Il PUNTO SU....
Una riflessione sulla
responsabilità professionale
di
Luisella de Cataldo Neuburger
Presidente AIPG
Avvocato, Psicologo
Resp. Sezione di Psicologia Giuridica
Università degli Studi di Milano
Concludo lesposizione, iniziata sul
precedente numero della newsletter, di questa importante
sentenza che si colloca nel filone di altre analoghe assunte dalla Corte Europea dei
Diritti dellUomo. Data la lunghezza e complessità dellatto, ho dovuto
riassumerne i punti principali con linevitabile conseguenza di tagli e omissioni di
aspetti anche importanti. Chi volesse consultarla in edizione integrale - nelle due
versioni ufficiali inglese e francese- la può reperire sul sito htpp://hudoc.echr.coe.int
Nella sua decisione la Corte ha preso in esame le tre violazioni
della Convenzione (articoli 8, 6 e 13) poste dalle ricorrenti a fondamento della loro
azione. Vediamole in dettaglio.
Sullasserita violazione dellart. 8 della
Convenzione.
Lart. 8 nella parte inerente il caso di specie è
cosi formulato:
1.- Ogni persona ha diritto al rispetto della sua
vita (...) familiare (...)
2.- Non può esserci ingerenza di un ente
pubblico nellesercizio di questo diritto tranne che sia prevista dalla legge e
che costituisca una misura che, in una società democratica, è
necessaria alla sicurezza nazionale, alla sicurezza
pubblica, al benessere delleconomia del paese, alla difesa
dellordine pubblico e alla prevenzione delle infrazioni
penali, alla protezione della salute o della morale o alla
protezione dei diritti e delle libertà altrui...
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