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La Basilica

Il luogo della Basilica di
San Pietro fu occupato in età classica dal circo di Nerone, fra il Tevere,
il Gianicolo e il monte Vaticano. e qui fu martirizzato Pietro, il
principe degli Apostoli che trovò sepoltura nello stesso luogo. Papa
Anacleto vi aveva fatto erigere una basilichetta ad corpus. ma nel 324
l'imperatore Costantino sostituì il modesto sacrario con una basilica di
tipo costantiniano non diversa dalle altre chiese edificate a Roma in quel
periodo. Compiuto nel 349 da Costante, figlio di Costantino, il primitivo
San Pietro fu arricchito nei secoli da donazioni e interventi dei
pontefici e principi. Nella basilica costantiniana, nell'800, Carlo
Magno ricevette la corona da Leone III°, e dopo di lui vi furono
incoronati imperatori Lotario, Ludovico II° e Federico III°. A mille
anni dalla fondazione, San Pietro andava in rovina e fu Niccolò V° a
rinnovare e iniziare l'ampliamento della basilica su suggerimento di Leon
Battista Alberti e su progetto di Bernardo Rossellino. Allora, demolite
alcune parti dell'edificio, si cominciarono i lavori relativi alla nuova
tribuna, presto interrotti per la morte di Niccolò V°. Solo nel 1506 il
pontefice Giulio II° della Rovere riprese i lavori, iniziò con la
demolizione di gran parte dell'antica chiesa, ad opera del Bramante, che
in quell'occasione meritò il titolo di "maestro ruinante", con il fine di
costruire un edificio classicamente moderno: un impianto a croce greca che
si ispirava decisamente al Pantheon. Alla direzione dell'opera si
susseguirono fino a circa la metà del secolo Frà Giocondo, Raffaello,
Giuliano da Sangallo, Baldassarre Peruzzi, Antonio da Sangallo il Giovane
e, finalmente, Michelangelo, il quale interpretò il progetto bramantesco
ridimensionandolo in parte e immaginando la grande cupola, originariamente
emisferica, a coronamento del rinnovato edificio basilicale. Successori
di Michelangelo e interpreti fedeli delle sue idee progettuali furono
Vignola, Pirro Ligorio, Giacomo della Porta, Domenico Fontana. Sotto il
pontificato di Paolo V° fu deciso di ripristinare l'impianto basilicale
con il conseguente ritorno ad una croce latina, l'architetto Carlo Maderno
aggiunse all'edificio tre cappelle per lato e condusse le navate fino alla
odierna facciata, oggetto di un importante concorso di progettazione vinto
dallo stesso Maderno, che fu iniziata nel novembre 1607 e terminata nel
1612, dopo aver assorbito montagne di travertino di Tivoli. La
facciata, di proporzioni grandiose, è risolta dall'impiego dell'ordine
corinzio gigante, che la scandisce con colonne e lesene inquadranti, a
terreno, un grande portico centrale a due arcate sui lati (da quella di
sinistra, il cosi detto "Arco delle Campane", si accede alla Città del
Vaticano) e, superiormente, una teoria di nove balconi. A coronamento,
un attico canonico sormontato dalla balaustrata che sorregge tredici
enormi statue raffiguranti, oltre al Cristo e a San Giovanni Battista,
tutti gli Apostoli, eccezion fatta per il Santo eponimo, Sopra tutto la
grandiosa "Cupola michelangiolesca" fortemente nervata e, ancora emergenti
dalla fronte ma lateralmente ad essa le cupole minori delle cappelle
Gregoriana e Clementina di Giacomo Barozzi da Vignola. Dopo la
morte di Carlo Maderno, nel 1629, un intervento decisivo culla basilica fu
quello del successivo direttore dei lavori Gianlorenzo Bernini, che
impresse all'edificio il carattere barocco che prevalentemente lo
caratterizza, si pensi agli interventi decorativi sulla navata centrale e
su quelle laterali, alla erezione del notissimo baldacchino in bronzo
iniziato nel 1624 ed inaugurato il giorno di San Pietro nel 1633, alla
decorazione dei pilastri della cupola con la sistemazione delle quattro
grandi statue, alla collocazione sul fondo dell'abside della Cattedra di
San Pietro, una delle più fastose invenzione della fantasia del Bernini,
che racchiude al suo interno l'antica cattedra lignea usata dall'apostolo
Pietro. Sempre al pontificato di Alessandro VII° risale la
sistemazione della Piazza di San Pietro ad opera dello stesso Bernini,
mentre sotto Clemente X° l'architetto ideò e condusse a termine il
tempietto rotondo che costituisce il tabernacolo della Cappella del
Sacramento. Il perimetro della basilica è costellato da cappelle, a
cominciare dalla "Cappella della Pietà", che prende il nome dal gruppo
marmoreo michelangiolesco "La Pietà" eseguito dall'artista giovane per il
Cardinale Jean de Bilhères tra il 1499 e il 1500. Segue la Cappella di
San Sebastiano che ospita il monumento a Papa Pio XII° di Francesco
Messina. Poi la Cappella del Santissimo Sacramento con il famoso
"ciborio" berniniano e il cancello di bronzo del Borromini, ed ancora la
Cappella Gregoriana opera del tardo cinquecento di Giacomo della Porta
ornata da marmi preziosi e mosaici. La Cappella della Colonna dell'Algardi,
dove vediamo la famosa pala marmorea raffigurante l'incontro tra San Leone
ed Attila e le sepolture dei molti papi Leone, dal II°, al III°, al IV°,
al XII°. La Cappella Clementina dal nome del Papa Clemente VIII° che
ospita i resti di San Gregorio Magno e dell'architetto che l'ha eseguita
Giacomo della Porta. La sontuosa Cappella del Coro ornata di stucchi
dorati ed infine la Cappella della Presentazione con il recente monumento
a Papa Giovanni XXIII°, opera di Emilio Greco.
