IL RE ARCHITETTO: DECADENTISMO E STORICISMO NELLA PERSONALITA' ARTISTICA DI LUDWIG II |
I SENSI E LO SPIRITO |
Il
Venusberg ritratto nel castello di Neuschwanstein |
"Dove
sono?... Vedo le meraviglie del Walhalla; oh, da Sigfrido, da Brunilde!
Quale radiosa aureola sul cadavere di Tristano!... Vita celeste, volare da
loro!... Intessere delizie!... E laggiù l'inviato di Dio... Lohengrin!...
Dal cielo ogni anno giunge una colomba...! Tannhàuser, liberato da ogni
scoria terrestre. L'amore redime il peccatore! Oh, esso può tutto!
Lassù, da voi!" "O, Parsifal, redentore!(...) Forte è l'incanto di colui che |
desidera, ma più forte quello di colui che rinuncia. Quale grande, tremenda verità in queste parole!" (Ludwig) |
La personalità di Ludwig e il suo programma di rinascita artistica della Baviera non possono essere compresi senza tener conto che i suoi concetti legati all'arte si sono nutriti fin dalla fanciullezza di tutte le teorizzazioni preroman- tiche e romantiche, ma distinguendosene poi per molti aspetti che, come già abbiamo visto a proposito di "Arte e Genio", lo legano, invece, alla poetica decadente. | La stanza da letto di Ludwig nel castello di Hoenschwangau con raffigurazioni degli Amori di Rinaldo e Armida |
Oltre alle particolari caratteristiche dell'architettura, Ludwig manifesta
anche la concezione del valore dell'arte come un assoluto spesso indipendente dalla
morale, perché , sembrerebbe, ad essa superiore e preminente su agni altra espressione
umana. Se i Nazareni, infatti, rifuggivano da ogni aspetto sensuale nell'arte,
quest'ultimo è invece profondamente radicato nella musica e nella poesia di Wagner e, di
conseguenza, anche nei temi pittorici utilizzati da Ludwig nella decorazione dei suoi
castelli. In particolare, si segnala nelle sue dimore un uso spregiudicato (per l'epoca)
della bellezza del corpo nudo sia femminile sia maschile, senza nasconderne gli aspetti
erotici, tanto che una delle sue visioni preferite era quella del Venusberg del
Tannhauser, luogo dell'amor profano per eccellenza: esso è stato riprodotto, infatti,
nella grotta di Linderhof ed anche a Neuschwanstein. Inoltre, dalle fonti sappiamo che il
re fece eseguire anche diverse statue di nudo maschile facendo posare alcuni dei suoi
accompagnatori preferiti, ma queste opere, ritenute scandalose, vennero distrutte dopo la
sua morte. Si ha notizia anche di fotografie di nudo maschile eseguite o commissionate da
Ludwig, ma sulle quali si tende a mantenere un certo riserbo. In lui convivono, quindi, una forte tendenza sensuale e una ricerca superumana di smaterializzazione di ogni passione in pura spiritualità senza corpo. In generale, Ludwig perseguiva un ideale di purezza oltre la carne, accordando il suo rifiuto del contatto fisico con i personaggi eroici nei quali si identificava maggiormente, cioè Lohengrin e Parsifal. "Ben presto diventerò uno spirito, puro etere mi circonda," aveva scritto nel suo diario, nel 1871. Sembra quasi che egli fosse convinto che per restare intermediario tra Dio e il suo popolo, nella difesa dei sacri valori, egli dovesse rifiutare qualunque tipo di atto sessuale e ciò è dimostrato da alcuni passi del diario segreto nei quali egli dichiara di voler rinunciare a qualunque contatto fisico, altrimenti non sarà più degno di essere re. D'altra parte anche questa apparente contraddizione fa parte della poetica decadente secondo la quale si viveva la sessualità come un'esperienza mistica e un mezzo di conoscenza del reale attraverso il quale era possibile liberare le forze vitalistiche più profonde dell'uomo e della natura. Quindi la spiritualità assoluta non era certo platonica. Tale apparente contraddizione si può osservare proprio nella musica stessa di Wagner il quale rapisce l'ascoltatore verso le alte vette della contemplazione mistica, ma di fatto celebra per gran parte del Tannhauser l'amore orgiastico. |
OSSESSIONE E NEGAZIONE DEL CORPO
Ludwig era affascinato da questi due aspetti della
musica wagneriana, forse perché li sentiva rivivere nella propria personalità. La sua
idea di assoluta purezza smaterializzata si riflette anche nella sua ossessione-ribrezzo
per il contatto fisico: ne era ossessionato come apprendiamo da diversi passi del diario segreto, ma allo
stesso tempo odiava essere toccato fin da bambino come sappiamo da un famoso episodio che egli si ricordò a
distanza di anni. Inoltre ingiunse alla scultrice Elisabeth
Ney di eseguire la sua statua a figura intera senza prendere alcuna misura in modo che
non potesse toccarlo, e una volta che l'attrice Lila
von Bulyowsky tentò di baciarlo egli, pur dichiarandose infatuato, fuggì inorridito
all'idea. Ciò probabilmente non è dovuto solo al fatto che fosse omosessuale, ma a
qualcosa di ancor più radicale che coinvolgeva il suo stesso rapporto con la corporeità e la sua
totale negazione di essa. Da questo punto di vista il suo rapporto con la sessualità
appare molto singolare poiché, come abbiamo visto, da un lato egli nell'arte ricercava
spesso metafore erotiche molto esplicite che si trovano ovunque: nella sua camera da letto
a Hohenschwangau (Rinaldo e Armida), Tristano e Isotta a Neuschwanstein, il dipinto della
grotta del Tannhauser a Linderhof. Inoltre, nella stanza dedicata a Walther von der
Vogelweide a Neuschwanstein sono illustrati i versi della lirica "Sotto il tiglio", che presenta
una descrizione alquanto esplicita del rapporto amoroso carnale. Sembra, quindi, che
Ludwig, proprio come Tannhauser, da un lato fosse fortemente attratto dalla sensualità,
ma dall'altro tendesse totalmente a sublimarla, forse proprio perché, come gran parte
delle sue emozioni più intime, raggiungeva una intensità assolutamente incontrollabile. Tanto è vero che il momento che più lo aveva eccitato e sconvolto nell'opera citata era quello in cui il protagonista, nel III atto, sta tornando al Venusberg: in quel passaggio il re era apparso quasi in uno stato di incoscienza simile all'epilessia. A volte, durante la rappresentazione, fu visto aggrapparsi al bordo del palco mentre le lacrime gli rigavano il volto. Sotto questo aspetto si comprende anche il suo amore per certe opere di Wagner, dove gli amanti, a ben guardare, non possono vivere uniti, ma neppure divisi l'uno dall'altro, sottolineando che soltanto in un'altra dimensione della vita totalmente priva di corpo essi potranno finalmente trovare la pace. Di solito uno degli amanti si sacrifica fino alla morte per l'altro e talvolta solo con la tragica fine di entrambi si ha la redenzione definitiva. Così è in Tristano e Isotta, ma anche nel Lohengrin e nel Tannhauser, fino alla totale smaterializzazione del Parsifal. Guarda caso si tratta proprio le opere che Ludwig più amava. Una smaterializzazione che probabilmente nascondeva la drammaticità con la quale Ludwig, profondamente cattolico, viveva le sue tendenze omosessuali che in un temperamento passionale come il suo, pur rifiutandole, in privato non poteva certo reprimere. |
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