Indice
L’individuazione dei programmi operativi attuativi della strategia di sviluppo
e la conseguente attribuzione di compiti e di funzioni tra
i diversi livelli dell’amministrazione – centrale, regionale
e locale – persegue tre obiettivi:
-
massimizzare lo scambio e la diffusione delle conoscenze
tra le amministrazioni centrali e regionali, oltre che locali,
nella fase di programmazione degli interventi;
-
attribuire la gestione e l’attuazione dei programmi
operativi al livello di amministrazione che, tenendo conto
dei tempi e delle modalità del conferimento alle Regioni,
e quindi alle autonomie locali, di nuove funzioni amministrative,
assicuri sia l’efficienza/efficacia degli interventi sia la
loro concreta attuabilità;
-
definire e rendere effettivamente applicabili metodi
di valutazione e di monitoraggio degli interventi programmati.
In questo quadro di obiettivi, alle Regioni è assegnato un ruolo centrale,
anche con riferimento alle linee di intervento per la cui
formulazione e attuazione vengono mantenuti rilevanti poteri
alle Amministrazioni centrali.
La scelta di centralità del territorio e, conseguentemente,
di modalità di intervento regionalizzate, da un lato è confortata
dal complessivo disegno normativo in direzione del decentramento,
dall'altro valorizza l’esercizio del ruolo di indirizzo e
di coordinamento attribuito alle Amministrazioni centrali
in tutte le fasi del ciclo di programmazione: programmazione,
gestione e attuazione, monitoraggio e valutazione.
Dalla priorità strategica e di metodo assegnata al criterio della centralità
del territorio discende l’indirizzo per i programmi regionali
(Programmi Operativi Regionali – POR) quale ambito di programmazione
prioritario in cui attuare
gli interventi, almeno che per essi con si configuri l’opportunità
istituzionale ed economica di attuazione in programmi nazionali.
In tale strategia, quindi, i programmi a valenza nazionale
(Programmi Operativi Nazionali – PON) rappresentano un’eccezione
motivata sulla base della “griglia” di parametri definita
in fase di partenariato di programmazione e, in particolare,
relativa:
-
alla valenza strategica del Programma e alla rilevanza
di un approccio unitario sul piano della sua efficacia;
-
agli effetti macro, vale a dire all’attitudine a produrre
modificazioni in termini di domanda e offerta (di risorse,
servizi, manodopera) in ambiti assai più ampi di quelli di
localizzazione;
-
ad esternalità significative in ambito pluriregionale
tali da indurre conseguenze di rilievo in aree diverse da
quelle cui si riferisce il Programma (regionale) in cui si
collocano;
-
ad economie di scala, che attraverso una gestione centralizzata
di un intervento, si possono raggiungere sia nella fase di
cantiere che nella fase di gestione;
-
all’attribuzione delle competenze tra Stato e Regioni
e alla valutazione dei tempi e delle modalità di concreto
trasferimento di compiti e di funzioni amministrative a queste
ultime (riforma "Bassanini").
Le linee di intervento a valenza nazionale da attuare attraverso Programmi
Operativi Nazionali sono:
-
“Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno”;
-
“Ricerca Scientifica, Sviluppo
Tecnologico, Alta formazione”;
-
“Trasporti”;
-
“La Scuola per lo Sviluppo”;
-
“Pesca”;
-
“Sviluppo imprenditoriale locale”;
-
“Assistenza Tecnica e Azioni di sistema”.
I Programmi operativi nazionali sono formulati e successivamente attuati con
la partecipazione delle Regioni, anche attraverso specifici
accordi di Programma, nell’impostazione delle linee programmatiche
e nella selezione delle priorità di intervento
Le altre linee di intervento da attuare per conseguire gli obiettivi della
strategia di sviluppo (linee di intervento “a stretta valenza
regionale”: Risorse idriche, Difesa del suolo, Energia - fonti
rinnovabili, Rifiuti, Rete ecologica, Formazione, Città, Agricoltura,
Turismo, Trasporti - a meno delle grandi infrastrutture di
rete, Società dell’Informazione, Sviluppo locale - patti territoriali
e altri strumenti regionalizzati, Pesca - per le azioni non
di competenza nazionale - saranno realizzate nel quadro dei
Programmi Operativi Regionali. Per tali linee di intervento
la Regione sarà quindi sia Autorità di gestione che, al tempo
stesso, autorità responsabile dell’attuazione degli interventi.
All’interno dei POR, inoltre, è prevista la realizzazione di linee di intervento
attuate attraverso sottoprogrammi o singole misure la cui
attuazione è attribuita ad Amministrazioni di settore centrali:
Protezione civile, Energia (salvo fonti rinnovabili), Sviluppo
locale (a meno di patti territoriali e strumenti regionalizzati),
Beni culturali ed attività culturali, Innovazione nella Pubblica
Amministrazione.
