4.1.1. - Asse
I – “Risorse Naturali”
Misura 1.1.
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Ciclo integrato dell’acqua
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Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
344, 345.
Obiettivi
specifici:
§
Garantire disponibilità idriche adeguate
(quantità, qualità, costi) per la popolazione civile e le
attività produttive, in accordo con le priorità definite
dalla politica comunitaria in materia di acque, creando le
condizioni per aumentare l’efficienza di acquedotti,
fognature e depuratori, in un’ottica di tutela della risorsa
idrica e di economicità di gestione; favorire un più ampio
ingresso di imprese e capitali nel settore e un più esteso
ruolo dei meccanismi di mercato; dare compiuta applicazione
alla legge “Galli” e al D. Lgs. 152/99.
§
Migliorare le condizioni di fornitura delle
infrastrutture incoraggiando il risparmio, il risanamento e il
riuso della risorsa idrica, introducendo e sviluppando
tecnologie appropriate e migliorando le tecniche di gestione
nel settore. Promuovere la tutela e il risanamento delle acque
marine e salmastre.
Contenuto tecnico: La misura è finalizzata a garantire una
sufficiente disponibilità di risorse idriche, convenzionali e
non convenzionali, attraverso: la razionalizzazione e
valorizzazione delle infrastrutture esistenti; l’utilizzo di
tecnologie che consentano il risparmio e il riuso della
risorsa; il progressivo adeguamento, nei prossimi anni, agli
standard di qualità, di servizio ed ambientali, previsti
dalla normativa comunitaria e nazionale (d.lgs. 152/99). La
misura dà priorità agli
interventi che contribuiscono: al miglioramento della gestione
del servizio; alla realizzazione delle condizioni per
l’avvio di un efficiente servizio idrico integrato; a
favorire l’ingresso di gestori industriali e il ricorso a
meccanismi di concorrenza.
Nel periodo 2000-2002,
rispettando i requisiti stabiliti dal QCS, si punterà
soprattutto a creare le condizioni di base attraverso: il
completamento e la riqualificazione delle infrastrutture
idriche di offerta primaria, gestite direttamente dalla
Regione e dai suoi enti (schemi acquedottistici, sistemi di
raccolta e accumulo, ecc.), e delle infrastrutture
fognario-depurative per le quali, in via prioritaria, è
previsto l’adeguamento agli obiettivi di tutela ambientale
del Dlgs 152/1999.
La realizzazione di nuove
infrastrutture fognario-depurative è prevista nei casi di
delocalizzazione di quelle esistenti, per ragioni di carattere
igienico-sanitari, o per motivi di 2razionalizzazione del
sistema (es.: sostituzione di più impianti di piccole
dimensioni con un unico impianto).
Si potrà, inoltre, procedere
alla riqualificazione delle reti idriche urbane, previa
valutazione analitica e quantificazione delle perdite in rete,
dando priorità agli interventi che prevedono il ricorso alla
finanza di progetto.
È opportuno sottolineare le
sinergie con la misura 1.7, che prevede interventi di
miglioramento delle conoscenze di base mediante la
realizzazione o il potenziamento di sistemi informativi che
permettano di conoscere e monitorare lo stato delle
infrastrutture idriche e fognario-depurative, la quantità e
qualità delle acque (superficiali, sotterranee, marine) e dei
reflui depurati, i principali fattori di inquinamento ecc.
Nel periodo 2003-2006, oltre
a quelli individuati per il primo periodo e sempre nel
rispetto dei requisiti stabiliti dal QCS, saranno possibili
interventi diretti: alla realizzazione di interconnessioni tra
invasi esistenti e, ove necessario, di nuove infrastrutture
idriche e fognario-depurative; al risanamento delle acque
invasate, in collegamento con altre misure del POR (es. misura
1.2.).
La fonte di finanziamento del
contributo proprio dei soggetti gestori sono le tariffe del
servizio idrico integrato. Il soggetto gestore deve anticipare
la quota “privata” di finanziamento, da recuperare
attraverso la gestione pluriennale del servizio ottenuto (o
migliorato) con l’opera finanziata.
Le modalità di attuazione,
che prevedono il ricorso al servizio finanziario degli
istituti di credito, possono essere:
§
il cofinanziamento diretto da parte di un
gestore che abbia un sufficiente livello di efficienza ed
efficacia;
§
il ricorso agli strumenti della finanza di
progetto attraverso la costituzione diretta di una società di
progetto (SPC: Special
Purpose Company) da parte del soggetto gestore
beneficiario con partecipazione maggioritaria o minoritaria,
oppure attraverso il ricorso all’istituto del promotore ai
sensi della L.415/98.
La misura verrà attuata in maniera
sinergica con la misura 1.8., che prevede programmi di alta
formazione, diretti alla riqualificazione del personale
pubblico e alla creazione di nuove figure professionali, e di
formazione/informazione sul risparmio idrico, il miglioramento
delle tecniche di irrigazione, ecc.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti Pubblici.
Regimi
di aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti
rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate
direttamente o per conto di tale ente.
Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art 87.1 del
Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
1.2
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Ciclo integrato delle acque: sistemi
irrigui delle aree agricole
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Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali
Base
giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art. 33 ottavo trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Codice:
Obiettivi
specifici: Gli interventi finanziabili
sono diretti al miglioramento della gestione delle risorse
idriche in modo da assicurare una più corretta utilizzazione
delle stesse sia dal punto di vista del suo razionale utilizzo
sia evitando eventuali sprechi con ulteriore finalità di
salvaguardia dell’ambiente e del corretto utilizzo delle
risorse naturali e del suolo.
La misura tende ad assicurare una adeguata disponibilità
idrica per le attività produttive agricole, favorendo le
pratiche e le metodologie dirette ad introdurre meccanismi
atti a garantire e favorire l’economicità della gestione
delle risorse idriche.
La presente misura è
strettamente collegata con la misura 4.20, relativa allo
sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali connesse
allo sviluppo dell’agricoltura.
Interventi ammissibili:
§
acquisto di impianti di misurazione al servizio
di più aziende
§
razionalizzazione e ottimizzazione degli
impianti consortili
§
ricerca di fonti di approvvigionamento idrico
alternative al servizio di più aziende
Settori
prioritari: tutti i comparti agricoli.
Tipo
di intervento: regime di aiuto.
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale.
Beneficiari:
consorzi; società consortili; enti pubblici e loro
consorzi.
Intensità degli aiuti: L’intensità massima degli aiuti è
espressa in percentuale del totale degli investimenti
ammissibili. Per aiuto s’intende il contributo pubblico sul
costo totale complessivo.
Intensità
max. %
|
Feoga
*
%
|
100
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Misura
1.3
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Difesa del suolo
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Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
121, 144, 1305, 1311.
Obiettivi
specifici:
§
Migliorare il livello di competitività
territoriale garantendo un adeguato livello di sicurezza
‘fisica’ delle funzioni insediative, produttive,
turistiche e infrastrutturali esistenti, attraverso la
realizzazione della pianificazione di bacino, di un sistema di
governo e presidio idrogeologico diffuso ed efficiente e di
una pianificazione territoriale compatibile con la tutela
delle risorse naturali.
§
Perseguire il recupero delle funzioni
idrogeologiche dei sistemi naturali, forestali e delle aree
agricole, a scala di bacino, anche attraverso
l’individuazione di fasce fluviali, promuovendo la
manutenzione programmatica del suolo e ricercando condizioni
di equilibrio tra ambienti fluviali e ambiti urbani.
§
Accrescere la sicurezza attraverso la previsione
e la prevenzione degli eventi calamitosi nelle aree soggette a
rischio idrogeologico incombente ed elevato (con prioritaria
attenzione per i centri urbani, le infrastrutture e le aree
produttive) e nelle
aree soggette a rischio sismico.
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata a creare una situazione
di generale sicurezza dei sistemi naturali e insediativi, ad
evitare danni economici conseguenti ai fenomeni di dissesto, a
garantire la salvaguardia dell’ambiente e la conservazione
della biodiversità. Saranno previsti interventi di
prevenzione del rischio e interventi strutturali di difesa
attiva, laddove necessari, e realizzati se rispondenti, nel
periodo 2000-2002, alle previsioni degli “Schemi
previsionali e programmatici” (ex L.183/89 e successive
modificazioni); nel periodo 2003-2006 ai Piani di bacino o ai
Piani stralcio (ex L.183/89 e successive modificazioni, DPR
18.7.1995).
Per quanto riguarda i sistemi naturali saranno avviati, a scala di bacino, interventi
diretti: al recupero e al miglioramento della funzionalità
idraulica e idrogeologica dei sistemi naturali e delle aree
agricole e pastorali; alla difesa del suolo da rischi di
dissesto idrogeologico (processi di erosione e
desertificazione) e alla sua gestione attraverso la
manutenzione programmata; alla rinaturalizzazione del reticolo
idrografico; alla tutela e risanamento delle zone umide e del
bacino imbrifero di riferimento, anche al fine di
salvaguardare le attività di pesca tradizionali ed
ecocompatibili; alla tutela e risanamento dei litorali
compromessi da eccessivo carico antropico e da erosione
marina, anche attraverso adeguati interventi di ripascimento;
al miglioramento del sistema di difesa dagli incendi; a
correlare la difesa del suolo alla gestione delle risorse
idriche. Una specifica attenzione sarà riservata alle aree
territoriali nelle quali sono presenti processi iniziali di
desertificazione, attraverso interventi di prevenzione e
riduzione del fenomeno.
Per quanto concerne i sistemi
insediativi, le tipologie di intervento previste dalla misura
sono le seguenti:
§
protezione, messa in sicurezza e consolidamento
di centri abitati, risoluzione di nodi idraulici critici,
protezione di infrastrutture strategiche, di luoghi e ambienti
esposti a rischio idraulico o geomorfologico molto elevato;
interventi atti a razionalizzare, nelle aree urbanizzate, il
sistema di restituzione delle acque meteoriche nella rete
idrografica naturale;
§
interventi connessi all’apposizione di vincoli
sull’uso del suolo (misure di salvaguardia, aree naturali di
esondazione dei corsi d’acqua); interventi per la
delocalizzazione di insediamenti e di attività; interventi
integrati di conservazione di suoli soggetti ad erosione, di
suoli abbandonati e/o dismessi anche con recupero
naturalistico; interventi per il mantenimento di equilibri
sostenibili tra insediamenti e contesto ambientale, in
particolare lungo le aste fluviali (ad es. rinaturalizzazione
o conservazione delle configurazioni naturali degli alvei e
delle aree golenali).
È opportuno segnalare la sinergie
con la misura 1.7, che prevede interventi di miglioramento
delle conoscenze di base mediante la realizzazione o il
potenziamento di sistemi informativi che permettano di
conoscere e monitorare i sistemi ambientali e territoriali dei
sub-bacini idrografici, per la previsione e prevenzione delle
situazioni di rischio dovute a calamità naturale, al dissesto
idrogeologico, ai processi di desertificazione, all’attività
antropica, ecc., anche al fine della predisposizione e
gestione di politiche integrate di difesa del suolo.
La selezione dei progetti da
finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità, che
tengano conto fra l’altro dei livelli di pericolosità e dei
rischi connessi, e di procedure che saranno identificati nel
complemento di programmazione. I criteri e indirizzi di
attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento;
in particolare si evidenzia la necessaria coerenza tra gli
interventi cofinanziati e il quadro programmatico generale,
formulato in attuazione della legge 183/89 e successive
modifiche.
Per gli interventi relativi
alla messa in sicurezza di infrastrutture generatrici di
entrate nette consistenti, la misura interviene a esclusiva
copertura dei costi non imprenditoriali derivanti da effettive
situazioni di pericolo.
La misura verrà attuata in
maniera sinergica con la misura 1.8., che prevede programmi:
di alta formazione, diretti alla riqualificazione del
personale pubblico preposto al settore, alla creazione di
nuove figure professionali e di formazione/informazione, di
tipo comportamentale, verso
specifiche categorie produttive e imprenditoriali e, in
particolare, sul ruolo che possono esercitare, come presidio
del territorio, determinate pratiche agricole e zootecniche
sostenibili, corrette pratiche silvicolturali (orientate a
ristabilire il riequilibrio dei sistemi vegetazionali e dei
climax), ecc.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti Pubblici.
Regimi
di aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti
rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate
direttamente o per conto di tale ente.
Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art 87.1 del
Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
1.4.
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Gestione
integrata dei rifiuti, bonifica dei siti inquinati e
tutela dall’inquinamento
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Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
35, 341, 343.
Obiettivi
specifici:
§
Migliorare il sistema di gestione dei rifiuti,
promuovendo la raccolta differenziata, il riciclaggio, il
recupero, nonché elevando la sicurezza dei siti per lo
smaltimento e favorendo lo sviluppo di un efficiente sistema
di imprese; dare attuazione alle normative di settore
attraverso la pianificazione integrata della gestione dei
rifiuti su scala di Ambiti Territoriali Ottimali.
§
Promuovere la riduzione della quantità e della
pericolosità dei rifiuti prodotti, anche mediante campagne
informative, favorendo il riutilizzo, il riciclaggio e il
recupero e introducendo innovazioni di processo nei sistemi di
gestione dei rifiuti.
§
Risanare le aree contaminate, rendendole
disponibili a nuovi utilizzi economici, residenziali o
naturalistici, e migliorare le conoscenze, le tecnologie, le
capacità di intervento dei soggetti pubblici e privati, nonché
la capacità di valutazione e controllo della Pubblica
amministrazione per la bonifica dei siti inquinati.
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata: alla progressiva
attuazione di un'efficiente gestione integrata dei rifiuti,
anche mediante il coinvolgimento dei privati, e al
conseguimento di adeguate condizioni di salubrità ambientale.
In questo contesto la misura si articola in due azioni
distinte: la prima dedicata al miglioramento del sistema di
gestione integrato dei rifiuti, la seconda ad interventi di
bonifica e recupero di siti inquinati ad elevato rischio
ambientale.
Sistema
di gestione integrato dei rifiuti: L’azione consentirà
la realizzazione di impianti, di strutture di servizio e di
azioni dirette a prevenire e ridurre la produzione di rifiuti,
nel rispetto delle disposizioni del Piano regionale di
gestione che sta per essere notificato alla Commissione
Europea per la verifica di coerenza con le direttive
comunitarie di settore. La
definizione delle priorità e delle tipologie di intervento
sarà effettuata in conformità con la gerarchia comunitaria
in materia, che pone in primo luogo la prevenzione della
produzione di rifiuti, seguita dal riutilizzo, quindi dal
riciclo e, per la frazione restante, dall’incenerimento con
recupero energetico, e infine dallo smaltimento in discarica
controllata.
Nelle more
dell’approvazione del piano da parte della Commissione,
potranno essere finanziati i seguenti interventi:
§
sviluppo di tecniche appropriate per
l’eliminazione di sostanze pericolose (in particolare
metalli pesanti) contenute nei rifiuti destinati ad essere
recuperati o smaltiti;
§
piazzole per lo stoccaggio delle frazioni
raccolte separatamente e destinate unicamente al riciclaggio
di materia, il cui riciclo è già garantito da accordi
stipulati con le relative filiere produttive;
§
iniziative per l’informazione dei cittadini,
anche al fine di promuovere il compostaggio domestico;
§
impianti per la produzione di compost della
frazione organica dei rifiuti di elevata qualità, da
utilizzare come fertilizzante in agricoltura, il cui utilizzo
sia garantito da specifici accordi;
§
infrastrutture per il riutilizzo (così come
definito dall'articolo 3.5 della direttiva 94/62) degli
imballaggi primari (vuoto a rendere), secondari e terziari.
La selezione dei progetti da
finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di
procedure che saranno identificati nel complemento di
programmazione. I criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne
costituiscono il quadro di riferimento; in particolare si
punterà al conseguimento di un effetto di scala in termini di
abitanti serviti e di rifiuti trattati e alla disponibilità
di utilizzatori dei prodotti recuperati, in modo da generare
opportunità localizzative per nuove attività di recupero.
Costituiranno, comunque,
elementi di priorità: il miglioramento della gestione del
servizio, l’ingresso di gestori industriali attraverso il
ricorso a meccanismi concorrenziali.
La fonte di finanziamento del
contributo proprio dei soggetti gestori sono le tariffe del
servizio di gestione integrata dei rifiuti. Il soggetto
gestore deve anticipare la quota “privata” di
finanziamento, da recuperare attraverso la gestione
pluriennale del servizio ottenuto (o migliorato) con l’opera
finanziata. Le modalità di attuazione, che prevedono il
ricorso al servizio finanziario degli istituti di credito,
possono essere:
§
il cofinanziamento diretto da parte di un
gestore che abbia un sufficiente livello di efficienza ed
efficacia;
§
il ricorso agli strumenti della finanza di
progetto attraverso la costituzione diretta di una società di
progetto (SPC: Special
Purpose Company) da parte del soggetto gestore
beneficiario con partecipazione maggioritaria o minoritaria,
oppure attraverso il ricorso all’istituto del promotore ai
sensi della L.415/98.
Bonifica
e recupero di siti inquinati: L’azione prevede il
finanziamento di interventi di bonifica, messa in sicurezza e
recupero ambientale. Tali interventi saranno ammissibili solo
se coerenti con i criteri previsti dal DM 25.10.1999 n. 471.
Dopo il 31.12.2002 saranno ammissibili solo gli interventi
previsti dal Piano regionale di bonifica, in corso di
revisione e adeguamento alle disposizioni degli artt.14 e 22
del Decreto Legislativo 5/2/97 n.22 e successive modifiche e
integrazioni. La copertura dei costi di bonifica avverrà nel
rispetto del principio “Chi inquina paga”. Le tipologie di
intervento finanziabili sono, a titolo indicativo e non
esaustivo: interventi urgenti per ridurre le fonti di
inquinamento; interventi di bonifica atti ad eliminare o
ridurre le fonti di inquinamento, le sostanze inquinanti, le
concentrazioni di tali sostanze, a isolare in modo definitive
le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali
circostanti, ecc..
La selezione dei progetti da
finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di
procedure che saranno identificati nel complemento di
programmazione. I criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne
costituiscono il quadro di riferimento. In particolare
andranno previsti criteri premiali per i progetti che, oltre
agli interventi di semplice bonifica, prevedono una
destinazione d’uso del sito recuperato per finalità
economiche e sociali, coerentemente con gli obiettivi generali
del presente P.O.R.
È opportuno segnalare la
sinergie con la misura 1.7, che prevede interventi di
miglioramento delle conoscenze di base mediante
l’ampliamento e l’adeguamento della rete di rilevamento
della qualità dell’aria e il censimento e monitoraggio dei
siti inquinati da amianto, da rifiuti, delle ex aree
minerarie.
La misura verrà attuata in
maniera sinergica con la misura 1.8., che prevede programmi di
alta formazione, diretti alla riqualificazione del personale
pubblico e alla creazione di nuove figure professionali, e di
formazione/informazione (es.: promozione della valorizzazione
dei rifiuti e dei marchi di qualità ambientale, ecc.).
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti Pubblici.
Regimi
di aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti
rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate
direttamente o per conto di tale ente. Nessun aiuto di Stato
sarà accordato in base a questa misura ai sensi dell’art
87.1 del Trattato CE.
Misura 1.5.
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Rete ecologica regionale
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Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
non identificato.
Obiettivi
specifici:
§
Negli ambiti marginali con sottoutilizzazione
delle risorse: migliorare la qualità del patrimonio
naturalistico e culturale, riducendone il degrado/abbandono ed
accrescendone l’integrazione con le comunità locali in
un’ottica di tutela, sviluppo compatibile, migliore
fruizione e sviluppo di attività connesse come fattore di
mobilitazione e stimolo allo sviluppo locale.
§
Negli ambiti con sovrautilizzo delle risorse:
recuperare gli ambiti compromessi a seguito di usi impropri e
conflittuali; regolare gli usi e la pressione sulle risorse
(anche attraverso sistemi di certificazione dell’equilibrio
nell’uso delle risorse stesse); accrescere l’offerta di
beni e servizi finalizzati alla qualità ambientale e alla
corretta fruizione ambientale delle risorse, in un’ottica di
promozione dello sviluppo.
§
In generale: promuovere la capacità della
Pubblica amministrazione di intervenire per la conservazione e
lo sviluppo; promuovere la rete ecologica come infrastruttura
di sostegno dello sviluppo compatibile e come sistema di
offerta di beni, risorse e valori.
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata a promuovere, partendo
dalle iniziative di tutela, valorizzazione e gestione del
patrimonio naturalistico, l’avvio o il rafforzamento di
attività imprenditoriali compatibili, in grado di favorire lo
sviluppo di reddito e occupazione e una migliore qualità
della vita delle comunità locali interessate.
Nelle aree individuate nella
strategia (aree protette istituite, ambiti della costituenda
rete Natura 2000) potranno essere realizzati interventi di:
a)
sostegno alla predisposizione dei piani di gestione;
conservazione, manutenzione del paesaggio e del territorio,
recupero di ambiti degradati (risanamento, ricostruzione
ambientale e rinaturalizzazione; sperimentazione di interventi
innovativi per la tutela del patrimonio boschivo e per la
difesa del suolo, di ambienti umidi, fasce fluviali, ambienti
marini; riqualificazione ambientale e paesaggistica); tutela
delle diversità biologiche e delle specie faunistiche e
floreali minacciate; ambientalizzazione della rete elettrica;
promozione dell’educazione ambientale e della sensibilità
verso il valore delle risorse naturali del territorio;
valorizzazione mediante l’organizzazione dell’accessibilità
e fruibilità e la dotazione di adeguati servizi.
b)
promozione di iniziative economiche, in particolare di
quelle legate al turismo e alle attività produttive
tipicamente locali che richiedono, per svilupparsi, un alto
livello di qualità del patrimonio ambientale; tutela,
restauro e recupero delle risorse immobili a livello locale;
realizzazione di reti di promozione dell’offerta di
fruizione ambientale e turistica delle aree di intervento;
adeguamento dei servizi turistici e delle strutture a criteri
di sostenibilità e qualità ambientale; promozione di attività
imprenditoriali “verdi” legate ai settori del turismo e
dell’artigianato, ecc..
La misura potrà essere
attuata solo tramite progetti integrati che dovranno essere
promossi, di concerto, dai Comuni interessati e dai Comitati o
Enti di gestione, nel caso riguardino le aree protette
istituite; per gli ambiti della istituenda rete Natura 2000,
l’iniziativa spetta agli enti locali. Tali progetti
integrati dovranno avere come finalità lo sviluppo turistico
sostenibile e/o imprenditoriale di queste aree, attraverso
un'integrazione con gli interventi a valere sulle misure
relative allo sviluppo locale (Asse IV), alla valorizzazione
delle risorse culturali (Asse II), alla riqualificazione
urbana (Asse V) ecc. In ogni caso dovrà essere garantita la
partecipazione delle comunità locali ai processi decisionali
e ricercato il loro consenso.
La selezione dei progetti
avverrà sulla base di criteri di priorità e procedure che
saranno identificati nel complemento di programmazione. I
criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il
quadro di riferimento.
La misura verrà attuata in
maniera sinergica con la misura 1.8. che prevede programmi di
alta formazione, diretti alla riqualificazione del personale
pubblico e alla creazione di nuove figure professionali, di
formazione/informazione e di promozione di nuova
imprenditorialità.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti Pubblici.
Regimi
di aiuto: Per quanto riguarda la realizzazione dell'azione
a), trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti
nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente
o per conto di tale ente. Nessun aiuto di Stato ai sensi
dell’art 87.1 del Trattato CE sarà accordato in base a
questa misura. .
Per quanto riguarda l'azione
b), si farà ricorso alla disciplina comunitaria “de minimis”,
con formale assunzione dell’impegno da parte di ciascuna
impresa beneficiaria, a che gli aiuti ad essa concessi non
eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di 3 anni
Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
Obiettivi
specifici:
§
Stimolare la produzione e l’impiego di fonti
rinnovabili, promuovere il risparmio energetico e il
miglioramento dell’efficienza gestionale.
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata al riequilibrio del
sistema energetico regionale, eccessivamente sbilanciato verso
le fonti fossili, mediante la valorizzazione delle energie
rinnovabili con particolare riguardo alla fonte idroelettrica.
Per quanto riguarda
quest'ultima tipologia, le azioni che saranno attivate sono
rivolte soprattutto all’ammodernamento degli impianti di
produzione idroelettrica già esistenti oltre che alla
realizzazione di nuovi impianti “mini” e “micro” in
corrispondenza dei nuovi invasi connessi ai sistemi di
irrigazione e agli acquedotti (inferiori a 10megawatt). Le
strategie riguardanti la valorizzazione delle risorse
rinnovabili discendono dall’attuazione del Piano Energetico
Regionale in corso di approvazione che ha recepito le
risultanze della Conferenza Nazionale per l’Energia e
l’Ambiente volte a raddoppiare l’incidenza di tali fonti
per il 2010 (per la Sardegna dal 2 al 4% circa).
Per quanto riguarda l’eolico, a fronte di un potenziale teorico di circa 2.700 MWe
operativi per 2.200 ore/anno, il potenziale tecnico
installabile è stato valutato pari a 794 MW. Le precedenti
esperienze, sia positive che negative, costituiscono il punto
di partenza per un corretto sviluppo per il quale sono
necessarie azioni di monitoraggio, controllo tecnico,
formazione professionale e finanziamenti che consentano la
remunerazione dell’energia prodotta in alternativa agli
aiuti in conto capitale.
Il fotovoltaico
non ha ancora raggiunto una competitività economica , per cui
è ipotizzabile nel prossimo decennio l’installazione di una
potenza di circa 5 MW per utenze isolate e remote non
collegate alla rete.
È più interessante lo
sfruttamento dell’energia solare
termica, per cui diventa opportuno l’avviamento di un
programma finalizzato che preveda l’installazione minima di
200.000 m2 di
collettori solari termici fino al 2010 il che porterebbe ad un
risparmio complessivo di energia primaria pari a circa 15,3
ktep/anno. Un valido punto di partenza potrà essere,
pertanto, il finanziamento di studi che, per le tipologie
abitative caratteristiche della Sardegna, propongano le
migliori soluzioni impiantistiche e definiscano
caratteristiche standard minime sia degli impianti che dei
collettori, vincolanti per l’accesso ai finanziamenti
agevolati.
Il
potenziale da biomasse
vegetali in Sardegna è stato complessivamente stimato in
circa 295 ktep/anno e quello realisticamente utilizzabile a
circa 28 ktep/anno. Tale potenziale può essere reso
disponibile attraverso diverse soluzioni impiantistiche
rappresentate da 1 impianto di cogenerazione da 7 MWe o 2
impianti di cogenerazione da 4 MWe ciascuno, oppure 1 impianto
di sola generazione elettrica da 8 MWe o 2 impianti da 4 MWe
ciascuno. Tra le tipologie di biomassa disponibili per usi
energetici assume particolare rilevanza la legna e i residui
forestali; si può avviare una campagna di rimboschimento che
coinvolga cooperative per la gestione del bosco, coniugando
l’attività turistica con l’attività energetica di
raccolta delle biomasse forestali. Particolare importanza
rivestono le colture energetiche per produzione di energia
elettrica, termica e di biocombustibili in aree in cui
l’agricoltura tradizionale risulti deficitaria in quantità
e/o qualità
Gli interventi di
completamento delle reti urbane di distribuzione di gas, da
esercire provvisoriamente ad aria propanata fino alla
realizzazione della metanizzazione della Sardegna, non saranno
normalmente perseguiti con il P.O.R, tranne in casi
debitamente motivati, conformemente alle indicazioni
strategiche del QCS, e previa modifica del POR.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti Locali.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
non identificato.
Obiettivi
specifici:
§
Sviluppare sistemi di monitoraggio e prevenzione
dell’inquinamento.
§
Disporre di un’adeguata base informativa sullo
stato dell’ambiente, sui fattori che esercitano pressione
sulle risorse e sulla diffusione e funzionalità delle
infrastrutture nei settori del ciclo integrato dell’acqua e
dei rifiuti.
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata a migliorare le
conoscenze e il sistema di monitoraggio della situazione
ambientale e territoriale regionale, dei principali fattori di
pressione e dello stato delle infrastrutture funzionali alla
gestione delle risorse naturali.
Ciò contribuirà a creare le
condizioni ottimali affinché, con l’approvazione della
legge istitutiva dell’ARPAS (Agenzia Regionale per la
Protezione Ambiente Sardegna), in corso di esame da parte
degli organismi regionali competenti, si possa immediatamente
avviare e rendere operativa tale struttura.
Gli interventi della misura
saranno attuati dai singoli Assessorati regionali, competenti
in materia di risorse naturali (a tale riguardo si rimanda
alle definizioni contenute nelle misure 1.1.,1.3.,1.4.), che
provvederanno ad integrarli con quelli già avviati o
realizzati dalla Regione. Gli interventi riguarderanno il
miglioramento delle conoscenze di base, mediante la
realizzazione o il potenziamento di sistemi informativi che
permettano di conoscere e monitorare:
§
lo stato delle infrastrutture idriche e
fognario-depurative, la quantità e la qualità delle acque
(superficiali, sotterranee, marine), dei reflui depurati, i
principali fattori di inquinamento, ecc. (v. misura 1.1.);
§
i sistemi ambientali e territoriali dei
sub-bacini idrografici, per la previsione e prevenzione delle
situazioni di rischio dovute a calamità naturale, al dissesto
idrogeologico, ai processi di desertificazione, all’attività
antropica, ecc., anche al fine della predisposizione e
gestione di politiche integrate di difesa del suolo (v. misura
1.3.).
Inoltre, si provvederà
all’ampliamento e all’adeguamento della rete di
rilevamento della qualità dell’aria e al censimento e
monitoraggio dei siti inquinati da amianto, da rifiuti e delle
ex aree minerarie (v.misura 1.4.).
La misura verrà attuata in
maniera sinergica con la misura 1.8., che prevede programmi di
alta formazione, diretti alla riqualificazione del personale
pubblico e alla creazione di nuove figure professionali, e di
formazione/informazione.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
1.8.
|
Formazione per le misure dell’Asse I
|
Asse prioritario: Asse I – Risorse naturali
Fondo
strutturale interessato: FSE
Codice:
non identificato.
Obiettivi
specifici:
§
Migliorare le conoscenze, le tecnologie, le
capacità di intervento dei soggetti pubblici e privati, nonché
la capacità di valutazione e controllo della Pubblica
amministrazione, offrendo possibilità di lavoro altamente
qualificato.
Contenuto
tecnico: La Misura, da correlare alle corrispondenti
dell’Asse III, è finalizzata alla creazione di una classe
manageriale pubblica e privata, consona alle strategie
dell’Asse I, e alla crescita della coscienza ambientale.
La misura prevede:
a)
la formazione, altamente qualificata, di nuove figure
professionali, in grado di trovare sbocchi occupazionali nei
settori riguardanti la gestione delle risorse naturali e di
favorire lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nel
settore. A tale riguardo, applicando metodi e procedure
sperimentati da tempo con successo dalla Regione sarda e
disciplinati dalla LR 28/1984, saranno attribuite borse di
studio a laureati e diplomati, finalizzate alla mobilità
formativa per la frequentazione di corsi e/o stage di
specializzazione presso istituti e organismi altamente
qualificati.
Parallelamente a questo tipo di attività formativa, in
collegamento con la misura 3.10-policy field D dell’Asse III,
saranno avviate per la formazione di nuova imprenditorialità
azioni di orientamento, assistenza alla progettazione,
accompagnamento allo start-up, tutor ship aziendale,
promozione della cultura d’impresa nel territorio, ecc..
b)
La formazione e l’aggiornamento altamente qualificati
del personale pubblico, con il fine di elevarne la
professionalità e, di conseguenza, migliorare la qualità,
l’efficacia e l’efficienza dell’Amministrazione
pubblica. I singoli uffici, competenti in materia di
“risorse naturali”, dovranno preliminarmente definire le
proprie esigenze formative, distinte per qualifiche funzionali
e profili professionali. Per lo svolgimento dei corsi si
provvederà alla selezione, mediante bando, di istituti e
organismi pubblici e privati altamente qualificati, operanti
nel campo della formazione dei quadri e dei dirigenti della
pubblica amministrazione.
Saranno, inoltre, attivate azioni di
formazione/informazione, finalizzate al coinvolgimento dei
cittadini nella gestione delle risorse naturali, per elevarne
la coscienza ambientale, diffondere comportamenti meno
impattanti sull’ambiente, prevenire i rischi derivanti da
eventi calamitosi. Le azioni dovranno, comunque, garantire una
adeguata presenza femminile.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti Locali,Imprese .
Regimi
di aiuto: Azione a): l’aiuto di Stato accordato in base
a questa misura è conforme alla regola del “de minimis”.
Azione b) Nessun aiuto di Stato ai sensi dell'Art. 87.1 del
Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
4.1.2. - Asse II – “Risorse
Culturali”
Misura
2.1.
|
Archeologia,
percorsi religiosi e museali, recupero di centri storici
in stato di abbandono a fini culturali e turistici
|
Asse prioritario: Asse II “Risorse culturali”
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
Obiettivi
specifici:
§
Consolidare,
estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e
valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico,
storico artistico e paesaggistico, nonché quelle relative
alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale
strumento di sviluppo economico del territori.
§
Migliorare
la qualità dei servizi culturali e dei servizi per la
valorizzazione del patrimoni, compresa la promozione della
conoscenza e della divulgazione,anche ai fini
dell’innalzamento della qualità della vita.
Contenuto
tecnico La misura si propone di creare le condizioni di
base necessarie per lo sviluppo di una imprenditorialità nel
settore della conservazione, gestione e valorizzazione dei
beni culturali e di realizzare circuiti e poli culturali in
grado di determinare un aumento del capitale umano locale e di
attrarre una domanda turistica qualificata e più estesa nel
tempo e nello spazio.
Più dettagliatamente, la
misura consentirà:
§
la valorizzazione di edifici di particolare
valore storico, attraverso azioni di restauro, consolidamento,
realizzazione e allestimento di sezioni museali e di spazi per
attività culturali e ricreative;
§
l’individuazione di strutture museali
particolarmente valide e significative da completare e
potenziare, adeguandole agli attuali standard museologici;
§
la realizzazione di interventi di recupero e
valorizzazione di aree archeologiche con la relativa dotazione
di servizi per i visitatori, sulla base di progetti che
contengano un piano di gestione chiaro e attendibile;
§
la riqualificazione della funzione comunicativa
e didattica di musei e parchi archeologici, attraverso
l’utilizzo di tecnologie multimediali per la fruizione “in
loco” e a distanza e attraverso la realizzazione di attività
di animazione, in particolare per l’utenza infantile e
giovanile;
§
il riuso e la valorizzazione (trasformazione di
spazi per esposizioni, eventi culturali di vario tipo) di
strutture e complessi architettonici di antichi abitati
storici abbandonati, inseriti in aree e contesti di grande
pregio paesaggistico e ambientale e con forti potenzialità di
attrazione turistica.
Sul piano strategico, la misura verrà
attuata attraverso progetti integrati sul piano territoriale,
che coinvolgano diversi settori (culturale, economico,
turistico, ambientale) e diversi livelli e/o soggetti
istituzionali, in modo tale da costruire sistemi di offerta
chiaramente riconoscibili e identificabili e in grado di
concorrere efficacemente allo sviluppo di una determinata area
territoriale. In questa prospettiva, la misura prevede
specificamente la realizzazione di iniziative di tipo
promozionale, in collegamento e integrazione con
l’intervento previsto nella misura 4.5. I progetti integrati
devono favorire l’innovazione nel comparto economico
considerato e uno sviluppo turistico compatibile con
l’ambiente. In relazione alla pluralità di
soggetti–pubblici e privati- che partecipano
all’iniziativa, dovrà essere individuato un soggetto
capofila, con funzioni di coordinamento tra i soggetti
partecipanti, nonché di raccordo con l’autorità
responsabile della misura.
La selezione dei progetti da
finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di
procedure di evidenza pubblica che saranno identificati nel
complemento di programmazione. I criteri e gli indirizzi di
attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.
Beneficiari
finali: Regione, Enti Locali,.
Regimi
di aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti
rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate
direttamente o per conto di tale ente. Nessun aiuto di Stato
ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in
base a questa misura.
Misura
2.2.
|
Archeologia industriale
|
Asse prioritario: Asse II “Risorse culturali”
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
Obiettivi
specifici:
§
Consolidare,
estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e
valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico,
storico artistico e paesaggistico, nonché quelle relative
alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale
strumento di sviluppo economico del territorio.
§
Migliorare
la qualità dei servizi culturali e dei servizi per la
valorizzazione del patrimonio, compresa la promozione della
conoscenza e della divulgazione, anche ai fini
dell’innalzamento della qualità della vita.
Contenuto
tecnico La misura è finalizzata alla valorizzazione
culturale, sociale ed economica di ambiti territoriali
fortemente caratterizzati dalla presenza di insediamenti
industriali dismessi. La misura consentirà di recuperare e
valorizzare beni e aree che hanno una valenza storica e
tecnologica di notevole significato nel quadro della storia
industriale europea, attraverso la creazione di percorsi,
parchi e itinerari tematici.
La misura prevede:
§
interventi di restauro, consolidamento,
risanamento di edifici, monumenti e impianti;
§
interventi di valorizzazione, dotazione e/o
riqualificazione di servizi e strutture per la fruizione e
l’accoglienza dei visitatori (spazi e infrastrutture per la
didattica, l’informazione e l’organizzazione di attività
educative e per il tempo libero, punti vendita, punti ristoro,
parcheggi);
§
azioni specifiche volte al potenziamento della
funzione comunicativa dei servizi culturali, ove avrà
particolare rilevanza l’utilizzo di tecniche multimediali
avanzate per la fruizione “in loco” e a distanza
(simulazione di contesti, ricostruzione virtuale di
esperienze, de-costruzione e interpretazione analitica di
particolari beni, suggestioni e informazioni per la conoscenza
delle attrattive e opportunità dell’area in questione,
ecc.), in riferimento alle diverse fasce di utenza e
all’obiettivo della promozione turistica del territorio;
Sul piano strategico, la
misura verrà attuata attraverso progetti integrati sul piano
territoriale, che coniughino la valenza culturale e la
valorizzazione dell’insieme delle risorse presenti sul
territorio (naturalistiche, economico-produttive), in modo
tale da massimizzare gli impatti positivi attesi dalla
realizzazione degli investimenti, sia in termini di qualità
della vita per i residenti, sia in termini di creazione di un
bacino occupazionale e di sviluppo di un’offerta turistica
qualificata. Sarà inoltre adottata una strategia di
concentrazione delle iniziative, fondata su un forte
parternariato istituzionale, che si concretizzerà nella
realizzazione di un numero limitato di progetti unitari e
coerenti (percorsi, parchi tematici) attraverso i quali sarà
possibile dare una reale visibilità alle risorse culturali
del territorio. I progetti integrati devono favorire
l’innovazione nel comparto economico considerato e uno
sviluppo turistico compatibile con l’ambiente. Considerata
la pluralità dei soggetti –pubblici e privati- che
partecipano all’attuazione dei progetti integrati, dovrà
essere individuato un soggetto capofila, con funzioni di
coordinamento tra i soggetti partecipanti, nonché di raccordo
con l’autorità responsabile della misura. La misura prevede
anche, in connessione con le azioni contenute nella misura 2.1
e nella misura 4.5., l’attuazione di un programma di
comunicazione e promozione relativamente alle iniziative
realizzate, nonché la promozione e organizzazione di eventi
culturali innovativi capaci di attivare flussi turistici
allungando la stagione.
La selezione dei progetti da
finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di
procedure di evidenza pubblica che saranno identificati nel
complemento di programmazione. I criteri e gli indirizzi di
attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.
Beneficiari
finali: Regione, Enti Locali, Enti Pubblici, Società
miste pubbliche private.
Regimi
d’aiuto: Nelle more dell’emanazione, notifica ed
approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali
per l'introduzione di aiuti a finalità regionale, che
potranno essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR,
l’aiuto di Stato accordato in base a questa misura è
conforme alla regola del “de minimis”.
Misura
2.3.
|
Strutture e servizi per attività
culturali e di spettacolo
|
Asse prioritario: Asse II “Risorse culturali”
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
Obiettivi
specifici:
§
Consolidare,
estendere e qualificare le azioni di salvaguardia e
valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico,
storico artistico e paesaggistico, nonché quelle relative
alle attività di spettacolo e di animazione culturale, quale
strumento di sviluppo economico del territorio.
§
Migliorare
la qualità dei servizi culturali e dei servizi per la
valorizzazione del patrimonio, compresa la promozione della
conoscenza e della divulgazione, anche ai fini
dell’innalzamento della qualità della vita.
Contenuto
tecnico La misura è finalizzata alla creazione di un
sistema articolato di offerta di attività culturali e di
spettacolo, attraverso azioni che incidono sulla qualità
delle strutture e i servizi per il pubblico, in connessione
con la valorizzazione turistica di un territorio. Con la
misura, inoltre, si intendono creare le condizioni di base per
la crescita di una imprenditorialità legata alla produzione,
all’organizzazione e alla promozione di attività e
iniziative di spettacolo (teatrali e musicali) e allo sviluppo
del comparto secondo logiche di mercato. All’interno di
progetti integrati di valorizzazione culturale di un
territorio, con la misura saranno attivati interventi
finalizzati a migliorare ed estendere le condizioni di accesso
alla conoscenza e all’informazione, attraverso una
riqualificazione delle strutture per servizi bibliotecari e
archivistici, secondo i criteri e indirizzi previsti dal QCS.
La misura prevede:
§
restauro e ristrutturazione funzionale di
edifici storici sedi di archivi, di biblioteche e di servizi
culturali diversi;
§
servizi di tipo bibliotecario itineranti nei
luoghi di maggior traffico turistico;
§
interventi di recupero, ampliamento,
riqualificazione di strutture e/o spazi all’aperto per
l’allestimento di spettacoli dal vivo;
§
l’attivazione e il potenziamento di
infrastrutture e servizi di accoglienza per il pubblico;
§
la promozione delle attività, tramite
eventualmente apposite strutture di servizio;
§
la promozione e l’organizzazione di eventi
culturali innovativi capaci di attivare flussi turistici
allungando la stagione.
