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Cosa spetta ai vinti?

Vae victis, guai ai vinti (Brenno, capo gallico, IV secolo a.C.).



Indice delle battaglie

Sommario

Atrocità

El Molè rachim, dipinto di B.W. Linke sull'insurrezione di Varsavia del 1943 Tavola 66 dei Disastri della guerra di Francisco Goya




Biografie

Guerre


Particolare di Staatsbegrabnis (Funerale di Stato), di M. Zeller La fine della guerra di Horace Pippin


Koh Tang 1975 (Recupero della Mayaguez)


Data: 12-14 maggio 1975.
Luogo: Isola di Koh Tang nel Golfo di Thailandia (Cambogia).

Atrocità: /
Biografie: /
Guerra: Guerra Civile Cambogiana 1970-1975.

Durata in giorni della battaglia: 1.

Parti coinvolte:
Comandanti:

Analisi delle perdite


Perdite assolute: Perdite percentuali: Perdite giornaliere:
Il 12 maggio 1975, esattamente un mese dopo l’evacuazione americana della Cambogia, motovedette degli khmer rossi bloccarono la portacontainer americana Mayaguez erroneamente entrata in acque cambogiane nel Golfo di Thailandia. L’equipaggio venne accusato di spionaggio e sequestrato e la nave fu dirottata verso l’isola di Koh Tang dove fu fatta ancorare.
In seguito al fallimento delle trattative diplomatiche, per le quali Washington propose la mediazione cinese, il 14 maggio il Presidente Gerald Ford ordinò di salvare gli ostaggi con un’operazione militare. Questo compito venne affidato ad un contingente eliportato di 230 Marines appoggiati da unità aeree e navali della US Navy.
L’operazione, definita dall’allora presidente della Commissione Difesa della Camera Melvin Price «un grande successo e una dimostrazione di forza » fu in realtà un madornale fallimento, soprattutto in seguito allo scarso coordinamento fra le diverse armi coinvolte e all’inefficienza del servizio informazioni.
Quest’ultimo infatti non valutò correttamente le difese degli khmer a Koh Tang, che abbatterono tre elicotteri dei Marines e ne danneggiarono altri dieci. Ma soprattutto non fu in grado di seguire i trasferimenti degli ostaggi, che erano stati portati sul continente ancora prima dello sbarco dei Marines sull’isola e furono consegnati ad una nave da guerra americana prima della fine dei combattimenti.
La battaglia si concluse verso la mezzanotte del 14. Gli americani ebbero 41 morti, 23 dei quali annegati in seguito alla caduta di un elicottero in mare fuori dall’area degli scontri. Le perdite degli khmer furono di 47 morti e 55 feriti. Gli aerei della portaerei Coral Sea distrussero inoltre 10 imbarcazioni e 5 velivoli khmer e bombardarono diversi obiettivi militari in territorio cambogiano.

Kolwezi 1978


Data: 13-22 maggio 1978.
Luogo: città mineraria di Kolwezi (Zaire).

Atrocità: Kolwezi 1978
Biografie: /
Guerra: Guerra Civile Zairese 1977-1978.

Durata in giorni della battaglia: 10.

Parti coinvolte:
Comandanti:

Analisi delle perdite


Perdite assolute: Perdite percentuali: Perdite giornaliere:

Il 13 maggio 1978 3.000 guerriglieri del Reggimento Tigre del Fronte Nazionale di Liberazione del Congo (FNLC), comandati dal Maggiore Mufu Kasuku e assistiti da consiglieri cubani, attaccarono la città mineraria zairese di Kolwezi, occupandola senza difficoltà dopo la fuga della sua guarnigione.
Di fronte all’incapacità dell’esercito di riconquistare la città, ed alle prime notizie di massacri ai danni dei residenti europei e zairesi, il Presidente Mobutu accettò l’offerta di un intervento militare diretto avanzata da Francia e Belgio.
Le prime truppe straniere a giungere nel paese furono i Legionari francesi del 2éme Régiment Etranger de Parachutistes, inviati da Parigi nell’ambito dell’operazione "Leopard". Partiti dalla Corsica ed arrivati a Kinshasa il 19 maggio, i militari francesi furono anche i principali protagonisti della liberazione di Kolwezi. Dopo una breve sosta nella capitale i Legionari furono paracadutati nei pressi della città, costringendo i guerriglieri alla fuga dopo due giorni di combattimenti casa per casa.
Il Belgio organizzò l’operazione "Red Bean" : l’inviò il 20 maggio di un contingente di Paracommando incaricato di proteggere l’evacuazione dei cittadini europei dall’aeroporto di Kolwezi. Gli USA fornirono invece alcuni aerei da trasporto Galaxi per il reimpatrio del contingente francese.
Malgrado alcune difficoltà nei collegamenti fra i comandi delle forze francesi, belghe e zairesi e la cattiva pianificazione delle operazioni di aviolancio, l’intervento dei Legionari è considerato un brillante esempio di operazione di soccorso.

