La struttura produttiva del Mezzogiorno assume caratteristiche e presenta
esigenze diverse a seconda della specifica connotazione settoriale
e territoriale.
Nell’industria, a un tessuto poco denso e fatto in gran parte di imprese di
piccole dimensioni, debolmente integrate in una logica di
filiera, ancora scarsamente orientate all'esportazione e poco
inserite nelle reti di relazione internazionale, si contrappongono
segnali incoraggianti: un aumento della propensione al rischio
e all’imprenditorialità, il crescente orientamento ai mercati
esteri, l'affermarsi di sistemi locali della manifattura leggera
al cui interno si registrano tendenze all’emersione.
Nel commercio emergono segnali positivi: a fronte di un ancora faticoso percorso
di concentrazione e razionalizzazione intrapreso dalle strutture
distributive del Sud, si rilevano risultati positivi di chi
ha già affrontato il processo di ammodernamento della propria
azienda.
I servizi reali alle imprese si inseriscono in questo contesto: ad una struttura
debole dell'offerta si contrappone, a partire dagli anni ottanta,
una graduale riduzione dei divari con le aree del Centro-Nord.
Cresce, quindi, l'offerta di servizi rilevanti soprattutto
per le piccole e medie imprese, quali quelli informatici,
professionali e finanziari.
Sul versante creditizio e finanziario si segnalano diverse criticità, riconducibili
sia alla bassa capacità del sistema finanziario di cogliere
le esigenze dell’imprenditoria locale, sia all’onerosità relativa
del tasso di interesse, testimoniata dalla differenza di oltre
due punti percentuali rispetto ai valori medi applicati nel
Centro Nord, con un costo sull’indebitamento per l’impresa
che è mediamente superiore del 20/30% al resto del paese.
Anche le imprese artigiane presentano segnali incoraggianti: se da un lato
i loro risultati in termini di produttività sono inferiori
di circa il 14% rispetto a quelli del Centro-Nord, dall'altro
vi sono molte realtà che presentano un dinamismo sorprendente
in termini di esportazioni sia verso altri mercati nazionali
che internazionali
Il turismo è caratterizzato da ampie potenzialità di sviluppo che non hanno
potuto ancora esprimersi. I dati riguardanti gli arrivi e
le presenze turistiche sul territorio meridionale mostrano
che solo una quota esigua delle presenze registrate sul territorio
nazionale - affluisce nel Mezzogiorno. Scarsa ricettività
alberghiera, bassi livelli qualitativi di offerta turistica
spesso non integrata, difficoltà di accesso alle destinazioni
turistiche: sono questi alcuni dei fattori negativi che contraddistinguono
l'offerta meridionale. A questi effetti si contrappone l’esistenza
di un patrimonio ambientale e culturale di grande potenziale
poco valorizzato che potrà rappresentare nei prossimi anni
una delle principali risorse per lo sviluppo del Sud.
Il sistema agricolo e della pesca, oltre a rappresentare una componente di
rilievo del sistema economico del Mezzogiorno (con un’incidenza
sul prodotto complessivo doppia rispetto alla media del paese)
ha implicazioni che vanno oltre il suo rilievo economico,
e riguardano importanti legami con gli aspetti occupazionali,
con le relazioni sociali, con il territorio e l’ambiente.
Accanto ad alcuni sistemi locali di produzione “eccellenti”, nei quali si
sono potuti instaurare legami di integrazione verticale con
la nascita di veri e propri distretti agro-alimentari, vi
è un ampio segmento in cui il Mezzogiorno costituisce semplice
fonte di approvvigionamento per circuiti industriali o commerciali
collocati in altre aree del paese o all’estero. L’industria
alimentare è infatti poco sviluppata, ed orientata principalmente
ai modelli di impresa di piccole e medie dimensioni, con un’ampia
presenza di aziende artigiane. Permane una
ridotta capacità di realizzare in
loco le fasi a maggior valore aggiunto, trasformazione
e integrazione logistica con il mercato di sbocco.
Accanto a tale componente del sistema agro-alimentare, nuova e crescente importanza
viene attribuita allo sviluppo dei “sistemi rurali”. L’agricoltura
e la pesca possono essere cioè intese come erogatrici di una
pluralità di servizi (salvaguardia idro-geologica del territorio,
gestione del paesaggio, mantenimento della biodiversità, tutela
dell’ambiente ecc.), interagendo ed integrandosi con altre
funzioni produttive (turismo, artigianato, ecc.).
I ritardi del settore “pesca” nelle acque mediterranee non si discostano da
quelli medi registrati a livello nazionale . La flotta ha
carattere di forte originalità come si evince dalla frammentazione
della struttura produttiva, dalle ridotte dimensioni e dall’elevata
età media dei battelli. Debole risulta attualmente il ruolo
dell'acquacoltura; solo il 10% delle aree produttive nazionali
sono infatti localizzate nel Mezzogiorno. Le ampie potenzialità
di crescita del settore dovranno essere utilizzate per promuovere
l’adozione di sistemi produttivi di sicura compatibilità ambientale
e sanitaria, la produzione di qualità certificata, nonché
la diversificazione delle produzioni in favore di specie di
pregio.
Complessivamente, i diversi fattori di debolezza sono riferibili sia alla
singola impresa ed al complesso di relazioni tra la stessa
ed il mondo esterno, sia all'insieme di fattori esterni che
influiscono sulle condizioni di sviluppo e competitività.
Al contrario, il principale punto di forza riscontrato nei recenti processi
di ammodernamento dei contesti produttivi meridionali riguarda
l’esistenza di aspetti di vivacità del territorio, concentrati
nelle aree in cui più densi appaiono i fenomeni di integrazione
economica e sociale. Da qui l’esigenza di concepire gli interventi
per lo sviluppo del tessuto produttivo del Mezzogiorno alla
stregua di interventi integrati per la crescita dei sistemi
produttivi locali.
Punti
di forza
|
Punti di debolezza
|
Crescita
della propensione al rischio, all’imprenditorialità
e più in generale al lavoro autonomo.
Crescente propensione internazionale delle imprese.
Elevata
differenziazione e diversificazione delle vocazioni
produttive.
Presenza
di sistemi locali efficienti e di imprese eccellenti
in grado di agire da modello (e stimolo) per la crescita
del tessuto produttivo.
Crescente
disponibilità a creare rapporti fiduciari e a sviluppare
capitale relazionale tra operatori privati e pubblici
(vedi esperienza dei Patti territoriali).
Rilevante
patrimonio naturale e storico-culturale. Ambiente favorevole
alla diffusione di produzioni eco-compatibili.
Esistenza
di nuclei e di segmenti di filiere produttive nel campo
delle attività culturali di antica tradizione e dotati
di ampi mercati effettivi e potenziali, in particolare
nelle attività artigianali legate al restauro dei monumenti
e nelle attività e produzioni musicali, teatrali, editoriali,
soprattutto nelle aree urbane. Snodo strategico nelle
relazioni economiche e sociali del bacino del Mediterraneo.
|
Densità
imprenditoriale inferiore a quella media del Paese.