Sul piano strategico, verrà
adottato un modello di intervento orientato alla creazione di
poli e circuiti, per l’organizzazione di eventi e iniziative
musicali, teatrali e artistiche di chiara visibilità in grado
di attrarre una domanda turistica qualificata e di contribuire
a una destagionalizzazione dei flussi turistici, in stretta
connessione con le attività e i servizi culturali delle altre
misure dell’asse o con sistemi integrati di offerta già
realizzati nel territorio. In questa prospettiva, saranno
privilegiate quelle azioni di recupero, valorizzazione e
potenziamento di strutture di tradizione e valore storico
culturale inserite in contesti urbani di richiamo turistico o
in contesti di particolare valenza culturale e paesaggistica
(anfiteatri storici, spazi all’aperto) che costituiscono una
risorsa significativa per la valorizzazione turistica di un
territorio. Gli interventi sulla misura dovranno essere
coordinati con i progetti integrati delle misure 2.1 e 2.2 e
prevedere anche, in connessione con le azioni contenute in
tali misure e nella misura 4.5, l’attuazione di un programma
di comunicazione e promozione relativamente alle iniziative
realizzate.
La selezione dei progetti da
finanziare avverrà sulla base di criteri di priorità e di
procedure di evidenza pubblica che saranno identificati nel
complemento di programmazione. I criteri e gli indirizzi di
attuazione del QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.
Beneficiari
finali: Regione, Enti Locali, Enti Pubblici, Società
miste pubbliche private.
Regimi
d’aiuto: Nelle more dell’emanazione, notifica ed
approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali
per l'introduzione di aiuti a finalità regionale, che
potranno essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR,
l’aiuto di Stato accordato in base a questa misura è
conforme alla regola del “de minimis”.
Misura
2.4.
|
Formazione per le attività culturali
sviluppate nell’Asse
|
Asse prioritario: Asse II “Risorse culturali”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Codice:
Obiettivi
specifici:
§
Sviluppare l’imprenditorialità e la crescita
delle organizzazioni legate alla valorizzazione e alla
diffusione della conoscenza del patrimonio culturale. Creare
le condizioni e favorire la creazione di strutture ad alta
specializzazione per la gestione di interventi di restauro e
di valorizzazione. Sviluppare attività di formazione per la
riqualificazione e la creazione di competenze legate al
patrimonio e alle attività culturali.
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata alla formazione e alla
specializzazione delle competenze legate alle politiche di
salvaguardia, valorizzazione e gestione del patrimonio, alla
produzione, realizzazione e organizzazione di servizi e
attività di spettacolo, ad iniziative di animazione e di
promozione culturale e turistica.
Con la misura, in rapporto
agli interventi previsti nelle misure dell’Asse, si
intendono sviluppare sia competenze specifiche (esperti in
tecniche di restauro, manutenzione ordinaria di beni e
manufatti, professionalità in grado di supportare e orientare
la fruizione, animatori, professionisti e operatori per
iniziative di spettacolo, …), sia competenze di tipo
trasversale (lingue straniere, conoscenze e uso di tecnologie
innovative applicate ai diversi settori di intervento).
Verrà data particolare
rilevanza alla formazione di competenze ad alta qualificazione
(“managers della cultura”), per la gestione e
l’organizzazione di istituzioni, servizi, insiemi di attività
culturali, attraverso il sostegno a forme di mobilità
formativa, quali borse di studio, stages, workexperiences,
presso centri e istituti specializzati nella formazione di
questo tipo di rilevanza europea e presso imprese, enti,
fondazioni operanti nel settore della produzione e
organizzazione culturale.
La formazione delle
competenze di settore nell’ambito della P.A. sarà attuata
nella misura 3.9 “Adeguamento delle competenze della
P.A.”, all’interno della seconda linea di intervento.
Beneficiari
finali: Regione, enti pubblici.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
4.1.3. - Asse III – “Risorse
Umane”
Misura
3.1.
|
Organizzazione dei servizi per
l’impiego
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field A: Sviluppo e
promozione di politiche attive del mercato del lavoro per
combattere e prevenire la disoccupazione, evitare a donne e
uomini la disoccupazione di lunga durata, agevolare il
reinserimento nel mercato del lavoro e sostenere il
reinserimento nella vita professionale dei giovani e di
coloro, uomini e donne, che si reinseriscono nel mercato del
lavoro.
Codice:
21
Obiettivi
specifici: A.1..
Prevenzione della
disoccupazione di giovani e adulti
Contenuto
tecnico: L’azione della misura è finalizzata
all'attivazione dei
Centri per l’impiego (compresi gli interventi necessari per
un compiuto trasferimento alla Regione delle competenze in
materia di servizi per l’impiego), attraverso:
§
la messa in esercizio, il costante sviluppo e
l’aggiornamento del SIL;
§
la predisposizione degli strumenti necessari per
l’assunzione delle funzioni derivanti dall’obbligo
formativo (anagrafe dei giovani della classe d’età
interessata..);
§
la definizione di standard di funzionamento
(prototipi, modelli, metodologie) e, sulla base di questi,
l’attivazione di iniziative e di servizi personalizzati di
informazione, sensibilizzazione, consulenza e di interventi di
sostegno e di coordinamento delle misure per la mobilità
geografica.
La misura verrà realizzata
in maniera sinergica con la misura 3.12, che prevede
interventi rivolti al potenziamento (adattamento e
riqualificazione) delle strutture (sedi, supporti logistici);
La misura prevede la
realizzazione di punti preferenziali al servizio dell’utenza
femminile, con orari compatibili con le esigenze di
conciliazione e con operatori specializzati nelle questioni di
parità. All’interno della misura verrà attuata
un’offerta formativa destinata agli operatori delle
strutture, anche in riferimento alle problematiche di genere e
delle politiche di pari opportunità.
La data limite per la messa a regime dei servizi per
l’impiego è quella prevista dal NAP.
Beneficiari
finali: Regione, Enti Locali,.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
3.2.
|
Inserimento e reinserimento nel
mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica
dell’approccio preventivo
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field A: Sviluppo e
promozione di politiche attive del mercato del lavoro per
combattere e prevenire la disoccupazione, evitare a donne e
uomini la disoccupazione di lunga durata, agevolare il
reinserimento nel mercato del lavoro e sostenere il
reinserimento nella vita professionale dei giovani e di
coloro, uomini e donne, che si reinseriscono nel mercato del
lavoro.
Codice:
18
Obiettivi
specifici: A.1.
Prevenzione della disoccupazione di giovani e adulti
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata a migliorare l’occupabilità
dei soggetti in cerca di lavoro e a contrastare la
disoccupazione attraverso un’offerta qualificata e il più
possibile individualizzata di interventi di tipo preventivo.
La misura è rivolta ai
giovani in ingresso nel mondo del lavoro e agli adulti
disoccupati. In tutti gli interventi dovrà essere assicurata
una adeguata presenza del target femminile, evitandone al
contempo la segregazione formativa e lavorativa. La misura
prevede la realizzazione di iniziative personalizzate per la
popolazione giovanile e adulta e dovrà garantire la
disponibilità di un’offerta integrata di servizi di
formazione, consulenza, orientamento in relazione a specifiche
esigenze individuali di inserimento e reinserimento. In
particolare, verranno attuati interventi di:
§
formazione nel quadro dell’obbligo formativo a
18 anni, secondo le modalità concertate tra lo Stato e la
Regione;
§
orientamento professionale e scolastico;
§
promozione di momenti conoscitivi delle
opportunità di lavoro presenti sul territorio da realizzarsi
nelle scuole, nelle università, nei centri di aggregazione;
§
counselling e progettazione di percorsi
personalizzati per la transizione al lavoro;
§
iniziative di orientamento, counselling e
formazione, dando priorità, soprattutto per i giovani, ad
azioni di tipo integrato;
§
workexperiences (tirocini per giovani laureati e
diplomati, contratti di ricerca/lavoro per laureati);
§
formazione per l’apprendistato;
§
sostegno (promozione e organizzazione) alla
mobilità per formazione e workexperiences.
§
formazione degli operatori specializzati nelle
attività di accompagnamento all’inserimento nel lavoro.
§
analisi dei fabbisogni, azioni di sostegno e
promozione di sperimentazione di nuovi modelli di formazione
per i lavoratori atipici
Beneficiari
finali: Regione Sardegna.
Tipologia
di destinatari ammissibili:
§
disoccupati in senso stretto (persone che hanno
perso un precedente posto di lavoro) o persone alla ricerca di
prima occupazione;
§
persone in CIG straordinaria ed in mobilità che
sono da considerare assimilati ai disoccupati e quindi
concorrono all’implementazione dell’approccio preventivo;
§
persone inserite in contratto di apprendistato
od altro contratto a causa mista;
§
persone in condizione professionale inattiva (
casalinga, studente, militare di leva, altro inattivo), nella
misura in cui tali persone passano attraverso la condizione di
disoccupazione attraverso l’iscrizione alle liste di
disoccupazione come requisito per l’accesso a politiche
attive del lavoro.
La rilevazione del carattere
preventivo o curativo delle azioni alle persone richiede di
individuare:
§
la data di inizio dello stato di disoccupazione;
§
la data di offerta di una misura attiva del
lavoro alla quale definire la natura preventiva dell’azione
che si intende realizzare. Ferma restando la normativa in
materia di riforma del collocamento e della organizzazione
degli strumenti di incontro tra domanda ed offerta di lavoro.
Regimi
di aiuto: Nessun
aiuto di Stato sarà accordato in base a questa misura ai
sensi dell'Art. 87.1 del Trattato CE.
Misura
3.3.
|
Inserimento e reinserimento nel
mercato del lavoro di uomini e donne fuori dal mercato
del lavoro da più di sei o dodici mesi
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field A: Sviluppo e
promozione di politiche attive del mercato del lavoro per
combattere e prevenire la disoccupazione, evitare a donne e
uomini la disoccupazione di lunga durata, agevolare il
reinserimento nel mercato del lavoro e sostenere il
reinserimento nella vita professionale dei giovani e di
coloro, uomini e donne, che si reinseriscono nel mercato del
lavoro.
Codice:
19
Obiettivi
specifici: A.2.
Inserimento e reinserimento dei disoccupati di lunga durata
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata a promuovere l’occupabilità
di donne e uomini disoccupati, da più di sei o di dodici
mesi, riducendo i tempi del loro reingresso nel mercato del
lavoro, attraverso l’offerta di un’ampia gamma di servizi
integrati e personalizzati (in riferimento a specifiche
esigenze individuali e alle differenti caratteristiche dei
target giovanile e adulto) di orientamento, consulenza e
formazione. Particolare attenzione sarà riservata
all’impatto di genere degli interventi previsti, mediante
l’adozione di specifiche misure di accompagnamento e
sostegno.
La misura prevede la
realizzazione delle seguenti tipologie di intervento:
§
counselling, progettazione e organizzazione di
percorsi personalizzati per la transizione al lavoro;
§
bilancio di competenze;
§
formazione/riqualificazione finalizzate
all’acquisizione di competenze effettivamente spendibili sul
mercato del lavoro, da realizzarsi sulla base di precise
ricognizioni e analisi della domanda di mercato;
§
sostegno (promozione e organizzazione) alla
mobilità per formazione e workexperiences;
§
organizzazione di tirocini, stages,
job-experiences in aziende e nella P.A.;
§
azioni di accompagnamento e sostegno alla
partecipazione delle donne alle iniziative di formazione,
consulenza, mobilità (informazione/sensibilizzazione mirata,
servizi di assistenza alle persone).
§
formazione degli operatori;
§
azioni trasversali di formazione per
l’acquisizione di competenze avanzate sulle tecnologie e le
applicazioni della società dell’informazione.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna. Destinatari ultimi saranno i
soggetti disoccupati di lunga durata.
La rilevazione del carattere
curativo delle azioni alle persone richiede di individuare:
§
la data di inizio dello stato di disoccupazione;
§
la data di offerta di una misura attiva del
lavoro alla quale definire la natura preventiva dell’azione
che si intende realizzare . Ferma restando la normativa in
materia di riforma del collocamento e della organizzazione
degli strumenti di incontro tra domanda ed offerta di lavoro.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
3.4.
|
Inserimento e reinserimento lavorativo
di gruppi svantaggiati
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field B: Promozione
di pari opportunità per tutti nell’accesso al mercato del
lavoro, con particolare attenzione per le persone che
rischiano l’esclusione sociale.
Codice:
22
Obiettivi
specifici: B.1.
Favorire il primo inserimento lavorativo o il reinserimento di
soggetti a rischio di esclusione sociale
Contenuto
tecnico: La misura ha la finalità di promuovere
l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo di
soggetti svantaggiati (per motivi di contesto, economici,
individuali).
In continuità e integrazione
con gli interventi già avviati col Piano Socio-assistenziale
regionale, le azioni della misura saranno rivolte a: persone
che si trovano nelle fasce di povertà più intensa, con
particolare riguardo alle donne capofamiglia
disoccupate/inoccupate; immigrati; ex tossicodipendenti;
detenuti ed ex detenuti; soggetti appartenenti ad aree e/o
contesti particolarmente emarginati o degradati; persone in
condizioni di particolare disabilità fisica.
Riguardo ai portatori di
handicap sarà dato particolare rilievo agli interventi che
possono contribuire in modo decisivo all’applicazione, in
piena sintonia con le linee operative regionali, della
L.n.68/1999, concernente la promozione dell’inserimento e
dell’integrazione lavorativa delle persone disabili nel
mondo del lavoro.
In generale, verrà adottato
un approccio di tipo integrato, con l’individuazione e
l’implementazione di percorsi di inserimento che partano da
una specifica definizione dei fabbisogni, utilizzino la
formazione combinata con altri strumenti di politica attiva e
accompagnino tale inserimento nelle diverse modalità in cui
esso si rende possibile. Sono previste le seguenti tipologie
di intervento:
§
formazione di figure anche rare di operatori
dell’inclusione;
§
promozione e sostegno di centri di servizio per
l’inserimento nel mercato del lavoro itineranti nelle aree
svantaggiate;
§
approcci personalizzati, anche basati su reti di
parternariato locale, con l’offerta di servizi di
assistenza, orientamento, formazione;
§
informazione e promozione di iniziative in
ambito sociale, aziendale e formativo finalizzate allo
sviluppo della “cultura della inclusione”;
§
formazione e consulenza per l’autoimprenditorialità
e per la predisposizione di business plan nel settore sociale;
§
realizzazione di “progetti di eccellenza”,
proposti da soggetti pubblici o privati, che prevedono la
predisposizione di percorsi integrati flessibili e
personalizzati per il recupero motivazionale e culturale dei
disabili e per il loro inserimento nel mercato del lavoro;
§
sostegno al radicamento nel territorio di
agenzie per il lavoro specializzate nell’inserimento sociale
e lavorativo dei disabili;
§
formazione degli operatori impegnati
nell’inserimento sociale e lavorativo dei disabili;
§
promozione di iniziative volte alla diffusione
ed utilizzo delle tecnologie dell’informazione come
strumento per facilitare la formazione e il lavoro dei
disabili (teleformazione e telelavoro).
All’interno della misura sono
previsti piccoli sussidi con speciali modalità di accesso,
secondo quanto previsto dall’art.4 par.2 del Regolamento
FSE.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti Locali, ONLUS, organismi di
volontariato.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
3.5.
|
Adeguamento del sistema della
formazione professionale e dell’istruzione
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field C: Promozione
e miglioramento della formazione professionale,
dell’istruzione, dell’orientamento nell’ambito di una
politica di apprendimento nell’intero arco della vita al
fine di: agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione
nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l’occupabilità
e promuovere la mobilità professionale.
Codice:
23
Obiettivi
specifici: C.1.
Adeguare il sistema della formazione professionale e
dell’istruzione
Contenuto
tecnico: La misura ha la finalità di riqualificare e
rafforzare il sistema della formazione in relazione alle nuove
esigenze del mercato del lavoro.
L’attuazione della misura richiede un’integrazione stretta
tra interventi a titolarità regionale e nazionale finalizzati
al rafforzamento del sistema formativo, soprattutto per quanto
riguarda l’accreditamento dei soggetti formativi, la
certificazione dei percorsi formativi, delle competenze e la
costruzione di un sistema di crediti riconosciuti concordato
tra Ministero del Lavoro, Ministero della Pubblica Istruzione
M.U.R.S.T., e Parti Sociali.
La misura prevede:
§
l’accreditamento dei soggetti formativi, in un
quadro di liberalizzazione del mercato della formazione, con:
la definizione dei requisiti e dei criteri di valutazione per
l’accreditamento; la declinazione operativa degli indicatori
di qualità, l’accertamento dei requisiti richiesti e la
relativa certificazione, l’analisi comparata degli
indicatori ISO 9001 ai fini delle procedure di accreditamento
delle sedi già certificate; la predisposizione e
l’aggiornamento di un sistema informativo sulle sedi
operative accreditate; la predisposizione dei criteri e delle
modalità di controllo dell’accreditamento;
§
l’analisi dei fabbisogni e la relativa
definizione delle figure professionali per i diversi percorsi
formativi;
§
il rafforzamento del sistema statistico
informativo;
§
la certificazione dei percorsi formativi e delle
competenze in riferimento alle indicazioni scaturenti dal
Progetto Standard Formativi; la ridefinizione dei criteri e
delle modalità di certificazione delle competenze acquisite
in ambito lavorativo; l’identificazione degli elementi
costitutivi del libretto formativo; la diffusione delle
informazioni relative alla sua compilazione; il monitoraggio
dell’efficacia e della spendibilità;
§
la definizione dei requisiti minimi per le
attività dei centri preposti all’orientamento;
§
la definizione delle modalità organizzative e
dei contenuti formativi della formazione esterna
nell’apprendistato;
§
la formazione dei formatori, dei tutor e degli
operatori della formazione (anche attraverso lo scambio di
esperienze tra operatori di diverse regioni) e la
sperimentazione di percorsi formativi congiunti tra operatori
della scuola, della formazione professionale, dell’università
e dei formatori aziendali, sulla base di una preliminare
definizione di contenuti e metodi formativi, anche in
riferimento all’impatto di genere;
§
promozione di sperimentazioni di nuovi modelli
di integrazione tra i sistemi nell’ambito dell’estensione
dell’obbligo formativo a 18 anni;
§
sviluppo di progetti in partenariato tra diverse
regioni, e soggetti come centri di formazione, centri di
orientamento e centri per l’impiego;
§
analisi delle politiche formative anche al fine
di evidenziare il valore aggiunto delle singole misure;
§
il monitoraggio e la valutazione dell’output e
dei risultati raggiunti dal processo di adeguamento dei
sistemi.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna,.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
3.6.
|
Prevenzione della dispersione
scolastica e formativa
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field C: Promozione
e miglioramento della formazione professionale,
dell’istruzione, dell’orientamento nell’ambito di una
politica di apprendimento nell’intero arco della vita al
fine di: agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione
nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l’occupabilità
e promuovere la mobilità professionale.
Codice:
23
Obiettivi
specifici: C.1.2.
Prevenzione della dispersione scolastica e formativa
Contenuto
tecnico:La misura è finalizzata alla prevenzione della
dispersione scolastica e alla promozione del reinserimento
educativo e formativo dei drop-out.
La misura verrà realizzata,
d’intesa col Ministero della Pubblica Istruzione, in stretta
correlazione (a partire dall’’individuazione delle aree
prioritarie di intervento) con quanto previsto nel PON Scuola
e, in particolare, nella misura 3 “Prevenzione della dispersione scolastica”.
La misura prevede:
§
la realizzazione di progetti integrati scuola
formazione organismi territoriali (enti locali, servizi
assistenziali, ecc.);
§
azioni di orientamento e counselling
all’interno dei sistemi educativi-formativi;
§
promozione di attività di raccordo con le
famiglie e di offerta di interventi rivolte ai genitori in
particolare nelle aree a rischio;
§
formazione di operatori;
§
offerta di servizi di accoglienza, animazione e
recupero scolastico;
§
la messa a punto di un sistema statistico
informativo su base regionale delle azioni realizzate
nell’ambito della misura e la valutazione dell’efficienza
e dell’efficacia degli strumenti/interventi di lotta alla
dispersione.
Beneficiari
finali: Regione, Enti Locali, Istituti scolastici,.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
3.7.
|
Formazione superiore e universitaria
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field C: Promozione
e miglioramento della formazione professionale,
dell’istruzione, dell’orientamento nell’ambito di una
politica di apprendimento nell’intero arco della vita al
fine di: agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione
nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l’occupabilità
e promuovere la mobilità professionale.
Codice:
23
Obiettivi
specifici: C.2.
Promuovere un’offerta adeguata di formazione superiore e
universitaria
Contenuto
tecnico: La misura ha l’obiettivo di prefigurare un
sistema di formazione articolato, che consenta
l’acquisizione di competenze superiori pertinenti con i
fabbisogni del mondo del lavoro e di accelerare un idoneo
inserimento occupazionale, nonché di facilitare, attraverso
crediti formativi, l’eventuale continuazione degli studi
all’interno delle facoltà universitarie.
L’articolo
69 della L.144/1999 ha sancito l’istituzione del nuovo
canale formativo di istruzione e formazione tecnica superiore
(IFTS), per il quale erano già stati avviati i primi corsi
sperimentali.
La
misura costituisce infatti uno sviluppo dell’azione già
intrapresa, a livello regionale, col piano dell’istruzione e
formazione integrata superiore (IFTS), avviato nel 1998/1999.
Con
la misura verranno realizzati percorsi di istruzione e
formazione tecnica superiore integrati con i percorsi
universitari, scolastici e di formazione professionale, in
correlazione con le azioni di sistema (rilevazione del
fabbisogno formativo , definizione, sperimentazione di modelli
sperimentali di standard) previste nella misura 5
“Formazione superiore” del PON “Scuola”.
Saranno
attivati percorsi di formazione per giovani diplomati o per
coloro che hanno comunque acquisito competenze accreditate
dopo l’obbligo scolastico nei percorsi di istruzione,
formazione o lavoro, relativi a profili professionali
individuati sulla base di una rilevazione accurata della
domanda economica locale, inseriti nel quadro della
programmazione regionale e caratterizzati da una dimensione
fortemente applicativa delle conoscenze e da metodologie
didattiche connotate da forti esperienze in alternanza.
Gli
interventi formativi si concluderanno con la certificazione
finale delle competenze acquisite.
La misura prevede inoltre la
messa a punto di un sistema statistico informativo su base
regionale delle azioni realizzate e il monitoraggio puntuale
dell’intervento.
Beneficiari
finali: Consorzi e/o associazioni costituiti tra scuole,
università, enti di formazione, imprese, istituti di
ricerca/rilevazione.
Regimi
di aiuto:. Nel caso di aiuti alle imprese, l’aiuto di
Stato accordato in base a questa misura è conforme alla
regola del “de minimis”.
Misura
3.8.
|
Istruzione e formazione permanente
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field C: Promozione
e miglioramento della formazione professionale,
dell’istruzione, dell’orientamento nell’ambito di una
politica di apprendimento nell’intero arco della vita al
fine di: agevolare e migliorare l’accesso e l’integrazione
nel mercato del lavoro, migliorare e sostenere l’occupabilità
e promuovere la mobilità professionale.
Codice:
23
Obiettivi
specifici: C.3.
Promuovere l’istruzione e la formazione permanente
Contenuto
tecnico: La misura ha lo scopo di consentire alla
popolazione adulta (con particolare riferimento alla
componente femminile), indipendentemente dalla propria
condizione lavorativa, di recuperare un titolo di studio o una
qualifica o comunque competenze necessarie ai fini dell’occupabilità
e dei diritti di cittadinanza.
La misura si collega con la
misura 3.6 Prevenzione della dispersione scolastica del POR,
in relazione agli interventi sulle famiglie, e con la misura 4
Integrazione dei sistemi e mercato del lavoro del PON Scuola.
La misura prevede:
§
interventi di formazione legati ai nuovi
contenuti dell’alfabetizzazione, in particolare nel settore
delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e
delle lingue straniere;
§
interventi di formazione volti a rafforzare le
competenze professionali specifiche e a recuperare le
competenze professionali di base, anche nel quadro di
dispositivi contrattuali quali i congedi formativi, le 150
ore, ecc.;
§
attività di tutoraggio e assistenza
individualizzata durante l’intero percorso formativo;
§
azioni di accompagnamento per la partecipazione
femminile alle esperienze formative(informazione mirata,
servizi di assistenza alle persone).
Beneficiari
finali::
Regione Sardegna.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
3.9.
|
Adeguamento delle competenze della
pubblica amministrazione
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field D: Promozione
di una forza lavoro competente, qualificata ed adattabile,
dell’innovazione e dell’adattabilità
nell’organizzazione del lavoro, dello sviluppo dello spirito
imprenditoriale, di condizioni che agevolino la creazione di
posti di lavoro nonché della qualificazione e del
rafforzamento del potenziale umano nella ricerca, nella
scienza e nella tecnologia.
Codice:
23
Obiettivi
specifici: D.1.2.
Adeguamento delle competenze della pubblica amministrazione
Contenuto
tecnico: La misura ha la finalità di migliorare le
capacità delle pubbliche amministrazioni di progettare e
implementare le politiche pubbliche, in collegamento e
integrazione con quanto previsto nel PON Ricerca e, in
particolare, nella misura 3.3 “Formazione di alte
professionalità per adeguare le competenze della P.A.”.
Nella misura dovrà essere garantita una consistente
partecipazione (e comunque superiore alla precedente
programmazione) della componente femminile.
La misura prevede le seguenti
linee di intervento:
§
esperienze di formazione, confronto,
informazione per amministratori, anche con momenti comuni col
personale tecnico e amministrativo;
§
formazione finalizzata alla diffusione delle
tecniche di progettazione, implementazione, monitoraggio e
valutazione nei diversi ambiti operativi;
§
formazione finalizzata alla diffusione della
conoscenza di procedure regionali, nazionali e comunitarie e
degli organismi comunitari;
§
formazione di competenze inserite nei livelli
decisionali, in grado di intercettare l’innovazione e di
progettare lo sviluppo di impresa nella logica della “nuova
economia”;
§
percorsi formativi finalizzati
all’introduzione dell’innovazione nei processi
organizzativi;
§
interventi formativi per l’adeguamento delle
competenze in materie di politiche del lavoro e della
formazione, anche in riferimento allo sviluppo di competenze
di policy fondate sull’analisi delle componenti di genere;
§
iniziative formative rivolte alla componente
femminile finalizzate all’acquisizione di competenze per il
rafforzamento della leadership, la gestione dei percorsi di
carriera, la conduzione dei gruppi e delle dinamiche di
gruppo;
§
formazione finalizzata alla diffusione della
conoscenza delle lingue straniere;
§
interventi formativi per l’adeguamento delle
competenze degli operatori pubblici in materia di utilizzo di
nuove tecnologie.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti pubblici.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
3.10.
|
Sviluppo
e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità
ai nuovi bacini di impiego
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field D: Promozione
di una forza lavoro competente, qualificata ed adattabile,
dell’innovazione e dell’adattabilità
nell’organizzazione del lavoro, dello sviluppo dello spirito
imprenditoriale, di condizioni che agevolino la creazione di
posti di lavoro nonché della qualificazione e del
rafforzamento del potenziale umano nella ricerca, nella
scienza e nella tecnologia.
Codice:
24
Obiettivi
specifici: D.2.
Sostenere l’imprenditorialità in particolare nei nuovi
bacini di impiego
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata al sostegno e alla
promozione del lavoro autonomo e della piccola e media impresa
in settori legati al miglioramento della qualità della vita
(assistenza socio-sanitaria, valorizzazione dei beni
storico-artistici, promozione culturale, tutela
dell’ambiente), attraverso iniziative di informazione sulle
opportunità e le modalità di accesso al finanziamento per la
nascita di impresa o per la partecipazione ad iniziative
dirette alle imprese. Nella misura dovrà essere garantita
un’adeguata presenza di utenza femminile.
La misura prevede:
§
iniziative di informazione sulle opportunità e
le modalità di accesso al finanziamento per la nascita di
impresa o per la partecipazione ad iniziative dirette alle
imprese;
§
orientamento e consulenza per l’autoimprenditorialità;
§
iniziative integrate di finanziamento,
formazione e consulenza allo start-up;
§
interventi formativi per le figure professionali
impegnate nell’attuazione e nella gestione delle imprese;
§
servizi di certificazione di qualità per le
imprese e cooperative sociali e culturali;
§
iniziative specifiche, rivolte alla componente
femminile, di sensibilizzazione e consulenza mirata sulle
modalità di accesso al credito, che prevedano anche il
coinvolgimento del personale degli istituti di credito.
A sostegno dello sviluppo
delle imprese sociali, sono previsti piccoli sussidi con
speciali modalità di accesso, secondo quanto previsto
dall’art.4 par.2 del Regolamento FSE.
Beneficiari
finali: Soggetti formativi pubblici e privati, soggetti
accreditati per le certificazioni di qualità, enti e agenzie
di servizi alle imprese, ONLUS, organismi di volontariato.
Regimi
d’aiuto: l’aiuto di Stato accordato in base a questa
misura è conforme alla regola del “de minimis”.
Misura
3.11.
|
Promozione della partecipazione
femminile al mercato del lavoro
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Policy
field E: Misure
specifiche intese a migliorare l’accesso e la partecipazione
delle donne al mercato del lavoro, compreso lo sviluppo delle
carriere e l’accesso a nuove opportunità di lavoro e
all’attività imprenditoriale, e a ridurre la segregazione
verticale e orizzontale fondata sul sesso nel mercato del
lavoro.
Codice:
25
Obiettivi
specifici: E.1.
Accrescere la partecipazione e rafforzare la posizione delle
donne nel mercato del lavoro
Contenuto
tecnico: La misura ha l’obiettivo di incentivare il
tasso di attività femminile attraverso interventi che
favoriscono la partecipazione delle donne al mercato del
lavoro, il loro inserimento nel lavoro indipendente, la
creazione di lavoro autonomo e di impresa, lo sviluppo di
carriera, utilizzando strumenti diversi quali: servizi,
sviluppo delle competenze, incentivi e azioni di
accompagnamento.
Per
accrescere la partecipazione delle donne al lavoro dipendente
o autonomo verranno realizzati interventi di:
§
progettazione di percorsi per la creazione di
lavoro autonomo;
§
incentivazione di FAD e lavoro a distanza per
conciliare la doppia presenza in determinate fasi della vita
delle donne;
§
incentivazione alle imprese pubbliche e private
per sostenere azioni innovative nella riorganizzazione del
lavoro (flessibilità degli orari in entrata e in uscita,
part-time, job sharing);
§
sostegno alle imprese pubbliche e private che
attivano servizi di cura per le dipendenti con figli minori a
carico o con figli portatori di handicap.
Per
la promozione dell’imprenditorialità femminile sono
previste le seguenti linee di intervento:
§
percorsi integrati di informazione, formazione e
consulenza per le fasi di pre-avvio e consolidamento delle
imprese e concessione di prestiti d’onore;
§
diffusione e consolidamento di esperienze di
sostegno quali gli incubatori di impresa al femminile;
§
azioni sistematiche di monitoraggio sulle
imprese già avviate per individuare, raccogliere e diffondere
esempi di buone pratiche.
§
sensibilizzazione e consulenza mirata sulle
modalità di accesso al credito e sensibilizzazione del
personale bancario attraverso “tavoli di discussione” con
i responsabili del settore bancario e le imprenditrici.
Azioni
di accompagnamento:
§
promozione di rilevazioni e indagini mirate,
continuamente aggiornate, sul lavoro femminile come sostegno
alla progettazione degli interventi;
§
offerta di servizi di assistenza alle persone.
Beneficiari finali: Soggetti
formativi pubblici e privati, datori di lavoro pubblici e
privati, enti e agenzie di servizi alle imprese, istituti di
credito, istituti di ricerca.
Regimi
d’aiuto: l’aiuto di Stato accordato in base a questa
misura è conforme alla regola del “de minimis”.
Misura
3.12.
|
Infrastrutture per l’inclusione
scolastica e per i centri per l'occupazione
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
prioritario: FESR
Codice:
23
Obiettivi
specifici: C.1.2.
Prevenzione della dispersione scolastica e formativa.
Finalità
e contenuto tecnico:
a)
L'azione è finalizzata al miglioramento degli aspetti
strutturali del sistema dell’offerta di istruzione, in
stretta correlazione con gli interventi educativi e formativi
previsti nella misura 3.6 “Prevenzione della dispersione
scolastica”. Nelle aree individuate come prioritarie per gli
interventi sulla dispersione, che saranno precisate nel
complemento di programmazione, secondo modalità
programmatiche e attuative concertate col Ministero della
Pubblica Istruzione, titolare del PON “Scuola”, con gli
Enti Locali e gli altri organismi territoriali interessati,
sarà possibile realizzare:
l
interventi di adeguamento funzionale di singoli
istituti in relazione alle nuove esigenze educative (aule
speciali, aule informatiche, palestre, locali per attività
culturali) e al miglioramento dell’accoglienza scolastica
(spazi attrezzati per servizi mensa);
l
centri polifunzionali, o centri di risorse, sul
modello di quelli previsti nella misura 4 del PON
“Scuola”, ossia infrastrutture finalizzate a migliorare
l’attrattività dell’ambiente scolastico attraverso la
disponibilità di spazi attrezzati per laboratori di
orientamento scientifico e tecnologico, laboratori di
simulazione dei processi produttivi, sistemi di collegamento
informatico e telematico, laboratori per l’approfondimento
linguistico, espressivo e musicale, spazi e attrezzature per
attività ricreative e sportive.
b)
L'azione prevede interventi rivolti al potenziamento
(adattamento e riqualificazione) delle strutture (sedi,
supporti logistici) destinate ad accogliere i costituendi
centri per l'impiego e verrà attuata in stretta correlazione
con le azioni previste dalla misura 3.1.
Beneficiari finali: Regione
Sardegna, Scuole,
Enti Locali.
Regimi
di aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
3.13.
|
Ricerca e sviluppo Tecnologico nelle
imprese e territorio
|
Asse prioritario: Asse III “Risorse umane”
Fondo
prioritario: FESR
Codice:
181, 182, 183, 164
Obiettivi
specifici:
§
azioni promozionali e di sostegno al sistema
scientifico al fine di una maggiore cooperazione e capacità
di trasferimento delle conoscenze e di una partecipazione alla
creazione, crescita, attrazione di imprese;
§
azioni volte alla creazione e sostegno di reti
di cooperazione e di un sistema informativo per il sostegno
della domanda delle imprese e della programmazione regionale.
§
azioni promozionali verso le imprese volte da un
lato all’emersione del loro fabbisogno tecnologico e
dall’altro al loro rapido ed efficace accesso informativo
alle opportunità tecnologiche anche attraverso la creazione
di reti e utilizzo delle reti esistenti;
§
incentivazione delle imprese per
l’introduzione di tecnologie di prodotto e processo, con
particolare attenzione a quelle di contenuto ambientale e per
la realizzazione di progetti in comune con il sistema ricerca.
§
interventi integrati (promozione-ricerca-innovazione)
in aree a vocazione specifica ovvero con specifici problemi di
carattere scientifico-territoriale.
Contenuto
tecnico: In coerenza con le linee d’intervento
individuate nelle strategie, e sulla base della concertata
ripartizione di competenze con il MURST, la Regione intende
favorire la cooperazione tra offerta scientifica e domanda
imprenditoriale e territoriale attraverso azioni promozionali
e di animazione e con incentivazioni dirette al sistema
produttivo.
La misura prevede interventi
di incentivazione diretta alle imprese e azioni di promozione
e animazione, secondo la seguente articolazione:
a)
Incentivazione diretta alle imprese:
l
incentivi alle imprese per l’innovazione
tecnologica di processo e prodotto, con particolare attenzione
alle tecnologie pulite e a basso impatto ambientale;
l
commesse di ricerca a laboratori scientifici da
parte delle imprese;
l
progetti di ricerca d’interesse industriale
con priorità per interventi inseriti in specifiche vocazioni
distrettuali o di filiera; studi applicativi, messa a punto,
progettazione divulgazione di innovazioni di processo aventi
come finalità il miglioramento delle prestazioni ambientali
delle attività dell’impresa;
l
messa a punto di metodologie innovative nel
campo della progettazione, al fine di innalzare gli standard
di affidabilità del prodotto e di sicurezza degli impianti,
ma anche di sviluppare nuove linee di prodotti
qualitativamente più complete e competitive (design,
prestazioni accessorie, ecc.);
l
audit tecnologici di singole imprese.
b)
Azioni di
promozione e animazione:
l
attività di animazione tecnologica e
rilevazione del fabbisogno tecnologico o raggruppamenti di
imprese, nonché del territorio al fine dello sviluppo della
domanda e la valorizzazione economica di specifiche aree.
L’attività dovrà essere realizzata attraverso un programma
specificamente concepito sulla base delle esigenze manifestate
da parte del tessuto produttivo locale in termini di
innovazione di prodotto e di processo, e avrà come finalità
precipua quella di far emergere i bisogni latenti in termini
di innovazione tecnologica e di individuare progetti di
ricerca presso i poli scientifici e di ricerca suscettibili di
rispondere a questi bisogni, al fine di assicurarne ampia
diffusione;
l
progetti pilota per il trasferimento tecnologico
e la diffusione dei risultati scientifici, attraverso la
cooperazione del sistema ricerca con il sistema imprese e gli
enti locali;
l
progetti finalizzati ad innovazioni di processo
e di prodotto attraverso la sperimentazione di sistemi di
produzione avanzati, prototipizzazione di nuovi prodotti, ecc;
che saranno messi a disposizione delle imprese secondo criteri
non discriminatori;
l
studi applicativi dei risultati ottenuti a
livello di ricerca di base, che possono interessare più
imprese operanti in un determinato settore;
l
realizzazione di reti di cooperazione e di
sistemi informativi al fine di realizzare l’osservatorio
regionale della ricerca e della tecnologia come supporto alla
domanda delle imprese e alla programmazione regionale.
Gli interventi verranno realizzati
con il coinvolgimento delle Università (creazione di liason
offices), dei centri di ricerca regionali, delle strutture di
trasferimento tecnologico del Parco Scientifico e Tecnologico,
chiamati a svolgere un ruolo attivo anche nella partecipazione
agli interventi programmati e gestiti dal MURST.
Come previsto nel capitolo 3
del POR, il complemento di programmazione del P.O.R. dovrà
specificare le modalità di raccordo e di integrazione tra gli
strumenti previsti con quelli del P.O.N. “Ricerca
scientifica, Sviluppo tecnologico e alta formazione”. Sulla
base delle politiche definite a livello nazionale, la Regione
svilupperà una strategia per lo sviluppo dell’innovazione
basata sull’analisi dei fabbisogni e sulle potenzialità di
sviluppo del territorio. Tale approccio strategico, concertato
con il MURST, è una condizione per consentire la coerenza
degli interventi alle caratteristiche della domanda regionale.
A partire dall’1.1.2002, tutte le azioni ammesse a
finanziamento sul P.O.R dovranno essere coerenti con la
strategia di sviluppo dell’innovazione elaborata.
Regimi
d’aiuto: Le azioni di studio, promozione e animazione
volte alla generalità delle imprese ovvero a supporto della
programmazione regionale, ovvero le attività i cui risultati
verranno messi a disposizione delle imprese secondo criteri
non discriminatori esulano dall’applicazione dei regimi
d’aiuto. Per le azioni di incentivazione direttasi farà
ricorso alla disciplina comunitaria “de minimis”, con
formale assunzione dell’impegno da parte di ciascuna impresa
beneficiaria, a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano
l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di 3 anni.
Per le altre azioni implicanti aiuti alle imprese, nelle more
dell’emanazione, notifica ed approvazione da parte della UE,
di specifiche norme regionali per l'introduzione di aiuti a
finalità regionale, che potranno essere proposti in futuro al
cofinanziamento del POR, l’aiuto di Stato accordato sarà
conforme alla regola del “de minimis”.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti Locali, Enti pubblici e
privati.
4.1.4. - Asse IV – “Sistemi
Locali di Sviluppo”
Misura 4.1.
|
Rafforzamento
competitivo del tessuto imprenditoriale locale
|
Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”.
Fondo strutturale interessato: FESR
Codice: 16.1, 16.3, 16.4, 16.5, 24.
Obiettivi specifici:
§
Favorire la nascita e/o la localizzazione di
nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che
assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con
il territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione
dei clusters e delle filiere produttive, anche attraverso
attività di animazione permanente in favore
dell’occupazione femminile.
§
Favorire lo sviluppo, l’aumento di
competitività, anche non di prezzo, e di produttività, di
iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno
dimostrato buone capacità di sviluppo (anche agendo sul
completamento e irrobustimento di filiere e distretti) e sulle
attività produttive connesse con l’uso di risorse naturali
e culturali locali, favorendo la promozione delle migliori
tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale, degli
schemi EMAS ed Ecolabel, di innovazioni di processo/prodotto,
prevenendo la formazione, riducendo le quantità e pericolosità
dei rifiuti generati dal ciclo produttivo nonché la
possibilità di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei
prodotti.
§
Sostenere le imprese in modo organico e
articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare
riguardo all’innovazione tecnologica, all’accesso al
credito, alla compatibilità ambientale, all’information
technology, alla formazione professionale.
§
Potenziare
il ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari;
migliorare il coordinamento del sistema degli incentivi,
l’informazione e l’assistenza tecnica alle imprese;
sviluppare pacchetti integrati di agevolazione (PIA) per il
contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo
pre-competitivo e innovazione tecnologica dal punto di vista
produttivo e ambientale.
§
Favorire la creazione e il rafforzamento dei
servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione
all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli
interventi sul lato della domanda (anche al fine di ridurre il
potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire,
l’uso delle risorse naturali).
§
Potenziare il ruolo dei mercati finanziari e
degli operatori finanziari, migliorare l’informazione e
l’assistenza tecnica alle imprese per l’impiego dei
sistemi di incentivazione, sviluppare pacchetti integrati di
agevolazione per il contestuale finanziamento di investimenti,
sviluppo pre-competitivo e innovazione tecnologica, dal punto
di vista produttivo e ambientale.
§
Irrobustire e migliorare la dotazione di
infrastrutture e di servizi per la localizzazione e la
logistica delle imprese, strettamente funzionali a ridurre il
livello delle diseconomie esterne e delle infrastrutture di
servizio e supporto per la forza lavoro, in particolare per il
lavoro femminile.
