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Intitolazione dell'Edificio
L'Edificio Scolastico viene intitolato a Costanzo Ciano. Nella delibera
dell'8 luglio 1939 possiamo leggerne la motivazione: "Considerato che la scomparsa di
Costanzo Ciano, l'eroe leggendario che negli ardui cimenti di guerra, come nella
quotidiana fatica di uomo di Stato ha rifulso di viva luce per eccelse virtù di patriota
e cittadino lasciando larga eredità di affetti ed il più profondo unanime compianto che
a perpetuare la memoria ovunque le amministrazioni hanno presa l'iniziativa di intitolare
all'illustre estinto vie, piazze e le più importanti opere pubbliche del luogo, ritenuto
che questo Comune non potrebbe più degnamente onorare il ricordo se non legando il suo
nome al grandioso Edificio Scolastico per le scuole primarie sorte per volere e
munificenza del nostro amato Duce, che il tangibile segno di ammirazione e di omaggio,
vuole anche essere incitamento e monito alla gioventù studiosa, del come si debba e si
sappia servire la patria in guerra e in pace.Costanzo Ciano, consuocero di Mussolini,
padre di Galeazzo, consorte di Edda Mussolini, muore infatti a Livorno tra il 26 e il 27
giugno 1939, a 63 anni. Riceve onoranze funebri solenni; è l'ultimo del regime fascista
ad avere questa opportunità. In molte città italiane si intitolano al suo nome ospedali,
piazze e scuole: ad esempio l'ospedale di Livorno, la piazza di Montecitorio a Roma,
l'edificio scolastico di via Roma in Gubbio e così via. Costanzo Ciano nasce da una
famiglia della buona borghesia in via del Convento a Livorno il 30 agosto 1876, l'anno in
cui la Sinistra va al governo per la prima volta con Agostino Depretis, da Raimondo Ciano
livornese ma di sangue napoletano e da Argia Puppo genovese. Per avere un'idea della sua
agiata condizione sociale basti pensare che egli spende per ciascuno dei suoi tre figli
maschi entrati all'Accademia una somma che supera il reddito annuo di un operaio
qualificato; nel 1885 - va sottolineato - un buon operaio non guadagna più di due lire al
giorno. Costanzo Ciano è stato un eroe stratega della prima guerra mondiale, un saggio
organizzatore, medaglia d'oro e d'argento, conte di Cortellazzo nel 1928, sottosegretario
per la Marina negli anni 1922-24, Ministro delle Poste (1924) e delle Comunicazioni (anni
1924-34) poi Presidente della Camera, uomo di fiducia di Mussolini, designato a
succedergli in caso di attentato o di scomparsa improvvisa, padrino, con appetiti
affaristici, dell'Italia industriale del primo dopoguerra. I livornesi lo soprannominano
" Ganascia " per la sua mascella dannunziana, la sua fama di mangiatore e il suo
appetito affaristico. Audace, spericolato, irruento, sanguigno, volitivo, spregiudicato,
è stato amico di Guglielmo Marconi e una delle cause dell'abbandono dell'Italia da parte
di Arturo Toscanini. Alleato dei potenti dell'epoca (Agnelli, Volpi di Misurata, Pirelli),
passa alla storia come Ministro che " faceva arrivare i treni in orario " ma
anche come uno dei profittatori del regime fascista. Prima e durante la prima guerra
mondiale partecipa a numerose imprese, quali: l'impresa di Libia nel 1911, un secondo
intervento in Libia nel 1915 per liberare Tobruk, l'impresa di Parenzo, di Pola, di
Cortellazzo e, insieme a Gabriele D'Annunzio, prende parte alla beffa di Buccari presso
Fiume (10 - 11 febbraio 1918). Il 16 novembre 1919 si svolgono in Italia le prime elezioni
politiche del dopoguerra che si fanno per la prima volta a suffragio universale maschile
con sistema proporzionale. Ciano si presenta per il Blocco Democratico, ma viene
"trombato". Nelle elezioni del 15 maggio 1921 riesce ad essere eletto. La sua
attività alla Camera è modesta. Alla caduta di Mussolini, il 25 luglio 1943, l'Italia
antifascista si accanisce contro le testimonianze del potere di Costanzo Ciano: svelle e
abbatte le sue statue, cancella il suo nome dalle piazze e dalle strade, a Livorno devasta
il suo pantheon familiare in costruzione sul monte Burrone, a Genova viene rimosso il
monumento a lui dedicato. "Il Corriere della Sera" a tale proposito scrive:
"... è giusto ed è doloroso. Costanzo Ciano fu buon marinaio e diede prova di
intrepido ardimento, fu anche fortunato perché ebbe compagno e testimone un poeta, il
più celebre dei nostri scrittori Gabriele D'Annunzio. Ed ecco, tra parentesi, un altro
che ebbe dalla guerra una parte onorevole, ma che poi si fece alimentare dallo stato
fascista con larghezza di milioni, le sue pittoresche manie di finto principe del
Rinascimento, pagando di non sentite lusinghe il dittatore... Costanzo Ciano, dunque,
arriva con titolo d'onore ad una ripresa della vita civile nella quale meritava d'avere un
rispettabile posto il più rispondente possibile alla sua pratica d'uomo, ma si legò alla
parte che sormontava, di-venne ministro e si mise a guadagnar denaro..."; in
conclusione, pur avendo avuto il coraggio fisico e aver meritato la medaglia d'oro è
mancato a Ciano il coraggio civile, quello che secondo l'articolista non fa vendere
l'anima. Anche nel nostro Edificio Scolastico viene cancellata l'intitolazione a Costanzo
Ciano. |
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