Ridotta
apertura verso nuovi
mercati
da parte delle piccole e medie
imprese Bassa propensione all’investimento in
innovazione da parte delle imprese e significativa arretratezza
tecnologica.
Rilevante
presenza di attività sommerse e marginalità del lavoro
e dell’imprenditoria femminile.
Deboli
integrazioni di filiera e forte presenza di imprese
isolate, che non usufruiscono di economie di agglomerazione.
Rilevanti
carenze infrastrutturali e di servizi di supporto alle
imprese e scarsa efficienza della Pubblica Amministrazione,
con specifico riferimento agli adempimenti che influiscono
sulle scelte di localizzazione.
Ridotte
competenze del sistema finanziario nel rispondere alle
esigenze finanziarie delle imprese.
Marginalizzazione
del comparto turistico meridionale rispetto ai grandi
circuiti del turismo mondiale e scarsità quali-quantitativa
dell’offerta turistica nel Sud.
Bassa
valorizzazione commerciale delle produzioni agricole.
|
Opportunità
|
Rischi
|
Potenzialità
di crescita dell'area del Mediterraneo e
conseguenti vantaggi localizzativi per il Sud.
Aumento
della domanda di prodotti tipici, personalizzati e a
basso impatto ambientale, in particolare nei segmenti
più alti dei mercati mondiali.
Capacità
dei moderni circuiti commerciali di trainare produzioni
artigianali e locali.
Potenzialità
di sviluppo nell’agriturismo.
Forti
opportunità di sviluppo del settore turistico di provenienza
estera. Potenzialità di sviluppo nel turismo archeologico-culturale.
Crescita
della politica di cooperazione mediterranea, in particolare
nel campo dei servizi per l’agroindustria.
Disponibilità
di tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Crescente
disponibilità verso condizioni lavorative flessibili.
Opportunità
di sviluppo degli assetti produttivi e tecnologici,
in connessione con l’orientamento delle politiche comunitarie
e nazionali alla sostenibilità ambientale.
|
Aumento
di attrattività
di altre aree rispetto ai sistemi territoriali del Mezzogiorno.
Difficoltà
delle produzioni tipiche locali a inserirsi nei circuiti
di commercializzazione nazionale ed internazionale.
Difficoltà
di adeguamento agli standard di certificazione di qualità.
Concorrenza
internazionale molto aggressiva da parte dei paesi dell'Est
con un basso costo del lavoro.
Elevati
standard nelle economie esterne a supporto delle imprese
in altre aree fortemente competitive.
Perdita
di importanza strategica del settore primario nella
filiera agro-alimentare.
Perdite
di quote di mercato
per mancato adeguamento tecnologico degli impianti anche
dal punto di vista del loro impatto ambientale.
|
Favorire l’avvio e il consolidamento dei processi di sviluppo locale rappresenta
un elemento chiave della strategia complessiva del QCS. I
punti fondamentali della strategia riguardano:
·
lo sviluppo
dei fattori di contesto economico e sociale che assicurano
condizioni stabili di competitività nel lungo periodo,
ivi compresa la crescita della qualità del capitale umano,
come ad esempio il miglioramento (in termini di dotazione
e funzionalità) delle infrastrutture per la localizzazione
delle imprese e relative facilities,
la crescita dell’efficienza della Pubblica Amministrazione
(con particolare riferimento agli adempimenti che influiscono
sulle scelte di localizzazione), l’accesso alle risorse finanziarie,
anche mediante azioni di semplificazione e razionalizzazione
dei sistemi d’incentivazione e di promozione e sviluppo di
strumenti finanziari innovativi, il miglioramento della qualità
dell’ambiente, nonché lo sviluppo e il consolidamento di forme
di partenariato locale e tra i territori, quale presupposto
per affermare la logica di interventi integrati e dell’organizzazione
di filiera;
·
la promozione
di sistemi produttivi locali, distretti e sistemi esportatori,
attraverso la valorizzazione dei fattori di competitività
territoriale e settoriale e la creazione di nuova impresa,
ad esempio:
-
l’integrazione tra i diversi settori produttivi, sviluppando
connessioni di filiera e di distretto anche a livello transnazionale,
in special modo nei comparti dell’agroindustria e del turismo,
favorendo anche formule di cooperazione e partenariato imprenditoriale
con il Centro-Nord;
-
lo sviluppo di settori trainanti caratterizzati dall’impiego
di qualificati processi tecnologici;
-
la crescita del tessuto produttivo e la promozione
degli investimenti diretti, privilegiando quelli che si inseriscono
in un contesto di filiera;
-
l’emersione delle attività economiche sommerse;
·
la qualificazione
dei prodotti, dei processi aziendali e dell’innovazione tecnologica,
finalizzati al miglioramento del posizionamento competitivo
delle imprese in un’ottica di contemporanea crescita di efficienza
e protezione dell’ambiente, ad esempio:
-
il migliore inserimento delle imprese all’interno dei
processi di internazionalizzazione mediante lo sviluppo di
un orientamento strategico maggiormente legato all’ampliamento
dei mercati internazionali, facendo leva sugli aspetti della
qualità e della tipicità delle produzioni;
-
l’aumento della dotazione e della qualità dei servizi
alla produzione ed in particolare dei servizi di promozione,
allo sviluppo e al trasferimento dei risultati scientifici
e delle innovazioni, sia tecnologiche che di mercato. In questo
contesto si inserisce la nascita e la promozione di nuove
attività locali nel campo del turismo e della valorizzazione
dei prodotti agricoli e artigianali, che utilizzino come esplicito
vantaggio competitivo la certificazione della qualità e della
tipicità delle risorse impiegate;
-
l’adeguamento tecnologico degli impianti a fini della
riduzione dell’inquinamento e di una maggiore sostenibilità
ambientale dei cicli produttivi, alla promozione della certificazione
ambientale, al risanamento delle “aree a rischio di crisi
ambientale”;
-
il supporto e l’assistenza a favore delle imprese sommerse
al fine di costruire percorsi di emersione in grado di spostare
il vantaggio competitivo dal prezzo alla qualità del processo
produttivo.
Questi punti fondamentali della strategia fanno riferimento prioritario al
territorio. Poiché la strategia di sviluppo locale non può
ricondursi alla sommatoria di interventi indifferenziati,
occorre un’attenta e precisa focalizzazione dell’impiego delle
risorse finanziarie disponibili in ambiti ben delimitati,
attraverso:
·
azioni integrate,
ossia che utilizzino il complesso degli strumenti messi a
disposizione dalle politiche di sviluppo e facciano leva su
di un mix di strumenti reali e finanziari, pubblici e privati;
·
scelte selettive,
che puntino prioritariamente su alcuni ambiti d’intervento
definiti attraverso la selezione dei destinatari e degli strumenti
d’intervento.
Nel quadro della strategia delineata le risorse finanziarie dell’asse saranno
assegnate ai diversi macro-settori beneficiari secondo le
seguenti indicazioni di massima:
·
agricoltura
e settore agroalimentare
33%;
·
pesca e acquacoltura
4%;
·
industria
e artigianato
48%;
·
commercio 2%;
·
turismo 11%;
·
servizi 2%.
