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Il lato oscuro dei cuccioli in vetrina. Traffici di animali.
Applicazioni delle leggi per la tutela degli animali. Codice Penale : leggi riguardanti gli animali.

 

Il lato oscuro dei cuccioli in vetrina.

POVERI CUCCIOLI, RIBELLIAMOCI!

Ammassati a centinaia in camion senz’acqua, senza cibo, per migliaia di chilometri, dall’Est fino alle nostre frontiere, muoiono come mosche. E quelli che sopravvivono, finiscono, se va bene, nelle vetrine dei negozi di animali. Una vera e propria tratta dei quattrozampe. Una vergogna cui mettere fine.State per acquistare o regalare un cagnolino o una micetta? Attenzione a chi rivolgete, per non alimentare,inconsapevolmente, l’orribile tratta dei cuccioli dell’Est. Vengono strappati alle cure materne dopo pochesettimane di vita, arrivano in Italia imballati come saponette, dentro cassette di cartone o di legno, ammassatiin camion, al buio, senz’acqua, senza cibo, senza aria. In treni merci, non riscaldati d’inverno o roventi d’estate. Trenta, trentacinque ore di viaggio, dall’Est fino alle nostre frontiere, in condizioni igieniche drammatiche, Edgar Meyer, direttore di Gaia, animali & ambiente, ne fa un resoconto impressionante: "Secondo le nostre stime sarebbero almeno 50 mila ogni anno. Nel 70% provengono dall’Ungheria, ma vengono importati pure dalla Polonia, Romania, Russia e Slovenia. La maggior parte muoiono per i maltrattamenti subiti nel corso del trasporto. Ma le organizzazioni di trafficanti li pagano talmente poco che si rifanno con quelli che restano vivi e che riescono a vendere". Per i sopravvissuti inizia un nuovo calvario. Spesso si ammalano perche’ non sono stati vaccinati. Soffrono di gastroenterite, cimurro, malattie facilmente trasmissibili, con un’alta incidenza di mortalita’. Il risco di contagio e’ enorme. Perche’ esiste questo commercio cosi’ barbaro? Ancora Meyer "Semplice costa meno degli animali italiani.Quindi i commercianti guadagnano di piu'’. Un commercio illegale che sembra sfuggire completamente ai controlli ai valichi di frontiera, e che lo Stato italiano non affronta con i mezzi e la determinazione necessaria. A far esplodere il caso, nel maggio ’97 e’ stato il guasto al motore di un furgone proveniente dall’Ungheria, che resta bloccato per piu’ di 24 ore a Latisana (Ud). Qualcuno sbircia il carico. Sorpresa: dentro ci sono 50 cuccioli di rotweiler e 20 gatti persiani stipati in condizioni disastrose. Si scopre che il furgone e’ passato tranquillamente al controllo veterinario alla frontiera di Gorizia. La vicenda finisce sui giornali, con tanto di interpellanza al ministero della Sanita’.a firma dell’onorevole Anna Maria Procacci (Verdi). Come mai i servizi veterinari del valico di Gorizia (dipendenti dal ministero) hanno dato il permesso? Nessuna risposta. E i traffici senza scrupolo continuano ad agire indisturbati. Le leggi per inchiodarli ci sono la n. 173711 1993 contro il maltrattamento degli animali e il decreto legislativo n.532 del 30.12.1993 che recepisce una direttiva CEE relativa alla protezione degli animali durante il trasporto. "I controlli e le visite alle frontiere sono quasi inesistenti" dichiarano Antonio Iacoe, presidente dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali). "Le autorita’ italiane si limitano a operazioni doganali di tipo cartaceo". Miranda Rotteri, delegato regionale della lega antivivisezionista nazionale: "Farla franca e’ fin troppo facile. Se un camionista esibisce il certificato sanitario di un veterinario di Breslavia, i doganieri come possono controllare che non sia falso? E chi scaricherebbe un tir che trasporta casse di birra o di legname, per vedere se nascunde una cucciolata (che non abbaia perche’ imbottita di tranquillanti?" Le autorita’ tendono a ridimensionare la portata del traffico illegale, in un ping pong di responsabilita’. I doganieri di Fernetti interpellati da Club3 dicono: "Se il camionista trasporta animali, e prodotti di orgine animale soggetti a visita sanitaria, noi lo mandiamo a Prosecco (otto chilometri di distanza)". I veterinari di Prosecco non rilasciano dichiarazioni. Rimandano la risposta al ministero della Sanita’. Il portavoce incaricato e’ Piergiuseppe Fascelli, direttore dell’ufficio terzo. "Dirigo questo ufficio da un anno e mezzo e non ho mai sentito parlare di questo traffico. Non mi risultano segnalazioni di irregolarita". Da Porpetto, la signora Oriana del canile Girasole, che ha ancora negli occhi le immagini strazianti dei cuccioli ospitati per le cure del caso, non la pensa cosi’. "La tratta dell’Est continua come prima". Vittorino Meneghetti, che ha un centro cinofilo dove alleva e addestra cani di razza alle porte di Milano, li vede arrivare proprio davanti al cancello, i camion targati Ungheria: " Vedono il cartello Centro cinofilo della tangenziale, si fermano e mi propongono cuccioli a 30-40 mila lire, cani di tutte le razze". Fulvia Fazio conduce il programma Arca di Noe’, in onda su Rai due la domenica mattina dalle 8 alle 9,30. "Arrivano in redazione centinaia di telefonate di ascoltatori che hanno comprato questi cuccioli che poi si ammalano. Si sentono truffati. Hanno pagato un pastore tedesco magari un milione di lire, poi il cane si ammala e muore. Ma c’e’ anche lo shock, perche’ all’animale si sono affezionati. Non hanno piu’ voglia di avere un altro cane". La rete dei trafficanti e’ estesa e varia. Esiste un mercato illegale, fatto di venditori ambulanti, che girano per i paesi con il camper, espongono i cani, e sottobanco li vendono. Monica Cirinna’, consigliere presso l’Ufficio dei diritti degli animali del comune di Roma racconta: "Abbiamo avuto varie segnalazioni di cittadini che hanno comprato questi cuccioli malati. E che poi sono morti. La cosa inquietante e’ che i piu’ grandi committenti di questo traffico sono proprio i negozianti". Che fare dunque per stroncare il traffico dell’Est? Antonella Gentili della Lega nazionale per la difesa del cane, lancia un appello ai lettori di Club3: "Ci sono tanti cani abbandonati che chiedono di essere adottati: rivolgetevi ai rifugi sparsi per l’Italia o ai canili comunali". La pensa cosi’ anche il presidente dell’Enpa: "Occorre proibire la vendita degli animali nei negozi. I commercianti possono prosperare con il mercato dei mangimi, dei guinzagli e accessoristica varia", dichiara Antonio Iacone. E Mayer (Gaia): "Prendiamo esempio dalla Francia, vietando per motivi sanitari ed etici, l’ingresso di cuccioli provenienti dall’Est europeo di eta’ inferiore ai tre mesi". Cosa ne pensa il ministero della Sanita’? Il direttore Fuscelli dichiara che al momento non e’ in previsione alcuna misura particolare, ma si mostra disponibile. "Se arrivano sollecitazioni e denunce potremmo mettere allo studio un decreto". E NOI, COSA POSSIAMO FARE?. La tratta dell’Est. Un orrendo destino per i poveri animali. Una truffa anche nei confronti degli ignari
compratori. Ma possiamo contrastarla.