§
Accrescere
l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità
ambientale delle imprese turistiche (attraverso la promozione
dell’innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa,
nonché agendo sulle condizioni di base, disponibilità di
infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie,
informazione del territorio); accrescere l’integrazione
produttiva del sistema del turismo in un’ottica di filiera
(anche al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti,
l’uso delle risorse naturali e il potenziale inquinante);
favorire la crescita di nuove realtà produttive locali
intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti
turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture
locali, nonché la diversificazione e la destagionalizzazione
di prodotti turistici maturi in aree già sviluppate.
§
Accrescere e qualificare le presenze turistiche
(attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici,
rafforzando i sistemi di pianificazione territoriale in
un’ottica di sostenibilità ambientale e diversificazione
produttiva).
§
Migliorare la qualificazione degli operatori,
anche attraverso il sistema di formazione, con particolare
riguardo alle tematiche ambientali.
Contenuti
tecnici:
a)
Animazione
economica – L'azione prevede il finanziamento un
programma di attività destinato al potenziamento della
cultura imprenditoriale, all'innalzamento della capacità
gestionale, alla penetrazione su nuovi mercati e alla
sensibilizzazione verso le tematiche ambientali (promozione di
ecobusiness, introduzione di modelli di ecoaudit e gestione
ambientale normata EMAS) rivolti all'universo delle PMI
operanti sul territorio sardo. L'attività prevista è
propedeutica all'eventuale erogazione di servizi puntuali alle
imprese, che saranno finanziati dall'azione successiva.
Le attività riguarderanno in particolare:
l
azioni tese a identificare le funzioni aziendali
deboli e i problemi specifici delle imprese dell'area;
l
analisi propedeutica del livello di competitività
delle imprese, aiuto all'identificazione e valutazione degli
indici di rischio aziendale ed alla definizione di linee di
sviluppo
l
attività dimostrative nel campo dei servizi
avanzati e dei servizi con particolare valenza
specialistico\settoriale
l
supporto all'utilizzo di strumenti innovativi
nel campo della qualità, della organizzazione e gestione
aziendale
l
animazione mirata a sostegno della subfornitura
con particolare riferimento ai settori industriali portanti
della economia locale
l
attività di informazione e sensibilizzazione
nei confronti delle imprese sulle tematiche della salvaguardia
e del miglioramento ambientale attraverso attività
seminariali\convegnistiche;
l
realizzazione, anche attraverso strumentazioni e
tecnologie di comunicazione innovative, di materiale
informativo su come migliorare le performance ambientali da
parte delle imprese;
l
azioni mirate alla conoscenza e
all’applicazione dell’ecoaudit ed
alla diffusione dei risultati dei progetti pilota di
applicazione dell’EMAS;
l
attività mirate alla individuazione di
potenziali attività di ecobusiness, all’individuazione di
possibilità di controllo ambientale del ciclo di vita
complessivo dei prodotti.
Rientra altresì
in tale categoria la tipologia di interventi di
internazionalizzazione, volta a rafforzare le capacità di
penetrazione commerciale delle PMI localizzate in Sardegna
verso il resto d’Italia e l’estero. Tali interventi
vertono sulla assistenza tecnica alla formulazione ed
all’attuazione di piani strategici di penetrazione
commerciale di medio periodo (due/tre anni), con l’utilizzo
di metodologie di tutoraggio e di supervisione dei piani per
la penetrazione commerciale da parte di consulenti senior.
Costituiscono
infine azioni di animazione gli interventi di informazione,
sensibilizzazione e selezione dei destinatari sui progetti in
atto relativi al presente Asse.
Le
predette tipologie di intervento non si configurano come
regimi di aiuto, in quanto non prevedono servizi diretti alle
imprese, che sono invece erogati nell'ambito dell'azione b).
b)
Servizi reali
alle PMI - Tale tipologia di azione, è destinata a
promuovere un sistema coordinato di agevolazioni alle imprese,
in termini di riduzione dei costi imputabili, per
l'acquisizione di servizi reali avanzati che non verrebbero
altrimenti ordinariamente richiesti dalle PMI di un’area a
bassa densità imprenditoriale, oppure avrebbero impatti di
costo penalizzanti per le micro-imprese dell’isola.
L’azione prevede interventi a favore di piccole e medie
imprese nei settori industriale, dell’artigianato, del
turismo e dei servizi per l’acquisizione di servizi
finalizzati a potenziare e migliorare lo sviluppo delle
imprese esistenti per quanto concerne la presenza sul mercato,
l’assetto tecnologico e organizzativo, l’innovazione di
processo e di prodotto, la realizzazione di sistemi di qualità,
la certificazione dei processi e dei prodotti, l'accesso a
forme di finanza innovativa, la diffusione di tecnologie
pulite, di sistemi di gestione e di certificazione ambientale
(Emas) ed etichettatura ecologica (Ecolabel).
L'azione sarà attuata tramite bando pubblico, che specificherà
le modalità e la raccolta, l’ammissibilità e la selezione
delle domande secondo i criteri di priorità che saranno
determinati in sede di Comitato di Sorveglianza. I singoli
progetti saranno realizzati dalle imprese beneficiarie dei
contributi, che individueranno le società di consulenza
ritenute più idonee alla soluzione dei problemi da risolvere.
L'attuazione sarà affidata ad enti e soggetti strumentali
della Regione, , che cureranno l'istruttoria e la selezione
delle richieste, che perverranno dopo apposita procedura di
evidenza pubblica, e di organizzazione dell’offerta dei
servizi secondo procedure pubbliche di accreditamento delle
competenze o degli standard di servizio.
Le modalità di attuazione prevedono l’erogazione di
contributi pari al 50% delle spese ammissibili a sostegno
della domanda di servizi da parte delle imprese e comunque
entro i limiti del “de minimis”, con formale assunzione
dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che
gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di
100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il regime “de
minimis”. potrà essere integrato da nuovi regimi di aiuto
in corso di notifica.
c)
Incentivi in
conto capitale e conto interessi per l’attuazione di
progetti di impresa - Si tratta di azioni volte a
sostenere lo sviluppo della base produttiva regionale
attraverso la concessione di un contributo in conto capitale a
favore delle PMI industriali, artigiane e di servizi alla
produzione, come definite ai sensi della disciplina
comunitaria, a fronte di programmi di investimenti,
specificati in un business plan che sarà sottoposto a
valutazione preventiva. I programmi di investimenti dovranno
essere destinati all’avvio di nuove iniziative e/o al
consolidamento di quelle esistenti attraverso la costruzione
di nuovi impianti, l’ampliamento, l’ammodernamento, la
ristrutturazione, la riconversione ed il trasferimento di
quelli esistenti.
Conformemente alle indicazioni ed agli orientamenti della
Commissione Europea e del QCS, e tenuto conto degli studi di
impatto economico sugli indicatori di performance aziendale
relativi alla normativa di incentivazione regionale e
nazionale alle imprese, verrà perseguito nel settennio un
relativo ridimensionamento delle incentivazioni in conto
capitale a favore di azioni di promozione della domanda di
servizi per il potenziamento della redditività di impresa.
Gli incentivi in conto capitale e conto interessi saranno
erogati in conformità a quanto stabilito dalla normativa
regionale e specificatamente dalla L.R.15/94 (autorizzazione
SG(99)D/2786 del 26/04/99),. L'agevolazione massima che
l'impresa otterrà non potrà essere comunque superiore al
massimale previsto dalla mappa degli aiuti di stato, approvata
con decisione (CE) 2000/C175/05 del 1.3.2000, in deroga
all'art. 87.3.a del Trattato di Roma. Previe innovazioni e
modifiche della normativa esistente, saranno introdotti, entro
il primo biennio del QCS, meccanismi di
corresponsabilizzazione dei soggetti istruttori attraverso
propri apporti di risorse di credito sui progetti approvati e
meccanismi premiali per gli investimenti che dimostrano una
tangibile attenzione agli aspetti ambientali.
La misura sarà anche attuata
facendo ricorso alla disciplina del “de minimis”,
con formale assunzione di impegno da parte di ciascuna impresa
beneficiaria a che gli aiuti ad essa concessi non eccedano
l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il
regime “de minimis” potrà essere integrato da nuovi
regimi di aiuto in corso di notifica.
d)
Fondi per la
capitalizzazione delle PMI - La finalità perseguita è
quella di favorire l’accesso al capitale di rischio per
investimenti produttivi alle PMI, secondo criteri di forte
selettività che privilegiano le imprese più innovative per
prodotti e servizi, con particolare riferimento ai settori
telematico, informatico, elettronico, della bioingegneria,
biotecnologia e farmacologia. Verrà finanziato, in
affidamento concorrenziale a soggetti diversi e per tranches
temporali subordinate con contratti di risultato alle
performance imprenditoriali ed al grado di innovazione
realizzato, un fondo ad hoc per l’assunzione di
partecipazioni di minoranza al capitale sociale di PMI
esistenti, al fine di favorire una struttura finanziaria
equilibrata ed adeguata a nuovi programmi di investimento ed
all’introduzione di nuove tecnologie. I soggetti gestori dei
Fondi dovranno acquisire a proprio carico quote di
partecipazione pari ad almeno il 3% dell’ammontare della
sottoscrizione di capitale per ogni PMI, senza limiti
temporali di disinvestimento per tale quota. La partecipazione
del Fondo per ogni PMI non potrà superare il 50 %
dell’investimento da realizzare e l’importo di 500 mila
Euro, con il limite temporale di un quinquennio per il
disinvestimento, quest’ultimo derogabile previa
autorizzazione solo a seguito di circostanze non chiaramente
prevedibili dal piano d’affari e previa nuova istruttoria
sulle prospettive dell’investimento. La copertura delle
spese di gestione del Fondo, nei limiti previsti dalle schede
di ammissibilità pertinenti, deriverà dai proventi
realizzati, ed i proventi rimanenti andranno ad incremento del
fondo.
La domanda di capitale di rischio è correlata al dinamismo
riscontrato in Sardegna nei settori informatico, telematico e
nelle nuove tecnologie. L’intervento non si configura come
regime di aiuto. L'azione verrà attuata facendo ricorso alla
disciplina del “de minimis”, con formale assunzione
dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che
gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di
100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il regime “de
minimis” potrà essere integrato da nuovi regimi di aiuto in
corso di notifica.
e)
Fondi di garanzia
dei Consorzi fidi industriali, artigianali e della
cooperazione - L’azione è volta a sostenere l’accesso
delle piccole e medie imprese industriali e artigiane più
innovative al capitale di credito per investimenti produttivi.
L’azione prevede il finanziamento previa verifica rapporto
tra offerta e domanda emergente, di Fondi di garanzia dei
Consorzi fidi industriali, artigianali e della cooperazione,
al fine di consentire un più agevole e diffuso accesso al
credito delle PMI regionali, secondo criteri di rotazione fra
risorse erogate e recuperate. I rientri di finanziamenti
garantiti potranno consentire la realizzazione di nuove
garanzie a rotazione, al netto delle eventuali perdite subite
dal Fondo per insolvenza delle imprese garantite I Fondi
dovranno essere partecipati dagli organismi di garanzia nella
misura minima del 15 %. La garanzia prestata coprirà una
quota adeguata del finanziamento ottenibile per i progetti di
investimento conformemente alle disposizioni comunitarie.
L’aiuto verrà corrisposto nella forma di un abbattimento
dei costi medi di mercato delle garanzie assicurative, fermi
restando i vigenti limiti di intensità di aiuto sul totale
degli aiuti all’investimento considerati in ESL.
Potranno essere inoltre finanziati Consorzi fidi di secondo
livello, per la costituzione o l’incremento dei fondi, volti
ad assumere in secondo grado le garanzie collettive dei
Consorzi fidi di primo livello al fine di ottenere una
maggiore stabilità del sistema complessivo di garanzie e di
incrementare le soglie di intervento dei Consorzi fidi di
primo livello.
L’intervento sarà attivato, col ricorso alla disciplina del
“de minimis”, con formale assunzione di impegno da parte
di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa
concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un
periodo di tre anni.
f)
Prestiti
partecipativi alle PMI - L’azione è volta a rafforzare,
con lo strumento dei finanziamenti partecipativi, la struttura
patrimoniale delle imprese più innovative, soggette a
sottocapitalizzazione. I programmi di potenziamento aziendale
verranno finanziati attraverso prestiti partecipativi
dinamicamente correlati alle condizioni più favorevoli di
mercato, quale ad es. Euribor. Le risorse finanziarie
rinvenienti dal prestito rafforzeranno la struttura
patrimoniale della società beneficiaria in una delle seguenti
forme: incremento del capitale sociale; consolidamento come
finanziamento infruttifero di interessi per un tempo non
inferiore ai cinque anni; rinuncia al credito da parte dei
soci. La forma di aiuto è relativa al vantaggio differenziale
negli interessi sul prestito a favore della società (che
corrisponde gli interessi sulle somme erogate) rispetto alle
condizioni medie di mercato. Tale vantaggio differenziale
deriverà dall’applicazione di una quota di agevolazione in
percentuale fissa sul tasso medio di mercato adottato e di una
ulteriore quota variabile commisurata ai risultati di
gestione.
In sede di complemento di programmazione sarà effettuata una
verifica sui risultati d’impatto dell’implementazione di
tale intervento, già attuato dalla RAS nell’ambito del PIC
PMI e normato dall’art. 19 della L.R.32/97, istituivo di un
apposito Fondo per la realizzazione di finanziamenti
partecipativi, e dalle relative direttive d’attuazione.
L’intervento sarà attivato, nelle more della notifica ed
autorizzazione della normativa regionale, col ricorso alla
disciplina del “de minimis”, con formale assunzione di
impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli
aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000
EURO su un periodo di tre anni.
g)
Sportelli
unici per le imprese
- L’azione persegue la definizione e promozione di servizi e
modelli omogenei di supporto agli sportelli unici per le
imprese, al fine di evitare la frammentazione delle esperienze
e di offrire agli imprenditori uno standard uniforme di
servizio. Presupposto per l'attuazione dell'azione sarà la
realizzazione, a partire dalla analisi delle esperienze
realizzate in Sardegna ed a livello nazionale, di un progetto
unitario di supporto per la gestione degli sportelli unici per
le imprese, che preveda la validazione delle migliori pratiche
di organizzazione, gestione e strutturazione dei contenuti
informativi e coinvolga gli enti e soggetti che hanno maturato
nell’isola contenuti informativi e/od organizzativi.
Verranno conseguentemente erogati, a favore degli Enti Locali
(Comuni o gruppi di Comuni) che aderiscono agli standard di
servizio individuati, finanziamenti per l’adeguamento del
servizio attraverso, acquisizione di software ed attrezzature
informatiche e relativa assistenza tecnica.
h)
Infrastrutture
produttive - Sono previsti interventi volti a potenziare
la dotazione di infrastrutture produttive in relazione alla
domanda imprenditoriale insediativa emergente. Le risorse
disponibili verranno destinate ad un piano regionale di
potenziamento della dotazione infrastrutturale, limitando la
creazione di nuove aree ed attribuendo priorità ai
completamenti o recupero di aree dismesse.
La misura finanzia l’attrezzaggio,
mediante interventi di sistemazione e urbanizzazione di aree
per insediamenti industriali e artigianali, nonché
l’acquisto delle aree nella misura massima del 10% del costo
di intervento ammesso al finanziamento ed eventuali fabbricati
di pertinenza. Per opere di urbanizzazione primaria si
intendono a titolo esemplificativo viabilità e spazi di sosta
e di parcheggio, impianti di distribuzione di acqua fognatura
b/n, impianti di depurazione, di energia elettrica, di forza
motrice, gas, telefono, verde pubblico a uso degli
insediamenti produttivi, allacciamenti ai servizi pubblici a
uso dell’area. Verrà data priorità agli interventi di
completamento in aree già sature e al recupero di aree e
fabbricati degradati o dimessi dell’attività industriale,
da destinare all’insediamento di nuove attività produttive
e terziarie effettuata da piccole e medie imprese industriali
o artigiane di produzione e di servizi alla produzione.
Sono altresì ammissibili eventuali opere di bonifica
dell’area nonché la costruzione di infrastrutture, anche
esterne all’area di insediamento, ma ad essa funzionali e
strettamente collegate, che siano risolutive delle
problematiche interessanti l’area e finalizzate ad una
organica riorganizzane e razionalizzazione del territorio. Si
citano a titolo esemplificativo viabilità di raccordo/innesto
con strade esterne all’area, parcheggi solo se al servizio
dell’insediamento produttivo, sistemazione a verde delle
fasce di protezione stradale, di impianti produttivi e di
sponde di fiumi e consolidamento del terreno, ma strettamente
vincolati all’area dell’insediamento produttivo.
La selezione dei progetti da finanziare avverrà sulla base di
criteri di priorità e di procedure di evidenza pubblica che
saranno identificati nel complemento di programmazione. I
criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne costituiscono il
quadro di riferimento. Verrà in particolare verificata la
presenza di un’effettiva domanda da parte delle imprese
sull’area oggetto di intervento. Saranno presi in
considerazione i progetti di urbanizzazione promossi sulla
base di formale richiesta di insediamento da parte delle
imprese produttive interessate che assicurino la copertura di
una consistente percentuale dell’area.
L’amministrazione regionale, anche in collaborazione con gli
organismi di analisi e rilevazione economica, procederà ad
aggiornamenti annuali del patrimonio infrastrutturale per gli
insediamenti produttivi ed a periodici studi della domanda
imprenditoriale emergente, sulla base dei quali verrà
aggiornato il piano di potenziamento.
i)
Monitoraggio e
potenziamento del sistema di infrastrutturazioni funzionale
alle attività produttive Con tale azione
si vuole rilevare su base comunale ed intercomunale la
congruità economica e il grado di completamento delle
infrastrutturazioni per gli insediamenti produttivi, anche in
relazione alle infrastrutture viarie ,idriche, ed energetiche
collegate.Tale rilevazione dovrà tener conto altresì anche
delle opere previste nell’ambito della programmazione
d’area approvata ed in corso di approvazione, e condurrà
alla realizzazione di un sistema informativo dedicato, anche
valorizzando sistemi di rilevazione esistenti ed
interconnettendoli con la pubblica amministrazione.
A seguito di tali analisi verrà definito e finanziato un
piano regionale di completamento e potenziamento delle
infrastrutturazioni direttamente funzionali alle attività
produttive, che verrà curato da un coordinamento regionale
anche col supporto del sistema informativo sulle
infrastrutturazioni produttive Nessun aiuto di stato ai sensi
dell’art.87.1 del Trattato sarà accordato in base a questa
azione.
Per tutte le azioni ricomprese nella presente misura, la
selezione dei soggetti gestori e dei progetti da finanziare
avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure di
evidenza pubblica che saranno identificati nel complemento di
programmazione. I criteri e gli indirizzi di attuazione del
QCS ne costituiscono il quadro di riferimento. In particolare,
tutte le azioni che prevedono interventi di ingegneria
finanziaria saranno soggette a una valutazione ex-ante.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL.,
società miste pubbliche e private. Destinatari
ultimi: le PMI regionali.
Misura
|
Titolo del regime d’aiuto
|
N° aiuto di stato
|
Riferimento lettera di approvazione
|
Durata
|
Misura:4.1- Rafforzamento
competitivo del tessuto imprenditoriale locale
|
|
|
|
Azioni:
|
|
|
|
|
Animazione
economica
|
Nessun
aiuto di Stato sarà erogato in base a questa azione
|
|
|
|
Servizi
reali alle PMI
|
L’aiuto
di Stato accordato in base a questa misura e conforme
alla regola del “de minimis”
|
|
|
31.12.06
|
Incentivi
in conto capitale e in conto interessi
|
a)
L.R.l5/94 - Contributi in conto capitale a imprese
industriali
|
N°455/98
|
SG(99)D/2786
del 26/04/99
|
31.12.06
|
|
b) L’aiuto di Stato accordato in base a questa misura e conforme alla
regola del “de minimis”
|
|
|
|
Fondi
per la capitalizzazione PMI
|
L’aiuto
di Stato accordato in base a questa misura e conforme
alla regola del “de minimis”
|
|
|
31.12.06
|
Fondi
di garanzia dei Consorzi fidi
|
L’aiuto
di Stato accordato in base a questa misura e conforme
alla regola del “de minimis”
|
|
|
31.12.06
|
Prestiti
partecipativi
|
L’aiuto
di Stato accordato in base a questa misura e conforme
alla regola del “de minimis”
|
|
|
31.12.06
|
Sportelli
unici per le imprese
|
Nessun
aiuto di stato ai sensi dell’Art.87.1 del Trattato
CE
|
|
|
|
Infrastrutture
produttive
|
Nessun
aiuto di Stato ai sensi dell'Art. 87.1 del Trattato CE
|
|
|
|
Monitoraggio
|
Nessun
aiuto di Stato ai sensi dell'Art. 87.1 del Trattato CE
|
|
|
|
Misura 4.2.
|
Interventi
per l’attrazione di imprese esterne
|
Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
16.3.
Obiettivi
specifici:
a)
Favorire la nascita e/o la localizzazione di nuove
attività e nuove imprese, specie in iniziative che assicurino
buone prospettive di crescita e di integrazione con il
territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione
dei clusters e delle filiere produttive, anche attraverso
attività di animazione permanente.
b)
Favorire la creazione e il rafforzamento dei
servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione
all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli
interventi sul lato della domanda (anche al fine di ridurre il
potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire,
l’uso delle risorse naturali).
c)
Irrobustire e migliorare la dotazione di
infrastrutture e di servizi per la localizzazione e la
logistica delle imprese, strettamente funzionali a ridurre il
livello delle diseconomie esterne e delle infrastrutture di
servizio e supporto per la forza lavoro, in particolare per il
lavoro femminile.
d)
Accrescere
l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità
ambientale delle imprese turistiche (attraverso la promozione
dell’innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa,
nonché agendo sulle condizioni di base, disponibilità di
infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie,
informazione del territorio); accrescere l’integrazione
produttiva del sistema del turismo in un’ottica di filiera
(anche al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti,
l’uso delle risorse naturali e il potenziale inquinante);
favorire la crescita di nuove realtà produttive locali
intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti
turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture
locali, nonché la diversificazione e la destagionalizzazione
di prodotti turistici maturi in aree già sviluppate.
e)
Accrescere e qualificare le presenze turistiche
(attraverso azioni di marketing dei sistemi turistici,
rafforzando i sistemi di pianificazione territoriale in
un’ottica di sostenibilità ambientale e diversificazione
produttiva).
f)
Valorizzare lo sviluppo del settore del commercio
in un’ottica di sviluppo territoriale integrato e di reti.
g)
Migliorare la qualificazione degli operatori, anche
attraverso il sistema di formazione, con particolare riguardo
alle tematiche ambientali.
Contenuti tecnici:
a)
Sistemi
informativi di supporto alle decisioni di localizzazione di
impresa ed all’attrazione di investimenti esterni - I
sistemi informativi di supporto alle decisioni di
localizzazione di impresa ed all’attrazione di investimenti
esterni sono volti a presentare un quadro chiaro ed attrattivo
dell’offerta regionale di localizzazioni produttive, al fine
di favorire l’attrazione di investimenti esterni. Verrà
realizzato ed attuato un progetto coordinato di presentazione
e promozione dell’offerta localizzativa regionale, che
individui soggetti ed interventi idonei ad agire in modo
sinergico a livello regionale in raccordo ad un livello
sub-regionale, anche attraverso la divulgazione di pacchetti
localizzativi, e che preveda il coordinamento con il livello
nazionale (Ministero del Commercio Estero, ICE). Le spese
pertinenti sono relative ad acquisizione di consulenze,
software ed hardware da parte di soggetti pubblici e soggetti
strumentali di emanazione regionale.
b)
Attrazione
diretta di investimenti esterni - Con tale tipologia di
interventi viene perseguita l’attrazione diretta di
investimenti dall’Italia e dall’estero attraverso missioni
presso comunità d’affari ed attività promozionali e di
marketing territoriale. Gli interventi verteranno su attività
di scouting di impresa obbligatoriamente soggette a contratti
di risultato e su missioni promozionali di presentazione e
divulgazione dell’offerta localizzativa. Gli interventi
ammissibili dovranno essere preventivamente inseriti in un
piano annuale o pluriennale di marketing territoriale
approvato dalla Regione, che prevedrà le attività di
promozione integrata dell’offerta regionale e sub-regionale,
e di cui dovrà essere data informazione al Comitato di
Sorveglianza.
c)
Dispositivi di
accoglienza per gli imprenditori esteri - L'azione prevede
la realizzazione di un programma di animazione ed assistenza
rivolto agli imprenditori esteri nell’ambito delle verifiche
e degli studi di localizzazione preliminari inerenti la
Sardegna, nonché circa le problematiche amministrative,
logistiche e di reclutamento delle risorse umane relative
all’insediamento. Verranno a tale scopo realizzati dei
dispositivi di accoglienza di ambito regionale e sub-regionale
idonei ad assistere gli imprenditori esteri con un referente
unico per tutte le problematiche di valutazione preliminare e
di attuazione dell’insediamento, comprendenti
l’interpretariato, la ricerca di localizzazioni, i regimi
autorizzativi e le procedure amministrative, l’assistenza al
reperimento ed alla formazione delle risorse umane (in termini
di consulenza preliminare ed indirizzo per l’utilizzo di
specifici e distinti strumenti). L’azione si configura quale
animazione economica, rientrante nei compiti dell'ente
pubblico, e verrà attuata sulla base di condizioni obiettive
di accesso. Non prevede pertanto l'attivazione di regimi di
aiuto.
Tutti i programmi finanziati a titolo della presente misura
saranno descritti più compiutamente nel Complemento di
Programmazione. I criteri e gli indirizzi di attuazione del
QCS ne costituiscono il quadro di riferimento.
Le predette tipologie di intervento non si configurano come
regimi di aiuto, in quanto non prevedono servizi diretti a
singole imprese, bensì all'universo dei potenziali
investitori.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL.
Regimi
d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura 4.3.
|
Sostegno alla nascita ed allo sviluppo
di nuove imprese
|
Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”
Fondo strutturale interessato: FESR
Codice: 16.1, 16.3, 16.5.
Obiettivi specifici:
§
Favorire la nascita e/o la localizzazione di
nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che
assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con
il territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione
dei clusters e delle filiere produttive, anche attraverso
attività di animazione permanente;
§
Favorire lo sviluppo, l’aumento di
competitività, anche non di prezzo, e di produttività, di
iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno
dimostrato buone capacità di sviluppo (anche agendo sul
completamento e irrobustimento di filiere e distretti) e sulle
attività produttive connesse con l’uso di risorse naturali
e culturali locali, favorendo la promozione delle migliori
tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale, degli
schemi EMAS ed Ecolabel, di innovazioni di processo/prodotto,
prevenendo la formazione, riducendo le quantità e pericolosità
dei rifiuti generati dal ciclo produttivo nonché la
possibilità di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei
prodotti.
§
Sostenere le imprese in modo organico e
articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare
riguardo all’innovazione tecnologica, all’accesso al
credito, alla compatibilità ambientale, all’information
technology, alla formazione professionale.
§
Potenziare
il ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari;
migliorare il coordinamento del sistema degli incentivi,
l’informazione e l’assistenza tecnica alle imprese;
sviluppare pacchetti integrati di agevolazione (PIA) per il
contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo
pre-competitivo e innovazione tecnologica dal punto di vista
produttivo e ambientale.
§
Favorire la creazione e il rafforzamento dei
servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione
all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli
interventi sul lato della domanda (anche al fine di ridurre il
potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire,
l’uso delle risorse naturali).
§
Potenziare il ruolo dei mercati finanziari e
degli operatori finanziari, migliorare l’informazione e
l’assistenza tecnica alle imprese per l’impiego dei
sistemi di incentivazione, sviluppare pacchetti integrati di
agevolazione per il contestuale finanziamento di investimenti,
sviluppo pre-competitivo e innovazione tecnologica, dal punto
di vista produttivo e ambientale.
Contenuti tecnici:
a)
Animazione
economica - L'azione è rivolta a identificare e
valorizzare il potenziale imprenditoriale del territorio,
favorendo processi di sviluppo locale su opportunità
derivanti da outplacement
attraverso forme di lavoro autonomo, la creazione di
nuove micro imprese, di nuove iniziative imprenditoriali da
ricaduta di attività di ricerca scientifica e
tecnologica e da opportunità connesse allo sviluppo del terzo
settore. Tale tipologia di interventi è finalizzata a
diffondere una cultura tecnico aziendale sui piani di impresa
per la nascita di nuove iniziative, con riguardo ai fattori di
mercato, produzione, organizzazione, gestione,
capitalizzazione, informazione competitiva.
Le attività svolte dovranno comprendere il controllo di
impatto attraverso la registrazione dei contatti avvenuti e
con l’eventuale somministrazione di questionari di controllo
a campione. I programmi di animazione verranno specificamente
concepiti sulla base delle esigenze manifestate da parte del
territorio in termini di creazione potenziale di nuova impresa
e di miglioramento dell’impatto ambientale dei cicli
produttivi. Le tipologie di attività previste potranno
essere:
l
Attività di promozione all’imprenditorialità
attraverso attività di informazione e sensibilizzazione nei
confronti di soggetti che stanno intraprendente iniziative
autonome;
l
Individuazione e selezione delle opportunità
imprenditoriali sia espresse autonomamente sia sollecitate
dall’attività promozionale;
l
Attività di assistenza al percorso progettuale
del nuovo imprenditore;
l
Informazione dettagliate ed assistenza sulle
opportunità agevolative finanziarie e reali nella fase dei
avvio dell’impresa;
l
Attività di tutoraggio alla neo-impresa se non
già prevista nelle forme di finanziamento utilizzate;
l
Attività di informazione e sensibilizzazione
nei confronti delle imprese sulle tematiche della salvaguardia
e del miglioramento ambientale attraverso attività
seminariali/convegnistiche;
l
Realizzazione, anche attraverso strumentazioni e
tecnologie di comunicazione innovative, di materiale
informativo su come migliorare le performance ambientali da
parte delle imprese;
l
Attività mirate alla individuazione di
potenziali attività di ecobusiness, all’individuazione di
possibilità di controllo ambientale del ciclo di vita
complessivo dei prodotti;
Le predette tipologie di intervento non si configurano
come regimi di aiuto, in quanto non prevedono servizi diretti
alle imprese.
b)
Incubazione di
impresa: L'azione è finalizzata al sostegno di un
progetto di incubazione di impresa per favorire la nascita di
nuove micro e piccole imprese. I piani di incubazione potranno
essere avviati, in coordinamento con il POP 94/99, a partire
dal 2002, e dovranno dettagliare nel Complemento di
Programmazione le tipologie di attività previste, i relativi
costi, gli obiettivi quantificati e i criteri di selezione
delle domande. In termini di contenuto tecnico, è prevista
una prima fase di filtro delle proposte di nuove iniziative
imprenditoriali innovative, cui seguiranno forme di tutoraggio
delle imprese quale riferimento consulenziale stabile per
l’imprenditore idoneo a registrare lo sviluppo della
iniziativa e coordinare gli interventi di potenziamento del
piano d’affari. L’incubazione potrà avvenire sia entro
strutture apposite che presso localizzazioni prescelte
dall’imprenditore, valendosi di reti di comunicazione e di
assistenza telematiche, e potrà protrarsi per i primi 2-3
anni di operatività aziendale.
È escluso il finanziamento rivolto alla realizzazione di
nuovi incubatori, al loro funzionamento e gestione ordinaria.
L'azione verrà attuata facendo ricorso alla disciplina del
“de minimis”, con formale assunzione dell’impegno da
parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa
concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un
periodo di tre anni. Il regime “de minimis” potrà essere
integrato da nuovi regimi di aiuto in corso di notifica.
c)
Fondi di seed
capital per l’avviamento di nuove imprese - Si tratta di
interventi volti a sostenere la nascita di nuove imprese
innovative e competitive attraverso la sottoscrizione
temporanea di quote di capitale sociale, al fine di favorire
la adeguata capitalizzazione delle iniziative nella fase di
avviamento. Verranno allo scopo finanziati fondi di seed
capital, che per contratto dovranno avere un collegamento
funzionale con progetti di promozione e supporto alla nascita
di nuove imprese innovative, volti all’assunzione di
partecipazioni di minoranza al capitale sociale di nuove PMI.
I soggetti gestori dei Fondi dovranno obbligatoriamente
acquisire a proprio carico quote temporanee di partecipazione
pari ad almeno l’l,5 % dell’ammontare della sottoscrizione
di capitale per ogni PMI. La partecipazione del Fondo per ogni
PMI non potrà superare il 50 % dell’investimento da
realizzare e l’importo di 300 mila Euro, con il limite
temporale di un quinquennio, quest’ultimo derogabile previa
autorizzazione a seguito di circostanze non prevedibili dal
piano d’affari e previa nuova istruttoria sulle prospettive
dell’investimento. La copertura delle spese di gestione del
Fondo deriverà dai proventi realizzati, con la possibilità
di una parziale copertura garantita, ed i proventi rimanenti
andranno ad incremento del fondo. Le agevolazioni fornite con
il fondo di seed capital sono incompatibili con ogni altra
forma di agevolazione finanziaria.
L'azione verrà attuata facendo ricorso alla disciplina del
“de minimis”, con formale assunzione dell’impegno da
parte di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa
concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un
periodo di tre anni. Il regime “de minimis” potrà essere
integrato da nuovi regimi di aiuto in corso di notifica.
d)
Fondi etici a
favore di nuove micro-imprese - Tali fondi sono destinati
a favorire la nascita di nuove micro-imprese attraverso la
concessione di “prestiti d’onore”, riservati ad
iniziative con potenzialità di espansione produttiva ed
occupazionale rinvenienti dal piano d’affari od inerenti
produzioni tipiche. Verranno erogati finanziamenti in conto
capitale a nuove micro imprese con potenzialità di espansione
produttiva ed occupazionale desunte dal piano d’affari od
inerenti produzioni tipiche. I contributi avranno un tetto
massimo indicativamente fissato in 30 mila Euro e non potranno
superare il 70 % dell’investimento. Potrà inoltre essere
concesso un ulteriore finanziamento pari a 30 mila Euro sul
quale verrà accordato un contributo in conto interessi.
L’intensità di aiuto, calcolata sul totale degli aiuti
all’imprenditore, è soggetta alla regola del “de minimis”.
I finanziamenti sono subordinati alla valutazione complessiva
di un piano d’affari e potranno essere accompagnati da una
assistenza tecnica in forma di incubazione di impresa.
La selezione dei soggetti gestori e dei progetti da finanziare
avverrà sulla base di criteri di priorità e di procedure di
evidenza pubblica che saranno identificati nel complemento di
programmazione. I criteri e indirizzi di attuazione del QCS ne
costituiscono il quadro di riferimento.
Non esiste apposita norma regionale di attuazione. Nelle more
dell’emanazione di questa, si farà ricorso alla disciplina
comunitaria del “de minimis”. con formale assunzione
d’impegno da parte di ciascun impresa beneficiaria a che gli
aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di 100.000
EURO su un periodo di tre anni.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL.,
società miste pubbliche e private.
Regimi
d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà per
l'azione a) (le azioni di animazione economica, che per
definizione non prevedono servizi puntuali ad imprese, non
configurano regimi di aiuto). Per le azioni b), c) e d)
relative ad interventi di ingegneria finanziaria in favore di
micro-imprese, nelle more dell’emanazione, notifica ed
approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali
per l'introduzione di aiuti a finalità regionale, che
potranno essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR,
l’aiuto di Stato accordato è conforme alla regola del “de
minimis”.
Misura 4.4.
|
Sviluppo integrato d’area
|
Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”
Fondo strutturale interessato: FESR
Codice: 16.4.
Obiettivi specifici:
§
Favorire la nascita e/o la localizzazione di
nuove attività e nuove imprese, specie in iniziative che
assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con
il territorio e l’ambiente, in un’ottica di valorizzazione
dei clusters e delle filiere produttive, anche attraverso
attività di animazione permanente in favore
dell’occupazione femminile.
§
Favorire lo sviluppo, l’aumento di
competitività, anche non di prezzo, e di produttività, di
iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno
dimostrato buone capacità di sviluppo (anche agendo sul
completamento e irrobustimento di filiere e distretti) e sulle
attività produttive connesse con l’uso di risorse naturali
e culturali locali, favorendo la promozione delle migliori
tecnologie disponibili dal punto di vista ambientale, degli
schemi EMAS ed Ecolabel, di innovazioni di processo/prodotto,
prevenendo la formazione, riducendo le quantità e pericolosità
dei rifiuti generati dal ciclo produttivo nonché la
possibilità di riutilizzo, riciclaggio e recupero dei
prodotti.
§
Sostenere le imprese in modo organico e
articolato, rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare
riguardo all’innovazione tecnologica, all’accesso al
credito, alla compatibilità ambientale, all’information
technology, alla formazione professionale.
§
Potenziare
il ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari;
migliorare il coordinamento del sistema degli incentivi,
l’informazione e l’assistenza tecnica alle imprese;
sviluppare pacchetti integrati di agevolazione (PIA) per il
contestuale finanziamento di investimenti, sviluppo
pre-competitivo e innovazione tecnologica dal punto di vista
produttivo e ambientale.
§
Favorire la creazione e il rafforzamento dei
servizi alle imprese ed in particolare la loro connessione
all’interno delle logiche di filiera, focalizzando gli
interventi sul lato della domanda (anche al fine di ridurre il
potenziale inquinante, il quantitativo di rifiuti da smaltire,
l’uso delle risorse naturali).
§
Irrobustire e migliorare la dotazione di
infrastrutture e di servizi per la localizzazione e la
logistica delle imprese, strettamente funzionali a ridurre il
livello delle diseconomie esterne e delle infrastrutture di
servizio e supporto per la forza lavoro, in particolare per il
lavoro femminile.
§
Accrescere
l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità
ambientale delle imprese turistiche (attraverso la promozione
dell’innovazione di prodotto, di processo ed organizzativa,
nonché agendo sulle condizioni di base, disponibilità di
infrastrutture, quali reti di approdi, servizi, tecnologie,
informazione del territorio); accrescere l’integrazione
produttiva del sistema del turismo in un’ottica di filiera
(anche al fine di ridurre il quantitativo di rifiuti prodotti,
l’uso delle risorse naturali e il potenziale inquinante);
favorire la crescita di nuove realtà produttive locali
intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti
turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture
locali, nonché la diversificazione e la destagionalizzazione
di prodotti turistici maturi in aree già sviluppate
§
Accrescere e qualificare le presenze turistiche
nel Mezzogiorno (attraverso azioni di marketing dei sistemi
turistici, rafforzando i sistemi di pianificazione
territoriale in un’ottica di sostenibilità ambientale e
diversificazione produttiva);.
§
Valorizzare lo sviluppo del settore del
commercio in un’ottica di sviluppo territoriale integrato e
di reti.
§
Migliorare la qualificazione degli operatori,
anche attraverso il sistema di formazione, con particolare
riguardo alle tematiche ambientali.
Contenuti tecnici:
Promozione
e sostegno delle filiere produttive - Con tali interventi
verrà perseguito il rafforzamento delle filiere produttive
esistenti in Sardegna (sughero, tessuti, pietre ornamentali) e
la promozione di nuove filiere produttive a basso impatto
ambientale (meccanica fine, elettronica, telematica). I
progetti integrati sono caratterizzati da una dimensione
sovracomunale e sono finalizzati allo sviluppo economico e
sociale dei territori nei quali vengono attuati. Nel
Complemento di Programmazione, la Regione individua, in
partenariato con le Amministrazioni provinciali interessate e
sulla base delle analisi e delle linee programmatiche
contenute nel piano di sviluppo regionale, le aree sistema
caratterizzate da omogeneità di condizioni socioeconomiche e
con forti potenzialità di crescita in cui realizzare i
progetti integrati. Nei successivi quattro mesi le Province le
opportune iniziative in modo da giungere alla definizione di
un progetto integrato d’area che dovrà essere accompagnato
da un accordo o patto tra i diversi attori locali interessati
(Comuni, Comunità Montane, associazioni di categoria, enti
pubblici, organizzazioni sindacali, organismi finanziari,
imprese, consorzi, associazioni e realtà non profit, ecc.).
Il progetto in questione dovrà
costituire il risultato di un processo di analisi, riflessione
ed elaborazione condotto dagli attori locali in cooperazione
con le Amministrazioni provinciali. Tale processo dovrà tener
conto di uno schema di indirizzo predisposto dalla Regione che
conterrà gli obiettivi della programmazione regionale di
riferimento, le risorse finanziarie disponibili e le modalità
operative dei Fondi strutturali cui si dovrà attenere. La
Regione, anche con l’ausilio di esperti, valuterà le
proposte presentate per il finanziamento di quelle idonee.
Nella procedura di valutazione la Regione esaminerà la
strategia territoriale proposta per verificarne la coerenza
rispetto alle emergenze ed alle potenzialità del territorio,
sulla base di criteri di priorità e selezione individuati nel
Complemento di Programmazione, coerentemente con gli indirizzi
previsti nel QCS.
A titolo esemplificativo, il
progetto integrato potrà comprendere le seguenti tipologie di
azione:
§
sostegno agli investimenti delle PMI, nel qual
caso le tipologie di spesa ammissibili saranno le stesse
previste per la Misura 4.1, sotto forma di PIA, al fine di
assicurare le necessarie sinergie tra diverse forme di
incentivi;
§
infrastrutture a supporto dell’economia
locale, quali per esempio realizzazione di aree di
insediamento produttivo e recupero siti degradati per
riutilizzo a fini produttivi, incubatori di imprese, secondo
le categorie di spesa, le modalità di funzionamento e
l’intensità di aiuto ammissibili, infrastrutture logistiche
(stoccaggio merci, centri servizi comuni alle imprese);
§
azioni di animazione economica nei confronti
delle PMI locali, sulla base di specifici programmi definiti
ed attuati a livello locale, secondo le tipologie di spesa e
le modalità attuative della Misura 4.3, e di progetti di
promozione e marketing.
Beneficiari finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL.,
società miste pubbliche e private.
