Adolf Hitler

Braunau, Austria Superiore, 1889 - Berlino 1945

Figlio di un doganiere austriaco, rimase presto orfano e si trasferì a Vienna (1906) per studiare pittura, ma non fu ammesso all'Accademia di belle arti e conobbe la miseria. Il soggiorno nella capitale, dove gli Ebrei occupavano una posizione economica di primo piano e l'antisemitismo era diffuso, lasciò in lui una traccia profonda. Trasferitosi a Monaco (1912) lavorò come pittore edile e come decoratore. Arruolato nell'esercito bavarese (1914), caporale, fu ferito sulla Somme (ottobre 1916). Decorato con la croce di ferro, conservò un ricordo esaltante del fronte e attribuì agli Ebrei e ai marxisti la sconfitta della Germania.

Un suo superiore, Gottfried Feder, lo mise in contatto (luglio 1919) con il partito dei lavoratori tedeschi, piccolo gruppo di estrema destra diretto da Anton Drexler. Hitler entrò ben presto nel comitato direttivo, scrivendo nel settimanale del partito, il Völkischer Beobachter di Monaco. Organizzò nel frattempo, il 24 febbraio 1920, in una birreria di Monaco (la "Hofbräuhaus"), la prima riunione pubblica, esponendo in venticinque punti il suo programma, su base pangermanista e razzista.

Dotato di facile eloquenza, nel 1921 eliminò Drexler; il suo partito, ribattezzato da Hitler (che ne divenne presidente) "partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori", si sviluppò in Baviera col favore della reazione seguita alla caduta della repubblica spartachista.

Hitler approfittò dell'agitazione seguita all'occupazione francese della Ruhr e all'inflazione per imitare il colpo di forza di Mussolini (giunto al potere in Italia l'anno precedente), cercando di sopraffare il governo bavarese di von Kahr (putsch dell'8 novembre 1923); ma von Kahr, che aveva finto di appoggiarlo, l'indomani fece sparare sul corteo organizzato da Hitler e Ludendorff. Ci furono, fra i loro seguaci, diciotto morti e Hitler, ferito, fu incarcerato e condannato nel gennaio 1924 a cinque anni di fortezza per alto tradimento; della prigionia (durata meno di un anno e scontata a Landsberg) si giovò per dettare a Rudolf Hess, anch'egli incarcerato, gli elementi del Mein Kampf, sua autobiografia e vangelo politico.

L'hitlerismo ebbe nuovo impulso dalla crisi economica del 1929. Il partito nazionalsocialista (o nazista, come fu detto in forma abbreviata) aveva avuto 800 mila voti e 12 deputati nel 1928; le elezioni del 1930 gliene diedero sei milioni e mezzo con 107 deputati, grazie alla propaganda frenetica ma efficace del suo capo, che fece breccia fra i disoccupati e i borghesi malcontenti. Hitler venne chiamato alla cancelleria il 30 gennaio 1933. Ben presto mirò a impadronirsi totalmente del potere.

Il parlamento (a eccezione dei socialdemocratici) accordò a Hitler i pieni poteri per quattro anni (23 marzo): il nuovo cancelliere se ne servì per riorganizzare la Germania e consolidare il proprio dominio.

Poco dopo (2 agosto 1934) moriva il presidente Hindenburg, ultimo rappresentante del potere legale, e Hitler riunì allora nelle proprie mani la presidenza del Reich e il cancellierato, assumendo il titolo di Reichsführer (ratificato nell'agosto 1934 da un plebiscito, con il 90% di voti favorevoli).

La sua dottrina (il nazionalsocialismo) era basata su idee semplicistiche, ma efficaci, in particolare quella della superiorità della razza tedesca, chiamata dal destino ad affermare il proprio dominio, e la cui volontà era misticamente incarnata nella persona del capo, o Führer. Uno degli elementi capitali del nazismo era il fanatico odio antisemita, che avrebbe portato allo sterminio sistematico di milioni di Ebrei.

Padrone assoluto della Germania, Hitler dedicò tutte le sue energie al riarmo, preparandosi alla guerra che riteneva inevitabile per la realizzazione delle sue mire espansionistiche, e che doveva assicurare a spese dell'Europa il benessere e la felicità dei Tedeschi.

 

Vai al testo di Goebbels Vai a Nietzsche teorico del nazismo

Vai al testo di Così parlò Zarathustra Vai al testo de La volontà di potenza

Torna al menù principale Torna alla mappa principale Bibliografia