo, ivi compresi gli ispettorati del lavoro).

Per quanto riguarda la concessione di aiuti di Stato nei “settori sensibili” dell’attività economica ed in particolare nei settori dell’industria carboniera e siderurgica, fibre sintetiche, industria automobilistica e costruzioni navali. La Regione Sardegna si impegna a rispettare le norme specifiche adottate dalla Commissione Europea.

Gli aiuti di stato nel comparto agricolo – relativamente alle misure del POR Sardegna cofinanziate dal FEOGA - sono conformi ai Regolamenti (CE) N° 1257/99 e N° 1750/99 e agli “Orientamenti Comunitari per gli aiuti di Stato nel Settore Agricolo” (GU  C 28, 01.02.2000).  Le informazioni relative agli aiuti sono contenute nella descrizione delle specifiche misure.

Gli aiuti di stato nel settore della pesca relativamente alle misure del POR Sardegna cofinanziate dallo SFOP - sono conformi ai Regolamenti (CE) N° 1263/99 e N° 2792/99.   La Regione Sardegna ha in corso di notifica alla Commissione Europea uno specifico progetto di “Regime di aiuti nel settore della pesca”.

 

vedi tabelle Installa Acrobat



[1]    Il regolamento (CE) n. 994/98 autorizza la Commissione a dichiarare, a norma dell’articolo 87 del trattato, che gli aiuti che rispettano la mappa approvata dalla Commissione per ciascuno Stato membro per l’erogazione degli aiuti a finalità regionale sono compatibili con il mercato comune e non sono soggetti all’obbligo di notifica di cui all’articolo 88, paragrafo 3 del trattato.

[2]    Gli “Orientamenti  in  materia di aiuti all’occupazione” (GU C 334, 12.12.1995, p. 4) riguardano gli aiuti alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro non legati ad un investimento. La Commissione è favorevolmente disposta verso gli aiuti volti a promuovere la divisione del lavoro, a  creare occupazione nelle PMI e nelle aree ammissibili agli aiuti regionali, e verso gli aiuti volti a incoraggiare le imprese ad assumere categorie svantaggiate di lavoratori.

[3]    Il regolamento (CE) n. 994/98 del Consiglio abilita la Commissione a dichiarare, a norma dell’articolo 87 del trattato, che determinati aiuti destinati alla formazione sono compatibili con il mercato comune e non soggetti all’obbligo di notifica di cui all’articolo 88, paragrafo 3 del trattato.



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