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Programma Operativo Regionale
Complemento di Programmazione
Documento di Programmazione Economica e Finanziaria
Progetti Integrati Territoriali


 

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Indice

5. IDENTIFICAZIONE E ORGANIZZAZIONE DEI PROGRAMMI OPERATIVI

5.1. Organizzazione dei programmi e ripartizione delle risorse

L’individuazione dei programmi operativi attuativi della strategia di sviluppo e la conseguente attribuzione di compiti e di funzioni tra i diversi livelli dell’amministrazione – centrale, regionale e locale – persegue tre obiettivi:

-                     massimizzare lo scambio e la diffusione delle conoscenze tra le amministrazioni centrali e regionali, oltre che locali, nella fase di programmazione degli interventi;

-                     attribuire la gestione e l’attuazione dei programmi operativi al livello di amministrazione che, tenendo conto dei tempi e delle modalità del conferimento alle Regioni, e quindi alle autonomie locali, di nuove funzioni amministrative, assicuri sia l’efficienza/efficacia degli interventi sia la loro concreta attuabilità;

-                     definire e rendere effettivamente applicabili metodi di valutazione e di monitoraggio degli interventi programmati.

In questo quadro di obiettivi, alle Regioni è assegnato un ruolo centrale, anche con riferimento alle linee di intervento per la cui formulazione e attuazione vengono mantenuti rilevanti poteri alle Amministrazioni centrali.

La scelta di centralità del territorio e, conseguentemente, di modalità di intervento regionalizzate, da un lato è confortata dal complessivo disegno normativo in direzione del decentramento, dall'altro valorizza l’esercizio del ruolo di indirizzo e di coordinamento attribuito alle Amministrazioni centrali in tutte le fasi del ciclo di programmazione: programmazione, gestione e attuazione, monitoraggio e valutazione.

Dalla priorità strategica e di metodo assegnata al criterio della centralità del territorio discende l’indirizzo per i programmi regionali (Programmi Operativi Regionali – POR) quale ambito di programmazione prioritario in cui attuare gli interventi, almeno che per essi con si configuri l’opportunità istituzionale ed economica di attuazione in programmi nazionali. In tale strategia, quindi, i programmi a valenza nazionale (Programmi Operativi Nazionali – PON) rappresentano un’eccezione motivata sulla base della “griglia” di parametri definita in fase di partenariato di programmazione e, in particolare, relativa:

-                     alla valenza strategica del Programma e alla rilevanza di un approccio unitario sul piano della sua efficacia;

-                     agli effetti macro, vale a dire all’attitudine a produrre modificazioni in termini di domanda e offerta (di risorse, servizi, manodopera) in ambiti assai più ampi di quelli di localizzazione;

-                     ad esternalità significative in ambito pluriregionale tali da indurre conseguenze di rilievo in aree diverse da quelle cui si riferisce il Programma (regionale) in cui si collocano;

-                     ad economie di scala, che attraverso una gestione centralizzata di un intervento, si possono raggiungere sia nella fase di cantiere che nella fase di gestione;

-                     all’attribuzione delle competenze tra Stato e Regioni e alla valutazione dei tempi e delle modalità di concreto trasferimento di compiti e di funzioni amministrative a queste ultime (riforma "Bassanini").

Le linee di intervento a valenza nazionale da attuare attraverso Programmi Operativi Nazionali sono:

-                     “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno”;

-                     “Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta formazione”;

-                     “Trasporti”;

-                     “La Scuola per lo Sviluppo”;

-                     “Pesca”;

-                     “Sviluppo imprenditoriale locale”;

-                     “Assistenza Tecnica e Azioni di sistema”.

I Programmi operativi nazionali sono formulati e successivamente attuati con la partecipazione delle Regioni, anche attraverso specifici accordi di Programma, nell’impostazione delle linee programmatiche e nella selezione delle priorità di intervento

Le altre linee di intervento da attuare per conseguire gli obiettivi della strategia di sviluppo (linee di intervento “a stretta valenza regionale”: Risorse idriche, Difesa del suolo, Energia - fonti rinnovabili, Rifiuti, Rete ecologica, Formazione, Città, Agricoltura, Turismo, Trasporti - a meno delle grandi infrastrutture di rete, Società dell’Informazione, Sviluppo locale - patti territoriali e altri strumenti regionalizzati, Pesca - per le azioni non di competenza nazionale - saranno realizzate nel quadro dei Programmi Operativi Regionali. Per tali linee di intervento la Regione sarà quindi sia Autorità di gestione che, al tempo stesso, autorità responsabile dell’attuazione degli interventi.

