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ALCUNI
ASPETTI DEL SIGNORAGGIO In questa parte ci occupiamo prima di definire in
modo appropriato il signoraggio, poi dei meccanismi istituzionali che potrebbero
consentire il trasferimento del signoraggio dalla Banca Centrale al Tesoro (e
che sono stati drasticamente ridimensionati negli ultimi anni, ed in particolare
con il trattato di Maastricht), infine della misurazione e previsione dei flussi
effettivi di signoraggio in Europa Il signoraggio è stato chiamato: 1.
Guadagno del signore che deriva dal potere di far accettare come
mezzo di pagamento una "moneta" dal contenuto aureo inferiore al
valore dichiarato. Esso aumenta nel passaggio alla carta moneta non convertibile
("fiat" money) (Riccardo Rovelli - Economia
dell'integrazione europea - Politica monetaria - Parte A - http://www.dse.unibo.it/rovelli/EIE-2002.html). 2.
Costo opportunità (Phelps, Swedish JE 1971; Marty, JMCB 1978). 3.
Signoraggio monetario (Cagan, in Friedman, Studies on the QTM, 1956; Marty,
JPE 1967; Friedman, JPE 1971). 4.
Tassa da inflazione (Friedman, Essays in Pos. Ec., 1953; Bailey, JPE
1956). Il concetto di "signoraggio" viene normalmente riferito, dalla tradizione neoclassica, all'appropriazione di risorse senza corresponsione di un equivalente che lo Stato è in grado di attuare nei confronti dei suoi cittadini mediante l'emissione di moneta a corso forzoso che rappresenta una parte della base monetaria. Questa moneta ha un costo trascurabile ma acquisisce la validità oggettivamente sociale del denaro attraverso il potere d'imposizione statuale, permettendo che si possano acquistare merci di valore monetario pari all'importo stampato. Un rilievo essenziale da avanzare
è che una tale concezione è
valida solo laddove, e nella misura in cui, il "sovrano" emette segni
monetari per finanziare l'acquisizione di valori d'uso (merci e servizi)
finalizzati alla propria utilità personale (es. le spese personali del sovrano
e della corte o del Governo o del Capo dello Stato), e non alla costruzione di infrastrutture e all'erogazione di
servizi collettivi (sanità, istruzione, difesa, ordine pubblico, ricerca
scientifica, etc.). Fatto salvo il "pizzo" che l'apparato
dirigente burocratico trae dalla gestione della connessa circolazione
di denaro [costi di circolazione del capitale, tali consumi ed investimenti pubblici vanno a beneficio delle diverse parti
della società civile. Allo stesso tempo, il fatto che parte di questa nuova
moneta possa essere emessa a copertura dei pagamenti per interessi sul debito
pubblico non influisce sull'essenza del ragionamento, che inoltre vale negli
stessi termini per la tassazione - forma principale di esazione fiscale. Il signoraggio, nell'accezione rozza ed ideologica dell'economia liberista perde molta della sua consistenza, apparendo come retaggio ideologico di una concezione dello Stato precapitalistica. Infatti, se è pur banalmente vero, come vorrebbero i neoclassici, che nuova moneta viene emessa come reddito del "sovrano" è altrettanto - e più significativamente - vero che: 1) non è reddito del solo "sovrano" ma della generica collettività 2) quel denaro sostituisce, per i fornitori di merce e servizi, il capitale-merce valorizzato dal lavoro con capitale-monetario non valorizzato dal lavoro.
Quando poi la creazione di nuova "base monetaria" da parte della banca
centrale non è legata al finanziamento del deficit di bilancio statale
(immissione corrispondente ad accumulazione di riserve estere o agli ordinari
rapporti con il sistema bancario), allora viene meno anche il semplice
presupposto del signoraggio del Leviatano, dal momento che essenzialmente non si
ha uno scambio di equivalenti: infatti, nuovo denaro
nazionale deriva dalla conversione di un incremento delle riserve valutarie
estere, ovvero entra in circolazione come nuovo capitale monetario da prestito
concesso su richiesta delle banche private (liquidità concessa
contro equivalente in titoli). Si può definire il signoraggio come il
risparmio che un governo ottiene emettendo (attraverso la Banca Centrale) base
monetaria (che non è remunerata) rispetto a debito pubblico (remunerato in base
al tasso d'interesse corrente). Si tratta pertanto di un risparmio che consente
di ridurre la spesa pubblica per interessi. Visto in questo modo, il flusso
annuo di signoraggio è pari alla quantità di base monetaria emessa dalla Banca
Centrale moltiplicata per il livello dei tassi d'interesse nominali.