Kosovo 1389 (Battaglia del Campo dei Merli)

La battaglia del Kosovo, litografia di Adam Stefanovic (1871)
Data: 15 giugno 1389 secondo il calendario dell'epoca, 28 giugno 1389 secondo il calendario contemporaneo.
Luogo: Campo dei Merli nei pressi del torrente Lab (Kosovo). L'area è chiamata dai serbi Kosovo Polye.

Atrocità: /
Biografie: /
Guerra: Conquista turca della Serbia 1389.

Durata in giorni della battaglia: 1.

Parti coinvolte:
Comandanti:
Le forze ottomane raggiunsero il Kosovo dopo una serie di vittorie in Bulgaria, che avevano esteso i confini del loro impero fino al Danubio, e la conquista della fortezza serba di Nish, caduta dopo un assedio di 25 giorni. A guidarle era il Sultano Murad I, di settanta anni e sul trono da trenta. Contro di loro trovarono l’Unione Slava, un esercito di 20-25.000 uomini comandato dal Principe serbo Lazzaro e composto da soldati e cavalieri di almeno sei nazionalità diverse. Il principale punto debole di questa formazione era rappresentato dalle divisioni etniche e dalle rivalità personali fra i suoi nobili. Appare curioso, rileggendo la storia della battaglia ai giorni nostri, che i più stretti alleati dei serbi fossero i cristiani albanesi.
I turchi iniziarono il loro attacco con il lancio delle frecce di 2.000 arcieri e con il fuoco di alcuni cannoni di bronzo. Era la prima volta che gli ottomani si servivano di questa arma. Allo stesso tempo lanciarono un attacco frontale con gli azab, fanti leggeri.
I serbi ed i loro alleati erano schierati sulla sponda destra del Lab, in una posizione favorevole per la cavalleria pesante e le grandi formazioni di fanteria, e malgrado il bombardamento contrattaccarono il fianco destro turco, composto in realtà da soldati originari dell’Europa orientale, che venne messo in rotta. Venne poi raggiunto e annientato lo schieramento degli arcieri.
La loro avanzata venne improvvisamente bloccata dall’intervento degli spahis, cavalleria d’élite comandata da Bayezid, il figlio maggiore di Murad, soprannominato dai suoi uomini Yilderim (Lampo). Di fronte alla rotta serba Brankovic, fratellastro di Lazzaro, fuggì dal campo di battaglia con la sua riserva di 12.000 uomini. Non è mai stato accertato se questa decisione sia stata dettata dal panico o da un tradimento premeditato.
Lazzaro, malgrado la sconfitta fosse ormai definitiva, guidò personalmente un nuovo attacco durante il quale venne ferito e catturato. Venne decapitato quel giorno stesso assieme a tutti gli altri nobili prigionieri.
Murad non sopravvisse a lungo per gustarsi la vittoria. Nel corso della battaglia Milos Obilic, un nobile che aveva sposato la figlia di Lazzaro, finse di tradire la causa serba ed entrato nella tenda di Murad riuscì a pugnalarlo due volte prima di venire ucciso. Il Sultano morì poco dopo la decapitazione di Lazzaro.
La vittoria ottomana determinò la fine dell’indipendenza della Serbia, che l’avrebbe riconquistata solo cinque secoli più tardi. Malgrado la sconfitta, la battaglia del Kosovo è diventata uno dei miti della cultura serba, letto come l’estremo tentativo di difendere l’Occidente cristiano dall’invasione islamica. Difficilmente i serbi accetteranno di cedere una terra da loro considerata sacra. E se mai fossero costretti a farlo, non esiterebbero a pagare in seguito qualunque prezzo per riaverla.

Magdeburgo 1631


Data: novembre 1630 - 20 maggio 1631.
Luogo: Magdeburgo, città fortificata sull'Elba, 70 miglia a sud-ovest di Berlino (Germania).

Atrocità:Magdeburgo 1631.
Biografie:
Guerra: Guerra dei Trent'anni.

Durata in giorni della battaglia: circa 180.