All’interno dei POR, inoltre, è prevista la realizzazione di linee di intervento attuate attraverso sottoprogrammi o singole misure la cui attuazione è attribuita ad Amministrazioni di settore centrali: Protezione civile, Energia (salvo fonti rinnovabili), Sviluppo locale (a meno di patti territoriali e strumenti regionalizzati), Beni culturali ed attività culturali, Innovazione nella Pubblica Amministrazione.

Alle Amministrazioni centrali compete di assicurare un ruolo di indirizzo e coordinamento, oltre che di assistenza tecnica e di monitoraggio. Alle Amministrazioni trasversali compete in particolare di svolgere una funzione di indirizzo metodologico attinente agli standard, ai requisiti dei programmi, alla coerenza tra essi, agli indicatori di verifica. Nell’ambito del Programma Operativo Nazionale di Assistenza tecnica al QCS 2000-2006 sono previste idonee misure di intervento per rafforzare e sviluppare questi compiti da parte delle Amministrazioni Centrali.

Di seguito vengono presentate le schede descrittive di ciascun programma operativo incluso nel QCS.

5.2. Programmi Operativi Regionali (POR) Inizio Pagina

5.2.1.  Basilicata

La Regione Basilicata assume quali finalità prioritarie per l’azione da sviluppare nel periodo 2000-2006 le seguenti linee strategiche generali:

·        Superare la condizione di perifericità, ritenuta la principale causa del ritardo nello sviluppo economico della Basilicata (e soprattutto delle sue aree interne).

·        Mirare ad uno sviluppo sostenibile, attuando gli interventi per la difesa del suolo, e riservando primaria attenzione alle produzioni che sono in grado di creare maggior numero di occasioni di lavoro regolari.

·        Riequilibrare l’assetto urbano e rurale della regione, per accrescerne la vivibilità e renderla un territorio più aperto sia negli scambi tra città e campagna, sia agli scambi con le persone e famiglie di diversa provenienza che vi transitano o vi si stabiliscono.

In questa strategia, l’occupazione regolare (con pari opportunità per i giovani, le donne, gli adulti) non rappresenta un obiettivo a sé stante, quanto piuttosto la risultante:

·        di uno sviluppo economico orientato a creare occasioni di lavoro regolari;

·        di un processo sociale orientato a valorizzare le risorse umane, con la formazione alla professionalità come crescita delle doti personali, di riproduzione della cultura locale e di quella proveniente da esperienze esterne; e con i servizi per l’impiego che adempiono ad una funzione di orientamento e di indirizzo verso le occasioni di lavoro accessibili.

In modo analogo, la riorganizzazione funzionale del sistema pubblico regionale non rappresenta un obiettivo, ma uno strumento, necessario a coordinare le istituzioni (in particolare per la gestione del POR e per governare le interrelazioni con i PON per le attività che saranno realizzate nel territorio regionale), per semplificare le procedure e per accrescere l’efficacia e l’efficienza dell’apparato pubblico.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

742,778

            di cui:   FESR

376,278

                        FSE

195,400

                        FEOGA

171,100

                        SFOP

-


5.2.2.   Calabria Inizio Pagina

L’obiettivo strategico individuato per il POR è la transizione graduale della Calabria dalla dipendenza all’autonomia, dall’integrazione passiva all’integrazione produttiva. La strategia che si intende adottare è quella dello sviluppo endogeno, della valorizzazione integrata delle risorse locali.

Progettare pochi ma grandi progetti sarà dunque una necessità ineludibile. Innanzitutto progetti finalizzati a migliorare e potenziare le infrastrutture di base per la mobilità delle persone e delle merci e per l’accesso al sistema-Europa. L'apertura non è tuttavia solo miglioramento dell'accessibilità e della mobilità. Secondo al strategia del QCS la Calabria necessita di una decisa apertura produttiva, di entrare cioè in reti interregionali di cooperazione e complementarità produttiva.

Contemporaneamente al potenziamento e all'interconnessione delle grandi reti interregionali, la Calabria dovrà migliorare e sviluppare le reti corte infraregionali, fisiche e immateriali, consentendo la partecipazione al sistema di ogni singola comunità locale. Anche in questo caso però l'enfasi andrà progressivamente spostata dall'hardware, cioè i manufatti, le opere fisiche, al software, ossia all'organizzazione, all'ingegneria di sistema, all'integrazione funzionale, che sono i nuovi “asset” distintivi della qualità produttiva e sociale.