Le indicazioni di massima sopra riportate vengono verificate, a livello di
QCS, dal Comitato di Sorveglianza del QCS in due fasi successive,
rispettivamente entro il 31.12.2003 e il 31.12.2005. Se in
occasione delle verifiche i dati reali dovessero discostarsi
dalle indicazioni in maniera non superiore al 10% in più o
in meno per ciascun macro-settore, tale scostamento non comporterà
modifica del QCS.
Il QCS attribuisce una forte priorità agli interventi a favore delle piccole
e medie imprese (PMI), che va applicata all’interno di ciascun
programma operativo. In particolare, nel contesto del programma
operativo nazionale « Sviluppo imprenditoriale locale »
(vedi capitoli successivi) almeno il 70% degli interventi
sarà a favore delle PMI.
Gli aiuti diretti alle grandi imprese possono essere concessi solamente attraverso
specifici meccanismi di selezione, con l’utilizzo di criteri
che considerino in via prioritaria gli effetti dell’investimento
sullo sviluppo economico locale (in modo da far sì che l'investimento
esogeno costituisca un reale impegno da parte dell’investitore
a partecipare all’economia locale e ad integrare la propria
attività a livello locale, apportando un reale valore aggiunto,
ad esempio in termini di attività di subfornitura o acquisto
di materie prime/semilavorati).
Gli strumenti di aiuto alle attività economiche dovranno adeguatamente integrare
gli aspetti ambientali in una prospettiva di promozione dello
sviluppo sostenibile.
Specifica attenzione verrà dedicata all’impatto di “genere” nella promozione
e sviluppo delle attività economiche, prevedendo eventuali
iniziative complementari (sul versante informativo, dei servizi
di supporto, ecc.) volte a favorire l’ampliamento dell’accesso
delle donne al sistema produttivo.
Il principio dell’integrazione degli interventi rende indispensabile il ricorso
a una strumentazione trasversale che, agendo sul complesso
del sistema imprenditoriale, concorre alla realizzazione della
complessiva strategia di sviluppo. Quest’ultima, del resto,
non si esaurisce nelle azioni previste in questo Asse ma comporta
la forte integrazione con azioni ed iniziative previste anche
in altri Assi, con conseguente amplificazione dei risultati
previsti rispetto alle risorse impiegate. A tale proposito,
per quanto riguarda le risorse umane, l'essenziale degli interventi
in quest'Asse riguarda l'adattabilità del sistema tanto in
relazione alle imprese pubbliche e private che alla Pubblica
Amministrazione attraverso azioni che riguardano principalmente
gli occupati.
Le linee di intervento possono altresì favorire l’emersione tramite interventi
che possono creare un contesto favorevole all’emersione o
agire indirettamente sui motivi che spingono le imprese a
nascondere parte della loro attività. Tali interventi possono
inserirsi in percorsi di filiera e territoriali, nel cui ambito
potranno definirsi percorsi di emersione individuali e processi
di regolarizzazione graduali. L’efficacia di tali interventi
dipenderà dalle modalità di implementazione della strategia
e dal grado di integrazione fra assi e misure diverse.
Il collegamento con l'Asse III risulterà particolarmente stretto per gli interventi
in favore dell'emersione delle imprese sommerse e del lavoro
irregolare. Le grandi potenzialità offerte dal serbatoio di
produttività dell'emersione rendono questi interventi particolarmente
importanti in vista del raggiungimento dell'obiettivo globale
del QCS di crescita e di riduzione del disagio sociale.
*
* *
L’analisi dei punti di forza e di debolezza e gli scenari di opportunità,
alla luce delle considerazioni precedenti, consente di individuare
un obiettivo globale di sviluppo del sistema produttivo del
Mezzogiorno, che sinteticamente riassume gli indirizzi strategici
e le priorità d’intervento:
“Creare le condizioni economiche per
lo sviluppo imprenditoriale e la crescita produttiva; aumentare
la competitività, la produttività, la coesione e la cooperazione
sociale in aree concentrate del territorio, irrobustendo,
anche attraverso l’innovazione tecnologica, le filiere produttive
(specie in agricoltura e nello sviluppo rurale); promuovere
la localizzazione di nuove iniziative imprenditoriali, ivi
incluse quelle nel settore turistico, e l’emersione di imprese
dall'area del sommerso; assicurare la sostenibilità ambientale
dello sviluppo del sistema produttivo, anche utilizzando le
migliori tecnologie disponibili e rispettando nel medio e
lungo periodo la capacità di carico dell’ambiente.”
Il perseguimento di questo obiettivo globale è in grado di generare un impatto
diretto e deciso sulle variabili di rottura. L’indicazione
dei canali di impatto e l’intensità è riportata nella seguente
tabella.
Variabili di rottura
|
Indicatore
|
Intensità
|
Canale di impatto della strategia
|
Capacità di esportare
|
Esportazioni/PIL
|
**
|
Accrescimento
dell'innovazione di prodotto; sviluppo delle attività
di commercializzazione e delle strutture di supporto
sul versante infrastrutturale e della logistica
|
Grado
di indipendenza economica
|
Importazioni nette/PIL
|
**
|
Sviluppo
di nuove iniziative imprenditoriali e locali; aumento
delle connessioni e collegamenti tra imprese locali
crescita e rafforzamento di cluster imprenditoriali
|
Capacità
di attrazione dei consumi turistici
|
Presenze turistiche
per abitante
|
***
|
Crescita
dell'articolazione, efficienza e compatibilità ambientale
delle imprese turistiche; incentivo alla diversificazione
di prodotto e all'innovazione; miglioramento della qualità
del servizio; sviluppo di azioni di promozione
|
Intensità
di accumulazione del capitale
|
Investimenti fissi lordi/PIL
|
**
|
Miglioramento
della competitività dei settori e delle filiere, crescita
dello spessore del sistema di finanziamento; semplificazione
ed integrazione del sistema degli incentivi
|
Capacità
di attrazione di investimenti esteri
|
Investimenti diretti
dall'estero/
Investimenti fissi lordi
|
***
|
Sostegno
allo sviluppo di nuove attività e nuove imprese; valorizzazione
delle opportunità di filiera integrate; riduzione degli
oneri burocratici di localizzazione; miglioramento delle
infrastrutture
|
Partecipazione
della popolazione al mercato del lavoro
|
Tasso di attività
|
**
|
Aumento
delle opportunità di nuova occupazione derivanti dall'irrobustimento
della struttura produttiva locale, dall'aumento della
domanda interna, dalla crescita degli investimenti esterni
e dalle opportunità di sviluppo del territorio
|
Capacità
di offrire lavoro regolare
|
Occupati Irregolari/
Totale Occupati
|
***
|
Sviluppo
di nuove imprese e di nuove attività, delle strutture
di servizi alle imprese e della dotazione di servizi
di supporto; crescita delle opportunità di lavoro nel
settore turistico e della valorizzazione dei territori
rurali; rafforzamento delle condizioni di fiducia, cooperazione
e coesione sociale; aumento delle opportunità di sviluppo
della competitività e redditività aziendale
|
Capacità
di esportare prodotti ad elevata o crescente produttività
|
Indice di specializzazione
in prodotti selezionati
|
**
|
Accrescimento
dell'innovazione di prodotto e di processo; aumento
di utilizzo di servizi alle imprese
|
Capacità
innovativa
|
Indice di specializzazione
tecnologica (ITS)
|
***
|
Promozione
degli investimenti in ricerca e sviluppo e del trasferimento
dell'innovazione tecnologica e di mercato; sviluppo
di sistemi integrati di agevolazione
|
Capacità
di sviluppo dei servizi alle imprese
|
Occupati nei servizi
finanziari, alle imprese e alle persone/ Totale occupati
nei servizi
|
***
|
Incentivi
reali e finanziari per la crescita di un’offerta di
servizi di qualità; crescita delle risorse umane
|
Capacità
di sviluppo dei servizi sociali
|
Indice di occupazione
sociale
|
*
|
Azioni
di promozione e sviluppo delle imprese operanti nel
settore
|
Capacità
di finanziamento
|
Differenziale tassi
di interesse sugli impieghi con il Centro nord
|
**
|
Azioni
volte a ridurre il costo del credito; pacchetti integrati
di agevolazione
|
Condizioni
di legalità e coesione sociale
|
Indice di criminalità
|
*
|
Effetti
positivi derivanti dall'attivazione di processi di sviluppo
sul territorio e dal miglioramento della fiducia, cooperazione
e coesione sociale
|
La
strategia dell’Asse si articola nel seguente complesso di
obiettivi specifici, raggruppati in alcune “tipologie strategiche”
(o macro aree)
Sviluppo
dei fattori di contesto economico e sociale
Migliorare la
dotazione e la funzionalità delle infrastrutture per la localizzazione
e la logistica delle imprese e delle infrastrutture di servizio
e supporto per la forza lavoro, in particolare per il lavoro
femminile.