In questo caso il rapporto è, per così dire,
inverso. Infatti, dollarizzazione significa rinuncia alla sovranità monetaria:
un governo che dollarizza rinuncia alla possibilità di emettere moneta propria,
quindi rinuncia al signoraggio. In genere il motivo per cui lo fa è per
rimediare agli errori commessi in un periodo precedente, caratterizzato da una
emissione eccessiva (ossia, con un tasso di crescita eccessivamente elevato) di
base monetaria, che ha condotto ad una inflazione corrispondentemente (e
persistentemente) elevata.
Per data spesa pubblica, il governo può
finanziarla ricorrendo ad uno di questi tre modi
Se la voce "c" è limitata (cioè, grosso modo, è inferiore al 1% del PIL) allora siamo nella "fisiologia" di un sistema economico contemporaneo. Se invece, il governo induce la B.C. a ricorrere eccessivamente all'emissione di base monetaria, allora ci troveremo in una situazione di inflazione eccessiva. Non sorprendentemente, i paesi che hanno sistemi d'imposizione fiscale inefficiente tendono o a posporre il problema con l'emissione di debito (voce b) oppure se anche questa via è preclusa o è stata già troppo sfruttata cercano di ricorrere al signoraggio, ossia alla finanza inflazionistica. *** LA DOLLARIZZAZIONE Guglielmo Carchedi Quest'articolo consiste di alcune parti prese da un
testo molto più lungo, scritto originariamente in inglese e che apparirà in
spagnolo in Cuadernos del Sur. Entrambi I testi possono essere richiesti
all'autore, all'università di Amsterdam (Carchedi@fee.uva.nl) Il 24 gennaio 2000, il Los Angeles times riferiva che il dollaro statunitense era diventato la moneta ufficiale di Timor est, nell'ambito dei preparativi per la sua autonomia dopo il recente fallito tentativo dell'Indonesia di reprimere selvaggiamente il movimento indipendentista. Né la popolazione, né i commentatori ufficiali sembrano aver dato molta attenzione alla dollarizzazione di quel paese. Tuttavia,
l'annuncio nello stesso mese da parte dell'Ecuador di rimpiazzare la moneta
nazionale, il sucre, con il dollaro statunitense provocò grandi proteste
popolari che fecero notizia. Naturalmente, ciò non piacque al Grande Fratello, gli
Stati Uniti. "Il colonnello fu rimpiazzato dal generale Carlos Mendoza, il
capo delle forze armate [che] successivamente sciolse la giunta e diede il
potere al signor Noboa, un ex professore universitario. Il generale Mendoza
disse di aver preso queste misure dopo aver parlato con ufficiali statunitensi
che avevano minacciato di tagliare gli aiuti economici e di scoraggiare gli
investimenti stranieri nell'Ecuador se il potere non fosse stato restituito al
governo eletto" [ibid]. Il nuovo presidente si impegnò a portare
avanti la dollarizzazione del sucre. Il nuovo ministro delle finanze
disse che "la dollarizzazione è uno strumento fondamentale per creare
stabilità, crescita e democrazia a patto che sia accompagnata dalle leggi
corrette". La legge sulla dollarizzazione fu approvata l'11 marzo 2000. Il
giorno dopo, guarda caso, l'Ecuador ricevette un prestito per 2 mrd $ dal Fondo
monetario internazionale e altre istituzioni. Ma, in generale, si può dire che l'idea della dollarizzazione ha vinto nell'Ecuador perché: 1) favorisce gli interessi dei settori più influenti della borghesia e, in una maniera più contraddittoria, del resto della classe capitalista e delle classi medie; 2) sembra proteggere gli interessi economici delle classi medie e di una parte della classe operaia ecuadoriana, perché protegge i loro risparmi da continue svalutazioni; 3) emerge, nella attuale congiuntura, come un valido strumento della politica economica e estera degli Stati Uniti; e 4)
per ragioni più contingenti, è stato un
atto disperato del governo Mahuad per mantenere il potere. L'economia dell'Ecuador è di importanza limitata per gli Usa. La repressione del movimento indigeno fu dovuta più a motivi politici e ideologici (la paura del "contagio" di altri paesi) che a motivi economici.