Un terreno prioritario di intervento è inoltre quello delle politiche civili, dal controllo del territorio a fini di sicurezza, alla certezza dei diritti, alla qualità delle strutture pubbliche, in primo luogo di quelle formative e scolastiche, di sostegno alle fasce deboli. Altrettanto prioritario è la costruzione di identità positive regionali.

La strategia globale necessita di innovazioni sostanziali nella politica di incentivazione delle imprese. La politica per la produzione deve evolvere dall'impresa al sistema di imprese, dal settore al territorio. L'accentuata frantumazione del tessuto aziendale calabrese spinge verso l'adozione di strumenti di incentivazione di grappoli di imprese, favorendo e accompagnando la formazione di cluster produttivi, filiere integrate di produzioni, coalizioni di esportatori, centri servizi collettivi. La politica di incentivazione dovrà pertanto gradualmente depotenziare la "via alla solitudine" delle imprese regionali e stimolare, accompagnare, incoraggiare la "via del fare insieme".

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

1.994,246

            di cui:   FESR

1.161,495

                        FSE

403,879

                        FEOGA

410,267

                        SFOP

18,605


5.2.3.   Campania Inizio Pagina

L’obiettivo globale e centrale della politica di sviluppo regionale è assunto nella crescita dell’occupazione per donne e uomini, da perseguirsi secondo una strategia di sviluppo sostenibile ed equo, di miglioramento della qualità della vita, di un armonico ed equilibrato sviluppo del territorio, accrescendo la competitività regionale nello scenario nazionale, europeo e mediterraneo. Puntare sulla competitività regionale e nel contempo su un modello di sviluppo sostenibile vuol dire per la Regione innanzitutto riconoscere e valorizzare il potenziale endogeno, che va aggregandosi, secondo i modelli del partenariato sociale ed istituzionale e dello sviluppo locale, attorno ai PIT e agli strumenti della programmazione negoziata, per aggregazioni produttive distrettuali sul territorio.

L’adeguamento della dotazione infrastrutturale rappresenta uno dei maggiori impegni della Regione. Tale adeguamento riguarderà in primo luogo le infrastrutture per la mobilità, quindi quelle a servizio delle aree e dei distretti produttivi, in una logica di sviluppo integrato, infine le infrastrutture per migliorare la qualità dell’ambiente. L’efficienza del sistema dei collegamenti e dei trasporti assume in questo contesto particolare importanza.

L’apertura e l’integrazione della Campania in contesti economici più ampi richiederà un ulteriore impegno della Regione nella promozione degli investimenti esogeni, nella costituzione di sistemi relazionali con distretti produttivi e terziari nazionali ed europei, nella promozione di attività di coordinamento ed accompagnamento dei processi localizzativi.

Il potenziale endogeno regionale esprime anche risorse naturali e storico-culturali di rilevanza mondiale. La tutela, la conservazione e la valorizzazione di tale potenziale in un’ottica sistemica e di sviluppo sostenibile costituisce un’opportunità che la Regione intende cogliere, anche per il rilevante potenziale occupazionale e di riequilibrio territoriale che a tali settori viene riconosciuto. La strategia di sviluppo si completa con l’attenzione agli obiettivi specifici di sostenibilità ambientale, al recupero del territorio ed alla sua messa in sicurezza.

La competitività del sistema urbano regionale rappresenta una componente importante della strategia di sviluppo che si esprime mediante il miglioramento della qualità urbana e l’arricchimento delle funzioni di eccellenza nelle aree metropolitane e la valorizzazione delle città medio–piccole a sostegno dei nuovi processi di sviluppo, in un contesto di depolarizzazione della conurbazione napoletana.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

3.824,933

            di cui:   FESR

2.504,605

                        FSE

631,840

                        FEOGA

650,239

                        SFOP

38,249


5.2.4.    Puglia Inizio Pagina

La strategia del POR Puglia punta a:

-                     consolidare le attuali dinamiche di sviluppo alla luce dei profondi mutamenti derivanti dai processi di integrazione e di crescente globalizzazione;

-                     rimuovere gli ostacoli di ordine strutturale che negli ultimi anni hanno limitato le prospettive di crescita del sistema Puglia nel suo insieme.

Grandi potenzialità emergono sul versante del miglioramento della competitività del sistema produttivo e dell'ampliamento delle opportunità di lavoro: l’obiettivo da perseguire riguarda la capacità di privilegiare uno sviluppo socio-economico in grado non solo di rispettare le vocazioni territoriali ampiamente consolidate, ma anche di favorire processi di crescita integrata dei comparti e delle filiere produttive, nonché di promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove attività ad elevata intensità di conoscenza e d'innovazione che siano in grado di diversificare i prodotti ed allargare i mercati creando, per questa via, nuova occupazione.