Alle Amministrazioni centrali compete di assicurare un ruolo di indirizzo
e coordinamento, oltre che di assistenza tecnica e di monitoraggio.
Alle Amministrazioni trasversali compete in particolare di
svolgere una funzione di indirizzo metodologico attinente
agli standard, ai requisiti dei programmi, alla coerenza tra
essi, agli indicatori di verifica. Nell’ambito del Programma
Operativo Nazionale di Assistenza tecnica al QCS 2000-2006
sono previste idonee misure di intervento per rafforzare e
sviluppare questi compiti da parte delle Amministrazioni Centrali.
Di seguito vengono presentate le schede descrittive di ciascun programma operativo
incluso nel QCS.
La Regione Basilicata assume quali finalità prioritarie per l’azione da sviluppare
nel periodo 2000-2006 le seguenti linee strategiche generali:
·
Superare
la condizione di
perifericità, ritenuta
la principale causa del ritardo nello sviluppo economico della
Basilicata (e soprattutto delle sue aree interne).
·
Mirare
ad uno sviluppo sostenibile, attuando
gli interventi per la difesa del suolo,
e riservando primaria attenzione alle produzioni che sono
in grado di creare maggior numero di occasioni di lavoro regolari.
·
Riequilibrare
l’assetto urbano e rurale della regione, per
accrescerne la vivibilità e renderla un territorio più aperto
sia negli scambi tra città e campagna, sia agli scambi con
le persone e famiglie di diversa provenienza che vi transitano
o vi si stabiliscono.
In questa strategia, l’occupazione regolare (con pari opportunità per i giovani,
le donne, gli adulti) non rappresenta un obiettivo a sé stante,
quanto piuttosto la risultante:
·
di uno sviluppo
economico orientato a creare occasioni di lavoro regolari;
·
di un processo
sociale orientato a valorizzare le risorse umane, con la formazione
alla professionalità come crescita delle doti personali, di
riproduzione della cultura locale e di quella proveniente
da esperienze esterne; e con i servizi per l’impiego che adempiono
ad una funzione di orientamento e di indirizzo verso le occasioni
di lavoro accessibili.
In modo analogo, la riorganizzazione funzionale del sistema pubblico regionale
non rappresenta un obiettivo, ma uno strumento, necessario
a coordinare le istituzioni (in particolare per la gestione
del POR e per governare le interrelazioni con i PON per le
attività che saranno realizzate nel territorio regionale),
per semplificare le procedure e per accrescere l’efficacia
e l’efficienza dell’apparato pubblico.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
742,778
|
di cui:
FESR
|
376,278
|
FSE
|
195,400
|
FEOGA
|
171,100
|
SFOP
|
-
|
L’obiettivo strategico individuato per il POR è la transizione graduale della Calabria dalla dipendenza all’autonomia, dall’integrazione
passiva all’integrazione produttiva. La strategia che si intende
adottare è quella dello sviluppo endogeno, della valorizzazione
integrata delle risorse locali.
Progettare pochi ma grandi progetti sarà dunque una necessità ineludibile.
Innanzitutto progetti finalizzati a migliorare e potenziare
le infrastrutture di base per la mobilità delle persone e
delle merci e per l’accesso al sistema-Europa.
L'apertura non è tuttavia solo miglioramento dell'accessibilità
e della mobilità. Secondo al strategia del QCS la Calabria
necessita di una decisa apertura produttiva, di entrare cioè
in reti interregionali
di cooperazione e complementarità produttiva.
Contemporaneamente al potenziamento e all'interconnessione delle grandi reti
interregionali, la Calabria dovrà migliorare
e sviluppare le reti corte infraregionali, fisiche e immateriali,
consentendo la partecipazione al sistema di ogni singola comunità
locale. Anche in questo caso però l'enfasi andrà progressivamente
spostata dall'hardware, cioè i manufatti, le opere fisiche,
al software, ossia all'organizzazione, all'ingegneria di sistema,
all'integrazione funzionale, che sono i nuovi “asset” distintivi
della qualità produttiva e sociale.
Un terreno prioritario di intervento è inoltre quello delle politiche civili,
dal controllo del territorio a fini di sicurezza, alla certezza
dei diritti, alla qualità delle strutture pubbliche, in primo
luogo di quelle formative e scolastiche, di sostegno alle
fasce deboli. Altrettanto prioritario è la costruzione di
identità positive regionali.