Regimi di aiuto: Gli incentivi in conto capitale saranno erogati in
conformità a quanto stabilito dalla normativa regionale e
specificatamente dalla L.R.15/94 (autorizzazione SG(99)D/2786
del 26/04/99). Per la promozione e sostegno delle filiere
produttive, nelle more dell’emanazione, notifica ed
approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali
per gli interventi configurabili come aiuti, che potranno
essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR, si farà
anche ricorso alla disciplina comunitaria del “de minimis”,
con formale assunzione dell’impegno, da parte di ciascuna
impresa beneficiaria, a che gli aiuti ad essa concessi non
eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un periodo di tre
anni.
Misura
4.5.
|
Potenziare
e qualificare l’industria turistica della Sardegna
|
Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”
Fondo strutturale interessato: FESR
Codice: - 17.1, 17.2, 17.3.
Obiettivi Specifici:
§
Accrescere l’articolazione, l’efficienza e
la compatibilità ambientale delle imprese turistiche
(attraverso la promozione dell’innovazione di prodotto, di
processo,ed organizzativa, nonché agendo sulle condizioni di
base, disponibilità di infrastrutture, quali reti di approdi,
servizi, tecnologie, informazioni del territorio); accrescere
l’integrazione produttiva del sistema del turismo in
un’ottica di filiera) anche al fine di ridurre il
quantitativo di rifiuti prodotti, l’uso delle risorse
naturali e il potenziale inquinante); favorire la crescita di
nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione
innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionale ed al
recupero di identità e culture locali; nonché la
diversificazione e la destagionalizzazione di prodotti
turistici maturi in aree già sviluppate.
§
Accrescere e qualificare le presenze turistiche
nel Mezzogiorno (attraverso azioni di marketing dei sistemi
turistici, rafforzando gli strumenti di pianificazione
territoriale, in un’ottica di sostenibilità ambientale e
diversificazione produttiva).
Azioni:
Azioni per il potenziamento e la qualificazione
dell’industria turistica
Contenuto
tecnico: La misura è finalizzata all’incremento dei
flussi turistici e all’allungamento della stagione, anche al
fine di ridurre la pressione turistico ed ambientale nelle
aree a maggiore rischio come quelle costiere. Gli interventi
previsti tendono al miglioramento e all’ampliamento
dell’offerta marino-balneare, anche attraverso la
valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e urbane.
Parallelamente sarà realizzata una forte azione di promozione
del prodotto turistico sardo e dell’immagine della Sardegna
sui mercati nazionali ed esteri. L’azione verrà attuata con
programmi integrati, in quanto gli interventi saranno connessi
con quelli previsti nelle altre misure ed in particolare nelle
seguenti: 1.4. “Rete ecologica regionale”; 2.2.
“Archeologia e percorsi religiosi”, 2.3. “Archeologia
industriale”, 2.4. “Attività di spettacolo”, 5.1.
“Politiche per le aree urbane”. L’integrazione delle
azioni dovrà garantire la fruizione turistica dei beni
ambientali e culturali in forma di circuiti territoriali anche
al fine di ottimizzare gli effetti positivi nel territorio.
Tutti gli interventi dovranno essere coerenti con i Piani
Territoriali Paesistici (ex lege 431/85 e L.R.45/89) e con i
Piani di settore ambientali (piano dei rifiuti, piano delle
acque, etc.).
Gli
interventi riguardano:
§
l’adeguamento e l’ammodernamento delle
strutture ricettive esistenti e la realizzazione delle
relative strutture complementari. La creazione di nuova
ricettività, da realizzare prioritariamente attraverso
l’utilizzo a fini turistici dell’edilizia esistente,
riguarderà aree non costiere, dotate di forti potenzialità,
in cui le emergenze culturali e ambientali siano oggetto di
interventi di valorizzazione allocati su altre misure o su
altri programmi di derivazione regionale, nazionale e
comunitari, nelle quali sia configurabile una offerta
turistica integrata. Si prevede inoltre il sostegno alla
innovazione di prodotto, di processo e organizzativa
all’interno delle imprese turistiche.
§
ideazione e promozione di un programma di
attività culturali, di spettacolo e per il tempo libero di
forte richiamo turistico da attuare in periodi di bassa
stagione, al fine di allungare il periodo di fruizione
turistica delle aree oggetto di intervento. L’intervento
prevede: il sostegno agli enti locali ed altri enti pubblici
per l’organizzazione di festival, mostre e manifestazioni di
carattere culturale, artistico e di spettacolo; il sostegno
per la realizzazione di attività sportive, ricreative e per
il tempo libero; il sostegno per la realizzazione di feste e
sagre locali, e per la valorizzazione dei beni locali. Le
attività, sulla base di un programma di cui sarà data
informazione al comitato di Sorveglianza e che verrà redatto
secondo i criteri specificati nel Complemento di
Programmazione, saranno realizzate anche in forma di circuiti
territoriali, e potranno svolgersi, utilizzando, nel rispetto
delle norme di sicurezza e di tutela, le aree a valenza
culturale (archeologica, architettonica, artistica) e
ambientale, costituenti oggetto di interventi di recupero e
valorizzazione allocati su altre misure (Mis.1.4., Mis.2.2.,
Mis.2.3., Mis.2.4., Mis.5.1.) o su altri programmi di
derivazione regionale, nazionale e comunitari. Le
manifestazioni di maggior rilievo internazionale saranno
ubicate nelle maggiori aree urbane al fine di garantire la
maggiore accessibilità. Dovrà essere dimostrata la capacità
di attrazione turistica degli eventi e il collegamento con un
programma di valorizzazione turistica più ampio.
§
Itinerari turistici integrati: gli interventi,
strettamente connessi con quelli previsti nell’Asse 1
(Risorse naturali), 2 (Risorse Culturali) e 5 (Città), e
ricompresi in idonei progetti integrati, sono tesi a
migliorare l’accessibilità, la visibilità e
l’accoglienza delle aree di valorizzazione culturale e
archeologica con particolare riferimento a quelle del periodo
nuragico, prenuragico e fenicio-punico.Gli interventi
riguardano: impianti di illuminazione, allestimento di spazi
di servizio, punti di accoglienza e di informazione anche con
l’utilizzo di nuove tecnologie; sistemazione della viabilità;
realizzazione di parcheggi, piazzole di sosta per auto,
camper, caravan, percorsi pedonali idonei anche per disabili,
piste ciclabili, allestimento, anche temporaneo, di spazi per
attività culturali e di spettacolo, installazione di idonea
segnaletica e cartellonistica, realizzazione di punti ristoro.
Detti itinerari, in forma di circuiti territoriali a carattere
tematico, dovranno essere adeguatamente promossi sui mercati
nazionali ed esteri.
§
Piano di promozione e di commercializzazione
della Sardegna sui mercati nazionali ed esteri da realizzare
con sistemi multimediali e di editoria tradizionale;borse
locali del turismo; partecipazioni a borse e workshops
nazionali ed internazionali.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL.,
società miste pubbliche e private.
Regimi
di aiuto: Nelle more dell’emanazione, notifica ed
approvazione da parte della UE, di specifiche norme regionali
per gli interventi configurabili come aiuti, che potranno
essere proposti in futuro al cofinanziamento del POR, gli
incentivi saranno erogati in conformità con la disciplina del
“de minimis”, con formale assunzione di impegno da parte
di ciascuna impresa beneficiaria a che gli aiuti ad essa
concessi non eccedano l’ammontare di 100.000 EURO su un
periodo di tre anni.
Misura 4.6.
|
Potenziamento delle competenze per lo
sviluppo locale
|
Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”
Fondo strutturale interessato: FSE
Codice: 17.4, 23, 24, 25.
Obiettivi specifici: Sviluppare la formazione continua con priorità
alle PMI
Contenuti tecnici:
§
Potenziamento
trasversale delle competenza funzionale agli obiettivi
dell’Asse – Verranno predisposti ed attuati specifici
progetti di formazione professionale rispondenti ai più
avanzati criteri metodologici e didattici, con teleformazione,
stages, procedure curriculari di verifica dei risultati
individuali raggiunti e di progettazione dei moduli formativi,
per il potenziamento delle competenze e dei profili
professionali più richiesti o tendenzialmente richiesti dal
mercato. I progetti, quando non curati direttamente dalla
Regione o da propri enti e società, verranno commissionati
attraverso bandi di gara. La realizzazione delle attività
formative verrà affidata mediante procedure di gara.
§
Trasferimento
e scambio di competenze imprenditoriali fra Sardegna e regioni
ad imprenditorialità diffusa - Verranno effettuate azioni
di trasferimento delle conoscenze imprenditoriali attraverso
stages di imprenditori presso aziende modello, anche del Nord
Italia, alternati a specifica formazione imprenditoriale. A
seguito di una fase preliminare di selezione condotta sulla
base di valutazioni psico-attitudinali, di solidità dei piani
di impresa, di attinenza dei progetti produttivi alle
vocazioni economiche dell’isola, verranno realizzati degli
stages presso aziende modello della stessa tipologia
produttiva di quella avviata o progettata dallo stagista,
alternati a momenti di formazione che includono il
rafforzamento del piano imprenditoriale negli aspetti
produttivi, di gestione e di commercializzazione.
§
Promozione
delle competenze professionali avanzate con strumenti
telematici - L’intervento persegue una duplice finalità:
la rilevazione delle competenze professionali avanzate con
strumenti telematici, tali da consentire la realizzazione di
bilanci delle competenze specialistiche presenti nel
territorio regionale; la promozione in rete telematica
internet delle competenze classificate nelle banche dati per
settori economici e profili professionali. Verranno a tale
scopo realizzati servizi di promozione delle competenze
professionali avanzate, con rilevazione telematica dei profili
professionali specialistici presso imprese e professionisti e
con conseguente realizzazione di bilanci delle competenze per
settore, per area e nella regione, attraverso strumenti
informatici con possibilità di aggiornamento interattivo da
parte degli utenti.
§
Sistemi di
qualità per la diffusione di figure professionali strategiche
per lo sviluppo locale - Verrà perseguita la diffusione,
attraverso sistemi di qualità e di certificazione, di figure
professionali strategiche per lo sviluppo locale quali:
manager di progetto di piani integrati territoriali; tutor di
impresa; agenti animatori per la promozione di assunzioni
agevolate, esperti in monitoraggio e valutazione di progetti
di sviluppo locale. Le figure professionali individuate
verranno promosse secondo le metodologie di certificazione
professionale, che prevedono la definizione di una base comune
di conoscenze per ogni figura e la certificazione dei
professionisti da parte di partenariati od organismi secondo
procedure compatibili con le normative tecniche (UNI 45013).
Le certificazioni avranno validità temporale limitata e
dovranno essere riacquisite a seguito di crediti curriculari
(di esperienza e risultati professionali, di formazione ed
aggiornamento). L’utilizzo del FSE consentirà, rispetto ad
esperienze pilota già condotte in Sardegna con il P.I.C. PMI
(ad es. per la certificazione dei promotori di assunzioni
agevolate e dei tutor di impresa) di avviare anche adeguate
azioni formative di supporto e di realizzare un sistema
stabile di selezione e promozione delle figure professionali
strategiche per lo sviluppo locale.
§
Promozione
dell’imprenditorialità femminile - L’azione mira al
sostegno della imprenditorialità femminile attraverso
progetti formativi, di stage e di assistenza tecnica. I
contenuti tecnici attengono alla progettualità di azioni
formative, di stage e di assistenza tecnica rivolte ad
imprenditrici od aspiranti imprenditrici, focalizzate nei
microsettori dell’artigianato e dei servizi turistici. Le
azioni comprenderanno attività di elaborazione e valutazione
dei piani di impresa nei reali contesti di mercato.
§
Promozione
delle competenze nel settore turistico – La promozione
delle competenze nel settore turistico avverrà attraverso
stages e formazione specifica. È previsto il sostegno, con
borse di studio, alla mobilità formativa per l’acquisizione
di competenze manageriali post-laurea in economia e
programmazione del turismo. Sono inoltre previsti: sostegno
alla mobilità formativa per il perfezionamento delle
professioni di direttore di albergo e direttore tecnico di
agenzie di viaggi e turismo; corsi per la formazione ed il
perfezionamento di figure professionali quali: guida
turistica, interprete turistico, accompagnatore turistico,
istruttore nautico, operatore turistico subacqueo, guida
speleologica, naturalistica ed archeologica.
§
Promozione
delle competenze nel settore informatico e telematico - Il
sostegno competenze nel settore informatico e telematico
avverrà con la promozione di stages e formazione specifica.
È previsto il sostegno alla progettazione e realizzazione di
seminari intensivi e di stages, anche attraverso il
finanziamento di cattedre a tempo e con l’erogazione di
borse di studio, per l’acquisizione di competenze
nell’ambito dei profili professionali emergenti nell’isola
entro i settori informatico, telematico e della società
dell’informazione, quali: ingegnere di processo del
software, integratore di sistema del software, progettista di
data base, amministratore di data base, grafico multimediale,
programmatore internet, specialista in sicurezza delle reti.
§
Promozione
delle competenze nel settore dell'ambiente –
Compatibilità ambientale e efficienza nell'utilizzo delle
risorse naturali ed energetiche nei principali settori
produttivi dell'economia dell'Isola (turismo, industria,
agricoltura, pesca). Profili professionali per la
certificazione ambientale normata di processo (EMAS) e di
prodotto (EcoLabel).
Beneficiari
finali: Regione Sardegna e soggetti controllati, EE.LL.,
società miste pubbliche e private. Si garantisce che almeno
il 70% delle risorse sarà destinato alla formazione aziendale
per le PMI.
Regimi di aiuto: Per le
azioni relative alla Misura di cui sopra per gli interventi
configurabili come aiuti si farà ricorso alla disciplina
comunitaria del “de minimis”, con formale assunzione
dell’impegno da parte di ciascuna impresa beneficiaria a che
gli aiuti ad essa concessi non eccedano l’ammontare di
100.000 EURO su un periodo di tre anni. Il 70% delle risorse
sarà destinato alle PMI.
Misura 4.7.
|
Protezione e sviluppo delle risorse
acquatiche, acquacoltura, attrezzature dei porti da
pesca, trasformazione e commercializzazione
|
Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”
Fondo
strutturale interessato: SFOP
Codice:
Obiettivo
specifico: rafforzare la competitività dei sistemi locali
della pesca in un’ottica di sviluppo sostenibile,
valorizzando in particolare la produzione ittica di
allevamento in acqua marina, salmastra e dolce (anche
attraverso attività di riconversione degli addetti al
settore, con il sostegno della ricerca, di strutture di
servizio e di assistenza). Prevenire i danni derivanti da uno
sfruttamento non equilibrato delle risorse biologiche. Ridurre
il differenziale socioeconomico nel settore della pesca.
Finalità
e contenuto tecnico:
La misura prevede una
politica di sviluppo del settore attraverso la
razionalizzazione ed il potenziamento delle strutture
produttive che, nell’ottica dello sfruttamento sostenibile
indispensabile per garantire la conservazione delle risorse
biologiche, promuova interventi che raccordino la salvaguardia
dell’ambiente naturale con la difesa delle attività
economiche e dell’occupazione.
Di fatto l’Amministrazione
Regionale ha da tempo adottato una politica di salvaguardia
delle risorse, rispettando il delicato equilibrio tra pesca e
ambiente.
In tale prospettiva saranno
realizzate le azioni di potenziamento di modernizzazione e
razionalizzazione del sistema produttivo nei settori dell’acquacoltura,
della trasformazione e commercializzazione dei prodotti della
pesca, e degli interventi di infrastrutturazione (porti da
pesca).
L’obiettivo specifico di
riferimento sarà perseguito attraverso le linee di intervento
descritte, e secondo la seguente articolazione per
sottomisure:
§
Protezione e sviluppo delle risorse
acquatiche:
l
installazione di strutture artificiali a
protezione delle risorse acquatiche e del patrimonio
sottomarino.
§
Acquacoltura:
l
iniziative dirette ad incrementare la capacità
produttiva mediante ammodernamenti di unità esistenti o
costruzione di nuove unità di acquacoltura con priorità per
gli interventi a minor impatto sull’ambiente e per gli
allevamenti di nuove specie;
l
iniziative dirette a sostenere
l’ammodernamento di unità di acquacoltura esistenti senza
accrescere la capacità produttiva;
l
investimenti di riqualificazione degli stagni e
delle peschiere mediante opere di miglioramento della
circolazione idraulica e delle strutture di servizi.
§
Attrezzature dei porti da pesca:
l
iniziative dirette a favorire l’adeguamento e
il potenziamento delle infrastrutture portuali a servizio
della pesca.
§
Trasformazione e commercializzazione:
l
azioni dirette a favorire l’aumento della
capacità di trasformazione attraverso la costruzione di nuove
unità o l’ammodernamento di quelle esistenti;
l
azioni dirette a favorire l’ammodernamento e
la costruzione di unità di commercializzazione.
Le sottomisure indicate hanno
corrispondenza completa con le misure previste dal Regolamento
(CE) 2792/1999.
Le informazioni di dettaglio
in merito agli interventi ammissibili verranno fornite in sede
di Complemento di Programmazione. In tale sede sarà redatta
una scheda specifica per sottomisura comprendente la
quantificazione degli obiettivi, gli indicatori, la dotazione
finanziaria e il piano finanziario della stessa.
La partecipazione pubblica
sotto forme di aiuti (contributi) è una condizione essenziale
per l’avvio delle iniziative ed in modo particolare per gli
interventi del settore dell’acquacoltura e della
trasformazione e commercializzazione dei prodotti.
Si tratta nella generalità
dei casi di operatori con scarse risorse finanziarie,
impossibilitati ad accedere in modo confacente ed
economicamente sostenibile, al finanziamento del sistema
creditizio ordinario. Peraltro tali iniziative, cui è
collegato un incremento significativo di occupazione,
insistono su aree periferiche marginali del territorio
dell’Isola, a scarso reddito.
Rilevano, peraltro, a carico
degli investitori a fronte dell’entità delle realizzazioni
oltre l’esiguità di capitale proprio i condizionamenti
derivanti dall’insularità e i costi propri della dipendenza
esterna.
Regime
di aiuto: Il regime di aiuto della misura è individuato
nel contributo a fondo perduto. I tassi di partecipazione sono
quelli definiti per le diverse tipologie d’intervento nel
regolamento di attuazione dello SFOP n° 2792/99 del 17
dicembre 1999.
Si precisa che apposita legge
regionale 22 aprile 1994, n° 17 impone l’adozione e
l’aggiornamento di tassi di contribuzione in materia di
pesca, con un rinvio recettivo ai rispettivi regolamenti
adottati all’U.E..
Conformemente alle
disposizioni che disciplinano l’adozione degli aiuti nel
settore della pesca (linee direttrici 97/C – 100/05) il
calcolo dell’aiuto va fatto in equivalente sovvenzione
netta.
La legge regionale di
riferimento che prevede l’erogazione di aiuti per gli
interventi indicati nel P.O.R. è la legge 23 giugno 1998, n°
19 avente titolo “Disposizioni per l’attuazione degli
interventi finanziari dell’Unione Europea per materia di
pesca e acquacoltura e disposizioni varie”.
La legge in argomento è
stata notificata all’Unione Europea. Tale legge è
identificata – aiuto di Stato n° 923/96 – Aiuti nel
settore della pesca e dell’acquacoltura (Regione Sardegna).
La Commissione ha approvato
tale aiuto con decisione SG (98) D/5394 in data 6 luglio 1998.
La
sua applicazione è prevista per l’intera durata del Quadro
Comunitario di Sostegno.
Misura
4.8.
|
Pesca - Altre misure (artt. 11, 12,
14, 15, 16, 17 § 2 Reg. (CE) 2792/1999)
|
Asse prioritario: Asse 4 “Sistemi locali di sviluppo”
Fondo
strutturale interessato: SFOP
Codice:
Obiettivo
specifico: rafforzare la competitività dei sistemi locali
della pesca in un’ottica di sviluppo sostenibile,
valorizzando in particolare la produzione ittica di
allevamento in acqua marina, salmastra e dolce (anche
attraverso attività di riconversione degli addetti al
settore, con il sostegno della ricerca, di strutture di
servizio e di assistenza). Prevenire i danni derivanti da uno
sfruttamento non equilibrato delle risorse biologiche. Ridurre
il differenziale socioeconomico nel settore della pesca.
Finalità
e contenuto tecnico: La misura ricomprende iniziative
dirette a salvaguardare ed aumentare il livello occupazionale
in una prospettiva generale di sviluppo del comparto che veda,
accanto al potenziamento del sistema produttivo pesca,
l’individuazione di adeguate misure di integrazione e
riconversione produttiva degli addetti, incentivando azioni di
riconversione professionale in settori contigui alla pesca (pescaturismo)
promovendo il processo di aggregazione fra gli operatori e le
iniziative di valorizzazione delle produzioni di qualità.
L’obiettivo specifico di
riferimento sarà perseguito attraverso le linee di intervento
descritte, e secondo la seguente articolazione per
sottomisure:
§
Piccola pesca costiera:
l
realizzazione di un programma di aiuti agli
operatori della piccola pesca volto al miglioramento dei mezzi
di produzione e della funzionalità operativa.
§
Misure socio-economiche:
l
particolare considerazione avranno le iniziative
di carattere socio economico (prepensionamento - riconversione
– aiuti ai giovani pescatori) etc. ad integrazione degli
interventi più propriamente strutturali.
§
Promozione:
l
creazione di marchi di qualità;
l
iniziative di valorizzazione e promozione
commerciale delle produzioni locali tipiche e di qualità;
l
operazioni di certificazione della qualità.
§
Azioni realizzate dagli operatori del
settore:
l
verranno incentivate iniziative dirette a
favorire l’aggregazione degli operatori del settore,
soprattutto in riferimento alla costituzione di O.P.
l
azioni di assistenza atte a sostenere la
modernizzazione e razionalizzazione del settore.
§
Azioni innovative
l
realizzazione di studi e progetti pilota;
Le sottomisure indicate hanno
corrispondenza completa con le misure previste dal Regolamento
(CE) 2792/1999.
Le informazioni di dettaglio
in merito agli interventi ammissibili verranno fornite in sede
di Complemento di Programmazione. In tale sede sarà redatta
una scheda specifica per sottomisura comprendente la
quantificazione degli obiettivi, gli indicatori, la dotazione
finanziaria e il piano finanziario della stessa.
Per le azioni nelle quali è
prevista la partecipazione pubblica sotto forma di aiuti
(contributi) la stessa è una condizione essenziale per
l’avvio delle iniziative, si tratta nella generalità dei
casi di operatori con scarse risorse finanziarie,
impossibilitati ad accedere in modo confacente ed
economicamente sostenibile, al finanziamento del sistema
creditizio ordinario. Peraltro tali iniziative, cui è
collegato un incremento significativo di occupazione,
insistono su aree periferiche marginali del territorio
dell’Isola, a scarso reddito.
Rilevano, peraltro, a carico
degli investitori a fronte dell’entità delle realizzazioni
oltre l’esiguità di capitale proprio i condizionamenti
derivanti dall’insularità e i costi propri della dipendenza
esterna.
Regime
di aiuto: Il regime di aiuto della misura è individuato
nel contributo a fondo perduto. I tassi di partecipazione sono
quelli definiti per le diverse tipologie d’intervento nel
regolamento di attuazione dello SFOP n° 2792/99 del 17
dicembre 1999.
Si precisa che apposita legge
regionale 22 aprile 1994, n° 17 impone l’adozione e
l’aggiornamento di tassi di contribuzione in materia di
pesca, con un rinvio recettivo ai rispettivi regolamenti
adottati all’U.E..
Conformemente alle
disposizioni che disciplinano l’adozione degli aiuti nel
settore della pesca (linee direttrici 97/C – 100/05) il
calcolo dell’aiuto va fatto in equivalente sovvenzione
netta.
La legge regionale di
riferimento che prevede l’erogazione di aiuti per gli
interventi indicati nel P.O.R. è la legge 23 giugno 1998, n°
19 avente titolo “Disposizioni per l’attuazione degli
interventi finanziari dell’Unione Europea per materia di
pesca e acquacoltura e disposizioni varie”.
La legge in argomento è
stata notificata all’Unione Europea. Tale legge è
identificata – aiuto di Stato n° 923/96 – Aiuti nel
settore della pesca e dell’acquacoltura (Regione Sardegna).
La Commissione ha approvato
tale aiuto con decisione SG (98) D/5394 in data 6 luglio 1998.
La
sua applicazione è prevista per l’intera durata del Quadro
Comunitario di Sostegno.
Misura
4.9.
|
Investimenti nelle aziende agricole
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo II artt. 4 e 7.
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivi
di misura: Migliorare la competitività dei sistemi
agricoli ed agro-industriali in un contesto di filiera
attraverso l’introduzione di innovazioni, il rafforzamento
delle funzioni commerciali, la gestione integrata in tema di
qualità, sicurezza ed ambiente, in un’ottica di sviluppo
sostenibile. Gli interventi finanziabili sono diretti al
perseguimento di un generale sviluppo del settore primario. In
particolare gli investimenti devono perseguire finalità
tendenti al miglioramento dell’ambiente naturale, alla
diversificazione delle attività, all’incremento della
qualità, alla riduzione dei costi di produzione, al
miglioramento ed alla diversificazione delle attività
agricole.
Interventi
ammissibili:
§
Introduzione di tecnologie innovative di
processo e di prodotto;
§
Ristrutturazione degli impianti;
§
Riconversione colturale;
§
Adeguamento tecnologico e strutturale;
§
Acquisto attrezzature;
§
Introduzione di attività complementari.
Beneficiari:
Imprenditori agricoli singoli o associati
Intensità
degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in
percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per
aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale
complessivo. La differenziazione sarà basata sulla
zonizzazione e sul dato anagrafico (zone svantaggiate o
soggette a vincoli ambientali e giovani agricoltori under 40),
secondo la seguente tabella:
Elemento
differenziale %
|
Intensità
max. %
|
Feoga
*
%
|
Zona non svantaggiate
|
40
|
50
|
Zona svantaggiate
|
50
|
50
|
Zona non svantaggiate Agric. Under 40
|
45
|
50
|
Zona svantaggiate Agric. Under 40
|
55
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Saranno individuati con precisione
nel complemento di programmazione:
§
massimali di spesa e massimali d’investimento
globale sovvenzionabile;
§
criteri di redditività economica;
§
condizioni di ammissibilità;
§
criteri per l’individuazione delle competenze
professionali;
§
rispetto delle condizioni di cui all’art. 5
secondo trattino Reg. 1257/99: (requisiti minimi in materia di
ambiente, igiene e benessere degli animali)
Gli interventi riguarderanno
i seguenti comparti:
A) Bovino da Latte
l
Situazione
attuale:
La filiera lattiero-casearia bovina rappresenta una
componente importante del sistema agro-alimentare sardo.
Nella Regione sono allevati circa 290.000 capi bovini, di cui
145.000 vacche, in 16.200 aziende. Gli allevamenti di bovine
da latte sono 734 e contano 33.000 vacche da latte (in media
45 vacche da latte per allevamento); la produzione complessiva
di latte vaccino si colloca intorno ai 2.150.000 di q.li
(2,15% circa della produzione nazionale di latte). Il valore
della produzione lorda vendibile si colloca intorno ai
150.000.000.000 di lire (10% circa della PLV totale).
Il latte ottenuto è destinato:
o
per il 15% alla produzione di latte alimentare
pastorizzato fresco;
o
per il 40% alla produzione di latte alimentare
sterile;
o
per il 45% alla produzione di formaggi e burro.
La
lavorazione e la trasformazione del latte viene operata in 20
stabilimenti, di cui 8 cooperative; il 75% del latte
trasformato è concentrato in un unico stabilimento a
carattere cooperativo.
Gli
allevamenti di bovini da latte sono concentrati in maggior
misura nelle aree irrigue del Campidano di Cagliari, del
Campidano di Oristano (piana di Terralba – Arborea), della
Nurra di Sassari – Alghero e della piana di Chilivani –
Ozieri.
L’attuale
produzione non presenta alcun problema di assorbimento di
mercato.
Il
comparto presenta una duplice caratterizzazione: una prima che
riguarda una zona della Regione con elevata concentrazione di
allevamenti in una area ristretta (comprensorio di Arborea);
la seconda che invece riguarda realtà produttive sparse nel
rimanente territorio regionale. Entrambe le realtà presentano
analoghi problemi legati alla gestione dei reflui zootecnici e
dei reflui civili (acque di lavaggio degli impianti di
mungitura), alla presenza di coperture in cemento-amianto ed
alla frequente assenza della disponibilità di acqua potabile,
che risultano particolarmente evidenti soprattutto nelle zone
con elevata concentrazione di bovini da latte.
Un
altro problema che, pur riguardando un limitato numero di
aziende che allevano bovini da latte, risulta comunque di
essenziale risoluzione al fine di consentire la produzione di
latte garantito sotto il profilo igienico-sanitario è
l’adeguamento dei vecchi impianti di mungitura attraverso la
sostituzione degli impianti a secchio e dei carrelli con sale
di mungitura.
Gli
obiettivi che si intendono perseguire sono una riduzione
dell’inquinamento ambientale con conseguente diretto
miglioramento delle condizioni di allevamento degli animali e
delle loro condizioni di salute e di benessere nonché un
incremento delle condizioni di garanzia della sanità del
prodotto latteo. Nella precedente fase di programmazione della
spesa dei fondi comunitari il settore non è stato oggetto di
alcuno intervento, né possono considerarsi disponibili
risorse alternative a quelle per le quali si chiede con la
presente misura l’attivazione.
l
I Punti
di forza della filiera lattiero-casearia si possono
individuare:
o
nella crescita continua, negli ultimi anni, del
giro d’affari della filiera lattiero-casearia, restando
ancora disponibili margini di espansione conseguenti alla
disponibilità di nuovi quantitativi disposti con Regolamento
(CE) n. 1256/99 del Consiglio;
o
nell’importanza del ruolo rivestito dal
comparto della zootecnica da latte relativamente alla
possibilità di interagire attivamente con i comparti a monte
(ordinamenti produttivi irrigui, meccanizzazione, industria
mangimistica) ed a valle (distribuzione e
commercializzazione), strettamente correlati al fattore
“insularità”;
o
nell’assetto del sistema produttivo poco
frammentato, con presenza di poche aziende di medie dimensioni
(45 vacche per allevamento), con forte concentrazione degli
stabilimenti di trasformazione;
o
nell’elevato livello di Know-how degli
allevamenti in termini di management, tecnologia e genetica
(basti pensare alle medie di produzione di latte per vacca,
che nella Regione si pongono intorno ai 65 q, con punte di 85
q.li in provincia di Oristano);
o
nella rispondenza della gran parte dei prodotti
lattiero-caseari a requisiti di freschezza, genuinità, qualità,
tipicità e proprietà nutrizionali.
l
Strategia
proposta e impatti attesi:
avuto riguardo alle potenzialità della filiera, ai punti
di forza ed alle carenze più sopra descritte, sarà data
priorità agli investimenti miranti alla tutela
dell’ambiente, all’adeguamento degli impianti alle norme
sanitarie comunitarie e nazionali, al miglioramento
igienico-sanitario della qualità dei prodotti, avendo cura
che detti investimenti non comportino incremento della capacità
produttiva regionale, salvo allineamento con gli incrementi di
quantitativi di latte derivanti dall’applicazione del
Regolamento (CE) n. 1256/99.
In particolare saranno finanziati i seguenti interventi:
o
realizzazione di vasconi impermeabili per la
raccolta e la maturazione dei liquami, completa delle opere
accessorie per il loro funzionamento (condotte, impianti di
ossigenazione, platee, etc.);
o
realizzazione di vasche IMHOFF per la raccolta
ed il trattamento delle acque di lavaggio degli impianti di
mungitura;
o
installazione presso le aziende di impianti per
la potabilizzazione delle acque;
o
incapsulamento delle lastre di cemento-amianto
delle coperture dei locali di ricovero e di alimentazione del
bestiame, con priorità alle coperture delle sale di mungitura
e locali ammessi;
o
realizzazione di impianti di mungitura in
sostituzione dei vecchi impianti a secchio o a carrello.
Attraverso
queste azioni si prevede di ottenere una riduzione
dell’inquinamento ambientale causato dall’utilizzo dei
reflui zootecnici senza un adeguato periodo di maturazione,
nonché dalle acque di lavaggio degli impianti di mungitura
che prima di essere rilasciate nel terreno devono essere
adeguatamente purificate con l’uso delle fosse Imhoff. Un
miglioramento complessivo delle condizioni igienico-sanitarie
degli allevamenti si ritiene di poterlo attenere anche tramite
la possibilità di disporre in azienda di adeguate quantità
di acque potabili. Le misure di incapsulamento delle coperture
in eternit (cemento-amianto) tendono sempre ad innalzare il
livello qualitativo delle produzioni oltre che determinare
condizioni di miglior benessere della salute degli animali
attraverso un miglioramento delle condizioni ambientali.
Tasso di aiuto pubblico: l’intensità degli aiuti è quella
prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione
del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.
l
Condizioni
di ammissibilità:
Mercato: l’intervento proposto, diretto esclusivamente
al miglioramento della qualità, non determina alcun aumento
della produzione, nel rispetto dell’art. 6 del Reg. CE
1257/99, anzi
migliorando complessivamente la qualità e riducendo i costi
di produzione, ne agevolerà, ulteriormente, il collocamento
sul mercato. Informazioni e
specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle
aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel
relativo complemento di programmazione per quel che attiene
alla redditività economica delle aziende, ai requisiti minimi
di ambiente, igiene e benessere degli animali, nonché al
livello delle conoscenze o competenze professionali. In ogni
caso gli interventi verranno realizzati in quelle aziende, già
adeguate alla normativa vigente, nelle quali siano rispettati
i requisiti minimi riguardanti gli aspetti igienico-sanitari
ed il benessere degli animali.
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale.
l
Soggetti
beneficiari: Privati conduttori di aziende agricole.
l
Massimali
di investimento: Saranno fissati nel complemento di
programmazione e saranno diversificati anche in rapporto alla
tipologia degli interventi da realizzare.
l
Legislazione
di riferimento: Gli interventi previsti saranno realizzati
in totale coerenza con quanto indicato dalla specifica
organizzazione comune di mercato Reg. CE 1255/99 e dal Reg. CE
n. 1256/99 che ha confermato il sistema di prelievo
supplementare nel settore del latte di vacca e dei prodotti
lattiero-caseari derivati.
B) Bovino da Carne
l
Situazione
attuale: La filiera della carne bovina rappresenta una
componente importante del sistema agro-alimentare sardo.
Nella Regione sono allevati circa 290.000 capi bovini, di cui
145.000 vacche, in 16.200 aziende. Le vacche di razze da carne
o ad orientamento carneo sono poco più di 110.000. La
produzione di carne bovina è stimata intorno ai 200.000 q.li
(2,40% circa della produzione nazionale di carne. Il valore
della produzione lorda vendibile si colloca intorno ai
300.000.000.000 di lire (14,5% della PLV totale della
Regione).
Il tasso di autoapprovvigionamento si colloca intorno al 48%.
Le caratteristiche dell’ambiente regionale possono essere
considerate largamente favorevoli per lo sviluppo di imprese
zootecniche capaci di offrire un prodotto carneo
qualitativamente eccellente. Le condizioni climatiche, la
configurazione territoriale, l’ampia disponibilità di
superfici pascolative ricche di essenze pabulari pregiate, i
sistemi estensivi di allevamento, rappresentano, infatti,
altrettanti fattori potenziali di successo.
Ciò in linea con gli orientamenti della politica agraria
comunitaria che tendono a privilegiare forma di allevamento di
tipo estensivo, le quali, tra l’altro, consentono
l’ottenimento di prodotti i cui requisiti qualitativi
soddisfano le esigenze del consumatore moderno.
Le sopra menzionate condizioni ambientali e le prevalenti
tecnologie di allevamento consentono di ottenere una
produzione di carne sicuramente caratterizzata da un elevato
contenuto di genuinità e salubrità, fattori sui quali si sta
orientando la richiesta dei consumi alimentari. L’attuale produzione non presenta alcun problema di assorbimento di
mercato.
La rilevanza economica della filiera e le potenzialità insite
al suo interno impongono l’attivazione di una serie di
interventi che consentano al settore un vantaggioso processo
di sviluppo.
Attualmente le strutture organizzative delle aziende che
allevano bovini da carne consentono di attuare la linea
vacca/vitello, che si esaurisce con la produzione e messa sul
mercato di vitelli svezzati, dell’età di 6/8 mesi,
destinati per la maggior parte, precocemente al macello o
venduti in parte ad incettatori o ingrassatori della penisola,
dove viene completata la fase di ingrasso e finissaggio,
sfruttando al meglio le potenzialità offerte dal vitello
svezzato.
Appare essenziale, invece, valorizzare nella Regione le
potenzialità delle aziende zootecniche che praticano la linea
vacca/vitello, mettendole in condizioni, con pochi mirati
interventi di realizzare in azienda anche la fase d’ingrasso
al fine di far ricadere sulle medesime aziende quella
componente di valore aggiunto che consegue a questa fase
produttiva, garantendo così un incremento del reddito degli
imprenditori agricoli, che ben si integra con altri interventi
di sostegno attuati nell’ambito della OCM della carne, che
rappresentano per il settore l’unica fonte di sovvenzioni,
peraltro, non di tipo strutturale, ma di sostegno al reddito.
Tale linea produttiva, per dare risultati apprezzabili sotto
il profilo tecnico ed economico, va accompagnata da una serie
di altri interventi,che si sostanziano:
o
nella razionalizzazione della linea
vacca/vitello, sviluppando attraverso incroci con tori di
razze specializzate da carne l’attitudine produttiva delle
vacche presenti nel territorio, realizzando o adeguando le
strutture aziendali per il ricovero degli animali e per la
conservazione delle scorte alimentari, migliorando le
dotazioni infrastrutturali delle aziende;
o
nella adozione di una efficace politica di
marchio, che coinvolga gli operatori di un determinato
territorio e si finalizzi alla trasmissione dei contenuti di
qualità, salubrità, tipicità e genuinità della carne
prodotta in Sardegna.
l
I punti di forza della filiera della carne
bovina si possono individuare:
o
nell’ampia disponibilità di superfici
pascolative ricche di essenze pabulari pregiate e nella forma
di allevamento di tipo estensivo a bassa densità di carico,
che esclude pericoli di inquinamento ambientale;
o
nella disponibilità e presenza di razze bovine
con discreta attitudine alla produzione della carne,
eventualmente esaltabile attraverso appositi interventi di
incrocio;
o
nella possibilità di attuare tecniche di
allevamento a basso costo, data l’estensivizzazione degli
allevamenti, basata sul pascolamento del bestiame su pascoli
naturali;
o
la richiesta di “carne sarda” da parte del
consumatore locale e del ristoratore delle masse turistiche
che soggiornano nell’Isola, collegata all’immagine della
Sardegna e all’offerta di prodotti aventi requisiti di
freschezza, di genuinità, di salubrità e tipicità.
l
Strategie
proposte e impatti attesi: avuto riguardo alle potenzialità
della filiera ed ai punti di forza più sopra descritti, sarà
data priorità agli investimenti finalizzati al conseguimento
di redditi integrativi all’attività dei produttori, al
miglioramento della qualità dei prodotti ed al contenimento
dei costi di produzione.
In particolare saranno finanziati i seguenti interventi:
o
realizzazione o adeguamento di stalle di
ingrasso dei vitelli svezzati, comprese opere e attrezzature
accessorie (fienili, deposito mangimi e granaglie, aree
smistamento e cattura animali, pesa bestiame a basculla,
corselli per movimento e carico animali, opere per stivaggio e
trattamento deiezioni, opere di provvista e adduzione acqua
potabile, allaccio elettrico o dotazione di gruppo
elettrogeno, attrezzature per la preparazione e la
distribuzione degli alimenti;
o
realizzazione di centri d’ingrasso vitelli a
carattere associativo, dotate delle opere accessorie e delle
attrezzature descritte più sopra;
o
realizzazione e adeguamento delle strutture
aziendali per la razionalizzazione ed il potenziamento della
linea di produzione vacca/vitello, per aziende orientate
all’ingrasso dei vitelli in azienda o che conferiscono i
vitelli ai centri d’ingrasso a carattere associativo, come
detto più sopra.
Attraverso queste azioni si prevede:
o
di migliorare la produzione della carne bovina
in Sardegna, sfruttando appieno le potenzialità di
accrescimento dei vitelli svezzati (6/7 mesi di età, peso
vivo 180/200 Kg), per portarli all’età di 10/12 mesi (peso
vivo 400/450 Kg), senza con ciò determinare, in ambito
nazionale, incremento di produzione di carne bovina, in quanto
attualmente la maggior parte dei vitelli prodotti e svezzati
in Sardegna, vengono ingrassati in Centri d’ingrasso della
Penisola, per essere poi macellati, e le carni ottenute
avviate alla distribuzione ed al consumo;
o
di valorizzare la produzione “made in Sardegna”,
garantendo al consumatore locale o all’ospite turista, un
prodotto con requisiti di freschezza, genuinità, salubrità e
tipicità, promovendo la nascita e l’operatività di
Consorzi di produttori associati che diano garanzia sulla
“rintracciabilità” della carne prodotta in Sardegna;
o
di incrementare il reddito degli operatori
agricoli, stabilizzando in tal modo anche la conservazione e
la salvaguardia del territorio.
Tasso di aiuto pubblico: l’intensità degli aiuti è quella
prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione
del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.
l
Condizioni
di ammissibilità: L’intervento programmato non
determina, considerato in ambito nazionale, un aumento
complessivo della produzione di carne bovina, ma soltanto uno
spostamento territoriale, in quanto l’ingrasso dei vitelli
svezzati sarà operato in Sardegna e non più nella Penisola,
come avviene attualmente. L’intervento, pertanto, non pone
problemi circa gli sbocchi di mercato. Il lieve aumento di
prodotto a livello aziendale è largamente compensato dal
miglioramento complessivo della qualità della produzione che
ne favorirà ulteriormente il collocamento sul mercato.