Potenziare il
ruolo dei mercati finanziari e degli operatori finanziari;
migliorare il coordinamento del sistema degli incentivi, l’informazione
e l’assistenza tecnica alle imprese; sviluppare pacchetti
integrati di agevolazione (PIA) per il contestuale finanziamento
di investimenti, sviluppo pre-competitivo e innovazione tecnologica
dal punto di vista produttivo e ambientale.
Migliorare la
qualificazione degli operatori, anche attraverso il sistema
di formazione, con particolare riguardo alle tematiche ambientali.
Questi
obiettivi specifici sono legati al miglioramento dell’efficienza
della Pubblica Amministrazione, da perseguire attraverso un
mix di attività di riorganizzazione e di crescita professionale
delle risorse umane.
Promozione
di sistemi produttivi locali, distretti e sistemi esportatori
Favorire la nascita
e la localizzazione di nuove attività e nuove imprese, specie
in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita
e di integrazione con il territorio e l’ambiente, in un’ottica
di valorizzazione dei cluster e delle filiere produttive,
anche attraverso attività di animazione permanente.
Favorire lo sviluppo,
l’aumento di competitività e di produttività, di iniziative
imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato
buone capacità di sviluppo (anche agendo sul completamento
e irrobustimento di filiere e distretti e sulle attività produttive
connesse con l’uso di risorse naturali e culturali locali),
favorendo la promozione delle migliori tecnologie disponibili
dal punto di vista ambientale, degli schemi EMAS e Ecolabel,
di innovazioni di processo/prodotto, prevenendo la formazione,
riducendo le quantità e la pericolosità dei rifiuti generati
dal ciclo produttivo nonché la possibilità di riutilizzo,
riciclaggio e recupero dei prodotti.
Migliorare la competitività dei sistemi agricoli e agro-industriali
in un contesto di filiera.
Qualificazione
dei prodotti, dei processi aziendali e dell’innovazione tecnologica
Sviluppo rurale:
Sostenere lo sviluppo dei territori rurali e valorizzare le
risorse agricole, forestali, ambientali e storico-culturali.
Pesca: Rafforzare
la competitività dei sistemi locali della pesca in un’ottica
di sviluppo sostenibile, valorizzando in particolare la produzione
ittica di allevamento in acqua marina, salmastra e dolce (anche
attraverso attività di riconversione degli addetti al settore,
con il sostegno della ricerca, di strutture di servizio e
di assistenza). Prevenire i danni derivanti da uno sfruttamento
non equilibrato delle risorse biologiche. Ridurre il differenziale
socioeconomico nel settore della pesca.
Industria:
Sostenere le imprese in modo organico e articolato, rispondendo
ai loro bisogni reali, con particolare riguardo all’innovazione
tecnologica, all’accesso al credito, alla compatibilità ambientale,
all’information technology, alla formazione professionale.
Commercio:
Valorizzare lo sviluppo del settore del commercio in un’ottica
di sviluppo territoriale integrato e di reti.
Turismo: Accrescere
l’articolazione, l’efficienza e la compatibilità ambientale
delle imprese turistiche (attraverso la promozione dell’innovazione
di prodotto, di processo ed organizzativa, nonché agendo sulle
condizioni di base, disponibilità di infrastrutture, quali
reti di approdi, servizi, tecnologie, informazione del territorio);
accrescere l’integrazione produttiva del sistema del turismo
in un’ottica di filiera (anche al fine di ridurre il quantitativo
di rifiuti prodotti, l'uso delle risorse naturali e il potenziale
inquinante); favorire la crescita di nuove realtà produttive
locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e
prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità
e culture locali, nonché la diversificazione e la destagionalizzazione
di prodotti turistici maturi in aree già sviluppate.
Turismo: Accrescere
e qualificare le presenze turistiche nel Mezzogiorno (attraverso
azioni di marketing dei sistemi turistici, rafforzando gli
strumenti di pianificazione territoriale, in un’ottica di
sostenibilità ambientale e diversificazione produttiva).
Servizi: Favorire
la creazione e il rafforzamento dei servizi alle imprese ed
in particolare la loro connessione all’interno delle logiche
di filiera, focalizzando gli interventi sul lato della domanda
(anche al fine di ridurre il potenziale inquinante, il quantitativo
di rifiuti da smaltire, l'uso delle risorse naturali).
Agli obiettivi specifici dell’Asse sono associati gli indicatori di contesto
presentati nella tabella inserita al termine della descrizione
dell’Asse. Tra i possibili indicatori rappresentativi degli
effetti della strategia dell’Asse, quelli individuati sono
quelli che, allo stato attuale, meglio soddisfano i requisiti
di disponibilità da fonti ufficiali, aggiornabilità su base
annuale e disaggregabilità a livello regionale, requisiti
necessari per assicurare un monitoraggio sistematico degli
effetti del QCS. Per ogni indicatore si forniscono indicazioni
relative alla fonte, all’anno di riferimento e ai valori dei
più recenti dati disponibili e, per una buona parte di essi,
al target che si prevede di raggiungere entro il 2006. La
quantificazione dei target è coerente con l’impatto macroeconomico
del piano, così come rappresentato dalle simulazioni relative
al percorso di crescita, contenute nel documento di valutazione
ex-ante.