La strategia globale necessita di innovazioni sostanziali nella politica di
incentivazione delle imprese. La politica per la produzione
deve evolvere dall'impresa al sistema di imprese, dal settore
al territorio. L'accentuata frantumazione del tessuto aziendale
calabrese spinge verso l'adozione di strumenti di incentivazione
di grappoli di imprese, favorendo e accompagnando la formazione
di cluster produttivi, filiere integrate di produzioni, coalizioni
di esportatori, centri servizi collettivi. La politica di
incentivazione dovrà pertanto gradualmente depotenziare la
"via alla solitudine" delle imprese regionali e
stimolare, accompagnare, incoraggiare la "via del fare
insieme".
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
1.994,246
|
di cui:
FESR
|
1.161,495
|
FSE
|
403,879
|
FEOGA
|
410,267
|
SFOP
|
18,605
|
L’obiettivo globale e centrale della politica di sviluppo regionale è assunto
nella crescita dell’occupazione per donne e uomini, da perseguirsi
secondo una strategia di sviluppo sostenibile ed equo, di
miglioramento della qualità della vita, di un armonico ed
equilibrato sviluppo del territorio, accrescendo la competitività
regionale nello scenario nazionale, europeo e mediterraneo.
Puntare sulla competitività regionale e nel contempo su un
modello di sviluppo sostenibile vuol dire per la Regione innanzitutto
riconoscere e valorizzare il potenziale endogeno, che va aggregandosi,
secondo i modelli del partenariato sociale ed istituzionale
e dello sviluppo locale, attorno ai PIT e agli strumenti della
programmazione negoziata, per aggregazioni produttive distrettuali
sul territorio.
L’adeguamento della dotazione infrastrutturale rappresenta uno dei maggiori
impegni della Regione. Tale adeguamento riguarderà in primo
luogo le infrastrutture per la mobilità, quindi quelle a servizio
delle aree e dei distretti produttivi, in una logica di sviluppo
integrato, infine le infrastrutture per migliorare la qualità
dell’ambiente. L’efficienza del sistema dei collegamenti e
dei trasporti assume in questo contesto particolare importanza.
L’apertura e l’integrazione della Campania in contesti economici più ampi
richiederà un ulteriore impegno della Regione nella promozione
degli investimenti esogeni, nella costituzione di sistemi
relazionali con distretti produttivi e terziari nazionali
ed europei, nella promozione di attività di coordinamento
ed accompagnamento dei processi localizzativi.
Il potenziale endogeno regionale esprime anche risorse naturali e storico-culturali
di rilevanza mondiale. La tutela, la conservazione e la valorizzazione
di tale potenziale in un’ottica sistemica e di sviluppo sostenibile
costituisce un’opportunità che la Regione intende cogliere,
anche per il rilevante potenziale occupazionale e di riequilibrio
territoriale che a tali settori viene riconosciuto. La strategia
di sviluppo si completa con l’attenzione agli obiettivi specifici
di sostenibilità ambientale, al recupero del territorio ed
alla sua messa in sicurezza.
La competitività del sistema urbano regionale rappresenta una componente importante
della strategia di sviluppo che si esprime mediante il miglioramento
della qualità urbana e l’arricchimento delle funzioni di eccellenza
nelle aree metropolitane e la valorizzazione delle città medio–piccole
a sostegno dei nuovi processi di sviluppo, in un contesto
di depolarizzazione della conurbazione napoletana.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
3.824,933
|
di cui:
FESR
|
2.504,605
|
FSE
|
631,840
|
FEOGA
|
650,239
|
SFOP
|
38,249
|
La strategia del POR Puglia punta a:
-
consolidare le attuali dinamiche di sviluppo alla luce
dei profondi mutamenti derivanti dai processi di integrazione
e di crescente globalizzazione;
-
rimuovere gli ostacoli di ordine strutturale che negli
ultimi anni hanno limitato le prospettive di crescita del
sistema Puglia nel suo insieme.
Grandi potenzialità emergono sul versante del miglioramento della competitività
del sistema produttivo e dell'ampliamento delle opportunità
di lavoro: l’obiettivo da perseguire riguarda la capacità
di privilegiare uno sviluppo socio-economico in grado non
solo di rispettare le vocazioni
territoriali ampiamente consolidate, ma anche di favorire
processi di crescita integrata dei comparti e delle filiere produttive, nonché
di promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove
attività ad elevata intensità di conoscenza e d'innovazione
che siano in grado di diversificare i prodotti ed allargare
i mercati creando, per questa via, nuova occupazione.
