L' ASSEMBLEA POPOLARE

è il Parlamento della nostra Repubblica. Costituisce il più importante ed impegnativo caposaldo del nostro progetto pedagogico, che si fonda sull'Autogoverno.


L' AULA

Allegra, ricca di simboli, funzionale … invitante all'impegno, alla compostezza. Il tavolo delle Autorità - Sindaco ed Assessori - ed accanto il piccolo tavolo del Verbalista. L'Assemblea inizia con l'appello: ogni cittadino viene chiamato per nome, perché entra con la sua dignità di persona ricca di diritti e di doveri. L'intervento delle Autorità è breve … il discorso passa subito ai Ragazzi. Si instaura all'istante un clima di compostezza e serietà, quasi si trattasse di un rito, cui si intende partecipare con convinzione, con passione: grida, corse, salti, prese in giro, battute … tutto resta fuori dall'aula assembleare. Tutti seduti, mani alzate che chiedono la parola e finché il Sindaco non la concede, le bocche restano chiuse.


LE PRIME ASSEMBLEE

Non era facile far partire il sistema con Ragazzi vissuti finora senza schema, regole, orari, punti di riferimento. Da dove cominciare? Come dialogare con i Ragazzi? Come coinvolgerli? Le prime Assemblee richiedevano a tutti, Educatori e Ragazzi, una buona dose (di incoscienza?) di volontà e pazienza. Dal Verbale del 6 Maggio 1947 appare chiara la delicatezza dei due educatori - "Zio" Pietro e Tullio - che danno sì una mano nel guidare l'Assemblea (e non poteva certo essere altrimenti), ma ascoltano i Ragazzi che parlano, stimolano i Ragazzi a parlare: in altre parole, non solo sindaco, Assessori e Giudice, ma ogni cittadino è protagonista in toto del nuovo sistema di vita. Il Verbale assume, da subito, un valore fondamentale: il Verbalista lo legge all'Assemblea successiva, dove avvengono correzioni e precisazioni. Dopo di che diventa legge del Villaggio solo se debitamente firmato e controfirmato. Nel Verbale dell'Assemblea del 15 Settembre 1947 si legge: "Mario osserva che lui poteva aggiungere al Verbale quello che voleva, perché la firma è stata scritta a matita e poteva scancellarla".


LA SFIDA CONTINUA

Fino al 1985 l'Assemblea era quotidiana. Poi, per evitare che i Ragazzi la ritenessero obbligo inevitabile e non strumento di crescita, fu ridotta a tre giorni la settimana: lunedì, mercoledì, venerdì. Dall'estate del 1999 si volta pagina, per un motivo che si viene ad imporre sempre più: le problematiche sempre più complesse dei Ragazzi esigono maggiore capacità di ascolto. E' difficile saper ascoltare: per un educatore è inaccettabile non saperlo e non volerlo fare. L'Assemblea con un gruppo numeroso ed molto eterogeneo veniva ormai a costituire quasi un impedimento all'ascolto. I Ragazzi con maggiori difficoltà erano inibiti a prendere la parola e ad esprimersi. Gli Educatori venivano catturati da quei pochi elementi che riuscivano ad esprimersi. Si ricorre, allora, ad un nuovo modello: il "PICCOLO GRUPPO". Nuclei formati da sei o sette Ragazzi affidati ad un Educatore, che ne diventa perno e punto di riferimento, dove è più facile conoscersi meglio, per cui esprimersi, farsi capire, essere ascoltati, presi in considerazione. Ora, le Assemblee - ancora tre volte la settimana - si svolgono, due all'interno del Piccolo Gruppo, la terza, il venerdì, tutti insieme, per dare all'intera comunità la possibilità di definire progetti e programmi.


 

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