IL RE ARCHITETTO: DECADENTISMO E STORICISMO NELLA PERSONALITA' ARTISTICA DI LUDWIG II

L'ARTE E IL GENIO

                                              
graal.jpg (20165 byte)

Parsifal contempla la visione del Graal

"Quando tutti e due saremo ormai morti da tempo, la nostra opera continuerà ad essere uno splendido esempio per la posterità, una gioia per i secoli a venire; e i cuori avvamperanno di entusiasmo per l'arte, questo dono di Dio destinato a vivere in eterno"

"O Parsifal! Ardo dal desiderio di lui! Tristano è nato, vivranno i Nibelunghi, nascerà anche Parsifal, dovesse costarmi la vita... "
(Ludwig)

 

 

 

ESISTENZA COME UTOPIA

Certe scelte operate da Ludwig e soprattutto il senso profondo che egli attribuiva alle sue creazioni e all'arte in generale non potrebbero essere compresi senza il riconoscimento dei suoi stretti legami con le poetiche preromantiche e romantiche. Ludwig mostra nelle sue opere e nel suo modo di intendere la produzione wagneriama una conoscenza e una rielaborazione personale dei concetti teorici del primo '800.
Secondo due tra i principali teorici del primo romanticismo come Wackenroder e Friedrick Schegel, ispiratori prima dei Nazareni e in seguito dei Preraffaelliti inglesi, l'arte assume un valore assoluto e rituale perché rappresenta l'immediata unificazione col Divino in un processo di intuizione folgorante e inesplicabile tipica del genio. Attraverso il suo stesso processo di creazione l'arte-verità purifica e converte, eleva lo spitrito verso le sfere della trascendenza, pone in contatto diretto con Dio. E l'esistenza appare allora come il dispiegarsi di un'utopia continua, da vivere in una sorta di auto-segregazione dal mondo il quale viene respinto come avvilente e corrotto soprattutto a causa dei repentini mutamenti economico-sociali determinati dalla rivoluzione industriale. Paul von Thurn und Taxis, per esempio, scrisse a Richard Wagner che il suo "nobile amico e lui avrebbero celebrato l'anniversario della prima rappresentazione di Tristano e Isotta "lontano dal disgustoso affaccendarsi della gente volgare". E' interessante notare a riguardo che sia i Nazareni sia i Preraffaelliti abbandonavano le città, recepite come luoghi opprimenti e lesivi della dignità dell'uomo per trasferirsi in campagna, ricercando il contatto con la natura fuori dai nuclei urbani e vivendo, per il resto,in totale isolamento.


ARTE: VISIONE ULTRATERRENA

Troppe, come si vede, sono le consonanze di tali teorizzazioni con molti aspetti della personalità di Ludwig per considerarle casuali: a cominciare dalla convinzione più volte espressa dal sovrano della possibilità di assurgere ad una visione ultraterrena tramite la fruizione dell'arte e in particolare della musica ("In sfere ultraterrene sono stato rapito, ho respirato gioie incommensurabili"). Ma il re sembrava ben conscio anche della capacità di purificazione e redenzione dell'anima insita nell'opera d'arte stessa, per lui essa aveva una azione salvifica, proprio perché riflesso diretto del divino (Parsifal "Io lo adoro, questo amore sublime, questo calarsi e immedesimarsi nelle tormentose sofferenze del prossimo! Come mi ha commosso questo soggetto. Sì, quest'arte è sacra, è la più pura, la più nobile religione."). E nelle sue convinzioni legate all'arte convergono altri stimoli senza dubbio derivati dalla confraternita dei Nazareni come, appunto, il rifiuto della vita cittadina, sempre molto evidente nel suo modo di vivere, nonché le sue tendenze tanto discusse all'auto-segregazione dal mondo; a tutte queste componenti si aggiunge poi l'utopia di un amore filadelfico tra tutti gli uomini che l'arte ispirata dall'assoluto e il ritorno alle radici, agli antichi ideali del Medioevo germanico avrebbero creato.
Lo stesso tono profetico che egli assume soprattutto nelle lettere a Wagner, ricorda le visioni folgoranti già presenti nello Sfogo di un monaco amante dell'arte di Wackenroder: sembra quasi che Ludwig si senta un "confratello" di Wagner perché impegnati entrambi nella realizzazione dell'opera del futuro. Ludwig si sente "profeta" e anche co-autore  perché capace di accogliere "il genio".  Il loro sodalizio è concepito dal re "contro il mondo" e anche contro "l'accademia" degli artisti imperanti a Monaco: ecco un altro punto di contatto con le tendenze che erano state espresse dai Nazareni, i quali si ponevano fuori da ogni istituzione ufficiale. Anche la scelta dell'arte wagneriana come sintesi superiore delle varie arti ha profonde radici nel passato della cultura tedesca: già Wackenroder e Friedrick Schlegel  teorizzavano la comunanza di poesia,  musica e pittura nella creazione di un'opera d'arte totale. Uno dei miti dei Nazareni, infatti, era quello della Santa Cecilia di Raffaello, loro musa per eccellenza, proprio perché esprimeva il rapporto sinestesico tra le varie arti.  Questa possibilità intravista da Ludwig di entrare in contatto con il divino attraverso l'opera d'arte totale si esplica, quindi, per lui nella personalità di Richard Wagner che probabilmente gli appariva come l'incarnazione anche degli ideali artistici preromantici e romantici. L'opera era insieme poesia, musica, teatro, ma nche "pittura e architettura" attraverso la scenografia, attività alla quale il sovrano si dedicava anche personalmente. Lo spazio ideale era perciò quello che riuniva in sé più livelli di lettura e diverse espressioni artistiche in una miriade di corrispondenze.