Un deciso sforzo della programmazione regionale si indirizza verso l'innalzamento
della qualità della vita dei cittadini. La Puglia possiede
larghi margini di miglioramento nella valorizzazione della
risorsa ambiente, così come nelle opportunità offerte da un
sistema di convivenza civile maggiormente improntato alla
coesione, alle pari opportunità, alla solidarietà verso le
fasce deboli della cittadinanza, alla sicurezza.
La Puglia è un "sistema di sistemi" che manifestano ancora un'elevata
disparità nel grado di sviluppo socio-economico ed un aumento,
negli ultimi anni, dei divari interni. Tali disparità sono
riscontrabili sia tra province, che tra aree interne e costiere,
tra agglomerati urbani di differente dimensione, tra aree
rurali ed aree urbane, tra sistemi produttivi con differenti
caratteristiche settoriali e strutturali. E' necessario quindi
programmare un uso delle risorse in grado, da un lato, di
assumere le differenti vocazioni del territorio regionale
come fattore di crescita e valorizzazione e, dall'altro, di
realizzare un maggiore livello di convergenza interno alla
stessa regione che contribuisca direttamente a promuovere
la coesione socio-economica tra i sub-sistemi territoriali.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
2.639,488
|
di cui:
FESR
|
1.527,828
|
FSE
|
558,560
|
FEOGA
|
523,100
|
SFOP
|
30,000
|
Il POR assume come obiettivi prioritari i seguenti:
-
l’esigenza di attivare l’insieme dei fattori che possono
accrescere la competitività del sistema economico locale,
prevedendo una chiara cornice di interventi;
-
occorre adoperarsi perché le aree locali di produzione
tecnologica e scientifica raggiungano una massa critica e
perché crescano i trasferimenti di nuove tecnologie;
-
è necessario potenziare le economie esterne agli insediamenti
produttivi per rendere
più concorrenziale la localizzazione di nuovi investimenti
in attività produttive qualificate;
-
la necessità di potenziare in tempi rapidi la capacità
competitiva della regione richiede che le risorse disponibili
vengano indirizzate verso obiettivi realizzabili e coerenti
con la dotazione di risorse naturali e di infrastrutture dell’isola.
Tali finalità sono funzionali al conseguimento di due principali obiettivi
di sviluppo: il potenziamento della imprenditoria e della
coesione sociale interna all’isola e l’attrazione di imprenditoria
e di risorse esterne (competenze e capitali).
Sul primo fronte è necessario sviluppare la capacità di innovazione delle
imprese regionali, di ingresso in nuovi mercati dei beni prodotti
, privilegiando nella concessione degli aiuti, i settori e
le iniziative con elevato contenuto tecnologico e di esportazione,
e riorientando le produzioni verso segmenti di mercato meno
minacciati dalla concorrenza dei nuovi paesi europei e meno
sensibili ai costi più elevati legati alla condizione di insularità.
Sul secondo fronte bisogna potenziare la capacità di attrazione, eliminando
o riducendo l’impatto dei fattori che scoraggiano la localizzazione
di iniziative produttive nell’Isola. Solo così si potrà rompere
il circolo vizioso che impedisce alle imprese locali di crescere,
specializzarsi, competere fuori dall’isola e generare sviluppo
sostenibile.
La qualità ambientale e culturale costituisce la chance primaria dello sviluppo
e, insieme, il cuore dell’identità moderna della Sardegna.
È questo il valore aggiunto, che va promosso come elemento
costitutivo nel contempo della produzione di beni e servizi
oltre che della qualità della vita. La stessa insularità,
in questa ottica, si impone come tema da per farne il punto
di forza dello sviluppo dell’isola. A tal fine la risorsa
mare deve essere fortemente valorizzata nelle sue componenti
produttive (pesca), ambientali (riserve marine), turistiche
(balneazione, navigazione da diporto, crocieristica) e geografiche
(collegamenti materiali e culturali entro il mediterraneo).
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
1.946,229
|
di cui:
FESR
|
1.155,926
|
FSE
|
357,214
|
FEOGA
|
406,078
|
SFOP
|
27,011
|
La finalità generale del Programma Operativo assume integralmente l’obiettivo
generale del QCS, che prevede la “riduzione significativa
del divario economico e sociale delle aree del Mezzogiorno,
in modo sostenibile, accrescendo le competitività di lungo
periodo, creando condizioni di accesso pieno e libero al lavoro,
facendo leva sui valori ambientali e di pari opportunità”.
Tale finalità, nello specifico regionale, si articola in una
serie di opzioni strategiche, ognuna delle quali si riferisce
agli obiettivi specifici di uno o più assi del POR, che di
seguito vengono elencate:
-
Tutela e valorizzazione delle risorse naturali;
-
Integrazione risorse
culturali, ambientali e turismo;
-
Riqualificazione urbana e territoriale;
-
Potenziamento delle infrastrutture per la competitività;
-
Potenziamento dei sistemi locali di sviluppo;
-
Valorizzazione delle risorse umane e sviluppo dell’innovazione.
