PROSSIMA FESTA :
  corner  
angolo
 

angolo

29/05/2005

angolo
    logo    
angolo  
        angolo  
angolo
  origni    

RADUNI PRECEDENTI

Album Fotografico

Chi crede che le grandi famiglie non esistano piu', sicuramente si deve ricredere! Abbiamo trovato una grande famiglia del vecchio tipo, legata ai sani valori tipici della nostra bella cultura mediterranea: quello cristiano anzitutto, quello del rispetto verso gli anziani e verso la terra in secondo luogo, anche se non meno importanti in ordine di valore. Sono gli Zarantonello, famiglia di origine vicentina, che si è dispersa in giro per l'Italia e per il mondo durante gli ultimi 200 anni ma che da una decina di anni si ritrova periodicamente in grandi raduni cui partecipano i discendenti di quel vecchio ceppo. Nell'ultima festa di Novellara (RE) in cui li abbiamo conosciuti tramite la televisione (li abbiamo visti nei servizi di tutti i telegiornali della Mediaset e della RAI di domenica 30 maggio) e i giornali, erano in 700; ma ce ne sono state altre e c'e' stata una storia dietro tutto questo e noi ve la vogliamo raccontare, perche' rappresenta un pezzo di vita vissuta.

Per far questo abbiamo intervistato Gian Franco Zarantonello, tipografo di Sirmione (BS) che ha partecipato con suo padre e i suoi fratelli alla realizzazione di tutti questi raduni.

Che significato hanno per te queste feste?

Ma come e' iniziata, in pratica la storia di queste feste?

Comunque poi ci sono state altre feste, vero?

Ma scusa, tu hai detto che tuo papˆ venne chiamato paron, ma cosa vuol dire?

Se non sbaglio poi con la terza festa avete allungato i tempi, vero?

E dove si tenne la terza festa?

E' bella questa iniziativa, ma da che cosa nasce?

Deve essere proprio un gran personaggio, il vostro Paron, visto che ho sentito che e' malato, ha il morbo di Parkinson, se non sbaglio; e' stata a casa sua, vero, l'ultima festa?

Anche qui avete lasciato un segno del vostro passaggio?

E la festa in sè come si e' svolta?

Un organizzazione notevole per una festa "di famiglia"; ma alla fine quanti eravate?

Che significato hanno per te queste feste?