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale
l
Soggetti
beneficiari: Imprese singole o associate che allevano
bovini con orientamento produttivo per la carne, con priorità
a quelle associate in forme organizzate che sviluppano azioni
di valorizzazione e commercializzazione delle carni bovine, ed
ai territori vocati, per condizioni ambientali e
configurazione territoriale al mantenimento della linea
vacca/vitello.
l
Legislazione
di riferimento:
gli interventi previsti saranno realizzati in totale coerenza
con quanto indicato nella specifica organizzazione comune di
mercato Reg. (CE) n. 1254/99 e alle Direttive (CEE) 91/630 e
98/58 sul benessere degli animali in allevamento, nonché alla
Direttiva CE 97/4 sull’etichettatura delle carni fresche.
C) Apicoltura
l
Situazione
attuale: La Sardegna, anche grazie al suo clima favorevole
ed alla presenza di numerose risorse nettarifere, offre grandi
opportunità di sviluppo all’apicoltura.
Si stima che siano presenti in Sardegna circa 58.000 alveari e
che operino 2.200 apicoltori, la maggior parte dei quali
risultano aderenti alle 6 Associazioni Apistiche presenti
nella Regione. Si rappresenta che la Sardegna è la regione
italiana con la più elevata media di alveari per apicoltore
(media di 1/26) rispetto ad una media nazionale di 1/13; ciò
significa che l’ossatura della apicoltura isolana è
rappresentata da aziende di dimensioni superiori agli 80 –
100 alveari.
L’attività apistica costituisce oggi un’integrazione
delle altre attività agricole e solo raramente rappresenta la
principale fonte di reddito aziendale. La produzione di miele
sardo può essere stimata in 13/15.000 q.li per anno (11%
della produzione italiana) a cui corrisponde una PLV di 8-10
miliardi di lire. La produzione attuale non presenta problemi
di mercato, anzi è molto ricercata data l’alta qualità e
tipicità del prodotto ottenuto.
La produzione mielica regionale si caratterizza per
un’offerta fortemente tipicizzata, soprattutto per i mieli
monofora; ciò si traduce in uno dei principali punti di forza
dell’apicoltura sarda.
Il settore dell’apicoltura risulta inoltre caratterizzato
dalla frequentissima presentazione nella medesima azienda
delle fasi di produzione, trasformazione (confezionamento) e
commercializzazione del prodotto. Tale organizzazione rende
sempre più urgente la necessità per queste aziende di
adeguarsi alle
innovazioni tecnologiche per dare garanzia sulla qualità del
processo e del prodotto.
Pertanto il primo obiettivo che si intende perseguire è
quello di innovare tecnologicamente gli impianti di
lavorazione, conservazione, e confezionamento del prodotto.
L’ altro obiettivo che si intende perseguire è quello di
rendere possibile l’ampliamento dei prodotti legati
all’attività apicola quali cera vergine, propoli, pappa
reale, ect, al fine di rendere più redditizia la medesima
attività. Risultano disponibili alcune fonti alternative di
finanziamento, che riguardano l’applicazione del Reg. CE
1221/97 e della L.R.30/85, approvata dalla CE,
sull’apicoltura. Sulla base di quest’ultima legge (sulla
quale la Commissione UE non ha sollevato osservazioni; vedasi
Decisione SG/94/D/9647 e Decisione SG/96/D/6756 del
25.07.1996), è
presente annualmente in bilancio una dotazione finanziaria di
portata esigua, tale da rendere necessaria l’attivazione di
altri flussi finanziari. Il Reg. CE 1221/97 consente vece di intervenire solo su alcuni
aspetti connessi c le finalità di miglioramento delle
condizioni di produzione e commercializzazione del miele e in
particolare sono esclusi interventi
di carattere strutturale a livello aziendale, cui
s’intende invece dare risposta attraverso la presente
misura.
l
Strategie proposte e impatti attesi: gli
interventi saranno rivolti:
o
all’adeguamento delle strutture aziendali ai
requisiti richiesti dall’autorità sanitaria finalizzati
alla concessione dell’autorizzazione richiesta
dall’azienda produttrice;
o
alla realizzazione di nuove strutture
(laboratori apistici aziendali) e/o riattamento di strutture
esistenti con priorità per quelle aziende che propongono
l’ampliamento della gamma dei prodotti;
o
all’acquisto di attrezzature e di materiale
apistico con priorità per quelle aziende che propongono
l’ampliamento della gamma dei prodotti.
I risultanti attesi sono:
o
il miglioramento tecnologico delle strutture di
lavorazione;
o
il miglioramento della qualità del prodotto;
o
l’ampliamento della diversificazione
produttiva (pappa reale, propoli,polline, sciami artificiali
ed api regine);
o
il miglioramento del reddito integrativo delle
imprese agricole.
Tasso di aiuto pubblico:
La partecipazione del Fondo è prevista nella misura del 50%
della spesa pubblica; l’intensità dell’aiuto è quella
prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99.
l
Condizioni
di ammissibilità Mercato:
gli interventi che s’intendono realizzare non
determinano aumento della produzione, ma sono indirizzati ad
elevare il livello qualitativo del miele prodotto e degli
altri prodotti dell’allevamento (pappa reale, propoli,
polline, api regine, etc.), che se opportunamente certificati
per la qualità e l’origine e valorizzati con azioni mirate
di promozione, consentono una maggiore affermazione sui
mercati. Informazioni e specificazioni sulle condizioni di
ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti
saranno dettagliate nel relativo complemento di
programmazione, per quel che attiene alla redditività
economica delle aziende, ai requisiti minimi di ambiente ,
igiene e benessere degli animali, nonché al livello delle
conoscenze e competenze professionali. In ogni caso gli
interventi saranno realizzati in quelle aziende che
soddisfano, al momento, i requisiti minimi in materia di
ambiente e igiene richiesti dalla vigente normativa
comunitaria e nazionale
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale.
l
Soggetti
beneficiari: Imprenditori agricoli, singoli o associati,
che praticano in condizioni di redditività e di capacità
professionale l’apicoltura, anche come attività integrativa
di altra attività aziendale, in possesso di arnie denunciate
all’autorità sanitaria e che dispongano di non meno di 160
arnie/ULU.
l
Massimali
di investimento: Saranno fissati nel complemento di
programmazione e saranno diversificati anche in rapporto alla
tipologia degli investimenti da realizzare.
D) Valorizzazione
del Cavallo Anglo-Arabo-Sardo
l
Situazione
attuale: Il mondo del cavallo, nei suoi molteplici aspetti
(sportivo, ricreativo, turistico) sta coinvolgendo un numero
sempre crescente di appassionati determinando, quindi, una
domanda sempre più consistente del prodotto cavallo di pronto
impiego, cioè già addestrato, che oggi, per almeno i tre
quarti del fabbisogno nazionale, proviene dall'Estero. La
Sardegna è sempre stata in campo equino una regione a
vocazione allevatoria, ha sempre dimostrato grande impegno e
ragguardevoli capacità per l'allevamento di tale specie.
L'attività di allevamento si colloca come attività
integrativa e complementare di imprese zootecniche, in cui
l'attività principale è rappresentata da allevamenti di
bovini o di ovini e caprini.
Il cavallo tipico allevato in Sardegna è l’Anglo-Arabo-Sardo,
la cui consistenza si quantifica in circa 4.000 fattrici, di
cui oltre 1.600 in selezione, iscritte al Registro di razza.
Esso possiede notevoli qualità: coraggio, resistenza, velocità,
equilibrio, facilità di apprendimento, generosità. Queste
caratteristiche hanno fatto sì che il cavallo
Anglo-Arabo-Sardo si sia distinto come cavallo da turismo
equestre per l'impiego del tempo libero, ma soprattutto in
campo sportivo: corse, concorsi
a ostacoli, concorsi di equitazione.
Ciò nonostante, lo sviluppo dell'allevamento equino sardo è
fortemente condizionato dalla carenza di efficienti strutture
dirette alla valorizzazione del cavallo, che consentano di
presentarlo sul mercato perfettamente addestrato, appetibile
quindi per la bontà del prodotto e per la possibilità di un
pronto impiego, col risultato che il valore aggiunto derivante
dall'addestramento, mediamente quantificabile nel raddoppio
del valore del grezzo, rimanga acquisito a favore degli
allevamenti sardi.
Obiettivo della presente misura è quello di supplire alle
carenze strutturali in campo allevatorio e nel campo
dell'addestramento del cavallo,concedendo contributi alle
imprese agricole che intendano effettuare investimenti per
dotare le aziende di adeguate strutture. La strategia della
qualità, così come per tutto il sistema agro-alimentare,
diviene determinante anche nel comparto ippico per la
valorizzazione economica della produzione e la conseguente
collocazione del prodotto.
l
Azioni
messe in atto - Consapevole di questa esigenza, la Regione
sarda, aveva inserito nel proprio programma operativo
POP/FEOGA del periodo 1994/1999, una iniziativa di sostegno
tendente all'addestramento dei puledri e dei giovani cavalli
provenienti dalla produzione equina più qualificata. Sono
state così realizzate 170 aziende di addestramento, per
complessive 360 fattrici e l’addestramento di 700 cavalli..
l
Strategie
proposte: In sintesi la proposta d’intervento riguarda
l’estensione dell’iniziativa a ulteriori aziende che
dispongono di fattrici selezionate iscritte al registro di
razza, interessare a sviluppare l’allevamento equino per la
produzione di soggetti qualificati e addestrati da immettere
sul mercato, incrementando in tal modo la redditività
aziendale.
Gli investimenti saranno rivolti ad aziende nelle quali
l’allevamento equino assume carattere complementare, potendo
interessare al massimo 5 fattrici.
Le opere ammissibili a contributo riguardano: scuderie,
fienili, magazzini, tondini, corridoi, campi di esercizio,
servizi igienici, comprese opere di allaccio idrico, elettrico
e fognario.
l
Impatti attesi:
o
Evoluzione in senso moderno del sistema
tradizionale di allevamento, diffuso a livello di azienda
zootecnica, come attività complementare.
o
Potenziamento e sviluppo della qualità
dell'allevamento del Cavallo Anglo-Arabo-Sardo.
o
Incremento occupazionale con la creazione di
ulteriori moderne specifiche professionalità di settore.
o
Incremento del valore della produzione lorda
vendibile derivante dall'allevamento equino.
o
Rivitalizzazione dell'economia nelle aree
interne della Sardegna, a più specifica vocazione ippica.
o
Rafforzamento dei mercati tradizionali e
conquista di nuovi spazi nell'area mediterranea.
Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella
prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione
del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.
l
Condizioni
di ammissibilità Mercato
Preme sottolineare che l’intervento si esplica in un settore
produttivo non sottoposto a particolari forme di
contingentamento e per il quale non sussistono problemi circa
gli sbocchi di mercato, che anzi si ampliano con
l’immissione in commercio di animali di qualità,
perfettamente addestrati e pronti all’uso nelle diverse
discipline sportive, consentendo ai produttori di incamerare
il valore aggiunto conseguente al prodotto finito e, quindi,
di migliorare complessivamente la redditività aziendale.
Informazioni e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità
delle aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate
nel relativo complemento di programmazione per quel che
attiene alla redditività economica delle aziende, ai
requisiti minimi di ambiente, igiene e benessere degli
animali, nonché al livello delle conoscenze e competenze
professionali.
In ogni caso gli interventi saranno realizzati in quelle
aziende che soddisfano al momento i requisiti minimi in
materia di ambiente, igiene e benessere degli animali
richiesti dalla vigente normativa comunitaria e nazionale.
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale.
l
Soggetti
beneficiari: Imprenditori agricoli, singoli associati, che
allevano cavalli di razza Anglo-Arabo-Sarda, iscritti al
Registro Ufficiale della razza.
l
Massimali
di investimento: Saranno fissati nel complemento di
programmazione e saranno diversificati anche in rapporto alla
tipologia degli interventi da realizzare.
E) Ovicaprino
l
Situazione
attuale: La Sardegna occupa notoriamente una posizione
egemonica nell’ambito dell’allevamento ovino italiano ed
europeo. Nella Regione sono allevati più di 4 milioni di capi
ovini, circa il 40% del patrimonio nazionale. Nel 1996 la PLV
relativa al latte ovino ha superato i 420 miliardi di lire,
circa il 20% della PLV totale e, in termini quantitativi, può
essere stimata in circa 3 milioni di quintali. Questa
produzione coinvolge oltre 20.000 aziende agricole con una
occupazione di circa 15.000 unità.
Il 95% della produzione del latte ovino viene utilizzato per
la fabbricazione di formaggio e solo una modesta quantità
viene consumata allo stato fresco. Gli impianti di
trasformazione sono equamente ripartiti fra quelli cooperativi
e fra quelli privati, presenti in numero di 32 i primi e di 33
i secondi. Le quantità di latte lavorato sono, invece,
notevolmente superiori nei caseifici privati dove la
dimensione media è superiore a 50.000 q.li lavorati per anno,
contro i circa 32.000 q.li dei caseifici cooperativi. Il
formaggio annualmente prodotto si situa tra i 550.000 ed i
600.000 quintali, con un fatturato che si aggira su 550/600
miliardi di lire.
Il più importante prodotto dell’industria casearia sarda è
il Pecorino Romano, formaggio DOP, la cui produzione si pone
annualmente intorno ai 350.000 q; circa il 50% della
produzione del formaggio pecorino, soprattutto Pecorino
Romano, viene esportata.
Per quanto riguarda il mercato esistono segnali concreti che
dimostrano come le tendenze dei consumi possano premiare
soddisfacentemente l’offerta regionale. Le prospettive sono
sicuramente interessanti per il comparto dei formaggi a pasta
dura e semidura; il comparto può giocare la duplice carta
dell’origine ovina dei prodotti, verso la quale risulta
crescente la propensione al consumo, e dell’elevatissimo
contenuto di tipicità, che costituisce anch’esso elemento
di forte attrazione per la domanda alimentare.
L’offerta regionale può avvalersi di un capitale
d’immagine che nessuna altra regione italiana, e forse anche
europea, può vantare. L’accostamento quasi naturale che
viene a crearsi tra l’attività pastorale ed il nome della
Sardegna, l’esclusività delle produzioni, la loro
identificazione con il patrimonio regionale di cultura e
tradizioni, costituiscono infatti degli strumenti le cui
potenzialità risultano a tutt’oggi largamente inespresse.
Evidenziata la vocazione territoriale e ambientale della
pastorizia, la sua importanza nel sistema economico regionale
e le potenzialità che il settore può ancora esprimere nei
confronti del mercato, già in passato, con le risorse del
POP/ FEOGA 1994/1999, si è affrontato il problema
dell’adeguamento strutturale delle aziende ovi-caprine alle
condizioni richieste dalla Direttiva comunitaria 92/46 e dalla
normativa nazionale contenuta nel DPR n. 54 del 14.01.1997 di
recepimento della predetta Direttiva.
Con il precedente periodo di programmazione dei fondi
strutturali 1994/1999 e con l’impiego di consistenti risorse
recate dal bilancio regionale, è stato possibile provvedere
negli anni passati all’adeguamento strutturale e igienico
sanitario di circa 8.000 aziende ovine, con lo scopo di
migliorare le condizioni sanitarie degli allevamenti ed i
requisiti igienici del latte, imposti dalla direttiva
comunitaria.
L’adeguamento delle aziende ovine è apparso essenziale per
mantenere l’affermazione commerciale ed il prestigio dei
formaggi ovini DOP (Pecorino Romano q.li 350.000), Pecorino
sardo q.li 130.000 e Fiore Sardo q.li 20.000). Appare
necessario per le aziende già inserite con successo nel
mercato, e che soddisfano i requisiti
minimi di ambiente, igiene e benessere degli animali
previsti dalla vigente normativa comunitaria e nazionale,
promuovere l’innovazione tecnologica per ridurre i costi di
produzione e migliorare la qualità dei prodotti, tutelando
l’ambiente e le
condizioni di benessere degli animali.
l
Strategie
proposte e impatti attesi
Si provvederà ad incentivare l’acquisizione di importanti
innovazioni tecnologiche (mungitura meccanica e refrigerazione
del latte), nonché l’esecuzione di miglioramenti fondiari
volti a migliorare l’efficienza complessiva dell’azienda,
come i locali per il ricovero del bestiame, i locali per la
conservazione e la distribuzione degli alimenti, opere di
ricerca e/o di adduzione idrica, di elettrificazione e
viabilità aziendale, la raccolta e lo smaltimento dei reflui.
I risultati attesi con l’attuazione dei predetti interventi
sono:
o
miglioramento della qualità del latte ovino e
caprino, sotto il profilo microbiologico e igienico-sanitario,
superando i requisiti minimi prevista dalla Direttiva
comunitaria 92/46 e successivo D.P.R. n. 54/97, riguardanti la
produzione e la commercializzazione del latte e dei prodotti
lattiero- caseari;
;
o
generale miglioramento delle condizioni di
ambiente e di lavoro;
o
innovazione tecnologica delle forme e dei
sistemi di allevamento e conseguente abbattimento dei costi di
produzione;
o
incremento del reddito delle imprese agricole;
o
stabilizzazione delle imprese, e più in
generale delle popolazioni, nelle zone rurali;
o
elevazione degli standard qualitativi dei
formaggi DOP e consolidamento delle posizioni di mercato.
Tasso di aiuto pubblico: la partecipazione del Fondo è prevista
nella misura del 50% della spesa pubblica; l’intensità
dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7 del Reg. CE
1257/99.
l
Condizioni
di ammissibilità: Mercato:
L’intervento programmato non determina nella Regione un
aumento complessivo del latte ovino, pur non presentando il
comparto particolari forme di contingentamento della
produzione. Esso è piuttosto indirizzato ad elevare il
livello qualitativo del latte e dei prodotti derivati (in
prevalenza formaggi a DOP), che se opportunamente certificati
per la qualità e l’origine e valorizzati con azioni mirate
di promozione, non presentano particolari problemi di mercato.
Il settore lattiero-caseario ovino rappresenta uno dei pochi
aggregati dell’intero sistema economico regionale che, in
virtù del deciso orientamento all’esportazione, si trova ad
operare massicciamente sui mercati internazionali, dove le
condizioni di concorrenza possono definirsi tutt’altro che
blande.
Si assiste già da qualche tempo ad una favorevole dinamica
della domanda di prodotti caseari ovini, verso la quale
risulta crescente la propensione al consumo, specie per quelli
a elevato contenuto di tipicità, di genuinità e di proprietà
nutrizionali, sia dei prodotti lattiero-caseari principali,
che per quei prodotti definiti minori (quali ricotta e
yogurt). Informazioni e specificazioni sulle condizioni di
ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti
saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione
per quel che attiene alla redditività economica delle
aziende, ai requisiti minimi di ambiente, igiene e benessere
degli animali, nonché al livello delle conoscenze e
competenze professionali. In ogni caso gli interventi saranno
realizzati in quelle aziende che soddisfano al momento i
requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere
degli animali previsti dalla vigente normativa comunitaria e
nazionale.
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale.
l
Soggetti
beneficiari: Imprenditori agricoli, singoli o associati,
che praticano in condizioni di redditività e di capacità
professionale l’allevamento ovino e caprino per la
produzione di latte.
l
Massimali
di investimento: Saranno fissati nel complemento di
programmazione e saranno diversificati anche in rapporto alla
tipologia degli investimenti da realizzare.
l
Legislazione
di riferimento:
Gli interventi previsti saranno realizzati in totale coerenza
con quanto stabilito dalla Direttiva comunitaria 92/46 e dal
D.P.R. n. 54/97, che ha recepito le direttive comunitarie
92/46 e 92/47.
F) Allevamento
di fauna selvatica a scopi venatori
Si tratta di
attività diretta a favorire la complementarietà delle
aziende agricole.
l
Situazione
attuale – L’allevamento di fauna selvatica a scopi
venatori è una opportunità che viene per la prima volta
offerta alle aziende agricole situate in zone svantaggiate,
dove l’attività agricola si è fortemente ridimensionata e
molti terreni sono stati abbandonati all’incoltura perché
caratterizzati da svantaggi naturali insostenibili per
l’affermarsi di una agricoltura competitiva imposta dalle
nuove regole di mercato dettate dalla politica agricola
comunitaria.
Per tali aziende si pone il problema della ricerca di redditi
integrativi confacenti alla suscettività ed alle limitazioni
poste dai terreni e dall’ambiente.
l
Strategia
proposta – Viene proposto un sostegno che consenta alle
aziende agricole marginali di dotarsi delle strutture e degli
impianti indispensabili per l’esercizio dell’attività
venatoria attraverso l’allevamento e l’immissione delle
seguenti specie faunistiche: pernice sarda, coniglio, lepre
sarda, cinghiale, quaglia, germano reale.
In relazione alle specie richieste e consentite nel
provvedimento di autorizzazione, l’azienda dovrà dotarsi
delle specifiche strutture di allevamento, dimensionate alla
potenzialità produttiva dell’azienda. Tali strutture,
possono riguardare, in rapporto alle specie allevate:
o
locali per il ricovero dei riproduttori, con
relative gabbie di contenimento;
o
locali per l’incubazione delle uova e per la
schiusa, e relative attrezzature;
o
locali di svezzamento e voliere di transizione;
voliere di allevamento;
o
recinti;
o
porcilaie per l’allevamento di cinghiali (sale
parto, svezzamento, allevamento, gestazione, etc.);
o
locali per custodia e addestramento cani.
Oltre alle strutture di allevamento vere e proprie, l’azienda, necessita
di strutture di servizio e di gestione, che
esemplificativamente possono riguardare:
o
recinzioni dei confini aziendali o di
particolari settori;
o
ripristino ed adattamento della viabilità
aziendale;
o
ricerche d’acqua e relativi abbeveratoi;
o
formazione di laghetti collinari;
o
ripristino di locali esistenti per guardiania e
ospitalità di emergenza di cacciatori;
o
locali di servizio (per Uffici, per addetti,
ricevimento ospiti, etc.).
l
Impatti attesi:
o
ricostituzione dell’equilibrio e recupero
produttivo di aree in via di abbandono;
o
consolidamento e creazione di posti di lavoro
graditi alle nuove generazioni;
o
sviluppo di una nuova forma di turismo, ad
integrazione e arricchimento di quella esistente;
o
consentire redditi integrativi della famiglia
contadina;
o
frenare l’esodo e l’abbandono di aree
marginali per l’agricoltura.
Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella
prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione
del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.
l
Beneficiari
del sostegno pubblico sono gli imprenditori agricoli –
singoli o associati, titolari di aziende agricole-venatorie,
regolarmente autorizzate con provvedimento emesso ai sensi
dell’art. 34 della L.R. n° 23/1998.
l
Condizioni
di ammissibilità Mercato:
Il settore di attività non è regolato da OCM. Non esistono
aiuti di Stato aggiuntivi di cui all’art. 52 del Reg. (CE)
n. 1257/99.
Nel complemento di programmazione saranno individuati con
precisione.
o
i massimali di spesa ed i massimali
d’investimento globale sovvenzionati;
o
i criteri di redditività economica;
o
le condizioni di ammissibilità;
o
i requisiti minimi in tema di ambiente, igiene e
benessere degli animali.
In ogni caso gli interventi saranno realizzati in quella
aziende che soddisfano al momento i requisiti minimi in
materia di ambiente, igiene e benessere degli animali
richiesti dalla vigente normativa comunitaria e nazionale.
G) Attività
zootecniche complementari ed innovative
Si
intende operare interventi a sostegno del settore suinicolo e
dell’allevamento dello struzzo.
l
Situazione attuale e strategia proposta:
o
Allevamento
suinicolo: Si tratta di allevamento di secondaria
importanza nel quadro dell’economia agricola e zootecnica
della Regione. La consistenza del patrimonio suino isolano si
pone intorno ai 255.000 capi (di cui 87.000 scrofe)
distribuiti in circa 16.500 aziende con un rapporto di 15
capi/azienda. L’indirizzo produttivo è orientato
prevalentemente alla produzione del suinetto da latte del peso
di 5/6 Kg da destinare al consumo alimentare; meno diffuso, e
limitato alle aziende di maggior consistenza, l’indirizzo
rivolto alla produzione del suino magro da macelleria del peso
95/100 Kg. Del tutto assente l’indirizzo rivolto alla
produzione del suino pesante da industria (per salumificio).
La produzione della carne si colloca intorno ai 90.000 q.li
(poco meno dell’1% della produzione nazionale;
l’importazione riguarda un quantitativo di circa 180.000 q;
il tasso di autoapprovvigionamento è del 35% (contro quello
nazionale che è del 61%).
La strategia che s’intende attivare esclude l’incremento
delle produzioni e l’ingrasso dei suini, ed è rivolta,
esclusivamente, all’ammodernamento delle strutture, per
introdurre tecnologie di allevamento che assicurino il
benessere degli animali negli allevamenti (nel rispetto della
Direttiva (CEE) 98/58) e la sostenibilità ambientale.
o
Allevamento
dello struzzo - Esistono nell’Isola significativi ed
eloquenti esempi di aziende agricole orientate
all’allevamento dello struzzo, in forma complementare
all’attività zootecnica aziendale. L’allevamento di tale
specie viene sollecitata con entusiasmo da parte di giovani
imprenditori, per il suo carattere innovativo, non disgiunto
da valutazioni positive per quanto concerne il mercato e la
redditività dell’investimento.
Le problematiche di commercializzazione sono state superate
con la creazione nell’Isola di un macello autorizzato per la
macellazione dei ratiti e con l’affermarsi di iniziative
associate che curano la valorizzazione commerciale del
prodotto che, per il momento, non presenta particolari
problemi per quanto attiene gli sbocchi di mercato.
La strategia che si intende attivare è la dotazione nelle
aziende agro-zootecniche di idonee strutture di allevamento
che assicurino benessere agli animali, sostenibilità
ambientale e riduzione di costi di produzione.
Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella
prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione
del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.
l
Beneficiari:
Imprenditori agricoli, singoli o associati.
l
Condizioni di ammissibilità - Mercato:
o
Per il
settore delle carni suine, regolamentato da OCM e
caratterizzato da eccedenze di produzione, i previsti
investimenti saranno destinati solo ad aziende suinicole
esistenti, che hanno necessità di migliorare le condizioni
strutturali ed igienico-sanitarie degli allevamenti, senza con
ciò determinare incrementi di produzione.
o
Per il
settore ratiticolo, non regolamentato da OCM, i previsti
investimenti saranno riservati alle aziende agro-zootecniche
esistenti, associate o che intendono associarsi a
Organizzazioni di produttori allo scopo di qualificare e
concentrare l’offerta, e promuovere la valorizzazione
commerciale del prodotto.
Nel complemento di programmazione saranno individuati per
entrambi i settori:
o
i massimali di spesa ed i massimali
d’investimento globale sovvenzionabile;
o
i criteri di redditività economica;
o
i requisiti minimi in tema di ambiente, igiene e
benessere degli animali.
H) Olivicolo
l
Situazione
attuale - La
coltura dell’olivo in Sardegna è praticato su Ha. 37374 (3%
della SAU regionale). Le aziende interessate sono 45538 di cui
n. 15700 specializzate. La superficie media per azienda
specializzata è di Ha. 0,94 che scende a Ha. 0,82 sulla
totalità delle aziende praticanti l’olivicoltura. Le olive
raccolte dall’annata 1991-92 all’annata 1998-99 sono state
mediamente pari a T 46000 anno; l’olio prodotto fu di T 8500
di media.
La
olivicoltura sarda si caratterizza quindi per il suo elevato
grado di polverizzazione e per le modeste dimensioni
economiche anche quando è specializzata.
Si
calcola che il valore economico della produzione media annua,
considerando la naturale alternanza, è di 60 miliardi di
lire, pari al 3% della PLV totale.
La
trasformazione delle olive da olio avviene in 125 frantoi, di
cui 17 sono cooperativi e 108 privati; 103 sono a ciclo
continuo e 22 tradizionale.
La
maggior parte di essi ha una potenzialità bassa (0,5 - 0,8
T/ora) ma ve ne sono una ventina di capacità lavorativa tra
le 2 e le 3 T/ora.
Con
l’applicazione dei Reg. n. 2078/93 e n. 2081/93 sono stati
realizzati 694 nuove piantate per complessivi Ha 2709 di cui
1814 sottoposti al disciplinare di produzione “biologica”.
Per altri 400 impianti già esistenti, per complessivi Ha.
1113, sono stati sussidiati gli interventi di
ristrutturazione.
Il
96-97% della produzione viene trasformata in olio e il
restante 3-4% viene lavorata in olive da confetto specie per
il fabbisogno familiare e con la tecnica “al naturale (verdi
in salamoia)”.
Un
notevole progresso nel miglioramento della qualità del
prodotto è stato compiuto negli ultimi 20 anni con
l’introduzione di nuove varietà, nuove tecniche di impianto
e di allevamento. Le pratiche colturali della concimazione,
dell’irrigazione di soccorso e dei trattamenti contro i
parassiti animali e vegetali hanno determinato un incremento
notevole di quantità ma anche di qualità del prodotto.
Ma
innanzitutto con la raccolta dalla pianta, evitando cioè la
caduta fisiologica della drupa con le conseguenze negative
sulla qualità, e con la molitura praticata entro poche ore
dalla raccolta e con tecnologie di estrazione che
salvaguardino il profumo e il sapore, senza incidere sui costi
di trasformazione, si sono ottenuti oli di particolare
interesse. Alcuni di essi non hanno affatto sfigurato nei
concorsi nazionali e sono particolarmente richiesti come
prodotti di nicchia.
La
bilancia commerciale regionale dell’olio di oliva è però a
favore delle importazioni; si calcola infatti che mediamente
ogni anno vengano consumate T18000 importate 9500 T di olio.
Per
quanto riguarda le olive da mensa si calcola che in Sardegna
il consumo annuale medio è di T 6500-7000 e che vengano
importate T 4000-4500 di prodotto confezionato.
Non
vi saranno problemi neppure per il collocamento sui mercati
della penisola se la presentazione e la vendita del prodotto
si accompagna con quella dell’olio che la stessa azienda
trasformatrice e confezionatrice metterà in vendita.
l
Obiettivi
e interventi specifici: Gli obiettivi che si intendono
perseguire sono la ristrutturazione degli impianti olivicoli
per adattarli alle moderne tecniche di coltivazione e renderli
più razionali e produttivi e l’impianto di olivi per la
produzione di olive da mensa, che convogliate in moderne
strutture di lavorazione e confezionamento siano trasformate
nelle tipologie mercantili più richieste e apprezzate dal
consumatore. I nuovi impianti di produzione non potranno
essere realizzati se non con la garanzia della disponibilità
dell’acqua per gli opportuni interventi irrigui che la
moderna olivicoltura postula.
Nel complemento di programmazione saranno indicati:
o
i massimali di spesa per unità di superficie e
massimali sussidiabili per singola impresa richiedente;
o
i criteri di redditività economica;
o
le condizioni di ammissibilità.
Si prevede comunque che nell’arco temporale 2000-2006
saranno ristrutturati gli oliveti esistenti senza aumento del
numero delle piante e impiantati Ha 400 di nuovi,
esclusivamente per le produzioni di olive da mensa.
l
Condizioni
di Ammissibilità Mercato:
Informazioni e specificazioni sulle condizioni di
ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti
saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione
per quel che attiene alla redditività economica delle
aziende, ai requisiti minimi di ambiente, nonché al livello
delle conoscenze e competenze professionali.
In ogni caso gli interventi saranno realizzati in quelle
aziende che soddisfano al momento i requisiti minimi in
materia di ambiente, richiesti dalla vigente normativa
comunitaria e nazionale.
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale.
l
Soggetti
beneficiari: imprenditori agricoli singoli o riuniti in
cooperativa che presentino progetti interessanti superfici non
inferiori a 2 Ha, ricadenti nelle aree tradizionali
dell’olivicoltura o di nuova espansione come precisato nel
complemento di programmazione.
Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella
prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione
del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.
l
Compatibilità
e coerenza - La misura in argomento è coerente con il
Reg. CE n. 1257/1999 del Consiglio ed in particolare con il
Capo I art. 4/7, ed è coerente con la regolamentazione
concernente il settore delle olive da mensa.
Per quanto riguarda il disposto dell’art. 37 - comma 3 ne è
assicurata la piena osservanza.
I) Comparto
delle coltivazioni orticole in pieno campo e in coltura
protetta
l
Situazione
attuale - La filiera orticola, in pieno campo ed in
coltura protetta, con 450 miliardi di produzione vendibile,
concorre per il 20% alla formazione del valore della
produzione agricola regionale.
Le aziende dedite alla produzione orticola, se si escludono
quelle impegnate nella produzione del pomodoro da industria,
sono circa 21.500 (di cui 1200 in coltura protetta) ed operano
su una base fondiaria di circa 16.900 ettari (di cui 11.700 a
regime irriguo).
Una più attenta classificazione tipologica delle aziende
orticole, sulla base dell’Orientamento Tecnico Economico (OTE),
consente di stimare che le unità agricole effettivamente
specializzate nelle coltivazione di ortaggi in pieno campo
sono non più di 5500 unità, alle quali vanno aggiunte le
1200 aziende operanti in coltura protetta.
L’orticoltura regionale concorre per circa il 4% alla
produzione vendibile nazionale del comparto e colloca la
Sardegna all’ottavo posto tra le regioni nella graduatoria
nazionale.
Per quanto attiene al mercato regionale dei prodotti orticoli,
i dati relativi ai mercati all’ingrosso operanti
nell’isola, indicano una percentuale media di auto
approvvigionamento di poco superiore al 60%, mentre è di
provenienza esterna il 40% della quantità commercializzata,
con acquisti dall’estero per circa il 18% del fabbisogno.
Secondo i dati ISTAT la spesa media mensile pro capite per
prodotti ortofrutticoli (anno 1998) è pari a lire 11.000 per
la Sardegna, a fronte di un valore medio nazionale pari a lire
11.600 ed a valori superiori alle 14.000 per regioni
come la Lombardia e la Liguria. Si prospettano pertanto
ulteriori spazi interni per il mercato dei prodotti orticoli.
l
Punti di forza:
o
le favorevoli condizioni climatiche regionali,
ancorché limitate da ricorrenti crisi idriche, e la
condizione di insularità si pongono buone opportunità di
colmare gli spazi commerciali esistenti con le produzioni
regionali;
o
una domanda sempre crescente di produzioni
orticole qualificate e di pregio, che si concentrano nel più
favorevole periodo estivo in quanto collegate ai flussi
turistici;
o
un consistente e consolidato flusso di
esportazione del carciofo, per la quasi totalità sul mercato
nazionale. La coltivazione del carciofo, che occupa una
superficie di circa 10.000 ettari con una produzione vendibile
di 165 miliardi, costituisce l’attività più importante
dell’orticoltura della Sardegna e valorizza adeguatamente un
notevole quota delle superfici irrigue;
o
nel comparto delle colture protette, in forza di
una efficiente organizzazione di produttori nella provincia di
Cagliari (Cooperativa Terra e Sole di Pula), alimenta
un’importante corrente di esportazione di produzione
orticole di qualità (pomodoro da mensa “camone”), che
hanno riscosso consistenti successi sul mercato nazionale ed
estero. Per tale prodotto risulta in continua crescita la
quantità che viene avviata direttamente alle catene della GDO.
l
Punti di debolezza:
L’orticoltura
regionale, nonostante le buone prospettive di sviluppo, si
caratterizza per:
o
l’eccessiva frammentazione aziendale;
o
la carenza di strutture produttive adeguate;
o
l’eccessiva concentrazione merceologica del
prodotto (proveniente dal carciofo anche questo contrassegnato
da un’elevata concentrazione tipologica) per cui gli
andamenti economici risultano eccessivamente condizionati da
pochi settori predominanti;
o
scarsa diffusione di strutture protettive a
basso costo e necessità di interventi di adeguamento delle
strutture terricole esistenti;
o
scarsa concentrazione dell’offerta unita ad
una insufficiente valorizzazione commerciale del prodotto.
l
Strategia
proposta e risultati attesi - Tenuto conto delle
caratteristiche della filiera, delle potenzialità evidenziate
e delle carenze individuate, gli interventi verranno
finalizzati essenzialmente al consolidamento dell’attuale
base produttiva ed alla maggiore qualificazione delle
produzioni, avendo come obiettivi sia quello di poter colmare
nel tempo il deficit di auto approvvigionamento di prodotti
orticoli che si registra in concomitanza dei flussi turistici
estivi e sia quello di consolidare e conferire maggior valore
aggiunto ai prodotti esportati (carciofo e pomodoro).
Per il comparto orticolo in pieno campo verranno finanziati
progetti in aziende di dimensioni adeguate (non meno di 2
ettari accorpati) nelle quali si potranno realizzare:
-
opere di sistemazione idraulico agraria e di
drenaggio;
-
frangivento, ottenibili anche con reti
artificiali;
-
impianti di irrigazione dotati delle
caratteristiche tecniche per il risparmio idrico e la
fertirrigazione;
-
strutture murarie occasionate, adeguate alle
caratteristiche tecniche ed alle dimensioni economiche
aziendali, con esclusione delle abitazioni;
-
lo sviluppo di tecniche produttive a basso
impatto ambientale (metodo biologico, interventi di lotta
integrata, sistemi di coltivazione adatti alla conservazione
del suolo);
-
impianti elettrici;
-
apprestamenti per la semi forzatura (tunnel ed
ombrari);
-
attrezzature meccaniche per la coltivazione e la
raccolta ed il primo condizionamento dei prodotti.
Per le aziende in coltura protetta, già operanti, verranno finanziati
progetti di recupero produttivo consistenti in opere di
adeguamento ed ammodernamento delle strutture e degli
impianti. In questo specifico comparto non verranno concessi
ampliamenti delle superfici serricole ma solamente le opere
idonee a ristabilire migliori condizioni di operatività, a
favorire il risparmio energetico nei costi di riscaldamento ed
a tutelare l’ambiente.
Attraverso le azioni indicate si prevede di poter rivitalizzare il
comparto orticolo creando le condizioni per corrispondere
all’aumentata domanda di prodotti di pregio, consentendo un
migliore utilizzo degli areali a più alta produttività,
attivando i processi in grado di alimentare strutture di
trasformazione e commercializzazione di produzioni di pregio.
L’introduzione di sistemi di produzione integrata costituirà titolo
preferenziale ai fini del finanziamento degli interventi.
Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella
prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione
del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.
l
Condizioni
di ammissibilità Mercato
– Gli interventi programmati verranno finalizzati
essenzialmente al miglioramento della qualità delle
produzioni a dal miglioramento degli impatti ambientali. Gli
interventi stessi in coerenza con l’art. 7
del Reg. CE 1257/99, non determineranno, rispetto
all’attuale capacità produttiva, aumenti di produzione che
non trovano sufficienti sbocchi di mercato. L’introduzione
di sistemi di produzione integrata costituirà titolo
preferenziale ai fini del finanziamento degli interventi, così
come l’appartenenza ad organizzazioni di produttori
impegnate nella gestione della filiera orticola. Informazioni
e specificazioni sulle condizioni di ammissibilità delle
aziende al regime di aiuti previsti saranno dettagliate nel
relativo complemento di programmazione per gli aspetti
riguardanti la redditività, i requisiti minimi in materia di
ambiente nonché il livello delle competenze professionali.
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale.
l
Soggetti
beneficiari: Imprenditori singoli od associati con priorità
per quelli aderenti ad organizzazioni di produttori impegnate
nella gestione della filiera orticola.
l
Massimali
di investimento: Saranno fissati nel complemento di
programmazione.
l
Legislazione
di riferimento: Gli interventi saranno realizzati in
totale coerenza con il Reg.1257/59 e con il Reg. 2200/96
riguardante l’OCM del settore dei prodotti ortofrutticoli.
l
Deroga in
base all’art. 37/3 del Reg. CE 1257/99: in Sardegna
esistono tre organizzazioni
di produttori riconosciute ai sensi del Reg. CE
2200/96, che possono finanziare interventi strutturali.
Tuttavia la capacità finanziaria è insufficiente a sostenere
gli investimenti
individuali a favore delle aziende dei soci aderenti. Per tale
ragione, è necessaria la concessione di una deroga per
permettere di cofinanziare questo tipo di investimenti
nell'ambito del POR.
L) Coltivazioni floro-vivaistiche
l
Situazione attuale: la filiera
floro-vivaistica regionale interessa una superficie di 511
ettari, di cui circa 110 in coltura protetta e registra
produzioni di un certo rilievo sul versante dei fiori recisi e
delle piante da esterno, con particolare riguardo per le
essenze mediterranee (mirto, corbezzolo, lentisco, rosmarino,
carrubo, palma nana) utilizzabili, queste ultime, anche come
piante da fronda recisa. I vivai, sia per piante ornamentali
che per le coltivazioni legnose agrarie e per le specie
forestali interessano una superficie di 257 ettari.
Il floro-vivaismo sardo rappresenta in termini di superficie
investita il 2% circa del settore in campo nazionale. La
produzione lorda vendibile ha raggiunto nel 1994 il valore
complessivo di 83,4 miliardi, derivante per il 48% dalla
produzione di fiori e piante ornamentali e per il 52% da
produzioni vivaistiche; l’incidenza del comparto sulla
produzione vendibile regionale è pari al 4,33%, mentre a
livello nazionale l’apporto è pari al 2% circa.
L’importanza economico-sociale del floro-vivaismo nel
comparto agricolo regionale è meglio evidenziata dal fatto
che all’attività sono interessate circa 600 aziende, nelle
quali trovano occupazione circa 1000 addetti, altri 350 sono
presenti in attività di produzione e manutenzione del verde
pubblico e privato ed almeno altri 250 addetti si ritiene
siano impegnati nell’indotto.
