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Formulazione di un programma di trattamento individualizzato di
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[ .. ..] Entrando nello specifico dell’utilizzo del protocollo Rorschach possiamo quindi esempli- ficare che, allo psicologo che lavora all’interno di una struttura detentiva al quale viene chiesto di valutare il rischio che il minore ristretto possa compiere atti di autolesionismo o all’estremo compiere tentativi di suicidio, la presenza di indici quali: -T.V.I.
introtensivo
-Dim,
Clob, C, CF, M flessive e F+% basso
-Indice
di impulsività elevato correlato ad un indice di autocontrollo debole
potrebbero oltre che essere utili nell’impostazione di un adeguato intervento di sostegno psicologico, anche per orientare, a tutela del ragazzo, il personale addetto alla sorveglianza affinché svolga un controllo più vigilato e perché si preferisca in questo caso il collocamento del minore in celle dove vi è la presenza di altri ragazzi. Al contrario,
un protocollo Rorschach in cui vi è la presenza di indici quali:
-T.V.I.
extratensivo
-Dim,
C, CF, e G negative
-Assenza di M -Frequenti rifiuti -Indice di impulsività elevato correlato ad un indice di autocontrollo debole significativi della tendenza del soggetto a porre in atto comportamenti aggressivi etero diretti, potrebbe oltre che direzionare adeguatamente l’intervento di trattamento psicologico, essere utile sul piano pratico per decidere un miglior collocamento del minore per esempio preferendo celle singole oppure monitorando accuratamente momenti di vita in comune che il ragazzo svolge nel gruppo dei pari ovviamente allo scopo di tutelare la sua e l’altrui incolumità. Altrettanto
utile può risultare il protocollo Rorschach in una fase di definizione
di un programma di reinserimento sociale individualizzato e rispondente
alle risorse del soggetto, ove una conoscenza preliminare ed approfondita
dello stesso e delle sue potenzialità permette che quanto gli venga
proposto possa di fatto poi essere realizzato.
Così
il protocollo Rorschach può esserci d’aiuto ad esempio quando ci
si chiede se direzionare il minore ad intraprendere o riprendere o continuare
attività formative o lavorative o quando ci si interroga sull’opportunità
e sulla fattibilità di coinvolgere il minore in un processo di mediazione
con la parte lesa dal reato o in quale attività di pubblica utilità
far impegnare lo stesso.
Il modello
attuale di giustizia applicato in ambito minorile infatti, pone rispetto
a tale impegno quale forma di risarcimento simbolico del danno cagionato
dall’azione-reato e alla riconciliazione con la parte lesa , un’importanza
rilevante sul piano pedagogico tanto da richiedere un’attenta valutazione
onde evitare il rischio di ulteriori fallimenti.
Così
quindi, un soggetto con indici al Rorschach espressione di un tipo di Intelligenza
di tipo pratico è facile che sia orientato verso corsi professionali
che coinvolgano l’aspetto della manualità anziché verso impegni
scolastici o professionali che prevedano capacità teorico astratte.
Così
ad esempio un protocollo che presenti i seguenti indici:
Le
FC + maggiori delle CF e C,
-
un discreto livello di intelligenza,
- M - F(c)+ - H% alto - Valido senso di realtà in quanto espressione di sensibilità, di capacità di contatto affettivo e di un tipo di affettività che tiene conto dell’altro nonché della capacità di porsi al posto dell’altro, ben si concilia con la possibilità di inserire all’interno del programma un percorso di mediazione tra il minore e la parte lesa poiché per effettuare un percorso di mediazione con un buon esito occorre la capacità dei soggetti coinvolti di saper riconoscere, esprimere e prendere in considerazione il proprio mondo affettivo e quello dell’altro. Gli
indici appena citati ci orientano inoltre a proporre al soggetto quali
forme di risarcimento simbolico del danno, attività di pubblica
utilità al servizio di persone (volontariato con handicappati, anziani,
bambini…) diversamente dall’orientamento che invece avremmo se ad apparire
nel protocollo saranno indici di una scarsa predisposizione a porsi rispetto
all’altro.
Un
H% basso ed una affettività di destra (C+CF) potrebbero ad esempio
essere indici che rivelano l’opportunità di orientare il soggetto
verso un impegno di servizio pubblico che lo veda coinvolto in attività
manuali come ad esempio la cura e la pulizia del verde pubblico.
In conclusione questo lavoro di riflessione porta a considerare l’utilizzodei
tests in ambito penale minorile in modo più propositivo, riconoscendone
un valore che può essere significativo anche in un contesto che
non sia clinico.
A tale
proposito bisogna dire che lo psicologo della giustizia minorile sia che
intervenga in strutture istituzionali , sia che segua il minore durante
l’iter giudiziario sul territorio, non ha mai troppo considerato i tests
come strumenti utili ad una indagine di personalità proprio per
la distanza che essi potrebbero porre nella relazione con il ragazzo.
Una
relazione, questa, resa ancora più difficoltosa e controllata in
partenza se pensiamo al contesto specifico in cui lo psicologo interagisce
con il minore che potremmo definire un contesto “coattivo”, non ultima,
inoltre, la difficoltà di operare nell’ambito di un setting molto
diverso da come si prefigura in ambito clinico.
Ora
pur facendo nostri questi dubbi e perplessità pensiamo che partire
da una corretta analisi del contesto, integrando i risultati ai tests con
le indagini psico-sociali , le osservazioni sul “campo” e i colloqui con
i giovani e con le loro famiglie, sia comunque un lavoro che non può
che arricchirci di indicazioni rispetto ad una complessità quale
è quella del giovane adolescente che comunica comunque un disagio
con la sua azione deviante.
E se
si è convinti di dover comunque rispondere su un piano di realtà
ad un minore che commette reato, privilegiando per questo la chiarezza
nella relazione con l’obiettivo primario della responsabilizzazione del
soggetto, ogni strumento utilizzato in questa cornice può fornire
utili informazioni rispetto ad un progetto che debba essere, proprio perché
responsabilizzante condiviso e concordato con il giovane.
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