Parti coinvolte:
Comandanti:

Analisi delle perdite


Perdite assolute: Perdite percentuali: Perdite giornaliere:

Nel novembre del 1630 le forze cattolico-imperiali, al comando del generale di cavalleria Conte Gottfried zu Pappenheim, iniziarono l’assedio della città protestante di Magdeburgo, una fortezza situata in una posizione strategica sull’Elba. La sua conquista era essenziale per disporre di una base logistica contro le operazioni del Principe svedese Gustavo Adolfo nel nord della Germania, e apparentemente non sembrava presentare grosse difficoltà dato che la sua difesa era affidata ad una piccola guarnigione comandata da Dietrich von Falkenberg.
La resistenza dei difensori si dimostrò invece più tenace del previsto e nel mese di aprile il Feldmaresciallo Tilly, comandante supremo del Sacro Romano Impero, fu costretto ad assumere il diretto comando delle forze assedianti, che intanto avevano raggiunto un totale di 22.000 uomini. La notizia che una colonna di rinforzi svedesi stava per raggiungere la città comportava l’abbandono dell’assedio o la sua conquista ad ogni costo, e Tilly scelse la seconda possibilità.
Il 18 maggio gli attaccanti riuscirono a raggiungere le mura, ma passarono altri due giorni di violenti scontri, nel corso dei quali Falkenberg morì, prima che venissero aperte due brecce.
La conquista di Magdeburgo degenerò nel massacro dei suoi abitanti e in un incendio che la distrusse completamente. Ma l’apparente vittoria delle forze imperiali fu in realtà una sconfitta strategica pagata a caro prezzo: Tilly aveva subito pesanti perdite e non poteva più disporre della base di appoggio per proseguire l’offensiva a nord. La sconfitta fu anche politica. Le Province Unite olandesi e il Principe elettore del Brandeburgo Giorgio Guglielmo, che fino a quel momento erano rimasti neutrali, entrarono nello schieramento anti-cattolico fornendo aiuti finanziari e militari a Gustavo Adolfo.

Vercors 1944


Data: 10 giugno 1944 - 22 luglio 1944.
Luogo: Vercors, altopiano delle Alpi a sud-ovest di Grenoble.

Atrocità: /
Biografie: /
Guerra: Seconda Guerra Mondiale 1939-1945.

Durata in giorni della battaglia: 43.

Parti coinvolte:
Comandanti:

Analisi delle perdite


Perdite assolute: Perdite percentuali: Perdite giornaliere:
L'altopiano di Vercors è situato fra le Alpi a sud-ovest di Grenoble, a una quota di 900 metri. Lungo 48 km e largo 19 e circondato da una barriera montuosa insormontabile interrotta da pochi valichi appariva agli occhi della resistenza francese, i maquis, il luogo ideale dove creare una repubblica libera in mezzo al territorio occupato. Al suo interno i maquis avrebbero costituito una ridotta dove affrontare in campo aperto le forze tedesche fino all’arrivo degli alleati, una volta sbarcati nel sud della Francia. Le basi di una prolungata resistenza erano riposte anche in un massiccio invio di paracadutisti.
All'inizio di giugno, in risposta ad una richiesta del comando supremo alleato (lo SHAEF) di colpire le forze tedesche nel sud della Francia, la resistenza attaccò le linee di comunicazione lungo la valle del Rodano ed annunciò la nascita della Repubblica di Vercors, che poteva contare per la sua difesa su quasi 3.200 uomini appoggiati da sparuti gruppi di commandos inviati dal servizio segreto britannico (Special Operations Executive, SOE) e americano (Office of Strategic Services, OSS).
La prospettiva di un lancio di paracadutisti non si concretizzò mai. Invece il 14 luglio gli alleati organizzarono un massiccio rifornimento aereo, ma dopo appena 30 minuti dalla fine dei lanci i tedeschi iniziarono un bombardamento ininterrotto dell'area, che venne circondata da 6.500 soldati.
Il 19 luglio i tedeschi e le forze collaborazioniste della milizia lanciarono un attacco via terra. Il tentativo di trattenere gli attaccanti all’esterno dei valichi venne sventato dall’aviosbarco per mezzo di alianti di 200 SS, che atterrarono al centro dell’altopiano costringendo i maquis e i consiglieri americani e britannici superstiti alla fuga.
La resistenza perse dai 600 ai 700 membri, a cui va aggiunto un numero imprecisato di civili vittime di rappresaglie.

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Per conoscere il curriculum dell'autore e i suoi progetti futuri: Giuseppe Barravecchia

Progetto Leonardo: un archivio bibliografico sulla storia e la scienza militare