Un deciso sforzo della programmazione regionale si indirizza verso l'innalzamento della qualità della vita dei cittadini. La Puglia possiede larghi margini di miglioramento nella valorizzazione della risorsa ambiente, così come nelle opportunità offerte da un sistema di convivenza civile maggiormente improntato alla coesione, alle pari opportunità, alla solidarietà verso le fasce deboli della cittadinanza, alla sicurezza.

La Puglia è un "sistema di sistemi" che manifestano ancora un'elevata disparità nel grado di sviluppo socio-economico ed un aumento, negli ultimi anni, dei divari interni. Tali disparità sono riscontrabili sia tra province, che tra aree interne e costiere, tra agglomerati urbani di differente dimensione, tra aree rurali ed aree urbane, tra sistemi produttivi con differenti caratteristiche settoriali e strutturali. E' necessario quindi programmare un uso delle risorse in grado, da un lato, di assumere le differenti vocazioni del territorio regionale come fattore di crescita e valorizzazione e, dall'altro, di realizzare un maggiore livello di convergenza interno alla stessa regione che contribuisca direttamente a promuovere la coesione socio-economica tra i sub-sistemi territoriali.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

2.639,488

            di cui:   FESR

1.527,828

                        FSE

558,560

                        FEOGA

523,100

                        SFOP

30,000


5.2.5.   Sardegna Inizio Pagina

Il POR assume come obiettivi prioritari i seguenti:

-                     l’esigenza di attivare l’insieme dei fattori che possono accrescere la competitività del sistema economico locale, prevedendo una chiara cornice di interventi;

-                     occorre adoperarsi perché le aree locali di produzione tecnologica e scientifica raggiungano una massa critica e perché crescano i trasferimenti di nuove tecnologie;

-                     è necessario potenziare le economie esterne agli insediamenti produttivi per rendere  più concorrenziale la localizzazione di nuovi investimenti in attività produttive qualificate;

-                     la necessità di potenziare in tempi rapidi la capacità competitiva della regione richiede che le risorse disponibili vengano indirizzate verso obiettivi realizzabili e coerenti con la dotazione di risorse naturali e di infrastrutture dell’isola.

Tali finalità sono funzionali al conseguimento di due principali obiettivi di sviluppo: il potenziamento della imprenditoria e della coesione sociale interna all’isola e l’attrazione di imprenditoria e di risorse esterne (competenze e capitali).

Sul primo fronte è necessario sviluppare la capacità di innovazione delle imprese regionali, di ingresso in nuovi mercati dei beni prodotti , privilegiando nella concessione degli aiuti, i settori e le iniziative con elevato contenuto tecnologico e di esportazione, e riorientando le produzioni verso segmenti di mercato meno minacciati dalla concorrenza dei nuovi paesi europei e meno sensibili ai costi più elevati legati alla condizione di insularità.

Sul secondo fronte bisogna potenziare la capacità di attrazione, eliminando o riducendo l’impatto dei fattori che scoraggiano la localizzazione di iniziative produttive nell’Isola. Solo così si potrà rompere il circolo vizioso che impedisce alle imprese locali di crescere, specializzarsi, competere fuori dall’isola e generare sviluppo sostenibile.

La qualità ambientale e culturale costituisce la chance primaria dello sviluppo e, insieme, il cuore dell’identità moderna della Sardegna. È questo il valore aggiunto, che va promosso come elemento costitutivo nel contempo della produzione di beni e servizi oltre che della qualità della vita. La stessa insularità, in questa ottica, si impone come tema da per farne il punto di forza dello sviluppo dell’isola. A tal fine la risorsa mare deve essere fortemente valorizzata nelle sue componenti produttive (pesca), ambientali (riserve marine), turistiche (balneazione, navigazione da diporto, crocieristica) e geografiche (collegamenti materiali e culturali entro il mediterraneo).

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

1.946,229

            di cui:   FESR

1.155,926

                        FSE

357,214

                        FEOGA

406,078

                        SFOP

27,011


5.2.6.   Sicilia Inizio Pagina

La finalità generale del Programma Operativo assume integralmente l’obiettivo generale del QCS, che prevede la “riduzione significativa del divario economico e sociale delle aree del Mezzogiorno, in modo sostenibile, accrescendo le competitività di lungo periodo, creando condizioni di accesso pieno e libero al lavoro, facendo leva sui valori ambientali e di pari opportunità”. Tale finalità, nello specifico regionale, si articola in una serie di opzioni strategiche, ognuna delle quali si riferisce agli obiettivi specifici di uno o più assi del POR, che di seguito vengono elencate:

-                Tutela e valorizzazione delle risorse naturali;

-                Integrazione risorse  culturali, ambientali e turismo;

-                Riqualificazione urbana e territoriale;

-                Potenziamento delle infrastrutture per la competitività;

-                Potenziamento dei sistemi locali di sviluppo;

-                Valorizzazione delle risorse umane e sviluppo dell’innovazione.