Sviluppo
dei fattori di contesto economico e sociale
Quest’area riguarda azioni che si collegano agli obiettivi specifici volti
ad agire sul contesto, per promuovere lo sviluppo produttivo
ed imprenditoriale nell’ambito della sostenibilità. Tali obiettivi
si conseguono attraverso misure rivolte prioritariamente a:
·
migliorare
l’efficienza della Pubblica Amministrazione, con particolare
riferimento alla riorganizzazione e razionalizzazione del
sistema dei regimi di aiuto operanti a livello centrale e
regionale, al fine di evitare sovrapposizioni, e alla creazione
di una rete di sportelli unici finalizzati alla semplificazione
del procedimento amministrativo. Tali interventi possono essere
accompagnati da iniziative di valorizzazione delle risorse
umane, in collegamento con l’asse III;
·
migliorare
la dotazione e la funzionalità delle attuali infrastrutture
per la localizzazione delle attività produttive. In questo
ambito si deve evitare, per quanto possibile, la creazione
di nuove aree industriali attribuendo priorità al recupero
delle aree dismesse e alla riqualificazione di quelle esistenti;
·
promuovere
il trasferimento della ricerca e dell’innovazione tecnologica,
in stretta connessione con le iniziative previste nell’asse
III e in coerenza con la domanda (esplicita e implicita) delle
imprese;
·
migliorare
la qualità del processo di istruzione e formazione e adeguarlo
alle esigenze complessive del sistema produttivo, in stretto
raccordo con gli interventi dell’asse III;
·
migliorare
la dotazione di infrastrutture di supporto, in particolare
quelle dirette a conciliare gli aspetti della vita familiare
con le esigenze del lavoro;
·
migliorare
la qualificazione degli operatori dei settori produttivi sulle
tematiche della riduzione delle emissioni inquinanti (aria,
acqua, suolo, rumore), della quantità e pericolosità dei rifiuti
prodotti, sull'utilizzo sostenibile delle risorse naturali
e ambientali;
·
sviluppare
metodologie e strumenti per la valutazione ed il monitoraggio
dell'impatto ambientale degli insediamenti e delle attività
produttive.
Nell’ambito dei programmi operativi regionali le azioni integrate sul contesto,
correlate ai bisogni e alle potenzialità specifiche del territorio,
sono realizzate attraverso un mix appropriato di interventi
strutturali e incentivi a valenza regionale (attuati, ove
opportuno, con progetti integrati territoriali che possono
comprendere gli strumenti della programmazione negoziata come
i patti territoriali e i contratti d’area). Un ulteriore strumento
per la realizzazione delle azioni sul contesto è rappresentato
dai pacchetti integrati di agevolazione (PIA).
Promozione
di sistemi produttivi locali, distretti e sistemi esportatori
Le linee di azione relative a quest’area sono volte:
·
al rafforzamento
dei sistemi produttivi esistenti ed in via di formazione localizzati
sul territorio meridionale, intervenendo per il miglioramento
della competitività e a favore della creazione di nuova impresa
e nuovi insediamenti produttivi, a partire dai fenomeni di
vivacità imprenditoriale che si sono riscontrati negli ultimi
anni;
·
all’integrazione
di filiera, da realizzarsi con interventi sia a monte (con
riferimento al sistema della ricerca, dell’innovazione dei
servizi) sia a valle (in particolare con il sistema della
distribuzione e commercializzazione, attraverso azioni di
collegamento tra realtà produttive di territori diversi, anche
in una logica di integrazione transnazionale).
Si tratta di azioni complesse, che dovrebbero essere attuate in via prioritaria
nei territori che già mostrano segni di vitalità imprenditoriale,
che possono essere ulteriormente sviluppate attraverso progetti
integrati. Tali linee di azione potranno essere altresì attuate
mediante l’applicazione « mirata » della Legge 488/92,
previa la scelta da parte delle Regioni di idonei criteri
per l’identificazione di specifici territori e/o settori di
intervento.
Aumento
della competitività dei settori
Quest’area tratta delle iniziative, a forte valenza settoriale, il cui obiettivo
è di rafforzare la competitività del tessuto di imprese esistenti,
attraverso interventi di crescita quali-quantitativa della
base produttiva.
Agricoltura
e settore agro-alimentare
In questo ambito si inseriscono gli interventi di tipo “sviluppo rurale” finalizzati
all’innalzamento della competitività, modernizzazione e diversificazione
delle aziende agricole e dell’industria agro-alimentare, in
stretta connessione con la protezione dell’ambiente e nel
quadro della politica di sviluppo rurale integrato dell’Unione
Europea, così come definita nei Regolamenti n. 1257/1999 e
1260/1999 del Consiglio.
Nel caso specifico dell’agricoltura, le tipologie di investimento e la platea
dei potenziali beneficiari sono rese di particolare rilievo
in relazione alla trasversalità degli interventi attinenti
lo sviluppo rurale, alla riduzione dei prezzi agricoli previsti
dalla riforma della PAC e al processo di liberalizzazione
dei prodotti agricoli, che richiederanno un percorso di aggiustamento
strutturale e uno sforzo importante di investimento per gli
operatori privati. Le linee di intervento previste in questo
settore sono definite nel capitolo 3.8 del QCS.
Pesca
e acquacoltura
In coerenza con quanto indicato nel capitolo 3.9 del QCS, gli interventi nel
settore della pesca sono finalizzati principalmente ad accelerare
la razionalizzazione e l’ammodernamento del settore in un’ottica
di sviluppo sostenibile .
Per gli interventi di competenza nazionale riguardanti la flotta di pesca,
da attuarsi attraverso un programma operativo nazionale, le
principali priorità sono le seguenti:
·
l’efficace
attuazione del programma di orientamento pluriennale (POP),
quale riferimento normativo per perseguire l’equilibrio durevole
tra capacità di pesca e risorse ittiche marine;
·
il rinnovamento
e l’ammodernamento della flotta, tenuto conto sia dello stato
di invecchiamento generale delle imbarcazioni, e delle condizioni
di sicurezza e della qualità di vita a bordo, sia degli obiettivi
del programma di orientamento pluriennale (POP) riguardanti
lo sforzo di pesca;
·
l’impiego
di attrezzature e metodi di pesca più selettivi e sostenibili;
il miglioramento della qualità dei prodotti pescati e conservati
a bordo, nonché delle condizioni di lavoro e degli standard
di sicurezza a bordo dei pescherecci.
Riguardo alle categorie d’intervento di competenza regionale relative all’acquacoltura
e alla trasformazione,
sarà dato rilievo agli aspetti ambientali e alle misure collettive
a favore dei settori nel loro insieme. Riguardo alla commercializzazione,
saranno privilegiate le azioni rivolte all’affermazione della
qualità dei prodotti e allo smercio delle specie eccedentarie
o sottoutilizzate.
