IIL RE ARCHITETTO: DECADENTISMO E STORICISMO NELLA PERSONALITA' ARTISTICA DI LUDWIG II

COME UN SIGNORE DEL RINASCIMENTO

                                              
"Quando ero ancora un ragazzo era il mio pensiero preferito vivere come il sole, come il sole morire"

(F. Schiller, I Masnadieri)

PER L'ARTE E LE SCIENZE
La poliedrica personalità del sovrano bavarese può essere letta anche come quella di un signore rinascimentale, mecenate dai molteplici interessi culturali e scientifici: lo testimoniano le sue numerose iniziative per l'elevazione culturale della Baviera, che non coinvolgono soltanto il teatro e l'opera lirica, ma si esplicano nelle due grandi fondazioni dell'Accademia di arti applicate e nell'Istituto di Tecnologia (Politecnico): infatti al contrario di quanto si potrebbe pensare leggendo alcuni suoi giudizi sulla società industriale, il sovrano era sicuramente affascinato dagli ultimi ritrovati della tecnica. I suoi interessi spaziavano dai nuovi metodi di costruzione, con largo uso del ferro nelle strutture portanti, alla produzione e utilizzo dell'elettricità, ai complessi progetti idraulici.  Anche i sistemi di riscaldamento ad aria calda e le innovazioni nell'uso del calore nelle cucine facevano dei suoi
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Ludwig come Gran Maestro dell'Ordine di Sant'Uberto

castelli (ma anche delle sue carrozze e slitte) dei piccoli gioielli di ingegneria. Certo, è evidente che molte di queste innovazioni avevano soprattutto per il re la funzione di creare "spettacolo", mettere in scena il teatro. Se è vero che dichiarò "Non mi interessa come si fa, mi interessa solo l'effetto", ciò non significa, però, che l'originalità e l'ingegnosità  delle nuove solizioni non lo affascinasse in maniera particolare, come risulta da molti esempi.

 

LE NUOVE TECNOLOGIE

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Statua di Ludwig II a grandezza naturale opera di Elizabeth Ney destinata al Politecnico di Monaco (oggi Università di Tecnologia), fondata per decreto Regio nel 1867

Non può essere un caso che in ogni sua creazione si ricorra costantemente alle soluzioni tecniche più sofisticate. Praticava alcune di queste novità anche personalmente: per esempio, la fotografia, come risulta da documentazioni recenti. Sempre sull'onda delle novità della tecnica fece installare a Neuschwanstein un impianto telefonico. Ricordiamo poi che la prima dinamo della Baviera fu usata per produrre energia elettrica per la grotta artificiale di Linderhof e anche le luci che si elevavano davanti alla sua slitta o alla carrozza erano azionate da pile elettriche. Inoltre, il castello di Neuschwanstein era riscaldato ad aria calda e nelle cucine era stato realizzato uno spiedo automatico tratto da un  progetto di Leonardo da Vinci. Sempre relativamente ai sistemi meccanici, una delle soluzioni più spettacolari e famose è quella della tavola detta "Tischlein-deck-dich" (tavolo che si apparecchia da sé) che poteva salire e scendere dalle cucine alla sala da pranzo per mezzo di un elevatore meccanico a Linderhof e Herrenchiemsee.
Anche il gusto di Ludwig per i giochi d'acqua corrisponde al suo atteggiamento di "signore"
rinascimentale che apprezza complesse soluzioni tecniche, come a Linderhof dove un unico impianto idraulico accumuna la grotta artificiale con cascata interna, la lunga cascata a gradoni verso il castello, la fontana del Nettuno e le due fontane dalla parte della facciata (cioè il gruppo della vasca centrale e quella sotto le terrazze dove sorge il tiglio plurisecolare). Del resto un emulo di Luigi XIV, come Ludwig si considerava, non poteva certo ignorare gli imponenti lavori che il Re Sole aveva fatto realizzare per poter alimentare le fontane di Versailles. Quindi, anche ad Herrenchiemsee le fontane assumono un ruolo fondamentale ed appaiono ancora più elaborate e ricche di quelle dell'originale.
Tornando poi alla grotta artificiale essa è costruita in cemento su armatura di ferro e tutti i massi all'interno sono in realtà cavi per far posto agli ingranaggi (ricordiamo che l'invenzione del "cemento armato" risale appunto all'inizio del nostro secolo). Infine anche nella sala del trono di Neuschwanstein l'architettura sarebbe rinforzata da strutture in metallo, mentre a Herrenchiemsee la Scala degli Ambasciatori presenta una moderna copertura in ferro-vetro. Un'altra copertura in ferro-vetro doveva proteggere il primo teatro in legno progettato per Wagner a Monaco, così come avvolgeva il fantastico giardino d'inverno. Ludwig, quindi, come altri artisti e letterati del suo tempo o di poco successivi (primo tra tutti D'Annunzio) si dimostra appassionato delle macchine (aveva, come si sa, un suo treno personale, il "Tristan" e un battello a motore con il quale viaggiava sul lago Starnberg) e della tecnica moderna, pur respingendo l'idea del profitto e dell'espansione industriale a tutti i costi, sottolineando, con grande modernità, i gravi rischi per l'ambiente naturale che tale politica avrebbe comportato.

 

 

DIVINA PROPORZIONE

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Castello di Linderhof: progetto della facciata occidentale (1873)

Anche la struttura di Linderhof dimostra che Ludwig si sentiva l'erede di quel mondo perfetto del Rinascimento: si noti, ad esempio, la rigorosa simmetria delle diverse parti dell'edificio, che a dispetto della sovrabbondante decorazione si presenta armonico e perfettamente "classico" nella nitida struttura dal profilo
ondulato, ricordando per la ricercata proporzione tra le parti esempi illustri come la Rotonda del Palladio. Si tratta di una elaborazione davvero originale, dove si fondono complessi riferimenti culturali: se infatti, l'impianto è classico e in alcuni particolari debitore del Petit Trianon di Versailles, risulta, però, assai più evidente il richiamo al Settecento e alle architetture dell'epoca, come per esempio, i movimentati spazi dello Juvarra e del Vanvitelli. Ma nel candore decorativo e nella sua ricchezza inesauribile troviamo riflesso il rococò bavarese delle vicine chiese di Ettal, di Wies e di Rottenbuch, (ma anche, come accennavamo, l'influenza dei padiglioni di caccia del Nymphenburg) dove, appunto, la chiara atmosfera dell'interno si sposa con la profusione decorativa.
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Castello di Linderhof  Facciata occidentale

Il tutto è poi armonizzato con la personale rielaborazione della decorazione francese. Ne scaturisce una inaspettata sensazione di leggerezza e grazia, come un ideale spazio della cultura e dell'arte dove le armonie dell'invenzione e della bellezza si incontrano e si fondono tra semplicità e complessità, tra ideazione e decorazione. Questo ritorno alle regge rinascimentali si riflette anche nei giardini, anch'essi strutturati secondo una rigorosa simmetria. Una scelta stilistica che precorre audacemente di una ventina d'anni il revival del rococò in Germania negli anni 1890.

 

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