 

SACERDOTE DEL GENIO

Se i Nazareni in passato si erano consacrati all'arte conducendo a Roma, nel convento di S. Isidoro una vita conventuale a tutti gli effetti, anche il "sacerdote" del genio Wagner, si sarebbe consacrato totalmente alla sua arte in un rapporto esclusivo e totalizzante. Sarebbe stato Parsifal per sempre, consacrato soltanto, almeno nelle intenzioni, al puro amore ideale.
In tono profetico, in una sorta di esaltazione mistica il re scriveva: "Dove sono?... Vedo le meraviglie del Walhalla; oh, da Sigfrido, da Brunilde! Quale radiosa aureola sul cadavere di Tristano!... Vita celeste, volare da loro!... Intessere delizie!... E laggiù l'inviato di Dio... Lohengrin!... Dal cielo ogni anno giunge una colomba...! Tannhàuser, liberato da ogni scoria terrestre. L'amore redime il peccatore! Oh, esso può tutto! Lassù, da voi!"


Model_Opera_house.jpg (41081 byte)

Il modello del teatro progettato dall'architetto Semper per la rappresentazione delle opere wagneriane nella città di Monaco, poi mai realizzato.

Inoltre in molte occasioni Ludwig si era dichiarato convinto che la sua missione nel mondo consistesse nella diffusione dell'opera d'arte totale, quella che avrebbe elevato tutti gli uomini, e in particolare il suo popolo, verso gli alti ideali spirituali ed eroici, ovvero l'arte di Richard Wagner. Lo scrisse alla fidanzata Sofia e considerò questa missione tra i motivi del suo rifiuto di sposarsi. Ogni manifestazione concreta della vita in lui si risolveva nel mito, assolutizzato, trasportato oltre la realtà quotidiana.
L'idiosincrasia di molte personalità decadenti per il matrimonio è fin troppo nota e può essere letta anche come un rifiuto di adeguarsi alle anguste regole di una società gretta e astrattamente moralistica, fatta di doveri svuotati di senso ideale. In questo contesto l'arte era anche concepita come una sfida alle convenzioni della società, una azione radicale e rivoluzionaria, "il rapimento del mio cuore non mi dà pace; debbo scrivervi. Il giorno felice è sempre più vicino - Tristano nascerà!... Dobbiamo abbattere le barriere della consuetudine, distruggere le regole del vile mondo egoistico. L'ideale deve rinascere e rinascerà. Marceremo avanti consapevoli della vittoria."
Per questo egli aveva sognato il tempio dell'arte per Monaco, il grande teatro progettato dall'architetto Semper verso il quale egli si immaginava una folla di popolo che si snodava scenograficamente lungo il viale. "Vedo la strada coronata dal meraviglioso edificio dell'avvenire; il popolo affluisce per la rappresentazione dei Nibelunghi.". L'arte avrebbe elevato il suo popolo con la forza dell' ideale, essa sarebbe stata la protagonista della diffusione della cultura e di un modo di vivere nobile e puro: "Tutti dovrebbero diventare consapevoli della serietà dell'arte" scrisse Ludwig al musicista nel 1864. L'arte doveva costruire una nuova umanità, contro la grettezza e la mancanza di valori della società industriale, il profitto, lo sfruttamento dell'uomo, la distruzione della natura.

 

.

 pointerigif.gif (1754 byte) info~1.gif (3694 byte) homejump.gif (2462 byte)  pointer.gif (418 byte)