Inoltre, gli interventi dovrebbero comprendere misure volte a stimolare opportunità
alternative di occupazione all’interno e all’esterno del settore
e a sostenere azioni collettive organizzate dall’industria
stessa (in particolare riguardo alla piccola pesca), nel quadro
di interventi integrati volti a risolvere i problemi socioeconomici
delle zone costiere causati dalla ristrutturazione del settore.
Industria
Gli interventi a favore dell’industria e dell’artigianato vengono realizzati
mediante un mix appropriato di incentivi a valenza nazionale
e regionale, che possono riguardare gli investimenti e i servizi
reali e finanziari (cfr. anche la sezione relativa ai servizi).
In questo ambito rientrano prioritariamente:
-
incentivi per il consolidamento e la crescita del tessuto
industriale, con particolare riferimento alle micro e piccole
imprese - in particolare per interventi a favore dell’integrazione
delle fasi di produzione e di commercializzazione - e alle
categorie specifiche quali l’imprenditoria femminile e giovanile
e gli imprenditori appartenenti a categorie svantaggiate;
-
incentivi per la realizzazione di programmi integrati
di investimento in grado di sostenere lo sviluppo dell’impresa
in modo organico e articolato (ad esempio, attività di ricerca
e innovazione tecnologica, investimenti fissi, servizi reali,
accesso al mercato del credito,
e connessa attività di formazione del personale);
-
promozione di forme associative tra imprese e tra gruppi
di imprese;
-
azioni di formazione mirate allo sviluppo di professionalità
funzionali alle esigenze (anche di emersione) del settore;
-
interventi finalizzati allo sviluppo dell’information
technology e della società dell’informazione, avendo particolare
riguardo alle ricadute sul territorio;
-
interventi per migliorare la compatibilità ambientale
del sistema industriale delle regioni meridionali, sia sotto
il profilo dell’efficienza ambientale dei processi (minimizzazione
dei rifiuti e della loro pericolosità, riduzione delle emissioni
inquinanti, trattamento e recupero dei rifiuti), che sotto
il profilo dell’implementazione di sistemi di gestione ambientale,
colmando il divario esistente o promuovendo l’adeguamento
delle imprese alla domanda di certificazione e qualità ambientale
crescente sui mercati esteri (EMAS e Ecolabel);
-
interventi finalizzati alla delocalizzazione di attività
industriali a rischio dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Artigianato
Le iniziative in questo campo sono prioritariamente rivolte:
·
incentivi,
assistenza e supporto tecnico per l’acquisizione di innovazioni
di processo e lo sviluppo di innovazioni di prodotto;
·
valorizzazione
delle produzioni locali, in connessione con gli interventi
in campo turistico, ambientale e culturale;
·
formazione
mirata allo sviluppo di professionalità funzionali alle esigenze
del settore, anche attraverso l’utilizzo dello strumento dell’apprendistato
e la valorizzazione di percorsi in alternanza scuola/bottega
(in collegamento con le iniziative dell’Asse III);
·
costituzione
di forme di aggregazione tra imprese (per esempio consorzi
di ricerca, di marchio, di commercializzazione con progetti
di investimento a ricaduta su tutti i consorziati);
·
emersione
dal sommerso.
Commercio
Le iniziative in questo campo si inseriscono nella logica di interventi integrati
e di sistema, e sono inquadrate nell’ambito della riqualificazione
delle funzioni commerciali e distributive in contesti territoriali
specifici e della valorizzazione e miglioramento degli interventi
di messa in rete, traducendosi in:
·
interventi
integrati in aree con problemi specifici (ad esempio desertificazione
in zone rurali e zone urbane svantaggiate);
·
creazione
o miglioramento di reti, in particolare attraverso azioni
che puntino all’ammodernamento strutturale e all’introduzione
di innovazioni sul versante distributivo (ad esempio il cosiddetto
“e-business” e “e-commerce”), segnatamente fra piccole imprese
commerciali e per il miglioramento dei collegamenti cliente/fornitore.
Gli
interventi a favore del commercio sono realizzati anche mediante
incentivi « mirati » in relazione alle caratteristiche
del territorio o al sostegno di reti.
Turismo
Per quanto riguarda il settore turistico, i principi di base degli interventi
sono la concentrazione su priorità definite e l’integrazione
delle azioni intorno a un territorio secondo un approccio
« di sistema » basato sulla valorizzazione di contesti
turistici omogenei, comprendenti territori appartenenti anche
a regioni diverse, caratterizzati dall’offerta integrata di
beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche o dalla
presenza diffusa di imprese turistiche. Un particolare riferimento
in questo ambito va alla promozione di una stagione turistica
più lunga, allo scopo di ridurre la pressione turistica e
ambientale sulle aree che risentono dei periodi di massimo
afflusso, come ad esempio le zone costiere.
Gli interventi possono riguardare, a titolo di esempio:
·
il miglioramento
della qualità e della sostenibilità del sistema turistico
(in questo ambito la creazione di nuova ricettività è finanziata
solamente in casi specifici debitamente giustificati);
·
la fornitura
di servizi complementari all’offerta di ricettività;
·
il marketing
territoriale a fini turistici;
·
la crescita
di attività di collaborazione tra operatori turistici e messa
in rete delle informazioni, anche attraverso l’utilizzo di
strumenti telematici;
·
la concezione
e promozione di pacchetti e itinerari turistici integrati
legati alle caratteristiche del territorio (ad esempio, percorsi
culturali, parchi naturali naturali e aree marine protette,
luoghi storici, aree rurali ecc.).
Lo strumento prevalente di intervento è il progetto integrato, finalizzato
a promuovere lo sviluppo produttivo ed economico di aree nelle
quali la presenza di risorse rilevanti (ad esempio culturali,
ambientali, naturalistiche) può diventare elemento determinante
per la crescita di attività turistiche (e non solo) collegate.
Interventi a favore del settore turistico di tipo « orizzontale »,
non inseriti nel contesto di un progetto integrato o di azioni
di sistema, dovranno essere adeguatamente motivati nei programmi
operativi in relazione ad esigenze specifiche di sviluppo
territoriale.
Servizi
L’approccio si concentra sull’individuazione delle esigenze delle imprese
(e in particolare delle PMI),
realizzando interventi e incentivi a favore della
domanda di servizi con particolare focalizzazione su:
·
innovazione
e certificazione di qualità;
·
diffusione
di tecnologie più pulite e dell'informazione ambientale (normativa,
standard, piani di settore, offerta di servizi);
·
sistemi di
gestione ambientale, procedure di certificazione e audit ambientale
(EMAS), etichettatura ecologica (Ecolabel), mirati a diffondere
la consapevolezza che la qualità ambientale costituisce un
fattore di competitività delle imprese;
·
promozione,
internazionalizzazione e penetrazione organizzata su nuovi
mercati.