La strategia del programma tende prioritariamente a potenziare il tessuto produttivo ed a creare le condizioni per un più efficace impatto sulle variabili di rottura attraverso il potenziamento delle attività di servizio alle imprese  e della loro capacità innovativa.

Medesima rilevanza assume la valorizzazione delle risorse immobili (naturali, ambientali e culturali) di cui la regione è ampiamente dotata in forza della loro diffusione e diversificazione sul territorio e che allo stato attuale risultano scarsamente utilizzate e spesso versano in uno stato di grave degrado.

Il valore aggiunto della strategia delineata va ricercato nell’integrazione delle azioni, sia lungo filiere, sia nel territorio, ottimizzando pertanto verticalmente l’efficienza degli interventi e ricercando orizzontalmente tutte le possibili sinergie con altri interventi concentrati territorialmente. Tale ultima condizione può essere realizzata ordinando prioritariamente le azioni negli ambiti dove maggiore può essere l’impatto, sia per lo sviluppo produttivo, sia per la qualità della vita che per la qualità ambientale.

La strategia regionale attribuisce pertanto grande importanza alla realizzazione di progetti e programmi integrati territoriali, allo scopo di ancorare più efficacemente alla specificità dei sistemi locali le politiche settoriali.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

3.857,946

            di cui:   FESR

2.267,494

                        FSE

756,469

                        FEOGA

783,983

                        SFOP

50,000

 

5.2.7.   Molise (sostegno transitorio) Inizio Pagina

Se il potenziamento dell'apparato manifatturiero, costituisce la priorità assunta nel quadro della strategia di sviluppo regionale, ad esso la strategia alla base del POR affianca  quella dello sviluppo e della valorizzazione delle risorse turistiche, ambientali e culturali, da promuovere soprattutto in quei sistemi locali (Alto Molise, Mainarde, Matese) che dispongono di un patrimonio sia ambientale che culturale di notevole pregio. I tre ambiti programmatici, quelli cioè delle risorse turistiche, delle risorse naturali e delle risorse culturali - benché distinti nella ripartizione in assi prioritari indicata nel QCS - costituiscono in effetti un'unica filiera su cui la strategia del POR punta secondo un approccio strettamente integrato. Tale scelta si giustifica alla luce delle ingenti risorse di cui è dotato il territorio regionale, soprattutto in campo ambientale.

Nel quadro della strategia di sviluppo regionale, un posto di altrettanto rilievo viene riservato agli interventi riguardanti i sistemi agricoli, pur nella consapevolezza che soltanto in alcune zone (in prossimità della costa e nel Venafrano) l'agricoltura appare veramente suscettibile di uno sviluppo competitivo, se supportata da adeguate politiche fondate sul superamento dei limiti strutturali ed organizzativi oggi esistenti. La diffusione dell'attività agricola su tutto il territorio regionale impone tuttavia una grande attenzione anche alle aree interne (montuose e collinari), dove pure questo settore denota limiti strutturali insormontabili. In questo caso la strategia di intervento regionale risulta finalizzata a favorire soprattutto lo sviluppo di attività integrative se non addirittura sostitutive di quella agricola, in modo da perseguire sia l'obiettivo della stabilizzazione del reddito, sa quello della tutela e del presidio del territorio.

Gli interventi volti alla valorizzazione delle risorse turistiche, naturali e culturali, così come quelli finalizzati al potenziamento dell'apparato produttivo e dei sistemi agricoli, rischiano di produrre risultati modesti, se al contempo non si migliora la  dotazione di infrastrutture e servizi che caratterizza il territorio regionale, oggi fortemente sottodimensionata, soprattutto con riferimento alle infrastrutture di comunicazione. Partendo da questa constatazione il POR Molise dedica un certo rilievo al tema del potenziamento dei nodi e delle reti di servizio, pur nella consapevolezza che non sia possibile affrontare le tantissime emergenze che caratterizzano il territorio regionale, con le scarse risorse disponibili per il periodo 2000-2006.