Il consumo regionale di prodotti floro-viviaistici è stimato
in circa 180 miliardi, pertanto la produzione locale arriva a
soddisfare meno del 50% della domanda interna, con forte
dipendenza dagli acquisti esterni , che riguardano in modo
particolare piante da esterno di grossa taglia, per le quali
sono necessari spazi attrezzati e tempi di coltivazione medio
lunghi. La forte dipendenza è attribuibile al fatto che il
settore è ancora relativamente giovane e quindi non
sufficientemente organizzato.
l
Punti di forza:
o
l’ambiente isolano è particolarmente vocato
alle produzioni del comparto;
o
è disponibile un patrimonio di altissimo valore
naturalistico ed ornamentale quale la flora spontanea
mediterranea;
o
esistono numerosi imprenditori di elevata
capacità tecnica e professionale ed all’altezza della realtà
più evolute della penisola e dell’Europa, come dimostrato
dai premi conseguiti in mostre nazionali ed internazionali.
l
Punti di debolezza:
I vincoli che impediscono la più completa
estrinsecazione della potenzialità del comparto possono
essere identificati:
o
nella limitata estensione e nella obsolescenza
delle strutture di protezione delle colture, che necessitano
di un oculato intervento di potenziamento e di
ristrutturazione;
o
nella necessità di potenziamento delle
strutture di produzione all’esterno con sistemi di
semi-forzatura (campi di accrescimento, ombrari);
o
nella necessità di costituire un magazzino di
piante composto da prodotti differenziati per età, forma di
allevamento, gamma varietale capaci di soddisfare le esigenze
del mercato;
o
nella mancanza di un centro per la produzione
del materiale di propagazione che alimenti, a costi
competitivi, i processi aziendali e che si specializzi nelle
essenze locali della flora mediterranea e nella produzione di
talee da esportare, che trova nell’ambiente isolano le
condizioni ottimali;
o
nella assenza di una strategia di maggiore
integrazione tra i produttori, possibile con la messa a punto
e la realizzazione di programmi comuni di potenziamento e di
razionalizzazione del comparto e la costituzione di servizi
comuni.
l
Strategia
proposta ed impatti attesi - Finalità generale
dell’intervento è un processo di valorizzazione della
filiera floro-vivaistica regionale che abbia anche la funzione
di attivare processi di sviluppo economico e sociale
imperniati sull’ambiente, sulla sua valorizzazione e
salvaguardia, anche attraverso interventi finalizzati al
recupero di aree degradate per errati interventi antropici od
a causa di attività economiche dismesse.
Gli obiettivi più specifici riguardano il consolidamento e lo
sviluppo della struttura produttiva attraverso:
o
la qualificazione del processo produttivo
mediante l’innovazione tecnologica;
o
l’espansione delle strutture di produzione;
o
la riduzione dei costi ed il miglioramento della
competitività del comparto;
o
la realizzazione di una più efficace
programmazione delle colture e di una più incisiva
valorizzazione commerciale del prodotto.
Verranno ammessi agli aiuti i seguenti interventi:
o
adeguamento delle strutture serricole esistenti
mediante:
§
adeguamento degli apprestamenti protettivi ,
§
adeguamento degli impianti di condizionamento
termico e luminoso,
§
adeguamento degli impianti di irrigazione e
fertirrigazione,
§
realizzazione di bancali di coltivazione e delle
strutture di sostegno delle colture;
o
costruzione di nuove serre ad elevata tecnologia
finalizzate al radicamento, ambientamento ed accrescimento
delle piante;
o
costruzione di strutture ombreggianti e di campi
di accrescimento:
§
costruzione di ombrari;
§
costruzione di campi di accrescimento;
o
piantagioni:
§
sistemazione ed attrezzatura di campi impianto
di specie mediterranee, officinali e da fronda;
§
sistemazioni esterne, elettrificazione,
costruzione fabbricati strumentali;
§
acquisto di macchine per la coltivazione,
raccolta e primo condizionamento dei prodotti.
Gli interventi descritti contribuiranno al rilancio ed
accrescimento complessivo del settore, al raggiungimento di più
stretta integrazione tra i produttori ed organizzazione di una
efficiente filiera, copertura del fabbisogno locale e rilancio
delle esportazioni di prodotti floro-vivaistici, riconversione
di impianti attualmente ad indirizzo orticolo verso produzioni
a più alto valore e con migliore esitabilità sul mercato ,
produzione in loco di essenze che consentono efficaci azioni
di qualificazione dell’ambiente ed il recupero di aree
degradate con apertura di nuove prospettive di carattere
occupazionale, aumento dell’occupazione diretta ed indotta.
La misura, per la tipologia delle strutture, le tecniche di
coltivazione, la natura stessa delle produzioni non comporta
particolari problemi di impatto ambientale negativo, anzi
contribuisce al miglioramento ambientale rendendo disponibili
essenze locali da destinare ad attrezzatura verde del
territorio ed al recupero di aree degradate.
Tasso di aiuto pubblico:
l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7
del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista
al 50% della spesa pubblica.
l
Condizioni
di ammissibilità - Mercato
Gli interventi verranno finalizzati prioritariamente alle
produzioni di piante da interno e da terrazzo, di arbusti da
esterno ed alberi nonché di piante da fronda. Per dette
produzioni, a livello nazionale e sulla base delle elaborazioni ISMEA su dati ISTAT
per gli anni 1996-1997, si registrano forti incrementi
delle esportazioni (piante da interno e da terrazzo + 12%,
alberi e arbusti da esterno + 13,8 %, fronde + 12%).
L’introduzione di sistemi di produzione integrata
costituirà titolo preferenziale ai fini del finanziamento
degli interventi, così come l’appartenenza ad
organizzazioni di produttori impegnate nella gestione della
filiera orticola. Informazioni e specificazioni sulle
condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti
previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di
programmazione per gli aspetti riguardanti la redditività, i
requisiti minimi in materia di ambiente nonché il livello
delle competenze professionali.
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale.
l
Soggetti
beneficiari: Imprenditori singoli od associati con priorità
per quelli aderenti ad organizzazioni di produttori impegnate
nella gestione della filiera floro-vivaistica.
l
Massimali
di investimento: saranno fissati nel complemento di
programmazione.
l
Legislazione
di riferimento: gli interventi saranno realizzati in
totale coerenza con il Reg.1257/99.
M) Piante aromatiche e officinali
l
Situazione
attuale - Allo stato attuale in Sardegna sono coltivati
circa 80 ettari di piante aromatiche officinali (5% degli
ettari coltivati a livello nazionale), rappresentati per la
parte più consistente dallo zafferano, coltivato soprattutto
in provincia di Cagliari (35 ha circa), dal mirto coltivato
per circa 10 ha, seguito da coltivazioni di salvia nell’Oristanese,
quindi, rosmarino ed altre meno importanti dal punto di vista
economico. Le produzioni spontanee non sono raccolte in
apprezzabili quantitativi se si eccettua la raccolta delle
bacche di mirto, destinate all’industria dei liquori.
Al momento sono presenti sul territorio regionale alcune
imprese che producono e operano nella fase di prima
trasformazione; nella filiera del mirto il Consorzio
Produttori Mirto ha in programma la coltivazione di circa 200
ha. Altre iniziative varie hanno una potenzialità produttiva
di circa 120 Ha.
In Sardegna il mercato è caratterizzato soprattutto dalla
industria liquoristica che produce quasi esclusivamente
liquore di mirto (15 aziende produttrici con un fatturato di
circa 17 miliardi con approvvigionamento delle bacche avviene
soprattutto dallo spontaneo) e dalla commercializzazione dello
zafferano (300 kg prodotti per un fatturato di circa 1,5
miliardi). In minima parte in Sardegna vengono prodotti oli
essenziali, prodotti per la cosmesi, tinture madri, prodotti
essiccati. I canali di distribuzione dei prodotti
dell’industria liquoristica sono costituiti da negozi
specializzati e non, oltre che da supermercati, mentre per
quanto riguarda gli oli essenziali, tinture madri, macerati,
prodotti essiccati questi vengono commercializzati soprattutto
attraverso le erboristerie, farmacie e in minor misura nei
negozi di cosmesi.
I prodotti diversi da quelli derivati dall’industria
liquoristica sono soltanto in minima parte di provenienza
regionale.
La situazione del settore così come delineata in precedenza
presenta sia dei punti di forza che di debolezza che vanno
tenuti nel debito conto al fine di definire gli obiettivi da
raggiungere per consentire l’affermazione del comparto.
l
Punti di forza:
o
crescente domanda di prodotti derivati dalle
piante aromatiche ed officinali;
o
potenzialità di aumento della superficie
coltivata;
o
il ricorso al naturale per diversi aspetti
(ricette gastronomiche, fitoterapia, cosmesi, ecc.);
o
ricerca del prodotto biologico garantito e
certificato (sia dalla origine geografica di provenienza sia
dalle tecniche di produzione);
o
condizioni pedoclimatiche della regione che
assicurano condizioni ottimali per la produzione biologica dei
prodotti e, quindi, concreta possibilità di coltivazione
biologica soprattutto per le varietà autoctone e tipiche
della Sardegna;
o
ricerca di prodotti tipici regionali con
caratteristiche di genuinità e naturalità (che devono avere
le caratteristiche di biologicità già accennate);
o
il crescente diffondersi dell’associazionismo
che si traduce in un aumento della produzione e quindi
dell’offerta;
o
basso tasso di inquinamento dell’ambiente
pedoclimatico regionale;
o
ricerca di coltivazioni alternative a quelle
tradizionali e con la possibilità di sfruttare terreni di
media e alta montagna;
o
ampia gamma di varietà nella flora spontanea
con caratteristiche organolettiche, fitoterapiche e con alto
tasso di principi attivi non riscontrabili in altre regioni;
o
la presenza di una giovane e dinamica industria
di liquori.
l
Punti di debolezza:
o
marginalità attuale del settore;
o
elevati costi di produzione (in particolar modo
nei costi di manodopera);
o
offerta non omogenea di prodotto;
o
carenze di strutture di trasformazione e
commercializzazione (questo in particolar modo per quanto
riguarda la prima trasformazione che è la più importante,
sia per quanto riguarda il “rispetto del tempo balsamico”
e sia per quanto riguarda la possibilità di aver maggior
valore aggiunto nelle produzioni);
o
notevole diversificazione delle produzioni
erboristiche che non si concilia con la tendenza aziendale
alla semplificazione delle colture;
o
carenza di un adeguato sostegno alla struttura
di riferimento esistente quale il Consorzio di Piante
Aromatiche e Officinali, cha ha tra le priorità delle sue
funzioni quella di coordinamento tra le figure professionali
che direttamente e indirettamente fanno parte del comparto;
o
carenza di una adeguata assistenza tecnica da
parte degli organismi preposti, con particolare riferimento
alle tecniche di produzione, trasformazione e marketing;
o
polverizzazione dell’offerta;
o
insufficiente conoscenza delle reali potenzialità
di utilizzo e dei prodotti finali ottenibili dalle piante
aromatiche ed officinali;
In definitiva gli obiettivi consistono:
o
nel dare attuazione agli interventi capaci di
concretizzare le notevoli potenzialità che il settore
presenta e che sono state profondamente analizzate
nell’ambito del Programma Integrato Mediterraneo di cui al
Regolamento (CEE) 2088/85;
o
nello sviluppo di attività rispettose
dell’ambiente in ragione del loro basso impatto ambientale e
della loro sostenibilità;
o
nella valorizzazione delle risorse endogene;
o
nell’integrazione dei redditi delle
popolazioni rurali;
o
nell’aumentare la produzione di piante
aromatiche e officinali assicurando un adeguato valore
aggiunto all’imprenditore con la prima trasformazione delle
biomasse.
Tasso di aiuto pubblico:
l’intensità dell’aiuto è quella prevista dall’art. 7
del Reg. CE 1257/99. La partecipazione del Fondo è prevista
al 50% della spesa pubblica.
l
Condizioni
di ammissibilità Mercato
- La domanda è sostenuta principalmente - circa per l’85% -
dalle industrie trasformatrici operanti nel settore
farmaceutico, alimentare, liquoristico, e delle bevande in
genere e cosmetico, mentre la parte rimanente - 15% - è
rappresentata dalle erboristerie.
Più in particolare, tra le industrie trasformatrici quella
farmaceutica assorbirebbe circa il 35% dei quantitativi
complessivamente utilizzati, l’industria alimentare e quella
liquoristica e delle bevande impiegherebbero circa il 25%
ciascuna mentre la rimanente parte - 15% - sarebbe utilizzata
dall’industria della cosmesi.
Va peraltro notato come il livello della richiesta delle
piante aromatiche ed officinali è ancora fortemente
condizionato dalla conoscenza che gli utilizzatori hanno delle
varie essenze e del modo di utilizzazione.
Inoltre, la discontinuità nelle forniture e negli standard
qualitativi - spesso eterogenei - rappresentano un ostacolo ad
una piena valorizzazione delle piante aromatiche, specialmente
quelle fresche che, comunque, incontrano il favore dei
consumatori proprio per la loro peculiare caratteristica di
freschezza.
Anche nel nostro Paese, come a livello europeo, la produzione
locale è insufficiente ad alimentare gran parte della domanda
interna - è stato stimato che il grado di auto
approvvigionamento è pari a solo il 25% del fabbisogno
complessivo - perciò la maggior parte delle materie prime
hanno provenienza estera, per lo più extra CE. Dal lato della
domanda il settore appare in crescita: il fabbisogno intero
avrebbe registrato un incremento pari a oltre il 2% annuo
nell’ultimo decennio. Tra gli elementi del rinnovato
interesse verso le “piante” ed i rimedi naturali alla cui
base esse si trovano sono da evidenziare l’aumento del
reddito pro-capite, il desiderio di utilizzare prodotti di
origine naturale per la cura del proprio corpo e anche un
maggiore fabbisogno di diversificare i preparati alimentari
attraverso l’aggiunta di condimenti aromatizzati.
La domanda si presenta, oggi, maggiormente articolata in
relazione alle diversificate esigenze dei consumi, consentendo
di individuare più segmenti di mercato, ma, in generale,
appare orientata in maniera specifica verso prodotti di qualità.
Secondo dati ISTAT, in Italia 4.700.000 persone - l’8,3%
della popolazione - hanno già scelto cure alternative che
hanno come base le piante officinali e di questi 2.638.000
utilizzano i farmaci omeopatici (gli estimatori
dell’omeopatia sono cresciuti del 12% nell’ultimo
quinquennio) e 2.168.000 si curano con la fitoterapia.
In generale, la crescita del mercato delle erbe curative è
valutabile in circa l’11% annuo, con un giro di affari
vicino a 1.000 miliardi.
Il nostro paese si distingue nel campo della fitoterapia,
affermandosi come un dei maggiori produttori al mondo di
estratti e la tendenza della moderna erboristeria è quella di
adottare un numero crescente di prodotti che assomigliano ai
farmaci, con il principio attivo dichiarato in etichetta, e
con una quantità standard di estratti secco contenuto.
l
Strategia
proposta ed impatti attesi - gli obiettivi consistono nel
dare attuazione agli interventi capaci di concretizzare le
notevoli potenzialità che il settore presenta e che sono
state già analizzate nell’ambito del Programma Integrato
Mediterraneo di cui al Regolamento (CEE) 2088/85 e che si
concretizzano nello sviluppo di attività rispettose
dell’ambiente in ragione del loro basso impatto ambientale e
della loro sostenibilità.
Le finalità perseguite consistono:
o
nella valorizzazione delle risorse endogene;
o
nell’integrazione dei redditi delle
popolazioni rurali;
o
nell’aumentare la produzione di piante
aromatiche e officinali assicurando un adeguato valore
aggiunto all’imprenditore con la prima trasformazione delle
biomasse.
Saranno ammessi al finanziamento gli oneri relativi:
o
alle opere di trasformazione agraria;
o
alla realizzazione di fabbricati e impianti
connessi necessari alle varie fasi di trasformazione del
prodotto e al rispetto dell’ambiente nonché gli oneri
relativi all’acquisto delle attrezzature;
o
alle opere per l’approvvigionamento
idrico(captazione e distribuzione) e impianti connessi;
o
alle opere per l’approvvigionamento elettrico
e impianti connessi;
o
alle opere di ristrutturazione, conversione e
adeguamento di strutture, fabbricati e impianti connessi
appartenenti a cooperative o associazioni di produttori che
intendano integrare o convertire la propria produzione
agricola con la produzione e trasformazione di piante
aromatiche e officinali;
o
alla realizzazione di fabbricati, strutture,
attrezzature, impianti connessi per realizzare di vivaio per
la produzione di materiale di propagazione per P.A.O. erbacee,
arbustive;
o
alla realizzazione di apprestamenti protettivi
di tipo leggero, attrezzature e impianti connessi per colture
protette di P.A.O.;
o
alla realizzazione di strutture, attrezzature e
impianti connessi per campi dimostrativi e di divulgazione
(per Consorzi Associazioni di produttori e/o tutela e/o
commercializzazione);
o
realizzazione strutture attrezzature e impianti
connessi per laboratorio di analisi, manipolazione e controllo
delle produzioni fresche e lavorate (per Consorzi Associazioni
di produttori e/o tutela e/o commercializzazione);
o
all’acquisto attrezzature ed impianti per il
primo processamento delle biomasse;
o
all’acquisto di attrezzature e impianti
connessi alla conservazione del prodotto fresco e lavorato;
o
all’acquisto di attrezzature e impianti
connessi al confezionamento del prodotto;
o
all’acquisto di attrezzature e impianti
connessi al consumo e utilizzo in azienda di prodotti
trasformati.
Si prevede che l’attuazione delle iniziative incentivate
possa portare ad uno sviluppo del settore delle piante
aromatiche ed officinali propiziato sia dalle favorevoli
condizioni di vasti territori della Sardegna che dalle
prospettive che sono state delineate dagli studi e dalle
esperienze legate all’attuazione di specifiche misure del
Programma Integrato Mediterraneo per la Sardegna.
Non si prevedono problemi di impatto ambientale ma al
contrario l’utilizzo di terreni di media e alta collina, la
coltivazione razionale di specie autoctone, la tutela
attraverso la raccolta controllata dello spontaneo etc. porterà
sicuramente ad un contenimento dei fenomeni di degrado
ambientale legati all’abbandono delle pratiche colturali.
L’introduzione di sistemi di produzione biologica od
integrata costituirà titolo preferenziale ai fini del
finanziamento degli interventi, così come l’appartenenza ad
organizzazioni di produttori impegnate nella gestione della
filiera. Informazioni e specificazioni sulle condizioni di
ammissibilità delle aziende al regime di aiuti previsti
saranno dettagliate nel relativo complemento di programmazione
per gli aspetti riguardanti la redditività, i requisiti
minimi in materia di ambiente nonché il livello delle
competenze professionali.
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale.
l
Soggetti
beneficiari: Imprenditori singoli od associati con priorità
per quelli aderenti ad organizzazioni di produttori impegnate
nella gestione della filiera.
l
Massimali
di investimento: Saranno fissati nel complemento di
programmazione.
l
Legislazione
di riferimento: Gli interventi saranno realizzati in
totale coerenza con il Reg.1257/99.
N) Bieticoltura da zucchero
l
Situazione
attuale - La filiera bieticola in Sardegna è
caratterizzata dai seguenti dati strutturali:
-
superficie seminata
ha
5.500
-
produzione bietole
q.li
2.560.000
-
resa bietole
q.li/ha
465
-
grado di polarizzazione medio
15,66
-
n° aziende bieticole
1.216
-
sup. media aziendale investita ha
4,5
-
giornate/uomo/ha/anno
10
-
quota produzione zucchero assegnata
q.li
305.130
-
zucchero per auto approvvigionamento
q.li
350.000
-
valore zucchero
mld
50,5
ca.
-
valore bietole fatturate mld
23
ca.
-
produzione polpe
q.li
190.000
-
n. zuccherifici operanti 1
-
potenzialità attuale zucchero q.li
300-350.000
-
unità lavoro impiegate nella filiera
5.900
Per la filiera bieticola non si pongono problemi di sbocchi di
mercato in quanto si opera in un regime di quote assegnate e
la produzione ottenuta non copre la quota di
auto-approvvigionamento regionale.
l
Strategia
proposta e risultati attesi - obiettivo dell’intervento
è quello di consolidare il bacino bieticolo in un quadro di
stabilità produttiva che consenta il raggiungimento di un
equilibrio economico positivo per l’industria di
trasformazione ed assicuri migliori condizioni di reddito a
tutti i soggetti operanti nelle filiera.
Tale obiettivo è raggiungibile attraverso un processo di
razionalizzazione delle strutture aziendali impegnate nella
produzione, con interventi mirati alla riduzione dei costi di
produzione ed all’aumento della produttività conseguibili
attraverso investimenti
per:
-
sistemazione idraulico agraria dei terreni;
-
misure di miglioramento fisico dei terreni;
-
acquisizione di attrezzature per favorire
l’utilizzo corretto, ovvero il risparmio dell’acqua, ivi
inclusi strumenti di misurazione e di distribuzione
programmata delle risorse irrigue a livello aziendale;
-
l'introduzione di forme di meccanizzazione
innovativa di tutte le operazioni colturali nell’ambito
della rotazione, in grado di favorire la riduzione dei consumi
energetici, l’impatto ambientale, il miglioramento delle
condizioni di lavoro;
-
l'introduzione di macchine e metodologie atte a
garantire risparmi di prodotti chimici per fertilizzazione o
a sostituirne l’impiego.
Tasso di aiuto pubblico: l’intensità dell’aiuto è quella
prevista dall’art. 7 del Reg. CE 1257/99. La partecipazione
del Fondo è prevista al 50% della spesa pubblica.
l
Condizioni
di ammissibilità Mercato-
Gli interventi non
comportano un superamento delle quote di produzione di
zucchero assegnata alla Sardegna. Gli interventi stessi, in
coerenza con l’art. 7 del Reg. CE 1257/99. Sarà data
priorità agli interventi
in aziende di produttori appartenenti ad associazioni
di produttori impegnati nella gestione della filiera
bieticolo-saccarifera.
L’introduzione di sistemi di produzione integrata costituirà
titolo preferenziale ai fini del finanziamento degli
interventi.
Informazioni e specificazioni sulle
condizioni di ammissibilità delle aziende al regime di aiuti
previsti saranno dettagliate nel relativo complemento di
programmazione per gli aspetti riguardanti la redditività, i
requisiti minimi in materia di ambiente nonché il livello
delle competenze professionali.
l
Soggetto
attuatore: Amministrazione regionale.
l
Massimali
di investimento: Saranno fissati nel complemento di
programmazione.
l
Legislazione
di riferimento: Gli aiuti previsti non contravvengono ai
divieti od alle restrizioni stabilite nell’OCM zucchero.
Misura
4.10
|
Miglioramento delle condizioni di
trasformazione e di commercializzazione dei prodotti
agricoli
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo VII artt. 25 - 28
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivi
di misura: La misura persegue il fine di favorire il
miglioramento e la razionalizzazione del trattamento e della
commercializzazione dei prodotti agricoli attraverso
investimenti tecnologici e strutturali diretti al
miglioramento della raccolta, della conservazione, della
lavorazione, della trasformazione e della commercializzazione
dei prodotti agricoli e dei loro derivati. Le azioni mirano ad
aumentare la competitività ed il valore aggiunto di tali
prodotti assicurando che ai vantaggi economici derivanti
partecipino gli agricoltori.
Interventi
ammissibili: Sono ammessi gli interventi diretti a:
§
razionalizzare e sviluppare il confezionamento,
la conservazione, il trattamento e la trasformazione dei
prodotti agricoli e dei loro sottoprodotti e residui, anche
con procedure di riciclo, compresa l’eliminazione e la
depurazione dei rifiuti;
§
migliorare i circuiti, i processi e le strutture
di commercializzazione;
§
applicare e sviluppare nuove tecniche di
trasformazione;
§
sviluppare nuovi prodotti e sottoprodotti;
§
migliorare la qualità dei prodotti derivanti
dalla trasformazione.
Gli interventi possono
comprendere:
§
la costruzione e l’acquisizione ed il
miglioramento di beni immobili (escluso l’acquisto di
terreni);
§
le macchine e nuove attrezzature (compresi
hardware e software);
§
spese generali (onorari, studi, etc,) sino a max
12 %.
Sono esclusi gli interventi a
livello di commercio al dettaglio o per la commercializzazione
e trasformazione di prodotti provenienti da paesi terzi
Beneficiari:
Persone fisiche o giuridiche e loro associazioni, imprese
di trasformazione e/o commercializzazione singole o associate,
cooperative di trasformazione e/o commercializzazione,
cooperative di produzione, associazioni di produttori,
consorzi, società consortili, organizzazioni professionali.
Intensità
degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in
percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per
aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale
complessivo.
Intensità
max. %
|
Feoga
*
%
|
50
|
50
|
* sulla
quota di finanziamento pubblico
Saranno individuati con precisione
nel complemento di programmazione:
§
massimali di spesa e massimali d’investimento
globale sovvenzionabile;
§
criteri di redditività economica;
§
condizioni di ammissibilità;
§
rispetto delle condizioni di cui all’art. 5
secondo trattino Reg. 1257/99: (requisiti minimi in materia di
ambiente, igiene e benessere degli animali.
Situazione attuale: Il segmento della trasformazione e
commercializzazione dei prodotti agricoli in Sardegna è oggi
per i vari comparti sufficientemente dotato di strutture
adeguate e ben distribuite nel territorio. Ciò si può
affermare in genere salvo i casi in cui s tratterà
specificamente più avanti.
Il comparto lattiero-caseario
per la lavorazione del latte ovi-caprino che è quello più
importante nella formazione della PLV sarda è presente con 33
caseifici industriali, 32 cooperativi e una diffusa presenza
di impianti nelle stesse aziende di produzione (per la
produzione ad esempio, del formaggio “Fiore sardo dop”).
Con il cofinanziamento del
POP 1994/99 di cui al Reg. 2081/93 del Consiglio sono stati
attuati e sono ancora in corso rilevanti investimenti per
l’adeguamento igienico-sanitario dei caseifici esistenti. È
stata anche sussidiata la costruzione di un nuovo stabilimento
sociale a Nurri in sostituzione di quello della stessa
cooperativa ma ricadente nel centro abitato e non più in
grado, anche se ristrutturato e adeguato, di far fronte
all’esigenza lavorativa in rapporto alla massa di latte
conferito.
Per la trasformazione del
latte vaccino gli stabilimenti operanti sono 5 cooperativi
(dei quali uno accentra il 75% della produzione sarda con 21
milioni di l e un altro con 35 milioni, gli altri trasformano
quantità molto più contenute). Uno solo è lo stabilimento
privato che trasforma latte vaccino.
Con il citato POP 94/99 è
stata sussidiata la costruzione di un nuovo stabilimento in
Arborea che sostituisce quello della stessa Cooperativa
ubicato nel centro abitato e non più idoneo alle esigenze
operative attuali.
Nel comparto della
lavorazione delle carni vi sono due grossi impianti che oltre
alla macellazione praticano la lavorazione delle carni anche
se devono ancora attrezzarsi per la preparazione delle
porzioni e confezionati e possibilmente de prelaborati e
precotti che la grande distribuzione e il catering oggi
richiede. Esistono molti altri impianti di modesta capacità
lavorativa che trasformano le carni suine in insaccati tipici
tradizionali.
Nel comparto vitivinicolo che
per il peso della PLV rappresenta il secondo comparto agricolo
sardo le strutture di trasformazione, dopo la crisi degli anni
1983-92, sono ben distribuite nelle aree vocate con 23 cantine
sociali, 26 private che complessivamente trasformano il
70% della produzione sarda.
Esiste anche una Cantina
sperimentale che svolge un notevole compito di ricerca,
sperimentazione e divulgazione, anche in collegamento con
altri Istituti isolani e della Penisola.
Nel comparto frutticolo
esistono quattro stabilimenti cooperativi che lavorano e
condizionano agrumi e frutta, prevalentemente drupacee, la cui
produzione complessiva è pari al 30/40% della produzione
sarda e un altro numero di impianti facenti capo a aziende di
produzione o grossisti.
In quello orticolo esistono
21 stabilimenti cooperativi e 15 privati. Con i fondi del POP
94/99 è stata sussidiata la costruzione di 5 nuovi
stabilimenti dislocati nelle aree “forti”
dell’orticoltura isolana, 2 dei quali sono già in attività.
Nel comparto oleario si
contano 125 frantoi di cui 17 cooperativi e 108 privati. Di
detti 103 sono a ciclo continuo e 22 a ciclo discontinuo.
La dislocazione di detti
impianti non è, in alcuni casi, armonizzata con gli impianti
di produzione specie nelle aree non tradizionali
dell’olivicoltura sarda.
Esistono due grossi impianti
cooperativi di lavorazione e confezionamento delle olive da
mensa e altri due stanno per essere realizzati, mentre è
molto diffusa la pratica della lavorazione a carattere
familiare con prevalenza della tecnica delle “olive verdi in
salamoia”.
Nel comparto dei cereali da
granella esistono molti impianti di lavorazione, stoccaggio e
commercializzazione sia cooperativi che privati, anche di
rilevante capacità ma in diversi casi obsoleti, e quindi non
idonei a valorizzare la qualità delle produzioni isolane e a
consentire la giusta rimunerazione al produttore.
Parallelamente alla lavorazione dei cereali esiste una diffusa
carenza di impianti di selezione sementi e di produzione
mangimi e tanto meno esistono impianti dotati di tecnologia
tale da consentire una buona redditività dei processi
innanzitutto a vantaggio del produttore sementiero o
dell’utilizzatore dei mangimi.
Strategia
proposta:
Gli interventi previsti dalla
misura più avanti descritti perseguono il fine di favorire il
miglioramento e la razionalizzazione delle condizioni di
trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Si
tratta di incentivare investimenti nelle strutture e negli
impianti e attrezzature che consentano di migliorare la
redditività della produzione agricola nel segmento della
trasformazione e commercializzazione per assicurare maggiori
vantaggi economici ai produttori siano essi riuniti in
cooperative o associazioni oppure vendano la materia prima ad
un trasformatore terzo.
Impatti
attesi:
In particolare verranno
finanziati i seguenti interventi:
§
adeguamento tecnologico atti a rendere più
razionali ed economici i processi cui siano sottoposti i
diversi prodotti dalla prima lavorazione alla vendita
all’ingrosso, compresi la conservazione e il confezionamento
nonché il riciclo dei sottoprodotti e la depurazione dei
rifiuti;
§
investimenti per l’ottenimento di prodotti
tipici, di prodotti che possano fregiarsi della denominazione
d’origine o delle indicazioni geografiche, e di prodotti
biologici;
§
azioni che contano di migliorare i circuiti, i
processi e le strutture di commercializzazione, anche al fine
di rendere più trasparente la formazione dei prezzi a
vantaggio del produttore, del trasformatore e del consumatore;
§
azioni che consentano di migliorare la qualità
dei prodotti.
Qualunque investimento deve
corrispondere a precisi obblighi di legge (norme
igienico-sanitarie, sicurezza) oppure deve migliorare le
condizioni della trasformazione al fine di garantire una
partecipazione adeguata e duratura dei produttori di prodotti
di base ai vantaggi economici del processo trasformativo.
La priorità è riconosciuta
alle iniziative che siano espressione di un’aggregazione o
di produttori di linee di prodotto. Inoltre se lo stesso tipo
di intervento e per la stessa area è proposto da imprenditori
singoli e da macro organizzazioni commerciali (MOC), sarà
data la precedenza alla domanda di queste ultime.
Gli interventi possono
comprendere:
§
la costruzione, l’acquisizione ed il
miglioramento di beni immobili (escluso l’acquisto del
terreno);
§
gli impianti tecnologici, i macchinari e le
attrezzature (compresi hardware e software);
§
spese generali (onorari, studi, ecc.) sino al
12% dei costi delle strutture, impianti e attrezzature.
§
Sono esclusi gli interventi a livello di
commercio al dettaglio o per la commercializzazione e
trasformazione di prodotti provenienti da paesi terzi.
Investimenti nei diversi comparti:
a)
Lattiero-caseario,
ovi caprino e vaccino - Non sarà ammessa la costruzione
di nuovi stabilimenti, salvo che non si debbano abbandonare
strutture ubicate nei centri abitati. Non saranno aumentate le
quantità di Pecorino Romano, in quanto questo formaggio
beneficia del premio allo stoccaggio.
b)
Carni bovine,
ovi-caprine, suine e bianche - Non saranno ammesse nuove
strutture di macellazione, mentre gli interventi saranno
mirati al rinnovamento tecnologico degli impianti, per
abbattere i costi di produzione e migliorare la qualità dei
prodotti.
c)
Viti-vinicolo –
Saranno prioritariamente finanziati gli interventi strutturali
a favore della produzione di vini di qualità. Oltre agli
interventi previsti in generale per tutti i comparti, saranno
ammessi gli investimenti di particolare profilo tecnologico
quali il risanamento dei vasi vinari in c.a.,
l’installazione di impianti per la fermentazione a
temperatura controllata, per il condizionamento e
l’invecchiamento del prodotto finito. Non sarà aumentata la
capacità globale di trasformazione
a livello regionale.
d)
Ortofrutticolo - Saranno
ammessi i completamenti e gli adeguamenti tecnologici dei
centri già operanti, che abbiano registrato negli ultimi tre
anni un buon tasso di crescita del fatturato.
Non sarà finanziata la costruzione di nuovi stabilimenti.
e)
Olivicolo-oleario
- Saranno sussidiati gli ammodernamenti di impianti di
estrazione dell’olio laddove i vecchi impianti non
garantiscano l’ottenimento di prodotti di qualità alta o
medio alta. Non saranno invece sussidiati nuovi stabilimenti
se non sia dimostrato che nella zona interessata sono stati
abbandonati impianti di pari potenzialità.
Saranno sussidiati impianti e attrezzature atti alla
lavorazione, condizionamento e commercializzazione delle olive
da mensa.
f)
Cereali –
L’attuale distribuzione degli impianti di stoccaggio e
commercializzazione suggerisce la necessità di intervenire
per l’adeguamento tecnologico ma anche per la sostituzione
con nuovi impianti laddove gli attuali stabilimenti non siano
in grado di applicare la classificazione, il deposito,
l’essiccazione e il condizionamento differenziato della
granella al fine di assicurare la miglior valorizzazione della
qualità. Ovviamente sarà evitato che aumenti la capacità
produttiva nel territorio. A valle di dette nuove strutture
potrà essere sussidiata anche la realizzazione di impianti
atti alla selezione sementi e alla produzione e insaccamento
di mangimi sempre nella logica di assicurare un maggior valore
aggiunto alla produzione cerealicola sarda. Per la produzione
dei mangimi è consentito ricorrere per il 20% delle materie
prime all’approvvigionamento extra-comunitario.
g)
Piante officinali
e aromatiche – Sarà sussidiata la realizzazione di
fabbricati e di impianti atti alla trasformazione mediante
essiccazione o estrazione di essenze, alla conservazione del
prodotto fresco e lavorato e al suo confezionamento. Si darà
la precedenza
agli investimenti che siano a servizio di più aziende,
possibilmente interessanti una intera provincia o un’area
omogenea.
Beneficiari:
Imprese di trasformazione e commercializzazione singole o
riunite in cooperative, Consorzi o associazioni. Devono
dimostrare che potranno garantire una partecipazione adeguata
e duratura da parte dei produttori dei prodotti di base ai
vantaggi economici che deriveranno dall’attività di
trasformazione e commercializzazione, e quindi offrire una
concreta garanzia di redditività
Intensità
degli aiuti: L’intensità massima degli aiuti
(contributo pubblico) è espressa in percentuale del totale
dei costi ammissibili.
Intensità
max. %
|
Feoga
*
%
|
50
|
50
|
* sulla
quota di finanziamento pubblico
Compatibilità e coerenza con la normativa comunitaria: La misura in
argomento è coerente con il Reg. CE n. 1257/1999 del
Consiglio ed in particolare con il Capo VII - art. 25/28. Per
quanto riguarda il disposto dell’art. 37 - comma 3 ne è
assicurata la piena osservanza.
Condizioni
di ammissibilità Mercato.
In genere si tratta di investimenti atti a migliorare
l’efficienza, la sicurezza, la convenienza economica di
complessi e di attività già esistenti, le cui produzioni
hanno già un assicurato sbocco di mercato.
Nel complemento di
programmazione saranno precisati:
§
i massimali di spesa e d’investimento globale
sovvenzionabile;
§
i criteri di redditività economica;
§
le condizioni di ammissibilità;
§
il rispetto delle condizioni di cui all’art.
5, secondo trattino del Reg. 1257/99 in fatto di requisiti
minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli
animali.
Sbocchi
di mercato - Le peculiarità ambientali e l'isolamento
geografico della Sardegna sono elementi fondamentali nel
condizionamento del mercato agro- alimentare. Le prime
determinando le caratteristiche qualitative sempre più
apprezzate dal consumatore mentre l'isolamento condiziona
attraverso la maggior o minor facilità di mezzi di trasporto
in genere i costi e in taluni casi la conservabilità e
serbevolezza dei prodotti. La qualità si sta dimostrando un
fattore di vantaggio competitivo via via che il consumatore
prende coscienza degli aspetti positivi degli alimenti
ottenuti in ambienti non contaminati e con metodi colturali
rispettosi della natura e della genuinità.
L'insularità incidendo nei
tempi e ancor più sui costi consente alla produzione
agro-alimentare sarda di essere più competitiva laddove
esistono, per limiti congiunturali, tassi di
auto-insufficienza.
Tranne che per alcuni
prodotti la Sardegna non è generalmente autosufficiente per
la maggior parte delle produzioni agricole.
Ai fini del miglioramento
delle condizioni di trasformazione e di commercializzazione
dei prodotti agricoli viene ripresa l’analisi e le
considerazioni già svolte nella parte del programma nella
quale si è trattato degli investimenti aziendali per i
singoli comparti produttivi.
a)
Settore del bovino da latte. Nella parte
relativa agli investimenti aziendali sono state date
informazioni sull’importanza economica degli allevamenti di
bovini da latte in Sardegna, che in sostanza si sintetizza nei
seguenti valori:
l
allevamenti di bovini da latte n° 734
l
vacche da latte n° 33.000
l
latte prodotto q.li 2.150.000 (2,15% della
produzione nazionale di latte, leggermente al di sotto dei
quantitativi regionali di riferimento – quote latte -)
Gli
interventi proposti a livello aziendale riguardano:
l
la tutela ambientale dall’inquinamento causato
dall’utilizzo dei reflui zootecnici senza un adeguato
periodo di maturazione, nonché dalle acque di lavaggio degli
impianti di mungitura;
l
l’installazione presso le aziende degli
impianti per la potabilizzazione delle acque;
l
l’incapsulamento delle lastre di
cemento-amianto delle coperture dei locali di ricovero e di
alimentazione del bestiame;
l
l’ammodernamento degli impianti di mungitura
in sostituzione dei vecchi impianti a secchio o a carrello.
Come
si può osservare, l’intervento programmato non determina
nella Regione un aumento della produzione complessiva di latte
bovino, per cui non si pongono problemi circa gli sbocchi di
mercato, che trovano garanzia nei fattori di “insularità”
della Regione, nella freschezza e genuinità delle produzioni,
nella sostenutezza della domanda che discende anche dagli
incrementi che annualmente si registrano nelle presenze
turistiche, che privilegiano la ricerca e il consumo del
prodotto locale.
Ne
deriva che non si rende necessaria né sarà ammessa la
costruzione di nuovi stabilimenti di trattamento e di
trasformazione del latte vaccino, mentre potranno essere presi
in considerazione e finanziati gli investimenti che riguardano
l’ammodernamento ed il miglioramento tecnologico che
consentono l’analisi dei rischi ed il controllo dei punti
critici, in vista di migliorare la qualità dei prodotti, dare
sicurezza al consumatore per gli aspetti igienico-sanitari e
diversificare la gamma dei prodotti da presentare sul mercato.
b)
Settore del bovino da carne. Nella parte
relativa agli investimenti aziendali sono state date
informazioni sulla consistenza nella Regione degli allevamenti
bovini da carne e dell’importanza economica della produzione
di carne bovina, che in sintesi si sostanzia nei seguenti
valori:
l
aziende di allevamento n° 16.200;
l
capi bovini n° 290.000 (di cui 145.000 vacche);
l
vacche di razza di carne o ad orientamento
carneo n° 110.000;
l
produzione di carne q.li 200.000 ( 2,4% della
produzione nazionale);
l
valore della P.L.V. Lire 300.000.000.000 (14,5%
della P.L.V. totale);
l
tasso di autoapprovvigionamento: 48%.
Gli
interventi proposti a livello aziendale riguardano:
l
la realizzazione o l’adeguamento di stalle per
l’ingrasso dei vitelli svezzati, comprese opere e
attrezzature accessorie;
l
la realizzazione di centri di ingrasso vitelli a
carattere associativo;
l
la realizzazione e l’adeguamento delle
strutture aziendali per realizzare la linea di produzione
vacca/vitello, per aziende orientate per l’ingrasso dei
vitelli in azienda o che conferiscono i vitelli ai centri di
ingrasso a carattere associativo.
L’intervento
programmato non determina, considerato in ambito nazionale, un
aumento complessivo di produzione di carne bovina, ma soltanto
uno spostamento territoriale, in quanto l’ingrasso dei
vitelli sarà operato in Sardegna e non più nella Penisola,
come avviene attualmente.
L’intervento,
pertanto, non pone problemi circa gli sbocchi di mercato. Il
lieve incremento di prodotto carne che si determinerà a
livello regionale, non incontra problemi di
commercializzazione, considerato l’attuale basso tasso di
autoapprovvigionamento della carne bovina (48%), le condizioni
di insularità della Regione che favoriscono la produzione
locale perché non gravata dei costi di trasporto
dall’esterno, la caratterizzazione del prodotto ottenuto in
termini di freschezza, genuinità e salubrità, la
sostenutezza della domanda che discende anche dagli incrementi
che annualmente si registrano nelle presenze turistiche, che
richiedono e privilegiano il prodotto locale.
Per
quanto esposto non si rende necessaria né sarà ammessa la
costruzione di nuovi stabilimenti di macellazione e di
lavorazione delle carni, mentre potranno essere finanziati
investimenti che riguardano l’ammodernamento ed il
miglioramento tecnologico dei macelli esistenti che consentano
l’analisi dei rischi ed il controllo dei punti critici, in
vista di migliorare la qualità dei prodotti e dare sicurezza
al consumatore sotto il profilo igienico-sanitario.
c)
Settore del latte ovino. Nella parte relativa
agli investimenti è stato evidenziato che nella Regione sono
allevati più di 4.000.000 di capi ovini (40% circa del
patrimonio nazionale), in poco più di 20.000 aziende agricole
che danno occupazione a circa 15.000 unità.
La produzione del latte che è la produzione più qualificante
del settore della pastorizia, ammonta a 3.000.000 di quintali
destinati per la quasi totalità per la produzione di formaggi
(550.000/600.000 q.li), di cui 350.000 q.li del tipo
“Pecorino Romano DOP”, 130.000 q.li di “Pecorino Sardo
DOP” e 20.000 q.li di “Fiore Sardo DOP”.