La strategia del programma tende prioritariamente a potenziare il tessuto
produttivo ed a creare le condizioni per un più efficace impatto
sulle variabili di rottura attraverso il potenziamento delle
attività di servizio alle imprese
e della loro capacità innovativa.
Medesima rilevanza assume la valorizzazione delle risorse immobili (naturali,
ambientali e culturali) di cui la regione è ampiamente dotata
in forza della loro diffusione e diversificazione sul territorio
e che allo stato attuale risultano scarsamente utilizzate
e spesso versano in uno stato di grave degrado.
Il valore aggiunto della strategia delineata va ricercato nell’integrazione
delle azioni, sia lungo filiere, sia nel territorio, ottimizzando
pertanto verticalmente l’efficienza degli interventi e ricercando
orizzontalmente tutte le possibili sinergie con altri interventi
concentrati territorialmente. Tale ultima condizione può essere
realizzata ordinando prioritariamente le azioni negli ambiti
dove maggiore può essere l’impatto, sia per lo sviluppo produttivo,
sia per la qualità della vita che per la qualità ambientale.
La strategia regionale attribuisce pertanto grande importanza alla realizzazione
di progetti e programmi integrati territoriali, allo scopo
di ancorare più efficacemente alla specificità dei sistemi
locali le politiche settoriali.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
3.857,946
|
di cui:
FESR
|
2.267,494
|
FSE
|
756,469
|
FEOGA
|
783,983
|
SFOP
|
50,000
|
Se il potenziamento dell'apparato manifatturiero, costituisce la priorità
assunta nel quadro della strategia di sviluppo regionale,
ad esso la strategia alla base del POR affianca
quella dello sviluppo e della valorizzazione delle
risorse turistiche, ambientali e culturali, da promuovere
soprattutto in quei sistemi locali (Alto Molise, Mainarde,
Matese) che dispongono di un patrimonio sia ambientale che
culturale di notevole pregio. I tre ambiti programmatici,
quelli cioè delle risorse turistiche, delle risorse naturali
e delle risorse culturali - benché distinti nella ripartizione
in assi prioritari indicata nel QCS - costituiscono in effetti
un'unica filiera su cui la strategia del POR punta secondo
un approccio strettamente integrato. Tale scelta si giustifica
alla luce delle ingenti risorse di cui è dotato il territorio
regionale, soprattutto in campo ambientale.
Nel quadro della strategia di sviluppo regionale, un posto di altrettanto
rilievo viene riservato agli interventi riguardanti i sistemi
agricoli, pur nella consapevolezza che soltanto in alcune
zone (in prossimità della costa e nel Venafrano) l'agricoltura
appare veramente suscettibile di uno sviluppo competitivo,
se supportata da adeguate politiche fondate sul superamento
dei limiti strutturali ed organizzativi oggi esistenti. La
diffusione dell'attività agricola su tutto il territorio regionale
impone tuttavia una grande attenzione anche alle aree interne
(montuose e collinari), dove pure questo settore denota limiti
strutturali insormontabili. In questo caso la strategia di
intervento regionale risulta finalizzata a favorire soprattutto
lo sviluppo di attività integrative se non addirittura sostitutive
di quella agricola, in modo da perseguire sia l'obiettivo
della stabilizzazione del reddito, sa quello della tutela
e del presidio del territorio.
Gli interventi volti alla valorizzazione delle risorse turistiche, naturali
e culturali, così come quelli finalizzati al potenziamento
dell'apparato produttivo e dei sistemi agricoli, rischiano
di produrre risultati modesti, se al contempo non si migliora
la dotazione
di infrastrutture e servizi che caratterizza il territorio
regionale, oggi fortemente sottodimensionata, soprattutto
con riferimento alle infrastrutture di comunicazione. Partendo
da questa constatazione il POR Molise dedica un certo rilievo
al tema del potenziamento dei nodi e delle reti di servizio,
pur nella consapevolezza che non sia possibile affrontare
le tantissime emergenze che caratterizzano il territorio regionale,
con le scarse risorse disponibili per il periodo 2000-2006.