In generale si devono evitare gli incentivi all’offerta, all’infuori di casi
specificamente identificati che rispondono contemporaneamente
a tutti i criteri di seguito elencati:
·
capacità
di colmare deficit effettivi di offerta, valutati in relazione
al bacino potenziale di offerta dei servizi e alle esigenze
attuali e prospettiche della domanda non solo locale (in tale
contesto si deve tenere in considerazione l’esigenza di promuovere
il coordinamento delle attività dei centri di servizi sul
territorio, evitando così l’esistenza di doppioni e un’eccessiva
frammentazione delle competenze);
·
coerenza
con i fabbisogni d’intervento (espliciti e impliciti) delle
imprese di più piccole dimensioni;
·
capacità
di mantenere nel medio periodo la maggiore offerta di servizi
sul mercato senza sostegno pubblico.
In questo specifico contesto – e fatti salvi i criteri sopra elencati - viene
riconosciuta una priorità alle strutture di offerta capaci
di inserirsi in circuiti di mercato non aventi un’esclusiva
valenza locale, sviluppando collegamenti in ambito nazionale
e internazionale.
Per quanto riguarda i servizi finanziari, quali i fondi di garanzia e i fondi
di capitale di rischio, devono essere specificamente mirati
alle reali necessità delle PMI e al potenziale dei mercati
locali. L’esperienza di alcuni programmi regionali e dell’iniziativa
comunitaria PMI durante il periodo 1994-1999 hanno dimostrato
l’opportunità di evitare l’eccessiva proliferazione di tali
strumenti e di effettuare adeguate valutazioni ex-ante. I
responsabili per la gestione dei fondi vanno selezionati in
modo trasparente ed efficiente, mediante gare pubbliche d’appalto.
Gli interventi di incentivo ai servizi nell’ambito di un progetto integrato
volto al rafforzamento delle funzioni urbane (che implica
l’attenzione a una localizzazione mirata delle strutture di
offerta) fanno parte dell’asse V in coerenza con quanto ivi
indicato. Tale principio si applica ai servizi alle imprese
e alle persone.
Criteri
e indirizzi generali
Le modalità di attuazione dell’asse privilegiano:
·
la valorizzazione
a scopi produttivi delle risorse immobili locali, da realizzarsi
attraverso interventi integrati sulle risorse naturali e su
quelle culturali, in una logica sia di valorizzazione turistica
sia di crescita di settori di produzione innovativi;
·
la valorizzazione
della partecipazione del settore privato, sia alla elaborazione
delle strategie e programmi d’intervento, mediante azioni
di sviluppo del partenariato, sia al finanziamento degli interventi;
·
la riqualificazione
dell’esistente piuttosto che la creazione di nuove strutture,
laddove il problema di un’offerta considerata carente sia
prioritariamente attribuibile a standard qualitativi particolarmente
bassi;
·
il completamento
delle filiere settoriali/territoriali “aperte”, in una logica
di aumento del valore complessivo generato dal sistema produttivo
così realizzato;
·
la tutela
dell’ambiente e delle risorse naturali, in una prospettiva
di sviluppo sostenibile;
·
l’emersione
delle attività produttive, in stretto collegamento con gli
indirizzi che provengono dal Comitato nazionale per l’emersione
del lavoro non regolare anche avvalendosi delle Commissioni
regionali e provinciali per l’emersione.
Inoltre, si sottolinea la necessità di accompagnare ogni processo attuativo
con un coerente sistema di monitoraggio e valutazione dell’implementazione
delle misure, delle azioni e dei relativi effetti, ivi compresi
quelli sulla situazione ambientale, anche ricorrendo alle
informazioni al riguardo disponibili presso enti e Autonomie
funzionali operanti sul territorio.
Gli interventi nel settore turismo devono essere coerenti con gli strumenti
di pianificazione delle destinazioni e degli usi del territorio,
che tengano conto del livello di tolleranza delle diverse
zone in termini di impatto ambientale, economico e sociale.
Programmi
operativi regionali e nazionali
In coerenza con la logica di fondo dell’intero processo di programmazione
delle iniziative sullo sviluppo locale, che parte dalla valorizzazione
delle risorse endogene e del ruolo del territorio, la responsabilità
prima del complesso degli interventi è attribuita alle Regioni
e la relativa strategia di sviluppo è quindi contenuta nei
programmi operativi regionali (POR).
Esistono tuttavia alcuni aspetti specifici per i quali si rende opportuno
un approccio unitario a livello nazionale che, pur strettamente
concordato secondo i principi del partenariato con le Regioni
giustifica, in termini di efficienza e di efficacia, programmi
a valenza nazionale (PON), in coerenza con gli assetti istituzionali
della riforma Bassanini, o iniziative specifiche che richiedono
un forte livello di coordinamento tra azioni che interessano
territori di più regioni.
Queste condizioni si verificano in particolare per le azioni relative allo
sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica, al sistema
degli incentivi e alla pesca.
Nel primo caso le forti esternalità positive (di sistema) che si collegano
all’azione di sviluppo, la necessità di realizzare interventi
aventi una decisa circolabilità in contesti più ampi di quelli
regionali, la necessità di raccordi e connessioni a livello
internazionale, fanno si che una quota della politica di sviluppo
descritta nel presente Asse trovi collocazione nell’ambito
del PON “Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e alta
formazione” e sia raccordata con le priorità dello sviluppo
locale attraverso le modalità partenariali definite in quella
sede.
Per quanto concerne il sistema degli incentivi (fatta salva l’esigenza di
assicurare una piena regionalizzazione dell’intervento) la
necessità di avvalersi delle economie di scala collegate alla
gestione delle agevolazioni, all’erogazione finanziaria dei
finanziamenti e al loro monitoraggio e controllo, fa si che
una quota delle politiche di sviluppo di questo Asse, con
specifico riferimento all’industria (attuata tramite la Legge
488/92 ed i pacchetti integrati di agevolazione – PIA) rientri
all’interno del PON “Sviluppo imprenditoriale locale” a titolarità
del Ministero dell’Industria.
Per quanto riguarda la Legge 488/92, la regionalizzazione si manifesta:
·
nell’individuare
un parametro regionale per la graduatoria delle domande di
contributo;
·
nel prevedere
un cofinanziamento nazionale, mediante il progressivo utilizzo
di risorse aggiuntive rispetto ad altri fondi;
·
nel realizzare
una ripartizione delle risorse sul territorio in base ai criteri
di assegnazione definiti dalla Conferenza Stato-Regioni del
6 maggio 1999 e riportati nel PON citato;
·
nel prevedere
una quota significativa (e comunque non inferiore al 10% e
fino a un massimo del 50%) da destinare su indicazione di
ciascuna Regione a specifiche aree del territorio regionale
e/o a specifici ambiti (settoriali e/o di filiera), in base
alle priorità programmatorie regionali.
Con riferimento alle iniziative di programmazione negoziata le nuove modalità
della legge 488/92 prevedono anche la possibilità di corrispondere,
attraverso la formazione di graduatorie separate, alle esigenze
di sviluppo dei programmi regionali per quanto riguarda specifiche
aree, cluster e settori.