Il 50% della produzione di formaggio pecorino, soprattutto
Pecorino Romano viene esportato. Per quanto riguarda il
mercato esistono segnali concreti che dimostrano come le
tendenze dei consumi possano premiare soddisfacentemente
l’offerta regionale. Le prospettive sono sicuramente
interessanti per il comparto dei formaggi a pasta dura o
semidura; il comparto può giocare la duplice carta
dell’origine ovina dei prodotti, verso la quale risulta
crescente la propensione al consumo, e dell’elevatissimo
contenuto di tipicità, che costituisce elemento di forte
attrazione per la domanda alimentare.
L’offerta regionale può avvalersi di un capitale di
immagine che nessun’altra regione italiana, e forse anche
europea, può vantare. L’accostamento quasi naturale che
viene a crearsi tra l’attività agro-pastorale e il nome
della Sardegna, l’esclusività delle produzioni, la loro
identificazione con il patrimonio regionale di cultura e
tradizioni costituiscono infatti degli strumenti le cui
potenzialità risultano a tutt’oggi largamente inespresse.
Gli incentivi previsti a livello di investimenti a carattere
aziendale, tendono alla acquisizione di importanti innovazioni
tecnologiche (mungitura meccanica e refrigerazione del latte)
e strutturali (ricoveri per il bestiame, locali per la
conservazione e la distribuzione degli alimenti, opere di
ricerca e provvista di acqua potabile, raccolta e smaltimento
dei reflui), volte a migliorare l’efficienza complessiva
dell’azienda.
Gli interventi programmati a livello aziendale non
determinano, perciò, nella regione un aumento complessivo del
latte ovino, pur non presentando il comparto particolari forme
di contingentamento della produzione. Essi sono piuttosto
indirizzati ad elevare il livello qualitativo del latte e dei
prodotti derivati (in prevalenza formaggi a DOP), che se
opportunamente certificati per la qualità e l’origine e
valorizzati con azioni mirate di promozione, non presentano
particolari problemi di mercato. Basti pensare che il settore
lattiero caseario ovino rappresenta uno dei pochi aggregati
dell’intero sistema economico regionale non soltanto,
quindi, del comparto alimentare che, in virtù del deciso
orientamento all’esportazione, si trova ad operare
massicciamente sui mercati internazionali dove le condizioni
di concorrenza possono definirsi tutt’altro che blande.
Si assiste già da tempo ad una favorevole dinamica dei
prodotti lattiero-caseari ovini, verso la quale risulta
crescente la propensione al consumo, specie per quelli ad
elevato contenuto di genuinità e tipicità.
L’assetto e la distribuzione degli impianti di
trasformazione e di commercializzazione del latte e dei
prodotti derivati è da intendersi abbastanza soddisfacente.
Non sarà ammessa la costruzione di nuovi stabilimenti, salvo
che non si debbano abbandonare strutture ubicate all’interno
dei centri abitati e non più sostenibili, senza tuttavia
incrementare la capacità di trasformazione e mantenendo
invariate le quantità di latte destinate alla produzione di
“Pecorino Romano”, formaggio che già beneficia
dell’intervento comunitario di stoccaggio privato. Saranno
invece finanziati investimenti che riguardano
l’ammodernamento ed il miglioramento tecnologico degli
impianti con lo scopo di migliorare le qualità di processo e
di prodotto ed assicurare ai produttori condizioni di migliore
redditività per i prodotti conferiti.
d)
Settore delle carni suine. L’indirizzo
prevalente della suinicoltura regionale – che peraltro
incide in misura inferiore all’1% sulla produzione nazionale
– è rivolto alla produzione di suinetti da latte del peso
di 5/6 Kg da destinare al consumo alimentare, rappresentando
questa tipologia di produzione un piatto tipico della
gastronomia regionale.
Gli investimenti che si intendono operare a livello aziendale
mirano alla razionalizzazione di tale forma di allevamento,
migliorando le condizioni sanitarie e di igiene degli animali
per ottenere migliori risultati produttivi. Il suinetto da
latte non incontra nella regione problemi di mercato; esso è
molto ricercato ed il prezzo è abbastanza sostenuto in tutte
le stagioni dell’anno. Non esistono problemi a livello di
impianti di macellazione, essendo l’offerta limitata al
mercato locale.
e)
Settore delle carni di struzzo. Le valutazioni
per quanto riguarda il mercato e la redditività
dell’allevamento sono positive.
Le problematiche di commercializzazione sono state superate
con la creazione nell’isola di un macello autorizzato per la
macellazione dei ratiti e con l’affermarsi di iniziative
associate che curano la valorizzazione commerciale del
prodotto che, per il momento, non presenta particolari
problemi per quanto riguarda gli sbocchi di mercato, essendo
il mercato nazionale dipendente in larga misura dalle
importazioni da paesi terzi.
f)
Settore del miele. La produzione del miele sardo
–stimata in 13.000/15.000 q.li per anno – non presenta
problemi di mercato, anzi è molto ricercata per la qualità e
la tipicità del prodotto ottenuto, soprattutto per i mieli
monofloreali.
La lavorazione del miele (smielatura, conservazione,
invasettamento e etichettatura), avviene a livello di aziende
agricole per cui non esiste il problema di incentivare
impianti privati o cooperative di tipo industriale.
g)
Settore viti-vinicolo. Si riscontra che per il
vino sono quantificabili in 600-650 mila Hl i quantitativi che
vengono introdotti annualmente; sono rappresentati
prevalentemente da vini di qualità bassa o media destinata a
categorie di consumatori o a circostanze di consumo comuni.
Mentre i prodotti di qualità medio-alta e alta vengono
facilmente esitati e a prezzi remunerativi nei mercati
peninsulari, comunitari ma anche extra-comunitari, quali gli
Stati Uniti e il Giappone, i prodotti di livello inferiore
troveranno facile collocazione nel mercato isolano in luogo di
quelli che attualmente si importano.
h)
Settore orticolo. Bisogna distinguere i prodotti
di cui la Sardegna è esportatrice (carciofo, pomodoro) da
quelli che vengono esitati nei mercati isolani (melone,
anguria, fragola. ortaggi a foglia larga, carote, etc.).
Per i primi le esportazioni, dirette prevalentemente verso
l'Italia settentrionale, non hanno comportato sinora problemi
di collocamento se non quello di corrispondere ad una
richiesta di costanza di approvvigionamento e di standard
qualitativo.
I prodotti freschi collocati nel mercato isolano sono in una
posizione di vantaggio, per la loro natura, rispetto ai
prodotti importati, per cui molto difficilmente si ridurranno
i volumi di vendita per la lontananza geografica che mal si
concilia con la salvaguardia della freschezza. Al contrario
questi volumi sono destinati ad aumentare in rapporto ai
flussi di turismo nel periodo estivo.
i)
Settore frutticolo. Le produzioni frutticole
saranno assorbite, come è avvenuto sinora, dal mercato
isolano tranne modeste partite di agrumi e drupacee che
vengono esitate nella Penisola. Per le olive da mensa la
Sardegna è tuttora deficitaria e deve ricorrere a prodotti
della Penisola o di provenienza comunitaria (Spagna, Grecia),
per cui non sarà difficile collocare le maggiori produzioni
che si otterranno nel mercato isolano, ma si conta di esitare
nella Penisola quantità crescenti di prodotti puntando sul
potere di trascinamento dell'olio extra vergine che già oggi
viene apprezzato per la straordinaria qualità.
j)
Settore cerealicolo. Per i cereali non esiste al
momento nessuna difficoltà di collocamento del frumento duro
il quale è, per le tipologie qualitative, particolarmente
apprezzato dalle industrie pastarie italiane che lo
acquistano, ma anche da altri paesi comunitari (Spagna,
Francia e Regno Unito) ed extra (Tunisia,
Marocco).
Del resto non si prevede alcun aumento della capacità di
stoccaggio di detto cereale, mentre la Sardegna è deficitaria
di sementi elette e di mangimi i cui componenti vengono
importati anche da paesi extracomunitari.
k)
Settore piante officinali. Il comparto delle
piante officinali e aromatiche è caratterizzato da una
crescente domanda di prodotti derivati.
La domanda è sostenuta per circa l'85% dalle industrie di
trasformazione operanti nel settore farmaceutico, alimentare,
liquoristico e cosmetico e per il restante 15% dalle
erboristerie.
La produzione nazionale, come quella europea, è insufficiente
a soddisfare gran parte della domanda interna e si stima che
il grado di autoapprovvigionamento sia pari al 25% del
fabbisogno complessivo, per cui la maggior parte delle materie
prime hanno provenienza extracomunitaria.
Questo fatto comporta anche un insufficiente controllo della
qualità dei prodotti importati, mentre invece è necessario
disporre di prodotti controllati e standardizzati; tale
esigenza appare soddisfabile soltanto incrementando le
produzioni locali.
In tutti i casi per i nuovi investimenti riguardanti i settori
di cui sopra saranno prescritti all’occorrenza specifici
studi sui possibili sbocchi di mercato.
Misura
4.11
|
Commercializzazione di prodotti
agricoli di qualità
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX Articolo 33 - 4° trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: Regime di aiuti
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivi
di misura: L’intervento mira ad incentivare il
miglioramento della qualità dei prodotti agricoli, aumentando
così il valore aggiunto della produzione agricola e
facilitando l’orientamento al mercato delle produzioni
stesse.
Interventi
ammissibili: Sono ammissibili spese dirette a:
§
assistenza di supporto per le procedure di
riconoscimento delle denominazioni di origine, delle
indicazioni geografiche protette e delle attestazioni di
specificità e dei prodotti biologici compresa la costituzione
e il potenziamento dei Consorzi e la costituzione di organismi
di controllo;
§
ricerche di mercato, ideazione di nuovi
prodotti;
§
introduzione di norme, sistemi e tecniche di
assicurazione della qualità, (ISO 9000, ISO 14000, ISO 45000,
HACCP e normative collegate), compresa la formazione del
personale;
§
costituzione e rafforzamento di reti
commerciali;
§
azioni e programmi diretti al miglioramento
della concentrazione, della presentazione e della
distribuzione delle produzioni tipiche e di qualità.
Comparti
interessati:
§
filiera lattiero- caseario ovino;
§
filiera lattiero caseario bovino;
§
filiera carne bovina;
§
filiera vitivinicolo;
§
filiera oleario;
Gli interventi a livello di commercializzazione e promozione
dei prodotti agricoli devono essere indirizzati anche alla
valorizzazione e alla tutela di altre produzioni tipiche di
qualità che presentano uguali e reali potenzialità di
sviluppo, pena l’impoverimento qualitativo che non potrà
essere più recuperato. Si tratta di prodotti che in virtù di
caratteristiche specifiche inerenti ai materiali impiegati,
alla composizione dei prodotti finiti, e ai metodi di
produzione e trasformazione utilizzati si distinguono da altri
prodotti della stessa categoria.
In particolare gli interventi riguarderanno il riso di
Sardegna, il pomodoro camone, il pane carasau, la bottarga, il
miele, lo zafferano, il mirto e le altre carni (agnello di
Sardegna, capretto e maialetto sardo).
Beneficiari:
imprenditori agricoli singoli e associati: cooperative di
produzione, imprese di trasformazione e commercializzazione,
associazioni di produttori, consorzi, società consortili,
organizzazioni professionali, società di servizio, enti
pubblici e loro consorzi
Intensità degli aiuti: Possono essere accordati aiuti pari ad un
max di 100.000 euro per beneficiario e per triennio.
In alternativa, per importi superiori, l’intensità max
degli aiuti è espressa in percentuale del totale degli
investimenti ammissibili. Per aiuto si intende il contributo
pubblico sul costo totale complessivo.
Intensità
max. %
|
Feoga
*
%
|
50
|
50
|
* sulla
quota di finanziamento pubblico
Inoltre:
§
È prevista la concessione di un aiuto pari al 100%
dell’investimento riconosciuto ammissibile a seguito di
istruttoria, nel caso di sostegno alla valorizzazione
commerciale delle produzioni di qualità, in cui rientrano
tutte le azioni promozionali in senso lato, realizzate nell’interesse
di un intero settore, a sostegno delle fasi di
progettazione, ideazione e commercializzazione dei prodotti,
come le consulenze per il reperimento di potenziali sbocchi di
mercato, le indagini di mercato, i sondaggi di opinione,
l’organizzazione di fiere ed esposizioni e partecipazione a
tali esposizioni e altro, in conformità a quanto previsto
dagli Orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per la promozione e la
pubblicità dei prodotti agricoli, punto 6 (Progetto ottobre
1999).
§
È prevista la concessione di un aiuto pari al 100%
dell’investimento riconosciuto ammissibile a seguito di
istruttoria, con riduzione progressiva del 20% negli anni
successivi, nel caso di sostegno di attività connesse allo sviluppo
della qualità dei prodotti agricoli (introduzione di
norme di assicurazione della qualità come le Norme ISO 9000,
sistemi di HACCP o altre certificazione indipendenti -), purché
svolgano la funzione di stimolo e di incentivo
all’istituzione dei suddetti sistemi di controllo e non
siano attività di routine, come da
Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore
agricolo, punto 13.
§
È prevista la concessione di un aiuto pari al
100% dell’investimento riconosciuto ammissibile a seguito di
istruttoria, con
riduzione progressiva del 20% negli anni successivi,
nel caso di controlli
sull’autenticità delle denominazioni di origine e
attestazioni di specificità, in conformità a quanto previsto
dagli Orientamenti
comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo, punto
13.
In tutti gli altri casi l’importo
totale dell’aiuto concesso è pari al 50%
dell’investimento riconosciuto ammissibile a seguito di
istruttoria.
Gli interventi previsti sono
coerenti con il dettato dell’art. 37, comma 3 del
Regolamento CE 1257/99.
Saranno individuati con
precisione nel complemento di programmazione:
§
massimali di spesa e massimali d’investimento
globale sovvenzionabile;
§
criteri di reddittività economica;
§
condizioni di ammissibilità;
§
rispetto delle condizioni di cui all’art. 5
secondo trattino Reg. 1257/99: (requisiti minimi in materia di
ambiente, igiene e benessere degli animali)
Misura
4.12
|
Diversificazione delle attività
agricole e delle attività affini
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX - Articolo 33 7° trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: Regime di aiuti
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivi
di misura: Il sostegno alla diversificazione delle attività
svolte dalle aziende agricole si pone come principio cardine
delle politiche europee di sviluppo rurale, in quanto azioni
che se correttamente attuate sono in grado di dare un grosso
impulso a tutto il sistema socio economico territoriale.
L’investimento mira a favorire la pluriattività e la
creazione di fonti di reddito alternative e complementari a
quello agricolo. Tali finalità potranno essere perseguite
mediante:
§
attività agrituristica;
§
recupero di fabbricati da adibire ad attività
complementari a quelle agricole;
§
realizzazione di strutture da adibire a spazi
culturali e ricreativi;
§
azioni dirette al recupero ed alla
valorizzazione di produzioni tradizionali e tipiche, allo
scopo di salvaguardare il paesaggio rurale e le attività
artigianali tipiche; realizzazione e recupero di piccoli
impianti di trasformazione e commercializzazione e di piccoli
laboratori artigianali.
Interventi
ammissibili:
§
acquisizione, costruzione e recupero di
strutture ed immobili;
§
acquisto e realizzazione di impianti,
macchinari, attrezzature, arredi e beni materiali in genere
connessi allo svolgimento dell’attività diversificata;
§
spese di progettazione.
Beneficiari:
Imprenditori agricoli singoli o associati. In particolare
per quanto riguarda l’attività agrituristica, beneficiari
del sostegno pubblico sono gli imprenditori agricoli –
singoli o associati – di cui all’art. 2135 del Codice
civile ed i familiari di cui all’art. 230/bis del Codice
civile, regolarmente iscritti nei ruoli previdenziali ai sensi
della legge 2 agosto 1990, n° 233 ed al Registro delle
imprese di cui all’art. 2188 del Codice civile (legge 29
dicembre 1993, n° 580, art. 8), che intendono praticare
l’attività agri-turistica ai sensi della L.R. 23 giugno
1998, n° 18.
Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa
in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per
aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale
complessivo. Per tale tipo di aiuti sarà applicato il
criterio “de minimis”.
Elemento differenziale %
|
Intensità max. %
|
Feoga% *
|
|
Zona non svantaggiate
|
40
|
50
|
Zona svantaggiate
|
50
|
50
|
Zona non svantaggiate Agric. Under 40
|
45
|
50
|
Zona svantaggiate Agric. Under 40
|
55
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Saranno
individuati con precisione nel complemento di programmazione:
§
massimali di spesa e massimali d’investimento
globale sovvenzionabile;
§
criteri di redditività economica;
§
condizioni di ammissibilità;
§
criteri per l’individuazione delle competenza
professionali;
§
rispetto delle condizioni di cui all’art. 5
secondo trattino Reg. 1257/99: (requisiti minimi in materia di
ambiente, igiene e benessere degli animali)
Misura
4.13
|
Servizi essenziali per l’economia e
la popolazione rurale
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 5° trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto.
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivo
di misura: Interventi finalizzati direttamente a
migliorare l’economia e
la qualità della vita nelle aree rurali, attraverso
iniziative di primario interesse per la vita stessa della
popolazione, quali l’assistenza sanitaria, trasporto da e
verso i centri maggiori, servizi di sostituzione, assistenza
fiscale, assistenza agli anziani e all’infanzia, interventi
atti a favorire una residenzialità diffusa nel territorio, lo
sviluppo economico delle attività agricola in termini di
redditività e qualificazione delle produzioni.
Interventi
ammissibili:
§
creazione di una rete di servizi alla
popolazione;
§
creazione di sportelli informativi;
§
creazione di reti telematiche;
§
attivazione di un servizio pubblico per la
diagnosi precoce delle mastiti subcliniche, a salvaguardia
della qualità dei prodotti e del reddito delle popolazioni
rurali;
§
realizzazione di infrastrutture fisiche,
compreso il potenziamento di una rete di laboratori, per
l’analisi microbiologica e igienico sanitaria del latte e
dei prodotti da questo derivati.
Beneficiari:
Imprenditori singoli o associati, Enti pubblici,
Associazioni degli allevatori, Consorzi intercomunali, Comunità
montane, Gruppi di azione locale, Organismi di partenariato
istituzionale, economico e sociale.
Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa
in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per
aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale
complessivo. La differenziazione sarà basata sulla condizione
che il servizio si esplichi con o senza ritorno economico per
i beneficiari finali:
Elemento
differenziale %
|
Intensità
max. %
|
Feoga%
*
|
|
Servizi alla popolazione senza ritorno economico per i beneficiari
|
100
|
50
|
Servizi alla popolazione con ritorno economico per i beneficiari
|
75
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Misura
4.14
|
Rinnovamento e miglioramento dei
villaggi e protezione e tutela del patrimonio rurale
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 6° trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto.
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi.
Obiettivo
di misura: Consolidare, estendere e qualificare il
patrimonio archeologico, architettonico, storico-artistico,
paesaggistico, archivistico e bibliografico, nonché quello
relativo alle attività di spettacolo e di
produzione/animazione culturale quale strumento di sviluppo
qualificato e equilibrato anche nei territori rurali.
Migliorare la qualità
dell’offerta di servizi culturali per moltiplicare,
qualificare e diversificare l’offerta di strutture e di
servizi, per i consumi culturali.
L’intervento riguarderà i
centri minori e il patrimonio naturali che li circonda.Gli
interventi di cui alla presente misura non saranno finanziati
nell’ambito delle misure 4.15 e 4.20
Interventi
ammissibili:
§
creazione di musei della civiltà contadina e di
archeologia industriale;
§
valorizzazione del patrimonio naturale e rurale
a fini turistici, culturali o didattici;
§
centri di informazione ed altre infrastrutture
turistiche;
§
recupero di borghi,case rurali e
valorizzazione delle stesse;
Beneficiari:
Enti pubblici e loro consorzi, Consorzi intercomunali,
Comunità montane, Gruppi di azione locale, Organismi di
partenariato istituzionale, economico e sociale.
Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa
in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per
aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale
complessivo. La differenziazione sarà basata sulla
zonizzazione e sul dato anagrafico (zone svantaggiate o
soggette a vincoli ambientali e giovani agricoltori under 40),
secondo la seguente tabella:
Elemento
differenziale %
|
Intensità
max. %
|
Feoga%
*
|
|
Conservazione e nuova realizzazione patrimonio non
produttivo
|
100
|
50
|
Conservazione e nuova realizzazione patrimonio
produttivo zone non svantaggiate
|
60
|
50
|
Conservazione e nuova realizzazione patrimonio
produttivo zone svantaggiate
|
75
|
50
|
Utilizzo di materiali tradizionali che rispettino le
caratteristiche architettoniche
|
100
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Misura
4.15
|
Incentivazione di attività turistiche
e artigianali
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 10° trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto.
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivi
della misura: Sostegno alla diversificazione delle attività
economiche locali all’esterno dell’azienda, che riguarderà
le piccole e medie imprese manifatturiere, il turismo rurale,
l’artigianato, attraverso l’erogazione di servizi reali,
progettati e realizzati da strutture pubbliche, private o
miste, preferibilmente locali, in modo da accrescere le
capacità progettuali in loco.
Interventi
ammissibili:
§
promozione di attività artigianali locali e
tipiche;
§
attività manifatturiere tradizionalmente
presenti nel territorio;
§
adeguamento,
ampliamento e realizzazione di strutture turistico ricettive e
ricreative in aree rurali;
§
adeguamento, ampliamento e realizzazione di
strutture complementari connesse alle strutture turistico
ricettive;
§
realizzazione di reti d’imprese per la
promozione e la gestione dell’offerta turistica rurale a
livello locale;
Beneficiari:
Imprenditori singoli o associati, Enti pubblici e loro
consorzi, Consorzi intercomunali, Comunità montane, Gruppi di
azione locale, Organismi di partenariato istituzionale,
economico e sociale.
Intensità degli aiuti: Possono esser accordati aiuti per
investimenti produttivi realizzati da privati pari a un
massimo di 100.000 Euro per beneficiario e per triennio,
rispettando la regola del “de minimis”. L’intensità
massima degli aiuti è espressa in percentuale del totale
degli investimenti ammissibili La differenziazione sarà
basata sulla zonizzazione e sul dato anagrafico (zone
svantaggiate o soggette a vincoli ambientali più 10% e
giovani agricoltori under 40 più 5%). Per aiuto si intende il
contributo pubblico sul costo totale complessivo secondo la
seguente tabella:
Elemento
differenziale %
|
Intensità
max. %
|
Feoga%
*
|
|
Zone non svantaggiate
|
40
|
50
|
Zone svantaggiate
|
50
|
50
|
Per la conservazione del patrimonio non produttivo
|
100
|
50
|
Per la conservazione del patrimonio produttivo
|
75
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Misura
4.16
|
Tutela
dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla
silvicoltura, alla conservazione delle risorse naturali,
nonché al benessere degli animali
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 11° trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto.
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivi
della misura La strategia della misura consiste nella
costruzione di sistemi di gestione che a livello locale,
colleghino attività di tutela, manutenzione, recupero
ambientale con le attività produttive(agricole ,artigianali,
turistiche) e generino al tempo stesso sia conservazione e
qualità, sia reddito e occupazione, partendo dalle vocazioni
del territorio di riferimento.
Interventi
e spese ammissibili:
§
restauro conservativo di aree e siti di
particolare interesse ambientale e paesaggistico;
§
realizzazione di percorsi ed itinerari
turistici;
§
interventi diretti alla prevenzione e recupero
di aree soggette a degrado ambientale.
Beneficiari:
Imprenditori singoli o associati, Enti pubblici e loro
consorzi, Consorzi intercomunali, Comunità montane, Gruppi di
azione locale, Organismi di partenariato istituzionale,
economico e sociale.
Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa
in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per
aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale
complessivo. La differenziazione sarà basata sulla
zonizzazione e sul dato anagrafico (zone svantaggiate o
soggette a vincoli ambientali e giovani agricoltori under 40),
secondo la seguente tabella:
Elemento
differenziale %
|
Intensità
max. %
|
Feoga%
*
|
|
Conservazione e nuova realizzazione patrimonio non
produttivo
|
100
|
50
|
Conservazione e nuova realizzazione patrimonio
produttivo zone non svantaggiate
|
60
|
50
|
Conservazione e nuova realizzazione patrimonio
produttivo zone svantaggiate
|
75
|
50
|
Utilizzo di materiali tradizionali che rispettino le
caratteristiche architettoniche
|
100
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Misura
4.17
|
Ricostituzione del potenziale agricolo
danneggiato da disastri naturali e introduzione di
adeguati strumenti di prevenzione
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX art.33 12° trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto.
Tipologie
di finanziamento: contributo pubblico complessivo
Obiettivi
della misura L’intervento è destinato ad aziende
agricole situate all’interno di zone delimitate, individuate
dagli organismi competenti, per i danni subiti dalle colture,
dalle scorte vive e morte, dalle strutture e dalle
attrezzature delle aziende, in seguito a calamità naturali.
Interventi
e spese ammissibili:
§
spese relative al ripristino delle strutture
aziendali danneggiate da calamità naturali;
§
costruzione di opere e l’acquisto di
attrezzature e impianti per la prevenzione;
§
in certi casi saranno ammesse a finanziamento le
spese per interventi consentiti dagli Orientamenti Comunitari
per gli Aiuti di Stato vigenti.
Gli interventi verranno
realizzati secondo la deliberazione della Giunta regionale
28.12.1999 – 52/32, notificata alla Commissione UE in data
25.01.2000, Protocollo 0028/3.5.5.16 e considerati applicabili
con Decisione della Commissione UE D/103854 del 25 maggio
2000.
Beneficiari:
Imprese agricole, imprese di trasformazione
Intensità degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa
in percentuale del totale dei danni subiti fino a un massimo
del 100%. Non sarà ammessa alcuna forma di compensazione per
qualsiasi risarcimento percepito a titolo di un contratto di
assicurazione, né per le spese sostenute per i premi
assicurativi.
Elemento
differenziale %
|
Intensità
max. %
|
Feoga
%
|
*
|
Indennizzo dei danni materiali
|
100
|
50
|
Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se collettivi
|
100
|
50
|
Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se aziendali zona
svantaggiata
|
50
|
50
|
Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se aziendali zona non
svantaggiata
|
40
|
50
|
Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se aziendali zona
svantaggiata agric. Under 40
|
55
|
50
|
Investimenti per opere e mezzi di prevenzione se aziendali zona non
svantaggiata agric. Under 40
|
45
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo III art.9
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto.
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivi
della misura: Gli interventi finanziabili sono diretti a garantire agli agricoltori ed alle altre persone
coinvolte in attività agricole o forestali o comunque
connesse per la loro attività e la loro professione con lo
sviluppo rurale, il perseguimento del miglioramento delle
proprie conoscenze e capacità professionali, in un’ottica
di formazione permanente.
Tali attività formative
dovranno orientare la componente umana del mondo rurale alle
innovazioni derivanti non solo dall’applicazione di metodi
produttivi sostenibili e compatibili con la conservazione del
paesaggio, ma anche da quelle derivanti dalla conclusione di
trattati internazionali, dall’attuazione di politiche
comunitarie, dall’implementazione di politiche dirette a
favorire la pluriattività e la multifunzionalità
dell’agricoltura.
Interventi
ammissibili:
§
Spese di ideazione e progettazione
dell’intervento formativo
§
Spese per docenze e collaborazioni professionali
§
Spese per acquisto attrezzature e supporti
didattici
§
Spese connesse ai corsisti
§
Spese generali relative ai corsi.
Beneficiari:
Amministrazione regionale, organismi e enti pubblici e privati
con adeguate esperienze nel settore della formazione
professionale dei settori interessati, selezionati attraverso
bandi pubblici.
Intensità degli aiuti: l’intensità max degli aiuti è espressa
in percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per
aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale
complessivo. Eventuali
contributi ad associazioni di produttori o ad altre
organizzazioni devono essere limitati ai costi della
prestazione del servizio di formazione. Non può essere
erogato un aiuto superiore a 100.000 Euro per beneficiario per
un periodo di tre anni.
Intensità
max
%
|
Feoga
% *
|
|
100
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Misura
4.19
|
Ricomposizione fondiaria
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX articolo 33 - secondo
trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto.
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivi
della misura: La misura tende a porre rimedio alla
eccessiva frammentazione fondiaria presente in Sardegna, al
fine di migliorare la redditività delle imprese
e favorire anche la nascita e/o la localizzazione di
nuove aziende e di attività, con particolare riferimento
all’insediamento dei giovani in agricoltura.
In Sardegna la S.A.U.
(Superficie Agraria Utile) è ripartita tra un numero molto
elevato di aziende tra le quali quelle comprese nelle classi
di ampiezza fino a 5 ettari costituiscono circa il 70% del
totale, con un picco rappresentato dalla classe di ampiezza
con meno di un ettaro che racchiude, da sola, oltre un terzo
delle aziende. Questo tessuto di microaziende caratterizza
l’agricoltura sarda determinando una delle principali cause
di debolezza strutturale del settore.
Pertanto, in situazioni così
caratterizzate la ridefinizione dell’assetto fondiario mira,
come già detto, ad incrementare l’efficienza
nell’organizzazione aziendale ed alla valorizzazione delle
capacità imprenditoriali degli agricoltori. L’obiettivo
minimo che si intende raggiungere con tale misura è una
dimensione media aziendale almeno uguale a quella attuale
delle altre regioni dell’Obiettivo 1 pari a 5,2 Ha.
Intensità
degli aiuti: l’intensità massima degli aiuti è
espressa in percentuale del totale degli investimenti
ammissibili. Per aiuto s’intende un contributo pubblico sul
costo totale complessivo.
Nell’ambito dei costi del
riordino fondiario, l’acquisto del terreno non può superare
il 25% del costo totale, rispettando un
livello di aiuto pubblico massimo del 40% nelle aree
svantaggiate e del 30% nelle altre aree. Per gli investimenti
immateriali l’intensità massima dell’aiuto pubblico
ammissibile è del 100%. In tutti i casi il tasso di
partecipazione comunitaria sul costo totale ammissibile è del
50%.
Interventi
ammissibili: Nell’ambito di specifici programmi
regionali di riordino fondiario che comporteranno interventi
per opere infrastrutturali a carattere interaziendale, si
prevede di realizzare singoli interventi di ricomposizione
fondiaria (attraverso permute, ampliamenti ed accorpamenti)
che consentano il conseguimento di specifici obiettivi
imprenditoriali.
Per la definizione del
programma di riordino fondiario, la Regione terrà conto delle
caratteristiche delle zone interessate, il loro indice di
frammentazione, le potenzialità di crescita delle aziende
allocate, il livello di disoccupazione, le possibili sinergie
con le altre politiche di sviluppo adottate. La presente
misura, collegata con le altre misure del POR (strade rurali -
razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche -
estendimento rete elettrica a bassa e media tensione)
permetterà di realizzare interventi integrati di
ricomposizione territoriale.
Nel rispetto di tali finalità
verrà data priorità ai progetti presentati da giovani
agricoltori di età compresa tra i 18 e 40 anni.
Le specifiche azioni per la
realizzazione della misura prevedono due tipologie di
investimento:
A)
investimenti immateriali:
l
indagini e studi per la predisposizione del
programma di riordino fondiario;
l
indagini e studi per la definizione delle
eventuali esigenze infrastrutturali.
B)
investimenti materiali finalizzati ai singoli
interventi di ricomposizione fondiaria:
l
predisposizione e realizzazione delle permute
migliorative e degli eventuali acquisti e assegnazioni di
terreni per la formazione e/o l’accorpamento di efficienti
aziende agricole.
L’Amministrazione responsabile per
l’attuazione dell’intera misura è la Regione, la quale
potrà selezionare, secondo la normativa comunitaria e
nazionale che regola gli appalti pubblici di servizio, i
soggetti specializzati per la realizzazione degli investimenti
della tipologia A.
La stessa Regione si avvarrà
per la realizzazione degli investimenti del gruppo B.
dell’Organismo fondiario nazionale (Ente di diritto pubblico
di cui la Legge 153/1975 e della Legge 441/1998), in quanto
questa garantisce l’utilizzazione di una procedura di
assegnazione dei terreni che consente valutazioni fondiarie
congrue, trasparenti ed oggettive e quindi conformi alle
normative comunitarie vigenti. Si precisa che tale Organismo
non percepirà alcun beneficio, a valere sul contributo
pubblico, per l’attività prevista, rientrando questa nei
propri computi istituzionali.
L’aiuto pubblico erogato
per il tramite del soggetto attuatore si riverserà
integralmente sull’agricoltore.Tale Organismo sarà tenuto a
dare garanzie per quanto riguarda il monitoraggio del mercato
fondiario al fine di evitare qualsiasi fenomeno speculativo.
Modalità
d’intervento. In base al programma di riordino fondiario
predisposto dalla Regione e ai piani di sviluppo delle singole
aziende, l’Organismo fondiario, nel quadro di una apposita
convenzione con l’Amministrazione regionale, attua gli
interventi di ricomposizione fondiaria legati all’acquisto
dei terreni (permute, ampliamenti e accorpamenti). In
particolare attraverso lo strumento del leasing immobiliare
diretto, l’Organismo fondiario (concedente) permette
all’imprenditore agricolo (utilizzatore) di acquisire un
terreno, in cambio di un rateo (canone annuale) che sarà
agevolato per effetto del cofinanziamento comunitario, il
quale agisce sulla riduzione della quota interessi.
L’acquisto e
l’assegnazione del bene da parte dell’Organismo fondiario,
giustificato da una fattura quietanzata o da un documento
contabile avente forza probante equivalente, costituisce la
spesa ammissibile al cofinanziamento. Con tale atto si
quantifica, si eroga e si conclude l’impegno finanziario
pubblico che sarà comunque chiuso entro il periodo utile
fissato per la realizzazione delle spese del programma.
L’importo massimo
ammissibile al cofinanziamento comunitario non dovrà superare
il valore di mercato del terreno dato in leasing.
Il contratto di leasing, che
beneficia dell’aiuto comunitario, dovrà comportare una
clausola di riacquisto da parte dell’agricoltore e il
vincolo della destinazione d’uso del terreno per un periodo
di almeno 10 anni.
In caso di mancato acquisto
da parte dell’agricoltore, il terreno sarà acquistato
dall’Organismo fondiario a garanzia della buona riuscita
dell’intervento e l’aiuto verrà restituito.
Beneficiari
dell’intervento. L’Amministrazione Regionale. La
Regione ritiene necessario incentivare l’azione di
accorpamento prevista dalla presente misura destinando alla
stessa fino ad un massimo del 25% delle risorse previste dal
piano di riordino fondiario a livello del singolo piano di
ricomposizione fondiaria.
Per gli interventi di cui
alla lettera A l’Amministrazione selezionerà, nel rispetto
della normativa comunitaria e nazionale che regola gli appalti
pubblici di servizi, i soggetti specializzati per la
realizzazione delle indagini e degli studi. Per gli interventi
di cui alla lettera B, l’Amministrazione stipulerà una
convezione con l’Organismo fondiario nazionale in qualità
di soggetto attuatore (Ente di diritto pubblico di cui alla
Legge 153/1975 e alla Legge 441/1998), in quanto in grado di
garantire l’utilizzazione di una procedura di assegnazione
dei terreni che consente valutazioni fondiarie congrue,
trasparenti ed oggettive e quindi conformi alle normative
comunitarie vigenti.
Misura
4.20
|
Sviluppo e miglioramento delle
infrastrutture rurali connesse allo sviluppo
dell’agricoltura
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo IX articolo 33 – nono
trattino
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: regime di aiuto.
Tipologie
di finanziamento: contribuzione in conto capitale e/o
interessi
Obiettivi
di misura: La presenza di una adeguata rete di
infrastrutture nelle zone rurali è elemento indispensabile
per ogni ipotesi di sviluppo socio economico del territorio.
In particolare una sufficiente dotazione di infrastrutture è
condizione indispensabile per realizzare forme di vita e di
lavoro più avanzate nei territori rurali. Le opere connesse
allo sviluppo dell’agricoltura,
in modo specifico, agevolano in modo determinante lo
sviluppo territoriale e si pongono come condizione necessaria
per ogni ipotesi di rilancio economico sociale dei territori
individuati.
Interventi
ammissibili:
§
realizzazione di interventi diretti alla
realizzazione degli acquedotti rurali;
§
realizzazione di interventi diretti al
potenziamento dell’elettrificazione rurale;
§
realizzazione di interventi diretti al
potenziamento della viabilità rurale;
Beneficiari:
Enti pubblici e loro consorzi, Associazioni di produttori,
Imprenditori associati.
Intensità
degli aiuti: L’intensità max degli aiuti è espressa in
percentuale del totale degli investimenti ammissibili. Per
aiuto si intende il contributo pubblico sul costo totale
complessivo.
Intensità
max
%
|
Feoga
% *
|
90 - per acquedotti rurali e viabilità rurale
|
50
|
80 - per elettrificazione rurale
|
50
|
*
sulla quota di finanziamento pubblico
Misura
4.21
|
Insediamento dei giovani agricoltori
|
Base giuridica: Reg. CE 1257/99 Capo II art.8
Fondo
strutturale interessato: FEOGA
Tipo
di intervento: Regime di aiuti.
Tipologie
di finanziamento: erogazione di un premio “una
tantum”.
Obiettivi
di misura: La misura si propone di favorire
l’insediamento dei giovani in agricoltura, per ridurre il
fenomeno dello spopolamento delle aree rurali e creare nuove
opportunità di lavoro stabile per le giovani popolazioni. Si
propone inoltre di incentivare il ricambio generazionale in
agricoltura, innovando e qualificando il tessuto
imprenditoriale.
Interventi
ammissibili: Concessione del premio unico dell’importo
di 25.000 euro per ciascun giovane insediato per la prima
volta in azienda.
Beneficiari:
Giovani agricoltori che al momento della
concessione del premio
abbiano un’ età compresa tra i 18 ed i 40 anni e che
in qualità di imprenditori singoli o associati, si
insediano per la prima volta come capo azienda con piena
assunzione di responsabilità gestionale.
I giovani agricoltori devono
possedere conoscenze e competenze professionali adeguate.
L’azienda oggetto
dell’insediamento deve dimostrare redditività e deve
rispettare i requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e
benessere degli animali.
Qualora sia necessario un
periodo di adattamento per agevolare l’insediamento del
giovane agricoltore o l’adattamento strutturale
dell’azienda, viene fissato un termine non superiore ai due
anni per il conseguimento dei requisiti richiesti in ordine
alle conoscenze e competenze professionali, alla redditività
economica dell’azienda ed al soddisfacimento dei requisiti
minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli
animali.
Ulteriori elementi di
dettaglio verranno inseriti nei complementi di programmazione.
4.1.5. - Asse V – “Città”
Misura 5.1.
|
Politiche
per le aree urbane
|
Asse prioritario: Asse 5 “Città”
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
352 Risanamento di aree urbane
Obiettivi
Specifici:
§
Rafforzare le potenzialità dei centri urbani,
in relazione alle loro dimensioni metropolitane o di centro
medio-piccolo, come luogo di attrazione di funzioni e servizi
specializzati o come luoghi di connessione e di servizio per i
processi di sviluppo del territorio, avendo presente le
caratteristiche e le potenzialità specifiche di ciascuna città
nel proprio contesto regionale;
§
Aumentare la fruizione dello spazio urbano da
parte dei cittadini, sia per l’accrescimento della
competitività dei sistemi urbani sia per il rafforzamento
della coesione sociale. Migliorare il sistema della mobilità
interna ed esterna ai centri urbani, riducendo la congestione,
l’inquinamento acustico e l’inquinamento atmosferico.
Migliorare la qualità della vita nelle aree urbane, in
particolare nelle aree periferiche e in quelle dismesse con
particolare attenzione ai bisogni dell’infanzia,
all’integrazione sociale e alla lotta alla marginalità;
§
Riqualificare, rinnovare e rifunzionalizzare il
tessuto edilizio urbano, nel rispetto delle tradizioni
culturali e storiche con particolare attenzione al recupero
dei centri storici e dei centri minori;
Contenuto
tecnico
La misura è articolata in
tre azioni:
Politiche
per le aree urbane maggiori - L’azione è finalizzata a
promuovere e sostenere interventi nei poli urbani principali
per riorganizzare, potenziare e specializzare gli assetti
urbani per lo sviluppo di funzioni rare, attività innovative,
funzioni terziarie di rango elevato e funzioni di servizio ad
elevato contenuto informativo (Direzionali, culturali,
espositivo – fieristiche, congressuali ecc.).
Tale azione comprende
operazioni complesse e strategiche di riorganizzazione urbana,
di rilocalizzazione integrata delle attività terziarie e
direzionali ad elevato impatto sull’assetto urbano con
interventi con ricadute nel settore infrastrutturale,
terziario, commerciale e dei servizi. L’insieme degli
interventi, ed il coordinamento degli stessi, dovrà essere
compreso in programmi complessi (Programmi di Recupero Urbano,
Programmi Integrati, Programmi di Riqualificazione Urbana,
Contratti di Quartiere, P.R.U.S.S.T.) per i quali sarà
decisivo il partenariato pubblico/privato , di cui occorrerà
definire dettagliatamente, nel Complemento di Programma, le
procedure di attivazione, le forme organizzative, la
programmazione a medio e lungo termine ecc..
Le linee strategiche di
sviluppo urbano previste per questi centri costituiranno il
quadro di coerenza per i singoli interventi nell’ottica di
uno sviluppo sostenibile dell’ambiente urbano e saranno
elaborate in un processo aperto e partenariale che coinvolga
soggetti rappresentativi del tessuto sociale e produttivo e
con adeguata partecipazione dei cittadini. Dovranno definire i
fabbisogni locali e stabilire priorità d’intervento,
prevedendo indicatori adeguati per rappresentare la situazione
economica, sociale ed ambientale. Le linee strategiche saranno
comunicate al Comitato di sorveglianza del programma entro il
30.6.2001
Politiche nelle aree urbane di media dimensione - L’azione è
finalizzata a promuovere e sostenere investimenti nei centri
di media dimensione, anche tramite politiche di
riqualificazione urbana, che incrementino la dotazione delle
infrastrutture di servizio per le imprese e per le famiglie
dell’area vasta di gravitazione del polo urbano.