La strategia di sviluppo delineata nel POR assicura infine continuità agli interventi di formazione, qualificazione e riqualificazione delle risorse umane, essendo evidente l'importanza che queste rivestono nell'attivare e sostenere i processi di sviluppo economico in atto sul territorio regionale.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

180,728

            di cui:   FESR

114,871

                        FSE

27,540

                        FEOGA

37,859

                        SFOP

0,458



5.3. Programmi Operativi Nazionali (PON) Inizio Pagina

5.3.1.  Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta formazione

L’azione del PON sarà finalizzata allo stimolo e sostegno di nuove occasioni di sviluppo, espandendo la dotazione e la qualità delle risorse umane, e all’accrescimento del contenuto scientifico e tecnologico delle produzioni meridionali, rafforzando le reti di competenze e i relativi collegamenti con il sistema imprenditoriale.

Il programma dovrà pertanto orientarsi verso il rafforzamento del sistema innovativo meridionale con particolare riferimento agli obiettivi di:

-                     soddisfare il fabbisogno di innovazione dei soggetti economici del Mezzogiorno, stimolando le iniziative di ricerca e sviluppo,

-                     innalzare la dotazione infrastrutturale e di attrezzature devolute alla ricerca e all’alta formazione, in particolare quelle  riferite alla società dell’informazione, e promuovere l’inserimento in rete del sistema scientifico e innovativo.

-                     produrre e valorizzare fattori immateriali - quali conoscenze e competenze - modificando le forme e gli esiti con cui “l’azienda Mezzogiorno” partecipa alla competizione globale.

Tale strategia mira, in sintesi, alla soluzione di problemi consolidati che il Mezzogiorno ha ereditato da una lunga fase storica in cui ricerca e sviluppo tecnologico non sono stati sufficientemente utilizzati e valorizzati come leva competitiva per una crescita duratura e qualificata.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

1.191,485

            di cui:   FESR

712,383

                        FSE

479,102

                        FEOGA

-

                        SFOP

-


5.3.2.  La Scuola per lo Sviluppo Inizio Pagina

Il quadro per lo sviluppo delle risorse umane ed il miglioramento dell’occupazione è la cornice strategica e programmatica per le politiche dell’istruzione, della formazione e del lavoro sia nel Mezzogiorno che in tutto il territorio nazionale, in un’ottica di sviluppo generale delle strategie europee per l’occupazione.

Nello specifico, il PON Scuola per lo sviluppo fa riferimento, da un lato, agli scenari di riforma ed alle strategie esplicitate dal Piano di Azione Nazionale per l’Occupazione (NAP) 1999 e dal Piano pluriennale delle attività in materia di istruzione, formazione e ricerca (Master Plan) collegato al DPEF ; dall’altro, a quelli dell’innovazione in corso nel sistema scolastico nazionale (autonomia, obbligo, circoli, ecc.).

Le strategie generali si muoveranno, in una prospettiva di « prevenzione », verso :

·        azioni che garantiscano il passaggio dalla scuola alla vita attiva attraverso il miglioramento della qualità del sistema scolastico, con particolare attenzione ai giovani che hanno maggiori difficoltà di apprendimento, e in modo da ridurre sostanzialmente il numero dei giovani che abbandonano il sistema scolastico ;

·        modalità di intervento che promuovano maggiori capacità di adattamento ai cambiamenti tecnologici ed economici ed il raggiungimento di una qualificazione adeguata alle necessità del mercato del lavoro, anche sviluppando sistemi di alternanza e tirocinio ;

·        il sostegno alla creazione di strumenti e servizi adeguati alla promozione della progettualità e delle competenze trasversali di base, con particolare riguardo a quelle connesse alla cultura dell’informazione e della comunicazione ;

·        l’adeguamento delle competenze dei formatori, dei decisori e degli organizzatori del sistema formativo, in stretta correlazione con gli aspetti qualificanti dell’innovazione del sistema ;

·        la diffusione di strumenti e infrastrutture telematiche, contenuti multimediali e applicazioni interattive per promuovere sistemi moderni di istruzione, formazione e valutazione delle competenze.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

472,558

            di cui:   FESR

75,816

                        FSE

396,742

                        FEOGA

-

                        SFOP

-


5.3.3.  Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno Inizio Pagina

Il PON interviene sul versante dello sviluppo economico delle regioni meridionali - essendo ampiamente dimostrato il grave effetto depressivo prodottosi sull’economia legale di parte considerevole del meridione italiano in relazione all’espandersi di fenomeni di criminalità - e interviene altresì sul versante del contrasto al diffuso disagio sociale, perseguendo - in ambito di  ampio e qualificato partenariato, in particolare con le Regioni interessate - un sistema articolato di obiettivi volti a diffondere la legalità, espandere la cultura della partecipazione civica, sostenere i sistemi sociali locali, contrastare l’emarginazione e gestire l’impatto immigratorio.