Ecco come:

Non comprare mai cuccioli di eta’ inferiore a tre mesi.
Meglio evitare di comperare cuccioli nei negozi, sopratutto se esposti nelle vetrine sono i piu' a rischio e di provenienza sospetta.
Non acquistare cani e gatti a mostre e fiere itineranti.
E’ sempre meglio rivolgersi ad un allevatore di fiducia.
Adottare un trovatello di canile.
Richiedere la documentazione delle vaccinazioni.
Portare comunque subito il cucciolo acquistato da un veterinario per una bella visita.

A CHI RIVOLGERSI

Occorre anche una forte mobilitazione pubblica. Affinche’ i responsabili di questo orrendo traffico, a ogni
livello (dall’importatore al commerciante) possano essere perseguiti.
Ecco alcuni indirizzi a cui rivolgersi per segnalare o denunciare manifestazioni o vendite irregolari:
Lega nazionale per la difesa del cane – Via Fornace del Garbo, 11 – GENOVA tel. 010/7456122
Gaia, animali & ambiente – Via Dogana, 2 – MILANO tel. 02/86465111
Enpa (ente nazionale protezione animali) – Via Attilio Regolo, 27
ROMA tel. 06/3242873
Lega antivivisezionista nazionale – Piazza della Liberta’, 36R
FIRENZE tel. 055/571805
ASL, servizio veterinario, nella propria citta’ di residenza


TRAFFICI DI ANIMALI

In collaborazione con il comitato Segugio 281

Da parecchi anni si perpetrano movimenti di animali domestici, in particolar modo cani e gatti, verso paesi del nord Europa sopratutto Germania, Svizzera e Austria.