Tale azione comprende
interventi di completamento e miglioramento della maglia delle
infrastrutture urbane, soprattutto secondarie (ad esempio
strutture per la cultura, per lo sport, lo spettacolo ed il
tempo libero, per i servizi sociali e socio – sanitari
pubblici o privati a valenza sovracomunale) nelle città
intermedie, da collegare in rete in un’ipotesi di
organizzazione sistemica dei servizi alle famiglie (come
quelli previsti nelle misure 3.5, 3.6, 3.7 e 5.2) ed alle
imprese (come quelli previsti nella misura 4.1). Gli
interventi verranno attuati con programmi integrati, di
iniziativa comunale, di recupero e riqualificazione delle
infrastrutture e dei servizi pubblici, di potenziamento dei
servizi a valenza strategica, soprattutto quelli di diretto
servizio di distretti produttivi e sistemi locali facenti
riferimento al centro stesso, e di adeguamento dei servizi di
quartiere (specificamente quelli sociali in stretto
collegamento con gli interventi previsti nella misura 5.2.)
Rafforzamento dei centri minori - L’azione vuole realizzare la
messa in rete delle diverse attrezzature di servizio presenti
nei piccoli centri del territorio che, pur non avendo le
caratteristiche di cui sopra, svolgono nondimeno un ruolo
importante di presidio del territorio o di riferimento per
aggregazioni produttive, tali da renderli assimilabili a
centri urbani intermedi. Gli interventi saranno rivolti a
promuovere servizi di rete in un’ottica di miglioramento
della qualità della vita nonché la coesione e l’identità
del bacino territoriale facente riferimento al centro, offrire
un’immagine omogenea di ognuno dei sistemi, fare marketing a
scopi turistici e promozionali per aumentare l’attrattività
nei confronti degli investitori nei settori produttivi,
realizzare pacchetti integrati di offerta nei servizi.
Tale azione comprende la
predisposizione di progetti pilota, per i piccoli centri
urbani, uno per provincia, basati su azioni per lo sviluppo
quali:
§
Reti organizzative di cooperazione intercomunale
tra centri urbani minori per l’integrazione dei servizi
scolastici, culturali e sociali;
§
Reti organizzative di cooperazione intercomunale
tra centri urbani minori per la realizzazione di interventi
innovativi nei settori della tutela ambientale e
nell’ottimizzazione dell’offerta di spazi e servizi per le
attività produttive;
§
Reti organizzative di cooperazione intercomunale
tra centri urbani minori per la riqualificazione ed il
recupero del tessuto insediativo dei centri minori (in
particolare dei centri storici).
Coerentemente con quanto previsto nel QCS e nel capitolo III
del P.O.R., il complemento di programmazione identificherà in
maniera puntuale i centri urbani per i quali sono ammissibili
interventi a titolo del presente asse. Inoltre il complemento
dovrà chiaramente individuare i criteri di priorità e
selezione delle proposte provenienti dagli Enti locali, che
tengano conto dei criteri e indirizzi individuati dal QCS in
merito.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, EE.LL.,.
Regimi d’aiuto:
Trattasi di infrastrutture destinate a compiti rientranti
nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente
o per conto di tale ente.
Nessun aiuto di Stato sarà accordato in base a questa
misura ai sensi dell’art 87.1 del Trattato CE.
Misura
5.2.
|
La qualità della vita nelle città:
miglioramento dell’offerta di servizi sociali,
assistenziali
|
Asse Prioritario: Asse 5 “Città”
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
22, 36.
Obiettivi
specifici:
§
Rafforzare il capitale sociale in ambito urbano
mediante il soddisfacimento dei bisogni sociali di base, la
riduzione del tasso di esclusione, la promozione
dell’economia sociale, la qualificazione dei servizi, la
definizione di nuove figure professionali in ambito sociale,
anche attraverso la qualificazione della Pubblica
Amministrazione.
Contenuto
tecnico: la misura è finalizzata:
§
a rendere più vivibili quartieri e città
incrementando la dotazione di servizi alla persona ed alla
comunità intervenendo, in via prioritaria, nei centri urbani
dove maggiore è il disagio sociale (alti tassi di povertà,
di disoccupazione, di criminalità) e la carenza di strutture
e di servizi;
§
a sviluppare e/o creare infrastrutture per
servizi e spazi per il benessere di alcune categorie (bambini,
giovani, anziani, portatori di handicap);
§
all’attuazione di nuove forme di assistenza,
quali la telemedicina, finalizzate a migliorare l’offerta di
salute soprattutto nei confronti di coloro che sono vittime,
oltre che dell’ handicap fisico anche della situazione di
svantaggio derivante dal risiedere in zone geograficamente
isolate e carenti di servizi
La misura comprende varie
tipologie di interventi quali: l’acquisizione e/o
l’adeguamento di edifici inutilizzati o sotto utilizzati
pubblici o privati, nonché la costruzione di nuove strutture
finalizzate alla creazione di Centri per il recupero del
disagio sociale e di spazi a misura di bambini, giovani e
anziani in cui ubicare iniziative culturali e sociali; la
realizzazione di una rete di servizi a carattere
semiresidenziale (Centri diurni) finalizzata al miglioramento
delle condizioni di vita dei disabili gravi e ad una più
equilibrata ripartizione del lavoro di cura a vantaggio delle
famiglie di provenienza; il potenziamento dell’offerta di
asili nido e servizi per l’infanzia.
È opportuno sottolineare la
sinergia con la misura 6.3 “Interventi nel settore
telematico” dove è previsto il finanziamento di tecnologie
per il controllo a distanza della salute attraverso il
monitoraggio dei parametri sanitari (telemedicina), sempre con
la finalità di perseguire il miglioramento della qualità
della vita della popolazione anziana e dei disabili.
La misura presenta notevoli
interrelazioni con la misura 3.10 dell’Asse 3 A per gli
aspetti relativi al sostegno e promozione del lavoro autonomo
in settori legati al miglioramento della qualità della vita;
è inoltre strettamente collegata alla misura 5.3 per il
necessario raccordo con le linee formative predisposte
all’interno della suddetta misura.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, EE.LL., Enti assistenziali senza
fine di lucro.
Regimi
d’aiuto: Trattasi di infrastrutture destinate a compiti
rientranti nella competenza dell’Ente pubblico, realizzate
direttamente o per conto di tale ente. Nessun aiuto di Stato
ai sensi dell’art.87.1 del Trattato CE sarà accordato in
base a questa misura.
Misura
5.3.
|
Formazione per le misure dell’asse
|
Asse Prioritario: Asse 5 “Città”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Codice:
23 Potenziamento dell’istruzione e della formazione
professionale
Obiettivi
specifici:
§
Rafforzare il capitale sociale in ambito urbano
mediante il soddisfacimento dei bisogni sociali di base, la
riduzione del tasso di esclusione, la promozione
dell’economia sociale, la qualificazione dei servizi, la
definizione di nuove figure professionali in ambito sociale,
anche attraverso la qualificazione della Pubblica
Amministrazione.
Contenuto
tecnico:
§
Creazione, in ambito regionale, di una
qualificata e adeguata rete di operatori esperti di tecniche e
metodologie della formazione in ambito socio-sanitario, che
sia valido supporto e punto di riferimento costante per tutto
il comparto;
§
Favorire, da parte degli operatori
socio-sanitari, l’acquisizione e/o il miglioramento di
competenze ed abilità che consentano loro, nei diversi
settori di intervento, di rispondere ai bisogni dell’utenza
in maniera efficace e globale adeguando al contesto
organizzativo nuovo ed integrato, le modalità di interazione
e comunicazione all’interno delle varie équipes
socio-assistenziali e nei confronti dell’utenza.
La misura riguarda
l’attività di formazione continua e di aggiornamento degli
operatori del Servizio Sanitario Regionale, dei Servizi
sociali dei Comuni, di Cooperative, Associazioni, Imprese
sociali e Volontariato (quelli per i quali si prevede
l’inserimento nell’ambito di progetti regionali di
miglioramento dell’assistenza socio-sanitaria) finalizzata
all’attivazione e sviluppo dei servizi socio-assistenziali e
socio-sanitari integrati. Essa interviene, quindi, per lo
sviluppo delle conoscenze e delle competenze professionali
rispetto alle innovazioni gestionali ed organizzative delle
strutture e dei servizi ed alla necessità di adeguare le
prestazioni:
§
ai progressi della ricerca scientifica e
tecnologica;
§
al mutare del contesto giuridico e normativo;
§
alla ridefinizione dei ruoli professionali e di
responsabilità nel sistema;
§
all’evoluzione della domanda di salute dei
cittadini.
La misura prevede
principalmente interventi di:
§
formazione dei formatori che verrà realizzata
in stretto collegamento con la misura 3.5;
§
formazione continua e aggiornamento nel settore
dell’assistenza domiciliare per anziani e disabili;
§
formazione continua e aggiornamento nel settore
materno - infantile;
§
formazione continua e aggiornamento nel settore
dell’assistenza educativa territoriale;
§
formazione continua e aggiornamento nel settore
della tutela della salute mentale;
§
formazione continua e aggiornamento nel settore
delle tossicodipendenze;
§
formazione continua e aggiornamento nel settore
della riabilitazione;
§
formazione tecnica e aggiornamento per l’uso
di nuove attrezzature e tecnologie.
Gli interventi formativi, in
relazione alla particolarità e rilevanza dei settori
considerati saranno realizzati ricorrendo ad enti, società ed
agenzie in possesso di adeguate capacità formative nel
settore dell’assistenza socio – sanitaria, certificate in
ambito nazionale e selezionate mediante bandi pubblici emanati
nel rispetto delle direttive comunitarie.
La misura presenta forti
interrelazioni con la misura 3.4 dell’Asse 3B per gli
aspetti concernenti la formazione degli operatori impegnati
nell’inserimento sociale e lavorativo dei disabili.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, Enti pubblici, organismi di
volontariato.
Regimi
d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
4.1.6. - Asse VI – “Reti
e nodi di servizio”
Misura
6.1.
|
Corridoio plurimodale Sardegna –
Continente
|
Asse Prioritario: Asse 6 “Reti e nodi di servizio”
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
31 Infrastrutture dei Trasporti
Obiettivi
specifici:
§
Rafforzare i collegamenti di nodi e terminali a
livello locale con le reti nazionali, al fine di agevolare i
flussi di merci, risorse finanziarie e capitale umano da e
verso il Mezzogiorno (con particolare attenzione, soprattutto
nel settore delle merci, al legame fra dotazione e
articolazione delle infrastrutture (reti e nodi) e qualità e
articolazione dei servizi erogabili), nel rispetto degli
standard di sicurezza e in materia di inquinamento atmosferico
e acustico, degli obiettivi di riduzione delle emissioni di
anidride carbonica (accordi di Kyoto) e dei criteri di
minimizzazione degli impatti sulle aree naturali e sul
paesaggio.
§
Rafforzare e migliorare l’interconnessione
delle reti a livello locale, elevando la qualità dei servizi,
aumentando l’utilizzo delle strutture trasportistiche
esistenti, generando effetti benefici per le famiglie e le
imprese, in modo soprattutto da soddisfare la domanda
proveniente dalle attività economiche.
§
Realizzare e adeguare i collegamenti dei nodi
alle reti nazionali e internazionali (collegamento delle città
con gli aeroporti, collegamento di aree in fase di forte
sviluppo e di città capoluogo con la rete ferroviaria
nazionale), nel rispetto degli obiettivi di riduzione delle
emissioni e dei criteri di minimizzazione degli impatti
ambientali.
§
Perseguire il riequilibrio modale sia sul
versante urbano e metropolitano (infrastrutture per il
trasporto di massa in sede fissa), sia sul versante del
trasporto merci (ferroviario, nella definizione degli
itinerari e dei nodi di interscambio; marittimo, con
particolare riferimento alle infrastrutture necessarie per
dare impulso al cabotaggio).
Perseguire l’innovazione dei metodi gestionali delle reti
materiali e immateriali, ottimizzare l’uso delle
infrastrutture disponibili e massimizzare gli effetti
derivanti dal loro potenziamento, elevandone qualità,
efficienza e sicurezza in un contesto generale di trasparenza
di gestione e di apertura al mercato (nel trasporto pubblico
locale, nei porti, ecc.).
Contenuto
tecnico: La misura verrà attuata in stretta conformità
con i criteri e indirizzi di attuazione previsti al paragrafo
3.2.6.5 del POR. Senza pregiudicare la possibile revisione del
POR, in seguito all'adattamento dello strumento di
programmazione regionale dei Trasporti, gli interventi si
concentreranno sulle seguenti azioni:
a) Consentire
la piena operatività delle portualità industriali e delle
strutture inter-modali sin qui realizzate, a partire
dall'obiettivo di un inserimento dell'isola entro le rotte
mondiali del transhipment;
b) ricondurre
allo standard autostradale l'itinerario Cagliari-Porto
Torres/Olbia, ottimizzando l'accessibilità agli snodi
portuali e alle principali polarità;
c) Elevare
agli standard medi europei la maglia viaria di valenza
regionale, aggredendo il fenomeno del doppio isolamento dei
contesti più periferici.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, ANAS, Consorzi Industriali.
Regimi
d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura 6.2.
|
Accessibilità
e governo della mobilità entro i maggiori contesti
urbani
|
Asse Prioritario: Asse 6 “Reti e nodi di servizio”
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
31 – Infrastrutture dei Trasporti
Obiettivi
specifici:
§
Perseguire il riequilibrio modale sia sul
versante urbano e metropolitano (infrastrutture per il
trasporto di massa in sede fissa), sia sul versante del
trasporto merci (ferroviario, nella definizione degli
itinerari e dei nodi di interscambio; marittimo, con
particolare riferimento alle infrastrutture necessarie per
dare impulso al cabotaggio).
La capacità direzionale
delle forti polarità di Cagliari e Sassari, luoghi deputati
di aggregazione dei principali fattori di localizzazione degli
investimenti e delle attività produttive, è gravemente
inficiata da fenomeni di congestione difficilmente
affrontabili ove si mantengano le attuali soglie di utilizzo
del mezzo privato (tra l’85% ed il 90% del totale della
mobilità di conurbazione). La misura verrà attuata in
stretta conformità con i criteri e indirizzi di attuazione
previsti al paragrafo 3.2.6.5 del POR.
Senza pregiudicare la
possibile revisione del POR, in seguito all'adattamento dello
strumento di programmazione regionale dei Trasporti, gli
interventi si concentreranno, coerentemente alle linee di
riforma del trasporto pubblico locale (L.442/98), sulle linee
di tramvia veloce da realizzarsi nell’ambito dei centri
urbani di Cagliari e Sassari, operanti entro sedi riservate in
parte coincidenti col preesistente tessuto di linee
ferroviarie, per le quali occorrerà inoltre procedere ad
interventi di potenziamento degli standard di servizio in
essere.
Anche ai sensi delle citate
linee di riforma l’intero sistema dovrà inoltre completarsi
tramite le tecnologie della “mobilità intelligente” e
l’integrazione ai modi della mobilità collettiva su gomma,
a partire da opportuni sistemi “a pettine” che estendono
il fronte di servizio della rete massimizzando la
concorrenzialità del sistema.
Come verrà puntualmente
definito in sede complementi di programma, fondamentali
riferimenti per l’individuazione delle priorità di
intervento saranno rappresentati
§
dal “prerequisito” della progettazione
esecutiva ex lege 109/94 e successive modifiche;
§
dalla coerenza con le indicazioni del Piano
Regionale e del Piano Provinciale dei Trasporti;
§
dalla capacità di velocizzare/ottimizzare la
concorrenzialità della mobilità collettiva, rispetto al modo
privato;
§
dalla conseguente capacità di ridurre la
quantità di inquinanti presenti entro i congestionati
contesti urbani.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, EE.LL., Aziende di Trasporto
Pubblico.
Regimi
d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
Misura
6.3.
|
Società dell'informazione
|
Asse Prioritario: Asse 6 “Reti e nodi di servizio”
Fondo
strutturale interessato: FESR
Codice:
32: Infrastrutture per le telecomunicazioni e società per
l’informazione.
Obiettivi
specifici:
§
Sostenere e diffondere la società
dell’informazione con particolare riferimento ai settori
della pubblica amministrazione, dell’educazione pubblica e
dei sistemi produttivi
Contenuto
tecnico: La misura verrà attuata in stretta conformità
con le disposizioni previste paragrafo 3.2.6.5 del POR.
Senza pregiudicare la
possibile revisione del POR, gli interventi si concentreranno
sulle seguenti azioni:
§
Realizzazione della nuova Rete Telematica
dell’Amministrazione Regionale
Consiste nella creazione di una rete di trasporto ad alta
velocità in grado di supportare traffici di tipo eterogeneo e
di fornire un supporto valido per l’interconnessione dei
vari sistemi di telecomunicazioni territoriali: una rete
aperta e standard in grado di evolvere e di garantire
flessibilità di gestione e riconfigurazione associata al
massimo grado di scalabilità per adeguarla coerentemente nel
tempo alle necessità di incremento di velocità man mano che
ciò avrà a verificarsi; ciò al fine di assicurare la
massima longevità della struttura, associata alla
salvaguardia degli investimenti effettuati.
L’esigenza a cui l’intervento risponde è quella di
realizzare una rete a larga banda per l’integrazione di
traffici eterogenei di varia natura e per lo sviluppo di
servizi innovativi quali, oltre a quelli da attivare
attraverso il POR:
l
Supporto di tutte le applicazioni gestionali.
l
Supporto delle applicazioni amministrative (es.
gestione dei bilanci).
l
Collegamento di tutti gli uffici periferici (CORECO
e COCICO, attualmente in ambiente IBM AS400).
l
Servizi di posta elettronica per la gestione di
documenti e testi.
l
Supporto delle applicazioni territoriali in fase
di realizzazione.
l
Attivazione della videoconferenza.
l
Integrazione con sistemi informativi esistenti
realizzati secondo standard attuali.
Nel medio e lungo termine la rete
dovrà poi veicolare i seguenti servizi:
§
Integrazione del progetto di monitoraggio della
spesa.
§
Interconnessione delle LAN degli Ispettorati
Agrari
§
Accesso a banche dati (es. consultazione della
Gazzetta o dei Bollettini ufficiali).
§
Servizi sanitari avanzati.
§
Gestione del servizio Centro Unico Prenotazione
(CUP).
§
Gestione delle esigenze di connettività per i Servizi
Statistici.
§
Servizi Internet sia come Service Provider
interno che come utente.
§
Servizi integrati realizzati di concerto con
enti pubblici e privati.
§
Supporto al Piano Telematico,
L’intervento consisterà in
buona parte nel riutilizzo delle linee dedicate ad alta
velocità già utilizzate dalla Regione per la fonia,
attrezzandole opportunamente per la trasmissione congiunta di
fonia e dati realizzando dei “circuiti virtuali
permanenti” (PVC) fra due siti qualsiasi del territorio. In
maggior dettaglio si richiede al fornitore del trasporto di
fornire, in ogni sede centrale e periferica della
Amministrazione Regionale, punti di connessione alla rete. In
tal modo, l’Amministrazione Regionale, investendo in
apparati telematici terminali potrà ottenere un migliore
sfruttamento delle linee per fonia da essa già prese in
affitto dall’operatore telematico (liberamente scelto),
ottenendo al contempo un sensibile risparmio grazie alla
possibilità di dismettere le attuali linee dati
tecnologicamente obsolete.
§
Interventi per la realizzazione di
infrastrutture e servizi per la RUPAR
La Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Regionale è
finalizzata a garantire che qualsiasi utente operante su di un
sistema ad essa connesso possa accedere, purché debitamente
autorizzato ed in condizioni di sicurezza, ai dati ed alle
procedure residenti su qualsiasi altro sistema connesso. Ciò
in modo indipendente dalle reti attraversate e dalle
tecnologie in esse impiegate. La realizzazione della RUPAR
avverrà, in pieno accordo con l’Autorità per
l’informatica nella Pubblica Amministrazione, nel rispetto
della logica delle “porte di Interscambio”, come definite,
più in dettaglio, in ambito RUPA e ulteriormente descritte,
per quanto attiene gli aspetti locali, nel documento tecnico
allegato al Piano Informatico Telematico regionale. Secondo
tale metodologia, lo scambio bidirezionale delle informazioni
tra Domini avverrà, in condizioni di massima sicurezza,
utilizzando due punti centralizzati – le porte di
Interscambio – per l’input e per l’output.
Tale rete permetterà, grazie alla sua versatilità e
apertura, di collegare tra loro, attivando in modo sicuro lo
scambio di informazioni tra l’Amministrazione Regionale, gli
Enti Locali della Sardegna e la Pubblica Amministrazione
centrale, attraverso una serie di servizi “minimali”
quali:
l
posta elettronica,
l
trasferimento file,
l
terminale virtuale,
l
accesso a News, a World Wide Web ed alla rete
Internet,
l
corredati di servizi di gestione e supporto (DNS,
Directory Service, Tempo ufficiale, Call Center, Formazione).
Oltre
a questi servizi, la RUPAR (e, come sua parte, la Rete
dell’Amministrazione Regionale) permetteranno la
realizzazione degli altri progetti della misura.
Come
primo passo si sono individuati sette poli principali di
concentrazione corrispondenti con i principali centri
amministrativi. Dal punto di vista tecnico, il ventaglio dei
servizi di trasporto necessari alla realizzazione della Rete
può essere diviso in tre livelli: quello fisico, quello dei
circuiti, ed il servizio a livello di rete. Per quanto attiene
il livello dei circuiti, i servizi potrebbero essere descritti
come circuiti virtuali permanenti (PVC) fra due siti qualsiasi
del territorio. In maggior dettaglio si richiede al fornitore
del trasporto di fornire, in ogni sede centrale e periferica
della Amministrazione Regionale, punti di connessione alla
rete. Il servizio di trasporto comprende anche (a livello
fisico) circuiti diretti numerici e analogici (CDN, CDA) fra
due siti per la connessione diretta fra sedi diverse di una
stessa Amministrazione.
§
Interventi per l’informatizzazione dei
sistemi di archiviazione e protocollo della P.A. al fine di
favorire la trasparenza e l’accesso agli atti
amministrativi.
L’intervento intende realizzare i presupposti per consentire
ai vari uffici delle P.A. di comunicare fra loro, e con
l’apparato regionale, per l’espletamento della normale
attività amministrativa, superando l’ostacolo della
distanza fisica attraverso gli strumenti della telematica.
Punto cardine del progetto è l’attivazione in via
sperimentale presso alcuni siti pilota delle procedure per il
trattamento e il trasferimento di documenti “elettronici”
aventi valore legale, con l’obiettivo di estendere
gradualmente la metodologia all’intera Amministrazione
Regionale, agli Enti strumentali e agli Enti locali.
Si vuole sviluppare, inoltre, la possibilità per l’utente
(amministrazione/cittadino) di accedere a tutte le
informazioni relative ai procedimenti amministrativi,
all’organizzazione e agli uffici. Dovrà essere possibile
visualizzare lo stato di avanzamento di una richiesta/domanda
presentata all’amministrazione pubblica e il relativo iter
in corso di espletamento, nonché l’acquisizione dell’atto
conclusivo.
È prevista, pertanto, l’attivazione di un insieme di
servizi, a partire dall’Amministrazione Regionale,
finalizzati alla standardizzazione delle procedure attraverso
l’automazione del protocollo, dell’archiviazione dei
documenti, della gestione della trasparenza, dell’iter delle
pratiche con annessa gestione della firma elettronica per la
validazione degli atti.
§
Progetto di diffusione dell’innovazione
tecnologica e dei servizi multimediali nella P.A. con
particolare riferimento alle aree svantaggiate della Sardegna.
Il progetto vuole sviluppare un sistema di servizi, destinato
alla Pubblica Amministrazione, al cittadino e alle imprese,
che si diffonda attraverso una infrastruttura telecomunicativa
di base i cui standard tecnologici sono determinati nel
progetto RUPA dell’AIPA e la cui realizzazione deve essere
demandata a specifici soggetti.
I servizi che si intendono attivare saranno erogati
prevalentemente a/da centri afferenti alle strutture comunali.
Tali strutture diventeranno, pertanto, i produttori diretti
e/o i fruitori, o terminali, di servizi prodotti da altri enti
e organismi.
Il progetto intende, altresì, sperimentare degli strumenti di
flessibilità organizzativa attraverso la creazione di centri
polifunzionali (almeno uno per provincia). Questi si
configurano come centri presidiati e attrezzati, che potranno
fungere da supporto anche per iniziative nell’ambito del
telelavoro, della teleformazione, dello sviluppo
dell’impiego e interventi di supporto alle politiche del
lavoro, di promozione imprenditoriale e del territorio.
La diffusione e lo sviluppo dei vari tipi di servizi avverrà,
fondamentalmente, attraverso iniziative di organizzazione e di
promozione tra i soggetti erogatori dei servizi e i soggetti
fruitori degli stessi. Ciò implica, anche, farsi parte attiva
nel creare le condizioni di base affinché tali servizi
possano essere adeguatamente fruiti sul territorio.
Il modello di erogazione/produzione dei servizi viene mutuato
dalla struttura, già in via di attivazione da parte del
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, prevista
nell’ambito del progetto SIM, in aderenza e con l’utilizzo
delle infrastrutture della RUPA, nel rispetto delle
indicazioni infracomunicative AIPA (regole di scambio
informazioni e standard), così da consentire nell’immediato
futuro il flusso documentale tra diverse amministrazioni.
L’infrastruttura, distribuita sul territorio, è finalizzata
all’erogazione di servizi rivolti ai cittadini, alle aziende
e alle P.A., e permette l’utilizzo integrato delle
informazioni presenti in banche dati diverse, tra cui, in
particolare, quelle del settore agricolo forestale.
§
Attività di integrazione sistemistica dei
diversi sistemi informativi della P.A.
L’iniziativa si propone di fornire risposte concrete ed
esaustive al problema dell’integrazione informativa del
sistema dei servizi, partendo dall’analisi e modellazione
dei necessari processi di integrazione, e progettando
soluzioni con tecnologie e architetture replicabili che fanno
riferimento ad una molteplicità di strumenti – proprietari
e di mercato – in grado di connettere tra loro i diversi
sistemi informativi presenti sul territorio.
Il progetto verrà attuato sul territorio regionale, avrà una
durata complessiva di 24 mesi e sarà articolato in
sottosistemi, il cui filo logico segue tre momenti
fondamentali: identificazione delle esigenze e delle possibili
modalità di integrazione, messa a punto di strumenti
replicabili per la semplificazione dei processi di sviluppo
delle principali applicazioni di integrazione,
ingegnerizzazione di moduli software in grado di realizzare il
dialogo fisico con i diversi sistemi informativi presenti sul
territorio.
§
Interventi per il potenziamento e la
riqualificazione dei servizi bibliotecari e archivistici
L’iniziativa è finalizzata al potenziamento dei servizi
multimediali in rete integrati sul territorio tra biblioteche,
archivi ed altri servizi culturali (Piano d’Azione MEDIATECA
2000), al miglioramento dei servizi integrati archivistici con
la creazione di sistemi integrati digitali ed al potenziamento
del collegamento in rete relativo al Servizio Bibliotecario
Nazionale.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, EE.LL.,.
Regimi
d’aiuto: Trattasi
di infrastrutture destinate a compiti rientranti nella
competenza dell’Ente pubblico, realizzate direttamente o per
conto di tale ente. Nessun
aiuto di Stato sarà accordato in base a questa misura, ai
sensi dell’art 87.1 del Trattato CE.
Misura
6.4.
|
Formazione per la Società
dell’Informazione
|
Asse Prioritario: Asse 6 “Reti e nodi di servizio”
Fondo
strutturale interessato: FSE
Codice:
23 Potenziamento dell’istruzione e della formazione
professionale.
Obiettivi
specifici:
§
Sensibilizzazione delle imprese, cittadini,
associazioni ed operatori pubblici alle possibilità offerte
dalle tecnologie informatiche, con particolare attenzione alla
diffusione rapida all’interno della società della capacità
di uso del computer e dei nuovi strumenti telematici;
§
Ammodernamento della Pubblica Amministrazione,
con riferimento particolare a quella regionale e locale, ed ai
servizi resi ai cittadini ed alle imprese;
§
Utilizzo dell’Information Technology da parte
della PMI che privilegerà i servizi ad alto valore aggiunto
per l’industria.
Contenuto
tecnico: La misura comprende l’attività formativa
necessaria alla realizzazione degli interventi del POR per la
Società dell’Informazione. La misura prevede interventi di:
§
formazione
per la diffusione della Società dell’Informazione,
rivolta al mondo della scuola (come integrazione di quanto già
previsto nel citato progetto “Marte”), al mondo delle
imprese, come elemento di diffusione dell’approccio
orientato al mercato telematico, e ai cittadini, con
iniziative di alfabetizzazione e avvicinamento alle tecnologie
informatico-telematiche per l’utente finale.
§
formazione
per la realizzazione del Piano Telematico Regionale,
articolata secondo i singoli sottoprogetti del Piano
Telematico, al fine di assicurare la loro piena realizzazione
attraverso la qualificazione professionale delle risorse umane
che il nuovo scenario tecnologico richiede.
Gli interventi formativi, in
relazione alla particolarità e rilevanza dei settori
considerati, saranno realizzati ricorrendo ad Enti, Società
ed Agenzie in possesso di adeguate capacità formative nel
settore informatico-telematico, certificate in ambito
nazionale e selezionate mediante bandi pubblici emanati nel
rispetto delle direttive comunitarie.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, EE.LL.,.
Regimi
d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura.
4.1.7. – Assistenza tecnica
Misura
7.1.
|
Assistenza tecnica
|
Asse Prioritario: Assistenza tecnica
Fondo
strutturale interessato: FERS
Codice:
41 Assistenza tecnica e azioni innovative
Obiettivi
specifici:
Contenuto
tecnico: La misura è dedicata al sostegno ed al supporto
delle azioni di accompagnamento specificatamente orientate
all’attuazione del Programma Operativo. In particolare è
finalizzata ad assicurare un livello adeguato di coordinamento
e sorveglianza del POR ed a contribuire ad elevare il livello
di efficienza ed efficacia attraverso azioni mirate che
assicurino condizioni adeguate di attuazione, di monitoraggio,
di valutazione, nonché favorire il cambiamento organizzativo
e semplificazione procedurale della P.A., il rafforzamento del
partenariato sociale ed istituzionale ed il miglioramento del
circuito informativo. La misura è finanziata dal FERS ma è
accessibile, per le medesime attività, agli altri Fondi
strutturali presenti nel Programma.
La misura prevede interventi:
§
di
assistenza tecnica mirata a: analisi tematiche e studi
specifici su temi inerenti l’attuazione del Programma e
funzionali all’efficace attuazione, ivi comprese le
problematiche afferenti agli aspetti istituzionali, giuridici
e finanziari; le procedure di attuazione, rendicontazione e
controllo degli interventi realizzati;
§
di studi
di fattibilità preliminari alla realizzazione di interventi
strategici previsti nel Programma;
§
a supporto
dell’attività del CdS: garantire un livello adeguato di
coordinamento ed una partecipazione qualificata del
partenariato istituzionale ed economico sociale;
§
di
pubblicità e informazione: progettazione e realizzazione
del Piano di Comunicazione compresa l’attuazione con idonei
strumenti e azioni di comunicazione.
§
di
supporto del Nucleo di Valutazione e verifica degli
investimenti pubblici regionale e dell’autorità ambientale:
realizzazione di un sistema di contabilità territoriale
consolidata del settore pubblico a livello regionale;
l’acquisizione di informazioni statistiche territoriali, sia
settoriali che per le tematiche orizzontali; l’ampliamento
della base statistica ed informativa per la costruzione degli
indicatori a livello territoriale subprovinciale; la
definizione di indirizzi e orientamenti metodologici per
l’analisi di fattibilità, la valutazione e il monitoraggio
“puntuale” degli interventi di settori specifici, compresi
gli aspetti ambientali;
§
di
promozione di azioni innovative: nello sviluppo della
società dell’informazione, nella tutela e valorizzazione
ambientale e lo sviluppo delle pari opportunità;
§
di
valutazione intermedia: conformemente a quanto previsto
dall’art. 42 del Reg. 1260/99, svolta da un valutatore
indipendente.
§
di
monitoraggio del Programma Operativo: definizione delle
modalità di analisi dei processi organizzativi a supporto del
monitoraggio e modellizzazione dei processi e la realizzazione
del supporto informatico per i processi di monitoraggio ed il
suo funzionamento.
§
di
sviluppo ed adeguamento delle capacità professionali delle
strutture impegnate nella programmazione, gestione,
sorveglianza e controllo del POR: adeguamento delle
capacità professionali del sistema regionale e locale alle
esigenze richieste, in particolar modo, dalla gestione,
monitoraggio e controllo delle iniziative intraprese, ed alla
diffusioni delle “buone prassi”.
Beneficiari
finali: Regione Sardegna, EE.LL.,.
Regimi
d’aiuto: Nessun aiuto di Stato ai sensi dell’art.87.1
del Trattato CE sarà accordato in base a questa misura in
quanto trattasi di azioni finalizzate ad accompagnare
l’attuazione del programma ed ad esclusivo beneficio della
Pubblica Amministrazione.
La Regione Sardegna per
l’attuazione del POR ha previsto un sistema di regimi di
aiuti che comprende sia aiuti a finalità regionale (articolo 87.3.a del Trattato CE) che aiuti
riferiti a norme orizzontali destinati a far fronte a
difficoltà che possono sorgere in tutti i settori
dell’attività economica.
Gli aiuti
a finalità regionale previsti dal POR Sardegna,
cofinanziati dal FESR, sono coerenti con gli “Orientamenti
in materia di aiuti di Stato a finalità regionale” (GU C
74, 10.03.98, p. 9) e sono definiti dai seguenti specifici
regimi di aiuto in corso di notifica alla Commissione Europea:
§
Regime di aiuti a finalità regionale per le PMI;
§
Regime di aiuti a finalità regionale per le
Grandi Imprese.
La Regione Sardegna, nelle
more dell’approvazione da parte della Commissione Europea
dei regimi di aiuto a finalità regionale suindicati, prevede,
per come analiticamente indicato nelle specifiche schede di
misura, l’applicazione delle relative leggi nazionali già
notificate alla Commissione Europea. Per quanto riguarda gli
aiuti in favore delle PMI la Regione Sardegna ha elaborato il
proprio progetto di “Regime di aiuti a finalità regionale
per le PMI” in coerenza con il progetto del Regolamento di
Esenzione
relativo agli aiuti in favore delle PMI pubblicato sulla GU C
89 del 28.03.2000. A partire dalla data di approvazione di
tale Regolamento di Esenzione, fatti salvi i necessari tempi
amministrativi, la Regione Sardegna adeguerà le procedure di
attuazione e gestione delle relative misure a quanto stabilito
dal Regolamento.
Per i “Grandi Progetti di
Investimento”, in conformità con quanto previsto dalla
“Disciplina multisettoriale degli aiuti regionali destinati
ai grandi progetti di investimento” (GU C 107, 07.04.1998,
p. 7), la Regione Sardegna provvederà a notificare
separatamente qualsiasi progetto che risponda alle condizioni
previste dalla suddetta disciplina.
Gli aiuti
orizzontali a tutti i settori dell’attività economica
previsti dal POR Sardegna, cofinanziati dal FESR, sono
definiti dai seguenti regimi di aiuto in corso di notifica
alla Commissione Europea:
§
Regime di aiuti per la tutela dell’ambiente;
§
Regime di aiuti alla ricerca e sviluppo.
In particolare per quanto riguarda
il “Regime di aiuti per la tutela dell’ambiente”, esso
sarà notificato non appena saranno pubblicati i
nuovi orientamenti in materia di aiuti per la tutela
ambientale in corso di elaborazione presso la Commissione
Europea. Infatti l’attuale “Disciplina comunitaria degli
aiuti di Stato per la tutela dell’ambiente” (GU C 72,
10.03.1994, p. 3) prevede gli stessi massimali di aiuto
previsti per gli aiuti a finalità regionale. Nelle more della
notifica e della successiva approvazione del regime, gli aiuti
saranno accordati in conformità alla regola del de minimis, fatta salva la possibilità di utilizzare i regimi di
aiuti a finalità regionale in corso di notifica alla
Commissione Europea.
Gli aiuti
orizzontali a tutti i settori dell’attività economica
previsti dal POR Sardegna, cofinanziati dal FSE, sono definiti
dai seguenti regimi di aiuto in corso di notifica alla
Commissione Europea:
§
Regime di aiuti all’occupazione;
§
Regime di aiuti alla formazione professionale.
La Regione Sardegna ha
elaborato il proprio progetto di
“Regime di aiuti alla formazione professionale” in
coerenza con il progetto del Regolamento di Esenzione
relativo agli aiuti destinati alla formazione, pubblicato
sulla GU C 89 del 28.03.2000.
A partire dalla data di approvazione di tale
Regolamento di Esenzione, fatti salvi i necessari tempi
amministrativi, la Regione Sardegna adeguerà le procedure di
attuazione e gestione delle relative misure a quanto stabilito
dal Regolamento.
Sistema
di controllo riguardante gli aiuti “de minimis”: Alcune
misure del POR Sardegna, cofinanziate dal FESR, prevedono
aiuti accordati in conformità alla regola del de
minimis. Tali misure si applicano alle imprese di
qualsiasi settore, ad eccezione di quelle del settore
trasporti e di quelle le cui attività sono legate alla
produzione, alla trasformazione o alla commercializzazione dei
prodotti di cui all'allegato I del trattato. Gli aiuti de
minimis, inoltre, non si applicano per le attività
connesse all'esportazione, cioè direttamente connesse ai
quantitativi esportati, alla costituzione ed al funzionamento
di una rete di distribuzione o ad altre spese correnti
relative all'esportazione.
L’importo
complessivo degli aiuti de
minimis accordati ad una medesima impresa non deve
superare i 100.000 euro nel periodo di tre anni. Tale soglia
si applica indipendentemente dalla forma degli aiuti o
dall'obiettivo perseguito ed è espressa in termini di
sovvenzione diretta in denaro. Il valore dell’aiuto è
sempre al lordo di qualsiasi imposta diretta. Gli aiuti
erogabili in diverse quote sono attualizzati al loro valore al
momento della concessione. Il tasso di interesse da utilizzare
ai fini dell'attualizzazione e del calcolo dell'importo
dell'aiuto, nel caso di un prestito agevolato, è il tasso di
riferimento applicabile al momento della concessione.
In
conformità a quanto previsto dalla “Comunicazione della
Commissione relativa agli aiuti de
minimis” (GU C 68, 06.03.1996, p. 9) e dalla “Proposta
di Regolamento della Commissione relativa all’attuazione
degli artt. 87 e 88 del Trattato CE agli aiuti de
minimis” (GU C89, 28.02.2000), la Regione Sardegna si
impegna a creare un sistema di controllo efficace mirato ad
assicurare il rispetto
dei massimali de minimis,
il quale prevede:
§
la
comunicazione all’impresa delle specifiche modalità di
attuazione e regolamentazione dell’aiuto de
minimis concesso e il rilascio da parte dell'impresa
stessa di una dichiarazione scritta attestante che il nuovo
aiuto non fa salire l'importo complessivo degli aiuti de
minimis ricevuti ad un livello eccedente la soglia di
100.000 euro nel triennio;
§
la
registrazione in un’unica banca dati di tutte le
informazioni riguardanti l'applicazione del presente
regolamento. Tali registrazioni contengono tutte le
informazioni necessarie ad accertare che le condizioni degli aiuti de minimis siano soddisfatte. Le registrazioni riguardanti i
singoli aiuti de minimis
vengono conservate per dieci anni dalla data della
concessione. Su
richiesta scritta della Commissione, la Regione Sardegna
trasmetterà, entro 20 giorni lavorativi ovvero entro un
termine più lungo fissato nella richiesta, tutte le
informazioni che la Commissione stessa ritiene necessarie per
accertare se siano state rispettate le condizioni relative
all'importo complessivo dell'aiuto de minimis ricevuto da una stessa impresa nel triennio.
Altri
aiuti: Gli aiuti concessi in virtù di diversi regimi di aiuti e/o provenienti da
diverse fonti (comunitarie, nazionali, regionali, locali)
possono essere cumulati rispettando le specifiche disposizioni
comunitarie in materia (GU C 3, 05.01.1985 e GU C
74, 10.03.1998, p. 6). La Regione Sardegna si impegna a
creare un sistema di controllo efficace mirato ad assicurare
il rispetto delle
regole in materia di cumulo,
che prevede in particolare:
§
le imprese che richiedono gli aiuti, a seguito
ai bandi di gara o alle manifestazioni di interesse, devono
presentare al soggetto attuatore una autocertificazione
concernente i precedenti benefici ricevuti;
§
gli investimenti sovvenzionati debbano figurare
nella nota integrativa del bilancio dell’impresa
beneficiaria, in modo tale che eventuali false dichiarazioni
implichino l’illecito penale previsto dall’art. 2621 del
codice civile italiano;
§
l’istituzione di una “banca dati” degli
aiuti che sarà
messa a disposizione di tutti gli interessati (imprese
concorrenti, associazioni sindacali, associazioni
ambientali, autorità ed uffici pubblici deputati al
controllo, ivi compresi gli ispettorati del lavoro).
Per quanto riguarda la concessione
di aiuti di Stato nei “settori sensibili” dell’attività
economica ed in particolare nei settori dell’industria
carboniera e siderurgica, fibre sintetiche, industria
automobilistica e costruzioni navali. La Regione Sardegna si
impegna a rispettare le norme specifiche adottate dalla
Commissione Europea.
Gli aiuti di stato nel
comparto agricolo – relativamente alle misure del POR
Sardegna cofinanziate dal FEOGA - sono conformi ai Regolamenti
(CE) N° 1257/99 e N° 1750/99 e agli “Orientamenti
Comunitari per gli aiuti di Stato nel Settore Agricolo” (GU
C 28, 01.02.2000). Le informazioni relative agli aiuti sono contenute nella
descrizione delle specifiche misure.
Gli aiuti di stato nel
settore della pesca relativamente alle misure del POR Sardegna
cofinanziate dallo SFOP - sono conformi ai Regolamenti (CE) N°
1263/99 e N° 2792/99. La Regione Sardegna ha in corso di notifica alla
Commissione Europea uno specifico progetto di “Regime di
aiuti nel settore della pesca”.
vedi
tabelle
|