La strategia di sviluppo delineata nel POR assicura infine continuità agli
interventi di formazione, qualificazione e riqualificazione
delle risorse umane, essendo evidente l'importanza che queste
rivestono nell'attivare e sostenere i processi di sviluppo
economico in atto sul territorio regionale.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
180,728
|
di cui:
FESR
|
114,871
|
FSE
|
27,540
|
FEOGA
|
37,859
|
SFOP
|
0,458
|
L’azione del PON sarà finalizzata allo stimolo e sostegno di nuove occasioni
di sviluppo, espandendo la dotazione e la qualità delle risorse
umane, e all’accrescimento del contenuto scientifico e tecnologico
delle produzioni meridionali, rafforzando le reti di competenze
e i relativi collegamenti con il sistema imprenditoriale.
Il programma dovrà pertanto orientarsi verso il rafforzamento del sistema
innovativo meridionale con particolare riferimento agli
obiettivi di:
-
soddisfare il fabbisogno di innovazione dei soggetti
economici del Mezzogiorno, stimolando le iniziative di ricerca
e sviluppo,
-
innalzare la dotazione infrastrutturale e di attrezzature
devolute alla ricerca e all’alta formazione, in particolare
quelle riferite
alla società dell’informazione, e promuovere l’inserimento
in rete del sistema scientifico e innovativo.
-
produrre e valorizzare fattori immateriali - quali
conoscenze e competenze - modificando le forme e gli esiti
con cui “l’azienda Mezzogiorno” partecipa alla competizione
globale.
Tale strategia mira, in sintesi, alla soluzione di problemi consolidati che
il Mezzogiorno ha ereditato da una lunga fase storica in cui
ricerca e sviluppo tecnologico non sono stati sufficientemente
utilizzati e valorizzati come leva competitiva per una crescita
duratura e qualificata.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
1.191,485
|
di cui:
FESR
|
712,383
|
FSE
|
479,102
|
FEOGA
|
-
|
SFOP
|
-
|
Il quadro per lo sviluppo delle risorse umane ed il miglioramento dell’occupazione
è la cornice strategica e programmatica per le politiche dell’istruzione,
della formazione e del lavoro sia nel Mezzogiorno che in tutto
il territorio nazionale, in un’ottica di sviluppo generale
delle strategie europee per l’occupazione.
Nello specifico, il PON Scuola per lo
sviluppo fa riferimento, da un lato, agli scenari di riforma
ed alle strategie esplicitate dal Piano di Azione Nazionale
per l’Occupazione (NAP) 1999 e dal Piano pluriennale delle
attività in materia di istruzione, formazione e ricerca (Master
Plan) collegato al DPEF ; dall’altro, a quelli dell’innovazione
in corso nel sistema scolastico nazionale (autonomia, obbligo,
circoli, ecc.).
Le strategie generali si muoveranno, in una prospettiva di « prevenzione »,
verso :
·
azioni che
garantiscano il passaggio dalla scuola alla vita attiva attraverso
il miglioramento della qualità del sistema scolastico, con
particolare attenzione ai giovani che hanno maggiori difficoltà
di apprendimento, e in modo da ridurre sostanzialmente il
numero dei giovani che abbandonano il sistema scolastico ;
·
modalità
di intervento che promuovano maggiori capacità di adattamento
ai cambiamenti tecnologici ed economici ed il raggiungimento
di una qualificazione adeguata alle necessità del mercato
del lavoro, anche sviluppando sistemi di alternanza e tirocinio ;
·
il sostegno
alla creazione di strumenti e servizi adeguati alla promozione
della progettualità e delle competenze trasversali di base,
con particolare riguardo a quelle connesse alla cultura dell’informazione
e della comunicazione ;
·
l’adeguamento
delle competenze dei formatori, dei decisori e degli organizzatori
del sistema formativo, in stretta correlazione con gli aspetti
qualificanti dell’innovazione del sistema ;
·
la diffusione
di strumenti e infrastrutture telematiche, contenuti multimediali
e applicazioni interattive per promuovere sistemi moderni
di istruzione, formazione e valutazione delle competenze.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
472,558
|
di cui:
FESR
|
75,816
|
FSE
|
396,742
|
FEOGA
|
-
|
SFOP
|
-
|
Il PON interviene sul versante dello sviluppo economico delle regioni meridionali
- essendo ampiamente dimostrato il grave effetto depressivo
prodottosi sull’economia legale di parte considerevole del
meridione italiano in relazione all’espandersi di fenomeni
di criminalità - e interviene altresì sul versante del contrasto
al diffuso disagio sociale, perseguendo - in ambito di
ampio e qualificato partenariato, in particolare con
le Regioni interessate - un sistema articolato di obiettivi
volti a diffondere la legalità, espandere la cultura della
partecipazione civica, sostenere i sistemi sociali locali,
contrastare l’emarginazione e gestire l’impatto immigratorio.