Tuttavia, la dollarizzazione di
importanti paesi sudamericani sarebbe di un interesse molto maggiore per gli
Usa, per ragioni che saranno esaminate più avanti. Qui è sufficiente
sottolineare che mentre gli Usa non favoriscono apertamente la dollarizzazione,
sono i paesi dominati stessi (l'Argentina, il Brasile, l'Ecuador, l'Indonesia,
il Messico, la Russia, il Venezuela e persino il Canada) che esplorano
esplicitamente la possibilità di "dollarizzare". Con la dollarizzazione non ufficiale la
popolazione tiene le proprie disponibilità finanziarie in dollari anche se il
dollaro non è la moneta ufficiale. Una misura è data dal fatto che tra il 50%
e il 75% dei dollari è nelle mani di stranieri. La gran parte
dell'America Latina è dollarizzata non ufficialmente. Con la dollarizzazione semi-ufficiale, un paese usa il dollaro come una seconda moneta legale. Questo è dunque un sistema bimonetario. Una dozzina di paesi appartiene a questa categoria, come le Bahamas, la Cambogia e il Laos. Con la dollarizzazione ufficiale, o completa, il dollaro
rimpiazza la moneta nazionale (che eventualmente può continuare a esistere come
moneta metallica divisionale di piccolo valore). Il paese che dollarizza diviene in effetti parte del
sistema monetario Usa. La sua offerta di moneta dipende inizialmente dalla sua
base monetaria dopo la conversione e dopo di ciò dalla sua bilancia dei
pagamenti. La sua base monetaria aumenta se le esportazioni sono maggiori delle
importazioni e se l'afflusso di capitali è maggiore del capitale uscente, e
diminuisce nei casi opposti.
Esaminiamo ora cause ed effetti della dollarizzazione completa. Occorrono
alcuni aspetti del signoraggio.
Incominciamo con il
signoraggio nazionale, cioè
la appropriazione di valore da parte dello stato, dovuta al fatto che lo
stato è l'unica istituzione che può emettere moneta legale. La letteratura
distingue tra a) signoraggio come stock (un reddito, cioè appropriazione di valore,
limitato al momento in cui la moneta è emessa) Il
tipico caso di signoraggio come stock è quello del sovrano che conia
monete che hanno un valore intrinseco minore di quello nominale, e quindi
del valore delle merci che egli può acquistare con quelle monete. Lo stesso
vale per gli stati moderni. Per esempio, per stampare un dollaro Usa ci vogliono
3 centesimi. Lo stato nord americano si appropria di un valore pari a 97
centesimi ogni volta che stampa un biglietto da un dollaro che poi usa per
acquistare merci. Tale nozione è valida. b) Signoraggio come flusso (un flusso di reddito, di valore, durante un periodo
di tempo). Incominciamo dalla dollarizzazione non ufficiale, usando il concetto di signoraggio come stock.
Il
signoraggio internazionale deriva dal fatto che una grossa fetta della base
monetaria Usa è tenuta da stranieri come riserva di valore
internazionale, e come mezzo di circolazione se una moneta è scambiata
contro un'altra attraverso un passaggio intermedio, la conversione in dollari.