L'inizio e' stato per me come per i miei fratelli, Aldo e Luciano, un po' come un gioco; piu' che altro volevamo far felice nostro padre, Giovanni Zarantonello, che aveva espresso da tanto tempo il desiderio di riunire tutta la sua famiglia. Bisogna dire infatti che tutti gli Zarantonello provengono dalla Piana, un paesino sopra Valdagno (VI), che era estremamente povero; nel periodo della fame, verso la fine del 1800 e i primi del 1900, molti di noi se ne andarono da qui e iniziarono a migrare, prima verso i paesi limitrofi, poi sempre piu' lontano: chi verso Vicenza, che allora era la "cittˆ", chi verso zone piu' ricche, chi verso zone di bonifica, dove il terreno si comprava per pochi soldi, chi addirittura oltreoceano. Cosi' ora troviamo insediamenti di Zarantonello oltre che a Sirmione e nel bresciano, nella bassa veronese, in Emilia Romagna, nell'entroterra romano, nel mantovano, nel padovano e nel milanese, in Piemonte vicino ad Asti, a Trieste, in Liguria e nel veneziano, oltre che in Francia, in Svizzera, in Germania, in Australia, negli Stati uniti e nel Canada e in Argentina, dove troviamo la piu' vasta rappresentanza di Zarantonello all'estero (oltre 80 nuclei famigliari, dislocati tra Buenos Aires, Rosario e Mendoza). Il nostro ramo in particolare, giunse sul lago di Garda nel 1909, con il mio bisnonno e suo fratello. Sin da piccolo ho sentito raccontare dai "vecchi" di come si erano trasferiti, con un carro e le poche cose che avevano, camminando dalla Piana a qui, della loro poverta' e del desiderio di possedere la terra: erano famiglie numerose che desideravano solo avere il loro pezzetto di terra, e qui sul lago la terra costava un terzo di quel che la pagavano da loro, perche' questa era zona depressa, per la maggior parte paludosa, terra che i grandi possidenti terrieri della zona non volevano, perche' troppo difficile da coltivare e perche' dava poca resa. Da allora si sono succedute le generazioni: quella di mio papa', contadino di nome ma che di fatto aveva fatto mille lavori: sposandosi ando' come affittuario nel podere vicino alla casa dei nonni, dove lavorava la terra; vi fu un periodo, poi, in cui costruiva le "mulinelle" per filare la lana, un altro in cui riparava stivali in gomma e un altro ancora in cui sfasciava vecchi macchinari per recuperare i cosiddetti "metalli nobili", quali alluminio, bronzo e rame, che poi vendeva. Ma il lavoro sicuramente piu' bello e' stato il cine-operatore; io allora ero ancora piccolo, ma ricordo i racconti dei miei fratelli: mio papa' allora aveva due sale, una a Moniga e una a Sal . Aldo, il maggiore di noi ricorda come nel 1955, quando aveva 11 anni lui e papa'partivano con la Topolino , e mentre lui montava il secondo tempo a Moniga, mio papa' andava nell'altra sala e faceva andare la "pizza" del primo; durante la settimana proiettavano i film alla "Villa del Sole", una casa di riposo dove mio papa' teneva contabilita' e il giovedi' sera "facevano il film" nella cucina di casa nostra per i vicini, dato che dovevano prima controllare le pellicole per togliere gli "spezzoni proibiti", per lo piu' quelli dei baci. Era una persona industriosa, mio papa', proprio come mio nonno e il fratello che erano venuti dalla Piana che facevano due lavori per poter mantenere le loro famiglie numerose. Comunque, con l'avvento delle grandi sale cinematografiche, nel 1962, mio papa' smise questo suo lavoro "collaterale" e comincio' a costruire case che poi rivendeva. Fu in quel periodo che costrui' la casa di Sirmione, insieme ai miei due fratelli, quella dove visse fino a qualche anno dalla morte. Andando in pensione ritorno'a fare il contadino; come si dice .... il cerchio si chiude: partito dalla terra, alla fine ritorno' alla terra.

