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LA STORIA DEL

 

Frank SinatraQualche anno fa un signore di nome Frank Sinatra ebbe a dire che "il rock'n'roll è la forma espressiva più schifosa, brutale e malefica, un afrodisiaco pestilenziale, la musica preferita di tutti i delinquenti della terra".

 

In realtà, con tutto il rispetto che si può e si deve avere per quel grande artista che è stato Sinatra The Voice, il rock è sì una musica di passioni giovanili, d'inesauribile energia e di ribellione sociale, ma non certo una forma espressiva schifosa.

 

È sicuramente un tipo di musica dotata di propria forza culturale, in cui a farla da padrone è il ritmo che, si sa, è uno dei principali elementi di passaggio tra sogno e realtà. Potremmo dire che il ritmo è, per il mondo del suono, ciò che la luce è per il mondo delle immagini: dà forma e conferisce un nuovo significato. La musica rock, al pari di altre forme di musica e di arte in generale, è assai difficile da descrivere a parole ed attesta il fatto che l'essenziale in tutte le cose è un non so che di inafferrabile e d'ineffabile; rinforza la convinzione che quello che più conta al mondo è proprio quello che non si può dire.

 

Il rock and roll ha resistito egregiamente finora a tutti i tentativi fatti per sotterrarlo, da quando il padre di qualche adolescente gridò per la prima volta "abbassa quella radio!!". La musica che ci hanno regalato Elvis, i Beatles, James Brown, Little Richard, i Led Zeppelin e gli U2, tanto per citare qualche nome, rimane ostinatamente viva, potentemente vitale. Con il passare del tempo, da semplice mania è diventata un genere di consumo per poi trasformarsi nella colonna sonora dell'epoca moderna.

 

 

Elvis Presley     The Beatles - 1963     James Brown     Little Richard

 

 

Led Zeppelin     U2

 

La storia umana di quest'ultimo mezzo secolo è intimamente intrecciata con la storia del rock, tanto che se si volesse descrivere la nascita e l'evoluzione del  rock in termini puramente musicali si finirebbe per tracciare una storia fatalmente incompleta. Non è possibile per esempio capire fino in fondo il fenomeno rivoluzionario Woodstock se non si ha almeno qualche nozione del ruolo dell'America nella Guerra del Vietnam.

 

Il leggendario concerto del 1969 a Woodstock: 3 giorni di pace, amore e musica.        Guerra del Vietnam

 

Con questo non si vuole dire che il rock'n'roll sia stato sempre e dovunque espressione artistica di ribellione,  di rivoluzione. E' stato ed è tuttora anche un vero e proprio gigantesco affare commerciale, talvolta basato su invenzioni ammirabili ma tutt'altro che rivoluzionarie (basti pensare alla famosa quanto insignificante frase "A Wa Bop A Lu Bop, A Lom Bam Boom ",  battuta di esordio della fortunatissima canzone Tutti Frutti di Little Richard).

 

Prima degli anni 50 l'industria musicale americana si concentrava sostanzialmente su tre filoni  di pop music:

-   la musica "race", razziale, (che più tardi avrebbe assunto il nome di rhythm & blues), dedicata al pubblico di colore;

-  la musica "folk" (che poi sarebbe diventata il country and western o più semplicemente country), rivolta essenzialmente al pubblico di bianchi poveri originario del Sud agricolo;

-  un terzo, più ricco, filone musicale senza un nome particolare, rappresentante la norma rispetto agli altri due che invece venivano considerate aberrazioni; tutti i dischi di musica pop non destinati ad un pubblico particolare rientravano in questo filone "principale".

 

Comunque non c'è mai stata una rigida divisione in campo statistico discografico, anzi le sovrapposizioni erano frequenti anche se in un solo senso:  i neri o i bianchi poveri compravano un disco di successo del genere pop principale molto più spesso di quanto i ricchi bianchi acquistassero un disco di musica razziale (r&b) o folk (country).

Il filone principale della pop music era fortemente legato ai palcoscenici di Broadway e quindi mise radici a New York, dominato da compositori newyorkesi come Irving Berlin, George Gershwin, Cole Porter e Richard Rogers. 

 

Israel Baline, detto IRVING BERLIN    George Gershwin     Cole Porter

 

Le loro composizioni si inspiravano a forme classico-romantiche europee, si sviluppavano in un crescendo e spesso comprendevano passaggi non ripetuti dal ritornello né dal coro. Si notavano dunque differenze marcate con lo stile più semplice e ripetitivo della musica pop dei filoni "poveri".

Differenze ancora più marcate si rinvenivano nei temi trattati: non raramente nella pop principale si parlava di un'America brillante, affascinante, sofisticata, emancipata, del tutto simile a quella visibile sui palcoscenici di Broadway e del tutto lontana dalla realtà sociale di povertà ed emarginazione dei popoli del Sud, realtà che invece si ritrovava appieno nei temi trattati dalle canzoni rhythm & blues  e da quelle country.

 

La gente di colore del Sud era isolata dalla cultura e dall'economia ufficiale, era ignorata e respinta dal Nord e nello stesso tempo oppressa dalla popolazione bianca locale (a sua volta disprezzata dalla gente di New York). Ma questo isolamento è stato una benedizione per la musica, perché ha permesso alla cultura bianca e a quella nera di non fondersi e, in seguito, di fiorire grazie alla radio.

 

All'inizio la radio si impose, in America, come mezzo di comunicazione molto democratico perché non costava molto (e quindi era alla portata di quasi tutti, tranne che dei più poveri), perché molti erano in grado di costruirsi da soli il proprio apparecchio e soprattutto perché essa permetteva di ascoltare musica senza che fosse necessario comprare dischi. 

 

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