Sedicenti zoofili adottano parecchi cani per volta dai canili pubblici e privati e anche cani di proprieta' incustoditi spariscono per poi non essere mai piu' ritrovati.

In casi documentati, i cani spariti sono stati rinvenuti narcotizzati in furgoni fermati dalle forze dell'ordine.

Vi chiediamo di leggere la lettera aperta del comitato "Segugio 281" costituitosi per la tutela degli animali d'affezione all'interno della Comunita' Europea.

ATTENZIONE A:

non lasciare mai animali incustoditi, anche per breve tempo, legati fuori da negozi o grandi magazzini,

non lasciare mai animali soli in auto,

non affidare cucciolate a sconosciuti che promettono di sistemarli,

non affidare cani sulla parola: se siete volontari di canili o rifugi, fate compilare appositi moduli d'affido con clausole di assoluto controllo: dovete sempre avere la possibilita'di rintracciare e contattare gli affidatari,

non fidarsi di veterinari che, con la scusa di prestazioni gratuite, prelevano animali.

In dettaglio la lettera :

Cari amici, come probabilmente molti di voi gia' sanno da anni e' in atto un continuo import-export di animali d'affezione come cani e gatti, per lo piu' randagi, tra i diversi stati dell'Europa.Si tratta di migliaia e migliaia di animali prelevati da paesi dell'Europa meridionale tra cui l'Italia e destinati ad Austria, Svizzera, Germania e Belgio.Nonostante le varie ipotesi al riguardo la destinazione finale degli animali e' pressoche' sconosciuta. Lasciando quindi da parte ipotesi e sterili polemiche ecco i fatti: in Italia la tutela del benessere degli animali d'affezione e la lotta al randagismo sono regolamentate dalla legge 281/91.

*Essa sostanzialmente: vieta la soppressione degli animali ed il loro utilizzo in esperimenti di vivisezione e obbliga l'identificazione dei cani a mezzo tatuaggio indolore, tutela le colonie feline e individua in Comuni e ASL i responsabili del mantenimento e della cura dei randagi.

*L'esportazione e' un alibi per non applicare la legge 281: Comuni e ASL si liberano del problema dei randagi sbarazzandosene ed evitando cosi' lo stanziamento dei fondi per il loro mantenimento. Cosi' facendo inoltre nulla viene fatto per risolvere alla base il problema del randagismo con campagne di sterilizzazione, di diffusione capillare dell'anagrafe canina e di sensibilizzazione nonche' con l'applicazione sistematica delle sanzioni (per quanto al momento irrisorie) previste dalla stessa legge 281.

*Per quanto riguarda gli animali esportati si tratta di: randagi prelevati da canili (o gattili) direttamente o tramite terzi, randagi prelevati illegalmente dalla strada, animali ceduti da proprietari in difficolta', cucciolate di animali di proprieta'.

*Gli esportatori agiscono a nome proprio o a nome di associazioni "protezionistiche" e sono tutti comunque collegati tra loro e spesso per prelevare tanti animali senza dare troppo nell'occhio si servono di prestanome.

*Della quasi totalita' degli animali e' impossibile conoscere la provenienza, poiche' non sono identificabili essendo privi di regolare tatuaggio (unico strumento legalmente riconosciuto a tal fine).

*Gli animali deportati sono di solito privi di qualsiasi certificato sanitario necessario per l'espatrio e addirittura del libretto sanitario oppure sono accompagnati da certificati e libretti contraffatti.

*A parte ovvie difficolta' di tipo pratico, e' impossibile per i responsabili delle ASL o loro incaricati controllare la destinazione e la sistemazione degli animali nel momento stesso in cui superano la "frontiera" per problemi di competenza territoriale.

*Indagini di organismi ufficiali, documentazioni e dichiarazioni degli stessi esportatori hanno portato a stimare in diverse migliaia il numero di animali trasportati all'estero ogni anno.

*Ci sono prove che documentano un introito di 150/250 (la cifra risale a diversi anni fa, ora chiaramente e' salita) marchi tedeschi per ogni animale esportato.

*Gli animali, stipati in furgoni e narcotizzati, viaggiano in condizioni penose tali da indurre a denunce per maltrattamento.

*Spesso gli esportatori si presentano offrendo denaro e aiuti ai canili e rifugi in difficolta' per poi portare via gli animali.

*I privati che, in buona fede, affidano a queste persone i propri animali devono firmare un documento con cui, tra le altre cose, si impegnano a non informarsi sull'eventuale destinazione dell'animale .