Nel caso della pesca, l'attribuzione al Ministero per le Politiche Agricole
(MIPA) attraverso il PON « Pesca » della gestione
delle risorse ittiche marine di interesse nazionale e dello
“sforzo” di pesca si lega alla natura specifica dell'ambito
di intervento che, non essendo "regionalizzabile"
(con particolare riferimento alle caratteristiche della flotta),
necessita di una serie coordinata di azioni ad impatto multiregionale.
Sistema
degli incentivi
Gli strumenti prioritari per realizzare le azioni proposte si basano su di
un mix appropriato di incentivi. Criteri guida per la definizione
del sistema degli incentivi sono:
·
l’individuazione
di prodotti mirati in relazione alle diversificate esigenze
di sostegno delle singole imprese;
·
il miglioramento
dell’efficacia e dell’efficienza degli strumenti di incentivazione
pubblica, in particolare attraverso l’elaborazione di pacchetti
integrati di agevolazione (PIA), che consentono il finanziamento
congiunto di investimenti fissi, di azioni di ricerca e sviluppo,
di accesso al credito e servizi reali (specialmente per l’internazionalizzazione
e la formazione), creando un unico punto di riferimento per
la ricezione e valutazione delle domande ed il coordinamento
della fase di valutazione;
·
una forte
regionalizzazione del sistema degli incentivi, sia con riferimento
all’attuazione del processo di decentramento, sia mediante
l’introduzione, all’interno di provvedimenti a valenza nazionale,
di un più deciso riferimento alle priorità di sviluppo del
territorio individuate dalle Regioni;
·
la definizione
di un profilo decrescente dell’intensità di aiuto, che permetterà
anche di ampliare la numerosità degli interventi e quindi
di estendere gli incentivi ad un pubblico più vasto;
·
l'utilizzo
di meccanismi premiali atti a promuovere le iniziative che
nel loro piani di investimento dimostrino una tangibile attenzione
al miglioramento delle performance ambientali.
Alla luce delle criticità riscontrate nel precedente periodo di programmazione,
occorre evitare il rischio di sovrapposizione e duplicazione
degli incentivi, in particolare tra quelli previsti nei PON
“Sviluppo imprenditoriale locale” e “ Ricerca scientifica,
sviluppo tecnologico e alta formazione” e quelli inseriti
nei POR. In particolare vanno perseguite:
·
la complementarietà
tra gli interventi di competenza nazionale e regionale, evitando
ogni sovrapposizione;
·
la semplificazione
dei regimi, evitandone la proliferazione (tendenzialmente
si dovrebbe prevedere un regime di aiuto per ogni grande categoria
di beneficiari, valutando la possibilità di ulteriori raggruppamenti)
e favorendo la standardizzazione delle procedure, con particolare
attenzione alla trasparenza e alla rapidità attuativa;
·
la specializzazione
degli incentivi regionali con particolare riguardo ai fenomeni
di filiera e cluster.
Allo scopo di dare attuazione all’esigenza di coordinamento tra i vari livelli
istituzionali, nella fase di redazione dei Programmi Operativi
Regionali e del PON « Sviluppo imprenditoriale locale »,
il Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica
e il Ministero dell’Industria, Commercio e Artigianato hanno
proceduto alla costituzione di una task-force (ai cui lavori
sarà associato il Ministero dell’Università, Ricerca Scientifica
e Tecnologica per le attività svolte a valere sul PON “Ricerca
scientifica, sviluppo tecnologico e alta formazione”) di coordinamento
e dialogo con le Regioni, che resterà attiva per tutto il
periodo di programmazione ed ha come compito quello di analizzare
gli aspetti e le modalità operative in grado di assicurare
al sistema complessivo degli incentivi i caratteri sopra ricordati.
Inoltre l'azione della task-force è volta a prestare assistenza tecnica alle
amministrazioni regionali per l’individuazione dei passaggi
operativi più appropriati per promuovere azioni integrate
in materia di sviluppo locale, anche con riguardo alle modalità
di "applicazione mirata" della Legge 488/92, come
strumento di incentivazione a supporto delle iniziative di
programmazione negoziata.
Coinvolgimento
del settore bancario
Al fine di rafforzare il ruolo del mercato e coinvolgere maggiormente la finanza
privata nelle decisioni di investimento e nella fornitura
di capitali alle imprese, le autorità italiane percorreranno
due linee di intervento:
·
individuazione
di strumenti volti a rafforzare il ruolo delle banche e del
mercato dei capitali nella fornitura di credito, capitale
di rischio e consulenza/assistenza alle PMI. In questo ambito
il Comitato di Sorveglianza del QCS viene informato periodicamente
dal gruppo di lavoro “Ricerca, innovazione e sviluppo locale”
(cfr. capitolo 6) sui progressi registrati nel coinvolgimento
del settore bancario, in particolare per quanto concerne una
possibile partecipazione delle banche nel sostegno finanziario
dei progetti agevolati (specialmente nel contesto dei PIA)
e la realizzazione di attività di aggiornamento e specializzazione
del personale degli istituti bancari impegnato nella valutazione
istruttoria dei progetti di investimento;
·
sviluppo
di strumenti che consentono di finanziare la creazione di
imprese e l’espansione di attività ad alto contenuto innovativo
e di superare le fasi di discontinuità nella vita delle imprese
(venture capital e altri strumenti di partecipazione al rischio
d’impresa come, ad esempio, l’istituzione di fondi chiusi
a sottoscrizione mista pubblico-privata in grado di effettuare
interventi a sostegno della nascita e dello sviluppo delle
PMI con elevate prospettive di crescita e programmi di investimento
innovativi).
Interventi
nel settore della commercializzazione e della trasformazione
agricola
Alla luce di quanto emerso nella descrizione della strategia e considerando
la rilevante importanza che viene assegnata ai progetti che
consentono di realizzare un’integrazione tanto settoriale
quanto territoriale, per gli investimenti da realizzare nel
settore della trasformazione e commercializzazione agricola,
al fine di garantire un approccio unitario e coerente a livello
nazionale, vanno considerate:
·
le strategie
da perseguire;
·
la rilevanza
sovraregionale di alcune filiere regionali o di specifici
prodotti di qualità riconosciuta e della localizzazione in
più regioni di componenti di una stessa filiera produttiva;
·
la valenza
sovraregionale di interventi ritenuti prioritari, quali la
riduzione di costi di produzione, il miglioramento della qualità
dei prodotti e dei processi.
Pertanto, le azioni finanziabili nella filiera integrata della trasformazione
e commercializzazione dei prodotti agricoli possono essere
realizzate previa definizione, in partenariato MIPA-Regioni,
nell’ambito di un quadro di riferimento nazionale in particolare
per:
·
definire
i comparti produttivi prioritari;
·
rendere omogenei
i criteri di valutazione e di selezione degli interventi,
tenuto conto del regolamento (CE) 1257/99;
·
rendere omogenei
gli indicatori di sorveglianza che consentono di riscontrare
in itinere il rispetto degli obiettivi prioritari.
Le
linee di intervento previste in questo settore sono definite
nel capitolo 3.8 del QCS.
TABELLA
DI QUANTIFICAZIONE DEGLI INDICATORI - ASSE IV
|