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L'età delle tartarughe

Le tartarughe detengono, a torto o a ragione come vedremo, uno dei primati del mondo animale: quello della longevità. E' stato più volte dimostrato che alcune specie possono agevolmente superare i 50 anni di vita e si conoscono diversi casi in cui questi rettili hanno raggiunto e superato i 100 anni di età.

Ben documentato è il caso di una testuggine gigante (Geochelone gigantea) proveniente da Aldabra, vissuta nel cortile del Palazzo del governatore a Sant'Elena per ben 120 anni. Come in questo caso, si tratta per lo più di animali allevati dall'uomo e quindi in situazioni ottimali. In natura infatti, la loro vita media è molto al di sotto di quei valori : alcuni studi hanno indicato che non supera i 35 anni; ciò è dovuto alle mille insidie giornaliere cui sono esposti in libertà (variazioni climatiche, predatori, incendi, malattie, parassiti, ecc.)

Ma come si fa a capire l'eta di una tartaruga? Quando si ha che fare con le nostre specie e in generale con tutti i Cheloni viventi in zone temperate o subtropicali, con alternanza di stagioni (calde-fredde / siccitose-umide), si può stabilire l'età approssimativa contando su una delle placche cornee laterali del carapace, a partire dall'areola centrale o sommitale, le tacche concentriche presenti. La crescita dell'animale fa sì che ogni scaglia aumenti la sua superficie; questa crescita è uniforme e continua durante la fase attiva dell'animale in buone condizioni fisiche, rallentata o bloccata nella fase latente (durante il letargo invernale o l'estivazione nei mesi torridi) o durante stati debilitanti deriventi da mancanza di cibo, stati morbosi o traumi. Ogni tacca perciò corrisponde alla fine ad un periodo attivo e alla stasi vitale prima del nuovo.

Per questo il numero delle tacche, a partire dall'iniziale areola, non corrisponde quasi mai all'età effettiva. Con la vecchiaia, per di più, la cresci rallenta e la distanza tra i solchi si riduce: il continuo logorio del carapace contro le erbe ed altri ostacoli può facilmente levigare queste minime disomogeneità. In definitiva la conta degli anni risulterà più precisa nei soggetti giovani e in quelli con il carapace poco usurato.

Per gli altri e per le specie tropicali o per le specie che morfologicamente non hanno un vero carapace (o quest'ultimo è tipicamente liscio) ci dovremo accontentare di una valutazione generale, aiutandoci con testi che riportino le dimensioni medie della specie e le diverse livree tra neonati, giovani e adulti.