La Basilica di San Pietro
in Vaticano racchiude al suo interno una collezione di monumenti famosi:
la Pietà michelangiolesca, la veneratissima effige di San Pietro in atto
di benedire e risalente al XIII° secolo, il monumento funebre ad Urbano
VIII° di Bernini, il complesso funebre per Paolo III° di Guglielmo della
Porta, la tomba di bronzo che Antonio Pollaiolo ideò per Innocenzo VIII°,
il Monumento Stuart di Canova, il fonte battesimale in porfido adattato
alla funzione attuale da Carlo Fontana. Davanti al transetto sinistro
si trova l'imponente sagrestia pensata come un edificio a se stante,
formato dalla Sagrestia Comune a pianta ottagonale, dalla Sagrestia dei
Canonici e dalla sala Capitolare, fu tutto realizzato da Carlo Marchionni
per volere di Pio VI° nel 1776. Annesso alla Basilica c'è il Museo
della Basilica di San Pietro ove si trova il Tesoro di San Pietro, di
Giovan Battista Giovenale.
A sacred setting,uniquely evocative and
imbued with profound religious and symbolic connotations: Saint Peter's is
perhaps the most famous square in the world. Since the Middle Ages it has
welcomed and been a gathering place for countless multitudes of pilgrims
come to visit Saint Peter's Basilica, the Center of Christianity, offering
a vital space for the functions of the religious life of the city. The
square was built over a part of the ancient Vatican Circus (or Nero's
Circus, though actually built by Caligula), of which there remains the
so-called "Vatican Obelisk", transported here in 37 BC from Alexandria,
where it decorated Caesar'a Forum. Called in medieval times the aguglia,
it stood at length beside the basilica, until 1596, when Sixtus V° ordered
Carlo Maderno to move it to its present site. In 1613, Paul V° bid the
same Maderno build a Fountain to its right, half a century later, a twin
fountain by Carlo Fontana, placed symmetrically with respect to the first,
was added. Again under Sixtus V°, the original bronze globe thet topped
the obelisk (today in the Capitoline museums) and that was believed to
contain the ashes of Caesar was replaced with that pope's family emblem,
the mountais and the star, topped by a crucifix containing a fragment of
the Holy Cross of Christ's Crucifixion. In the mid-17th century, when
the monumental work of rebuilding Saint Peter's Basilica was
well-delineated, attention naturally shifted to the square before it.
The fervent activity then being concluded provided the impetus for the
sumptuous design of the square, which was built by Gian Lorenzo Bernini
between 1656 and 1667. The triumphant spectacular feeling that through
the genius of the Baroque architet and sculptor emerged in the execution
of this immense masterpiece was not entirely dictated by artistic
considerations, the design was also imbued with profound symbolic
significance, to the point that the entire opus may be interpreted as a
monumental allegory. The great portico that branches out from the facade
of the basilica to form two hemicycles delineated by a double row of
Tuscan columns suppoting an entablature animated by a procession of
statues of saints and the immense coats of arms of Alexander VII°, under
whose pontificate the opus was realized, is a symbolic embrace by the
Church that would welcome and protect all the faithful of the world in thi
and in the next life. The vast elliptical space (240 meters in width),
so theatrically defined by the two hemycicles , is possessed of many
symbolic references. Arisen as tyhe last forum of Rome and dedicated to
Christianity, it owes its form to that of the circuses of the ancient
Urbe, and in particular to the Colosseum, the square may thus be said to
play the role of historical trait-d'union between the early Church,
persecuted in the figure of the martyrs who in the amphitheaters were put
to death, and the glory of the Church triumphant, in wich Christ and the
saints portrayed in the statues are partecipants. But the elliptical
formis also evocative of the firmament, in which according to the theory
of Copernicus, coeval with construction of the square, the planets descibe
such orbits, and of the Universe, understood as the space-time dimension
in which the obelisk, which stands at the geometrical center of the
ellipse and is the gnomon of an immense sundial, symbolizes the sun itself
and alludes to the central figure of the pope, the Vicar of Christ on
Earth |
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