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VIAGGIARE E MAL DI SCHIENA
In viaggio per le vacanze, per studio o per lavoro può essere causa di fastidi come il mal di schiena
dovuti a vari fattori.
Cominciamo dal bagaglio che sollevare diventa un trauma perché
può causare dolore alla schiena dovuto sia ad una postura scorretta, ma
aggravato dal fatto che si ha un grosso carico, che si va a scaricare sui
dischi intervertebrali. I bagagli rappresentano uno dei pesi a maggior
rischio, sia quando si preparano sia quando si disfano, quando si
trasportano, quando si stivano nel bagagliaio dell'auto o quando si issano
su un altro mezzo di trasporto.
Andrea Manzotti, osteopata a Milano ci dice quali sono le posizioni
insidiose e le possibili contromisure.
Si prendono le valigie....
Dove tenete le valigie? Se le
riponete in cima ad un armadio o in un vano creato a bella posta con una
controsoffitta, attenzione a come le tirate giù. Eh sì, perché ogni
volta che si alzano le braccia sopra la testa per afferrare un peso (ma
anche per pulire o tinteggiare il soffitto), la schiena tende ad arcuarsi
all'indietro e la sua curva lombare si deforma in quella che in termini
tecnici viene chiamata - iperlordosi -. In questo caso, sui dischi che
separano le vertebre lombari,, cioè della parte bassa della schiena, si
scaricano centinaia di chilogrammi, con conseguenze potenzialmente
nefaste.
La soluzione? Non
arcuare la schiena, mantenere la testa e le braccia in linea con il busto
o addirittura leggermente in avanti, accompagnare la presa della valigia
con una contrazione della muscolatura addominale, tenere le gambe non
dritte e rigide, ma leggermente piegate sulle ginocchia, così da
sottrarre alla schiena parte dello sforzo.
Come fare le valigie
Adesso la valigia è sul letto
e si tratta di riempirla. il modo più spontaneo di eseguire l'operazione
è piegare in continuazione la schiena in avanti per appoggiare in
bell'ordine maglie, camiciette, gonne. Forse non ci si rende conto, ma nel
fare i bagagli quest'operazione viene ripetuta decine o centinaia di volte
in un giorno.Peccato che, più si piega la schiena in avanti in questo
modo, maggior peso si scarica sulla nostra colonna vertebrale.
Il rimedio c'è. Non
piegare la schiena, ma piegare una gamba, appoggiando un ginocchio a
terra, portando spalle e testa all'altezza delle valigie. Apparentemente
si fa più fatica, ma si prendono due piccioni con una fava: oltre che
preservare la schiena, si tonificano i muscoli delle gambe (da alternare
nella fase di genuflessione).
Trasporto e stivaggio
Ora i bagagli sono pronti. Si
tratta solo di trasportarli. Fino alla macchina, al taxi, al treno.
Un'operazione che si può fare bene o male. Male se il bagaglio viene
trasportato come capita, con le gambe tese che non ammortizzano il carico.
Bene se si ha cura di piegare un poco le ginocchia a ogni impatto con il
terreno e di piegarle molto nel momento in cui si solleva il bagaglio da
terra. Bisogna poi stare attenti a bilanciare il peso del bagaglio tra le
due braccia. Portare in una mano una grossa valigia e nell'altra niente o
un piccolo bagaglio significa schiacciare letteralmente alcuni dei dischi
intervertebrali e sottoporre i muscoli dorsali a un lavoro asimmetrico. E'
ovvio che, sotto il profilo preventivo, sono benedetti sia l'uso di
valigie con le rotelline, sia l'utilizzo degli speciali carrelli adoperati
dagli scaricatori professionisti.
LE INSIDIE AL MARE.
Anche al mare la schiena corre
qualche rischio. Alcuni sport e tipiche attività balneari nascondono
insidie, spesso facili da eliminare.
I colpi sul gommone.
Sul gommone a ogni onda, a ogni
planata di prua, si riporta un contraccolpo destinato a essere assorbito
in gran parte dalla schiena. Nulla se si va per una mezz'ora, molto se
ogni giorno si spendono ore di navigazione. Come è successo a Matteo
Polii e Nicoletta Nutrito, la coppia che ha difeso i colori azzurri
nell'ultima edizione del Camel Trophy, articolata in una serie di prove
(immersioni, nuoto, ecc) nel corso di una traversata in gommone
sull'Oceano pacifico, dall'isola di Tonga a Samoa, e durata tre settimane.
"I nostri erano gommoni un po' particolari e a chiglia rigida",
dice Nicoletta Nutrito, 23 anni, bolognese, studentessa di ingegneria
gestionale. "Ma l'esperienza insegna che in gommone per attutire gli
urti bisogna cercare di attaccarsi bene alle corde se si sta sul tubolare,
senza mai -spaparanzarsi-, tenendo il seder appena poggiato, con la
muscolatura del tronco e delle braccia pronta ad assorbire i contraccolpi.
Si dovrebbe cercare di restare vigili e pronte ad ammortizzare i
microtraumi anche con le gambe".
Issare la vela è rischioso
Con il windsurf è
particolarmente rischioso il momento in cui si cerca di alzare la vela
colma d'acqua. Per salvare la schiena, l'operazione va seguita con le
ginocchia ben piegate, cercando di scaricare sulle gambe gran parte dello
sforzo.
Pochi minuti sugli sci
d'acqua
In scia ad un motoscafo la
schiena, specie nella parte bassa, lombare, subisce sollecitazioni enormi.
Che si fanno sentire chiaramente già dopo pochi minuti. Non è il caso di
fare gli eroi: al primo dolore conviene mollare la barra e rilassarsi in
acqua. Anche il più innocuo tra i mezzi di trasporto acquatici, la voga
su un pattino, sottopone a uno stress intenso il tratto lombare della
colonna.
E IN MONTAGNA.....
Anche su un sentiero alpino,
falcata dopo falcata, la schiena può andare incontro a qualche guaio.
Possiamo evitare dolori cervicali camminando con la testa ben bilanciata
sul busto, non troppo avanzata (se invece la portiamo troppo indietro,
scarichiamo più peso sul tratto lombare della colonna vertebrale). E'
bene fare passi non troppo ampi e, soprattutto, munirsi di racchette
telescopiche. In tutto simili a quelle usate sugli sugli sci, però
regolabili e disponibili in diversi modelli, le racchette telescopiche da
trekking garantiscono maggior stabilità in discesa e permettono di
scaricare il peso del corpo su quattro arti invece che su due. Ne
beneficiano le ginocchia in particolare, ma in questo modo si riescono a
tonificare anche i muscoli delle braccia, soprattutto il tricipite, un po'
trascurato nella vita di tutti i giorni.
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