Il potenziamento dei livelli di sicurezza, già obiettivo concretamente perseguito nella programmazione 1994-99, sarà esteso e globalizzato, con un  monitoraggio tecnologicamente avanzato, su tutte le aree sensibili del meridione, privilegiando i siti di interesse industriale, ambientale, culturale e monumentale, le grandi arterie di comunicazione autostradale, ferroviaria, i porti, gli aeroporti, le frontiere.

Obiettivo strategico del PON è anche l’adeguamento strutturale necessario a favorire l’amministrazione efficace della giustizia nonché a qualificare e rendere più efficace l’attività degli operatori delle Forze di polizia: questo anche al fine di renderli utenti puntuali delle nuove tecnologie e di fornire loro gli strumenti culturali per farne attori di una radicale trasformazione del rapporto tra cittadini e istituzioni, favorendo la sensibilizzazione della pubblica opinione locale ai temi della legalità e della sicurezza. Nodo e strumento essenziale di tale strategia è il partenariato con le Amministrazioni regionali.

La coerenza della programmazione di sicurezza con le strategie generali del QCS è infine assicurata dalla trasversalità che caratterizza il PON rispetto a tutti gli assi prioritari e ai diversi profili trasversali.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

573,108

            di cui:   FESR

523,108

                        FSE

50,000

                        FEOGA

-

                        SFOP

-

 

5.3.4.   Sviluppo locale Inizio Pagina

L'analisi della struttura produttiva meridionale consente di rilevare sia la presenza di elementi di significativo dinamismo, sia il permanere di elementi rilevanti di debolezza strutturale.

Fra i primi si possono segnalare: la presenza di nuovi settori emergenti (informatica, mobili, macchine per ufficio); un saldo positivo della demografia industriale; l'emergere di operatori che puntano sul miglioramento qualitativo dei prodotti e l'esistenza di sistemi locali trainanti di piccola e media impresa.

Fra gli elementi di debolezza: l’eccessiva frammentazione della struttura produttiva; una capacità innovativa ancora eccessivamente ridotta; una struttura finanziaria delle imprese  debole; l'intrinseca vulnerabilità agli andamenti del ciclo e dei mercati dei sistemi locali di sviluppo.

Nel contesto delineato le principali opportunità sono rappresentate dalla crescente vivacità delle imprese meridionali, dalla disponibilità di un sistema certo di incentivi, che garantisce un utilizzo efficiente ed efficace delle risorse, dalla disponibilità delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, dalle potenzialità di crescita dell'area del Mediterraneo e dai conseguenti vantaggi localizzativi del Mezzogiorno.

Dall'analisi della situazione deriva una strategia di sviluppo del PON “Sviluppo imprenditoriale locale” che punta al consolidamento del tessuto imprenditoriale attraverso il sostegno alla crescita e al rafforzamento delle imprese, anche sotto il profilo dimensionale; che si fonda sull'accrescimento della competitività favorendo l'innovazione tecnologica; che promuove il processo di aggregazione dei sistemi di imprese e di creazione di interrelazioni a livello territoriale.

Ai fini di accompagnare le nuove dinamiche di crescita del Mezzogiorno  il Programma mira a mantenere un regime di convenienza localizzativa nel breve-medio  periodo avviando, allo stesso tempo, un processo che destina in maniera selettiva il sostegno pubblico ad iniziative rispondenti tanto alla necessità di migliorare la competitività del sistema produttivo quanto all'esigenza di contribuire allo sviluppo di specifici ambiti territoriali.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

1.978,939

            di cui:   FESR

1.911,439

                        FSE

67,500

                        FEOGA

-

                        SFOP

-

 

5.3.5.  Trasporti Inizio Pagina

Il PON ha per obiettivo quello di rafforzare il sistema dei trasporti nel Mezzogiorno, al fine di assicurare collegamenti più efficienti, in quanto componente essenziale della strategia di sviluppo del Mezzogiorno e della valorizzazione dei suoi fattori di competitività.

Il programma, coerentemente con le priorità stabilite nel Piano Generale dei Trasporti e con le linee operative per il Mezzogiorno che verranno desunte dal Piano Generale in un apposito documento operativo, identificherà le priorità di intervento sulla base di componenti “invarianti”, scelte attraverso una metodologia di valutazione ex-ante in grado di stabilire una gerarchia di interventi sulla base di precisi indicatori di performance e di impatto.