Ma come e' iniziata, in pratica la storia di queste feste?

I - 4 giugno 1989 (Pozzolengo - BS)

Nel 1985 mio papa' inizio' a lavorare su questa sua idea di riunire tutta la sua famiglia: inizio' le ricerche per la ricostruzione dell'albero genealogico tramite i libri delle parrocchie e i cimiteri. E fu allora che inizio'a contattare le varie famiglie, annotando i ricordi dei "vecchi", per cercare di capire i gradi di parentela. Il suo intento era prima di tutto proprio quello di capire in che modo fossero imparentate le varie famiglie Zarantonello che aveva conosciuto alla Piana. Ricordava infatti dai racconti di suo nonno Giovanni Battista, che se ne era andata da quel paesino dove costruiva i camini per le filande, che esistevano varie contrade, tra cui quella Tomasoni e quella Zarantonello, abitata quasi esclusivamente da Zarantonello. Decise che doveva vederle e cosi' fece. Fu cosi' che conobbe vari Zarantonello vicentini; conobbe Sandro, di Muzzolon, Luigi e Pietro di Vicenza. Fu cosi' che si decise di organizzare la prima festa. Nel frattempo un nostro vicino ci disse di aver conosciuto degli Zarantonello che abitavano a Novellara; fu cosi' che mio papa' e Chiara, mia nipote, decisero di contattarli e andarono proprio a Novellara, a casa di Abele Zarantonello che si era trasferito qui prima della seconda guerra mondiale nel periodo delle bonifiche. Lo stupore di Abele fu grande, e quando si rese conto che non erano venditori ambulanti come aveva pensato in un primo momento, fu ben felice di trovarsi degli Zarantonello in casa, lui che non aveva piu' avuto contatti da anni con i suoi parenti vicentini; fu quindi entusiasta dell'idea della festa, e decise di portare tutta la sua gente.Eravamo in 220 a Pozzolengo (BS) nel 1989, alla prima festa degli Zarantonello, ed eravamo noi gnocchi di Sirmione e dintorni, i polentini e i tomasoni della Piana, i frangi di Vicenza e i tognon di Novellara. C'e' da dire infatti che tutte le famiglie Zarntonello hanno un soprannome; ne abbiamo trovati a decine: ci sono ad esempio gli scauli, i muri, i petele, i carani, i bellese, i polidori , i chicchi, i salado, i brassola ecc. Il soprannome veniva dato ad un membro della famiglia e poi rimaneva in carico alla famiglia per generazioni. Le modalita' con cui veniva dato erano varie: poteva essere o per una sua caratteristica, come per i "surdi" (sordi) o gli "sbercia" (sguerci), o per la loro provenienza, come per i "dal cason" (che venivano da una grande casa) o i "nogara" (che abitavano dove c'era una grande pianta di noci), oppure ancora per le loro abitudini alimentari come i "polentini" che mangiavano sempre polenta perche' erano i piu' poveri, o i "chicchi", o i "gnocchi", o per il nome del padre, come per i "tomasoni" o gli "antonigi" o i "tognon", o ancora per il loro lavoro, come gli "sgagno" (dalla parola "scagna" che significa sedia, facevano le sedie) o i "campanari".