Questi dollari, che sono stati acquisiti da altri paesi esportando negli Usa,
non possono essere usati da tali paesi per comprare beni Usa (come accadrebbe
per altre monete) e quindi rappresentano importazioni praticamente gratis negli
Usa. Ma è la dollarizzazione ufficiale che qui ci interessa. Consideriamo l'Argentina, il paese che più probabilmente dollarizzerà completamente. Nel tentativo di controllare la iperinflazione degli anni '80, l'Argentina promulgò la legge sulla convertibilità nel 1991 che istituì il Currency board, grazie al quale il pubblico può cambiare liberamente dollari in pesos e viceversa al tasso di uno a uno. Quindi, per
dollarizzare, ci deve essere un dollaro nelle riserve per
ogni peso in circolazione (15 mrd). In effetti, le riserve in dollari
sono maggiori, circa 30 mrd. Non ci dovrebbero essere problemi, quindi, per
dollarizzare. Si noti che le riserve in dollari non sono in contanti ma in
titoli Usa, sui quali il Tesoro americano paga interessi alla banca centrale
argentina. Supponiamo ora che l'Argentina passi dal Currency board alla dollarizzazione completa. Secondo gli economisti neoclassici l'Argentina perderebbe il suo signoraggio internazionale (che è concepito come gli interessi che la banca centrale argentina riceve sui titoli del Tesoro americano, circa 750 mln $ annui). Allo stesso tempo, sempre secondo gli economisti neoclassici, gli Usa guadagnerebbero un signoraggio perché non dovrebbero più pagare quegli interessi. Tutto ciò è profondamente sbagliato. Primo, l'Argentina non perderebbe il signoraggio internazionale ma semplicemente gli interessi sui titoli di stato Usa che redime. Secondo, non vi sarebbe un maggior signoraggio per gli Usa. Per dollarizzare, l'Argentina venderebbe i suoi titoli Usa alla Fed, ricavando così 15 mrd $. Il flusso d'interessi dal Tesoro americano alla Fed aumenterebbe, ma ciò, come detto sopra, non ha nulla a che vedere col signoraggio. In realtà, le cose sono ben diverse. Queste misure quantitative sono state espresse
in termini di denaro. Esse sottovalutano il signoraggio in termini di
appropriazione di valore dovuto alla formazione dei prezzi internazionali [vedi
Carchedi, Frontiers of political economy, Verso, London 1991]. Abbiamo visto che gli economisti neoclassici concepiscono erroneamente il signoraggio come un flusso (di interessi) e non come stock. Vi sono almeno tre motivi per cui tale concezione serve bene gli interessi Usa. Primo, da un punto di vista economico, l'Argentina perde gli interessi sui titoli di stato Usa (750 mln $) senza disfarsi del signoraggio (15 mrd $, che anche dopo la conversione dei pesos in dollari continueranno a circolare nel paese senza che siano usati per acquistare beni Usa). Siccome l'Argentina chiede agli Usa un rimborso per le perdite subite in seguito alla dollarizzazione, gli Usa sono chiamati a risarcire (una parte di) 750 mln $ piuttosto che questa cifra più (una parte di) 15 mrd $. Secondo, da un punto di vista politico, un flusso di pagamenti annuali può essere sospeso e quindi lega il paese dollarizzante agli umori degli Usa. Terzo, da un punto di vista
ideologico, la confusione tra signoraggio (come stock) e un flusso di
interessi trasforma il paese dipendente che riceve interessi sui titoli Usa nel
paese che riceve un signoraggio, e quindi nel paese "dominante".
Diritto di signoraggio I promotori del Manifesto "Per la Giustizia monetaria e la Proprietà popolare della moneta" - nell’ambito dell’importante Convegno di Guardiagrele del 13/09/02 per l’organizzazione del Sindacato Antiusura SAUS e il patrocinio dei Comuni di Arcore e Guardiagrele – hanno appreso con sentimento di viva indignazione il messaggio che Wim Duisenberg, governatore della Banca Centrale Europea, ha inviato al Ministro Tremonti, in merito alla sua proposta di sostituire le monete da 1 e 2 euro con simboli cartacei. "In linea di principio – recita testualmente la dichiarazione del presidente della BCE – non abbiamo nulla in contrario; mi auguro però che il ministro Tremonti sia consapevole che così perderebbe i proventi del diritto di signoraggio" In proposito i promotori del "Manifesto per la Giustizia Monetaria" dichiarano:
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