*Da alcuni anni si assiste sempre piu' spesso alla sparizione e al furto di animali di proprieta': da giardini privati, parchi, automobili, supermercati e da pensioni per animali .

*Gli esportatori dicono di sistemare tutti gli animali in buone famiglie, ma si sono detti disponibili a fornire soltanto un esiguo numero di indirizzi (da loro scelti) per eventuali controlli. Sembra insomma che gli unici riscontri possibili siano quelli su dati forniti dagli stessi esportatori, cioe' dei controlli pilotati.

*E se anche fornissero degli indirizzi come sarebbe possibile conoscere la destinazione finale di tutti gli animali se non se ne puo' conoscere a priori neppure il numero reale?

*Recentemente organismi di controllo ufficiali hanno recuperato in laboratori di vivisezione cani di proprieta' rubati provenienti da altri paesi.

Con questa prima lettera abbiamo voluto inquadrare con un certo rigore il fenomeno dell'esportazione di animali all'estero, ma non basta: questo e' soprattutto un appello, una richiesta d'aiuto rivolta a chi ama chiarezza e trasparenza e che non accetta come risposta da chi colloca animali (anche se si tratta di un'associazione) :devi fidarti di me senza fare domande, ovvero gli animali sono i miei e li metto dove voglio.

Chiediamo a voi tutti di segnalarci: tutti i casi di sparizioni di animali, di accalappiamenti non autorizzati, di cessioni multiple sempre alle stesse persone e qualsiasi altro riteniate sospetto.

Vi chiediamo anche di divulgare le informazioni che vi abbiamo dato al maggior numero di persone possibile, cosi' da evitare di affidare animali in modo avventato.

Se avete dubbi, domande o volete collaborare con noi, ora sapete dove trovarci SEGUGIO 281 comitato per una sicura circolazione nella comunita' europea Tel. 02-93589339

 

APPLICAZIONE DELLE LEGGI DI TUTELA DEGLI ANIMALI

I punti essenziali a livello pratico-operativo per il singolo cittadino o per le associazioni che intendano denunciare un illecito in materia di tutela di animali Trattandosi di reato, e' competente ad intervenire qualunque organo di polizia giudiziaria (P.G.): Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Corpo Forestale, Vigili Urbani, etc. Non e' assolutamente vero che questo sia un reato di competenza solo delle guardie zoofile. La Cassazione ha ribadito che tutti gli organi di P.G. sono competenti per i reati in materia ambientale e di tutela animali (Cass. pen. sez. III - Pres. Gambino - Est. Postiglione - n.1872 del 27/9/91). Un privato cittadino e/o un'associazione possono rivolgersi ad un qualsiasi organo di polizia giudiziaria segnalando uno dei casi illeciti previsti dall'art.727 (o da altri articolo del Codice Penale) e richiedendo un intervento per accertare il reato ed impedire che questi venga portato ad ulteriori conseguenze ai sensi dell'art. 55 del Codice di Procedura Penale. La denuncia puo' essere: Immediata ed orale (di persona o per telefono) per illeciti in corso, con richiesta di intervento onde impedire il protarsi della situazione antigiuridica. Scritta in carta e forma libera (non servono carta da bollo o moduli predefiniti) per casi di minore immediatezza, da presentarsi presso l'ufficio di qualunque organo di P.G. o direttamente presso la cancelleria del Procuratore della Repubblica presso la Pretura Circondariale del luogo (meglio se di persona). La denuncia e' una esposizione di fatti concreti (non valutazioni o impressioni) che si sottopone alla P.G. ed al magistrato per segnalare un reato e chiedere il loro intervento. Ogni denuncia pertanto deve contenere in modo chiaro: Il nome, cognome e indirizzo del denunciante; in caso di associazione, oltre all'intestazione della stessa sara' necessario indicare il nome del firmatario. Una esposizione chiara, riassuntiva e precisa dei fatti. Elementi per giungere, direttamente o indirettamente, alla individuazione dei responsabili. I nomi di eventuali testimoni che possano riferire sui fatti. Ove possibile, alcune fotografie o documenti di altro tipo a supporto di quanto esposto. Data e firma. Dopo aver presentato la denuncia, non limitarsi ad attenderne gli esiti (non vi e' obbligo di avvisare il denunciante dell'evolversi della procedura...) ma sara' opportuno chiedere, dopo un relativo lasso di tempo, l'epilogo del caso all'organo al quale e' stata presentata la denuncia. In caso di inerzia dell'organo di P.G. si puo' segnalare il fatto ai superiori o al Procuratore della Repubblica. In caso di archiviazione presso il Procuratore della Repubblica sara' opportuno richiedere copia del provvedimento di archiviazione per valutare i motivi della stessa. Nel caso in cui invece la denuncia si evolva in un procedimento penale, sara' opportuno per le associazioni costituirsi subito parte civile, al fine di entrare di diritto nel processo; non si deve attendere il momento del giudizio, ma costituirsi parte civile in precedenza, in modo da poter seguire le fasi antecedenti al dibattimento.