Comunque poi ci sono state altre feste, vero?

II - 9 giugno 1991 (Piana di Valdagno)

Certo, ne abbiamo avuta un'altra dopo due anni, questa volta alla Piana di Valdagno, paese dal quale provenivamo. Per˜ ci sono degli antefatti che vi vorrei raccontare: nel 1990, mio papa', il paron Giovanni, titolo onorifico che gli venne dato durante la prima festa, stette male. Aveva avuto un brutto ictus nel 1987 e, anche se si era ripreso, questo aveva fermato le sue ricerche; fummo io e i miei fratelli che alla fine organizzammo, al lato pratico, la festa anche perche' volevamo renderlo felice portando avanti questo sogno che accarezzava da tanto tempo. Quando nel 1990 e' stato male di nuovo, e' stato chiaro che non si poteva proprio occupare dell'organizzazione di queste feste; per questo abbiamo preso in mano tutta la macchina organizzativa, e ne e' uscita la festa della Piana .

Ma scusa, tu hai detto che tuo papa' venne chiamato paron, ma cosa vuol dire?

Il titolo di "Paron" e' un titolo onorifico di origine Veneta, che veniva assegnato al capo del Casato, il "paron de casa". Per noi e' un titolo che viene dato ad honorem al piu' anziano e rappresentativo di tutte le famiglie Zarantonello. E' infatti il Paron, il capo ideale della nostra grande famiglia, come un simbolo che ci unisce tutti, indipendentemente dalla provenienza. Va bene, e stavi dicendo di tuo papa'.... Si, dato che non stava per niente bene decidemmo di organizzare noi la festa dell'anno successivo; Aldo, il maggiore di noi fratelli prese un po' le redini della situazione: inizio' a contattare famiglie di Roma, di Bologna, di Milano, cercando i nominativi sulle guide del telefono delle varie province. Se inizialmente la risposta fu abbastanza tiepida, il fatto di andare personalmente a conoscere questi Zarantonello anche per sensibilizzarli all'idea della festa, ebbe un effetto anche un po' insperato: infatti alla Piana eravamo in 500 e qui iniziavano ad esserci un po' tutte le rappresentanze italiane. C'erano infatti i romani, i bolognesi, i milanesi, i mantovani, i veronesi oltre ai soliti bresciani, vicentini e emiliani. Era il 1991. Quell'anno ci trasferimmo, noi di Brescia e di Novellara, alla Piana per due giorni perche' tutto fosse pronto per l'arrivo degli Zarantonello, e alle spalle c'erano sei mesi di preparativi: erano stati stampati i volantini, le piantine del ristorante, in modo che tutti avessero il loro posto a sedere ancora prima di partire: abbiamo cercato di fare in modo che tutto fosse il piu' agevole possibile. Fu in quel periodo che conoscemmo Arciso "sindaco" della Piana (cosi' infatti viene chiamato anche se in realta' non lo so), Giannino dei tomasoni, Paolo di Vicenza e Paolo di Novellara che ci diedero un grosso aiuto per organizzare questa festa: si creo' una rete di collaboratori nei vari paesi, in modo che ognuno si occupasse della "sua gente". Sembrava una vera e propria invasione: in un paesino di cinquecento anime (nel centro, dato che la Piana e' un paese che occupa una grande estensione e formato per lo piu' da contrade dislocate al di fuori del centro) sembrava non ci fosse posto per chi non era Zarantonello, per quel fine settimana. Fu quell' anno che i giornali iniziarono a parlare della "Saga degli Zarantonello", che e' rimasto negli anni e per le successive edizioni della festa. E se il pranzo quell' anno era stato fatto in un ristorante, per comodita', non era comunque mancato il solito rinfresco di cibi tipici delle varie zone: c'era il pane fatto nel forno a legna dei "Tomasoni", il grana e gli affettati di Reggio Emilia e il vino lugana del Garda. Culmine della giornata e' stata la Santa Messa : non e' mai mancata infatti in queste nostre feste il momento liturgico, proprio per ricordare le nostre origini di famiglia contadina legata ai valori cristiani; il momento piu' importante della Messa, infatti, e' per noi quello dell'offertorio, in cui portiamo all'altare la "socca", simbolo delle nostre radici. Cio' che vogliamo trasmettere ai nostri figli, infatti, e' l'importanza della nostra provenienza, dell'operosita' che deriva proprio dalle nostre origini contadine e che ha fatto la fortuna di tanti di noi che ora hanno le loro aziende avviate, del nostro essere una "Famiglia" legata dagli stessi valori e principi, nonostante la distanza. Durante quella festa, poi, abbiamo portato il primo albero genealogico, che veniva dalle ricerche fatte da mio papˆ negli ultimi sei anni. In quell'occasione anche gli altri Zarantonello si appassionarono all'idea di ricostruire la genealogia e un po' tutti si impegnarono a rintracciare la loro; questo, unito alle ricerche di Giannino, nostro ricercatore storico ufficiale, in archivi comunali e parrocchiali e in libri, porto' alla costruzione di tre alberi genealogici, che vennero esposti per la prima volta durante la terza festa degli Zarantonello a Muzzolon. Qui vennero corretti degli errori e aggiornati da coloro che c'erano, e si riusci' a riunirli in parte in un albero piu' grande; durante la quarta festa degli Zarantonello erano stati presentati quattro alberi genealogici di cui una risaliva fino al 1600 e riuniva gran parte delle famiglie presenti .

Se non sbaglio poi con la terza festa avete allungato i tempi, vero?

Abbiamo portato la decorrenza delle feste da biennale a quadriennale; questo per due motivi: prima di tutto perche' purtroppo nel 1993, data in cui avremmo avuto la terza festa, il Paron Giovanni era stato male e quindi non fummo in grado di darci da fare per l'organizzazione della festa. Purtroppo infatti l'anno dopo mio papa' mori' e questo fu un grave lutto per tutti noi: oltre che mio papa' moriva il primo Paron degli Zarantonello. Il secondo motivo che ci indusse a mantenere anche per le feste successive la decorrenza quadriennale, fu il fatto che l'organizzazione della festa era troppo impegnativa, per quel che riguarda sia il tempo dedicato, sia l'impegno organizzativo.

E dove si tenne la terza festa?