Il potenziamento dei livelli di
sicurezza, già obiettivo
concretamente perseguito nella programmazione 1994-99, sarà
esteso e globalizzato, con un
monitoraggio tecnologicamente avanzato, su tutte le
aree sensibili del meridione, privilegiando i siti di interesse
industriale, ambientale, culturale e monumentale, le grandi
arterie di comunicazione autostradale, ferroviaria, i porti,
gli aeroporti, le frontiere.
Obiettivo strategico del PON è anche l’adeguamento strutturale necessario
a favorire l’amministrazione efficace
della giustizia nonché a qualificare e rendere più efficace
l’attività degli operatori delle Forze di polizia: questo
anche al fine di renderli utenti puntuali delle nuove tecnologie
e di fornire loro gli strumenti culturali per farne attori
di una radicale trasformazione del rapporto tra cittadini
e istituzioni, favorendo la sensibilizzazione
della pubblica opinione locale ai temi della legalità e della
sicurezza. Nodo e strumento essenziale di tale strategia è
il partenariato con le Amministrazioni regionali.
La coerenza della programmazione
di sicurezza con le strategie generali del QCS è infine assicurata
dalla trasversalità che caratterizza il PON rispetto a tutti
gli assi prioritari e ai diversi profili trasversali.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
573,108
|
di cui:
FESR
|
523,108
|
FSE
|
50,000
|
FEOGA
|
-
|
SFOP
|
-
|
L'analisi della struttura produttiva meridionale consente di rilevare sia
la presenza di elementi di significativo dinamismo, sia il
permanere di elementi rilevanti di debolezza strutturale.
Fra i primi si possono segnalare: la presenza di nuovi settori emergenti (informatica,
mobili, macchine per ufficio); un saldo positivo della demografia
industriale; l'emergere di operatori che puntano sul miglioramento
qualitativo dei prodotti e l'esistenza di sistemi locali trainanti
di piccola e media impresa.
Fra gli elementi di debolezza: l’eccessiva frammentazione della struttura
produttiva; una capacità innovativa ancora eccessivamente
ridotta; una struttura finanziaria delle imprese
debole; l'intrinseca vulnerabilità agli andamenti del
ciclo e dei mercati dei sistemi locali di sviluppo.
Nel contesto delineato le principali opportunità sono rappresentate dalla
crescente vivacità delle imprese meridionali, dalla disponibilità
di un sistema certo di incentivi, che garantisce un utilizzo
efficiente ed efficace delle risorse, dalla disponibilità
delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione,
dalle potenzialità di crescita dell'area del Mediterraneo
e dai conseguenti vantaggi localizzativi del Mezzogiorno.
Dall'analisi della situazione deriva una strategia di sviluppo del PON “Sviluppo
imprenditoriale locale” che
punta al consolidamento del tessuto imprenditoriale attraverso
il sostegno alla crescita e al rafforzamento delle imprese,
anche sotto il profilo dimensionale; che
si fonda sull'accrescimento della competitività favorendo
l'innovazione tecnologica; che
promuove il processo di aggregazione dei sistemi di imprese
e di creazione di interrelazioni a livello territoriale.
Ai fini di accompagnare le nuove dinamiche di crescita del Mezzogiorno
il Programma mira a mantenere un regime di convenienza
localizzativa nel breve-medio
periodo avviando, allo stesso tempo, un processo che
destina in maniera selettiva il sostegno pubblico ad iniziative
rispondenti tanto alla necessità di migliorare la competitività
del sistema produttivo quanto all'esigenza di contribuire
allo sviluppo di specifici ambiti territoriali.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
1.978,939
|
di cui:
FESR
|
1.911,439
|
FSE
|
67,500
|
FEOGA
|
-
|
SFOP
|
-
|
Il PON ha per obiettivo quello di rafforzare il sistema dei trasporti nel
Mezzogiorno, al fine di assicurare collegamenti più efficienti,
in quanto componente essenziale della strategia di sviluppo
del Mezzogiorno e della valorizzazione dei suoi fattori di
competitività.
Il programma, coerentemente con le priorità stabilite nel Piano Generale dei
Trasporti e con le linee operative per il Mezzogiorno che
verranno desunte dal Piano Generale in un apposito documento
operativo, identificherà le priorità di intervento sulla base
di componenti “invarianti”, scelte attraverso una metodologia
di valutazione ex-ante in grado di stabilire una gerarchia
di interventi sulla base di precisi indicatori di performance
e di impatto.
