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JIM  MORRISON & The Doors   pagina 5

Morrison era ormai stanco ed annoiato dalla musica e dal rock, che cominciava a trovare limitante e circoscritto. Per Jim la musica non era mai stata altro che uno dei possibili mezzi di comunicazione, da non disgiungere mai da altre forme espressive, quali teatro e poesia.

Gli ingranaggi del divismo rock si erano rivelati troppo rigidi per la sua personalità inquieta.

L'idea di sé come poeta, che Jim aveva coltivato un tempo, prendeva sempre più spazio e forma nella sua mente, alimentata da Pamela che trovava riduttivo, per Jim, essere soltanto una rock star.

L'inquietudine di Jim trovava sfogo nell'alcool ed in un ritorno al mezzo cinematografico, sostenuto, in questo percorso, da Ray Manzarek.

Il gruppo mise insieme una squadra di cineasti dilettanti che riprendevano i concerti e la vita della band dietro le quinte, con il progetto di farne un documentario completo, il cui titolo sarebbe stato "Feast of Friends".

Un riluttante (e perennemente ubriaco) Jim venne trascinato, in quell'ultimo squarcio del '68, nell'inevitabile tournèe europea, in quel vecchio continente dove la popolarità dei Doors stava toccando il culmine, nonostante le frequenti defaillances di Morrison in scena.

Il ritorno dei Doors in America tu contrassegnato da una sempre maggiore inquietudine di Jim.

Morrison infatti iniziò a cercare spazio (che ormai trovava angusto nel mondo del rock) nella poesia e nel Living Theatre, che traeva te sue radici da Antonin Artaud, di cui Morrison divenne attento ed appassionato spettatore. Fu, probabilmente, l'influenza del Living ad ispirare, nella sua mente alterata dall'alcool, la performance del Miami's Dinner Key Auditorium.

Il concerto ebbe un avvio stentato, con Morrison che colloquiava con il pubblico e lo provocava; poi, le pulsioni aggressive presero il sopravvento e Jim cominciò ad inveire

contro lo stesso pubblico e si abbassò la cerniera dei pantaloni.

Le cronache, su quel che successe dopo, sono sempre state discordi. Ma, che Jim avesse o meno mostrato i genitali ed avesse o meno simulato un coito orale abbassandosi davanti a Robby Krieger è un fatto marginale.

Resta certo, invece, che - una volta di troppo, nel posto e nel momento sbagliato - Morrison avesse provocato un 'America ancora fondamentalmente puritana e profondamente borghese. I capi d'accusa (atti di libidine, turpiloquio, oltraggio al pudore, ubriachezza, simulazione di coito orale) vennero formalizzati alcuni giorni dopo, mentre Morrison era in vacanza ai Caraibi, e concretizzati in un mandato di cattura. La libertà su cauzione raggiunse, per Jim, una cifra astronomica e sproporzionata ai reati ascrittigli.

La reazione immediata fu la cancellazione di tutta una serie di concerti e ingaggi, con i Doors nel ruolo degli untori di turno, segnati a dito ed allontanati dagli stessi manager ed impresari che li avevano viziati, coccolati ed esaltati.

I pochi concerti che non vennero cancellati suscitarono, però, nei fans reazioni anche più calorose ed entusiastiche del solito.

Jim, approfittando del periodo di riposo forzato, si dedicò alla pubblicazione di due raccolte di poesie, "The Lords" e "The New Creatures", firmate James Douglas Morrison.

Fu un Morrison stranamente ammansito, ingrassato ed ingrigito a chiudersi in sala di registrazione per la preparazione del nuovo album "The Soft Parade" (leggi il testo, in inglese e italiano, del brano The Soft Parade che ha dato il titolo all'album).

Abbandonati i pantaloni di pelle per dei larghi jeans rigati, la barba fluente, sigaro ed occhiali da sole, Jim ricordava un Che Guevara dall'atteggiamento ieratico e riflessivo.

Il 45 giri di Robby Krieger Touch Me (<< file midi), che con il suo successo fece da battistrada all'album, fruttò ai Doors nuove richieste di esibizioni accompagnate, però, da pesanti clausole che contemplavano l'annullamento del premio d'ingaggio in caso di oscenità da parte di Morrison.

La polizia, d'altronde, teneva pronti mandati d'arresto in bianco ad ogni esibizione dei Doors.

I concerti, e la stessa esibizlone dei Doors al Festival Pop di Seattle, in quell'estate del 1969, ne risultarono eccessivamente edulcorati ed addomesticati, frustrando un pubblico che cercava l'happening erotico prima ancora di apprezzare il pur buon livello musicale dei concerti.

L'album The Soft Parade, pur non essendo tra i migliori del gruppo, registrò il consueto successo, nonostante i Doors si fossero cimentati in arrangiamenti classicheggianti, inserendo suoni di archi, che non erano congeniali al loro genere di musica e ne spezzavano, ammorbidendola eccessivamente, la classica durezza.

Ma anche questo successo trovò Jim apatico ed indifferente, assorto nel proprio mondo interiore, nei propri problemi giudiziari e, soprattutto, in un impietoso esame di ciò che era diventato e di quel che non sapeva essere.

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