FAC-SIMILE DI DENUNCIA PER TUTELA DEGLI ANIMALI

All’Ill.mo Signor Procuratore della Repubblica

presso la pretura di ....................................................................................................

Il sottoscritto ...............................................................................................................

nato a ..…………....................................................................…… il ............................

residente in…………..............……………. via…………........................……… tel. ............

Con la presente formale denuncia desidera portare a conoscenza della S.V. Ill.ma i fatti che qui di seguito si illustrano. il giorno………………....… alle ore……….. in località ...................................................... ................................................................................................................................... ai fatti sopra illustrati hanno assistito i signori ................................................................. il sottoscritto denunciante chiede pertanto alla S.V. Ill.ma che voglia procedere penalmente contro il signor ................................................................................................................................... per il reato di cui all’art. 727 codice penale.

Con ossequio Luogo, data, firma

CODICE PENALE

Art. 500 DIFFUSIONE DI MALATTIA DEGLI ANIMALI Chiunque cagiona la diffusione di una malattia ad animali pericolosa per il patrimonio zootecnico della Nazione è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Se la diffusione avviene per colpa I'ammenda è fino a L.4.000.000

Art. 638 UCCISIONE O DANNEGGIAMENTO DI ANIMALI ALTRUI Chiunque senza necessità uccide o rende inservibili o comunque deteriora animali che appartengono ad altri è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a lire seicentomila La pena è della reclusione da sei mesi a quattro anni, e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso su tre o più capi di bestiame raccolti in gregge o in mandria, ovvero su animali bovini o equini, anche non raccolti in mandria. Non è punibile chi commette il fatto sopra volatili sorpresi nei fondi da lui posseduti e nel momento in cui gli arrecano danno.

Art. 672 OMESSA CUSTODIA E MALGOVERNO DI ANIMALI Chiunque lascia liberi o non custodisce con le debite cautele animali pericolosi da lui posseduti o ne affida la custodia a persona inesperta e punito con I'ammenda fino a L.500.000. Alla stessa pena soggiace: 1) chi, in luoghi aperti abbandona a se stessi animali da tiro, da soma o da corsa, o li lascia comunque senza custodia, anche se non siano disciolti, o li attacca o conduce in modo da esporre a pericolo l'incolumità pubblica, ovvero li affida a persona inesperta; 2) chi aizza o spaventa animali in modo da mettere in pericolo I'incolumità delle persone.

Art. 727 MALTRATTAMENTO DI ANIMALI Chiunque incrudelisce verso animali senza necessità o li sottopone a strazio o sevizie o a comportamenti e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche, ovvero li adopera in giuochi, spettacolo o lavori insostenibili per la loro natura, valutata secondo le loro caratteristiche anche etologiche, o li detiene in condizioni incompatibili con la loro natura o abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'ammenda da lire due milioni a lire dieci milioni. La pena è aumentata, se il fatto è commesso con mezzi particolarmente dolorosi, quale modalità del traffico, del commercio, del trasporto, dell'allevamento, della mattazione o di uno spettacolo di animali, o se causa la morte dell'animale: in questi casi la condanna comporta la pubblicazione della sentenza e la confisca degli animali oggetto di maltrattamento, salvo che appartengano a persone estranee al reato. Nel caso di recidiva la condanna comporta l'interdizione dall'esercizio dell'attività di commercio, di trasporto, di allevamento, di mattazione o di spettacolo. Chiunque organizza o partecipa a spettacoli o manifestazioni che comportino strazio o sevizie per gli animali è punito con l'ammenda da lire due milioni a lire dieci milioni. La condanna comporta la sospensione per almeno tre mesi della licenza inerente l'attività commerciale o di servizio e, in caso di morte degli animali o di recidiva, l'interdizione dall'esercizio dell'attività svolta. Qualora i fatti di cui ai commi precedenti siano commessi in relazione all'esercizio di scommesse clandestine la pena è aumentata della metà e la condanna comporta la sospensione della licenza di attività commerciale, di trasporto o di allevamento per almeno dodici mesi.