III - 28 maggio 1995 (Muzzolon di Cornedo - VI) - La chiesa

La terza festa degli Zarantonello l'abbiamo fatta a Muzzolon (VI), proprio perche' dalle ricerche emerse che i primi spostamenti degli Zarantonello, furono proprio verso questo paese, non molto distante dalla Piana; allora eravamo in 600. Fu in quella festa che venne eletto il nuovo Paron, Abele Zarantonello di Novellara (RE). Furono infatti lui e mio padre i fautori delle feste e quindi sembrava naturale che il titolo passasse a lui. Fu in questa festa che avemmo la prima partecipazione di Zarantonello stranieri, anche se in numero ridotto: c'erano alcuni argentini, tra cui il nostro matematico, Eduardo H. Zarantonello, che ha scoperto il numero primo piu' lungo del mondo, e i francesi. Fu sempre in questa festa che furono riuniti i vari alberi genealogici delle varie famiglie in tre grandi alberi. Purtroppo il fatto che i nostri progenitori vivessero in un piccolo paesino di montagna, dove era abbastanza normale che si sposassero persone dello stesso cognome ha reso la ricerca piu' difficile: come abbiamo scoperto in un secondo tempo con Giannino, infatti, alcuni di questi rami si univano essendo la genealogia di due Zarantonello che si sposavano magari nel 1700 o nel 1800. Questo rende difficile costruire un solo albero che poi si riunirebbe in piu' punti, dividendosi per poi riunirsi magari 100 anni dopo. Abbiamo ritrovato, ad esempio, a Muzzolon un certificato di matrimonio dove gli sposi erano due Zarantonello, i testimoni Zarantonello e anche il prete era uno Zarantonello. Per Muzzolon decidemmo che era giusto lasciare in questo paese un segno tangibile del nostro passaggio, e decidemmo di raccogliere dei soldi per comprare una campana per la chiesetta dei tomasoni, che poi fu inaugurata il 13 maggio 1995, e cosi' fu fatto.

E' bella questa iniziativa, ma da che cosa nasce?

Innanzitutto nasce dal nostro desiderio di dare un senso di concretezza alle nostre feste, perche' non siano considerate soltanto come un momento goliardico: infatti per noi e' sempre stato importante inserire nel programma della festa la Santa messa, proprio per dare un senso piu' "alto" a questi nostri raduni. In secondo luogo un iniziativa del genere incontrava la sensibilita' di tanti di noi, per cui abbiamo ritenuto che fosse doveroso da parte nostra proporla, e la risposta da parte degli altri ci ha dato ragione. Tante delle nostre famiglie, sono impegnate in iniziative di solidarieta', proprio per testimoniare l'importanza di non lavorare solo il proprio orticello, ma dare una mano anche al vicino. I "Polentini" di Vicenza, ad esempio, sono impegnati da anni in un progetto in Brasile presso la Missione S.Stefano di Buenos Aires. Tramite la raccolta di fondi, che hanno esteso anche alle altre famiglie Zarantonello delle varie zone e di macchinari, infatti, hanno comprato un forno e le macchine per fare il pane per allestire un panificio completo. E' stata poi allestita una scuola professionale: sono gia' stati donati torni, presse, saldatrici e macchine per officina meccanica, telai e macchine da cucire per sartoria. L'iniziativa continua per allestire una lavanderia professionale. L'esempio poi ci arriva sicuramente dal nostro Paron che, come testomonia un articolo della "Gazzetta di Reggio", costruisce le "palote", antichi attrezzi agricoli tipici della zona di Novellara, la cui costruzione era tramandata di padre in figli e che ormai nessuno e' piu' in grado di fare, e le vende per beneficenza. Gigi, il figlio, racconta come sia la "favola" del paese il fatto che per acquistare una palota di "nonno Abele", devi prima versare un assegno con la cifra che lui ti indica a qualsiasi missione tu desideri, tramite vaglia postale, e solo andando da lui con la ricevuta della Posta potrai avere il tuo attrezzo.

Deve essere proprio un gran personaggio, il vostro Paron, visto che ho sentito che e' malato, ha il morbo di Parkinson, se non sbaglio; e' stata a casa sua, vero, l'ultima festa?

IV - 30 maggio 1999 (Novellara - RE)

Si, l'ultima l'abbiamo fatta proprio a casa del nostro Paron, a Novellara. In una cornice bellissima, la Rocca dei Gonzaga prima , la bellissima Colleggiata di S.Stefano poi e infine la Casciana " La Minarola ", abbiamo avuto la quarta festa degli Zarantonello. Sicuramente all'ottima riuscita di questa festa hanno contribuito la calda accoglienza di questa bella gente emiliana, il posto stupendo e il cibo davvero degno della fama che ha nel mondo.

Anche qui avete lasciato un segno del vostro passaggio?