Tali componenti, rappresentate da azioni e/o progetti che andranno intrapresi comunque, in quanto prioritarie e compatibili con le diverse possibili opzioni alternative di sviluppo del settore trasportistico, saranno orientate ai seguenti filoni di intervento:

-            miglioramento dell’accessibilità all’interno del territorio meridionale e da questo verso altre aree, in coerenza con la politica di potenziamento dei TEN;

-            riequilibrio modale in favore delle modalità di trasporto economicamente, socialmente e ambientalmente più efficienti;

-            sostegno all’intermodalità, per la creazione di un sistema integrato di trasporti;

-            recupero di efficienza e di qualità del servizio, con particolare riferimento agli standard di sicurezza, e alle tecniche di gestione della rete;

-            governo della mobilità, per fluidificare i flussi di traffico;

-                     riduzione degli impatti ambientali, sia sul fronte delle infrastrutture che su quello delle emissioni.

Al fine di assicurare il pieno coordinamento con le misure dei trasporti previsti nei singoli POR, il PON espliciterà meglio i criteri di ripartizione degli interventi, già ripresi nel capitolo 3.7 del presente documento, ferma restando la necessità di una valutazione ex-ante dei progetti selezionati.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

1.801,313

            di cui:   FESR

1.801,313

                        FSE

-

                        FEOGA

-

                        SFOP

-


5.3.6.  Pesca Inizio Pagina

La strategia alla base del Programma Operativo Nazionale Pesca mira a creare le condizioni per accelerare il processo di modernizzazione del settore nel Mezzogiorno.

La strategia di sviluppo del settore mira in particolare al:

1.                  perseguimento integrale degli obiettivi fissati in sede comunitaria per quanto riguarda la strategia di adeguamento della capacità di pesca espressa dalla flotta;

2.                  mantenimento in efficienza della dotazione di capitale fisico utilizzato per lo sfruttamento delle risorse in termini di rinnovo della flotta, attraverso le iniziative di ammodernamento e nuove costruzioni.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

122,000

            di cui:   FESR

-

                        FSE

-

                        FEOGA

-

                        SFOP

122,000

 

5.3.7.   Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema Inizio Pagina

Obiettivo generale del programma di assistenza tecnica è quello di migliorare la qualità e assicurare e massimizzare la coerenza dei programmi e degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali, nella prospettiva di promuovere e realizzare le condizioni per la loro utilizzazione effettiva, ottimale, efficace nel conseguimento degli obiettivi di riduzione del divario delle aree depresse del Paese.

Tale obiettivo deve essere conseguito in maniera durevole: dunque puntando ad interventi di carattere strutturale volti da un lato a definire standard di operatività della pubblica amministrazione in linea con le esperienze più avanzate (così da poter internalizzare le tecniche di gestione – programmazione, valutazione, monitoraggio – necessarie ad un’implementazione efficace dei programmi), dall’altro ad adeguare l’insieme degli strumenti di cui l’amministrazione deve poter e saper disporre per assicurare condizioni adeguate di attuazione dei programmi: linee di semplificazione procedurale; analisi di fattibilità, studi, basi di dati, ricerche su aspetti specifici e mirati dell’attuazione dei programmi; adeguamento della disponibilità di piani, programmi, strumenti di pianificazione e orientamento per rendere più spedito, trasparente e tempestivo l’intervento sul territorio. Inoltre, un aspetto rilevante della strategia del programma riguarda gli interventi di sistema e in particolare quelli a titolarità del Ministero del Lavoro.

La strategia alla base del programma di assistenza tecnica mira quindi al graduale ma rapido rafforzamento delle strutture, degli uffici, delle unità della pubblica amministrazione impegnate nelle attività di programmazione e gestione dei programmi dei fondi strutturali. E, nel contempo, alla definizione e alla realizzazione della strumentazione funzionale a tali programmazione e gestione. Tale strategia implica pertanto la realizzazione di un programma:

-                     fortemente specializzato ed in grado di produrre un valore aggiunto consistente sul piano del patrimonio di tecniche, know-how e strumenti necessari per una gestione efficiente ed efficace dei programmi cofinanziati;

-                     articolato e integrato sul piano delle azioni da avviare per conseguire gli obiettivi indicati: supporto tecnico, formazione, assistenza progettuale, studi, ricerche, azioni di accompagnamento;

-                     caratterizzato da un forte e prevalente contenuto di trasferimento del know-how per la Pubblica Amministrazione, così da creare progressivamente le condizioni per una gestione diretta e specialistica anche delle funzioni tecnicamente più complesse.

Risorse finanziarie indicative del programma (in milioni di euro)

Fondi Strutturali

312,428

            di cui:   FESR

143,978

                        FSE

168,450

                        FEOGA

-

                        SFOP

-

 
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