Tali componenti, rappresentate da azioni e/o progetti che andranno intrapresi
comunque, in quanto prioritarie e compatibili con le diverse
possibili opzioni alternative di sviluppo del settore trasportistico,
saranno orientate ai seguenti filoni di intervento:
-
miglioramento dell’accessibilità all’interno del territorio
meridionale e da questo verso altre aree, in coerenza con
la politica di potenziamento dei TEN;
-
riequilibrio modale in favore delle modalità di trasporto
economicamente, socialmente e ambientalmente più efficienti;
-
sostegno all’intermodalità, per la creazione di un
sistema integrato di trasporti;
-
recupero di efficienza e di qualità del servizio, con
particolare riferimento agli standard di sicurezza, e alle
tecniche di gestione della rete;
-
governo della mobilità, per fluidificare i flussi di
traffico;
-
riduzione degli impatti ambientali, sia sul fronte
delle infrastrutture che su quello delle emissioni.
Al fine di assicurare il pieno coordinamento con le misure dei trasporti previsti
nei singoli POR, il PON espliciterà meglio i criteri di ripartizione
degli interventi, già ripresi nel capitolo 3.7 del presente
documento, ferma restando la necessità di una valutazione
ex-ante dei progetti selezionati.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
1.801,313
|
di cui:
FESR
|
1.801,313
|
FSE
|
-
|
FEOGA
|
-
|
SFOP
|
-
|
La strategia alla base del Programma Operativo Nazionale Pesca mira a creare
le condizioni per accelerare il processo di modernizzazione
del settore nel Mezzogiorno.
La strategia di sviluppo del settore mira in particolare al:
1.
perseguimento integrale degli obiettivi fissati in
sede comunitaria per quanto riguarda la strategia di adeguamento
della capacità di pesca espressa dalla flotta;
2.
mantenimento in efficienza della dotazione di capitale
fisico utilizzato per lo sfruttamento delle risorse in termini
di rinnovo della flotta, attraverso le iniziative di ammodernamento
e nuove costruzioni.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
122,000
|
di cui:
FESR
|
-
|
FSE
|
-
|
FEOGA
|
-
|
SFOP
|
122,000
|
Obiettivo generale del programma di assistenza tecnica è quello di migliorare
la qualità e assicurare e massimizzare la coerenza dei programmi
e degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali, nella
prospettiva di promuovere e realizzare le condizioni per la
loro utilizzazione effettiva, ottimale, efficace nel conseguimento
degli obiettivi di riduzione del divario delle aree depresse
del Paese.
Tale obiettivo deve essere conseguito in maniera durevole: dunque puntando
ad interventi di carattere strutturale volti da un lato a
definire standard di operatività della pubblica amministrazione
in linea con le esperienze più avanzate (così da poter internalizzare
le tecniche di gestione – programmazione, valutazione, monitoraggio
– necessarie ad un’implementazione efficace dei programmi),
dall’altro ad adeguare l’insieme degli strumenti di cui l’amministrazione
deve poter e saper disporre per assicurare condizioni adeguate
di attuazione dei programmi: linee di semplificazione procedurale;
analisi di fattibilità, studi, basi di dati, ricerche su aspetti
specifici e mirati dell’attuazione dei programmi; adeguamento
della disponibilità di piani, programmi, strumenti di pianificazione
e orientamento per rendere più spedito, trasparente e tempestivo
l’intervento sul territorio. Inoltre, un aspetto rilevante
della strategia del programma riguarda gli interventi di sistema
e in particolare quelli a titolarità del Ministero del Lavoro.
La strategia alla base del programma di assistenza tecnica mira quindi al
graduale ma rapido rafforzamento delle strutture, degli uffici,
delle unità della pubblica amministrazione impegnate nelle
attività di programmazione e gestione dei programmi dei fondi
strutturali. E, nel contempo, alla definizione e alla realizzazione
della strumentazione funzionale a tali programmazione e gestione.
Tale strategia implica pertanto la realizzazione di un programma:
-
fortemente specializzato
ed in grado di produrre un valore aggiunto consistente sul
piano del patrimonio di tecniche, know-how e strumenti necessari
per una gestione efficiente ed efficace dei programmi cofinanziati;
-
articolato
e integrato sul piano delle azioni
da avviare per conseguire gli obiettivi indicati: supporto
tecnico, formazione, assistenza progettuale, studi, ricerche,
azioni di accompagnamento;
-
caratterizzato da un forte e prevalente contenuto di
trasferimento del know-how
per la Pubblica Amministrazione, così da creare progressivamente
le condizioni per una gestione diretta e specialistica anche
delle funzioni tecnicamente più complesse.
Risorse
finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)
Fondi Strutturali
|
312,428
|
di cui:
FESR
|
143,978
|
FSE
|
168,450
|
FEOGA
|
-
|
SFOP
|
-
|