Certo: questo ormai e' entrato nella tradizione delle nostre feste. Quando abbiamo contattato Don Luigi, parroco di Novellara, questo ci ha fatto presente il loro progetto di ricostruire la Meridiana della loro chiesa, unica nel suo genere (ce ne sono soltanto altre due in Italia simili). Noi e soprattutto Abele e i suoi cugini che hanno gia' contribuito altre volte al ripristino di opere di questa bellissima chiesa (fecero una donazione alla parrocchia per il restauro della madonnina della Cappella del Rosario), fummo subito entusiasti della proposta, che accogliemmo immediatamente. Di rilievo per noi e' anche il fatto che su questa meridiana verra' segnato il 30 maggio 1999 come data di passaggio degli Zarantonello a Novellara.

E la festa in si come si e' svolta?

Anzitutto ci sono stati 10 mesi di preparativi da parte del gruppo organizzatore e qui ti potrai rendere conto perche' e' impossibile fare le feste ogni 2 anni; poi ci sono state varie riunioni per definire i dettagli nell'ultimo mese a Novellara, a Brescia e a Vicenza; il lavoro di Gigi e Paolo, figli di Abele, per la preparazione della cascina all'arrivo delle 500 persone previste (solo gli ultimi 15 giorni abbiamo saputo che eravamo molti di piu'), di tutti i loro parenti di Novellara e di tante persone dei paesi limitrofi che hanno dato una mano al reperimento di sedie e tavoli quando non sapevamo piu' dove far sedere la gente; e infine gli ultimi tre giorni prima della festa, in cui tanti di noi, da Vicenza e da Brescia, si sono "trasferiti" a Novellara per l'allestimento della festa. Venerd“ mattina, 28 maggio, alla Cascina "La minarola", erano operative: una cucina impegnata a sfamare le 30 persone che stavano lavorando alla preparazione del capannone (luci, tavoli, sedie, ventilatori, servizi igienici e addobbi) e una sala stampa che provvedeva alla produzione di rassegne giornaliere per giornali e televisioni, dotata di due computer, fotocamera digitale per immortalare i preparativi momento per momento e server per collegarsi a casa in caso di bisogno.

Un organizzazione notevole per una festa "di famiglia"; ma alla fine quanti eravate?

Eravamo in 700 e questa volta abbiamo avuto una grande partecipazione anche degli Zarantonello all'estero: venivano dall'Argentina, dalla Florida e dalla California, dalla Francia e dall'Australia. La festa e' stata grandiosa, questa volta, ma questo significa che ci dovremo impegnare ancora di piu' per organizzarne una ancora piu' bella tra quattro anni, nel 2003 a Este. Intanto ci riposiamo, visto che e' prevista un'espatriata in Argentina nel 2001, per partecipare alla loro festa degli Zarantonello. Prevediamo di essere circa in 150... pero' ora lasciamo lavorare un po' loro! L'impegno del gruppo organizzativo, al momento, e' quello di tenere "caldi" gli animi e portare avanti nelle varie zone quel messaggio che si e' inteso portare con la festa: i polentini di Vicenza, infatti, organizzano riunioni annuali per il loro gruppo, una sorta di "prove generali" in attesa del raduno quadriennale. Un altro impegno e' quello di produrre un sito Internet che sara' operativo a breve e che avra' un dominio mondiale, per poter mettere in collegamento gli Zarantonello di tutto il mondo. Presente sui 24 maggiori motori di ricerca, questo sito degli Zarantonello conterra' tutto il materiale che e' stato prodotto durante le quattro feste, (articoli, video, pubblicazioni ecc.), una pagina storica dove si raccoglieranno anche informazioni (dato che e' in preparazione anche la stesura di un libro sulla famiglia che verra' scritto da tutti gli Zarantonello), una chat dove si potra' chiaccherare e incontrarsi direttamente in rete e una casella postale per messaggi privati tra i vari gruppi. E' un progetto ambizioso, ma noi non ci siamo mai spaventati di fronte alle sfide!

     
  libro  
     
  prossima  
     
  notiziari  
     
  africa  
     
  organizzatori  
        angolo
angolo
angolo            
angolo